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#disegno e pittura
praticalarte · 2 years
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Un ritratto con una sotto pittura in nero
La sottopittura con il nero vite esalta le tonalità della pelle meglio di quella fatta con d'ombra bruciata tradizionale, grazie al sotto tono freddo.
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klimt7 · 7 months
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24 febbraio 2024
Un sabato pomeriggio
speso bene
A volte ci sono storie che meritano di essere raccontate. Lo capiamo solo dopo.
Quando comprendiamo che la scintilla iniziale, quella luce da cui ci siamo fatti guidare, seguendo la nostra intuizione, era fondata.
Nel mio caso, tutto è iniziato da un articolo della stampa locale. Un articolo apparso su CesenaToday, un sito web, che si occupa di dare informazioni e portare all'attenzione di tutti, le iniziative, gli eventi e molte delle manifestazioni del territorio, tutto ciò che accade - insomma - nel Cesenate e nei Comuni della vallata del Savio.
Riporto di seguito il testo dell'articolo, che avevo letto alcuni giorni fa :
Di notizie di questo tipo, sulla stampa e in Rete, ne appaiono decine, ogni giorno, eppure, in questo caso, qualcosa deve avermi colpito ad un livello più profondo della semplice curiosità.
Sarà che anche io, durante gli anni del Liceo Classico, mi sono appassionato alla pittura da autentico autodidatta, dopo che ho conosciuto le opere di Van Gogh e di Gustav Klimt! Sarà che il disegno, fin dalle scuole Elementari, era una delle attività preferite...
E così dai disegni a matita e coi pastelli, ero passato ai primi lavori a tempera (colori acrilici) e poi ai primi quadri su legno e alle prime tele ad olio.
Sarà che il mondo dell'Arte, mi ha sempre attratto e incuriosito...
Sarà che dopo l'aggressione russa all'Ucraina del 24 febbraio 2022, ho sempre fatto il tifo per il popolo ucraino e ho partecipato a diverse iniziative di volontariato, per inviare aiuti e soldi, agli ospedali di Leopoli e Kyiv, sia per dare supporto ai bambini e ragazzi universitari e alle madri ucraine fuggite dal proprio paese e arrivate in italia, nei primi mesi di questa assurda guerra, scatenata dal sanguinario dittatore di Vladimir Putin...
Sarà anche che io sono sempre stato affascinato della storia di chi è costretto ad abbandonare la propria Patria a causa di una guerra e a reinventarsi una vita.
Saranno stati tutti questi motivi assieme, ma qualcosa mi ha spinto a voler visitare la Mostra di questa artista ucraina, che grazie all'aiuto concreto del Comune di Mercato Saraceno è riuscita a coronare uno dei suoi sogni e presentare al pubblico parte dei suoi lavori.
Oggi alle 16, quindi, sono andato a Mercato Saraceno, a questo piccolo-grande evento : l'inaugurazione della Mostra di pittura di Kira Kharchenko.
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E così, in un pomeriggio piovoso di metà febbraio, mi son trovato ad essere investito dall'energia dei quadri di questa ragazza che giunta in Italia, per colpa della guerra, ha intrapreso un percorso scolastico nel nostro paese, iscrivendosi al Liceo Artistico di Forlì.
Conversando con Kira, è diventato chiaro come il suo soggiorno in Italia sia stata anche una svolta della sua vita. Nel giro di appena due anni, ha infatti imparato ad esprimersi nella nostra lingua e ha cominciato un percorso artistico importante, adottando la tecnica dei colori ad olio.
Ma la cosa, ancora più importante è che Kira in questi anni è riuscita a portare avanti un progetto personale di grande valore:imparare ad esprimere grazie alla Pittura e al disegno il proprio mondo interiore fatto di idee e sentimenti.
Cosi come ha scoperto l'importanza della Filosofia come strumento per leggere il mondo e comunicare le idee che ci guidano nella vita.
Ciò che infatti colpisce di questa ragazza è il fatto che una sua opera, qualsiasi sua opera, parte sempre da uno stato d'animo, una riflessione, una emozione profonda. Tutti i suoi quadri, sono un mezzo per fare arrivare un messaggio legato alle emozioni e al mondo dei propri sentimenti.
È sufficiente allora, leggere le didascalie che accompagnano le sue tele per immergersi nel mondo interiore di Kira, continuamente in bilico fra pensieri cupi e paure legate alle minacce che ha portato la guerra nel suo paese, e la sua forza di volontà che la sorregge e la porta a credere alla speranza e a un futuro migliore, più umano e orientato al valore della Libertà.
Un futuro dove ogni sentimento trova la forza di emergere per esprimere la propria umanità.
Ed ecco che visitare la sua esposizione significa leggere molte delle pagine del suo personalissimo "romanzo di formazione".
È un pò come leggere il libro che Kira crescendo e prendendosi responsabilità del tutto nuove, sta scrivendo in questi anni.
Ci sono pagine chiare, luminose, abbaglianti che tuttavia non cancellano i momenti bui e i colori più cupi che esprimono le paure e le preoccupazioni.
Ma Kira ha dalla sua parte, due energie incredibili: è guidata da due stelle polari.
La sua fede religiosa ( kira è ortodossa) e la forza del dialogo ininterotto che lei stessa, ha con la propria anima.
Un confronto fertile con se stessa, con la persona che è e con il mondo dei propri pensieri, oltre che con i pensieri eterni, quelli validi in tutte le epoche, quelli che per comodità, noi indichiamo col termine "FILOSOFIA".
Perchè Kira non è soltanto una pittrice.
È prima di tutto una filosofa, una persona riflessiva che esprime le sue convinzioni profonde, le sue visioni, il modo di percepire la realtà, attraverso il linguaggio potente che è la Pittura.
Prossimamente dedicherò uno o più Post ai suoi quadri.
Per oggi, sono felice di aver partecipato a questa Mostra, di aver conosciuto questa promettente artista ucraina e aver iniziato a comprendere il suo linguaggio pittorico.
Piu di tutto, credo che il suo mondo interiore, la potenza del linguaggio che ha scelto, la profondità del suo modo di esprimere i sentimenti con immagini potenti e insieme, piene di armonia e grazia, ne fa un talento precocissimo, dal grande potenziale .
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Da: SGUARDI SULL'ARTE LIBRO QUINTO - di Gianpiero Menniti
L'INASPETTATO
Edgar Degas (1834 - 1917) dipinge "Ballerina che fa un saluto", 1878, conservato al Museo d’Orsay a Parigi.
Le forme scompaiono nel colore, riappaiono tra sfumature e contrasti.
Nel 1890 dipinge "Russet Landscape" (Paesaggio color ruggine) e nel 1892 compie sperimentazioni ulteriori con la tecnica del "monotype" che coniuga incisione, disegno e pittura.
Ulteriori poichè già nel 1876 aveva prodotto opere come "Dancer Onstage with a Bouquet" (Ballerina sul palco con un Bouquet, collezione privata).
Potremmo chiuderla qui aggiungendo che si tratti di una direzione di "ricerca" poco nota dell'artista francese.
Qualcosa che nasce nel medesimo contesto dei soggetti tradizionali della sua pittura.
Certo.
Ma perchè?
Ne realizzò circa centoventi di stampe con questa tecnica.
Eppure, negli anni '90 del XIX secolo scompaiono le classiche figurazioni per dare vita a immagini che annullano la forma sondando esperienze visive abissali.
Tuttavia, sullo sfondo delle altre due opere citate, queste rappresentazioni emergevano.
L'irrazionalismo non è una corrente viva nel solo Novecento: è già negli aforismi di Nietzsche, nelle immagini poetiche di Baudelaire e nelle strutture visive dell'Impressionismo.
Degas s'immerge in questa radicale percezione, l'anticipa nell'arte, la rivela facendo segno alla parola del suo tempo.
La realtà non possiede un fondamento e la concezione tragica pervade la lunga stagione che segue alla rivoluzione scientifica e illuminista dei due secoli precedenti.
Per dirla con le parole di Dostoevskij, tratte da "I fratelli Karamazov" (1880):
«Se Dio e l’immortalità dell’anima non esistono tutto è possibile».
Nel 1882, ne "La gaia scienza", Nietzsche afferma perentoriamente:
«Dove se n’è andato Dio? – gridò – ve lo voglio dire! Siamo stati noi ad ucciderlo: voi e io! Siamo noi tutti i suoi assassini! Ma come abbiamo fatto questo? [...] Dello strepito che fanno i becchini mentre seppelliscono Dio, non udiamo dunque nulla? Non fiutiamo ancora il lezzo della divina putrefazione? Anche gli dèi si decompongono! Dio è morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso! Come ci consoleremo noi, gli assassini di tutti gli assassini? Quanto di piú sacro e di piú possente il mondo possedeva fino ad oggi, si è dissanguato sotto i nostri coltelli; chi detergerà da noi questo sangue? Con quale acqua potremmo noi lavarci? Quali riti espiatòri, quali giochi sacri dovremo noi inventare? Non è troppo grande, per noi, la grandezza di questa azione?».
In entrambi i casi, la fine della "cristianità" - non significa la fine del "cristianesimo" - s'annida nell'espressione figurativa che abbandona ogni certezza e muta in invocazione metafisica: semplicemente, la vocazione alla verità s'infrange con il baratro delle inattingibili origini.
Il '900 comincia da lì, anche da un inaspettato Degas.
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fridagentileschi · 6 months
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Conosci la folle storia della famiglia Bodnariu? Tutti i figli di Ruth e Marius Bodnariu sono stati separati dai genitori, dagli amici e dalla scuola e mandati in 3 case diverse dallo stato norvegese, perché? Marius e Ruth hanno cresciuto i loro figli in un ambiente amorevole, attivo e attraente. Hanno coinvolto i loro figli in una vasta gamma di attività tra cui la pesca, la cura degli animali, la falegnameria, il disegno, la pittura e la musica.
I Bodnarius erano una famiglia molto unita. I genitori di Ruth vivevano in una casa vicina e rappresentavano una parte importante nella vita dei bambini. Tutti quelli intervistati dai funzionari dell’assistenza all’infanzia e dalla polizia, compresi colleghi, vicini e familiari allargati, non hanno avuto altro che elogi per la famiglia. Delle 122 visite mediche a cui i bambini sono stati sottoposti dalla nascita fino alla presa in custodia, non c'è stata una sola conclusione che i bambini fossero altro che profondamente amati e curati.
Le accuse che hanno causato il dramma sono state mosse dal direttore della scuola dove frequentavano i loro figli, affermando che i Bodnariu erano “molto cristiani e la loro fede in Dio crea una disabilità tra i bambini”. Inoltre, sosteneva che i genitori avessero bisogno di “guida” per educare i propri figli.
Gli agenti governativi per la protezione dei giovani hanno portato via i ragazzi più grandi e poi le figlie più giovani. Il giorno successivo, il bambino di 3 mesi è stato portato via. I servizi di protezione hanno detto ai genitori che i loro figli erano affidati alla custodia di due famiglie adottive separate e si stavano “integrando bene”.
La storia di Bodnariu ha causato una diffusa indignazione a livello internazionale. I suoi vicini hanno lanciato una petizione di sostegno che ha raccolto più di 30.000 firme. A causa della pressione internazionale e dell'azione dei suoi avvocati, il governo norvegese ha permesso ai bambini di tornare a casa dai genitori, dopo essere stati separati per più di 7 mesi. Il sostegno internazionale alla famiglia è stato così forte che i governi di Slovacchia, Romania e Repubblica Ceca sono intervenuti nel caso a nome della famiglia.
Pensi che sarebbe stato lo stesso se al posto dei cristiani ci fossero stati i musulmani, la comunità che cresce di più in Norvegia, dove proliferano i ghetti e l'estremismo o il progressismo è forte solo contro i cristiani autoctoni? Credi che in Italia non accada questo ogni giorno? Comunismo e islam sono una miscela criminale ovunque...ma senza finanziamenti implodono...
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libriaco · 3 months
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Abbasso l'Arte
Disprezzava con atteggiamento regale le arti, e soprattutto gli artisti, per far credere che ne avesse una piena conoscenza; per lui la pittura non andava oltre il bozzetto, il disegno oltre lo schizzo preparatorio, la scultura oltre il calco, la musica oltre il fischio delle locomotive, la letteratura oltre i bollettini della Borsa.
J. Verne, [Paris au XXe siècle, 1861, pubblicato nel 1994], Parigi nel ventesimo secolo, Milano, Feltrinelli ebook, 2023 [Trad. B. Amato]
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dbergantin · 6 months
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© Devis Bergantin, Tocco del taumaturgo, 2024, pittura digitale su disegno digitalizzato, databending e fotoritocco, 1605 x 1137 pixel
© Devis Bergantin, Thaumaturge's touch, 2024, digital painting on digitized drawing, databending and photo editing, 1605 x 1137 pixels
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fashionbooksmilano · 1 year
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Nadia Nava Arte/Moda
SilvanaEditoriale, Cinisello Balsamo 2021, 176 pagine, 240 illustrazioni,  24 x 28 cm, cartonato, ISBN  9788836647620
euro 30,00
email if you want to buy [email protected]
Arte e moda rappresentano due mondi strettamente legati nella ricerca di Nadia Nava, artista milanese che mescola senza soluzione di continuità un’innata sensibilità per la materia a un’approfondita conoscenza dei procedimenti tecnici. Da un lato la realizzazione di opere che spaziano dalla pittura all’assemblaggio, dal ready-made all’installazione, dal disegno alla stampa tradizionale, dall’altro lo studio e la creazione di textures applicate ai tessuti, in una fortunata produzione che l’ha portata a collaborare con i più importanti stilisti internazionali, tra cui Christian Dior, Prada, Louis Vuitton, Jil Sander.
04/04/23
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michelangelob · 4 months
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Dieci domande all'artista Fabio Cuffari: Pittura e Disegno Contemporaneo dall'Inquietudine al Sacro
Oggi torno a parlarvi di artisti contemporanei capaci di risvegliare i sensi più sopiti e di emozionare con le loro opere. Durante i giorni scorsi, navigando in rete, mi son trovato dinanzi agli occhi il disegno di una Pietà molto diverso dalle altre che abbia avuto modo di vedere fino al momento. Una Pietà angosciosa che riesce a penetrare fin sotto pelle per non andarsene più. Ho cercato…
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littlepaperengineer · 7 months
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Oggi riflettevo sul mio bambino interiore. Pensavo che l'ho messo da parte, e se stavo maluccio giorno fa è proprio per questo. Lui ha bisogno di attenzioni.
Il bambino interiore è venuto a consolarmi, ecco cos'è successo, e lo ha fatto facendomi scoprire di essere un bravo fotografo e che me la cavo con la pittura ed il disegno. Ma ti rendi conto che bambino interiore forte ho dentro? Lui che aiuta me, wow.
Io non so bene se lo sto aiutando, neanche una parola di conforto. Giorni fa ho pensato che li nello spazio sociale non mi vogliono per esporre e fare i miei progetti fotografici. Sconfitta per lui. Rassegnazione, tristezza. Però poi la psicologa mi ha scritto, dicendomi che qualcuno ha notato il mio disegno da lei, che si è emozionato. Ecco che i semini che lascio in giro danno i loro frutti, sono quelli del mio bambino interiore.
Oggi sono stato nello spazio sociale oltre il tempo dell'atelier, ho cenato e chiacchierato a lungo. Vedi che opportunità mi offre l'abilità del mio bambino interiore? Cosa sarei senza di lui?
Devo impegnarmi di più... Almeno per tenermi il lavoro... E poi... Boh? Che direzione sto prendendo?
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luluemarlene · 7 months
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Com’è andata la serata in teatro? 😊. Non so se scrivere ti aiuti o meno, spesso è un processo catartico, di rinascita, si da forma ai turbamenti interiori, ce ne si libera. Si da una forma a questo magma di emozioni, le espelli. Non so se vale per tutti, se è sempre così. Di solito le forme espressive liberano. La scrittura, il disegno, la pittura, …il ballo, dissipano energia, positiva o negativa che sia e ti liberano, hanno un potere catartico, di purificazione, di pacificazione. Forse la croce dorata resta lì, forse la celebriamo, ma credo che l’energia interiore che crea, e che ad un tratto inesorabilmente ribolle, viene neutralizzata ed espulsa. Diviene qualcosa di creativo, le dai forma e la comprendi probabilmente momentaneamente la neutralizzi.
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Da sempre uso l'arte per questo scopo
Dipingo, disegno e scrivo racconti dalle scuole medie, sempre legati alla sfera privata e credo che una parte di me lo abbia sempre fatto come buon auspicio
Cioè ho sempre scritto di quello che desideravo, che avrei voluto accadesse e lo faccio ancora
Poi, con l'arrivo di Oreste, ho iniziato a scrivere pensando ai suoi di desideri e si è intrecciato tutto, per poi scoprire che sono i desideri di tanti 😅
Ps
Serata piacevole, sempre bello vivere la città e San Salvario è un bel quartiere... Ho fatto apertivo indiano al Beena
Consiglio 😉
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chouncazzodicasino · 8 months
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Ciao cosa ne pensi delle carte da parati "finto invecchiate"?? A me piacciono per una sola parete ma non vorrei che dal vivo sembrassero una cosa brutta. E poi sai se c'è qualcuno che fa "affreschi rovinati"?? Come se fossero effettivamente del muro in cui sono dipinti?
Per le carte da parati, come per i colori e, a mio avviso, tutto ciò che riguarda quello che hai dentro casa, vige la regola che Deve piacere a te. Non deve piacere agli altri. Non devono sceglierlo gli altri. Io, come altre figure professionali e non, posso aiutarti a pensare a delle ipotesi che non avevi considerato, farti conoscere prodotti che non sapevi esistessero come migliaia di carte da parati sconosciute, aiutarti dal punto di vista tecnico, suggerirti degli accostamenti che a livello ottico valorizzano punti della casa che ti piacciono/luce/ambiente o mascherano cose che vuoi mascherare. Magari posso cercare la soluzione più esteticamente vicina quello che vuoi tu ma anche meno "stancante" nel corso del tempo. Ma, come immaginerai, è impossibile prescindere dalla tua persona. In quella casa ci abiti tu, non io. Sei tu che ci torni ogni sera dopo lavoro o ci lavori, ti ci rilassi, ci dormi. Ti sto dicendo le stesse cose che dico ogni giorno ai miei clienti, non ti sto imbastendo niente di ché.
Tutto questo per dire cosa?
A me non fa impazzire l'effetto consumato, non mi fa impazzire sulla carta da parati, come sui tessuti, come sui vestiti. Esistono carte da parati effetto invecchiato, certo. Effetto muro di cemento scorticato, effetto tessuto sdrucito, effetto pittura cadente e via dicendo. Se invece per effetto invecchiato invece intendi un disegno tipo trompe l'oeil alcune mi piacciono. Certo va contestualizzato (come tutte le carte da parati) ma alcune le trovo bellissime. Di sicuro questo effetto, anche se non conosco la tua casa, è difficile che possa arrivare a consigliarlo per più di una parete.
Per quanto riguarda chi FA affreschi rovinati eeeeh sì che esistono. Sono i decoratori, i professionisti, quelli che fanno i finti marmi (perché lo sai sì che il 99,9% dei marmi che vedi nelle chiese a parete sono finti e sono pitturati da decoratori) e i finti legni, trompe l'oeil, animali, effetto crackle, ecc ecc forse il decoratore è l'unico che può realizzare un muro come dici tu perché può farlo esattamente come lo vuoi tu e sarebbe il tuo pezzo unico. Un'opera d'arte.
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shadowofablackwolf · 2 years
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Ho un debole per le ragazze che esprimono sé stesse tramite la musica, il disegno, la pittura e l’arte in generale, la scrittura, la fotografia, la cucina, il teatro e i lavoretti fatti a mano con cura.
Mi piacerebbe entrare in sintonia e condividere le rispettive passioni, perché è meraviglioso quando qualcuno s’interessa, ascolta e ti rende partecipe con il sorriso e gli occhi che brillano di gioia. Non è facile che ciò accada, ma spero di conoscere e amare una persona che voglia questo.
Il romanticismo e la dolcezza, inoltre, sono come la cosiddetta “ciliegina sulla torta” che dà quel tocco in più.
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SENSI DELLARTE - di Gianpiero Menniti 
L'INASPETTATO
Edgar Degas (1834 - 1917) dipinge "Ballerina che fa un saluto", 1878, conservato al Museo d’Orsay a Parigi. Le forme scompaiono nel colore, riappaiono tra sfumature e contrasti. Nel 1890 dipinge "Russet Landscape" (Paesaggio color ruggine) e nel 1892 compie sperimentazioni ulteriori con la tecnica del "monotype" che coniuga incisione, disegno e pittura. Ulteriori poichè già nel 1876 aveva prodotto opere come "Dancer Onstage with a Bouquet" (Ballerina sul palco con un Bouquet, collezione privata). Potremmo chiuderla qui aggiungendo che si tratti di una direzione di "ricerca" poco nota dell'artista francese.  Qualcosa che nasce nel medesimo contesto dei soggetti tradizionali della sua pittura. Certo. Ma perchè? Ne realizzò circa centoventi di stampe con questa tecnica. Eppure, negli anni '90 del XIX secolo scompaiono le classiche figurazioni per dare vita a immagini che annullano la forma sondando esperienze visive abissali. Tuttavia, sullo sfondo delle altre due opere citate, queste rappresentazioni emergevano. L'irrazionalismo non è una corrente viva nel solo Novecento: è già negli aforismi di Nietzsche, nelle immagini poetiche di Baudelaire e nelle strutture visive dell'Impressionismo. Degas s'immerge in questa radicale percezione, l'anticipa nell'arte, la rivela facendo segno alla parola del suo tempo. La realtà non possiede un fondamento e la concezione tragica pervade la lunga stagione che segue alla rivoluzione scientifica e illuminista dei due secoli precedenti. Per dirla con le parole di Dostoevskij, tratte da "I fratelli Karamazov" (1880): 
«Se Dio e l’immortalità dell’anima non esistono tutto è possibile».
Nel 1882, ne "La gaia scienza", Nietzsche afferma perentoriamente:
«Dove se n’è andato Dio? – gridò – ve lo voglio dire! Siamo stati noi ad ucciderlo: voi e io! Siamo noi tutti i suoi assassini! Ma come abbiamo fatto questo? [...] Dello strepito che fanno i becchini mentre seppelliscono Dio, non udiamo dunque nulla? Non fiutiamo ancora il lezzo della divina putrefazione? Anche gli dèi si decompongono! Dio è morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso! Come ci consoleremo noi, gli assassini di tutti gli assassini? Quanto di piú sacro e di piú possente il mondo possedeva fino ad oggi, si è dissanguato sotto i nostri coltelli; chi detergerà da noi questo sangue? Con quale acqua potremmo noi lavarci? Quali riti espiatòri, quali giochi sacri dovremo noi inventare? Non è troppo grande, per noi, la grandezza di questa azione?».
In entrambi i casi, la fine della "cristianità" - non significa la fine del "cristianesimo" - s'annida nell'espressione figurativa che abbandona ogni certezza e muta in invocazione metafisica: semplicemente, la vocazione alla verità s'infrange con il baratro delle inattingibili origini. Il '900 comincia da lì, anche da un inaspettato Degas.
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scogito · 2 years
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«L’atto del creare è un atto contrapposto alla realtà, perché, se la realtà ti bastasse, non andresti a creare il cinema, la danza, il disegno, la pittura. Tutto ciò che noi facciamo è perché, evidentemente, non ci basta quello che abbiamo, altrimenti vivremmo al rango degli animali che si fanno bastare quello che hanno e, quindi, non subiscono un’evoluzione, perché quello che hanno a loro basta. Vivono così, e forse hanno pure ragione loro. Ma noi siamo diversi. Abbiamo questa potenzialità della creazione che, nel mio caso, nel mio personale caso, ha salvato la vita, tante volte. Ecco perché nel disco c’è una frase lapidaria che dice: “Art is better than life”. Perché deve essere per forza così, altrimenti non la creeresti, altrimenti non esisterebbe. Tu cerchi qualcosa di meglio di quello che hai intorno.»
(Caparezza)
--- Condivido e aggiungo che arte è la creazione del nuovo. A prescindere da quale forma esso prenda. Fu in un colloquio di lavoro che lo appresi. C'era una tizia che si vantava d'essere creativa, non faceva che rimbalzare in ogni argomento con lo stesso concetto, senza però dire niente che non fosse mirato su di sé. E capì che di "artistico" lì c'era davvero poco. Se invece osservi chiunque stia risolvendo un problema sta creando una soluzione, attingendo a nuove risorse o edificando di suo pugno ciò che manca. Conosco casalinghe che mandano avanti una famiglia senza un pennello in mano, ma apparecchiano ogni sera la tavola e Dio solo sa quanta creatività hanno avuto nelle 10 ore precedenti per gestire tutto e arrivare lì col sorriso.
L' Arte è Creazione, non vanità. La forma che prende dipende da Chi sei tu.
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seoul-italybts · 11 months
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[✎ ITA] The Atlantic : JungKook dei BTS Sta Inseguendo il Suo Sogno d'Essere una Pop-Star | 03.11.2023
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JUNGKOOK DEI BTS STA INSEGUENDO IL SUO SOGNO D'ESSERE UNA POP-STAR
“Crescendo, ho dovuto scendere a patti con la realtà”
di LENIKA CRUZ |  Twitter 
Quando attacco la mia video-chiamata con Jungkook, lui ha lo sguardo di chi è stato strappato troppo presto ad una bella dormita. Oltre la telecamera, il membro più giovane del gruppo pop sud-coreano dei BTS indossa una felpa nera, il cappuccio calato in testa a suggerire che non gli dispiacerebbe un bel pisolino—cosa un po' sorprendente, se consideriamo la sua reputazione tra le/i fan come infaticabile “coniglietto iperattivo”. Mancano meno di due settimane al rilascio del suo primo album solista, Golden, e le sue giornate sono piene di esercitazioni, prove di ballo, riprese ed interviste con la stampa estera. La grande richiesta e le promozioni estenuanti non sono nulla di nuovo, per lui—È più di un decennio che fa parte dei BTS, d'altronde, facendo incetta di album best-seller, No.1 sulla Billboard Hot 100, concerti negli stadi da tutto esaurito e record mondiali. Ma questa è la prima volta che Jungkook rilascia un album completo tutto da solo, ed è pure totalmente in lingua inglese.
Inizialmente, Jungkook non era del tutto sicuro riguardo questa scelta. “Mi son chiesto, Andrà davvero bene che un coreano non rilasci neppure una singola canzone nella sua lingua?”, mi ha confidato l'artista 26enne - con il supporto di un'interprete – dall'ufficio della sua etichetta musicale a Seoul. La fama conquistata dai BTS è merito di una discografia eseguita quasi totalmente nella loro lingua madre, ad eccezione di alcuni successi inglese, quali “Dynamite” e “Butter”. Ma d'altronde, lo scopo di questo suo progetto individuale era mettersi alla prova — e cantare esclusivamente in inglese gli è sembrato il modo migliore per approcciarsi a questa sfida. Ciononostante, Jungkook spera di arrivare al pubblico ad un livello più profondo che quello determinato dalla sola lingua usata. “Quando pensiamo alle star del pop, ci vengono in mente tuttə questə artistə fighissimə che seguiamo come modelli fin dalla nostra infanzia”, ha detto. “Ovviamente, ora il panorama è molto cambiato. Ma io ho ancora sempre quell'immagine delle pop star, la stessa che mi porto dietro da quando ero piccolo. E voglio diventare altrettanto figo, un artista con quel tipo d'aura.”
La sua concezione di pop star è quasi disarmante nella sua semplicità: una persona figa con un'aura incredibile. Ma questa è un'immagine cui Jungkook mira già da tanto tempo. Quando era adolescente, ha deciso di unirsi ai BTS perché estremamente impressionato dall'inglese e dalle abilità di rapper di RM, il leader del gruppo. Allora, era solito caricare cover delle sue pop star preferite su Soundcloud e non mancava di entusiasmarsi per artistə quali Justin Bieber, Usher e Ariana Grande. La prima volta che sono andata a vederlo in concerto, lui ha solcato lo stadio, volando - assicurato ad un gancio - sospeso sopra le teste di decine di migliaia di fan, la voce talmente stabile – nonostante tutto – quasi fosse semplicemente rilassato su una sdraio. Ma alla base di questo desiderio di grandezza, c'è una altrettanto antica ossessione per l'eccellenza. Il titolo dell'album, Golden, evoca immediatamente uno dei suoi soprannomi più noti: il 'golden maknae (*maknae d'oro)'. Coniato da RM, unisce il suo status di membro più giovane (“maknae”, in coreano) alle sue doti, apparentemente innate, che lo rendono straordinariamente capace in tutto ciò che fa. Jungkook, infatti, non è solo forte nel ballo ed incredibile nel canto, ma è bravissimo anche nel disegno, nella pittura, nella composizione musicale, nel tiro con l'arco, nel wrestling, nella corsa, nel nuoto ecc.—per dire, una delle compilation YouTube relative alle sue tante doti ha raccolto oltre 18 milioni visualizzazioni. Nella sua carriera di performer, Jungkook è noto per essere un perfezionista, estremamente esigente sul lavoro. Dunque le aspettative per Golden sono alle stelle, ma al suo rilascio sono preceduti due singoli, la canzone in stile U.K. garage, “Seven (feat. Latto)”, che ha stabilito il record come traccia più veloce nel raggiungere il milione di stream su Spotify, e “3D (feat. Jack Harlow)”, che è un po' un omaggio alle sonorità dei primi anni 2000. Però, evidentemente non ero pronta per la magnifica title track, “Standing Next to You”, che mi fa pensare ai Parliament-Funkadelic e a Michael Jackson. Di fatto, è piuttosto diversa da qualsiasi altra canzone mai scritta da Jungkook, con i BTS.
Jungkook racconta che ha talmente adorato la demo di “Standing Next to You” che l'ha registrata tutta subito il giorno successivo al primo ascolto. Per poter meglio sperimentare con le varie sfumature di pop, e farlo cantando in inglese, ha ingaggiato autori, compositori e produttori professionisti. Golden vede infatti la partecipazione dei produttori Andrew Watt e Cirkut, che hanno lavorato a “Standing Next to You”, nonché l'apporto di nomi quali Major Lazer, Ed Sheeran e David Stewart. Le 11 canzoni dell'album sembrano un'ampia carrellata di ciò che potremmo sentire sulle radio americane—del trendy R&B, brani acustici, tormentoni synth-pop e ritornelli da canticchiare insieme—ma in pura chiave Jungkook-iana, con la sua voce liscia, avvolgente e versatile.
Mi ha raccontato che ha sempre pensato fosse importante per un artista scrivere e comporre la propria musica (come hanno scelto di fare alcuni membri dei BTS per i loro album solisti). In precedenza, Jungkook ha già scritto e prodotto canzoni per i BTS, brani che includono ballate più tranquille ma anche veri e propri inni electropop; e, da ciò che sappiamo, almeno due tracce tra quelle scritte per questo progetto, alla fine sono diventate brani di gruppo. “Crescendo, ho dovuto scendere a patti con la realtà ed accettare che ci sono cose in cui non sono bravo o che, comunque, non è obbligatorio io sappia fare”, mi ha confidato. “Ora come ora, non ho niente in particolare di cui scrivere. Quindi mi son chiesto, vale davvero la pena usare il mio tempo per scrivere una canzone di mio pugno dall'inizio alla fine?”. Nel caso di Golden, non ne ha sentito l'urgenza, e forse non era neppure il momento più adatto. (La reunion dei BTS è prevista per il 2025, dopo che tutti e 7 i membri avranno concluso il servizio militare obbligatorio; Jungkook non l'ha ancora iniziato.) Quindi, piuttosto che scrivere testi e comporre melodie, Jungkook ha scelto di sperimentare nuove tecniche canore e perfezionare le sue doti di performer dal vivo.
I brani contenuti in “Golden” presentano riferimenti a tematiche più adulte—ovvero, uso di sostanze [*alcol ecc.] e sesso—molto più espliciti dei suoi lavori precedenti, cosa in parte dovuta al tradizionalismo culturale del suo paese e dell'industria idol. Jungkook non ha fatto segreto di questo cambiamento (e non si è lasciato neppure scalfire dalle reazioni più costernate), però dice che non sta cercando di cancellare il suo passato. “Il Jungkook di allora è quello che è, ma il me stesso di adesso è questo. Colui che ha il potere decisionale sulla mia vita sono solo io, il Jungkook presente, il me stesso di adesso.” ha detto “Ma non penso cose del tipo, Oh, dovrei proprio distanziarmi dalla mia immagine tenera di membro più giovane... I testi sono solo testi e le immagini usate, puramente immagini/metafore.” E ha aggiunto che ha scelto di cantare brani d'amore perché sono universali, ma che non sono da interpretarsi come autobiografici.
Nel corso della nostra conversazione, Jungkook ha mostrato cenni di ciò che le/i fan che lo seguono da anni chiamerebbero come il suo tipico comportamento da maknae: come bere la sua acqua, dopo aver sollevato il tappo e la bottiglia con entrambe le mani – una tatuata e l'altra infossata sotto la manica della sua felpa; fare ciao ciao per 15 buoni secondi con un sorriso gigante in viso, di nuovo con entrambe le mani. Ma il modo in cui parla—il modo in cui si destreggia anche con le domande più complesse, correggendosi o aggiungendo accoratamente pensieri nel corso della risposta—e la sua compostezza sono chiari segni di consapevolezza creativa e di una sudata e meritata maturità.
Sono elementi che possiamo notare anche nel suo album: nella sua enunciazione così limpida, nel modo in cui scivola da un leggiadro falsetto in un registro più basso in “Closer to You” o nei giochi di tonalità e volume che troviamo in “Hate You”. Insomma, il tipo di maturazione che mostrano coloro che non hanno mai smesso di correre.
⠸ Ita : © Seoul_ItalyBTS⠸
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dbergantin · 6 months
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© Devis Bergantin, Senza titolo, 2024, pittura digitale su disegno digitalizzato, databending e fotoritocco, 1973 x 1357 pixel
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