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#guerra tra poveri
io-pentesilea · 2 years
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E mentre ci distraggono con pos Vs. contante e altre priorità che priorità in realtà non sono, la mia spesa media è passata da 35 € a settimana a 50, e la bolletta della luce è aumentata di un altro 50% circa.
Barbara
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anchesetuttinoino · 3 months
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La dichiarazione finale del G7 è composta di 19.842 parole. Apro il mio tablet sul bordo del lago di Sevan. Sono venuti a trovarmi alcuni amici cacciati dall’Artsakh (Nagorno-Karabakh), desertificato della sua popolazione indigena dagli invasori giunti dall’Azerbaigian tirando cannonate su Stepanakert e su tutti i villaggi abitati. Una espulsione totalitaria equivalente al genocidio, qualcosa di così disumano da spaccare le ossa della mia anima.
Ma so che tutto questo è stato vissuto dolorosamente anche da tanti italiani, a differenza del loro governo e del Parlamento (maggioranza e opposizione, presenzialisti e assenteisti). Tutti adoratori della Costituzione, questi politici, e tutti a citare l’articolo 11 che «ripudia la guerra». Ma ci dev’essere un post-scriptum riservato, che si passano tra loro le generazioni di potenti: non c’è scritto che bisogna ripudiare chi fa la guerra e annienta poveri cristi, purché in cambio stipino di gas
i nostri serbatoi, e di caviale certi tipetti, e di denaro le nostre fabbriche di cannoni e aerei militari per trasferire paracadutisti di reparti d’assalto sui tetti di sciagurate minoranze cristiane…
Sono ingiusto a non fare distinguo. Non tutti i parlamentari e i ministri e i sottosegretari hanno sacrificato gli armeni dell’Artsakh alla ragion di Stato (ma val la pena sopravviva uno Stato che ha ragioni così miserabili per campare, al punto da accarezzare massacri e pulizie etniche purché gli autori siano bravi fornitori?); non tutti hanno chiuso gli occhi, ci sono pochi meravigliosi deputati e senatori coraggiosi, oltre a qualche Nicodemo che nel silenzio dissente. Oso qualche nome: Centemero, Formentini, Zampa, Pozzolo, Orsini, Malagola, Fassino e se dimentico qualcuno, scriva che – se sono ancora vivo – rimedierò.
Speranze tradite
Ho letto la dichiarazione finale firmata da capi di Stato e premier del G7. Ho usato i dispositivi dell’intelligenza calcolatrice che permettono di scrutare il succo dei testi. Avevo moderate speranze di trovare un impegno per tutelare la piccola culla delle memorie cristiane, un luogo che non è simbolico e basta, ma palpitava. Uso il passato! Il Nagorno era abitato da centoventimila cristiani. Nel settembre del 2020 l’Azerbaigian sostenuto dai turchi si era già preso metà del territorio. Russia e Bielorussia, che avrebbero dovuto intervenire in base ai trattati sottoscritti con l’Armenia, hanno lasciato fare. Nel 2022, quattro giorni prima dell’aggressione all’Ucraina, Putin e il dittatore azero Ilham Aliyev hanno firmato un trattato che ha consentito alla Russia di triangolare gas e petrolio con l’Occidente tramite il simpatico tiranno il cui padre Heydar fu vice di Breznev e colonna asiatica del Kgb. Nel 2023, dopo uno stillicidio di attacchi e assassinii, e l’assedio utile per far morire i bambini di fame, il colpo finale. In centomila espropriati della loro essenza furono costretti, per non essere schiavizzati o appesi ai pali, ad andarsene in Armenia. L’Italia era corsa in soccorso del vincitore sin dai primi giorni del 2023 firmando un accordo per la “modernizzazione” (dichiarazione ufficiale del governo di Baku) delle forze armate azere.
Clima 53, Nagorno 0
Ed ecco il G7 a presidenza italiana. Speravamo in Giorgia Meloni, ma forse l’essersi affidata a Elisabetta Belloni come sherpa per fissare accordi, non è stata una grande idea, almeno per noi disgraziati cristiani del Caucaso. Avevamo sperato nella presenza al G7 di Borgo Egnazia dello Stato più amico di noi armeni che esista in Occidente, almeno sulla carta: in Francia circa 750 mila suoi cittadini sono “arméniens de France”; ma dovrebbero esserlo anche gli Stati Uniti e il Canada, nazioni in cui i miei fratelli assommano a un milione e mezzo. Risultati? Siamo invisibili, siamo inesistenti. Esiste anche un genocidio che passa attraverso la soppressione del problema, l’impiparsene.
Tra i circa 20 mila lemmi ho fatto contare al computer alcune parole chiave. Innanzitutto nomi di Stati o territori: Russia 61 occorrenze, Ucraina 57, Cina 29, Nord Corea 14, Palestina 13, Israele 11, Iran 11, Gaza 9, Libia 6, Armenia 0, Nagorno-Karabakh 0, Azerbaigian 0./
Nomi per problematiche: clima/cambiamento climatico 53, gender 25, diritti umani 24, dignità umana 3, migrazioni/migranti 38, inquinamento 12, plastica 9, libertà 13, libertà religiosa 0, persecuzione 1, persecuzione religiosa 0.
Come si vede, l’Armenia e la sparizione di una nazione cristiana dalle cartine geografiche in Caucaso non sono un problema che interessi i grandi. Qui batterò ancora qualche colpo in alfabeto Morse, o vi siete stancati anche voi?
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abr · 10 months
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Il conflitto uomo donna non esiste, come non esiste la lotta di classe. È una costruzione marxista che non sta in piedi. I poveri si fanno la guerra tra loro, i ricchi si fanno la guerra tra loro, gli uomini si fanno la guerra tra loro, le donne si fanno la guerra tra loro.
whole lotta common sense: é il conflitto tra chi occupa la medesima nicchia ecologica in natura; via https://twitter.com/nonexpedit/status/1729883674588660167
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empaticamentesblog · 8 months
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Il giorno della memoria...corta e inesistente.
A sentire i politici e vari personaggi italiani, il giorno della memoria è un giorno da ricordare perché è un passato che deve insegnare a costruire un mondo migliore; un passato che deve fare in modo che certe cose non si ripetano più.
Ma in che modo non si ripetono più? Nel fornire armi per una guerra in corso, anziché fungere da mediatori? Oppure manipolando i cittadini inducendoli ad odiare chi non fa i loro interessi? Un po' come fece Hitler inducendo i tedeschi, stanchi e incazzati per il Precariato, ad odiare gli ebrei fino allo sterminio. Un po' come fecero qui in Italia, durante la pandemia, tra pro vax e no vax inducendo l'uno ad odiare l'altro, ma la gente assorta nel panico più totale neppure lo notò. Ma per fortuna non c'erano i presupposti per arrivare ad uno sterminio Hitleriano. E poi un po' come fecero nei confronti dei percettori del reddito di cittadinanza, facendo credere che i richiedenti erano solo parassiti... inducendo così la maggior parte delle persone ad odiarli e schifarli senza neppure sapere se fossero parassiti o in vera difficoltà. Un po' come fecero verso gli stranieri immigrati, inducendo il popolo ad odiare una persona solo perché immigrata clandestina. Però erano "boni" i soldi che vi entravano per ogni clandestino sbarcato... Ah... Un immigrato violentava? Ed ecco lì che, pur di colpire l'avversario politico, concentravano il problema delle violenze sugli immigrati convincendo gli italiani ad odiarli, quando in realtà siamo pieni di italiani stupratori e spesso ci mangiamo insieme senza neppure sapere che lo sono. Come si può credere che questi politici piangano la morte di milioni di poveri ebrei, quando lo stesso Stato in cui viviamo lascia morire ogni giorno, nel silenzio, il popolo meno abbiente tra tagli sulla Sanità, Precariato causato dalle loro stesse leggi inefficaci nel mondo del lavoro, tagli alle Forze dell'ordine oramai quasi prive di ogni potere e intervento diretto per i cittadini?! Manipolatori e divulgatori di odio, incapaci di gestire il proprio Stato oramai alla deriva tra Malasanità, Malagiustizia, Malaistruzione, Precariato, mancanza di controlli e ordine, pronti a mietere vittime fornendo armi anziché tentare altre strade, ma parlano del giorno della memoria... Ma di quale memoria si parla? Io vedo sempre gli stessi scenari e purtroppo non si salva nessuno. Come fate ancora a credere in loro? Come fate ancora a difendervi un Partito? Come fate ancora a farvi manipolare da questi sciacalli?
Beati voi che credete ancora in qualcuno, io ho smesso da un pezzo...
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elperegrinodedios · 11 months
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Al Signore appartiene la terra e tutto ciò che è in essa, il mondo e i suoi abitanti. (Sl. 24:1)
Bestie!! Voi dimenticate tutti quello che invece dovreste tenere a mente sempre. Voi trucidate civili, donne e bambini solo per il vostro potere, e per qualcosa che neanche vi appartiene. Ora si parla dello scempio di dittatori e rivoluzionari terroristi in Russia, Ucraina, Palestina e Israele, ma da molto tempo se ne combattono anche in tanti altri paesi del mondo, dei quali noi sempre ce ne dimentichiamo e come se le loro vite non valessero quanto quelle delle altre. Parliamo di:
Conflitto in Afghanistan - La crisi dello Yemen
Guerra civile in Myanmar - Conflitto in Etiopia
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Senza tener conto dell'Africa, dove da decenni si concentrano guerre in più di otto paesi: Libia, Somalia, Nigeria, Sudan, Congo, Uganda, ecc. E quando non sono guerre sono manifestazioni e guerre civili nell'ambito del proprio paese per i soprusi ed ingiustizie dittatoriali dei vari governi corrotti. Tutti uomini senza Dio nè valori, uomini corrotti. E come sempre a soccombere sono gli innocenti, i poveri, i deboli. Il video che segue è un esempio e si riferisce agli anni ottanta, sono passati più di 30 anni, ma non è cambiato nulla. E ancora strascichi e tumulti in Cecoslovacchia, Germania Est, Romania, Tunisia, Egitto, Libia...
(Chi mi segue ha già visto questo video che io pubblicavo circa trenta anni fà, negli anni '90) Non è cambiato nulla anzi, tutto è peggiorato.
Ora basterà l'errore di uno di questi potenti, che tra loro tramano e fanno accordi segreti, perchè possa scoppiare l'inferno. E non sarà una guerra mondiale, sarà un'Armageddon planetario! È da sempre che è cosi, loro si dichiarano guerra, e il popolo la va a combattere. E mentre la gente va a morire, loro continuano i propri loschi affari ed i loro intrallazzi di potere.
=sela=
- Allora sentirete parlare di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi perchè bisogna che tutte queste cose avvengano, ma non sarà ancora la fine. Infatti si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno vi saranno carestie e pestilenze e terremoti in vari luoghi. Ma tutte queste cose saranno soltanto l'inizio delle doglie di parto. (Mt. 24:6-7-8)
=📖=
Vegliate dunque, perchè non sapete a che ora il vostro Signore verrà. (Mt. 24:42)
lan ✍️
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chez-mimich · 10 months
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THE OLD OAK
Per il suo ultimo film (almeno secondo le stesse recenti dichiarazioni del grande regista britannico), Ken Loach ha scelto di girare un film “in purezza”, come si direbbe per il vitigno di un un vino. “The Old Oak” infatti contiene tutti i temi cari a Loach, più uno: il proletariato e il sottoproletariato urbani post-industriali, la disoccupazione, la miniera, l’alcolismo, la povertà materiale e spirituale, ai quali qui aggiunge il tema capitale dei nostri tribolati giorni, l’immigrazione. The Old Oak è il vecchio e malandato pub di Durham, paesino del nord-est dell’Inghilterra, dove la chiusura delle miniere, oltre ad essere stata una tragedia epocale per l’economia del villaggio, era altresì stato un formidabile collante per la solidarietà e le lotte sindacali dei lavoratori. La “colliery”, ovvero la miniera di carbone, è stata per anni una costante nel panorama delle lotte sindacali dei lavoratori di quella parte del paese e, attorno ad esse, sono nate forme del tutto particolari di mutuo soccorso per il sostegno tra lavoratori, insieme anche iniziative ricreative e sociali che spesso ruotavano attorno al pub del luogo. TJ Ballanthyne è il proprietario di “The Old Oak” (la vecchia quercia), luogo che tiene insieme vecchi compagni di lavoro in miniera, ormai quasi derelitti e impoveriti dalle miserabili pensioni, che si ritrovano alla sera e nei giorni di festa per una pinta di birra come s’usa da quelle parti. A rompere quel delicato equilibrio è l’arrivo di poveri ancora più poveri di loro, in questo caso un nutrito gruppo di famiglie di migranti che fuggono dalla guerra in Siria. Tj Ballanthyne e un piccolo gruppo di frequentatori del pub decidono di mettere in piedi una sorta di mensa dei poveri per i nuovi arrivati, suscitando la protesta degli storici frequentatori che, benché anch’essi figli di un proletariato misero, sembrano ostili alle nuove povertà oltre ad essere, perché no, anche un po’ razzisti.
Il film di Loach, nella sua essenziale semplicità, è tutto qui e non è una pellicola per tutti,e non lo è, non solo per i motivi che si potrebbero pensare. Non lo è perché vedere un suo film è sempre un po’ come partecipare ad un rito purificatorio: ci si sottopone ad esso per ricordare a noi stessi che la Storia che stiamo vivendo è questa, o meglio che ancora oggi molti vivono in prima persona questa Storia, fatta di sussistenza, di squallide periferie e di miseria. Loach, nella sua sempre scarna narrazione filmica, supportata dalle eccellenti sceneggiature di Paul Laverty, punta questa volta il suo sguardo sull’assurdo conflitto tra due povertà, quella degli ex-minatori e quella dei migranti. Se c’è stata una strategia vincente nella destra in Europa e nel mondo occidentale, e quindi anche in Italia, è proprio stata quella di far pensare alle classi meno abbienti che il nemico sociale fosse quello più povero di loro. Gli ex minatori inglesi, come i proletari italiani, guardano ai migranti con diffidenza, se non proprio con odio. Quello è il loro “nemico”, non certo il grande capitalista, il facoltoso commerciante, il professionista affermato o l’evasore fiscale (figure che spesso coincidono). Se in un certo senso è normale che ciò accada, poiché fasce deboli della popolazione indigena e migranti si trovano nelle città a convivere negli stessi quartieri, la cosiddetta “coscienza di classe”, grande invenzione marxiana, attende solo di essere recuperata alla sua funzione, per far, finalmente, deflagrare un sano conflitto sociale, unica barriera possibile allo strapotere del liberismo delle destre. Un manifesto politico più che un film? Sì, bisogna ammettere che Ken Loach è un regista fieramente politico, forse l’ultimo rimasto, che parrebbe aver girato sempre lo stesso film, come monito della perenne ingiustizia sociale che avvelena (e ha sempre avvelenato) la nostra Storia. Forse sarà il suo ultimo film e quindi ne rimpiangeremo per sempre la dirittura morale e la sua sete di giustizia, ma anche la sua ineguagliabile poesia cinematografica. E come il “macchinista ferroviere” di Francesco Guccini sulla locomotiva, ci piace pensarlo ancora dietro la sua macchina da presa “lanciata bomba contro l’ingiustizia”.
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Stanno facendo tanta polemica per la pizza di briatore o la pizza napoletana
A me fanno schifo entrambe
In realtà per me è tutta merda se non è la pizza che viene fatta nel mio comune in Sicilia e neanche in provincia
Anzi se poi cambi provincia, la pizza cambia completamente
Però se vogliamo essere un po' più buoni, magari accetto la pizza da Roma in giù
A nord fa proprio schifo, la pizza è solo un po' di pasta giusto per avere una base su cui mettere i condimenti, perché il condimento è l'alimento principale, la pasta è solo contorno, sottilissimo, fragilissimo, che devi necessariamente piegare due o tre volte altrimenti ti casca tutto perché c'è una differenza notevole di peso, tra condimento e pasta appunto
E poi finisce che mangi pasta e condimento separatamente, quindi l'alternativa è trasformare la tua pizza calda in una sorta di panino
Tutto ciò è sbagliatissimo, da noi al sud è l'esatto contrario
La pasta è la cosa più buona, l'alimento principale, il condimento è contorno
Una pizza veramente buona la puoi mangiare anche senza condimento e anche 2 o 3 giorni dopo
Ma non facciamo guerra tra noi inutilmente, pensate agli americani che davvero credono di essere i migliori pizzaioli del mondo, poveri illusi...
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donaruz · 8 months
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LA POVERTÀ
Non è malattia, nemmeno contagiosa, non è incapacità a vivere nella società e nemmeno nullità.
La povertà è uno stadio della vita in cui, se non vuoi giocare alle regole dettate da consumismo e capitalismo, vieni messo a giocare.
Lotti coi poveri per ritornare tra il mondo folle dei benestanti.
Ma benestanti in che modo?
Gente che si vanta del proprio patrimonio, delle proprietà, dell'auto nuova, del vestito firmato, della casa moderna disegnata dal valente architetto… tutto questo mentre un pianeta muore, soffocato da pattume e guerre di intolleranza.
Nasciamo tutti poveri, uguali, nudi e crudi.
Poi iniziano le differenze, subito dopo che si esce da una nursery.
Guardate quella stanza, andatela a vedere anche se non avete mai fatto un figlio e mai ne farete. Potete vedere tanti esseri umani poveri e felici, uguali e privi di ogni condizionamento. Questo stato fantastico dura qualche giorno, poi tutto comincia a rotolare verso logiche anti umane studiate da uomini che considerano la gente solo massa produttiva.
Da quel momento in poi avrai un nome, un cognome, un numero e dovrai consumare, costare e pagare, guadagnare e spendere o far spendere.
Tutto, da quel momento di catarsi in poi diventerà solo ed esclusivamente legato al denaro. Entrate e uscite. Dare e avere.
Se ritornassimo tutti a quel momento e ripartissimo, se non fisicamente almeno mentalmente, potremmo rivalutare tutto il senso della nostra esistenza di persone tristi condizionate dal desiderio di avere, possedere, consumare.
Ci siamo dimenticati di come eravamo, ci siamo abbandonata dietro le spalle la povertà, quella povertà che vissero i nostri padri o nonni durante le due devastanti guerre mondiali.
Pochi uomini che decidono di distruggere milioni di altri esseri perché altrimenti la povertà ci soffocherà.
Anche ora siamo diventati troppi e il pianeta non regge il nostro continuo consumare. Si sta pensando a una nuova guerra e i potenti delle nazioni più bellicose stanno pensando a quante vittime dovranno lasciare sul terreno di gioco. Chi è più ricco perderà meno pedine, chi è più povero dovrà pagare il prezzo più alto.
Non ci sono altre formule di regolazione della popolazione su questo pianeta, da che esiste l'essere umano la storia continua a ripetersi.
La POVERTÀ è sempre bandita da ogni feudo, paese, città o metropoli. La povertà e ai margini perché la società consumistica si alimenta solo della follia dei ricchi.
Ma la povertà è verità. Se togliessimo quel paravento mentale, che ci impedisce di vedere oltre i condizionamenti, potremmo ritrovarci bambini, uguali, semplici ma grandiosamente liberi.
Uno stato di grazia che poi mai più si potrà ripetere, un modo su cui dovremmo investire la nostra esistenza per farlo continuare, per portarlo come modello di vita.
Ma la povertà conviene che ci sia solo per pochi, una emarginazione per chi è "difettoso", un business per chi riesce a lucrare anche sulla povertà.
Ecco, iniziamo a capire che la POVERTÀ non è qualcosa di negativo. In inglese poverty è la radice di power.
MIB
Quadro di Mike Bongiorno
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livetogether--diealone · 10 months
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https://twitter.com/candeleclerc16/status/1728039764849262924?t=EZLai-buJOuF5i_pq7uQOg&s=19
If ferrari ask charles this.....
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Gene is so embarassing, can we get rid of him? He's just a paellos representative atp
But jokes aside, i don't think it will happen, despite everything that happened to Charles this season he's 12 points behind, so he also could get that p4, if that was actually important. We have a good saying for this p4 "guerra tra poveri", it's useless, and tbh I think Charles doesn't care at all about it, he just wants a good race
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der-papero · 9 months
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I vantaggi di avere una targa tedesca.
Oggi sono a Colmar, una città francese vicina al confine, piena zeppa di gente, parcheggi strapieni e non si trova un posto libero.
Finalmente ne becco uno, un francese dall'altro lato del parcheggio lo nota, ma i miei 280 PS fanno la differenza e vinco questa guerra tra poveri.
Al che lui tira un moccolo che, a mio parere, suovana tipo TEDESCHI DI MERDA, e io non posso che essere più d'accordo di così 😌.
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alonewolfr · 3 months
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Quando i ricchi si fanno guerra tra loro, sono i poveri a morire.
|| Jean Paul Sartre
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elperegrinodedios · 11 months
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Sopportazione, poi ancora sopportazione, stato d'animo buio, sofferenza e insofferenza tale che tutto quello che faccio in questi ultimi giorni, mi sembra inutile ridicolo e quasi offensivo davanti agli occhi di tutti quei poveri bambini/e e le loro madri, che innocenti stanno morendo per colpa delle ignobili inumane guerre e bombardamenti per il potere e la bramosia di taluni capi che con disonore stanno creando le basi per una guerra più vasta di distruzione mondiale. Dittature con le maschere, camuffate da democrazia, da falsi accordi e diritti civili e costituzionali. Vergogna! Si, vergogna, perchè non siete altro che uomini senza onore, dei malfattori, degli assassini. E se penso, che noi siamo qui, divertendoci tra mille cose futili ed inutili, mentre a pochi km. distanti, stanno versando il sangue, migliaia di innocenti indifesi e senza colpe ecco, mi sento impotente e tutto ciò che faccio, salvo pregare per loro, lo trovo davvero inutile, ridicolo e quasi offensivo.
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Dovremmo scegliere il solo slogan: "Fermate le guerre!" e pubblicarlo centinaia migliaia di volte durante tutto il giorno!!! Loro non ascolteranno, ma sarà l'universale lamentazione che giungerà fino alle orecchie e alla misericordia del Signore.
lan ✍️
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matapetre · 1 year
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Siamo in un tritacarne!!
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LA GUERRA TRA POVERI
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LA PERDONO I POVERI..
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b0ringasfuck · 6 months
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Partigiani di chi e memoria.
Quello che sta facendo Israele, la posizione di Europa e US, nei fatti più che nelle parole, l'assoluta parzialità dei paesi occidentali e dei mass media e spudoratamente evidente. Mentre Israele si pulisce il culo con le risoluzioni ONU e ha totalizzato 30000+ morti tra i civili, non solo stiamo a guardare, ma lo aiutiamo ad andare avanti. In contesti analoghi ci comportiamo all'opposto.
Se già non lo era prima, la superiorità morale dell'occidente oggi è ancora di più indifendibile... immaginatevi come ci vedono da fuori.
Ma dobbiamo essere "partigiani", dalla NOSTRA parte, perchè LORO sono peggio.
Ieri dovevamo essere competitivi con la Cina sul costo della manodopera... e ci abbiamo provato e chi lavora oggi in occidente è più povero.
Oggi dobbiamo contenerli sulla tecnologia, perchè LORO sono PEGGIO. Non dobbiamo competere, essere migliori con chi diciamo sia PEGGIO... dobbiamo CONTENERLO. Non migliorarci ma impedire agli altri di farlo. Una strategia che non si è limitata all'aspetto tecnologico nei confronti degli ALTRI, ma anche a quello economico e politico e poi ci riempiamo la bocca con democrazia, autodeterminazione, competizione.
Ed è lo specchio di quello che poi le nostre classi dirigenti fanno in politica interna. Non cercare di essere competitive, ma difendendo monopoli, rendendo sempre più difficile l'accesso universale a sanità ed educazione, bloccando l'ascensore sociale...
Domani ci chiederanno di andare in guerra, perchè saremo già dimentichi di quello che stiamo lasciando aiutando a fare a Israele e quindi noi abbiamo ragione, siamo meglio, siamo dalla parte del giusto.
Dobbiamo farci pagare meno, dobbiamo rinunciare al welfare, all'educazione, alla stabilità del lavoro, dobbiamo pagare i carri armati, finanziare le aziende private per essere competitive, rinunciare alla privacy per la sicurezza, veder ristrette le nostre libertà civili, il diritto allo sciopero, gli spazi di dissenso e protesta per essere competitivi con quelli che sono PEGGIO di noi.
Crocefissi nelle scuole per combattere la sharia. Donne a stirare e niente aborto, stracciamo le unioni civili per difenderci dal "patriarcato e dall omofobia islamici". Finanziamo le aziende private a babbo morto contro lo "statalismo cinese". Precariziamo il lavoro perchè in Pakistan i bambini cuciono i palloni.
Ma abbiamo sempre ragione, siamo sempre meglio.
Cosa ci stia guadagnando la gente però è un mistero. Siamo costretti a rinunciare sempre a qualche cosa... perchè siamo meglio degli ALTRI.
Cosa ci verrà chiesto domani? Ci ricorderemo di come è andata a finire l'ultima volta che ci hanno chiesto sacrifici, hanno ridotto i nostri diritti o le nostre libertà per difenderci dagli ALTRI (i negri, i froci, i cinesi, gli ambientalisti, chi sciopera, i musulmani...)?
Intanto il divario tra ricchi e poveri aumenta. Chi saranno mai questi altri che ce lo vogliono mettere al culo?
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superfuji · 1 year
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Da oltre venti giorni, cioè dalla rimozione del presidente Bazoum da parte della Guardia che avrebbe dovuto proteggerlo, del Niger si parla come mai era accaduto prima. Le sue riserve di oro e petrolio, ma soprattutto quelle di uranio – che alimentano un quinto di quello che serve alle centrali nucleari francesi, fonte energetica di enorme rilevanza interna e al di là dei confini nazionali – e il ruolo chiave nell’esternalizzione delle frontiere europee della guerra contro i migranti, insieme all’interesse geopolitico nella grande competizione per la rapina delle ricchezze africane tra l’Occidente, la Russia e la Cina – hanno fatto del Niger un Paese che suscita appetiti fino a pochi anni fa impensabili. Negli ultimi anni, la scelta di spedire truppe italiane, tedesche, canadesi, oltre che francesi e staunitensi, in un Paese da sempre collocato all’ultimo gradino nelle classifiche mondiali del “benessere” e nello “sviluppo”, parla da sola. Il rischio che il Niger venga dilaniato e che il sangue cominci a scorrere irrefrenabile – così com’è accaduto in Afghanistan, in Siria oppure nel Tigray – è molto alto. Su queste nostre pagine, da Niamey, Mauro Armanino ci racconta da dieci anni il Niger con un punto di vista molto originale. Non è quello dell’analisi geopolitica e delle convulsioni del potere che domina sulla popolazione, è esattamente l’opposto. È quello che si preoccupa più della condizione e della libertà di milioni di persone che sembrano non esistere piuttosto che del presidente deposto. Quello dei migranti che attraversano il Sahel, dei poveri, dei mendicanti, degli oppressi e della gente comune. Ed è soprattutto, come piace dire a Mauro, quello della sabbia. Il solo in cui potrebbero affondare le radici un mondo nuovo dove la vita e la dignità, così come l’acqua, la polvere e il vento, sono più importanti del denaro, del potere e delle armi che servono a conquistarli. Semmai fosse possibile, oggi quel racconto libero dagli stereotipi viziati e tossici dell’informazione dominante è un antidoto perfino più prezioso
Niger. Come in uno specchio
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donaruz · 8 months
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LA POVERTÀ
Non è malattia, nemmeno contagiosa, non è incapacità a vivere nella società e nemmeno nullità.
La povertà è uno stadio della vita in cui, se non vuoi giocare alle regole dettate da consumismo e capitalismo, vieni messo a giocare.
Lotti coi poveri per ritornare tra il mondo folle dei benestanti.
Ma benestanti in che modo?
Gente che si vanta del proprio patrimonio, delle proprietà, dell'auto nuova, del vestito firmato, della casa moderna disegnata dal valente architetto… tutto questo mentre un pianeta muore, soffocato da pattume e guerre di intolleranza.
Nasciamo tutti poveri, uguali, nudi e crudi.
Poi iniziano le differenze, subito dopo che si esce da una nursery.
Guardate quella stanza, andatela a vedere anche se non avete mai fatto un figlio e mai ne farete. Potete vedere tanti esseri umani poveri e felici, uguali e privi di ogni condizionamento. Questo stato fantastico dura qualche giorno, poi tutto comincia a rotolare verso logiche anti umane studiate da uomini che considerano la gente solo massa produttiva.
Da quel momento in poi avrai un nome, un cognome, un numero e dovrai consumare, costare e pagare, guadagnare e spendere o far spendere.
Tutto, da quel momento di catarsi in poi diventerà solo ed esclusivamente legato al denaro. Entrate e uscite. Dare e avere.
Se ritornassimo tutti a quel momento e ripartissimo, se non fisicamente almeno mentalmente, potremmo rivalutare tutto il senso della nostra esistenza di persone tristi condizionate dal desiderio di avere, possedere, consumare.
Ci siamo dimenticati di come eravamo, ci siamo abbandonata dietro le spalle la povertà, quella povertà che vissero i nostri padri o nonni durante le due devastanti guerre mondiali.
Pochi uomini che decidono di distruggere milioni di altri esseri perché altrimenti la povertà ci soffocherà.
Anche ora siamo diventati troppi e il pianeta non regge il nostro continuo consumare. Si sta pensando a una nuova guerra e i potenti delle nazioni più bellicose stanno pensando a quante vittime dovranno lasciare sul terreno di gioco. Chi è più ricco perderà meno pedine, chi è più povero dovrà pagare il prezzo più alto.
Non ci sono altre formule di regolazione della popolazione su questo pianeta, da che esiste l'essere umano la storia continua a ripetersi.
La POVERTÀ è sempre bandita da ogni feudo, paese, città o metropoli. La povertà e ai margini perché la società consumistica si alimenta solo della follia dei ricchi.
Ma la povertà è verità. Se togliessimo quel paravento mentale, che ci impedisce di vedere oltre i condizionamenti, potremmo ritrovarci bambini, uguali, semplici ma grandiosamente liberi.
Uno stato di grazia che poi mai più si potrà ripetere, un modo su cui dovremmo investire la nostra esistenza per farlo continuare, per portarlo come modello di vita.
Ma la povertà conviene che ci sia solo per pochi, una emarginazione per chi è "difettoso", un business per chi riesce a lucrare anche sulla povertà.
Ecco, iniziamo a capire che la POVERTÀ non è qualcosa di negativo. In inglese poverty è la radice di power.
MIB
Quadro di Mike Bongiorno
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