Tumgik
#e buona finale
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Comunque il video di auguri di compleanno che ha postato la tipa di Blanco non l’ho ancora superato
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multiverseofseries · 11 days
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Beetlejuice Beetlejuice: il ritorno del cult di Tim Burton è un sentito omaggio
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Il classico di Tim Burton degli anni '80 torna con parte del cast originale, da Michael Keaton a Winona Ryder, oltre alla new entry Jenna Ortega. Presentato al Festival di Venezia 2024.
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La musica incalzante di Danny Elfman, la camera che scivola sulla cittadina di Winter River. È con un brivido che si accoglie l'apertura di Beetlejuice Beetlejuice, da fan di vecchia data del cult di Tim Burton e da amanti della filmografia del regista. Perché si capisce subito che è proprio ai fan di vecchia data che parlerà in prima battuta il film, questo ritorno che si affida a buona parte del cast originale, da Michael Keaton a Winona Ryder, con delle new entry d'eccezione come Willem Dafoe, Jenna Ortega e, ovviamente, Monica Bellucci.
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Winona Ryder torna nel sequel
Una trama (troppo?) elaborata per Beetlejuice Beetlejuice
Partiamo dallo spunto e l'intreccio, che ci hanno lasciato sensazioni contrastanti: ci è piaciuto lo spunto iniziale di tornare ai personaggi iconici di Beetlejuice a distanza di tanti anni, per ritrovare i Deetz e vedere come sono diventate le loro vite, dalla madre Delia che ancora insegue le sue pulsioni artistiche alla figlia Lydia la cui esistenza è ancora avvolta in quell'alone oscuro che avevamo amato negli anni '80, convogliato nella sua attività professionale. A loro si aggiunge una terza generazione di Deetz, rappresentata dalla figlia di Lydia, Astrid, tutte raccolta nuovamente a Winter River.
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Una sequenza di Beetlejuice Beetleuice
Lì la ragazza scopre il plastico dei Maitland ed entra in contatto con il mondo del soprannaturale in modi inaspettati, aprendo le porte al ritorno di Beetlejuice che è intanto alle prese con l'unico essere che riesce a spaventarlo: la sua ex moglie Delores. Più linee narrative che a tratti non trovano lo spazio e l'equilibrio necessario, come se la voglia di aggiungere idee e spunti avesse preso il sopravvento sulla compattezza narrativa. Un difetto che emerge soprattutto nel secondo atto, per poi sfociare con energia in un gran finale che rende giustizia alla potenza iconica dell'originale.
Un sequel tra evoluzione e omaggio
Abbiamo subito accennato a quello che ci è sembrato l'unico difetto di un film che nel complesso funziona: lo fa in quanto commedia macabra, con il gusto dark di Tim Burton che riemerge come in passato; lo fa in quanto omaggio in grado di parlare ai fan dell'originale, con richiami continui e sensati che i conoscitori sapranno identificare e amare; lo fa, ancora, come evoluzione di quei personaggi a cui ci sentiamo legati e che ritroviamo con emozione. In Beetlejuice Beetlejuice si nota, più che in altre produzioni recenti del regista, la voglia di costruire sequenze di grande impatto e nel divertimento che proviamo scorgiamo quello dello stesso Burton.
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Jenna Ortega è una delle new entry del film di Tim Burton
Parallelamente și percepisce la riflessione di un autore più maturo alle prese con personaggi che hanno abituato il suo passato e che esplora con curiosità a distanza di anni. Una riflessione che riguarda loro, ma in parallelo anche se stesso, un modo per ripensare alla sua vita e la sua carriera dal punto di vista privilegiato dell'autore più maturo.
La forza iconografica di Beetlejuice
È indubbio che il primo film abbia una forza iconografica incredibile, che abbia proposto al pubblico una sequenza da storia del cinema (la celebre, impagabile, cena/ballo) e il timore era che il sequel di Beetlejuice non riuscisse a rivaleggiare col suo predecessore su questo fronte. Seppur ovvio che qualcosa di quella potenza sia inarrivabile, non mancano i grandi momenti in questo nuovo film: una sequenza vede protagonista Monica Bellucci, un regalo di Burton all'attuale compagna, un altro è il gran finale, una cerimonia a ritmo di musica.
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Beetlejuice Beetlejuice: un'apparizione di Danny DeVito
Insomma un'operazione riuscita, un film compiuto al di là di qualche problema di gestione delle diverse linee narrative, ma soprattutto un film che i fan di Tim Burton e del primo Beetlejuice - Spiritello porcello apprezzeranno. Da estimatori non possiamo che esserne felici!
Conclusioni
In conclusione Beetlejuice Beetlejuice è un sentito omaggio di Tim Burton al suo film degli anni ’80 e a quel pubblico che l’ha seguito sin dagli esordi. Il cast originale conferma il lavoro fatto sui personaggi e ne evolve la portata, le new entry completano il quadro in termini di evoluzione della storia. Qualche incertezza di scrittura, soprattutto nella parte centrale della storia, non rovina un film che diverte ed evoca quelle sensazioni che dal sequel di Beetlejuice ci saremmo aspettati.
👍🏻
L’estetica di Tim Burton, che ritroviamo con piacere.
Quel gusto per la commedia dark, tipica dell’autore.
Michael Keaton, Winona Ryder e il cast originale.
Un paio di sequenze potenzialmente cult.
👎🏻
Alcune storyline meno sfruttate.
Qualche problema di equilibrio tra vecchi e nuovi personaggi.
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tiaspettoaltrove · 5 months
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L’amore vero è un lusso raro.
I social network hanno rappresentato la rovina di molte donne. Sono stati la miccia, il guizzo finale che ha potuto permettere loro di sfoderare i peggiori istinti, le più gravi carenze. Quel costante bisogno di approvazione che permea la loro personalità, viene così incanalato in una sorta di spirale distruttiva basata sull’apparenza, sull’ostentazione, sul nudo o ancor peggio sulla volgarità. Vedo corpi in vetrina, vedo provocazione, vedo quel sottile filo che un tempo era la trasgressione, ed oggi è divenuta la normalità. A differenza di quanto, superficialmente, alcuni anonimi possano credere, io non sono qui per condannare. Vengo in pace, di fondo, giacché oramai ho già superato tutto. Nel senso che osservo il mondo da troppo tempo, ho già tratto le mie conclusioni, ed ho accettato tutto quel che mi si è palesato davanti. Ciò che chiedo è solo la verità, sempre, in ogni frangente. Ma la verità è molto spesso assai difficile da digerire, da mostrare, da predicare. Rifugiarsi in una bugia è estremamente più semplice, meno responsabile, più comodo. Vedete, a me di quello che fanno o non fanno le donne poco importa. Penso però a quanto sia bello avere la coscienza pulita, e a quanto troppe donne e uomini non l’abbiano. Bisogna parlare schiettamente ed onestamente: se sei fidanzata, non puoi fare storie su Instagram, quasi completamente nuda, e magari anche in pose ammiccanti. Semplicemente non puoi. Non puoi. Punto. Fidanzarsi (o addirittura sposarsi) è un impegno, un impegno serissimo, una responsabilità. Se vuoi essere libera di mostrarti in qualunque modo tu voglia, fallo. Ma non legarti esclusivamente a una singola persona. Fai come quelle che preferiscono avere amici “di letto”, semmai. Puoi fare quello che vuoi. Ma dal momento in cui ti prendi un impegno, sei tenuta a rispettarlo. Sarebbe troppo facile dire che quasi tutte le donne sono facili. Sarebbe una conclusione semplicistica che taglierebbe fuori delle variabili. Non posso affermare con certezza che sia sbagliata, ma sarebbe al contempo fuorviante. Quel che con questo testo voglio evidenziare, in realtà, è meramente il ruolo di certe reti sociali nell’esibizionismo di massa. Posso dire che è un peccato? Lo è. Certamente, quando non c’era Internet, v’erano altri modi per ottenere un consenso. Magari anche più subdoli, per carità. Ma oggi è tutto sbattuto in faccia, tutto mostrato davanti agli occhi. E a volte fa male constatare la realtà in modo così immediato, senza giri di parole, con la potenza delle immagini. Non penso a me, penso a tanti ragazzi in buona fede (logicamente non tutti lo sono, anzi) che si ritrovano accanto persone ambigue. E lo stesso vale a parti inverse. Internet rappresenta quell’inferno in cui da una parte ci nascondiamo, e dall’altra mostriamo ciò che dovremmo tenere per noi. O comunque per la persona che abbiamo accanto. Il risultato, care mie, è sempre lo stesso: tante coppie inutili, finte, sorrette dalla menzogna. Che spreco. L’amore vero è un lusso raro.
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nochkoroleva · 10 months
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Quei bravi ragazzi.
Ragazzi d'oro e d'argento,
di buona famiglia o no,
che non farebbero mai del male.
Un pò gelosi, ma le mani mai!
È solo un'altra tragedia, narrata come un romanzo. E che come ogni romanzo che ha a che fare con noi, sa risparmiarci la sorpresa finale. Ma non sa risparmiare un'altra di noi.
Ella Marciello
Non è normale che sia ormai normale pensare che il finale di questa storia fosse già scritto ancor prima di saperlo.
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libero-de-mente · 3 months
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𝗜𝗟 𝗦𝗔𝗕𝗔𝗧𝗢 𝗗𝗘𝗟 𝗠𝗔𝗧𝗨𝗥𝗔𝗡𝗗𝗢
𝗣𝗿𝗼𝗹𝗼𝗴𝗼
- Papà domani mattina mi accompagneresti in auto a scuola?
- Certo Gabriele, se vuoi. Perché questo cambio di programma?
- Eh, metti che la TEB - (metropolitana leggera a cielo aperto della nostra città) - sia in ritardo o abbia un guasto. Non voglio rischiare il giorno del mio esame finale.
- Giusta osservazione, cercare sempre la via sicura. Ti accompagnerò io.
𝟮𝟵 𝗴𝗶𝘂𝗴𝗻𝗼
La notte è stata insonne per lui, l'ho sentito alzarsi più di una volta.
Quelle notti dove sai che il giorno dopo ti giocherai un altro passo importante nel proseguimento della scuola. La chiusura della settimana degli esami per la maturità.
Un lustro di fatiche, incomprensioni, colpi di genio, inaspettati metodi di studio, che l'esperienza scolastica gli ha fatto trovare. I voti alti, le cadute, i pugni dati sulla scrivania, la voglia di recuperare con rabbia e di esserci riuscito alla grande. I sorrisi, quelli di quando mi annunciava di un voto alto che, forse, neanche lui si aspettava.
Credo che lui non lo sapesse, ma stava guardando gli occhi di un padre che credeva in lui e si aspettava tutto ciò.
Gli amici, le compagnie mai nate per quel maledetto virus che per molto tempo lo ha imprigionato a casa.
Era un 4 marzo, si aspettava la primavera per poter tornare ad assaporare le compagnie nel parco pubblico. Invece arrivò una terribile notizia, come se gli studenti fossero soldati e che dovessero andare in guerra. Chiusi nelle trincee (case) per colpa di un nemico invisibile. Così quell'acronimo DAD divenne di uso quotidiano.
La rinascita. Le amicizie che si consolidano, gli amori adolescenziali. Così puri, scanzonati e forse mai impegnativi.
Questa mattina il viaggio verso la scuola, a un certo punto, è diventata una processione. File di ragazzi vestiti eleganti, per un appuntamento che svolterà la loro vita. Tailleur, completi e tante camicie bianche.
A un semaforo, mentre si attendeva il verde, noto questa ragazza. Tratti sudamericani che richiamano le nobili dinastie delle civiltà precolombiane. Vestita di tutto punto, con un mazzo di fiori tenuto sotto braccio mentre con le mani teneva aperto un grande quaderno con gli appunti. Mentre camminava a testa alta stava ripetendo a voce alta la sua: "dichiarazione volontaria di prendere a tutti i costi quel diploma, con un voto alto".
Probabilmente non potendola accompagnare a scuola, qualcuno, le ha donato quel mazzo di fiori come un rituale di buona sorte.
Era bellissima, volevo dirle dal finestrino quando mi stava passando vicino: "andrà tutto bene, sarai magnifica".
Ma non sapevo come avrebbe reagito, se per sorridere allentando la tensione o arrabbiandosi perché le avrei fatto perdere la concentrazione. Così glielo detto col cuore.
Arrivati a scuola il saluto, l'abbraccio. Le parole che non gli ho detto per non caricarlo di ansia, ma che ho tutte qui nel mio cuore.
La promessa. Quella di mandarmi un messaggio su WhastApp appena avrà finito il suo esame.
Sto scrivendo questo post proprio mentre lui sta raccontando, spiegando, gesticolando e impegnandosi per chiudere un percorso scolastico che lo vedrà, da subito, in pista per l'Università.
A volte mi fermo a pensare quanto possa essere stato un pessimo padre. Poi penso al fatto che i miei figli sono tutto quello che avrei voluto essere io. Loro ci sono riusciti. Forse noi genitori, alla fine, non siamo stati poi così male.
p.s. stavo per postare questo mio pensiero. Quando su WhastApp appare questo messaggio: "finitoo🥹🥹🥹"
Ho fatto click di invio di questo post con gli occhi lucidi, non riuscendo più a leggere per le lacrime. Adesso scusatemi ma devo levarmi dagli occhi tutte quelle soddisfazioni che non ho mai avuto, ma che sono riuscito a far avere a chi conta più della mia stessa vita.
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bloodyfairy83 · 6 months
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Prequel davvero notevole, con palesi rimandi a Rosemary's Baby e Possession. Buona la regia, le musiche, le ambientazioni e le interpretazioni e fortunatamente l'uso dei jumpscares non è eccessivo.
Non ho apprezzato particolarmente il finale e la scelta di mostrare lo sciacallo. Nel complesso non mi ha delusa e ne consiglio senz'altro la visione
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goolden · 5 months
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cose belline di stasera:
- ho cucinato una cenetta molto buona
- ho visto la finale di LoL 4 con mamma
- adesso entro in doccia e mi lavo con shampoo, balsamo e sapone solido di Lush gentilmente regalatimi da una mia amica (Flora)
dopo la doccia devo decidere se giocare alla play, leggere o disegnare. vediamo se la doccia porterà consiglio
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arcobalengo · 1 year
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Un campionissimo di 36 anni, dopo aver vinto tutto, perde in finale contro un astro nascente di vent'anni dopo una gara combattuta e cosa accade? Tornano i Burioni di turno e i giornalai a fare gli sbruffoni con articoli patetici in cui cercano velatamente di sbeffeggiare Djokovic.
I giornalisti italiani poi, che hanno tifato apertamente contro il serbo, mostrano ancora una volta la loro pochezza.
Non c'è niente da fare, il non aver piegato la testa non glielo perdoneranno mai e ogni occasione è buona per mostrare il loro servilismo.
WI
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lunamarish · 11 months
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Tutto si compra: l’amore, l’arte, il pianeta Terra, voi, io. Scrivo questo libro per farmi licenziare. Se mi dimettessi, non beccherei l’indennità. Mi tocca segare il confortevole ramo su cui sto appollaiato…Preferisco essere sbattuto fuori da un’impresa che dalla vita. (…) Sono un pubblicitario: ebbene sì, inquino l’universo. Io sono quello che vi vende tutta quella merda. Quello che vi fa sognare cose che non avrete mai. Cielo sempre blu, ragazze sempre belle, una felicità perfetta, ritoccata in Photoshop. Immagini leccate, musiche nel vento. Quando, a forza di risparmi, voi riuscirete a pagarvi l’auto dei vostri sogni, quella che ho lanciato nella mia ultima campagna, io l’avrò già fatta passare di moda. Sarò già tre tendenze più avanti, riuscendo così a farvi sentire sempre insoddisfatti. Il Glamour è il paese dove non si arriva mai. Io vi drogo di novità, e il vantaggio della novità è che non resta mai nuova. C’è sempre una novità più nuova che fa invecchiare la precedente. Farvi sbavare è la mia missione. Nel mio mestiere nessuno desidera la vostra felicità, perché la gente felice non consuma. La vostra sofferenza dopa il commercio. Nel nostro gergo l’abbiamo battezzata “frustrazione post-acquisto”. Non potete stare senza un prodotto, ma non appena lo possedete, dovete averne un altro. L’edonismo non è un umanismo: è un cash-flow. Il suo motto? “Spendo dunque sono”. Ma per creare bisogni si devono stimolare la gelosia, il dolore, l’insoddisfazione: sono queste le mie munizioni. E il mio bersaglio siete voi. […] Siete di fronte a individui che disprezzano il pubblico, che vogliono mantenerlo in un atto d’acquisto stupido e condizionato. Nel loro animo si rivolgono alla “rincoglionita sotto i cinquant’anni”. Voi cercate di proporre qualcosa di divertente, che rispetti un po' la gente, che tenti di tirarla verso l’alto, perché è una questione di buona creanza quando s’interrompe un film in tv. E vi viene impedito. […] Idealmente, in democrazia, l’intento dovrebbe essere quello di utilizzare il formidabile potere della comunicazione per smuovere le menti anziché annientarle. Questo non succede mai perché le persone che dispongono di questo potere preferiscono non correre rischi. […] Vedrete che un giorno vi tatueranno un codice a barre sul polso. Sanno che il vostro unico potere risiede nella vostra carta di credito. Hanno bisogno di impedirvi di scegliere. Devono trasformare i vostri atti gratuiti in atti d’acquisto. […] Gli uomini politici non controllano più nulla; è l’economia che governa. Il marketing è una perversione della democrazia: è l’orchestra a dirigere il direttore. Sono i sondaggi che fanno la politica, i test che fanno la pubblicità, i panel che scelgono la programmazione musicale alla radio, le “sneak preview” che determinano il finale del film, l’auditel che fa la televisione. […] Creativo non è un mestiere in cui devi giustificare il tuo salario; è il salario a giustificare il tuo lavoro. Come per gli autori di programmi televisivi, la carriera è effimera. Ecco perché un creativo prende in pochi anni quello che una persona normale guadagna in una vita intera. […] La pubblicità si è messa a dettare legge su tutto. Un’attività che era partita quasi per scherzo domina ormai le nostre vite: finanzia la televisione, condiziona la stampa, regna sullo sport [...], modella la società, influenza la sessualità, sostiene la crescita economica.
Frédéric Beigbeder
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vintagebiker43 · 3 months
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Luca Bottura @bravimabasta su X
La Storia in breve: piazzale Loreto fu l’atto finale della rivolta contro un regime che aveva fatto morire oltre mezzo milione di italiani, consegnandone parte alle camere a gas. Poche settimane prima erano stati appesi allo stesso modo e nello stesso luogo 15 patrioti partigiani ammazzati dai nazifascisti; di qui lo spettacolo orribile del pelato e dei suoi accoliti attaccati al tetto del distributore di benzina. Fu una rappresaglia orribile, ma non è che fosse un fulmine a ciel sereno. Poi, certo, fare il test del palloncino a chi prende la parola in Parlamento sarebbe una buona idea. Vale anche per alcuni analfabeti istituzionali che sono nelle opposizioni e, non avendo misura politica ed espressiva, aiutano fattivamente la deriva orbaniana dell’esecutivo.
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abr · 1 year
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Della serie, tutto è relativo.
Quel che qui non viene detto è che noio abbiam chiesto molto, molto di più di tutti gli altri. Quindi siamo ancora più bravi se ne abbiam realizzato una quota superiore - anche se siamo i fessi che si sono caricati di più di tutti di PRESTITI ONEROSI - perché questo è.
Ma l'italico medio lo conosci: è bravo a menarla e fin che sta sullo zero a zero è convinto che sta vincendo. Poi, quando fatalmente prende il primo gol (arrivano le rate da rendere) allora diventano frenetici frustrati, si mangiano gol fatti (opere lasciate a metà) e iniziano a insultarsi tra loro - la finale Champions in a nutshell.
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abatelunare · 8 months
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youtube
Monologo finale di Blade Runner. Buona visione e buonanotte.
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sayitaliano · 6 days
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When is it appropriate to use bene vs buon? I'm still learning the basics, but it seems like bene is used when a verb is the thing that is good and buon is for nouns. Or I might be totally wrong!
Ciao!
You're right, "buono" is an adjective, so it always specifies a noun (buono, buona, buoni, buone -depends on the gender/number of the noun it comes with; buon = buono, it's used without the final O in front of nouns that start by vowel or by consonant+vowel or l/r. In common speech there are some exceptions, meaning we may use "buon" also in other occasions but dw about it and follow the grammar rule for now) while "bene" is an adverb (and also an interjection occasionally).
So, eg. "Questa pasta è molto buona!" = This pasta is very good! "Che buono!" = So good! (when you're tasting something, so the noun/subject is implied) "Buon Natale e buon anno! Buone Feste!" = Merry Christmas and Happy (New) Year! Merry/Enjoy your Festivities! "Che buon profumo!" = What a nice/good smell! And "Hai fatto bene!" = You did well/good! "Va bene" = (It's) Okay/Good/Alright "Bene, bene, bene..." = Well, well, well...
It's also true that we may use "buono" as an adverb as well: eg. "Stai buono!" = Be still/Stay (like to a dog, eg.). It's mostly an idiomatic/regional thing tho (I think), so don't mind it too much. Focus on the fact that "bene" generally works as to describe a way in which something is done: a profitable, good, positive, correct way. (You can find it also as "ben" or "ben bene" or "per bene", it's still the same)
For more, feel free to check the grammar masterpost and remember on @sayitalianohome there are also vocabulary and words' explanations lists (just in case you need)
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megabif · 1 month
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Gaia Giani
 Playlist Playlast. The impossible Karaoke – Partecipative Performance
Micamera, Milan + More
Se mi lasci ti cancello è un film di 20 anni fa in cui per smettere di soffrire per amore si immagina di eliminare dalla memoria chi non ci ama più. Ora che le tracce digitali delle nostre relazioni sono ovunque e sempre a portata di smartphone, quando finisce un amore dobbiamo decidere che cosa farne, se no quella memoria resta sempre con noi. Non si tratta solo di messaggi, foto, link e video, ma anche di canzoni. L'artista visiva Gaia Giani e il suo compagno hanno condiviso esattamente 2244 brani, ovvero 200 ore e 41 minuti di musica (il corrispettivo di 9 giorni e notti) per colmare la distanza di 10mila km e 9 ore di fuso orario tra Italia e Arizona di una relazione durata oltre 4 anni, iniziata a novembre 2019 quando si sono conosciuti a Milano, e vissuta du- rante la pandemia, che ha posticipato a gennaio 2021 la prima volta in cui si sono potuti rivedere. Le canzoni sono state il loro linguaggio, come lettere d'amore per dire ciò che si vuole esprimere senza dirlo esplicitamente, creando un'ambiguità fantasmatica che si alimenta di bellezza e di struggimento. È stato lui a iniziare Gaia a questa arte delicata di fare playlist: il giorno di Natale 2019 le ha inviato un dono digitale, una playlist privata su Spotify dal titolo Photo-Karaoke (sono entrambi artisti e la prima sera in cui sono usciti sono andati al karaoke). Nel corso della relazione hanno creato insieme altre 16 playlist tematiche (Summer Dream in a Pandemic Year, Ninna Nan- na-Close Your Eyes etc...) come loro dialogo quotidiano intimo: lui postava una canzone e Gaia rispondeva con un'altra e così via, e il brano che lui aggiungeva alla playlist la sera era la prima cosa che Gaia ascoltava al mattino. Ogni playlist era un viaggio e un'attesa tra un viaggio e l'altro e i testi rappresentavano tutte le parole non dette, le emozioni, la seduzione e il desiderio; chiama- vano la loro relazione creativa "our hood", la nostra capanna, il nostro cappuccio di felpa sotto cui sentirsi al caldo. Quando a marzo di quest'anno Gaia si è sentita dire che non era una buona idea andarlo a trovare, ha capito che era finita e senza un vero perché. Da allora ha iniziato a indagare, partendo da quello che aveva di più vicino, il profilo di lui su Spotify, e si è resa conto che, a partire da un certo momento, lei non era più il "my first and only Spotify love" come lui le aveva scritto. Le dichiarazioni d'amore non durano in eterno, e quando ha realizzato che era proprio finita, si è proiettata alla ricerca di un perché. Da lettere d'amore le playlist si sono trasformate in possibili indizi della fine di una relazione e Gaia ha passato molto tempo a ricostruire quello che era suc- cesso controllando capillarmente l'attività di lui sulla piattaforma musicale. Per aiutarla a uscire da questa ossessione, le persone a lei più vicine hanno iniziato a suggerirle di buttare via tutte le playlist come atto catartico e poi, un po' per gioco, è nata l'idea di farlo insieme, inventando un rito collettivo da vivere con gli amici: una performance-karaoke per cantare e ballare assieme un'ultima playlist creata per l'occasione e battezzata Playlist Playlast, ricavata autorizzando gli amici a entrare nelle 17 playlist private della loro relazione e a selezionare con la sua supervisione 17 canzoni per raccontare la sua storia. Il primo brano è Eight Days a Week dei Beatles e l'ultimo è Dancing with Myself di Billy Idol, come un punto esclamativo finale. Un atto di cura verso se stessa e di guarigione dal dolore. 
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lateoriadipascal · 10 months
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Dopo aver finito per la centesima volta “friend with benefits” mi sono resa conto che anch’io avrei voluto un gran finale.
ma forse non ne valevo così tanto la pena e quindi adesso tu per la tua e io per la mia.
Va bene così, spero che il “non riesco a vivere senza di te” sia vero e tu muoia….
Nah è troppo cattivo anche per me, buona vita.
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lisia81 · 1 year
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L’amore tra una fata e un diavolo
Love between Fairy and Devil
Post finale
Ebbene sì, lo ammetto: ciò in cui ha fallito Till The End of The Moon, con questo drama è successo: un leggero nodo alla gola è salito.
E il merito è per lo più suo:
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Yu Shu Xin non la conoscevo come attrice. Cosa più che normale per una persona che è poco più di un anno che si è immersa nel mondo dei drama asiatici. In realtà in Love between Fairy and Devil ho beccato volti più o meno conosciuti e mi sono stupita e anche un po' preoccupata della cosa.
Comunque ritornando a Yu Shu Xin e alla sua fata Orchidea tanto di cappello. Il personaggio parte con il ruolo delle tipica ingenuona, buona come il pane, un po bistrattata da tutti e con una voce da gallina stridula che ti fa pensare alle attricette e serie di bassa fascia. Ma già dal secondo episodio, in cui vi è il primo scambio di corpi con Dongfang Qingcang (il lead demoniaco) si evince la sua capacità di recitare e di interpretare un personaggio freddo ed etereo. Lo sguardo diventa minaccioso, diabolico, altezzoso e la voce fredda e controllata. Pare che in quest serie gli attori non siano stati doppiati. Se lo sono, applausi ai doppiatori, se non lo sono applauso all'attrice!
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Riesce ad interpretare bene anche l'evoluzione del personaggio di Orchidea, i suoi stati d'animo, il suo coraggio e la presa di coscienza di quello che è, e di quello che prova. E me lo ha trasmesso. Che dire una bella scoperta!
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@dilebe06 mi aveva scritto: dovrebbe essere carino come drama.E' molto carino e costruito per piacere. La Ost iniziale è veramente molto bella e rimane in testa dal primo ascolto, anche a chi non sta guardando il drama. Le immagini in sottofondo poi sono degli splendidi quadri. Ammetto che, sovente, le sigle, dopo 1 o 2 visioni, le salto a pie pari. Ma questa te la godi.
La storia è ben congegnata. La trama è lineare e abbastanza comprensibile per essere un Xianxia. Le varie reincarnazioni ecc.. non piovono dal cielo, ma sono spiegate. In pratica, non sono io, come ho scritto in un precedente post, che inizio a capirci qualcosa :-D
I primi 15 episodi contengono delle scene comiche che ti fanno morire dalle risate. Il che non guasta, perchè mantengono viva l'attenzione e la curiosità.
Poi come succede spesso in questi tipi di drama inizia la parte centrale, che è molto più lenta e, se fosse per me, sforbicereri in più punti. Vengono messe in atto una serie di storie secondarie che, ok aiutano la trama, ma sono veramente necessarie? L'amore tra il Dragone e JieLi serviva? il padre della fata Dan Yin e la sua relazione con un membro della tribù della luna serviva? la figlia dispersa idem??
Secondo me no e con 30 puntate veniva fuori lo stesso un bel prodottino.
La parte finale si butta nella scia della tragedia. e dico la verità, anche se non ci fossero stati gli ultimi 30 secondi che la tolgono da questo genere, io non ci avrei pianto la notte.
Ho molto apprezzato il personaggio del fratello del lead. A parte il bel visino angelico, che mi ricorda quello di Soso e già per questo mi piace, si vede che tutto quello che fa lo fa per il bene del fratello e del suo popolo. Reprime il dolore per la morte del padre, quando ne capisce il motivo e ogni azione, la fa pensando a fare del bene. Mi ha stupido. Ogni volta che compariva in scena, mi aspettavo una qualche accortellata a tradimento, invece mi sono dovuta ricredere!
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I costumi e le ambientazioni come in ogni drama fantasy sono stupendi e meravigliosi. Potrei esimermi dallo scriverlo.
L'assiona per cui i buoni non sono mai del tutto buoni e i cattivi non sono mai del tutto cattivi, anche in questo caso drama è calzante. tranne che per il personaggio di Orchidea. Lei è buona. Punto
Arrivo ora all'argomento spinoso. Ho iniziato questo drama per un motivo semplice. Decidere se seppellire nel dimenticatoio Dylan Wang oppure no.
Sospendo il giudizio.
Il personaggio di Dongfang Qingcang è un bel personaggio. Costruito bene, ha una sua evoluzione per nulla scontata e parecchio tormentata. Wang non posso dire abbia recitato male. In alcune scene ha fatto meglio, in altre peggio. Ma mentre in Meteor Garden empatizzavi con Daoming San e so io quante lacrime ho versato in quella benedetta puntata a Londra (mai comunque come con la combo: morte di sorella sbobba di loto, suicidio di Wei Wuxian, viso ditrutto di Lan Zhan) qua empatia zero. Sia chiaro, non pretendo una interpretazione alla Luo Yunxi. Per arrivare li ci vuole un aurea eterea e anni e anni di carriera. E probabilmente lui non ci arriverà mai.
Ma di fronte a scelte travagliate, angosciose non mi puoi mostrare uno sguardo di una persona che sembra calcolare a memoria la radice quadrata di 323. Inoltre, se sei un immortale, re della luna, temuto da tutti i 3 regni, per quanto innamorato, lo sguardo da labrador in cerca di coccole ci sta in qualche scena, non per puntate e puntate.
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Nella prima parte, invece interpreta il demone cattivo e spietato non mi è dispaciuto. L'idea che mi sono fatta è che non sembrava completamente calato nel ruolo e messo li ad attirare pubblico. Tipo in questa scena. Perchè si sia denudato mica l'ho capito, se non scaldare qualche fan.
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Per cui mi riservo di riprovare a rivederlo in altro contesto.
Ora ritorno in Korea. A dir la verità @dilebe06 ho iniziato W ieri sera in maniera un po svagata. Al minuti 25 circa della prima puntata mi sono messa a rispondere ad un messaggio e al minuto 27.48 già non ci capivo più nulla. Per cui ho la vaga sensazione che sia un drama, a cui devo prestare tutta la mia attenzione e sta sera faccio penitenza e lo inizierò da capo.
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