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#esprimersi con la creatività
24hdrawinglab · 8 months
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Esprimere l'inesprimibile: l'importanza di disegnare le emozioni
Esprimere l’inesprimibile: l’importanza di disegnare le emozioni. Nel nostro articolo precedente abbiamo visto quali sono le aree del cervello coinvolte quando stiamo disegnando. Oggi tratteremo invece l’aspetto legato alle emozioni e quanto sia importante esprimerle attraverso il mezzo creativo. L’arte del disegno infatti, va ben oltre la riproduzione accurata di oggetti o scene; essa può…
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bicheco · 1 year
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Il gioco del pazzo
Come sapete io sono in fissa con la creatività, la mia ma anche la vostra, credo che tenere in esercizio i neuroni ed esprimersi sia l'unico modo per rimanere vivi; o quantomeno uno dei modi più divertenti ed economici.
Ho deciso quindi di lanciare la mia sfida sapendo perfettamente che nessuno la raccoglierà. Però magari mi sbaglio e mi stupirete, qualcuno quantomeno, tuttavia non credo, ormai vi conosco: siete dei morti di sono (nel senso dell'egocentrismo spinto).
Ho scritto quindi l'inizio di uno strano raccontino: vi sfido a continuarlo. A finirlo. Mi piacerebbe davvero leggere in che modo lo fareste procedere.
Eccolo qui.
Johnny è un uomo di mezza età e vive a New York. Questa bizzarra vicenda infatti potrebbe capitare solo a New York, la città delle grandi illusioni e delle ancora più grandi delusioni. Dicevamo di Johnny: un uomo solo, stanco, perso e disperato, in questo momento l'uomo sta andando a suicidarsi. Troppi problemi: sentimentali, economici, esistenziali, la vita non gli piace più, ha deciso di farla finita. Ci ha pensato tante volte, stanotte però troverà la forza per lanciarsi giù dal ponte, un semplice salto e poi... più niente. Quando ormai è in piedi, dritto sul cornicione, a solo un passo dal vuoto, è una voce a fermarlo: "Scusi signore, avrebbe un attimo di tempo da dedicarmi? Vedo che è impegnato, e anche piuttosto determinato direi, tuttavia credo che se mi concederà un momento di attenzione, non se ne pentirà". La voce è quella di un vecchio signore vestito tutto di bianco, potrebbe essere una specie di angelo sceso dal cielo, ma anche un semplice pasticciere a fine turno. Johnny scende e si avvicina all'uomo, il quale gli porge una scatola. "Io adesso mi allontano, quando sarà rimasto da solo la apra, dentro troverà tre buste che credo potrebbero suscitare il suo interesse. Buona notte e... buona fortuna". L'uomo sorride e con passo lento sparisce all'orizzonte. Nella scatola Johnny trova anzitutto una grande busta gialla con sopra scritto "problemi economici": dentro la busta una corposa mazzetta tutta con banconote da mille dollari. Johnny è sbalordito. Nel pacco poi c'è una seconda busta: "problemi d'amore" recita la scritta. Dentro la busta una lettera con un indirizzo e poche parole "Sono qui, ti sto aspettando, raggiungimi. Mary". La terza busta, "problemi esistenziali", contiene una chiave e null'altro.
Fine prima parte. In attesa della seconda. Buon gioco.
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susieporta · 1 year
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Titoli di coda.
Mi sono ritrovato ad affrontare quei lunghi sabati pomeriggio chiuso in casa, intrappolato in un limbo di lentezza e confinamento che i vecchi devono sorbirsi per la semplice mancanza di alternative. Ero lì con i miei genitori anziani,per fare loro compagnia o forse a farne a me per tutta quella che non ho fatto prima.
Ma il vero punto di questa riflessione, una delle tante che in questo periodo della mia vita mi arrivano addosso come pietre lanciate dal futuro, è un altro.
Durante questi lunghi pomeriggi, la televisione diventa una grande compagna di vita e i film di tutti i tipi diventano modi di fregare il tempo che non passa mai.
Fuori fa troppo freddo, le giunture ti fanno male, ti spaventa un mondo che non capisci più o per una delle tante cose che ti vengono tolte mano a mano che passa il tempo.
Quando mi ritrovo a fare compagnia, cerco di immedesimarmi e di comportarmi con quella tranquillità e pacatezza che serve per non far sentire troppo che la vita è quello che è e che i cicli, una volta aperti, si chiuderanno.
Cerco di non stressare i miei con fanatica richieste di fare finta di avere cinquant’anni di meno tutti quanti.
Mi accomodo e mi appello a quel poco di zen rimasto dentro di me, se mai c'è stato.
E quando riesco a prendere il passo di chi è più vecchio di me, capisco che non c'è davvero un altro posto dove andare.
La maturità e la saggezza vogliono dire stare bene nel posto in cui sei, per quanto quieto, noioso e isolato.
Mi guardo il film e, poiché il tempo c'è, mi accorgo di alcune parti che nel mio correre quotidiano avevo scartato, cancellato, bypassato perché in fin dei conti, quando sei sano e sei giovane, non hai mai tempo per i titoli di coda e per le sigle.
Ma quando tutto si calma, ti accorgi che esistono anche le sigle e i titoli di coda, che qualcuno ha messo la sua creatività, il suo sentimento, la sua voglia di esprimersi anche in quei pezzi che di solito non guardi.
Sono quei momenti di attrito, di conflitto interno tra il desiderio di fuggire dalla noia e la necessità di accettare la realtà per quello che è, che permettono alla vita di svilupparsi e di superare le sfide dell'ambiente.
Come un albero che si piega al vento per non spezzarsi o un fiume che si adatta al terreno per trovare la sua strada, anche noi dobbiamo imparare a piegarci e adattarci alle situazioni che ci circondano.
E così, in quei lunghi sabati pomeriggio chiuso in casa, imparo a trovare la bellezza nelle cose più semplici, nei momenti più tranquilli, nei titoli di coda dei film.
Perché è lì che si nascondono le gemme, i tesori nascosti che solo chi sa ascoltare può scoprire.
Sebastiano Zanolli
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carmenvicinanza · 2 years
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Anaïs Nin
https://www.unadonnalgiorno.it/anais-nin/
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Noi non vediamo le cose come sono, le vediamo come siamo.
Anaïs Nin è stata una delle esponenti più importanti e all’avanguardia nel panorama letterario del Novecento.
Autrice controversa, affascinante, cosmopolita e elegante, cresciuta tra l’Europa e New York, ha apportato un notevole contributo alla storia della letteratura erotica. I suoi racconti destarono scandalo in tutto il mondo.
La sua opera più conosciuta è il Diario, raccolta di scritti autobiografici iniziata nel 1931 e interrotta alla sua morte, pubblicata a partire dal 1966.
Nacque a Neuilly-sur-Seine, in Francia, il 21 febbraio del 1903, suo padre era un pianista cubano di origini spagnole e sua madre una cantante cubana di origini francesi e danesi.
Aveva iniziato a scrivere quando aveva undici anni quando, dopo che il padre aveva abbandonato la famiglia che si trasferì prima a Barcellona e poi a New York.
Da quel momento in poi non ha più smesso di raccontarsi. Il dolore provocato dall’assenza del padre è stato uno dei temi centrali della sua opera assieme alle riflessioni sulla condizione della donna, che aveva il dovere morale di affrancarsi dalla società maschilista del tempo per esprimersi liberamente.
A vent’anni, nel 1923 sposò, a L’Avana, Hugh Parker Guiler, ma il matrimonio, sebbene durato per tutta la sua vita, si rivelò un’amara prigione che la portò a rifugiarsi in numerose relazioni adulterine.
Nel 1929 si trasferì a Parigi, dove venne assorbita dal fervido clima intellettuale della città. Il suo primo libro è stato D.H. Lawrence. Uno studio non accademico, saggio pubblicato nel 1931.
Nella capitale francese conobbe Henry Miller, lo scrittore autore di Tropico del Cancro e Tropico del Capricorno, di cui si innamorò perdutamente e poi ebbe una relazione anche con la moglie di lui, June Mansfield.
Affascinata dalla psicoanalisi a cui si approcciò da paziente di Otto Rank, allievo di Freud, con cui ebbe anche una relazione, per un breve periodo svolse ella stessa la professione a Parigi e poi a New York. Condusse alcuni studi su droghe pesanti come LSD e ne descrisse gli effetti che provoca sul sistema nervoso stimolando la creatività e la percezione del proprio subsconscio.
Nel 1953 ha partecipato al film Inauguration of the Plaeaure Dome del regista sperimentale Kenneth Anger.
Centrale e preponderante in Anaïs Nin è stato il tema erotico. Ha scoperto e sperimentato la libertà sessuale in letteratura quando è iniziata la collaborazione con Henry Miller, il suo libro Il delta di Venere è totalmente incentrato sul sesso dal punto di vista femminile, il raccontarsi senza remore l’ha resa unica nel suo genere, in quegli anni.
Nella sua vita ha avuto numerose relazioni, importanti anche per l’attività letteraria. Amori intensi, vissuti oltre ogni limite.
È stata anche bigama, dal 1955 al 1966, mentre era sposata con Hugh Parker Guiler si è unita in nozze anche con Rupert Pole. Chiese poi l’annullamento dal secondo matrimonio per evitare ai due coniugi guai a livello tributario.
Ha ricevuto una laurea ad honorem in lettere dal Philadelphia College of Art.
È morta di cancro a Los Angeles il 14 gennaio 1977, assistita da Rupert Pole che aveva nominato  esecutore testamentario della sua produzione letteraria. È stato lui che ha fatto pubblicare, tra il 1985 e il 2006 una versione integrale dei suoi libri e diari.
Sulla travolgente storia d’amore con Henry Miller si basa il famoso film del 1990 Henry & June.
Nel 1995 è uscito il film Il delta di Venere, tratto dall’omonima raccolta di romanzi erotici.
Anaïs Nin è stata una donna incredibile, tra le scrittrici più originali e irrequiete del XX secolo. Ha affascinato uomini e donne di genio – Antonin Artaud, André Breton, Lawrence Durrell, Gore Vidal, Salvador Dalì, Pablo Picasso, Djuna Barnes – divenuti poi  indimenticabili personaggi del suo imponente Diario.
Nessuna ha osato e saputo raccontare così bene, con tanta sincerità e dal punto di vista femminile, la sua controversa e affascinante attitudine alle passioni tutte.
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cdgruppo010 · 2 years
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THE HERO PRINCESSES - THE VIDEOGAME
Se facessimo un sondaggio fra le ragazze che leggono questo blog per sapere chi fra di loro quando era piccola sognava di essere Cenerentola, Biancaneve, Aurora, Jasmine o Ariel, siamo sicuri che più della metà ci risponderebbe a gran voce “IO!” Bene…ci rivolgiamo a voi ragazze e vi chiediamo: Non siete stanche di essere salvate? Non vi piacerebbe che per una volta fosse la principessa a salvare il principe? Perché siamo onesti, nella vita reale il più delle volte è così che finisce la storia #REALLIFE. Da questo spunto è nata la nostra idea per il videogioco che vi proponiamo in questo blog. Abbiamo preso i mondi incantati di queste 5 principesse, li abbiamo fusi e abbiamo dato la possibilità alle principesse di salvare i loro principi. Non si tratterà, come nelle storie originali, di salvataggi in solitaria, ma sarà un lavoro di squadra, perché #L’UNIONEFALAFORZA. Le 5 eroine saranno impegnate in sfide, enigmi e ricerche degli oggetti chiave legati alla storia, prove che se superate, porteranno le principesse dove è stato nascosto il principe, le aiuteranno a salvarlo e a sconfiggere il cattivo di quel livello. L’obiettivo finale è quello di sconfiggere tutti i cattivi #FREETHEWORLD, salvare tutti i principi e alla fine… NO, sposarli e vivere felici e contenti sarebbe stato troppo banale... quindi le nostre eroine formeranno un’alleanza tutta al femminile che governerà i 5 mondi delle favole #WOMENPOWER. Non siamo ancora riusciti a convincervi? Bene, entriamo nei dettagli allora ;) Attingendo alle proprietà intellettuali di 5 film della nota casa di animazione Disney abbiamo scelto i nostri personaggi principali, quindi le nostre eroine..
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i loro rispettivi principi... 
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nonché i loro antagonisti, quindi i personaggi cattivi delle storie originali Disney e del nostro gioco...
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Dopo aver scelto i nostri personaggi abbiamo attinto alle trame dei film originali per tessere la trama del nostro gioco ma invertendo i ruoli femminili e maschili e abbiamo usato il design e l’atmosfera magica dei mondi fiabeschi per disegnare la parte grafica. Abbiamo creato un videogioco per smartphone e tablet che supporti al massimo la partecipazione e l’interattività! L’idea è infatti quella di risolvere delle sfide di gruppo, starà al giocatore scegliere se formare una squadra da 5, da 3 o da 2, e potrà cambiare questa scelta in qualsiasi momento, come pure delle sfide individuali, attraverso i vari mondi,
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che permetteranno alle 5 principesse di salvare i principi e di sconfiggere i cattivi.
Ma quali sono gli obiettivi di questo gioco? Fondamentalmente 2: ESPRIMERSI e RISOLVERE I PROBLEMI IN GRUPPO  Vogliamo attivare nuove forme di espressione collettiva: scegliendo le principesse che più rappresentano il nostro team a prescindere dal nostro aspetto reale, vestirle e agghindarle permetterà ai giocatori di esprimersi con la massima creatività e libertà. Vogliamo che i nostri giocatori scoprano nuovi tipi di risoluzione dei problemi seguendo una via più collaborativa, che permetta al gruppo di completare le sfide del gioco sviluppando in questo modo nuove conoscenze. Siccome sappiamo che molto spesso i videogiochi vengono associati a una perdita di tempo, vi spieghiamo nel dettaglio perché questo non è il caso e che tipo di competenze potrete sviluppare giocandoci: Competenze di gioco: giocando in team e seguendo l’obiettivo comune di sconfiggere i cattivi e salvare i principi, incrementerete le vostre capacità di cooperazione e partecipazione. Competenze di performance: in veste di giocatori e di principesse/eroine dovrete imparare a comportarvi e a ragionare come il vostro personaggio se volete salvare il principe. Diventare multitasking: se voi e il vostro team vorrete concludere il gioco dovrete prestare attenzione a più cose nello stesso momento e dovrete essere in grado di selezionare i dettagli salienti al fine di superare le prove.  Sviluppare un’intelligenza collettiva: non pensare più come una sola persona ma come gruppo vi servirà per arrivare alla fine del gioco e nella vita reale.  Navigatore transmediale: dovrete imparare a seguire il flusso delle varie storie, per capire subito in che mondo vi trovate e riuscire a trovare gli oggetti incantanti che vi serviranno per trovare i principi e sconfiggere i cattivi.
Il nostro gioco si prefigge l’obiettivo di sfidare e mettere in discussione gli stereotipi che la nostra società e i media ci impongono, e sappiamo che il problema della trasparenza sarà difficile da superare... Ma andiamo...non vorrete farci credere che se 5 principesse che normalmente indossano abiti fatiscenti riescono a salvare i loro uomini e i loro mondi, voi non potete accantonare per una mezz’oretta degli stereotipi che tra l’altro non avete neanche deciso voi?
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sydmorrisonblog · 2 years
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Roger Keith Barrett, conosciuto come Syd Barrett fu un artista ed un musicista brillante, talentuoso, carismatico, solare e seducente.
Da alcuni viene definito un pittore con l’hobby per la musica.
Tanto seducente e carismatico quanto irrimediabilmente perso. Syd sprofondò in un attimo, spegnendosi poco a poco.
La vicenda esistenziale di Syd Barrett è stata sinceramente triste e il suo precipizio inevitabile. Il ragazzo solare e affascinante aveva perso lo scintillio nello sguardo, la luce che rapiva chiunque incontrasse. Dal 1968  (l’anno in cui lasciò i Pink Floyd) al 2006 (l’anno della sua morte), in molti speravano che Syd uscisse dal suo isolamento, che guarisse, che riuscisse a dominare il dolore, vincere le tenebre, ritrovare un contatto con la realtà, riabbracciare gli amici, l’arte … Non è andata così.
Syd Barrett fu membro dei Pink Floyd per i quali ideò sia il nome del gruppo che i testi delle canzoni.
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I suoi testi erano innovativi. Molti suoi brani traggono ispirazione dai grandi scrittori e poeti inglesi e dalla letteratura dell’infanzia.
Syd Barrett prestò il suo talento artistico anche alle cover degli LP: realizzò l’illustrazione con il trenino che produce nuvolette di fumo con sopra scritto il titolo del brano See Emily Play o la serie di insetti sul fronte del suo secondo album da solista Barrett, mentre, la cover del suo primo album, The Madcap Laughs, rappresenta l’immagine fotografica di Barrett accovacciato su un pavimento dipinto con strisce nere che lui stesso realizzò.
Syd iniziò a dipingere quando ancora era un bambino. Frequentava la scuola d’arte dedicandosi alla pittura.  La pittura, appunto, era questo il suo primo amore.  A Londra frequentava la scuola di Arte di Camberwell. Aveva una predilezione alla creatività e all’immaginazione che emergerà in tutti i suoi lavori, sia dal punto di vista musicale che nelle sue liriche piene di paesaggi fantasiosi fiabeschi, di racconti spesso strampalati ma di grande potenza visiva.
Barrett amava la pittura nella sua forma più nobile e libera. La stessa libertà che gli avrebbe dovuto dare la musica ma non fu così.
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Il ritorno di Syd alla sua prima passione, la pittura, non è poi così impensabile come si sostiene. Probabilmente, Barrett, ha soltanto scelto di cambiare forma comunicativa e mezzo d’espressione. La sua necessità di esprimersi stava forse cercando vie alternative e, probabilmente, la pittura in quel momento rappresentava il suo strumento liberatorio e l’intimità di cui il successo lo aveva privato.
Il Syd Barrett pittore nell’arco della sua vita produsse diverse opere d’arte che non hanno una precisa sistemazione temporale. L’artista produsse lavori utilizzando stili e tecniche differenti, spaziando dall’astratto al figurativo, dalla china e penna su carta all’olio su tela, dal mosaico al collage fino all’illustrazione accompagnata da frasi scritte che richiamano le vignette.
Le tele mostrano un talento ed una sensibilità al di fuori del comune. In esse riemerge il rapporto ossessivo col colore. La pittura non lo costringeva alla pressione mediatica e soprattutto lasciava allo spettatore la possibilità di aprirsi all’universo astratto dell’artista.
Per via della malattia mentale la sua arte non è mai stata considerata più di tanto e bollata sotto l’etichetta di Art Brut.
Syd Barrett  fu una persona fuori dal comune, un affascinante sperimentatore spesso solitario, un compositore stravagante, un talentuoso artista, un precursore dei tempi.
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Sfuggito ad ogni logica, Barrett, era sicuramente una figura di estremo rilievo in ogni produzione artistica – che sia stata pittorica o musicale – nella quale si sia cimentato. La sua morte è stata una tragedia di proporzioni leggendarie come tutte quelle morti dove non muore solo un essere umano  ma anche la creatività che lo caratterizzava. Quindi è giusto che l’arte di Syd Barrett  non vada dimenticata.
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pinkmoode · 8 days
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Pinkmood Clothes: elevare la moda con stile vibrante e comfort
Nel mondo in continua evoluzione della moda, Pinkmood Clothes sta facendo una dichiarazione audace. Noto per le sue tonalità vivaci e i design eleganti, Pinkmood è diventato un marchio di riferimento per coloro che vogliono esprimere se stessi attraverso il proprio guardaroba. Che tu stia cercando abbigliamento casual, eleganti abiti da ufficio o audaci streetwear, Pinkmood Clothes offre qualcosa per ogni occasione, rendendolo uno dei preferiti tra gli appassionati di moda.
L'essenza di Pinkmood: audace e bello Al centro della filosofia di Pinkmood c'è la celebrazione del colore. Le tonalità rosa distintive del marchio spaziano da tenui colori pastello a elettrizzanti rosa shocking, incarnando femminilità, potenza e giocosità. Ogni capo è progettato con tagli moderni e dettagli alla moda, assicurandoti di distinguerti ovunque tu vada.
Il comfort incontra lo stile Uno dei motivi per cui Pinkmood Clothes si distingue nel competitivo mondo della moda è il suo impegno per il comfort senza compromettere lo stile. Dai tessuti accoglienti alle vestibilità lusinghiere, il marchio comprende l'importanza di sentirsi bene in ciò che si indossa. Che tu ti stia vestendo per una giornata di lavoro impegnativa o per un brunch informale con gli amici, gli abiti di Pinkmood offrono la versatilità e la facilità di cui ogni guardaroba ha bisogno.
La moda sostenibile al centro Man mano che i consumatori diventano più consapevoli della sostenibilità, Pinkmood Clothes ha anche adottato misure per pratiche ecologiche. Il marchio incorpora materiali sostenibili e processi di produzione etici, assicurando che gli amanti della moda possano sentirsi bene con i propri acquisti. Adottando queste pratiche responsabili, Pinkmood si rivolge all'acquirente moderno che apprezza sia lo stile che la sostenibilità.
Taglie inclusive e design versatili Una delle caratteristiche distintive di Pinkmood Clothes è la sua dedizione all'inclusività. Offrendo un'ampia gamma di taglie, il marchio garantisce che tutti possano godere delle sue creazioni alla moda. Inoltre, i design soddisfano vari tipi di corpo, con pezzi versatili che possono essere indossati in modo elegante o casual a seconda dell'occasione. Che tu stia cercando un abito elegante per una serata fuori o un set loungewear casual, Pinkmood ha quello che fa per te.
Esaltare la moda di tutti i giorni Pinkmood Clothes ha padroneggiato l'arte di elevare la moda di tutti i giorni. Con i loro set mix-and-match, stampe audaci e accessori accattivanti, puoi creare senza sforzo outfit che rispecchino la tua personalità. Il marchio incoraggia la creatività, invitando gli amanti della moda a sperimentare look diversi ed esprimersi pienamente.
per maggiori informazioni:-
pinkmood vestiti
mood abbigliamento
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antennaweb · 2 months
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alessiamo · 3 months
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Case, tane e rifugi.
Giocare con i bimbi vuol dire mettersi alla loro stessa altezza, proporre attività che stimolino i sensi, l’osservazione, che siano simpatiche, ironiche e serie allo stesso tempo. Ci si diverte tanto, il tempo passa con leggerezza, si fa e si sta insieme imparando a conoscersi, muovendo le mani, agitando colori, infilando fili d’erba l’imbarazzo e la paura scompaiono.
E anche questa volta piccoli insegnamenti di profonda saggezza:
Francesco -non bisogna che ci sta la mamma mentre giochiamo al laboratorio altrimenti pure gli altri bimbi la vogliono-
Anna -se fai un’attività non puoi portare la tua jeep o la tua macchinina perché ci sono altre cose da fare e poi si sporca e si rompe, è inutile giocare con i giochi tuoi di casa quando sei al laboratorio-
Semplice, se lascio loro esprimersi e ragionare io posso anche evitare di dire!!!!
#casa #atelier creativo #artwork #giochi #biblioteca #equi libri #arte educazione #creatività
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micro961 · 3 months
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DLEMMA - Il singolo d’esordio “Alien”
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Il brano della rock band sugli stores digitali e nelle radio
“Alien” è il singolo d’esordio della giovane e talentuosa rock band romana dei DLEMMA, sui principali stores digitali e dal 31 maggio nelle radio italiane in promozione nazionale. La canzone veste una produzione artistica ben strutturata, dagli arrangiamenti attuali, di tendenza, che ben sposano il mood della band. Un rock fresco, potente, dalle sonorità d’oltreoceano con venature grunge. Melodie vincenti che entrano in testa sin dal primo ascolto e destinate a rimanerci. L’interpretazione vocale, sentita e autentica, dona al tutto un forte impatto emotivo, ed è sorretta da una sessione ritmica di tutto rispetto su cui le corde regnano sovrane in un mix equilibrato e proiettato verso nuovi confini. “Alien” è un brano emozionante che esplora temi universali di alienazione e inadeguatezza. Il testo è ricco di immagini evocative e il messaggio sebbene oscuro è pieno di speranza. Questa canzone vuole avvicinarsi a tutte le persone che si sono sentite perse e sole nella loro vita.
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Storia della band I DLEMMA sono una band rock/grunge romana composta da giovani musicisti tra i 15 e i 18 anni. La band si è formata nel 2023, ma i membri suonano da quando erano bambini. Si sono incontrati e formati grazie a una scuola di musica, dove continuano a studiare e a perfezionare il loro stile. Il nome DLEMMA trae ispirazione da una mostra di Lucio Dalla, dove una stampa con la parola "dilemma" ha colpito particolarmente i membri del gruppo. Questo termine richiama i nomi di Emma, la cantante, ed Emma, la bassista, e rappresenta anche le scelte difficili che caratterizzano la vita moderna, un tema che riecheggia nelle loro sonorità rock e grunge. Il repertorio dei DLEMMA include sia pezzi originali che cover di artisti leggendari come i Black Sabbath e Janis Joplin. Le loro influenze principali sono il grunge e il metal, generi che permettono di esprimere al meglio la loro energia e creatività. Quando compongono, partono spesso da una linea melodica sviluppata da Leo o Elisa alla chitarra, per poi aggiungere la sezione ritmica e infine la voce. I testi delle loro canzoni sono in inglese e scritti da Emma, la cantante. Avendo vissuto a Londra per molti anni durante l'infanzia, Emma trova naturale esprimersi in inglese. Tuttavia, il gruppo sta scrivendo un pezzo in italiano. I temi trattati nei loro brani riflettono spesso sentimenti di alienazione (Alien), incapacità di agire (Stuck) e desiderio di fuga (Why stay). I DLEMMA hanno già avuto l'opportunità di esibirsi in vari locali di Roma come Wishlist, Stazione Birra, Kill Joy, Chattanooga, Pentatonic e La Strada. Le loro performance sono state accolte positivamente sia dal pubblico che dagli organizzatori, che li hanno spesso richiamati per aprire altri concerti. La band ha scritto tre brani inediti, il primo dei quali, “Alien”, è stato pubblicato il 23 maggio. Stanno anche lavorando alla produzione del loro secondo pezzo e continuano a sviluppare nuove canzoni. L'obiettivo dei DLEMMA è di avere un EP pronto entro la fine dell'anno.
La band Batterista: Edoardo Leggieri Cantante: Emma Leggieri Chitarristi: Elisa Leggieri / Leonardo Zaffiro Bassista: Emma Sola
Instagram: https://www.instagram.com/dlemma_band/ TikTok: https://www.tiktok.com/@dlemma_band YouTube: https://www.youtube.com/@dlemma_band Spotify: https://open.spotify.com/intl-it/track/0Qok4N3YkNz6xNsamUuIy5?si=f3fd9da2394846c0
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cinquecolonnemagazine · 4 months
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La realtà virtuale al lavoro è più coinvolgente?
Riunioni più coinvolgenti e creative grazie alla realtà virtuale? È quanto emerge da uno studio condotto dall'Università di Trento e pubblicato sulla rivista "Scientific Reports". I ricercatori, guidati dal professor Nicola De Pisapia, hanno confrontato l'impatto di tre modalità di interazione professionale: videoconferenza online, riunione in presenza e riunione in realtà virtuale tridimensionale. Obiettivo: valutare le loro differenze in termini di dinamiche di gruppo, prestazioni cognitive e benessere individuale. Partecipanti e metodologia Lo studio ha coinvolto circa 60 dipendenti dell'azienda Terna, suddivisi in quattro gruppi. Ogni gruppo ha partecipato a una riunione in ognuna delle tre modalità: sala meeting, piattaforma online e realtà virtuale. Durante le riunioni, i team dovevano lavorare insieme per risolvere un problema. Un osservatore nascosto monitorava le loro interazioni, mentre questionari finali valutavano la creatività, il coinvolgimento e lo stress percepito. Risultati - Riunioni in presenza: Favoriscono il coinvolgimento e la generazione di idee, ma generano anche più stress e competitività, soprattutto in presenza di superiori. - Realtà virtuale: Offre un'esperienza simile a quella in presenza in termini di coinvolgimento e collaborazione. I partecipanti si sentono più liberi di esprimersi e creativi, ma lamentano affaticamento della vista a causa dei visori. - Videoconferenza: Modalità di lavoro efficiente, ma con limiti comunicativi. I partecipanti si annoiano facilmente e l'interazione risulta meno spontanea. Non esiste un metodo migliore in assoluto. La scelta dipende dall'obiettivo da raggiungere. - La realtà virtuale è ottima per stimolare la creatività e il lavoro collaborativo. - Le riunioni in presenza sono ideali per il brainstorming e la presa di decisioni complesse. - La videoconferenza è utile per comunicazioni rapide e condivisione di informazioni. I risultati dello studio possono essere utilizzati dalle aziende per scegliere lo strumento di comunicazione interna più adatto alle proprie esigenze. La realtà virtuale, in particolare, ha un grande potenziale per la formazione, il lavoro a distanza e la collaborazione tra team in diverse sedi. Il futuro del lavoro Con il miglioramento della tecnologia, la realtà virtuale è destinata a diventare sempre più presente nel mondo del lavoro. È importante, quindi, conoscerla bene e sfruttarne i benefici in modo consapevole. La realtà virtuale può essere applicata anche in altri ambiti, come la scuola e la formazione. Le sue potenzialità sono immense e ancora da esplorare. Lo studio dell'Università di Trento apre nuove interessanti prospettive per il futuro del lavoro e della comunicazione. Foto di Gerd Altmann da Pixabay Read the full article
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martinaditrapani · 5 months
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Petit e People Lines
PETIT
Mostra collettiva degli allievi della Scuola Primaria Galimberti e Radice dell’Istituto Comprensivo Saba di Torino.
A cura di Martina Di Trapani
Servono davvero le parole per comunicare?
Attraverso l’arte possiamo comunicare le nostre emozioni, i nostri pensieri, le nostre visioni del mondo e della realtà. L’arte è una forma espressiva che va oltre le parole, trasmettendo messaggi profondi e universali. Un linguaggio in grado di superare le barriere linguistiche e culturali, creando un ponte tra le persone stimolando la loro curiosità, la loro empatia e la loro apertura mentale.
Fin dalla più tenera età, l’educazione artistica assume un’importanza fondamentale: benefici per lo sviluppo emotivo, sociale, il potenziamento delle capacità creative, critiche e comunicative che risultano essenziali per il confrontarsi con il mondo contemporaneo.
Questa mostra racconta un viaggio, narra di immagini, forme, colori, di incontri e storie, di suoni e movimenti per rappresentare concetti astratti o concreti.
Un legame unico che i bambini sono riusciti a stringere come canale per manifestare il loro stato d’animo e le loro motivazioni. Libertà, interpretazione, creatività sono le parole chiave.
La mostra Petit presenta lavori unici di questi giovani artisti, il loro coraggio alla ricerca di se stessi, la loro semplicità e dolcezza. Tra arte classica, moderna e contemporanea hanno percorso un viaggio pieno di curiosità e punti di vista, fatto di pianeti e personaggi bizzarri, stupiti dalla meraviglia e dalla stranezza dei “grandi’
Tutti i grandi sono stati piccoli, ma pochi di essi se ne ricordano.
L’arte è un dono prezioso, una fonte inesauribile di bellezza, di emozione e conoscenza, testimonianza della nostra umanità e diversità; Petit parla con il cuore e alla mente di tutti noi!
Durante il vernissage della mostra, l’artista Francesca Casale realizzerà una performance interattiva e olfattiva insieme ai bambini.
Con il Patrocinio del Comune di Torino e della Circoscrizione 5
PETIT
Inaugurazione mercoledi 8 maggio dalle ore 17.30 alle 19.30
Visitabile fino al 15 maggio 2024
MAU – Galleria del Museo d’Arte Urbana, via Rocciamelone 7, Torino
Allestimento: Giulia Fanelli
Performance: Francesca Casale
People Lines
L’arte può essere colta attraverso il naso? L’artista può esprimersi con l’odore? People lines è un progetto di street art olfattiva ideato, curato e performato da Francesca Casale che ha come scopo quello di realizzare dei murales a partire dall’interazione che gli individui hanno con l’ambiente urbano, passaggio che lascia una traccia odorosa sulle pareti delle città. Il materiale utilizzato per creare queste opere è un particolare gel olfattivo e colorato che, nel tempo, si disidrata e scompare, rendendo l’intervento artistico fuori dal comune ma anche a basso impatto e sostenibile.
Mercoledi 8 maggio ore 17.30 – Galleria del MAU + Spazio Garino | via Rocciamelone 1 e 7 – Torino
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gruppo9 · 5 months
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Hunger Games: Il Ritorno! Quando la realtà supera la fantasia
Cultura partecipativa – "nei panni di un fan" Gruppo 9
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Siete pronti per un'esperienza di gioco che vi farà tremare più dei Tributi di Panem? Noi del gruppo 9 abbiamo deciso di portare il concetto di Hunger Games direttamente sulla piattaforma Twitch, trasformandolo in un evento live che vi lascerà il brivido macabro del burattinaio.
Partendo dalla saga cinematografica di Hunger Games, abbiamo pensato di creare una competizione di paintball tra i vostri streamer preferiti. Immaginate di poter vedere in diretta la lotta per la loro sopravvivenza, con telecamere sui caschi dei concorrenti e droni che come angeli di sventura sorvoleranno l’arena, facendovi vivere l'azione in prima persona.
E non finisce qui...voi “tributi” avrete un ruolo fondamentale: potrete interagire attraverso donazioni che sbloccheranno vantaggi per i vostri beniamini: armi migliori, rifornimenti preziosi, persino punizioni per far tornare indietro i giocatori più restii a combattere! Sarà una vera e propria battaglia all'ultimo sangue... o meglio, all'ultima vernice!
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Forme di cultura partecipativa attivate:
Affiliazione: coinvolgendo streamer già famosi, le loro community saranno i principali spettatori del format, oltre ad altri utenti già familiari con la piattaforma di Twitch. Il nostro remix potrebbe fondere le community di fan di Hunger Games e di alcuni streamer presenti su Twitch.
Espressione: questo tipo di formato sarebbe una novità, almeno per quanto riguarda i contenuti di Twitch.
Circolazione: Il nostro remix di Hunger Games offrirebbe agli spettatori l'opportunità di esprimersi attraverso la creazione di clip virali (tik tok), fan art o discussioni sui forum (sub-reddit), proprio come avviene per molti videogiochi che incoraggiano la produzione di contenuti da parte dei fan.
Apprendimento e sviluppo di competenze: Così come i videogiochi possono essere utilizzati in ambito educativo per sviluppare abilità come problem solving e pensiero critico, anche il nostro Hunger Games potrebbe stimolare competenze simili negli spettatori, come il multitasking e la navigazione transmediale.
Condivisione di conoscenze: L'evento faciliterà la condivisione di conoscenze e informazioni tra i partecipanti, sia in merito alla saga di Hunger Games che alle strategie di gioco. Forum di discussione online, gruppi sui social media e live chat permetteranno agli spettatori di scambiarsi opinioni, consigli e teorie.
Collaborazione: La Sfida Sopravvivenza incoraggia la collaborazione tra gli spettatori, che potranno unirsi per influenzare il gioco attraverso le donazioni collettive e la condivisione di strategie. La community che si formerà attorno all'evento potrà collaborare anche alla creazione di contenuti fan-made, come fanart, fanfiction e video.
Competenze sviluppate dalla fruizione/partecipazione al remix:
1. Risoluzione di problemi:
Gli spettatori dovranno analizzare le situazioni di gioco e prendere decisioni strategiche su come utilizzare le loro donazioni per influenzare l'esito del gioco.
La Sfida Sopravvivenza li metterà alla prova nella loro capacità di risolvere problemi in modo creativo e adattabile.
2. Pensiero critico:
L'evento incoraggerà gli spettatori a riflettere criticamente sulle scelte dei concorrenti, sulle strategie di gioco e sulle implicazioni etiche della Sfida Sopravvivenza.
Dovranno valutare le diverse informazioni disponibili e formulare opinioni personali ben ponderate.
3. Comunicazione:
La Sfida Sopravvivenza offrirà agli spettatori diverse opportunità di comunicare e interagire tra loro, sia online che offline.
Dovranno esprimere le loro opinioni in modo chiaro e conciso, negoziare strategie con altri fan e collaborare per raggiungere obiettivi comuni.
4. Creatività:
L'evento stimolerà la creatività degli spettatori, che potranno inventare strategie di gioco originali, creare contenuti fan-made e proporre idee per migliorare il format.
La Sfida Sopravvivenza li incoraggerà a pensare fuori dagli schemi e a trovare soluzioni innovative.
5. Cittadinanza digitale:
Gli spettatori dovranno sviluppare competenze di cittadinanza digitale per navigare in modo responsabile e consapevole nell'ambiente online legato all'evento.
Dovranno imparare a valutare la veridicità delle informazioni, a rispettare le opinioni altrui e a utilizzare i social media in modo costruttivo.
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Preoccupazioni relative alla cultura partecipativa:
Il divario di partecipazione: Non tutti gli spettatori potrebbero avere la possibilità di donare fondi per influenzare l'evento. Ciò potrebbe creare un divario tra gli spettatori che possono permettersi di interagire attivamente e quelli che rimangono più passivi, proprio come i cittadini di Panem hanno il potere di influenzare i Giochi attraverso le votazioni e gli sponsor.
La trasparenza e l'etica: Potrebbe esserci la sfida di garantire che gli spettatori comprendano appieno come le loro interazioni e donazioni influenzino l'evento, evitando potenziali manipolazioni. Inoltre, l'utilizzo di streamer famosi come concorrenti potrebbe sollevare questioni etiche legate alla loro preparazione e al loro ruolo di "intrattenitori" piuttosto che di veri e propri partecipanti, come i Tributi provenienti dai distretti più ricchi hanno maggiori possibilità di sopravvivere nei Giochi
La sostenibilità a lungo termine: Mantenere l'interesse e il coinvolgimento del pubblico per un evento live così intenso e interattivo potrebbe rivelarsi una sfida nel lungo periodo, richiedendo un continuo rinnovamento e adattamento.
Manipolazione e controllo: Nel mondo di Hunger Games, il Capitol manipola e controlla i Giochi per mantenere il potere. Nella Sfida Sopravvivenza, la regia potrebbe utilizzare le donazioni e la manipolazione della visuale per influenzare il corso del gioco.
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vorticimagazine · 7 months
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"Percorsi...": la rivista della sezione "Scogna" di Aism
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Amici di Vortici.it, oggi vogliamo presentarvi un progetto tutto da sfogliare! Si tratta di "Percorsi...": la rivista della sezione "Scogna" di Aism a cura degli utenti del Centro Diurno della Sezione Provinciale "Giuseppina Scogna" dell'AISM, con sede nel parco di Villa Sabucchi a Pescara. La collaborazione fra utenti, volontari e operatori del centro diurno, che accoglie persone affette da Sclerosi Multipla, ha portato alla realizzazione di una rivista che pubblica un numero ogni anno dal 2013, dietro la direzione della giornalista Annapaola Di Ienno. Fra le pagine dei numeri di Percorsi... gli utenti del centro si cimentano in attività di scrittura giornalistica e non, dando libero sfogo alla loro creatività e ai loro interessi. Noi, incuriositi da questa produzione, abbiamo voluto intervistare la direttrice della rivista, Annapaola Di Ienno, che ci ha svelato tutto ciò che accade nella redazione di Percorsi... e anche di più! Buona lettura.   Percorsi... è una rivista “speciale”. Come è nata e cosa ti ha spinto a realizzarla? Percorsi... è nata 11 anni fa del tutto casualmente: io ho incontrato il centro diurno per un servizio associativo che dovevano fare a me, ho visto dei ragazzi impegnati in diverse attività e sono stati gli operatori stessi a chiedermi di cosa mi occupassi. Io gli ho detto mi occupavo di giornalismo, ero già iscritta all'Ordine dei Giornalisti, e loro mi hanno proposto di realizzare la rivista come esperimento. Io in realtà, all'inizio, ero un po' restia perché non sapevo nulla della Sclerosi Multipla e delle conseguenze che potesse portare, poi c'era anche il fatto che non sapevo se gli utenti avrebbero gradito un'attività del genere. Da lì abbiamo fatto delle settimane di sperimentazione, ci siamo conosciuti e poi tutto è proseguito. Da quale ispirazione viene questo titolo? L'ispirazione per il titolo mi è arrivata dal percorso stesso che avevo proposto agli utenti del centro. Dissi proprio: "Perché non non la chiamiamo Percorsi questa rivista?". Loro mi hanno chiesto il perché volessi intitolarla così e io ho risposto che secondo me avremmo fatto un vero percorso. Non avrei mai pensato che sarebbe durato 11 anni, quindi figuriamoci come potevo stare quando, dopo averlo proposto, ho avuto la loro fiducia e loro hanno accettato ad occhi chiusi! Lavorare a questa rivista significa collaborare con gli utenti del centro diurno e con i volontari. Che apporto da Percorsi alla vita dei suoi collaboratori? Partecipano in maniera felice a questa iniziativa? Utenti, collaboratori e operatori lavorano in perfetta sinergia e l'apporto che dà la rivista, a detta degli operatori, è molto positivo perché è un'attività che gli utenti ritengono interessante e stimolante. Sì, stimolante, perché dà la possibilità di esprimersi nella maniera più completa possibile, tenendo conto delle loro possibilità. Ricordo che le prime volte diversi utenti mi dicevano "non sono in grado di scrivere" oppure "non ho l'istruzione adatta, sei sicura che ce la faccio?", io ho sempre risposto loro che chiunque ha delle potenzialità e che potevano essere espresse in questa rivista. Ognuno di loro viene aiutato dai volontari del servizio civile e dagli operatori a tirar fuori le sue potenzialità, mentre io mi limito a coordinare il loro lavoro e a seguirli in tutto il percorso che fanno. Vi svelo una cosa: tutte le bozze che mi vengono proposte io le revisiono insieme all'autore dell'articolo stesso, e questo crea un rapporto di maggiore complicità, perché la revisione viene fatta a quattro mani. Non è sempre facile capire cosa l'autore del pezzo voglia dire, per cui bisogna lavorarci sopra; a volte subentra anche la stanchezza fisica e quindi bisogna prima tirarli un po' su e poi proseguire. Tempo fa avevo espresso la volontà di assentarmi per un periodo di tempo e per questo la rivista ha rischiato di essere esclusa dalle attività del centro. La loro reazione è stata una sorta di ribellione: se non ci fosse più stata la rivista, loro non avrebbero più frequentato il centro di lunedì! E questo ha messo in allarme un pochino tutti, me compresa, che allora mi sono dovuta rimboccare le maniche e continuare a trovare del tempo per loro. Poi, piano piano, siamo cresciuti in maniera esponenziale, quindi posso dire che loro sono estremamente felici di quello che fanno. Cosa ha portato questa rivista nella tua di vita? Che dire, io sono contenta di questa attività, perché per me è arricchente. Mi dà la possibilità di dimostrare a me stessa che, nonostante le difficoltà, se si hanno delle potenzialità queste possono essere sfruttate al massimo. Per me è una lezione di vita per tanti motivi. Si può dire che la lettura dei numeri di Percorsi... è un vero e proprio viaggio attraverso articoli e sezioni diversi fra loro: come vengono decisi i temi da affrontare? Che spirito c’è nelle riunioni di redazione? In ogni numero di Percorsi... c'è un viaggio che noi affrontiamo, e il bello è che non sappiamo fin dall'inizio come sarà questo viaggio. Gli argomenti vengono proposti innanzitutto con la massima libertà di espressione. Ognuno di loro, rimanendo colpito da una data cosa, scrive un suo pensiero al riguardo e insieme a tutta la redazione si approva oppure si danno degli spunti ulteriori per approfondire. Non avrei mai pensato di approfondire dei temi scientifici, eppure nel numero 11 è successo. Allo stesso modo non avrei pensato minimamente che sarebbe nato uno spazio riservato alla poesia con relativo commento. Per esempio c'è un utente che mi dice sempre di essere arrabbiato e mi propone degli argomenti che lo toccano particolarmente: ultimamente si è dedicato al cambiamento climatico, portando un pezzo che lui stesso ha definito "un papiro di considerazioni e di osservazioni", che lo hanno portato anche a ricercare delle notizie scientifiche. Chi se lo sarebbe mai aspettato? Molto spesso davanti alle patologie che ci sono non si parla mai delle potenzialità. Lo spirito che c'è nelle riunioni di redazione è di alta collaborazione, tanto è vero che per il numero che stiamo preparando – il dodicesimo – stiamo cercando di creare un'ulteriore sinergia tra chi scrive e gli utenti che ascoltano, così se chi scrive si trova in difficoltà gli altri cercano di fargliela superare. La scorsa settimana un utente non riusciva a individuare il titolo per il suo pezzo, invece di suggerirglielo io, come nei numeri precedenti, sono stati gli altri utenti a fornire un ventaglio di proposte e, tra quelle, io mi sono occupata di scegliere la più consona. Anche questo ha portato ad avere una sinergia maggiore tra tutti noi, operatori compresi, perché, tra l'altro, senza di loro la rivista non si realizzerebbe, diciamoci la verità. Tanto spazio viene dato alla scrittura creativa. Perché questa scelta? La scrittura creativa è un'attività nata in maniera indipendente dalla rivista, ma mi sono resa conto che i lavori che gli utenti presentavano durante questa attività erano talmente validi, che alcuni ho deciso di pubblicarli con il permesso delle operatrici ovviamente perché mi sembrava giusto far emergere un altro lato degli utenti stessi. Mentre nel giornalismo ci sono delle regole che vanno rispettate, la scrittura creativa è un pochino più libera, ciò che conta sono le idee ed eventualmente i sogni, che uno ha dentro di sé ed esprime su un foglio. Potete trovare nelle pagine dedicate alla scrittura creativa, per esempio, anche un viaggio in mongolfiera ben descritto, cosa che in un giornalino di sezione non si dovrebbe proporre, però io l'ho proposto. Mi sembrava un'attività che in qualche modo doveva essere pubblicizzata anche nella rivista di sezione, perché fa parte delle attività del Centro Diurno. Annapaola, puoi dare ai lettori di Vortici.it un’anticipazione di ciò che sarà nel prossimo numero? Il dodicesimo numero è in lavorazione da un po' di tempo. Di solito appena esce il nuovo numero a dicembre – dallo scorso anno abbiamo scelto di pubblicare a Natale –, subito dopo gli utenti pensano già al numero successivo, perché sono talmente entusiasti del lavoro che hanno fatto che, giustamente, mi chiedono di pensare già al successivo. Anche se abbiamo un anno davanti non è semplice organizzare tutto e spesso i temi non sono così facili da trovare. Quest'anno però stiamo andando più spediti, nel senso che abbiamo già un'idea di come impostare il numero, ma non posso dare nessuna anticipazione concreta perché non so ancora come lo realizzeremo. Attualmente, ai lettori di Vortici.it posso solo dire che si parlerà di attualità, di autonomia e di disabilità, che riguarda l'utente in primis, e soprattutto si parlerà del ruolo che hanno i anche i volontari, che aiutano queste persone nelle attività che svolgono quotidianamente. Read the full article
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lamilanomagazine · 7 months
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Esplora l'Atmosfera Incantevole di Floriana Autunno/Inverno 2024-2025: Un'Eleganza Ribelle nel Cuore di Milano
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Esplora l'Atmosfera Incantevole di Floriana Autunno/Inverno 2024-2025: Un'Eleganza Ribelle nel Cuore di Milano. Se c'è una cosa che Milano sa fare meglio di qualsiasi altra città, è sicuramente creare atmosfere underground che catturano l'essenza dell'eccentricità e della libertà. E questa stagione, la discoteca disco pub Floriana ha raggiunto nuove vette di creatività, immergendo i suoi ospiti in un mondo di eleganza ribelle e glamour senza tempo. Un'Esperienza Sensazionale: La Presentazione di Floriana Autunno/Inverno 2024-2025 Immagina di varcare le porte di Floriana e trovarti catapultato in un mondo di luci scintillanti, suoni avvolgenti e una folla di persone che vibrano di energia. È qui, in questo contesto straordinario, che Floriana ha presentato la sua collezione Autunno/Inverno 2024-2025, e devo dirti che è stata un'esperienza indimenticabile. Eleganza Underground: Il Marchio Floriana Floriana non è solo una discoteca, è un'icona di stile e libertà nell'underground milanese. E la sua collezione Autunno/Inverno riflette perfettamente lo spirito audace e glamour del locale. Dai tessuti metallici ai tagli audaci, ogni capo è un'espressione di individualità e fascino senza tempo. Eccentricità e Raffinatezza: I Capolavori di Floriana La nuova collezione di Floriana è una celebrazione dell'eccentricità e della raffinatezza. Immagina abiti scintillanti che catturano la luce della pista da ballo, giacche strutturate che conferiscono un'aria di mistero e accessori audaci che completano ogni look con un tocco di glamour. Ogni capo è stato progettato per trasformare chi lo indossa in una vera e propria icona di stile. Liberi di Esprimere Sé Stessi: Lo Spirito di Floriana Ciò che rende veramente speciale la collezione Autunno/Inverno 2024-2025 di Floriana è il suo spirito di libertà e individualità. In un mondo dove l'unicità è spesso soppressa, Floriana celebra la diversità e l'autenticità, invitando i suoi ospiti a esprimersi attraverso la moda e lo stile in modo audace e senza compromessi. In Conclusione: Un'Eleganza Senza Confini In conclusione, la presentazione della collezione Autunno/Inverno 2024-2025 di Floriana è stata un'esperienza indimenticabile che ha catturato l'essenza dell'eleganza underground. Con capi audaci e raffinati, Floriana continua a sfidare i confini della moda e dell'individualità, confermandosi come un'icona di stile nel cuore pulsante di Milano. Se ami l'avventura e l'eccentricità, non puoi fare a meno di innamorarti della collezione di Floriana.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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ninocom5786 · 9 months
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Elodie non mi piace né dal punto di vista musicale né tanto meno dei suoi live. Ciò non significa che deve fare porno, fa la escort, che è un p.... e via dicendo.
Gli insulti sessisti e i pregiudizi non hanno nulla a che fare con la critica musicale quando si tratta di mostrarsi e di esprimersi come lei fa liberamente. Il problema non è lei, ma l'industria musicale che fattura su queste esibizioni, lei lo fa per questa più che per sé stessa.
Non è questione del sesso e del genere. È questione di creatività, gente.
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