Tumgik
#ho ancora un paio di mesi
harshugs · 1 year
Text
Tumblr media Tumblr media
ieri sera per caso ho trovato questo paio di jeans; fino a tipo tre mesi fa non mi si chiudevano, a meno che non tirassi indietro la pancia fino a farmi male (in realtà se facevo così non si chiudeva la lampo ma solo il bottone)
presa un po’ dallo sconforto della vita ho pensato “vabbè, stasera sono già triste quindi se devo esserlo, lo faccio bene” e li ho provati
al contrario di come pensassi: sorpresa, mi sono entrati e si sono chiusi senza problemi
la cosa mi ha lasciata un po’ basita, lo sono ancora adesso in realtà, perché per quanto io possa aver perso qualche chilo in realtà non è cambiato di molto il mio corpo, anzi io non vedo alcuna differenza
in ogni caso nonostante mi si chiudano e mi stiano abbastanza bene, non sono ancora pronta a tenerli per uscire, sono ancora leggermente stretti e scomodi, quindi resto nella speranza che per settembre riuscirò a metterli quotidianamente :)
144 notes · View notes
Text
Negli ultimi mesi sono ingrassata, mi sentivo sempre in colpa perché pensavo fosse dovuto alla mia poco equilibrata alimentazione e agli ormoni della pillola anticoncezionale, così ho cercato di cambiare, di mangiare più sano, di cominciare ad avere una vita più attiva anche a livello di sport, inconsapevole che dentro di me c’era un mostro che metteva radici sempre più profonde man mano che passava il tempo. Giorno dopo giorno mi sentivo cambiare, ero sempre più stanca, nonostante dormissi anche più di 7-8 ore era come se mi fossi riposata soltanto per un paio. Questo si ripercuoteva sulle mie giornate, sul mio carattere sempre meno paziente per la stanchezza, sempre più nervoso. Ho allontanato persone perché iniziavo a non sopportarle, ero troppo stanca. Ho iniziato ad avere dolori muscolari sempre più intensi, ma anche qui ho dato colpa al mio poco sonno in corpo e al fatto del poco esercizio. Ho deciso di fare le analisi del sangue e nei referti c’erano più asterischi* che valori che andavano bene. Ho iniziato a preoccuparmi. In meno di 10 giorni ho effettuato tutti gli esami e le visite del caso. Nelle ricette mediche i dottori hanno cominciato a segnalare sempre più urgenza per le prenotazioni. C’era qualcosa che non andava, ma nessuno mi diceva niente. Nell’ultimo esame, quello che avrebbe stabilito una diagnosi più accurata, mi hanno imbottita di valium e antidolorifici, una sensazione che riproverei (pensiero dato forse dal fatto che era tanto tempo che non mi rilassavo così tanto e che non mi sentivo “così bene” senza un minimo di dolore). Una volta (s)drogata, quando ho ripreso in mano la mia facoltà cerebrale, le notizie che mi hanno dato non sono state buone, un po’ me l’ero intagliata,il classico 1+1=2. “Signorina lei è piena di ulcere nell’intestino, abbiamo inviato 6 campioni per la biopsia. Ma noi crediamo sia Morbo di Crohn”. Morbo di Crohn? Che cazzo è il morbo di Crohn? È grave? Si guarisce? Devo operarmi? Cosa devo fare??? Queste tutte le cose che mi sono balzate in testa. Oltre che stavo cominciando a rivivere un incubo. Ad oggi ancora non mi sono data completamente tutte le risposte alle domande. Sono ancora allo sbaraglio. Devo evitare l’ansia e lo stress perché è come mettere benzina sul fuoco. Ce la farò?
23 notes · View notes
belladecasa · 8 months
Text
Ogni giorno ho un problema fisico diverso. Faccio solo spese sanitarie: esami del sangue, visite, farmaci. Niente di grave per fortuna ma alla fine non sto mai bene. Tipo ora: sto a letto perché se mi alzo mi gira la testa. In ogni caso vorrei solo stare a letto sempre. Negli ultimi due giorni ho anche dormito la notte. Mi sento sempre sola ma non ho voglia della compagnia di nessuno che non sia Cecilia, perché a Cecilia non devo spiegare niente, non devo parlare, non devo stare bene e posso vivere con lei la mia anedonia.
L’unica cosa che mi va ancora di fare è andare al cinema. Ieri ho visto Film Blu, poi mi all’uscita mi sono guardata ed ero orribile: struccata, camicia stropicciata, calazio sull’occhio. Ho camminato più di mezz’ora per tornare a casa, per cercare di stancarmi e dormire. Sono eccessivamente infelice, ma almeno posso andare a vedere un altro film; tra un paio di mesi non avrò più nemmeno questo
60 notes · View notes
mucillo · 2 months
Text
Vittorio Arrigoni detto Vik è stato un attivista, giornalista e scrittore italiano. Sostenitore della soluzione binazionale come strumento di risoluzione del conflitto israeliano-palestinese, nonché pacifista, si era trasferito nella Striscia di Gaza per agire contro quella che definiva pulizia etnica dello Stato di Israele nei confronti della popolazione araba palestinese.
Sembra oggi ma parliamo di 25 anni fà
Una lettera di Vittorio del 02 marzo 2009 due anni dopo fu assassinato.
Tumblr media
Vittorio tornato a Gaza
«E alla fine sono tornato.
Non sazio del silenzio d’assenzio di una felicità incolta
accollata come un cerotto mal riposto su di una bocca che urla.
Non potevo fare altrimenti.
Essere ferito, venir rapito, derubato della propria missione, incatenato e imprigionato in un lurido carcere israeliano,
quindi deportato a forza su di un aereo verso Milano
senza neanche la pietà di mettere ai miei piedi nudi e martoriati dalle catene un paio di scarpe,
non è certo la conclusione auspicabile per il compito solenne e di riscatto umano che ha impegnato gli ultimi mesi della mia barocca vita.
Il leone accumula stagioni e cicatrici,
non ha certo il passo slanciato di una volta,
ma non abbassa di un pelo la criniera.
Poggiando il primo piede sulla terra di Gaza, per la seconda volta, sbarcando, come un Armstrong esiliato,
ho ruggito, eccome,
devono esser tremati i vetri delle finestre pure a Tel Aviv.
Fiero del mio passato, non curante del mio presente.
Perché è questo il tempo di spendersi, piuttosto che accaparrarsi un futuro agiato e comodamente distorto,
a quelle vittime innocenti a cui non abbiamo concesso neanche l’ascolto, per un attimo,
delle loro grida di dolore.
Spendersi affinché ogni diritto umano sia rispettato.
Tutto il resto non ha più importanza, semmai ne abbia mai avuta una.
Bisogna saper riconoscere la matrice della propria anima,
anche se ciò è spaventevole e significa solitudine, ostracismo, utopia, Don Chisciotte,
ingratitudine anche da chi verso cui si è dato tanto, si è speso tutto.
Ad aspettare nel fuoco si rischia di bruciarsi.
Ecco allora il perché della scelta dei miserabili, dei reietti, dei condannati,
essi sono ancora capaci di lealtà, di gesta aggraziate e di generosità audace, alle soglie della fine del mondo.
Reietto e miserabile la vita mi ci ha costretto,
sono tornato a casa.
Natale a Gaza pare un funerale.
E non esclusivamente perchè oggi ad un funerale effettivamente ci sono stato,
il vicino di casa di Fida, nostra coordinatrice ISM,
è stato ridotto in brandelli, in tanti piccoli pezzettini di carne lacera da un colpo di carroarmato israeliano.
Piove lacrime amare il cielo di Gaza in questi giorni di lutto e terrorismo da oltreconfine.
Si ascoltano i rutti delle minacce di imminente strage da Lvni e si trema dal freddo
(senza + gas, senza + gasolio, senza + energia elettrica).
Si odono i cingoli di Netanyahu sulle ossa dei palestinesi ammazzati ieri e di quelli a venire.
Lvni e Netanyahu in marcia funebre verso le prossime elezioni israeliane,
il teorema è semplicistico, ma purtroppo realistico,
vincerà chi porterà in dote ai propri elettori più teste palestinesi mozzate.
One head one vote.
A Gaza è come se si fosse in autunno,
e io sono nato sotto il segno dell’autunno.
Per cui se fuori piove,
perdonatemi,
a volte piove anche dentro.
Restiamo umani.
Vostro Vik dalle tenebre dell’assedio.»
24 notes · View notes
heresiae · 10 months
Text
eqquindi, io sono l'unica del gruppo di amiche di merende che è rimasta con quella che era la dottoressa base di partenza per tutte. il motivo è che, a differenza loro, non ho mai incontrato particolari problemi, ma forse perché non ne ho mai veramente avuti.
un mesetto fa mi rendo conto che il mio stomaco non collaborava più. una telefonata alla dottoressa mi ha guadagnato un farmaco antigastrite con l'indicazione di chiamare dopo 2 settimane.
2 settimane dopo la situazione era migliorata, ma non risolta, il che mi ha guadagnato la prescrizione per degli esami (NB: nessuna visita fisica finora).
beh, gli esami sono risultati negativi, quindi dopo un passaparola con la segretaria, mi sono guadagnata un'altra impegnativa, per una visita gastronenterologica (di nuovo, senza visita). peccato che nel frattempo sia iniziato anche un po' di fastidio addominale (che non posso più attribuire agli effetti collaterali del farmaco).
lo avevo già scritto precedentemente, ma per questo tipo di visita il periodo di attesa minima con l'SSN è di 10 mesi e sul momento ero più indignata sul "come fa chi non può permettersi il privato a farsi curare?", ma non sapevo ancora un paio di cose: il privato non ha convensioni con l'SSN per le visite gastroenterologiche e il prezzo minimo per una visita privata è tra i 110 e i 120 euro. ok, non sto con le pezze al culo, ma questa sarebbe SOLO la prima visita, senza contare analisi e successivi consulti.
e me cojoni anche.
in tutto questo ho solo ricevuto una mail in cui mi chiedeva come stavo dopo che le avevo inviato via mail i risultati degli esami e, alla mia risposta, silenzio.
in un mese non mi ha mai vista.
ora, forse rischio di cadere un attimo nella tipologia di paziente che vuole assolutamente essere assistita causa ansia, ma mi sento un fiiiilo come una patata bollente scaricata malamente.
spero ci siano delle recensioni sui medici di base, perché nessuno che conosco vive nel mio quadrato di quartiere e se c'è una caratteristica che il medico di base deve avere, è di essere raggiungibile in meno di 10 minuti a piedi.
nel frattempo mi preparo a un coro a tre di "TE L'AVEVAMO DETTO".
38 notes · View notes
intotheclash · 22 days
Text
... e niente, avete notato che la parola su un social network che è messa in primo piano è proprio lei, l'Amicizia, quella che ne soffre maggiormente, ad essere stuprata con l'inganno, ad essere svenduta o quasi regalata, in un sistema dove ci si fa "amici" tra sconosciuti, ma poi non ci si saluta per strada, oppure le nostre strade non si incroceranno mai, perché stiamo a millenovecentoventisette miglia di distanza dall'annusarci, in questo parcogiochi virtuale dove tutti sono amici, amici di tutti, intimamente sconosciuti, e bro, brother, sista e cazzate affini, dove ci si chiama per nome, anzi per soprannome, dove "sì, cazzo lui lo conosco benissimo" e "sì, lui è un mio grande amico", ma amico di cosa, porcodio? Perché io invece mi ricordo che ci ho messo quasi 3 anni per chiamare quello che poi sarebbe stato un mio grande amico, nonché mio coinquilino, per nome e non per cognome, mesi per capirci e studiarci, per superarci e venirci eventualmente incontro, giorni per rompere gli indugi e scambiarci un saluto, cazzo, ma i tempi cambiano, le cose passano, invecchiano, mentre altre corrono, però lui, il mio amico, e come lui tanti altri, sono ancora qui, nella mia vita di merda, e di tutti questi miei e vostri amici virtuali (e soltanto virtuali) invece che cosa sarà? Quando saremo in difficoltà, quando avremo bisogno di aiuto, di soldi, di cazzo-ne-so, quando vorremo piangere e berci una (anzi, 3) birre insieme cosa faranno ci metteranno un like? una reaction? un bel commento? o non visualizzeranno il nostro messaggio? e magari ci bloccheranno o cancelleranno dagli "amici" se rompiamo troppo i coglioni? Mah. Comunque si scherza, si esaspera, si provoca, anche l'amicizia virtuale ha un suo bel perché e da quasi un paio di decenni ormai, in tutte le sue svariate forme. Basta non si sostituisca a quella vera. Perché, pochi cazzi, quell'altra è vera e questa è un vile surrogato. Anche soltanto chiamarla "amicizia" è una bestemmia, porcodio. Una scoreggia non sostituirà mai una bella cagata. Non dimenticatevelo. E poi, forse, senza Facebook non conoscerei tanta gente, ma sono convinto che passerei molto più del mio tempo con altra che, invece, grazie a questo strumento posso sentire ogni tanto, ma purtroppo non vedo quasi mai. Che tristezza. Buona giornata e buona fortuna
(il mio amico Cristian)
8 notes · View notes
gcorvetti · 6 months
Text
Fortuna ne avete?
Io no, decisamente. Allora, visto che sono un paio di giorni che non scrivo vi aggiorno, sto facendo la prova in questa cucina che serve i pasti a bimbi e ragazzi di una scuola, ok, pensate che in tutta la mia vita non mi avevano mai pagato le prove e sti qua non solo lo fanno ma mi hanno anche fatto un contratto per 3 giorni per questo, incredibile. Fatto sta che stamane, secondo giorno, mi sveglio come ieri alle 5:45 (sti cazzi notte fonda) e subito mi rendo conto che ho un pizzico alla gola mentre bevo il caffè, mmmm, durante il giorno il pizzico è diventato bruciore, ho avvertito l'head chef che probabilmente non riesco domani, le scrivo anche più tardi per dirle che ho l'influenza, cristo buffet. Adesso non so come la prenderanno, magari mi dicono che se a me va bene il lavoro me lo danno lo stesso e di curarmi, poi ho ricevuto una email per un altro lavoro ma penso che gli dico di no anche perché è solo per 3 mesi e anche se pagano di più poi mi ritrovo punto e a capo. Sto scrivendo eh lo so qualcuno mi potrebbe dire "buttati a letto", sto aspettando il fuoco che si spegne nel forno, sentivo freddino, forse l'influenza, mannaggia 😢​, na volta che trovo un lavoro come si deve, ancora non è detto magari, come dice Spock, mi fanno riprendere il giorno perso e mi danno il lavoro, onestamente mi sa che non trovano nessuno che voglia andare alle 7 di mattina a fare un lavoro del genere, poi c'è da considerare che magari loro non sono simpatiche, sono l'unico uomo, come sembra o come hanno dimostrato in questi due giorni, vedremo, nel frattempo bevo un te caldo alla menta e foglie di Maria ​​😆​
Ascolto in scrittura
youtube
8 notes · View notes
pietrarossa · 1 year
Text
Stamattina ho realizzato quanto sia cambiato il mio modo di vedere le relazioni, che siano di amicizia o amorose. Ho sempre voluto avere il controllo su tutto, niente poteva essere diverso da come lo vedevo o volevo. Altrimenti non ne valeva la pena, chiudevo la porta e andavo avanti. Ma i rapporti non sono o bianco o nero. Tutto è condizionato da diversi punti di vista, diverse sfumature, che sono quelle che più ci piacciono alla fine. E lo sto vivendo a pieno in questo momento. Con il mio migliore amico, che è la persona di cui mi fido di più e che mi dimostra ogni giorno che l'amore è fatto di tante sfaccettature e quello che c'è tra noi è così raro e genuino che nulla lo può distruggere. Con i miei colleghi, che mi sostengono nei bei momenti, ma anche in quelli difficili e viceversa. E anche con la persona che sto imparando a conoscere da un paio di mesi. Quest'ultima sta aprendo porte in me che sono rimaste chiuse per tutta la mia vita. E fa paura, una paura tremenda. Mi sento vulnerabile e percepisco anche la sua di vulnerabilità, per quanto non ci sia ancora nulla di definito. Ma abbiamo bisogno di definire qualcosa per sentirla davvero? A che servono le etichette, quando basta guardarci negli occhi per capire chi siamo? Non mi sono mai sentita così consapevole di me stessa come ora. Ho passato la vita a guardare il mondo da un vetro appannato e ora è tutto così chiaro e limpido e sto bene. Mi voglio bene e sento che sto ricevendo tanto amore incondizionato. Le cose possono cambiare se permettiamo a noi stessi di cambiare
24 notes · View notes
chaosdancer · 2 months
Note
Ehi musicista! ☺️
Sono passati mesi e mesi dall'ultima volta che ci siamo scritti 😅 ma anno nuovo richieste musicali come un tempo 🎹 (sempre se ne hai voglia, tempo e ti facciano ancora piacere)
Ti metto alla prova su due temi totalmente differenti:
• una musica che esprime "rallentare il ritmo delle giornate per godersi la vita a pieno". Non vale la canzoncina della tartaruga che un tempo fu un animale che correva a testa in giù...😂 Scherzo
• una musica che consideri adatta come introduzione ad un racconto, cioè una melodia che precede il classico "C'era una volta". Ma non vale la musica di Pierino e il lupo che ho sempre adorato e beh sennò non sarebbe un metterti alla prova 😂
Sono sempre super curiosa di vedere cosa ti inventi!!! 🎧 E ne approfitto per chiederti come stai e spero che i famosi esami del tuo studio matto e disperatissimo hanno dato i loro frutti 😊
Ciao! Scusa per il ritardissimo!
Ti risponderò pianisticamente ahaha
Per quanto riguarda la prima richiesta avevo pensato a tre brani famosissimi: il primo è il secondo movimento della Sonata Patetica di Beethoven
Il secondo è il primo movimento della sonata K. 331 in La Maggiore di Mozart (quella conosciuta come "Alla Turca" per il terzo movimento)
L'ultimo brano si discosta un bel po' come periodo ma lo suonavo un paio di anni fa: si tratta del secondo brano della raccolta Op. 118 di Brahms, forse il più calzante dei precedenti (a mio onesto parere)
Per quanto riguarda la seconda richiesta ti risponderò con un brano completamente sconosciuto ai più: è l'ultimo studio per pianoforte di una raccolta di dodici studi in tutte le tonalità minori di Charles-Valentin Alkan. Si chiama "Le festin d'Esope" che letteralmente significa "Il banchetto di Esopo". Io trovo stupendo sia questo brano che il compositore. Era carissimo amico e, per un periodo, vicino di casa si Chopin. Nonché l'unica persona che mettesse più ansia a Liszt mentre era tra il pubblico a sentirlo suonare. È un pianista-compositore sconosciuto al grande pubblico ma era appunto temuto da quello che è, per opinione popolare, il più grande pianista virtuoso della storia (e onestamente credo che avesse ragione a temerlo ahaha)
Potrei metterti una versione famosissima con mille mila ascolti incisa dal mio maestro tempo fa ma preferisco evitare di nominarlo quindi ho scelto un altro pianista che conosco e che stimo molto ahahah
Per concludere: non ci sono stati tantissimi risultati per il mio studio matto e disperatissimo perché si potrebbe sempre fare di più ma non mi lamento neanche troppo... Peccato che ora io sia ancora in mezzo agli esami invernali e che stia penando a conciliare la mia vita con esami teorici (scritti e orali) con mille impegni musicali che richiedono tantissimo tempo ed energie :/
3 notes · View notes
raffaeleitlodeo · 10 months
Text
Roma sta letteralmente consumandosi nel marciume. Il marciume dell'immondizia che produce ogni giorno e che il Comune non è più in grado di smaltire; e il marciume del suo sottosuolo che provoca ogni giorno l'apertura di voragini che né il Comune e nemmeno i Municipi sono in grado di riempire e aggiustare.
Roma è una città che in materia di degrado urbano sembra giunta a un punto di non ritorno. Non ha più un verde pubblico degno di questo nome, il suo sistema di trasporto è da tempo collassato, l'arredo urbano è andato a farsi benedire, i servizi sociali agonizzano.
A scanso di equivoci e onde evitare una sfilza di commenti su Raggi o Marino, su Gualtieri o Alemanno, dico subito che la questione è antica e ormai prescinde tranquillamente da questa o quella giunta comunale, dai governi di centrodestra o da quelli di centrosinistra. E poco mi interessano i commenti che leggo ogni tanto scritti da intellettuali di area prestati all'amministrazione romana nel corso degli anni: ogni volta leggo nei loro scritti concetti sensati ma avverto al tempo stesso una distanza abissale tra il loro sentire e la realtà del vissuto quotidiano, mio e della miriade di persone che abita questa metropoli.
Roma è ridotta così anche perché è praticamente in bancarotta. E' sommersa dai debiti: 12 miliardi di euro nel 2019 che non credo siano diminuiti. Di quei 12 miliardi di debito calcolati nel 2019, quasi la metà era stata accumulata prima del 2001. Un buco nero.
Comprendo il senso del tentativo della Giunta di Gualtieri di candidare Roma per l'EXPO del 2030: con i soldi dell'EXPO si potrebbero mettere a posto un po' di cose, compiere alcuni lavori non più procastinabili, aggiustare qualcosa. Al 2030 mancano però sette anni e ci sono candidature molto più forti. Dubito inoltre che la macchina amministrativa romana - i suoi manager, i suoi burocrati, i suoi quadri - sia in grado di gestire e portare a buon fine l'operazione. Per farlo ci vuole sostegno, consenso, credibilità, tutte cose che in questo momento latitano.
Qualche giorno fa, parlando dello stato del pianeta con Lanfranco Caminiti, è emerso un concetto: la "lenta apocalisse". La catastrofe ambientale che ci sta distruggendo ha esattamente questa forma di "lenta apocalisse". Quello che sta accadendo a Roma - che è una città unica non solo per meriti storici ma anche per la sua fragilità - penso abbia a che fare con la "lenta apocalisse". Roma non è l'unica metropoli mondiale a fare i conti con un modello di sviluppo semplicemente insostenibile, ma a Roma tutto è più accentuato.
Non sono un urbanista, di molte cose so veramente poco, ma tra le cose più sensate che ho letto ci sono quelle scritte a suo tempo da Walter Tocci e tutto, sempre, rimandava al modello di sviluppo scelto da Roma nel corso dei decenni e che si è trascinato fino a oggi. Un modello suicida, fallimentare.
C'è ancora tempo per rimediare? Sono pessimista.
Stamane al mio risveglio mi sono affacciato sulla voragine che si è aperta un mese fa proprio di fronte alle mie finestre. E' rimasta lì, aperta, e lo resterà a lungo: settimane, forse mesi. La strada è stata chiusa al traffico, sono state compiute delle ispezioni, la conclusione è che per oltre 20 metri il sottosuolo è friabile, compromesso, e che occorreranno lavori complessi. Tutta Roma Nord, dalla Cassia alla Balduina, lungo i rilievi di Monte Mario, si è riempita in questi mesi di voragini, quasi tutte ancora aperte e in attesa di interventi. Un gentile ingegnere del Comune (non sono sempre gentili e nemmeno disponibili a dare spiegazioni: prevale un certo nervosismo) mi ha spiegato che questo fenomeno diffuso ha almeno un paio di ragioni: una ragione riguarda il suolo di questa zona, da sempre interessato da fenomeni carsici, l'altro è legato al clima, mesi di siccità e poi violente piogge improvvise. "Ha presente i castelli di sabbia quando la sabbia è troppo asciutta e non è più cementata dalle giuste dosi di acqua e umidità? Succede esattamente questo, diventano fragili, si sgretolano". Non molto rassicurante.
Le condizioni meteo le conosciamo: mesi senza una goccia, poi nubifragi, poi caldo africano. E' il cambiamento climatico. Dunque Roma Nord è tutta un proliferare di voragini che il Comune e i Municipi non riescono a chiudere. Non ci sono i soldi, non ci sono i mezzi, il personale non basta.
Dopo aver fatto queste considerazioni sono uscito in strada per gettare l'immondizia. Giù all'angolo (nella mia strada, chiusa al traffico, i mezzi AMA non possono più entrare e hanno spostato i cassonetti all'incrocio) c'era una montagna di immondizia per terra: umido, secco, indifferenziata, plastica, un nugolo di mosche, una puzza da svenire. Lì l'AMA non passa da almeno un paio di giorni. Aggiungo che tra i romani (i cittadini) e la raccolta differenziata non c'è mai stata una gran sintonia: una parte la fa, un'altra parte se ne fotte e si rifiuta persino di ricorrere al servizio che il Comune offre per i rifiuti ingombranti, per cui televisori rotti, materassi, aspirapolvere finiscono a lato dei cassonetti. Sono gli stessi che imputano ai rom la causa dei rifiuti per terra: una bugia colossale. Siccome questo in cui abito è uno di quei quartieri di Roma Nord borghese che da sempre vota a destra, l'idea che la sporcizia, la puzza e lo schifo lo abbiano investito in pieno mi consola un po' (ma non più di tanto): la lenta apocalisse romana non guarda in faccia a nessuno e non si pone problemi di censo.
Comunque sia le cose stanno così e non miglioreranno. AMA e ATAC (ma mettiamoci pure ACEA) continueranno a essere l'emblema di questa catastrofe urbana, con i loro manager pagati a peso d'oro e prima o poi faranno il botto: una parte dei servizi saranno privatizzati (anche questi, come i manager, a peso d'oro), e si finirà per costituire delle belle "bad company" in cui far confluire debiti e un po' di personale in esubero.
L'apocalisse lenta ha sempre dei risvolti sociali di una certa rilevanza e questo vale anche per una grande metropoli allo sfascio. Non metto più piede in un grande parco pubblico dopo che mi sono ritrovato addosso una zecca e immagino che i cinghiali se la passino abbastanza bene. I parrocchetti verdi, la specie aviaria nextGen, stanno soppiantando passeri, merli e corvi, e i gabbiani sono molto felici, grassi e impigriti da tutta quell'immondizia a disposizione. Lungo le balze di Monte Mario, tra il verde che nessuno più ripulisce, nascono ogni tanto tendopoli di sventurati; tra qualche mese sgombereranno ma nessuno provvederà a ripulire e lì si accumulerà nuova immondizia (succede così da anni). Sono molto grato ai migranti africani che ogni tanto ripuliscono la strada dalle erbacce che crescono anche fino a un metro da terra e ogni volta che compaiono li ringrazio e lascio un obolo generoso: è lavoro quello, ma nessuno li regolarizzerà mai, anzi.
Parrocchetti e gabbiani, cinghiali e zecche, voragini e frane, puzza e mandrie infinite di turisti inebetiti: la nostra distopia è già qui, in questo presente. Un mondo marcio.
Peter Freeman, Facebook
9 notes · View notes
barrenwomb · 24 days
Text
tanto lo so che non le sono mai piaciuta voglio dire mi ha detto esplicitamente di essersi interessata a me perché le davo attenzioni e so che è tornata un paio di mesi fa solo perché doveva assicurarsi che io stessi male dopo che lei era stata scaricata dalla tipa e le erano successe una serie di sciagure tra cui il ritiro della patente per guida in stato di ebbrezza e la frattura del malleolo di cui lei mi ha attribuito non troppo scherzosamente la colpa perché a quanto pare sono una strega che lancia le macumbe e so che anche se le scrivessi non mi risponderebbe o mi bloccherebbe o minaccerebbe di bloccarmi o mi direbbe che non vuole vedermi né sentirmi cose che ha già fatto un casino di volte tra l'altro però non so come togliermela dalla testa e soprattutto non so perché ce l'ho ancora in testa e perché penso a lei così frequentemente e perché vorrei soltanto abbracciarla e baciarla e toccarla è passato un mese dall'ultima volta che ci siamo viste e lei si è assicurata di sfruttare l'occasione per umiliarmi ben benino ma a quanto pare traumatizzarmi non basta perché sono rincoglionita e senza dignità io non le capisco certe cose non le ho mai capite quando succedevano agli altri e non le capisco neanche ora che succedono a me non me lo so spiegare so solo che vorrei dirle che mi manca e che morirei pur di vederla e non ho mai avuto paura del rifiuto ma adesso un po' sì che strano wow incredibile è riuscita nell'intento di piazzarsi dentro la mia testa e di rovinarmi occasionalmente l'umore e di rendermi insicura e io gliel'ho lasciato fare dignità oh signore mio la dignità che non ho non so cosa fare forse se mi mandasse a quel paese la smetterei un po' l'ha ma già fatto quindi a chi voglio prendere in giro. gesù cristo e la madonna
5 notes · View notes
ssisadfam · 2 months
Text
per alessandra:
so passati anni, pensavo che andasse via la sensazione di doverti qualcosa, doverti parole, spiegazioni, il mio grande rimpianto e di non aver mai messo le cose in chiaro, ma era tutto troppo sentito per poterlo fare a cuor leggero. A volte ti penso e oggi non so bene perché, ho sentito di doverti dire determinate cose. É stato tutto troppo forte, troppo impetuoso, troppo rapido, troppo bello, ed io, in quel momento, non lo meritavo, non ero pronto. É durato tutto un paio di mesi ma le emozioni che provavamo l'uno per l'altra erano assurde. sentivo che tra di noi ci fosse un amore, una passione, che mai avevo visto e tuttora mai piu sperimentato. Quasi cercai di sabotarlo perché mi spaventava e mi mandava tremendamente in confusione. Era tutto così forte, te lo ricordi il sesso? Dio quella notte é stata assurda. Ore e ore, ti sentivo ovunque, su ogni centimetro del mio corpo, ti sentivo venire e venire, gocciolare, eri bollente, bellissima, godevo già solo nel guardarti. Ho ancora stampato in mente il momento in cui ti presi da dietro, non mi fermavo e tu mi guardasti ridendo. In quel momento godevi e ridevi sorpresa, eri così luminosa. Avrei continuato all'infinito pur di vederti sempre così. Eri mia, mia e di nessun altro, ti stringevo, ti prendevo, passami il termine, ti scopavo come se fosse l'ultima notte della mia vita. E ho vissuto così intensamente tutto ciò che vivevo con te. Dalle passeggiate, le serate, i momenti in macchina, in casa, quando camminavamo mano nella mano, quella sera sulla spiaggia quando ci baciammo la prima volta. Quella notte fu fortissima. Non esisteva più niente, ti avrei voluta stringere e fare di tutto, farti mia. Ogni volta che ti penso, solo questa parola mi viene in mente: Forte. Quando mi sono reso conto di questa cosa, volevo rallentare, volevo un crescendo non un fortissimo all'inizio del brano. Volevo godermi i momenti e goderti con i giusti tempi, ma tra di noi era impossibile. Ogni volta che ci avviciniamo, c'é una tensione che non riesco a reprimere. É tutto amplificato a mille, tutto mi urla di prenderti tra le mie braccia e non pensare più a nient'altro. Non so se questo l'hai provato anche tu, o mai pensato. Questo é quello che avrei voluto dirti ma non sarei mai riuscito a dirtelo con la calma con cui lo sto facendo ora. Non sei la x dell'equazione, sei l'idrogeno della mia bomba atomica, che in fondo é sempre una x all'interno di un'equazione. Solo che ora non é tanto incognita, ora so cosa sei, so chi sei. Mi risvegli, mi amplifichi. Ho avuto due relazioni dopo di te, una che é durata due anni e mezzo e quella attuale che dura da quasi un anno. Ho avuto tanti momenti belli, ho avuto esperienze di ogni genere, ho fatto tanti viaggi, ho fatto tanto sesso. Tutto meraviglioso, non mi priverei mai di tutto cio che ho fatto, ma tanto tempo fa mi so reso conto che l'intensità e la forza dei nostri momenti erano tutt'altra storia. Scrivo questo solo per farti capire che non ti ho mai sminuita, non sei mai stata inferiore alle altre, non hai mai avuto nulla che ti mancasse, anzi. Eri passione allo stato più puro, emozione incessante, passione, goduria, perché lo confesso, ho avuto rapporti sessuali belli, profondi, forti, ma quello con te é stato di un altro livello, mai piu ricreato. Ho cantato in compagnia a squarciagola migliaia di canzoni, ma mai come lo facevamo noi. Ho provato mille emozioni ma mai con la stessa intensità. Quindi ti prego di capirmi e mi scuso dell'estremo ritardo. Avevo bisogno dei miei tempi per dirti che é stato tutto bellissimo, cio che avevamo e che abbiamo creato mi ha travolto, buttato in aria, e non sapevo né tutt'ora so se mai saremmo riusciti a reggere tutto questo. Una cosa é certa, mi hai fatto vivere la passione come nessun altro mai. Grazie
4 notes · View notes
gigiastella · 1 year
Text
Dopo tre mesi senza incontrarlo x motivi di salute ,finalmente lo rivedo .
Oddio non stavo nella pelle ,eccitata più che mai , mentre guidavo sentivo quel calore in mezzo alle gambe che non sentivo più da tempo... pensavo mi si fosse congelato tutto .... Arrivo davanti casa sua e mi chiedo se rivedendolo mi sarei sentita come a casa . Ok invio il messaggio e lui mi apre ,prendo l ascensore ,4 piano e ogni volta che salgo su quell' ascensore mi salgono i brividi di calore misti ad eccitazione , si aprono le porte e trovo la solita porta socchiusa ,entro ,eccitata come sempre , e lui è in bagno :mi urla fai come se fossi a casa tua io arrivo .
Così mi tolgo la giacca ,appoggio la borsa sul divano mi tolgo le scarpe , e lo aspetto . Lui arriva in accappatoio , profumato di doccia e con quello sguardo magnetico ....
Mi alzo e subito un bacio scioglie ogni paura ,dubbio , incertezza ,mi accoglie come sempre ,con quel calore che nessuno riesce a farmi provare ,e tra baci ,morsi e mani che vanno ovunque mi ritrovo senza vestiti e in camera sua . Ci guardiamo e in un attimo , ci troviamo sdraiati sul letto ,le sue mani perlustrano il mio corpo dall' inguine in giù e la sua bocca la parte superiore , sento i denti stringere un capezzolo che mi manda in visibilio ,parte un brivido dal capezzolo al pube , mi esce un mugolo, poi i suoi muglii mi facevano impazzire di più e le sue dita sapienti si intrufolano dentro e fuori di me stimolando nei punti giusti , stuzzicando fuori e dentro ,davanti e dietro e più si insinuava più mi rilassavo , ero vicina all' esplosione e lui si ferma mi guarda e mi dice: ti sarebbe piaciuto vero ?! Invece no decido io quando.
Mi parla , cerca di distrarmi ,mi coccola ,mi vizia con baci dolci , si parla di tante cose e mi distraggo da quello che un attimo prima era quasi un orgasmo , sembro distratta ma io lo voglio .....
Voglio lui , lo voglio dentro , ne ho bisogno così decido di prendere l iniziativa tra un bacio e una carezza allungo una mano verso il pene , lo accarezzo e sento la reazione, tra un bacio e l altro, scivolo con la bocca giù e avida lo lecco lungo tutta la lunghezza dell' asta ,lo bacio, con una mano lo stringo e con le labbra lo stuzzico ,lo infilo in bocca ,scende giù fino in fondo ,poi su e giù in gola un paio di volte mentre con la mano stuzzico il perineo , poi lui siccome adora dominare mi bacia e mi mette supina , ancora bagnata dai precedenti umori mi stuzzica un pochino il clitoride ,lui sa che lo voglio dentro tutto , e così mi accontenta ,entra tutto ,fino in fondo , io mi sento in paradiso ,lo sento tutto ,ogni cm di lui dentro di me ,scivola ,inizia pompare più forte ,lo adoro , lo sento prepotente , poi rallenta e io lo rimprovero ,voglio godere ti prego non fermarti e di nuovo lui mi dice decido io ......
Sfila la sua erezione, sembra di marmo tanto è duro ,lo punta sull' ingresso del mio ano ,ed io lo rimprovero non è ancora pronto e lui lo prepara dolcemente con modo sapiente , poi lentamente lo ripunta e con un piccola spinta entra ,io resto a bocca aperta ,dalla posizione supina non lo avevamo mai provato ,entra tutto e non capisco più nulla ,inebriata dalle sue spinte nell' ano esplodo squirto come non mi era mai successo e lui ,ancora due colpi ,ed un gemito , ed esplode mi riempie il mio buco di sborra . Esterefatti entrambi dal piacere ci baciamo e io ho bisogno di un morso x svegliarmi da quel piacere .
Tumblr media Tumblr media
13 notes · View notes
a-tarassia · 1 year
Text
Allora dicevo che io di solito il martedì appena dopo il lavoro vado a lezione di russo, quindi non passo da casa perchè la tipa che ci insegna russo è una nazista (ahahahahah, joke) e inizia alle 18.15 spaccate, ma io stacco alle 18 e nonostante ci avessero garantito che si aspetta l’arrivo di tutti nei canonici 15min ciò infine non è vero, forse che in russia non hanno i minuti di tolleranza oltre a tantissime altre manie di inflessibilità, ma ciò vuol dire che io arrivo e trovo la lezione iniziata perchè Tatjana è così, lei inizia quando vuole e finisce anche quando vuole, ovvero dopo l’orario di chiusura tanto che devono venirci a chiamare sempre per dirci che la biblioteca deve chiudere, ovvero signori: 20.30. Secondo lei noi si deve fare due ore e mezza di russo a botta.
Sì. Siamo ad ormai 6 lezioni e a lei non fotte un sega delle regole.
Ma torniamo a noi. Io avevo iniziato a frequentare usualmente Matteo quando nel 2018 prendevo lezioni di recitazione e lui di francese, ci trovavamo fuori al portone alla fine delle lezioni e andavamo a prenderci da bere, siamo rimasti amici (per chi mi segue dalla maga lui è amico b) fino adesso che di nuovo il martedì si prende ancora lezioni insieme, cioè io russo, lui spagnolo e mi aspetta fuori perchè Tatjana se ne sbatte il cazzo degli orari. Usciamo di martedì e ci spariamo un paio di gin tonic. Ieri io avevo lavorato in magazzino coi mulettisti, non fate domande, e venivo da una settimana di dolori molto forti al trapezio, quindi non sono in forma, non ero in forma e per di più ero anche lurida, ma a lezione sono andata, coi vestiti sporchi, però uscire a bere in quelle condizioni, considerando che pioveva, non me la sentivo molto, allora Matteo è venuto a casa.
Cena, bottiglia di prosecco, due gin tonic, due canne. E sto.
Io e lui ci si vede tipo due volte a settimana in media, in circostanze sempre abbastanza eterogenee e ogni volta non so come, a distanza di anni, riusciamo a parlare ore. Compatibilità caratteriale +1000.
Ieri gli ho fatto disegnare come vede lui il calendario in testa, l’ho imparato su tiktok, cioè il concetto astratto della consecutio dei mesi è graficamente illustrato in modo diverso per ognuno, ognuno di noi ha un’idea personale, una raffigurazione di quello che vede quando pensa, tipo il tempo. Che è un concetto astratto chiaramente, quindi in verità lo abbiamo visto in tantissime rappresentazioni, ma non esistendo concretamente noi possiamo immaginarlo nel modo che vogliamo. Matteo per esempio non ragiona coi mesi, ma più con le stagioni, quindi l’arco temporale “anno” è quattro blocchi più o meno: quando fa caldo, quando fa meno, caldo, quando fa freddo, quando fa meno freddo. Io ho i mesi sistemati tipo gioco dell’oca in cui gennaio è da solo, da febbraio a maggio è una linea retta, mi curvano giugno e luglio insieme come pre estate, fanno una chicane con agosto di nuovo da solo in piena estate, e poi ancora mi tornano in rettilineo settembre, ottobre, novembre e dicembre per lo sprint finale. Ho sempre avuto questa illustrazione in testa e non mi ero mai posta la questione che fosse estremamente personale e totalmente senza senso. Luca vede i mesi singoli a comparsa per dire. Davor linea retta verso il basso. Adesso parlando di queste cose ieri con Matteo mi ero completamente dimenticata che lui è psicologo e ste cose le conosce abbastanza meglio di me, mi ha detto che (uso parole mie che non ricordo quelle tecniche) per studiare una persona, soprattutto da piccoli, gli si fa disegnare delle cose, ma non tanto quelle astratte quanto quelle reali, perchè anche l’albero per dire ognuno di noi ha quello che li simboleggia tutti, un albero di riferimento in testa è quello che disegnamo quando lo dobbiamo rappresentare noi, il disegno non è il modo ufficiale che abbiamo di comunicare, quello sono le parole che infatti sono uguali per tutti e riducono il nostro mondo interno di immaginazione e rappresentazione in una stringa di lettere, il disegno invece è personale e ognuno ha il suo albero. Ai bambini si fa disegnare spesso l’albero per vedere come lo disegna, quali elementi in più mette, se disegna la casa, strada, sole, come sono i rami, le foglie etc. Non che si usi solo questo per valutare la situazione di una persona, ma è indicativo di un po’ di cose. Nessuno comunque in testa vede lo stesso albero e nemmeno lo stesso calendario. Anche le parole che usiamo ognuno le rappresenta a modo suo anche se sono uguali.
Armando nel frattempo mi aveva inviato il link al Post sull’errore del missile in Polonia, resti di missile forse, schegge di supersantos probabile, un tiro sbagliato andato storto e scusa col sinistro non sono buono mi spiace se ti ho spaccato il setto nasale. Ci siamo guardati e non ci siamo detti nulla, che ne sappiamo noi, mica siamo all’oratorio che ti riprendi il pallone e domani è un altro giorno. No?
A fine serata abbiamo buttato due bottiglie di alcol, gin e prosecco, nel bidone del vetro e metallo era pieno di scatolette del gatto, nel senso di cibo per gatti, non scatolette di carne di gatto. Lì gli ho chiesto se ricordava quando durante la pandemia si andava a buttare il vetro pieno di bottiglie di prosecco, aperol, gin, birra e bottiglie di vino a cadenza regolare, alcol a profusione, una quantità di alcol che a pensarci gli ho detto mi chiedo come abbiamo fatto, lui mi ha risposto: è quello che ci ha salvato, quello e l’erba.
Fine.
25 notes · View notes
Text
Sono in treno e potre quasi quasi impiegare il tempo per scrivere un po' di cazzate. Cazzate come il mio 2023. Pieno di cazzate. E con il suddetto termine indico quelle cose, decisioni, fatti, avvenimenti avvenuti per mia stessa decisione. Come quella di prendere il treno oggi senza prenotare nonostante ci fosse scritto nero su bianco sull'öbb di riservare. Decisione che mi ha portato a fare un viaggio di due ore seduta sugli scalini davanti al cesso. Ecco, il mio 2023 è stato solo una lunga serie di decisioni simili. In qualche remoto angolo del mio cervello devo aver pensato per tre secondi "mmh qua' c'è qualcosa che non va" per poi dimenticare tutto presa dalla frenesia della vita. No, non della vita. Del "dover fare". Nel mio caso, di dover fare come tutti gli altri hanno fatto. E ancora più grave è che con tutti gli altri mi riferisco a quel gruppo di esseri umani di scarsissima dote culturale che si trova nel paese dove sono nata. Gente che ho sempre odiato. Con molti di loro non ho neanche a che fare da anni. Eppure questo è ciò che fa quella parola orribile chiamata "educazione". Gli esempi di riferimento inculcati nei primi vent'anni di vita. Che cazzo ti porta a fare ah. Ti porta a plasmare la tua vita a idee degli altri. Alle idee di gente che pensavi anche di aver totalmente dimenticato. Alle idee di gente a cui pensavi di non pensare da anni.
Eh niente. Tra una domanda filosofica e un attacco di panico e l'altro un paio di settimane fa sono finita in un bel reparto colore giallo e azzurro ( che combinazione de merda ) con gente un po' strana. Ma anche io sono da sempre strana. Sono? Boh. Mi sento? Sì. Fatto sta che dopo due giorni sono diventata ancora più strana, pure per i miei standard. Presumo, ma non ne sono ancora sicura, che fosse per la mezza pillola blu la mattina. Non mi sentivo così strafatta dal liceo. Mi mancava? Direi di no. Ma dooormivoo finalmente. Non so se sapete di cosa parlo, ma per una persona che da sei mesi dorme circa 15 ore a settimana quando finalmente riesce a dormire una notte di seguito il mondo si manifesta veramente sotto un'altra luce. Uscivo la mattina sull'entrata con l'amico, presumo serbo, con il catetere e pensavo: cazzo ora mi ricordo. Mi ricordo perché pensavo che la vita fosse bella. Perché io davvero lo ho pensato. Per un lunghissimo periodo. Pensavo proprio che la vita fosse bella. Ho passato tanta ma tanta merda nella mia vita ma ci sono stati molti momenti dove io mi svegliavo e pensavo, che bella la mia vita. 
Quest'anno è andato tutto a puttane. Vorrei dire che non so cosa sia successo ma mentirei perché la mia terapeuta me lo ha spiegato, chiaramente, come lei fa sempre. Pure più volte. Succede quando impronti la tua vita sul "dovere". Già la parola "devo" è una stra grande puttanata di suo, se poi questo "dovere" appartiene pure ad altri... allora ti ritrovi nel reparto giallo/azzurro a Innsbruck con me. Magari siamo vicini di letto. Non sono una coinquilina molto simpatica, te lo dico subito. Sto sulle mie. Sembro sembre un po' scazzata ma alla fine sono un pezzo di pane. Però per i primi 20 giorni mi starai sui coglioni di principio, sono sincera.
Comunque, cazzate bei Seite come si dice qua da me, auguro a tutti di fare quel cazzo che volete nella vita. Basta che non mi rompiate i coglioni. Se volete essere barboni su una strada con un cuscino e un cane, vi auguro di poterlo diventare. Se volete lavorare 60 ore alla settimana per accumulare un sacco di soldi su un conto bancario alle Seychelles per pipparvi pure il buco del culo nei tre giorni di ferie all'anno che avete, go for it. Se volete lavorare come cameriere 20 ore alla settimana, thats even better.
Perché questo sarà lo scopo della mia vita d'ora in poi e ci metterò tutte le mie energie: mandarvi tutti a fare in culo dal primo all'ultimo insieme ai vostri consigli di merda non richiesti su come io dovrei vivermi l'unica vita che ho
2 notes · View notes
popolodipekino · 4 months
Text
da buoni amici
No, separiamoci piuttosto da buoni amici, perché, sai, sono anch'io una sognatrice, non ne sarebbe venuto fuori nulla di buono! Non ti ho forse sognato anch'io? in questo hai ragione: tanto tempo fa ti sognavo, ero ancora in campagna, in casa sua, dove vissi sola soletta per cinque anni; spesso mi accadeva di pensare e pensare, sognare e sognare, e mi figuravo sempre un uomo come te, buono, onesto, bello, e anche un po' sciocco come te, che improvvisamente sarebbe venuto a dirmi: "Voi non siete colpevole, Nastas'ja Filippovna, e io vi adoro!". E tanto mi abbandonavo ai sogni da impazzirne... e a questo punto ecco arrivare costui: si trattiene ogni anno un paio di mesi, mi oltraggia, mi avvilisce, mi arroventa, mi deprava, e se ne parte: mille volte mi sarei voluta buttare nello stagno, ma ero vigliacca, non mi bastava l'animo, e adesso... da F. Dostoevskij, L'idiota
2 notes · View notes