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#faccia il nostro cavaliere cavaliere ancora a te
elenascrive · 1 year
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Mio Carissimo Amico Fraterno,
il Nostro Giorno, come ogni anno da entrambi tanto atteso, è arrivato. Oggi festeggiamo 16 anni di Vita insieme e ovviamente anche stavolta l’emozione sta prendendo il largo. Sono commossa nel pensare che dopo tutto questo tempo trascorso, Tu abbia ancora voglia di sopportarmi, ma come ci riesci? Sinceramente non l’ho ancora capito ed incredula Ti ringrazio, perché la Tua Amicizia fraterna oramai lo sai già, per Me significa tantissimo, al punto tale da fare tremenda fatica ad immaginare la Mia Vita senza di Te! Ecco perché spero che Tu abbia ancora voglia di sopportarmi e di starmi vicino a lungo. Soprattutto in quest’ultimo periodo la Tua vicinanza è stata fondamentale, riuscendo a placare la Mia anima parecchio scossa ed in tormenta con la Tua delicatezza e la Tua saggezza che per l’ennesima volta hanno permesso di donarmi un po’ di tranquillità, la stessa di cui ho sempre un disperato bisogno per quanto sa farsi desiderare. Le Mie battaglie si fanno meno impossibili infatti, quando Tu attraverso la Tua preziosa comprensione riesci a capirmi alla perfezione, senza tanto bisogno di spiegazioni e soprattutto di giustificazioni. Tu sai già come la penso dunque e sai anche come agisco, ecco perché con Te non temo mai fraintendimenti né pregiudizi di alcun genere. Insomma tutto questo solamente per ribadire che per Te continuo ad essere il solito libro aperto, che riesci a leggere senza problemi, anche quando non c’è scritto niente, solo sfogliando pagine che nonostante alle volte siano bianche e piatte, Tu riesci comunque a trasformarle in qualcosa di colorato e di autentico e per questo già lo sai non Ti sarò mai riconoscente abbastanza. Grazie inoltre per la Tua spiccata simpatia che riesce a strapparmi un sacco di sorrisi e risate genuine.
Quando Ti ci metti infatti sai essere un vero e proprio mattacchione. Grazie infine per la Tua infinita conoscenza e altrettanto cultura che metti a Mia disposizione ogni qual volta né necessito, migliorando così facendo il Mio sapere. Quante cose, quanto termini, quanti significati ho scoperto ed imparato grazie a Te! Per questa ragione credo che anche la Mia scrittura Ti ringrazia poiché è migliorata insieme a Me! A proposito di scrittura Ti sono infinitamente riconoscente che continui ad apprezzarla un sacco, attraverso i Tuoi complimenti che mi scaldano perennemente il cuore, donandomi la straordinaria forza per non smettere mai di crederci. La verità è che con Te i complimenti si sprecano. Ho perso il conto di quanti me ne hai rivolto nel corso degli anni e tutti quanti magnifici e per questo indimenticabili. E non solo sulla scrittura, ma anche in altri ambiti, poiché Tu mi hai sempre vista come una persona dai diversi talenti e dalle tante capacità, credendo molto più in Me Stessa, di quanto non lo faccia Io, facendomi sentire unica e speciale, come pochi al Mondo.
Tutto questo fa di Te pure la voce della Mia coscienza quella che mi spinge a valorizzarmi per poi amarmi. Ogni volta che parli bene di Me mi fai un prezioso, importante Dono, e anche questo già lo sai. In effetti Ti sto scrivendo cose che Tu oramai conoscerai a memoria, poiché già lette e rilette infinite volte, però non ne posso fare a meno poiché per Me è importante che Tu capisca quanto sa essere profonda la riconoscenza che provo nei Tuoi confronti.
Qualche settimana fa, in uno dei Miei tanti lunghi messaggi, Ti avevo chiesto quale fosse il ricordo più bello della Nostra Amicizia e Tu ne hai elencati alcuni molto belli che è stato un vero piacere rivivere, aggiungendo però che la Nostra Amicizia è ricca di ricordi ed Io Ti risposi che ero d’accordo con Te! La Nostra Amicizia è un Ricordo continuo, un’Emozione dal sapore unico ed infinito. Qualsiasi cosa tocchi riesce a trasformarla in Affetto genuino. Dobbiamo andarne orgogliosi, oggi più che mai!
Bene, dopo questo, non posso che ringraziarti ancora per aver scelto di divenire il Mio Fratellino Cavaliere, restandomi fedele in tutti questi anni. Ti voglio un modo sconfinato di bene!
Tua per
Sempre
Sorellina e Principessa
Elena
@elenascrive
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emozionarsi98 · 1 month
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Ciao, ti scrivo per dirti tutte quelle cose che non ti ho mai fatto sapere dopo quel giorno in cui mi hai lasciata. Ti scrivo per dirti tutte quelle cose che non ti ho mai detto anche quando eravamo ancora l'uno dell'altra, ancora prima che siamo definitivamente affondati.
Non ci siamo mai chiariti.
Il nostro rapporto è una parentesi rimasta aperta, un discorso incompleto, una favola senza finale rimasta bloccata alla parte in cui la principessa si è persa nel bosco in attesa del cavaliere che la salvi.
A volte non basta piacersi per stare assieme, non è sufficiente guardarsi negli occhi e sperare che l'altro faccia la prima mossa per amarsi.
Abbiamo trascorso mesi nella reciproca compagnia l'uno dell'altra senza mai conoscerci davvero.
Tu, beh… tu non mi hai mai conosciuta.
Io di te non ho mai capito nulla, so che sei una testa matta, uno spirito solitario che però ama la compagnia, la compagnia vera. E odi chi ruba solo il tuo tempo, come ho fatto io.
Ma è colpa tua: sei tu che mi hai cercata, tu che mi volevi a tutti i costi. Sei stato tu a lasciarmi.
Ti lascio andare perché non posso più permetterti di farmi pensare che ciò che sono non è mai abbastanza
ti lascio andare perché provarci con tutta me stessa, metterci il cuore e mai la testa e sforzarmi di essere tutto il meglio che posso non è mai stato abbastanza.
Ti lascio andare perché non è giusto inseguire qualcuno che non ha nessuna voglia di farsi trovare, aspettare chi non vuol arrivare
sognare qualcosa che non può accadere ed esserci per chi non ci sarà mai per te, dico bene?
Ti lascio andare perché non conta quanto io ti voglia se tu non vuoi me allo stesso modo perché bisogna far le cose più che per amore, per amor proprio perché ogni volta che ti penso tremo ma tremo di più se penso che a pensarti perdo sempre un sacco di tempo e intanto la vita non aspetta mica me e non posso rimanere indietro ad aspettare te.
Lascio perdere non perché vorrei perderti ma perché se non ti perdo perderò me stessa molto presto lascio perdere perché alla fine ti accorgerai di cosa hai perso ma io manco voglio questo
perché le cose che accadono troppo tardi sono anche peggio
e anche oggi che mi manchi non posso più aspettarti se no poi sarà troppo tardi per tutto il resto.
Ti lascio andare anche se senza te non vado da nessuna parte non perché lo voglio perché è più giusto, punto. 
Ti lascio andare perché ti amo. Ti lascio andare perché se aspetto te, faccio del male a me.
Ti lascio andare perché se continuo così finisco per odiarti. E io non voglio odiarti, non voglio arrivare a questo.
#ANIMAFRAGILE❣️
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janiedean · 4 years
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You are a disgusting piece of shit that deserves to die slowly and painfully.
well, if you’re who I think you are I think you could benefit from a good look in the mirror, just saying ;) 
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corallorosso · 3 years
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Dittature: 85 anni dalla presa di Addis Abeba Oggi, ad 85 anni dalla presa di Addis Abeba, parleremo della Campagna d’Etiopia. 5 maggio 1936: la presa di Addis Abeba “Oggi 5 maggio, alle ore 16, alla testa delle truppe vittoriose, sono entrato in Addis Abeba”. Questo il telegramma inviato a Mussolini dal Maresciallo di Pietro Badoglio, comandante del corpo di spedizione in Etiopia. In realtà la città era già stata raggiunta qualche giorno prima dagli ascari, ma comprenderete come non si potesse affidare l’entrata trionfale a dei negri. Badoglio era già stato Governatore della Tripolitania e della Cirenaica (Libia) dal 1928 al 1934, ove si era coperto di gloria assieme al suo degno sodale generale Rodolfo Graziani, Vice Governatore: i due mattacchioni organizzarono esecuzioni pubbliche dei capi dei ribelli e deportarono 100.000 individui appartenenti alle tribù seminomadi del Gebel (base attiva della resistenza antiitaliana), per i quali vennero allestiti degli insediamenti stabili atti a favorire una più moderna urbanizzazione e socialità, altrimenti detti “campi di concentramento”. Gli storici ci dicono che non si può parlare di campi di sterminio, giacché in essi non vi era nulla che fosse finalizzato in maniera preordinata alla morte degli ospiti: non si può che convenirne, anche alla luce del fatto che ben 50.000 di essi ne uscirono vivi. Non dobbiamo giudicare con gli occhi di oggi, all’epoca avere una colonia era un po’ come avere l’argenteria: magari non serve a niente, ma dà lustro alla casa. Quindi anche l’Italia (che si era fatta precedere di almeno 3-4 secoli da portoghesi, spagnoli, inglesi, olandesi), ben prima che arrivasse l’Uomo della Provvidenza si lanciò alla conquista di terre esotiche: nel 1890 la Somalia e nel 1911 la Libia. Poteva S.E. il Cavaliere Benito Mussolini non dare agli amati italiani l’occasione di mostrare, come già in passato, la loro militare vigoria? Poteva negare ai figli del patrio suolo la meritata espansione territoriale? E allora via alla conquista dell’Etiopia, partendo proprio dal fronte somalo, per unificare il cosiddetto Corno d’Africa nell’A.O.I., Africa Orientale Italiana. Italiani brava gente? Mettetevi nei panni di un ragazzo che nel 1936 si spaccava la schiena su terre pellagrose per avere a stento di che nutrirsi. Probabilmente costui, quando la coscrizione militare lo strappava a quella misera condizione per essere vestito di tutto punto, nutrito e armato, era contento di andare a sparare agli etiopi. E ancora: l’uomo che diventava assegnatario di un terreno e di una casa colonica, oppure di un impiego e di una casa popolare, sia pure in una terra che prima della partenza non avrebbe saputo indicare sulla carta geografica, era anch’egli contento. Il fatto che ciò fosse il frutto di una guerra di occupazione non turbava, essendo la guerra -fino a qualche decennio fa- una cosa del tutto naturale, figuriamoci poi se fatta contro i selvaggi. E, se non turbava le truppe, figuriamoci gli ufficiali e gli alti comandi, votati all’elitarismo che si confà alle classi egemoni. Difficile dire se le canzoni di propaganda rispecchiassero realmente il sentimento popolare. Se fra 85 anni qualche sociologo dovesse pensare che il sentimento popolare italiano del 2021 era fotografato dai reality show su isole varie e dagli spettacoli serali di varietà delle reti nazionali, mi sentirei sottorappresentato; ma, poiché esistono molti nostri connazionali che vedono questa roba e ci si divertono pure, non vedo perché dovremmo dubitare che nel Ventennio accadesse lo stesso. O morettina Gli italiani, si sa, non sono razzisti, soprattutto in fatto di donne. Oggi ne è testimonianza il melting pot offerto dall’industria del meretricio nel nostro Paese, rispetto al quale ci mostriamo assai ricettivi, certamente più di quanto lo siamo nei confronti degli immigrati di sesso maschile. All’epoca si generò un genuino sentimento nei confronti delle donne etiopi, sintetizzato non tanto nella più nota “Faccetta nera” (ove si canta piuttosto l’opera civilizzatrice del Fascismo nel solco dell’Impero Romano), quanto in questa canzone d’amore, che merita di essere trascritta integralmente: Ho trovato sul lago di Tana una bella moretta che Dede si chiama, che m’ama e m’adora: la porto in Italia, la porto in Italia! ora è povera e nuda ma quando sarà al mio paese la voglio vestire da bella signora, la porto in Italia, la porto con me! O morettina, o morettina, ti voglio vestire con una pelliccia di barba di ras! O morettina, o morettina, ti voglio vestire con una pelliccia di barba di ras! Morettina va’ nella capanna, va’ dire alla mamma se vuole lasciarti venire in Italia, ti porto in Italia, ti porto in Italia! La mia mamma mi ha dato una chicca per te perché è tanto contenta che tu mi conduca in Italia, io vengo in Italia, io vengo con te! O morettina, o morettina, potrai assaggiare le pizze, le vongole ed il panetton! O morettina, o morettina Potrai assaggiare le pizze, le vongole ed il panetton! “Addio Signor Negus, in Italia me ne vo, non mi far la faccia scura, tanto non tornerò!” “Ma perché morettina vuoi lasciarmi, ma perché, ma perché?” “Io vado laggiù a civilizzarmi! Ciao, ciao Selassié!” O macchinista fuoco al vapore, tra poche ora potrò sbarcar. Porto in Italia l’ombrello del Negus, e cinque barbe, e cinque barbe porto in Italia l’ombrello del Negus, e cinque barbe tagliate ai ras! Siamo dalle parti di “Un sacco bello”, con Carlo Verdone che parte per la Polonia con calze da donna e penne biro; oppure del turismo sessuale in Thailandia e Sudamerica; ma qui v’è una grazia maggiore, un afflato da pater familias. Divertentissima poi l’esortazione “non mi far la faccia scura” rivolta al Negus, a dimostrazione che il vero umorismo non può essere confinato negli steccati del politically correct. (...) A.C. Whistle
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tashaodinsbane · 3 years
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3.12.76                              Sostegno morale
T:«Dai,Chris.Dacci dentro e non pensarci più». Si,chi prima inizia prima finisce «Che poi ci penso io a ricordartelo» Ah no «A vita» Sì,proprio tenera. Ovviamente la serpetta sghignazza senza remore mentre entra nell’aula della tortura. «Oi,Kael!»esclama nel vedere il compagno di classe nella stanza «Anche tu non vuoi perderti lo spettacolo?»
K:«Ciao.Sono qui perché volevo copiare le tavole in realtà.» accenna a quelle appese ai muri dell’aula con una mano «Non mi è riuscito bene l’incanto oggi e non mi va di rischiare, quando ci va il mio famiglio di mezzo.»
Cr:« Beh, ammettetelo che siete venute solo per svolgere la punizione al posto mio»
T: «Ti piacerebbe» K:«No, la punizione è tua. Io non ti disturbo,fai pure tu.» Cr:«Fossi in te prenderei quel roditore che ti porti appresso e farei un po’ di pratica piuttosto che stare a copiare delle stupide tavole»
K: «La pratica su Acrobata la faccio quando sono sicuro di non fargli del male.» 
T:«Ma qui hai la possibilità di vedere il nobile Sir Lock che si sporca le mani. E invece ti metti a studiare?»  K: «Non sapevo l`avessero fatto pure cavaliere» scherza di rimando con uno sbuffo divertito. T:«Oh sí» risponde a Kael con un tono serio accompagnato da un occhiolino divertito «I grifi hanno il loro Sir Nick Quasi Senza Testa. E noi serpi abbiamo il nostro Sir Lock Senza Punti» 
Cr:«che schifo» dice fra se e se ma ad alta voce mentre si appropinqua a guardare una per una le gabbie degli animali… «beh penso inizierò da te» dice avvicinando le mani all’apertura della gabbia contenente il topino grigio chiaro con l’orecchia mozzata che aveva scelto durante la lezione
T: «Toh guarda.Nemmeno un minuto di punizione e già comincia a parlare con loro»osserva con tono quasi tenero.
Cr:«Petrìficus Totàlus. Bene,così non scapperai ovunque mentre pulisco la tua… robaccia» T:«Eddai,così non vale»commenta saltando giù dal banco e avvicinandosi per osservare il povero roditore «Dovevi farti mordere:è più divertente».
Cr«… che cattivo odore…ma qui non vi pulivano le gabbie dai tempi di Merlino»
T:«Eh beh,si chiama punizione per un motivo»ridacchia e allunga una mano per dare qualche pacca affettuosa sulla schiena del biondino «Una punizione di me...rlino»
Cr:«la cosa ti diverte vero, Tash?» T:«Potrei mentirti e dirti che sono dispiaciuta per te.Ma siccome non mento agli amici...»aggiunge con una faccia da schiaffi « Mi sto divertendo da morire. Sei proprio un bello spettacolo!». «Forse avrei dovuto fare una bozza delle tavole anche io»dice a voce alta mentre si china su Kael per sbirciarne gli appunti «Magari poi mi passi i tuoi» Approfittando della posizione si avvicina all’orecchio di lui per sussurrare piano «Il tuo Acrobata» dice puntando lo sguardo sul topino «deve fare la pupù?»Ma che domanda è?
K:«Non so, di solito me lo dice quando gli scappa.» replica alla compagna tornando con gli occhi azzurri su di lei e scrollando infine le spalle. «come mai?»
Cr:«hey voi due… non è che state confabulando qualcosa?» T:«Nah,cose tra f...»un istante di esitazione in cui evita la gaffe per un pelo. Scusa,Kael ma ogni tanto ci impappiniamo. Dobbiamo abituarci. «Tra amanti degli animali». Si china nuovamente su Acrobata esclamando a voce alta «Proprio carino il maglioncino!Lo hai fatto tu?» e poi aggiunge in un sussurro «Non è che gli scappa tipo, adesso?» indaga,un sorriso furbo che fa strada sul suo viso «Sai,potremmo fargli lo shampoo »E alza una mano ad altezza pancia,sfruttando il proprio corpo per puntare un dito nella direzione del concasato senza farsi vedere da lui.
K: «In realtà no, lo ho comprato. Gli sta benissimo, no? E poi è natalizio!» risponde seriamente, senza cogliere che quella fosse una copertura. «Mmh» arriccia le labbra osservando Acrobata a lungo e con attenzione e poi scuote il capo 
T:«Peccato» dice fingendo delusione. Chissà se avrebbe veramente maneggiato della pupù a mani nude solo per lanciarla in testa a Chris...
K:«però aspetta…» lampo di genio, un sussurro «ho qualcosa nella borsa» e ringraziamo la scorta quasi infinita vinta quest’estate da Scherzi da Mago per questo. Una mano va a recuperare la tracolla e la mette sulle gambe e, dopo aver abbandonato la piuma nel calamaio, entrambe le mani iniziano a ravanare. «Eccola!» un sussurro condito di eccitazione nel momento in cui estrae un pacchetto di caccabombe e ne porge una a Tasha «Fai veloce»  Se la ricorda ancora la caccabomba che proprio Christian ha tirato contro di lui quest’estate. Una piccola vendetta, un innocuo scherzo alla fine.
Ma ecco il lampo di genio di Kael e su Tasha ricompare il ghigno malefico. Si china sul ragazzo,prendendo la caccabomba con la mano destra mentre tiene la sinistra ben in vista, a beneficio di Chris, e la allunga verso Acrobata per accarezzarlo. Apparentemente quindi si è fermata a fare le coccole al roditore ben vestito,mentre invece sta attivando la bomba con una mano sola. Una volta fatto,lesta lesta, si volta di scatto prendendo di mira un punto vicino a Chris e lancerebbe la Caccabomba vicino ai piedi del concasato «Toh!»urla indicando poi con la mano sinistra l’uccellaccio gigante nella gabbia in alto «Ha sganciato una puzzetta!» Cr: «ma che diavolo fai!» urla a Tasha ma in men che non si dica un odore orribile si disperderà vicino al serpeverde.
T:«Ma è stato il pennuto!» protesta mentre batte le mani una volta e si piega in avanti per assecondare le proprie risate. 
Cr:«io sappiate che questo odore non lo sistemo» 
T:«Eddai,per un po’ di cacca in più» Cr:« Anzi sapete che vi dico… che mi avete rotto i boccini» dice togliendosi i guanti e sbattendoli per terra, tira quindi un calcio al secchio d’acqua rovesciandolo a terra T:«Ooooooh» commenta spalancando gli occhi e fingendo un tono sconvolto «Siamo due rompiboccini,Kael» 
Cr:«sappiate che me la pagherete!» dice recuperando la tracolla e sbattendo la porta e uscendo dall’aula... il piccoletto è un po’ permaloso a quanto pare…
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marcoferreri · 5 years
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INTERVISTA A MARCO FERRERI di Adriano Aprà (1969)
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Mi hai detto, uscendo dalla proiezione di Dillinger, che era il tuo film che preferivi, anche perché era fatto in totale libertà; una cosa, questa, che forse non avresti potuto dire per i tuoi precedenti film.
Lo posso dire anche per i film precedenti; certo, è stato più difficile e travagliato costruirli… Dillinger è una cosa pensata, decisa e girata… A parte che Dillinger era un'idea che avevo già in testa da abbastanza tempo. Certo, c'è più libertà a farlo direttamente, per conto proprio, non c'è bisogno che te lo dica io. La contestazione, cosa vuol dire la contestazione? Dillinger è nonostante tutto ancora un film borghese per i borghesi. Non abbiamo col pubblico un dialogo rivoluzionario. Le scelte, il problema delle scelte: dobbiamo essere degli operatori rivoluzionari, cioè degli agitatori culturali, o dobbiamo essere semplicemente dei registi? Queste poi sono riflessioni mie, perché tutti gli altri, anche quelli più sensibili, hanno subito detto che no, in fondo si sentono abbastanza tranquilli, si sentono di fare un'opera valida anche dentro il sistema. Bertolucci stesso, crede di non essere integrato, crede di essere un autore che si batte per le sue idee; dice: “l'autore si deve esprimere con l'opera”, questo è il concetto con cui cerchiamo di salvarci.
E tu in questo concetto non ti riconosci?
No, non mi riconosco, perché appena esci dal cinema… La contestazione, cioè quello che abbiamo fatto, quello che non abbiamo fatto, quello che abbiamo visto: abbiamo visto la repressione, abbiamo almeno sfiorato o intravisto i problemi che cerchiamo battendo nel nostro tema, oppure nel mio tema particolare, quello dell'alienazione, della solitudine; problemi che ignoriamo, perché piano piano non uscendo, non parlando con la gente ignori. Invece, in fondo, vedi che esistono problemi ancora primari, problemi quasi neorealistici, il problema del mangiare, del vestire, dell'avere i  soldi…
Tuttavia il tuo film ha ben poco di neorealistico…
Che vuol dire! I film non vogliono dire niente. L'opera di un signore può essere coerente, ma essere coerente non vuol dire essere rivoluzionario; io posso dire di essere coerente, non ci sono gli studenti che mi spernacchiano, ma comunque non posso dire di essere rivoluzionario.
Mi colpisce il fatto che parli di tornare fra la gente nel momento in cui fai il tuo film più lontano dalla gente.
Queste sono contraddizioni fondamentali in un individuo… Certo, l'ho fatto, ma riconosco i miei limiti… Comunque anche prima lo pensavo, già dai Palloni. Non nei film spagnoli, non nella Donna scimmia, perché erano film diciamo più neorealistici. Quando entri nell'isolamento lo fai per protesta, perché ti dici: “io non voglio essere assorbito, io non voglio entrare nel sistema”, ma non è che isolandoti non entri; vivi, vivi in isolamento ma vivi nel sistema, dai una ragione anche al sistema per dire “ma nel sistema si può criticare, si può parlare”… In fondo un film, che può essere non rivoluzionario ma che attaccava una parte del sistema, per noi attaccava la censura, era L'ape regina, perché dopo L'ape regina, che è stata ferma sei mesi, che ha costituito un precedente, qualcosa è cambiato. La mia opera la individuo anche in questa distruzione, in questo cercare di ottenere la libertà massima. Adesso è diverso. Dillinger è sì un film a basso costo, è un film abbastanza felice, è un film libero, ma poi deve rientrare nei canali, c'è una distribuzione, ci sono le vendite, cioè entra nei canali normali; è sempre una protesta borghese; ripeto, può darsi che noi possiamo fare solo questo, ma io non sono contento; sento gente che dice “ma io non sono integrato, io sono contento di quello che faccio, io faccio tutti gli sforzi per essere al di fuori”, ma non è vero, con le opere non intacchiamo.
E allora perché fai film?
È sempre una questione personale.
Dunque, che fare?
Ci sono due strade. Bisogna decidere: o fare delle opere quantitativamente numerose, tirare fuori le opere, cercare di distruggere il metodo attuale del cinema, fare cinquanta film in un anno se si possono fare, fare i film come li fa il signor Godard, in una certa direzione, con un certo capitale; oppure smettere per un momento di fare il cinema e cercare di fare la rivoluzione; questi sono i due sistemi. E la rivoluzione si fa facendo la rivoluzione, non facendo i film.
Ma tu fai i film, non fai la rivoluzione.
Ma io non lo so, può darsi che faccia i film perché mi serve per prepararmi a fare qualche altra cosa.
I film non possono contribuire a creare una sensibilità diversa?
Impossibile in questo momento. Esistono certe strutture, ma non servono neanche i canali laterali. Un film come Dillinger in fondo è come se lo avesse fatto lo stato: lo distribuisce l'Ital Noleggio, l'Ente di Stato, che non funziona. È costato poco, ma non basta ancora, perché non arriverà, perché sarà sommerso; non parliamo poi solo di cinema: quello che martella la gente quotidianamente è la televisione, è la radio, i giornali, tutti i canali di diffusione, di informazione, di persuasione; un film non ha la verità di un fatto, di una notizia; in fondo è vecchio il sistema del cinema così com'è. Insomma, c'è un termine abbastanza bello, anche se molto borghese, quello di “ghetti culturali”. Il cinema sta diventando forse ancora più del teatro un prodotto per ghetti culturali. Certo cinema, s'intende.
Un discorso, il tuo, abbastanza deprimente, che non sembra spiegare la carica d'entusiasmo che c'è, ne sono sicuro, dietro Dillinger.
È sempre una carica di entusiasmo personale, ripeto. Non è nemmeno più di ribellione. O è una ribellione solo personale. Però oggi come oggi le ribellioni personali o le rivoluzioni personali non servono. La rivoluzione con il film che uno si produce non serve a niente. Che cosa cambia, quali strutture cambia? Vedi i giovani: c'è un festival, vanno a un festival; credono ancora che i festival servano. Tutti quanti, anche quelli picchiati dalla polizia, poi credono alla funzione di una giuria, ai venti signori che possono comprare un film; tutti premiati, anche quelli che fanno i documentari…
E un modo di fare il cinema tipo quello del nostro comune amico Mario Schifano?
Mario Schifano fa bene a fare il suo cinema, ma addirittura quello è un cinema, come per Leonardi, da cavaliere teutonico, non serve a niente. Può darsi che fra un anno Mario Schifano faccia i film che costano 300 milioni. Io lo apprezzo, stimo quello che fa; Mario Schifano fa un film, lo vorrà far vedere, ha bisogno di distribuirlo, ha bisogno di premi, passa la censura, sta nei canali; che lo faccia poi più economicamente non cambia molto le cose: sta nelle formule, gioca con le formule.
Ma a questo punto non si può fare altrimenti. Bisogna pensare che l'opera alla lunga serva.
Il cinema alla lunga non serve a niente.
Allora non vedi soluzione?
Non ne vedo. E bisogna tanto essere onesti da dire che non si vede soluzione. Forse è sempre meglio fare invece di una cattiva opera rivoluzionaria, un'opera negativa al massimo, un'opera che voglia distruggere. Dillinger non è certo un film positivo, è un film negativo, perché è un film abbastanza tragico. Ecco, al massimo possiamo arrivare a fare gli sciacalli di un mondo che va distruggendosi, e basta. Ma ormai la gente ha bisogno di soluzioni, ha bisogno di contare su qualche cosa. Film positivi, però, come sono adesso le cose, ancora non si possono fare. Il pianto sul personaggio, l'alienazione del singolo, il mondo distrutto vanno bene, sì, ma non ci sono mai soluzioni. Il suicidio cinematografico non è proibito.
Ma il sole rosso con cui finisce Dillinger?
Va bene, il sole rosso di Dillinger può essere la speranza, ma sempre letteraria. Dillinger è un'opera cinematografica, ripeto; la nostra funzione è sempre più limitata, più chiusa. Poi, veramente, parlare del film… È inutile. Parlandone con voi o parlandone con altri è sempre ricadere nello stesso sistema. Non sarete più Sadoul, non sarete altri cinquanta morti che stanno morendo, però stiamo sempre a parlare fra di noi dei film che facciamo, ci facciamo delle belle riviste, ci facciamo una cultura cinematografica, ci facciamo dei bei film…
Un tentativo di sopravvivere, forse…
Sì, perciò un tentativo veramente egoistico, provinciale, chiuso. Noi siamo i vitelloni, i vitelloni della cultura, ci facciamo vedere fra di noi i film. “Moravia l'ha visto il film?”, “No, lo deve vedere”; “E Pasolini, l'ha visto?”, “No, bisogna che lo veda”; il tutto poi si riduce a venti persone; poi sei eroico, dici “No,  Bevilacqua non lo invito, però posso invitare Dacia Maraini”. Poi hai altre sette persone, tre in Francia, un'altra in America, Susan Sontag… Piccoli gruppetti, sempre.
Nonostante questo, visto che il film lo hai fatto, non vedo perché non se ne debba parlare. Per esempio, nei confronti dell'Harem, un film in cui fra sceneggiatura e regia…
Ma la fase di sceneggiatura in Dillinger è molto ridotta; è un rapporto col personaggio, la scena, la casa; questo termine che avevi trovato tu, processo di accumulazione, sarebbe il miglior titolo per il film. Ma è disonesto parlare dei film. Dato che già facciamo una cosa che non serve, che si distrugga per contro proprio! Nel silenzio. Il film l'ho fatto per tanti motivi: perché mi piaceva fare questo film, perché con questo film ci ricavo un po' di lire; ma comunque faccio una cosa che non serve a niente, perciò è inutile parlarne.
Parliamo allora del tuo atteggiamento nei confronti del “fare cinema”. Mi colpisce in te, che credevo un istintivo, come Rossellini, la capacità di costruire un'opera, come in Dillinger…
Ma sì, perché poi l'istinto diventa razionale: l'istinto dei moribondi diventa razionale a un certo punto… E difatti diventa sterile. Quando uno è istintivo, dopo si sterilizza e diventa istintivo razionalmente. Non è che serva a molto. Certo, Dillinger è più razionale come costruzione perché tu ti rinchiudi e parli con te stesso, fai la tua piccola guerra personale con le idee riflesse dentro di te, ma che non serve a niente. I film non servono a niente. Quello che facciamo non serve a niente.
Forse il problema è che i film non vanno al pubblico adatto. Per esempio, è necessario un rapporto diverso con la classe operaia…
Sì, ma non ce l'abbiamo non solo con la classe operaia, ma con tutto un insieme di cose, con tutto il mondo, non abbiamo approcci, non abbiamo possibilità di arrivare… Le immagini, poi, che cosa vuoi che lascino nella gente? Insomma, il cinema è razzista, e basta. Il cinema nostro è un cinema di bianchi per i bianchi, che poi non lo capiscono: è il più grande razzismo possibile. Non serve ai gialli, non serve ai neri, non serve a nessuno.
Ma tu poni il problema in termini cosmici, quasi di eternità.
Non lo so. Ti ripeto solo che non mi interessa parlare di Dillinger. Dillinger è finito, penso che sia un bel film, sono contento di come è venuto, sono contento così, per me; credo che anche chi fa una seggiola è contento della seggiola che fa, e se l'ha fatta bene, t'immagini, ci si siedono per 50 anni, sono molte persone, più di quante recepiscano un film. Il film è stato girato con 9800 metri di pellicola in quattro settimane e tre giorni, quattro giorni in Spagna, due nella barca finale e basta. Il trucco del sole l'ha fatto il signor Natanson, piuttosto male.
Mi pare che Dillinger, per il suo aspetto astratto, sia il proseguimento dell'Harem; ma si riallaccia anche, per la carica di sensualità che lo caratterizza, ai film precedenti.
Nessun film è il proseguimento dell'altro. Nell'Harem ho fatto un certo bagaglio di esperienze; ci sono delle sensazioni avute, proprio delle misure, degli studi di tempi, di colore, di reazioni di un personaggio… Certo, le esperienze che ho avuto mi servono per quello che devo fare: non credo di essere ancora a una fase per cui quello che fai non ti serve, non ti aiuta. In Dillinger ci sono le esperienze dei film precedenti, dei momenti passati, di altre cose… E poi, oltre ai film ci sono dei giorni, dei momenti, delle impressioni, delle sensazioni che capitano…
(Tratto da: Cinema & Film, nn. 7-8, primavera 1969)
Adriano Aprà
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chiamatemianarchia · 6 years
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Lottare:
Impegnare le proprie forze materiali o spirituali in una decisa azione di affermazione o di difesa, combattere. E’ questo che trovo scritto se cerco su wikipedia il significato di questo verbo (Avrei potuto prendere un Garzanti ma per te sarebbe stato ancora più incomprensibile apprenderne il significato) Analizzando il significato del verbo devo dire che “AFFERMAZIONE-DIFESA-COMBATTERE” calza a pennello. E si , lo sai perchè? perchè in circa 365 gg ho affermato di essere innocente difeso il nostro amore e combattuto per noi . Peccato che la tua moneta di ricambio non è stata piacevole per niente e continui ad ostinare a non capire. Ho sbagliato. Ho fatto esplodere una bomba. Ho sofferto tanto.. mi sono presa anche le colpe che non avevo gli insulti che non meritavo e che continuano a risuonarmi nella testa , ho chinato il capo per noi , per me e per te . Perchè io senza te non so vivere. Stasera poi hai affermato praticamente che dopo un anno ANCORA non mi merito le tue “sorprese” , non mi merito un ragazzo che mi venga a trovare nella città in cui studio a meno che non sia io a portarlo, non mi merito un ragazzo che scampanella sotto casa perchè vuole far pace con me , non mi merito un ragazzo che dice agli altri che sono la migliore di tutte , non mi merito un ragazzo che mi faccia trovare uno straccio di disco scaricato illegalmente dicendomi “so che ti piace sta roba e volevo farti felice” , non mi merito le scuse del mio ragazzo , non mi merito di farmi guarire perchè DEVO guarirmi unicamente da sola, non mi merito la ragione perchè la regione è sempre tua da un anno a questa parte , non mi merito di dire “ma no amore non è così” , non mi merito di dire “sono triste perchè xxxxx” , non mi merito di potermi lamentare, non mi merito di pretendere perchè io devo solo DARE AMORE . Ho lottato tanto amore mio , ma proprio tanto, non mi son mai abbassata a tanto per nessuno , mi hai fatto provare una soglia del dolore a me sconosciuta e sai quanto io sorpottio il dolore. Ti ho solo chiesto di combattere insieme dopo un anno .. perchè penso di meritarmelo un po , penso di continuarla con te sta lotta al mostro ma te no amore mio , tu dici che non devi fare nulla che ti sei afflosciato e se mi va bene così bene altrimenti posso scegliere di andarmene. Sai cosa penso ora Amore mio? Che tu non mi voglia, perchè non hai voglia di lottare non hai voglia di ternermi , mi sento sola,non accettata, derisa. C’è il mio alterego che mi sta sputando addosso per quanto sto strisciando. Il fatto è che te sei il mio Amore e non voglio perderti. Pensi che faccia bene? Sapere che hai bruciato tutto ciò che ho creato per te disegni lettere parole, tu non puoi immaginare quanto tenga ai miei disegni, me ne ero quasi dimenticata la mia mente lo aveva rimosso sai perchè? Perchè se ci penso penso anche che non ti meriti il disegno a seguire , ma vedi amore io un altra chance te l’ho data ti ho ridato in mano parte di me un mio diisegno anche se pensavo che non lo meritassi , me ne hai chiesto un altro e ancora non l’ho fatto sai perchè amore? perchè ho paura. Si cazzo, ora ho paura e ho paura anche per il disegno che hai appeso , ho paura perchè se dopo un anno non hai voglia di lottare con me per me vuol dire che io non mi merito nulla e che ogni sforzo fatto fino ad ora sia vano. Dici che non faccio più nulla  bhe amore .. ora sai cosa si prova a non sentire più attenzioni. Io lo so che il principale problema per te rimarrrà il sesso , ma ti giuro non è un problema posso darti sesso ogni volta che lo vorrai ma non cercare amore perchè l’amore si fa in due non in uno e l’amore è come una lotta . Se te non lotti con me non puoi nemmeno fare l’amore. E si Amore mio mi sono rassegnata.. te non vuoi lottare per me  non me li merito i tuoi artigli sul mondo per difenderci , forse aveva ragione lui amore Sono una FALLITA , lui me l’ha detto amore e te hai rinforzato in concetto , con stasera hai mandato all’aria tutta la mia battaglia di un anno semplicemete perchè tu non hai le forze mentali o spirituali e non hai voglia di difendermi e di combattere. Volevo un cavaliere combattente non di certo un principe ma tu no lasci fare la spartana solo a me . E io amore sto perdendo perchè sono una fallita e ti giuro che sto cadendo e stavolta mi faccio male perchè tu hai perso la capacità dell’ascolto. Tu il mio cuore non lo vuoi più sentire mentre io con il tuo ci vivo.  Volevo solo fare a modo mio,a modo tuo a modo nostro la nostra lotta insieme a te. Ma te non vuoi , non me lo merito quindi amore continuo a raccogliere i blocchi di cemento  mentre tu poi me le rilanci sopra  , ma amore io sono forte ce la faccio. Ce la faccio per noi. Promesso Lè
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florence-castle · 2 years
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FLORENCE CASTLE’S HEROES OF CYBERTRON - EP. 06: NEMESIS PRIME
Dopo la pausa estiva, e ironia della sorte nel ponte di Halloween, riprendo la mia rubrica Heroes of Cybertron, e come al solito alternando gli Autobot con i Decepticon. Anche se questo qui non si può definirlo tale... insomma, è complicato!
NOTA: Alcune immagini non sono mie, ma vengono dal sito DeviantArt. Articolo scritto da me, con l'approvazione di @jazzluca.
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PUNTATA 6: NEMESIS PRIME, quando il tuo vero nemico è te stesso
Immaginate di essere un Autobot e di trovarvi in strada mentre state tornando alla base. È sera, fuori piove, la visibilità è scarsa. Talmente scarsa che non vi accorgete che un camion familiare vi ha appena affiancato. Penserete: “Bene, è Optimus Prime. Sono al sicuro.”... quanto vi sbagliate! Infatti, in quel momento, lo sconosciuto comincia a speronarvi cercando di mandarvi fuori strada e, prima che possiate riprendere il controllo, scoprite con orrore che quello che sembrava Optimus in realtà non è Optimus: il camion è dipinto di nero, le sue cromature sono sbiadite e ossidate, i fari brillano di un azzurro freddo come il ghiaccio e i parabrezza sono opachi e di colore rosso sangue. Inoltre, ciò che lo rende ancora più inquietante sono gli occhi rossi da Decepticon del robot! Per quanto voi gli urliate di lasciarvi in pace, lui si avvicina imperterrito e con molta freddezza vi elimina senza alcuna pietà prima di tornare da dov’era venuto.
Sembra il classico racconto a tema Halloween con i Transformer, e forse in fondo lo è, ma quello che avete appena incontrato è il protagonista di questa nuova puntata... che paradossalmente non parteggia per nessuno se non per se stesso nonostante il simbolo Decepticon sulla spalla.
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NEMESIS PRIME è un autentico abominio, uno scherzo della natura, il terrore sulle sei ruote. Se devo trovare un corrispettivo fumettistico, egli rappresenta ciò che Venom è per Spider-Man: un Bot molto più terrificante di Megatron in quanto oscuro riflesso di Optimus Prime, che instilla terrore nel cuore delle vittime mentre indossa la maschera del loro eroe. È dotato di alcune abilità del Comandante Autobot, ma privo di ogni restrizione morale, più che sufficiente per seminare terrore e distruzione dovunque egli vada, anche se la sua natura varia tra un universo all’altro. Giusto per dirne tre: un clone costruito dai Decepticon nella G1; una malvagia incarnazione del futuro creata da Unicron nella recentissima serie Netflix War for Cybertron; l’alter ego à la Dr. Jekyll/Mr. Hyde di Optimus Prime nel quinto film di Michael Bay TRANSFORMERS: L’Ultimo Cavaliere. E trattandosi di una creatura votata totalmente al Male e del tutto insensibile nei confronti della vita in generale, Nemesis è famoso anche per una più allegra e buffa caratteristica: odia a morte il Natale, come il vecchio Scrooge del Canto di Natale di Dickensiana memoria!
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Tornando seri, non conosco alcuna origin story di Nemesis Prime univoca poiché in generale egli esiste solo come “un Optimus Prime ricolorato di nero” e niente più. Mancanza narrativa del tutto giustificabile, dal momento che non vedremo un personaggio con questo nome fino al 2002, nella serie Armada della Trilogia Unicron. In effetti il Latore del Caos ci mette davvero lo zampino, creando un suo docile schiavo perché compia la sua missione di araldo – o meglio, il suo “burattino”, che è anche il titolo della puntata d’esordio – e causalmente è identico a Optimus, a parte i colori scuri e l’inquietante potere di rimarginare ferite anche mortali (avete presente la scena in cui Nemesis perde letteralmente la faccia... ma che si rigenera pochi secondi dopo?). I più puristi del franchise, tra cui uno degli amministratori del nostro gruppo Facebook Autorobot.it, hanno segnalato che prima di Armada esiste già un “prototipo” di Nemesis Prime. Basterà, infatti, fare un leggero passo indietro, esattamente nella serie Robot in Disguise 2001, e troveremo Scourge, un mercenario/cacciatore di taglie col corpo di Optimus Prime e la personalità di Megatron... un personaggio talmente riuscito da essere considerato una vera spina nel fianco per gli Autobot e da meritarsi un posto nel cast del prossimo film live action TRANSFORMERS: Il Risveglio.
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La mia origin story di Nemesis Prime che io preferisco in assoluto, tuttavia, viene direttamente dai fumetti IDW di quel periodo, tra i brillanti Spotlight di Simon Furman e la parentesi G1-Azione. La storia riguarda un trisavolo dello stesso Optimus, Nova Prime, e traduce in salsa Cybertroniana il “folle volo di Ulisse” raccontato da Dante nella sua Divina Commedia; storia peraltro presente anche nel videogioco della premiata ditta Activision/High Moon Studios, TRANSFORMERS: Devastation. L’allora Comandante Autobot, proprio come l’eroe dantesco condannato nel girone dei fraudolenti, durante uno dei suoi viaggi di colonizzazione ha peccato di curiositas (come la chiamano i latini) e si è spinto ben oltre i confini dell’universo conosciuto, finendo intrappolato in un buco nero. Non è bastato il discorso in stile «Considerate le vostre radici: non siete nati per vivere come barbari, ma per seguire virtù e conoscenza» per rincuorare il suo recalcitrante equipaggio, e lo sfortunato Bot viene dato per morto. Una morte apparente, in verità, perché si è salvato dopo essere entrato in simbiosi con una malevola reliquia familiare a chi ha giocato almeno una volta a TRANSFORMERS: The Dark Spark. La IDW la chiama semplicemente “Oscurità” ma il parallelismo alla Spark Oscura videoludica è palese, così come il cosiddetto Necro-universo (il nuovo regno di Nova Prime) somiglia in modo preoccupante all’Ade, all’Oltretomba, al “Dead Space” videoludico... insomma, un regno in cui il concetto di vita in sé non è il benvenuto. E, di conseguenza, come una versione in miniatura di Unicron, la sua prossima missione è distruggere proprio quella luce... indovinate chi? Esatto, Optimus Prime e la sua Matrice del Comando.
Anche se dovessi spingermi oltre nell’alludere all’ordine delle Lanterne Nere della DC Comics (perché gli schiavi del detentore dell’Oscurità sono praticamente degli zombi!) o addirittura a quel Titano Pazzo di Thanos della Marvel, il Nemesis Prime cartaceo è molto più accattivante e tridimensionale delle deludenti versioni del personaggio qui di seguito. La migliore delle due viene dalla Continuità Allineata, apparsa una tantum nella seconda stagione di TRANSFORMERS: Prime. Tornando al bad trip che vi ho proposto all’inizio, ironicamente è la stessa situazione in cui il povero Agente Fowler si è ritrovato suo malgrado nella puntata d’esordio del nemico: «Ti è forse andata di volta la marmitta?!?», esclama, durante il suo incontro con quello che si rivelerà un costrutto artificiale della MECH, organizzazione paramilitare che ricorda troppo il gruppo Cerberusdi Mass Effect o la KSI di TRANSFORMERS: L’Era dell’Estinzione. E come tale, questo nuovo supersoldato robotico (che, guarda caso, Miko ribattezza Nemesis Prime) è frutto dell’attento studio della tecnologia Cybertroniana da parte di Silas e la sua squadra, il quale lo comanda a distanza. Sarà l’intervento di Optimus a distruggere il suo “gemello” e a porre fine – momentanea – alla vita di questa efferata organizzazione, che fino a allora era riuscita a dare filo da torcere ai Transformer.
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Saltiamo ora al 2017, dieci anni dopo l’uscita del primo film live action dedicato ai Transformer, e anno di nascita del Nemesis Prime che mi ha lasciato di più l’amaro in bocca. Durante la campagna pubblicitaria della futura ultima opera TF di Michael Bay, il pubblico e i fan erano rimasti scioccati nel vedere nelle prime immagini e locandine un Optimus Prime con gli occhi viola e una “strisciata di sangue” su un lato del volto. Un errore? Una svista? Un depistaggio? No, semplicemente la verità: in L’Ultimo Cavaliere, infatti, il nostro torna inaspettatamente su Cybertron durante la sua ricerca dei fantomatici Creatori e viene letteralmente incatenato in stile La Caduta di Cybertron da un’antichissima e potentissima strega di nome Quintessa. Quest’ultima gli rivela che presto Unicron si sta ridestando e la Terra è destinata a morire in quanto Latore del Caos sotto mentite spoglie; di conseguenza, il sacrificio del pianeta riporterebbe Cybertron al suo antico splendore, o almeno in linea teorica: «Il tuo mondo è distrutto. – dice infine la strega – È redenzione che cerchi?». Optimus, con le mani legate, è costretto ad accettare e diventa di lì a poco succube di Quintessa, che lo spoglia della sua famosa purezza e lo trasforma nel riflesso oscuro di sé stesso... in pratica, da Dr. Jekyll a Mr. Hyde.
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Avevo detto che tra tutte le sue incarnazioni questo è il Nemesis Prime mi ha lasciato di più l’amaro in bocca, e per questo motivo ho deciso di spendere qualche riga in più. Semplicemente, mi ha deluso sia per la poca attenzione riservata al personaggio sia per la scelta estetica di modificare solo il volto e non l’intero corpo per distinguere l’Optimus “buono” da quello “malvagio”. Confesso, però, che mi ha rabbrividito molto quel primo piano in cui chiede alla coprotagonista umana di consegnargli il Bastone di Merlino con quel modo poco gentile – il gioco di luci e ombre della scena, infatti, rendono i tipici colori di Optimus più scuri e richiamano così lo Scourge di Armada... oppure la livrea nera da sempre caratteristica del personaggio di Nemesis nella mitologia dei Transformer. La magra consolazione è che almeno le famigerate minacce «Ti uccido!» di qua e «Ti uccido!» di là hanno più senso pronunciate da questa versione del personaggio che non dal suo più mite e eroico alter ego. Dunque, ironicamente, questo Nemesis Prime è il fantasma dell’Op-timus che da La Vendetta del Caduto in avanti predica bene ma razzola male, strappando facce e minacciando di morte chi non riscuote le sue simpatie.
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Di recente, visto il “successo” della controparte cinematografica, Nemesis si è ritagliato un posto anche nella Trilogia War for Cybertron di Netflix. Per non scendere troppo nel banale, quest’incarnazione altro non è che un Optimus Prime alternativo, in cui in un futuro remoto ha accettato di essere schiavo di Unicron al punto che da quel momento in poi lo vediamo al fianco dell’alter ego futuro di Megatron alias Galvatron: dunque sono loro gli antagonisti di tutta la vicenda, capaci di portare lo scontro tra le loro corrispettive controparti del presente non tanto sul piano fisico quanto su quello psicologico. Questo Nemesis Prime, quindi, rappresenta un Optimus Prime caduto nell’oscurità, non un suo clone malvagio!
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Menzione d’onore: Optimus Prime “Shattered Glass”
Non esattamente un’incarnazione di Nemesis Prime, ma credo sia doverosa fare una speciale menzione alla versione Shattered Glass di Optimus Prime, universo narrativo varato per la BotCon 2008 con l’idea di rovesciare i tipici canoni Bene/Male degli Autobot e dei Decepticon. In quest’ottica, il profilo psicologico dello storico Commander viene ribaltato completamente e ci troviamo di fronte a un dispotico leader, quindi a uno pseudo-Nemesis Prime: un Bot sadico, tirannico, crudele e ambizioso... in poche parole il Megatron di quella dimensione speculare!
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Si narra che, in passato, egli fosse un archivista – in linea con quanto si vedrà nella Continuità Allineata – fatta eccezione per il nome pre-Prime. Non più “Orion Pax”, come vuole la tradizione, ma Optronix, nome citato spesso nella continuità fumettista G1 della Dreamwave. In seguito, dopo aver riunito un manipolo di cittadini guerrafondai sotto lo stendardo degli Autobot, in un momento cruciale ma non documentato Optimus Prime (nuovo nome adottato dopo aver potenziato il proprio corpo) perse la testa... per fortuna non in senso letterale! Fu infatti allora che egli impazzì e sviluppò il macabro hobby di sospendere alle pareti i cadaveri dei suoi nemici sconfitti e di rivolgere loro la parola come se fossero ancora vivi. È completamente insensibile, capace di sfoggiare severe punizioni, minacce di morte e terribili scatti di ira persino nei confronti dei suoi più fedeli sottoposti. Un personaggio che non poteva mancare nella scheda del “Prime corrotto” per antonomasia!
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Sfortunatamente essere Nemesis Prime significa relegare la propria vita come action figure a un mero “Optimus Prime ricolorato di nero” a quasi ogni uscita del suo alter ego buono. Il capostipite di questa poco felice stirpe è un Basic della linea Robot in Disguise 2001 chiamato Spy Changer Scourge, che in seguito verrà riproposto proprio come G1 Nemesis Prime qualche anno più tardi. Da qui in poi, però, è una vera e propria parata degli Optimus in nero: un Alternator, un Classic/Universe 2.0, e persino un paio di Masterpiece. Il tutto senza dimenticare l’esistenza di due versioni del personaggio apparse nella recente Trilogia War for Cybertron, entrambe ristampe del Siege Optimus Prime: la prima è un’esclusiva giapponese della Takara, la seconda fa parte dell’ondata promozionale di Earthrise venduta come “Spoiler Pack”. Particolarità di quest’ultima è la presenza di accessori familiari e ripescati dalla vetusta linea Power of the Prime e un blocco di plastilina nera in cui sono sepolti tre piccoli cubi di Energon simili a quelli presenti nel set di Ultra Magnus.
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Nulla da dire anche per i modellini delle altre incarnazioni come Armada, Prime (che esiste solo come recolor della versione Arms Micron giapponese di Optimus Prime) e il Bayverse... o quasi. In quest’ultimo caso, a parte un Power Battler e gli ennesimi recolor di un Optimus Prime (il famoso “Evasion Mode” con l’altmode simil-G1 e il “cavaliere nero” esclusivo dei Toys-R-Us giapponesi) de L’Era dell’Estinzione, non esiste un Nemesis Prime giocattolo degno di questo nome. Guardando meglio, però, per la linea parallela Movie the Best del 2017 viene rilasciato un Leader ancora una volta esclusivo della Takaracon una livrea più scura, occhi viola e l’iconica “strisciata di sangue” di Quintessa. In quel periodo esce anche la linea dedicata a L’Ultimo Cavaliere e inevitabilmente anche il Voyager Optimus Prime subisce il trattamento Nemesis Prime, sottoforma di un’esclusiva Omni7 ribattezzata (con non molta fantasia) Optimus Prime oscuro. Infine, per il film spin-off di Bumblebee ritroviamo l’Evasion Mode del quarto film, anche quello ricolorato di nero ed è l’ennesima action figure a tiratura limitata – la “Legendary” giapponese, nello specifico.
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CONCLUSIONE
Nonostante tutte queste “buone qualità” narrative e la penuria di action figure degne di riscattare il personaggio, è relativamente raro incontrare una versione negativa di Optimus, perché ormai sappiamo tutti che la sua vera nemesi è e sarà sempre Megatron. Eppure, un possibile incontro-scontro tra i due Prime potrebbe essere articolato perlopiù sul piano psicologico: ci troviamo, infatti, di fronte a due distinte facce di quello che è considerato l’Eroe per antonomasia dei Transformer, e fa specie accorgerci che anche il pio Optimus possieda un lato oscuro, facendolo avvicinare sempre più a una persona in carne e ossa! Allo stesso tempo, dà l’illusione di mettere a confronto la figura bonaria e compassionevole a cui siamo ormai abituati dalla G1 in poi (quindi un Bot riluttante all’uso della forza e invece disposto a trovare la pace attraverso il dialogo) con quella controversa e violenta della saga Live Action.
Io spero solo in un nuovo modellino del personaggio una spanna sopra i suoi predecessori, purché abbia un design originale e che non sia solo l’ennesimo “Optimus in nero”!
Arrivederci alla prossima puntata! 😘
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arminissocute · 4 years
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Horror Night Halloween
HARLEQUIN – 7
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Luogo: Palco di Halloween Party – Knights
Izumi: È in ritardo! Dove sarà sparito ora?
Quello stupido idiota, ha detto “ho visto una cosa interessante!” ed è scappato via da solo...
Non vorrà mica balzare, vero? Santo cielo, sono stato io l'idiota per aver creduto che oggi avrebbe fatto le cose come si deve per davvero!
Arashi: Su, calmati... Non dovresti fare una faccia così spaventosa, Izumi-chan, anche se sei una creatura di Halloween ♪
Il pubblico può vederti, perciò cerca di mantenere le apparenze, okay?
Tsukasa: Sì, sono d'accordo. Ho ricevuto un messaggio da Onee-sama proprio ora, ha detto che Ritsu-senpai sta venendo qui.
Forse Leader ha notato Ritsu-senpai tra la folla e ha voluto andare a salutarlo?
Izumi: Hmph. Gli sarebbe bastato aspettare che Kuma-kun arrivasse qui. Che cos'è, un bambino impaziente?
Arashi: Su, su, non c'è bisogno di essere così arrabbiati... Sorridi, sorridi ♪
Izumi: Hey, non toccarmi la faccia, okay?! Mi sono già truccato!
Arashi: Fufu. Molto tempo fa, quando io ero in ansia, tu hai fatto la stessa cosa per me, vero, Izumi-chan? Ti sto solo restituendo il gesto~♪
Izumi: Molto tempo fa? Non ricordo...? Sei mai stato il tipo di persona che va in ansia, Naru-kun?
Arashi: Oh, e pensare che per me è un ricordo così importante. Sei un pessimo senpai! È stato quando avevo appena iniziato a lavorare come modello.
Me lo sono sempre chiesto, però- perché sei sempre così duro con me, mentre sei così protettivo con Yuuki-kun, anche se siamo entrambi tuoi kohai?
Davvero, questa è discriminazione! È un'ingiustizia!
Izumi: ...è perché tu non sei mai stato un fratello minore che ha bisogno di protezione, ma piuttosto un rivale di lavoro, no?
Arashi: Immagino di sì. Ma neanche Yuuki-kun è un tuo fratello minore.
È già diventato bravo abbastanza da poterlo considerare un tuo rivale alla pari, no?
Continui a ricercare con lui lo stesso rapporto che avevate in passato, ma non ti sembra molto egoista da parte tua?
Izumi: ...Questo lo so.
Arashi: No che non lo sai. È per questo che stavolta vi siete scontrati così. Perché non capisci che devi crescere e lasciare alle spalle il passato, Izumi-chan?
Halloween è una festa da bambini, perciò per ora va bene divertirti quanto vuoi, ma...
Quando sarà finito, dovrai toglierti la tua maschera da “Onii-chan affidabile” e tornare a comportarti in modo adatto alla tua età.
Izumi: …..
Mao: Hey, Knights! Scusate il ritardo! Dobbiamo finire di sistemare delle cuciture sui costumi prima di salire tutti sul palco, perciò dateci solo qualche minuto ancora!
Tsukasa: Oh, Isara-senpai dei Trickstar. Non vedevo nessuno di voi, perciò... non ero preoccupato, ma mi stavo facendo delle domande.
Il primo show è un live congiunto delle nostre unit, perciò se nessuno di voi è presente, rovinate i piani anche a noi.
Vi prego di non causare problemi agli altri. Tch, davvero...
Arashi: Ahaha. Che imbarazzo per te, Mao-chan! Farti sgridare da un tuo kohai~♪
Mao: Ahaha. In effetti, Suou-kun non ha torto, perciò mi devo scusare. Chiedo scusa per avervi fatto preoccupare.
Tsukasa: ...Sigh. E va bene, non mi preoccuperò se voi cercate di portare a termine la parte che vi è stata affidata.
Stai bene? Sembri un po' affaticato, in qualche modo.
Il tuo sorriso ha un'aria così sciocca... Te lo sei dimenticato? Questo scontro Knights e Trickstar è una cosa seria, sai?
Se vinciamo, potremmo anche strapparvi le cose che vi sono più care!
Potremmo anche condurvi alla rovina... perciò, perché?
Mao: Perché? Non so davvero come risponderti. Non lo so, forse è perché siamo Trickstar?
Tsukasa: Questo non risponde alla mia domanda.
Mao: Vero. Immagino che alle orecchie di un cavaliere giusto ed elegante, le parole di un trickster sembrino di un'altra lingua priva di senso.
Sto scherzando~ è difficile anche chiamarci trickster, con il peso di tutti i sogni e le aspettative che abbiamo sulle spalle.
Non siamo più in un ruolo di contorno, siamo idol, e abbiamo “star” nel nome. È giusto che le persone esprimano un desiderio quando ci vedono- forse è il nostro destino.
Tsukasa: ? Potresti per favore rispondere alla mia domanda in modo appropriato, invece di evitarla con tutte queste metafore vaghe?
Mao: Se canti insieme a noi, non avrai bisogno di una spiegazione. Probabilmente. ...Okay, immagino che questo sia poco carino da parte mia, perciò ora cerco di essere più specifico.
Come vedi, siamo andati in giro per la scuola vestiti da agili gattini. Passeggiando, abbiamo incontrato e parlato con un sacco di idol e di fan.
Ra*bits, 2wink, Switch, Ryuseitai... e molti altri.
Tutti quanti si stavano impegnando molto. Ognuno seguiva le regole, girando per la scuola e interagendo con i visitatori.
Ognuno nella sua storia, ogni singolo idol brillava più che mai. Era incredibile, e ho provato molta ammirazione per loro. È allora che ho realizzato che abbiamo tanta strada da fare, noi.
Ma nonostante ciò- ogni volta che qualcuno ci vedeva, ci chiamava. Forse erano preoccupati per noi per via di quel magazine e per aver visto le nostre reazioni.
E facevano il tifo per noi. Ci siamo sentiti dire “in bocca al lupo” così tante, tantissime volte, sapete?
Ci hanno detto che ci avrebbero aiutato in ogni modo, ci hanno ricordato che sono dalla nostra parte... anche se so che sono tutti impegnati ad occuparsi ciascuno dei propri problemi.
Hanno acceso in noi una scintilla, ci hanno dato una spinta. Questo ci ha reso davvero felici. E così abbiamo capito che, lungo la via, ci eravamo dimenticati qualcosa di importante.
Tsukasa: ...Qualcosa di importante?
Mao: Ahaha. Sai, insomma... che non esistiamo solo noi, al mondo.
Certo, non è che dopo aver conquistato il diritto di partecipare a SS abbiamo iniziato a tirarcela, però...
Siamo comunque in una posizione speciale che è un po' diversa da quella di tutti gli altri.
E così avevamo iniziato a pensare che dovevamo anche comportarci in una maniera un po' speciale. Come se avessimo tracciato una linea di separazione tra “noi” e “loro”.
Visto che stavamo anche continuando ad andare su e giù per il Giappone, eravamo meno coinvolti nelle attività principali della Yumenosaki, perciò ci siamo sentiti un po' alienati.
E in effetti penso che ci siamo anche montati la testa un pochino. Dopo aver vinto il DDD abbiamo pensato di avere qualcosa di “speciale”.
Speciali come i protagonisti di una storia, e per lo stesso motivo, isolati- e abbiamo finito per pensare, be', è così che va...
Ma, anche se era solo inconsciamente, alla fine eravamo gli unici a pensarla così.
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myncab · 5 years
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La verità è che ho paura, amore.
Chiudo gli occhi e questo mondo mi deconcentra.
Non so neanche da cosa.
C'è della trap in sottofondo, e io ho solo bisogno di mare e di vento.
Sorrido.
È più facile fare amicizia per venti secondi, un sorriso, uno sguardo, la consapevolezza che non hai nulla da perdere, ma anche molto poco da guadagnare.
Tutto si inasprisce col tempo. Il tempo cura dicono. Ma il tempo strappa, dilania, gestisce spesso tutto come un parcheggiatore abusivo.
Il risultato dall'alto è un puzzle di colori e pezzi attaccati un po' a caso, in cui non sai più cosa e di chi, ma il parcheggiatore se n'è andato, e ora sono solo cazzi tuoi.
Questo pianeta non è il tuo lo sai e lo sanno tutti. E cos'è quell'atteggiamento?
Merda è una di quelle mattine, e devo buttare tutto prima che sia troppo tardi.
Il problema è sempre l'avanzo.
Com'è che ti svegli e strascichi.
L'uomo con la valigia rosa ha la testa di lato, e guarda il nulla. È curioso a suo modo. Non c'è un solo rumore che lo distragga.
Lei invece ha la testa bassa, e sul suo telefono controlla che le splendide tende rosa che ha voluto condividere col mondo siano piaciute almeno a qualcuno, ma sappiamo tutti che non è così. E cammina. Cammina fino a che la strada le impedisce di continuare il suo viaggio. Saggia strada. Non stava comunque andando da nessuna parte.
Ma neanche tu.
Ti ho mai raccontato del mio odio per i trolley?
A volte vorrei essere in un film di Tarantino. Questi dialoghi dovrebbero portare a qualcosa di più, qualche morto, qualche dito che vola, e magari una sana scopata.
Tutto è più caldo adesso.
E l'odio per i trolley rimane.
Sai che spesso a seconda di come descrivi le cose puoi avere comunque ragione in un discorso sui grandi misteri della vita.
Il trolley è invasione dello spazio vitale altrui, è la dimostrazione che ce ne sbattiamo degli altri. Ci portiamo dietro queste bestie o bestioline che immancabilmente ci dimentichiamo di addomesticare, e dove potremmo stare in sette, ci state in due. Là dove c'era l'erba ora c'è un trolley. E dove la gente prima camminava, adesso le ruote scricchiolano, sotto il peso di qualcosa che so benissimo vi portate dietro solo perché potete. È tutto così oggi. Ci permettiamo di esagerare solo perché possiamo. Consumiamo tutto e disimpariamo ad essere autosufficienti, e ce ne fottiamo del valore delle cose.
Tutto vero da parte mia. E potrei andare avanti per ore.
Dall'altra parte del ring, abbiamo quel ragazzo col computer che sta lavorando anche in treno.
Il trolley mi chiede? Strana domanda alle sette del mattino.
Perché mai.
Comunque penso che sia dimostrazione che finalmente impariamo a staccarci dai nostri averi. Tempo fa ci tenevamo tutto addosso, zaini giganti e pesanti, ridicoli marsupi e fastidiose tracolle. Ha visto? Un aggettivo per ogni singolo oggetto. Rende tutto meno impersonale. Non divaghiamo.
Adesso abbiamo imparato il valore del nostro corpo, a non appesantirci con quello che non sia essenziale, a non definirci con quello che possediamo, ma a tirare fuori solo noi stessi.
E ad essere anche, mi permetta di dirlo, un filo più eleganti.
Guarda l'ora sul suo orologio da taschino d'oro.
Scusi ma adesso devo andare.
Accende i razzi e se ne va.
Io tanto mi dico che i jetpack ormai li vendono anche da decathlon ed è inutile che tu faccia il figo.
Me ne convinco parecchio.
Ma tanto lui è già lontano.
Sti razzi.
Non ci interessa.
Anche se si vede benissimo che la seconda teoria è più debole perché non ci credo.
Ci ho messo un personaggio antipatico. Odia i marsupi. Dalla mia dico che gli ho dato un jetpack. Solo i fighi ce l'hanno. Ho cercato di equilibrare. Ci ho provato dai.
Non mi rompere il cazzo.
Volevo scrivere il razzo ma l'ho già usato per sti razzi. Che comunque a me fa ridere ancora.
Ma non siamo qua a far ridere nessuno.
La teoria è questa. Basta prendersi un attimo, trovare un significato credibile, e gestirlo come la pasta della pizza. Lo giri lo tiri lo stiri lo lanci e la gente fa solo oooooooooh.
Poi anche se la pizza è fatta con la merda la gente dirà sempre ooooooh mentre la prepari.
Poi il tempo per lamentarsi lo si trova dopo senza problemi. Anche se ormai il gusto è roba di lusso.
Il bello è che rompiamo il cazzo agli americani per l'ananas sulla pizza, ma poi noi abbiamo comunque la pizza con le pere, e la rossini con la maionese. E tutti buonissima! Ma se te l'avesse fatta Jack avresti detto il solito americano che mette la maionese sulla pizza.
E nella carbonara la cipolla non ci va.
Che parlando con la cuoca di un ristorante famosissimo a Roma mi fa, IOCIAAAAAMETTOMASOLOMMMPEZZETTOCHEPPOIOOOTORGOCARTRIMENTIMECAGANERCAZZO.
Che vuol dire semplicemente caro romano che tu la cipolla nella carbonara te la sei mangiata almeno una volta e ti è pure piaciuta.
Si ma la ricetta! È importante mantenere la tradizione. Sto cazzo. Magnati la carta.
E questo lo offre il cavaliere nero.
Si tollerano un sacco di cose ai giorni nostri, si viene calpestati, umiliati, ci si riduce a litigare tra poveracci. Sta povera signora tutte le mattine è sul treno alle sette e non so perché. Forse è dio, che si annoiava ed è sceso qua, rimasto bloccato, problemi con la crocifissione dicono, abbiamo finito i chiodi, ci rubate anche i chiodi #primaichiodiitaliani sicuramente capo.
Quindi magari è rimasto bloccato quaggiù, e tutte le mattine alle sette prende sto treno ci osserva, stufo delle nostre lamentele senza mira.
Si tollerano un sacco di cose ai giorni nostri.
Tolleriamo e scleriamo a caso. Ci prendiamo due o tre punti fissi per non confonderci troppo nella massa, poi vi ci si buttiamo dentro e neanche ci tappiamo più il naso.
Abbiamo la coerenza di un volo di una cimice, sbattiamo anche contro qualche muro perché abbiamo raggiunto un limite. Per il resto possiamo sorridere se ci fottono, e piangere perché Bubi la strega della cisalpina è stata cancellata da netflix.
Avete mai pensato a quanti video porno ci sono? Voglio esagerare e dico ce ne saranno almeno chessò, la sparo grossa non giudicatemi, almeno diciamo, dai mi butto, almeno cento?
Com'è che non conosco nessuno che ne abbia fatto uno?
Dio si è svegliato.
Io mi spavento spesso per molto meno.
Dicevano dio è morto, ma in realtà è solo a farsi i cazzi suoi.
Ho provato a pregare dio, ma lui non mi ascolta.
Non è vero mi dice l'uomo in nero.
Guarda.
Ultimo accesso ieri.
Questo si sveglia tutte i santi giorni e prende il treno alle sette.
Voi pregate tutti la mattina presto o la sera, non è che uno si sveglia e ha voglia di leggere tutte le vostre cagature di cazzo.
Non è vero che dio non ci ascolta.
Ha semplicemente disabilitato le notifiche.
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I social media sono, sul cuore, personali. È Golden Goose Scarpe Outlet atto per comunicare le persone. Mio marito ed io, inoltre, costruiamo rapporti di lavoro (sia di persona che online) che fornisce gioia e significato - le nostre vite, quindi non bisogna lasciare che il business faccia con le imprese di social networking rubare famiglie di cui lo faranno. Prenditi del tempo specifico per aiutare a investire sulla vita degli altri, e le ricchezze esatte che ottieni saranno molto più grandi di quanto si possa trovare nei bilanci dei conti e anche nei calcoli del ROI. Chiedete alla vostra azienda che tipo di persona ha Scarpe Golden Goose igliorato dal mostrarvi per dirvi in ​​un modo semplice e veloce che sembra essere abbastanza semplice e veloce per avere successo sulla più importante rete internet. Ti fanno valere per pagare a quel consumatore qualcosa per ottenere l'ammissione a perché esperienze segrete passate? Quella persona prende una garanzia del 100% che la sua procedura ti riceverà eccessivamente? Ho necessariamente una garanzia Scarpe Golden Goose Outlet ompletamente infallibile e incondizionata e semplicemente non questa garanzia è seguita da un sacco ben preciso che impressiona i dettagli per la vostra società che 'garanzia al 100%' spesso non è la stessa una volta 'garanzia assoluta' e che anche il 100% è solo un'incredibile approssimazione e non una soluzione realizzabile. In tutti i termini, l'accesso diretto al valore di altri clienti (OPM) è la forma più comunemente associata alla leva quando consente a te e alla tua famiglia di andare oltre i limiti creati dalle risorse differenti e di eseguire invece intraprendenza che farà tutto ciò che farai. Come parte dei termini di business, la leva sarà la base che eleva il lavoratore autonomo che possiede un lavoro di routine da spesso il cavaliere di affari che uomo o donna una preoccupazione aziendale. In termini finanziari / di investimento, il problema consiste nell'acquistare l'accesso per aiutare i clienti che non sono i tuoi a dover utilizzare beni con molta padronanza e un pacchetto di prodotti a pagamento. Pensaci intorno ad un secondo. questo ragazzo conosce il tuo mercato principale lungo la linea della spina dorsale della mano del tuo ragazzo, John sa quali sono gli extra in aggiunta al tuo settore e tutti gli annunci pubblicitari vincenti di una persona. Puss potrebbe essere costretto ad aiutarti a fuggire verso di lui è senza dubbio ancora un fuggiasco incredibile, inoltre la sua iniziativa di risparmiare la parte della città lo rende un Scarpe Golden Goose Saldi ampionato tra quei cittadini. Puss e Feline si infrangono sulla strada dalle guardie principali subito dopo di più, ma Kitty le consiglia di vedere quasi sicuramente il tuo animale domestico di nuovo presto, mentre tua madre mostra che ora ha preso gli stivali dell'uomo. Ovunque la tua organizzazione sia più desiderabile ora nella tua vita, per favore fermati per un momento degno di fiducia accoppiato con certe verità. Il mio vero oro e argento non sta decisamente nel nostro risultato o forse nella realizzazione, tutto avviene durante il processo. Quando qualcuno si concede uno spazio minuscolo, quindi cura progettato per l'uscita d'oro d'oca dentro di te, è probabile che una volta appena posare un uovo d'oro. Non ti preoccupare, non c'è sempre nessun posto dove andare, hai praticamente tutto ciò che richiedi per il quale il modo beato di vivere ti piace di più. Hai principalmente dimenticato persino l'esatto oro vero diretto - in quella stanza di persone. La fonte individuale insieme al corso era Aesop, che ha raccontato il racconto migliore usando un nucleo morale di The Goose che inseriva l'uovo color oro. Un vero uomo in più che la sua dolce metà aveva quel bel pacchetto di soldi per contribuire a un'oca che metteva in piedi un uovo incandescente ogni giorno. Per quanto riguarda un po ', hanno vissuto felici e / o vissuti bene, ma è in quel momento che diventano impazienti su come hanno già accumulato le loro ricchezze istantaneamente. Ma pensano che se, forse l'oca non fosse la falsa cosa come il miglior ovulo d'oro, deve essere ripiena con i loro preziosi giocattoli di metallo. Se è probabile che tagliano la particolare oca aperta, probabilmente potrebbero ottenere il suo oro completamente subito dopo. Di serie praticamente tutti sappiamo qualcosa che è successo, spesso l'oca potrebbe essere solo un'oca, ma non ci sono metalli preziosi d'argento dentro.
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gamesguardians · 7 years
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[FoW] Lore di Lora: Eredità Perduta 1 - Una Storia Fuori Dal Tempo
“Quindi cosa è successo?”
Un ragazzo chiese ad una ragazza.
“Non dovrebbe essere: ‘Quindi ora cosa succederà?’”
Una ragazza chiese ad un ragazzo.
“Davvero?”
“Davvero” 
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Da qualche parte lontano dalle grinfie del tempo, Reflect e Refrain discutevano su cosa avrebbero dovuto chiamare “stanza”, per la mancanza di una parola più adatta. La dimensione tascabile era costituita da diversi cubi interconnessi di spazio tenuto insieme dalla magia là dove lo spazio non sarebbe dovuto esistere. Le dimensioni scintillanti dei cubi si increspavano di tanto in tanto ma mai, nemmeno una volta lasciavano intravedere null’altro che la più assoluta integrità.
Al di sotto dell’insieme dei costrutti magici c’era una piccola stella, non più grande di una mano.
Nonostante il corpo celeste brillasse di una luce pallida e delicata, c’era una disagevole sensazione di imprevedibilità. Lo spazio contorto e la luce piegata intorno alla stella come acqua in un tubo.
“Sarete mai d’accordo su qualcosa voi due?” Onestamente ogni volta che aprite bocca mandate all’aria qualsiasi conversazione. Chi stiamo per mandare?” La voce leggermente irritata di una terza figura, anche lei presente nella stanza si manifestò.
La terza entità non era nient’altro che una scimmia, solo un po’ più alta e un po’ più eretta. Il suo volto portava i segni di uno che aveva visto troppo per aver vissuto una sola vita fin troppo lunga. La sua barba e i suoi capelli rossi gli davano un aspetto un po’ selvaggio a dispetto del suo atteggiamento un po’ burbero.
“La conversazione stava proseguendo perfettamente. Non infastidirci scimmia”
“Non è giusto?”
“E’ corretto”
Gli strani gemelli annuirono all’unisono come se volessero darsi ragione a vicenda.
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“Ovvio, la prima cosa su cui siete d’accordo è insultare un vecchio” L’uomo scimmia si passò una mano tra i capelli mentre lo diceva.  “Ecco il motivo per cui qui non si fa mai nulla” Continuò borbottando.
“Questi due non sono naturali e non fanno nemmeno un buon lavoro nel sembrarlo.”
“Non penso abbiamo bisogno di un’altra disputa” Una quarta voce si aggiunse alla discussione. “Wukong, penso sia meglio che vada tu questa volta, Reflect e Refrain sono andati l’ultima volta e io ho già ottenuto il permesso da Adelbert.” La voce, la cui fonte rimaneva ancora sconosciuta, si rivolse all’uomo scimmia chiamandolo per nome.
“Si, ma c’è una cosa ancor più importante e che troverai molto interessante. C’è una certa tendenza che questo gruppo sta seguendo e al loro riguardo abbiamo bisogno di più informazioni”
“Posso picchiare qualcuno?” Wukong si scrocchiò le dita con un ghigno stampato sulla faccia.
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“Ti devo chiedere di trattenerti in questa particolare missione.”
“Uff non sarà affatto divertente. Come posso rimanere in forma se di tanto in tanto non mi procurassi qualche graffietto insignificante?! Non possiamo lasciare quest’incombenza alla recluta?” Sun Wukon si guardò intorno nella stanza per un momento poggiando le sue mani sui fianchi. “Dove diavolo è la recluta?”
“Purtroppo penso lei stia svolgendo un altro compito al momento. Questa è una situazione molto delicata Wukong, se le cose dovessero volgere al peggio voglio la persona meglio attrezzata di tutti per svignarsela il più in fretta possibile.”
“Ok, ok, ma è davvero così grossa come la stai dipingendo?”
“Stai mettendo in dubbio la mia abilità?” rispose la voce severamente.
“Nah ci stavo solo ragionando sopra…” Wukong replicò con un sorrisetto.
“Ti stai rivolgendo in questa maniera a Xuangzang?” Faresti meglio ad ascoltare quando gli altri parlano”
“Stai scherzando?! Gli ho detto molto di peggio. Sgridarmi è diventato un suo hobby. Ho comunque sentito almeno la metà delle cose che hai detto. Puoi vedere il futuro del resto. Penso che ti dovrei dare retta.”
“La mia magia scrive nel mio libro “Mille e Una Notte”, passati e futuri possibili. Se riguardino o meno le nostre linee temporali non posso dirlo con certezza ma si possono sempre scorgere dei segnali.
“E? Cosa succederà nel nostro futuro di così preoccupante?”
“E’ tutto qui, continua semplicemente per un po’ e poi si interrompe improvvisamente.”
“Non la rendi mai facile eh?! Ok, va bene. Quindi vuoi che io controlli quei tizi?”
“Si te ne prego.”
“Ricevuto. Immagino sarebbe meglio se quegli idioti che stanno incasinando il futuro, non mi vedessero. Vieni Nuvola Volante!”
Nonostante non si vedessero entrate o uscite, una piccola nuova dorata emerse dalla piccola stella che brillava al centro della dimensione tascabile. La nuova sfrecciò attraverso le pareti scintillanti del costrutto magico. Wukong, saltò sulla nuvola, rimanendo in equilibrio su di essa esattamente come se stesse sulla terraferma.
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“Sarebbe meglio. Questa cosa non sarà tanto semplice, Wukong. Non abbiamo mai avuto irregolarità di questo tipo prima.” Non appena Wukong volò via, scomparendo nella minuscola stella dalla quale era comparsa la nuvola, Scheherazade fece la sua comparsa, incrociando il suo sguardo.
“Ok voi due, torniamo al nostro discorso” Scheherazade rivolse nuovamente la sua attenzione ai gemelli.
“Si, si hai ragione l’abbiamo tirata fin troppo per le lunghe”
“No, no non abbiamo perso tempo per nulla”
“Davvero?”
“Davvero”
Scheherazade, scosse la testa e aprì le “Mille e Una Notte” e cominciò a leggere da un passaggio scritto di recente.
“Grazie alla luna illusoria, Lunya fu in grado di risvegliarsi e di tornare al suo vero io, Nyarlathotep. Con la sua nuova forza, fu in grado di sconfiggere Mercurius, la strega dei Sette Astri di Altea. Millium e gli altri furono in grado di salvare sua zia Lumia, che era la chiave per purificare la Terra, che era stata trasformata in un diabolico oggetto di potere oscuro. Allo stesso tempo, Kaguya e Fiethsing incontrarono il misterioso vampiro, Mikage Seijuro e alcuni membri della sua famiglia. I due gruppi testarono reciprocamente la loro forza l’uno contro l’altro fino a che la flotta delle grandi volanti che costituivano la nazione di Altea apparve da uno squarcio dimensionale.” Scheherazade si fermò per un momento come se stesse pensando a qualcosa. Qualunque cosa fosse, ritenne fosse meglio non dirla e ricominciò a leggere dopo aver girato pagina.
“Fiethsing e Kaguya avvertirono immediatamente una potente entità avvicinarsi insieme ad Altea, e Fiethsing decise che erano necessari ancora una volta la saggezza e la forza di tutti i Sei Saggi. Però molti dei Saggi erano stati sigillati all’interno di Pietre Magiche durante la Grande Guerra delle Pietre Magiche. Quindi Kaguya e Fiethsing decisero di separarsi, ognuna di loro alla ricerca dei saggi. Kaguya trovoò Grusbalesta, sigillato nella sua pietra senza alcun problema, invece gli sforzi di Fiethsing di trovare Moojdart resero chiaro solamente il fatto che qualcun altro l’aveva trovata prima di lei. Qualcuno intelligente e abbastanza bravo con la magia da avvertire dove si trovasse quella potentissima pietra.
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“Davvero esiste qualcuno così?!” Reflect sussurrò a sua sorella.
“Come può non esistere?” rispose Refrain.
“Davvero?”
“Davvero”
Scheherazade ricominciò a leggere dopo questa piccola interruzione da parte dei gemelli.
“Salvata Lumia, il gruppo di Millium tornò velocemente al Palazzo di Luce. Incontrarono però un altro ostacolo. Il secondo dei Sette Astri e fedele discepolo di Mercurius: Mars. Esperto di magie esplosive a lungo raggio, questo spaventoso utilizzatore delle arti del Mana di Fuoco provò ad annientare la compagnia dalla distanza, usando la sua magia esplosiva per tenerli separati e lontani da lui. Con la scomparsa della luna illusoria, Nyarlathotep era tornata ad essere Lunya e quindi in una forma più debole ed incapace di essere di alcun aiuto. Millium stava già difendendo sua zia mentre ancora si stava riprendendo dalla sua magica prigione e Charlotte si stava occupando di Lunya. Zero maestra della spada, si trovava in grosso svantaggio contro un avversario del genere.
Ad ogni modo, un aiuto arrivò sotto forma di un misterioso cavaliere d’argento. Questo eroe, noto come Glorius, aiutò il saggio e insieme ribaltarono l’andamento dello scontro contro il piromante. Ad ogni modo, fu Millium a sconfiggere il mago. La pietra magica che gli aveva dato Lunya, si attivò improvvisamente di nuovo, dissolvendo senza sforzo la magia di Mars. Nonostante il gruppo non fosse ancora sicuro di cosa fosse successo esattamente, trassero vantaggio dalla situazione e sconfissero il… nemico.” Scheherazade si ferò per un momento sulla parola “nemico”, come se cercasse di pensare ad una parola più appropriata.
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“Una volta sconfitto, il gruppo di Millium proseguì alla volta del Palazzo di Luce”
“Giusto e sono così tornati sani e salvi” interruppe nuovamente Reflect.
“No, il loro viaggio era solo all’inizio” Lo contraddisse ancora la sorella.
“Davvero?”
“Davvero”
“Va bene, penso sia abbastanza per oggi.” Scheherazade chiuse il grosso libro.
“Awwww” I gemelli scandirono all’unisono.
Non se ne erano ancora accorti, ma Scheherazade era giunta alla fine degli scritti sulla linea temporale. Null’altro era stato scritto sul libro da un po’ e persino la battaglia contro Mars era stata insolitamente difficile da decifrare… Torbido o forse… Nebuloso? Era una sensazione davvero nuova per lei. Scavare tra le parole la facevano sentire come una persona sveglia da troppo tempo senza dormire.
“Questa linea temporale sta diventando sempre più instabile, gli ultimi mille anni in particolare.” Scheherazade sospirò tra sé e sé mentre fissava le pagine bianche che in circostanze normali sarebbero state scritte. C’era qualcuno dietro tutto questo. Di questo era certa. Ma chi? Nessuno, nemmeno lei o i suoi simili sarebbero stati in grado di generare una simile interferenza.
Di una cosa però era certa, qualunque cosa stesse per accadere, sarebbe stata incredibile.
Terribile o incredibile non era in grado di prevederlo. Ma incredibile? Di sicuro, senza alcun dubbio.
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janiedean · 4 years
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janiedean · 4 years
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dude you have one of the worst cases of "not like other girls" i have ever ecountered and i've spent a lot of time around teenagers
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già che piace a voi così altre repliche non fo anon ;)
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janiedean · 5 years
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Bro the Queen thing was just for a laugh lol let gay people make jokes
bro, if you had said ‘let gay people make jokes that make them sound like four year olds that just found out kindergarten exists’ I could have taken you seriously, but since you still can’t get into your thick performative activist heads that it’s not funny for anyone except maybe the three of you, I’ll explain you a few brief facts:
one: ¾ths of queen are straight so assuming they wouldn’t understand song they wrote and played (beyond somebody to love) already shows that you haven’t thought this joke through;
two: freddie mercury made a goddamned point to not make his sexuality a selling point or the only part of him people would be interested in when listening to his *music*, so your dumb jokes are something he would most likely fucking hate;
three: sorry to break it to you, but with all the sales queen had, going statistically, I can assure you more than half of their fanbase is straight, so congrats on assuming millions of people don’t get the bands they like;
four: music is an extremely subjective thing that tells different things to different people regardless of the original target of the song. I’ve seen articles titled ‘how I, a lesbian person, realized springsteen’s music wasn’t just for male cishet middle-aged guys’ in which people said that to them, a song that’s blatantly about a guy who killed someone and hightails it out of town and hopes that the border patrol doesn’t stop him, felt like it was about wanting to leave somewhere you had to stay in the closet and felt suffocated because you couldn’t come out. now, that’s nowhere near the original meaning of the song, but if for the lesbian author that related on that level… who the hell am I to make posts like ‘lesbians don’t understand springsteen songs’? spoilers: no one;
five: one reasons queen actually made it big was that their songs are actually very much relatable on a bunch of different levels and as I explained some ass who made jokes about how *straights* wouldn’t get I want to break free (written by a straight man btw but I see that now at least y’all are having the decency to pick songs that freddie wrote to throw shade at the straights TM, huh?), just that ONE song can be relatable for, FOR EXAMPLE, people with depression, people stuck in a phase of their life they hate, someone getting over a bad relationship and lgbt people who want to come out. and the lyrics to I want to break free are hardly extra complicated or difficult or obscure. of course then you have borap which no one still understands and freddie refused to explain but like… it’s IT CAN BE WHATEVER THE FUCK YOU WANT regardless of whether their lyrics are obscure or the entire contrary. that was what made queen sell the number of records they did - because they make songs people can relate to, genius;
six: the fact that your ***joke*** assumes straight people can’t in any way shape or form conceive a life where they feel like they’ll be forever alone and no one will love them or they will never find a relationship says all about how **funny** it is because it implies dehumanizing an entire category of people and assuming they don’t have feelings or can’t conceive what y’all go through, which then turns into People On This Hellsite sending straight people TM the worst kind of bullshit and vile anons just because since we have no feelings and we’re supposed to take all your dumb unfunny jokes then it’s fine. idk, since I’ve been here according to you I should have laughed at:a) people telling me at thirty I was too old for anything and I should look for a husband and get married already;b) people telling me I was a homophobe/half of this dumbass website blocking me on sight for informing y’all that straight women find men sexually attractive as a general rule - no, really;c) someone telling me once that they hoped I’d find someone I would trust implicitly and give all of myself to in bed just to have them tell me the moment after we’re done that I was ugly and unlovable and I deserved to die alone;e) being called a bitch/homophobe an insane amount of times for pointing out that straight women who don’t look standard attractive have issues;f) people questioning why I went to therapy because I happen to relate to a character in a straight ship that they hated and the reasons why I went are Issues That Character Has.that was just the first six instances I could think of because they were personal but I assure you, your rhetoric about straight people TM being dehumanized aliens who hate y’all isn’t helping literally anyone;
seven: as someone who has fucking struggled with years with the issues the somebody to love narrator has (I did look at the mirror and felt horrible/almost cried when I was a teenager, I did wake up each morning feeling like shit for half of my time in uni, I’ve been struggling with managing initiating contact with other people since high school fucked me up in that sense, I’ve been told that I could never be attractive enough to find someone who’d love me and that I was too brainy or ugly or extra or threatening for men to even look at me and so on) and who has always found that song immediately relatable which is why, surprise surprise, out of all the songs freddie mercury wrote on his own for this band - not counting the march of the black queen but that’s another story - somebody to love is absolutely my single favorite and has always been since the second I heard it, because to me it was relatable at seventeen and it’s relatable now, the moment I read that fucking ****joke**** I literally felt a bout of vomit rise up in my throat, my stomach closed up and for a second I felt like crying as your joke was implying that my straightness disqualified me from understanding/liking a song I’ve loved and felt deeply for half of my life, but I suppose that doesn’t mean anything in comparison to the fact that you **gays of tumblr** need to have a laugh at the expense of 85% of the planet and not, idk, homophobes? no, you never say HOMOPHOBES COULDN’T UNDERSTAND QUEEN or whatever the fuck it is, you say straight people can’t. if you don’t see where the fuck is your problem I’d advise you to really go back to kindergarten because usually you realize that other people have feelings at about that age and I have a feeling that if this is your reasoning for saying I should shut up and have a laugh at my own expanse, well, you’re just an asshole;
eight: newsflash, bro, some people use music to cope with just about anything. I’m not the only person I know who has a fairly damned visceral personal relationship with the music she listens to, to the point where I can do the art is not the artist thing np with just about any media except music - I can watch a movie made by a person I despise or whose political views I despise, if I think it’s a good movie, I can’t physically listen to music from people I despise or whose political views I despise. heck, every time my local rock music station airs current lynyrd skynyrd’s music I mute it because their lyrics make me want to hurl and I actually do like the melody half of the time, but I can’t listen to them. and I know people who are way worse than me about this. if you show up basically telling me (or whoever else) that bands we like and helped us through whatever fucking shit life threw at us are now Not A Thing We Can Like Or Understand Anymore you’re being an asshole and for a thing that makes no sense because the beautiful thing about MUSIC in general is that everyone finds the music they like relatable for different fucking reasons even if it’s the same artist and your dumbass attempts at **gatekeeping** bands that existed since before you were born and straight people listened to since before you were born and whose records they bought before you were born is honestly just so fucking ridiculous and really kindergarten-level that if that is what you need to have a laugh I advise you to develop some sense of humor, because you sure as hell ain’t got one.
good enough for you? your joke wasn’t funny. deal with it e stacce.
also: I’m fucking done giving a shit about what kind of dumbass jokes at the expense of **straight people** y’all think is cool to make on here. are we oppressed for being straight? sure af not. but since most straight people on here are actually allies and support your rights and uh, are also human beings that aren’t just useful when you need someone to reblog your info posts informing us that ***straight people can reblog!!! :)))*** underneath after having reblogged your fucking jokes ten minutes earlier, I really don’t give a fuck about your need to have a laugh at the expanse of other people’s feelings and I’m going to reblog all the people telling you that y’all ain’t funny until my fingers fall off.
ps: did you send this message also to the pansexual user who called that dumbass OP on their bullshit before I did? just for science.
pps: grow the fuck up, it’s been time since years and y’all have about played all of your ‘it was just a joke’ cards a hell of a long time ago.
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janiedean · 5 years
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Every time someone tries to reason with you you capslock and scream at them and are generally very rude. If anons are giving you trouble, why not turn anon off? This is a polite anon by the way so maybe I deserve a polite response.
hmmmmmmmm
someone tries to reason with you
more, someone tries to piss me off
you capslock and scream at them 
I usually don’t but you see, when you’ve said something for thirty times and people still don’t get it capslocking tends to catch their attention (is bolding text too rude for you?)
are generally very rude
I don’t see how I owe to be polite to people who are openly trying to make me feel like shit/trigger me without even knowing what the hell they’re doing because honestly they’re only succeeding in pissing me off here like if they assume I’ll get a nervous breakdown over this bullshit they can quit I can assure them I won’t
if anons are giving you trouble, why not turn anon off?
a) I did it actually smartass, like for a whole five days :) when I actually needed it open :)))))
b) half of my traffic is on anon and I have actually very nice anons coming in 85% of the time and I don’t want to spoil everyone else’s fun because of a couple assholes
c) it’s nice to see that other people are causing me drama so, like, instead of trying to get them to stop *I* am the one who has to close anon and shit instead of putting the responsibility on them so like....... again, why do I have to be at disadvantage because they are idiots?
 This is a polite anon by the way so maybe I deserve a polite response
no, this is a passive aggressive anon who keeps on assuming that politeness is automatically owed in the face of being treated like shit and let me tell you a thing anon
as someone who’s gone to therapy for the issues brienne has that most ppl in the jc corner like to deny because omg she never had any who even could want to identify with her if not some high school loser, let me tell you: it taught me at least that I don’t owe to be polite to anyone who doesn’t care about my boundaries and my well-being first, so like......... I’d be polite if people weren’t basically harassing me in the first place and being rude fucks in their questions and ignoring that I told them I don’t consent to talk about whatever it is that they want to talk about :’))) and if you think that I owe you anything just because you’re a passive aggressive person who can’t even show me their face, you’re really mistaken, but hey, I didn’t capslock and I didn’t scream, I hope this is polite enough for you :)
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