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#indiani
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Le aquile vivono 70 anni, ma a 40 anni devono prendere una decisione difficile, le loro unghie diventano così lunghe e flessibili che non riescono a trattenere la preda di cui si nutrono. Il becco, allungato e appuntito, è troppo curvo verso il petto e non è più utile. Le sue ali sono invecchiate e pesanti a causa delle grandi dimensioni delle sue piume e, a quel punto, volare diventa molto difficile.
Hanno due alternative: abbandonarsi e morire, o affrontare un doloroso processo di rinnovamento, che consiste nel volare verso un nido tra le montagne vicino a un muro, poiché é al sicuro. L'aquila inizia a colpire con il becco sul muro con forza finché non riesce a strapparlo. Quindi attende la crescita di un nuovo becco, con il quale si staccha uno per uno i suoi vecchi artigli. Quando i nuovi artigli iniziano a crescere, inizia a strapparsi le piume consumate.
E dopo tutti quei lunghi e dolorosi mesi di ferite, cicatrici e crescita, riesce a fare il suo famoso volo di rinnovamento, rinascita e celebrazione per vivere altri trenta anni...
Nella nostra vita, per continuare un volo della vittoria, molte volte dobbiamo proteggerci da tutto e iniziare un processo di rinnovamento.
Dobbiamo abbandonare costumi, tradizioni e ricordi, il cui peso ci impedisce di andare avanti. Solo liberi dal passato possiamo trarre vantaggio dal prezioso risultato che un rinnovamento ci porta sempre.
Rinnovare te stesso implica mettere ordine nel mondo mentale, scartare i ricordi di eventi frustranti o dolorosi, lasciando soltanto l'esperienza di ciò che abbiamo imparato.
Per mettere ordine, rinnovarci e prendere il volo, dobbiamo conoscere noi stessi, sapere chi siamo, quali sono le nostre potenzialità e dove vogliamo andare. Non è necessario adattarsi al problema; c'è la possibilità di liberarsene. Ma il percorso è un pò difficile, il percorso è impegnativo. È una tua scelta. Seguiamo il percorso delle aquile. Sempre su, sempre avanti.
[Leggenda popolare dei nativi americani]
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Peter Pan il musical ✨
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gregor-samsung · 6 days
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“ Una sera, nel ristorante dell’albergo dove alloggiavano le nazionali svizzera e canadese, Erika è uscita sul balcone per fumare una sigaretta e lo ha studiato a lungo attraverso la finestra. Non partecipava alla conversazione ma sembrava a suo agio, beveva la birra a piccoli sorsi e sorrideva a tutti. Uno che era seduto vicino a Jai si è alzato; Erika ha buttato via la sigaretta a metà ed è corsa a sedersi al suo posto. Si è presentata, Jai la conosceva già. Lui le ha chiesto se stava stretta sulla panca (no, stava bene, grazie) e se voleva una birra (la voleva). Quando è tornato con la birra ha voluto sapere se era davvero importante farsi seguire da una come lei, da uno psicologo: semplice curiosità, tanto lui non se lo poteva permettere. Allora Erika ha pensato una cosa che lí per lí ha tenuto per sé, che gli ha detto solo piú tardi, quando, conoscendolo meglio, si sarebbe rivelata verissima: ha pensato che Jai non aveva nessun bisogno di psicologi.
Oddio, se non si è matti non si fa la libera, poco ma sicuro; ma la follia di Jai cominciava al cancelletto di partenza e terminava sul traguardo. Passato il minuto e mezzo della gara era un ragazzo sereno, anzi piú che sereno, luminoso: emanava, secondo Erika, una luce che rendeva tutto limpido intorno a lui, e rasserenava chi ne era illuminato. Gli altri, gli europei e gli americani del circo bianco, erano ragazzoni grossi come armadi, dalla parlata elementare e sboccata, che prima della gara si caricavano ascoltando heavy metal dalle cuffiette. Jai parlava a voce bassa, viaggiava con una piccola biblioteca di romanzi in inglese, faceva domande semplici e rispondeva con parole semplici e vere, e spesso anche belle, sorprendenti. Già quella prima sera, mi ha detto Erika, Jai l’aveva messa subito a suo agio, lei che, unica donna in un mondo di maschi, era abituata a tenersi sulle difensive. Gli altri hanno cominciato a prenderli in giro: ma perché con tanti bei ragazzi svizzeri Erika si occupava esclusivamente dell’indiano? E a loro cosa mancava? Il cervello, ha risposto Erika. Stasera, ha detto, finalmente ne aveva trovato uno che non le parlava solo di scioline e macchine sportive. “
Guido Barbujani, Soggetti smarriti. Storie di incontri e spaesamenti, Einaudi (collana Super ET Opera Viva), febbraio 2022¹; pp. 116-117.
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tuttalamiavitarb · 5 days
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20 anni fa
Esattamente 20 anni fa , era aprile anche allora, ero stato in questa uggiossima città tra Galles ed Inghilterra.
Allora l economia tirava il PIL cresceva, l Europa univa, jef besos mendicava, il mondo era felice, io almeno ero felice.
Le aziende prese dall' euro entusiasmo si fondevano.
E tutto tronfio mi sono fatto Virgilio coi colleghi, conosco il posto, so tutto io.ci penso io. Sperando che il mondo avesse congelato tutto in attesa del mio ritorno.
Quindi con la squadra ci siamo piazzati nello stesso hotel dove avevo soggiornato allora, era carino e di fronte c'era questo centro commerciale con un sacco di posti per mangiare.
Capisco la brexit, il COVID, le guerre ,leman Brothers, i sub prime.
Ma come stracazzo abbiamo fatto a sfasciare tutto in 20 anni?
Che in Italia vada tutto a rotoli lo diamo per scontato , ma scoprire che il mondo intero vada a ramengo è di una delusione sconfortante.
L hotel si è trasformato in peggio, metà sono monolocali con bagno e cucina (sporca). L altra metà è in stile indiano, e secondo me è una versione evoluta dei nostri centri massaggi cinesi.
Il centro commerciale avrà 8 negozi aperti su 60. Tutto in preda all incuria, ci sono molti senza tetto.
Nel frattempo nei classici capannoncini rossi all inglese sono sorte altre attività un pub, un centro di ritiro per auto vendute on line, un negozio di cinesi , uguale ai nostri e un parco di gonfiabili per bambini.
C è un po' di vita, anche se gli inglesi hanno sempre un aria molto trasandata.
Mi siedo su un tavolo di quelli da sagra della polenta, una ragazza , una signora attacca bottone con noi
Da dove venite ? Come qua?
Veniamo da un posto uggioso come questo, solo con più sole
Siamo qua x la fabbrica, gliela indico con un cenno.
La riaprite? Era tutto più bello quando c'era lavoro alla fabbrica, piu soldi, meno sporco.
Rifletto se dirle la verità e cioè che siamo venuti a controllare che non ci fosse niente di valore da lasciare, poi la venderanno ad un fondo, che come tutti i fondi di investimento, licenzierà tutti, svenderà tutto e farà qualche speculazione immobiliare.
Invece rispondo "i Hope"
Parliamo del più e del meno dei suoi 2 figli da due compagni diversi, di jonshon, di calcio.
Quando scopre quanti anni ho rimane sorpresa , mi aveva fatto uno sconto di 15 anni.
Mi alzo per prendere una bevuta,quando torno lei è sparita
Anche stasera si tromba domani.
Che mondo di merda
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soprabito · 4 months
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Cronache di un'America minore #3
Questa non è propriamente un’America minore. Mesa Verde è uno degli State Park più famosi del Colorado. Qui più o meno nell’anno mille dei nativi americani avevano costruito delle città dentro le arcate di un canyon, sfruttando la copertura, le pietre, le forme esistenti. Sopra i canyon la mesa, l’altopiano, era fertile e ricco. Quando le condizioni sono cambiate gli indiani se ne sono andati,…
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cuoredolce67 · 4 months
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luigiviazzo · 11 months
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Cielo Mesoamericano e dintorni: un racconto interessante perché spiegare l’origine del mondo fu per tutti quei popoli fu un’esigenza di fondamentale importanza, poiché consentiva loro di dare un senso a ciò che li circondava.
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acidvalleymagazine · 1 year
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Johnny Pistola
Il grilletto facile del cittadino minacciato per aria, per mare e per terra Ralph Paul Yarl (Kansas City) sopravvissuto a spari sulla testa dopo aver sbagliato campanello, Kaylin Gillis (Hebron, Stato di New York) morta per aver sbagliato strada, William White e sua figlia di sei anni (Gastonia, North Carolina) colpiti dagli spari di un vicino per un pallone finito in un giardino. Oltre cento…
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padretizianorepetto · 2 years
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#tizianorepetto #papafrancisco #indiani https://www.instagram.com/p/CgqkjaqjvuE/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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pietroalviti · 2 years
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Ceccano, la schiavitù a due passi e sulla nostra tavola
Ceccano, la schiavitù a due passi e sulla nostra tavola
I pomodori, le zucchine, i cocomeri che mangiamo ad un prezzo così basso sono molto spesso il frutto delle condizioni di durissimo sfruttamento in cui migliaia di aziende nell’agro pontino tengono i lavoratori indiani impiegati nella raccolta degli ortaggi e della frutta. Lavorano 14 ore al giorno, oltre al tragitto di decine di chilometri che fanno in bicicletta per raggiungere le tenute. E…
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Sei bellissima.
Esattamente come sei.
Cammina come se i tuoi fianchi potessero spostare le montagne.
Sorridi come se potessi illuminare il mondo intero.
Danza seguendo il ritmo della vita,
come se i tuoi seni nutrissero la vita,
come se il tuo ventre creasse sogni
e le tue mani disegnassero la tua realtà.
Canta come se dalla tua bocca sbocciassero fiori.
Accarezza il tuo cuore forte, che celebra l'amore con fiducia, anche nella sofferenza.
Muovi le tue mani come se fossero strumenti sacri, che creano, accolgono, curano e donano.
Loda le tue braccia che sostengono, abbracciano e proteggono.
Amati, perché sei bellissima, così come sei!
Alma Nimue
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yourtrashcollector · 2 years
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Come si fa a credere di poter condividere la condizione degli abitanti di una bidonville, in senso fisico come in senso morale, quando si gode di una salute di ferro, quando non si ha una famiglia da sfamare, curare; quando non si deve cercare un lavoro e non si ha l'ossessione di doverselo conservare; quando si sa che in ogni momento si ha la possibilità di andarsene?
Dominique Lapierre, La città della gioia
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ross-nekochan · 4 days
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INDIA 🇮🇳
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ragazzoarcano · 1 year
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“La velocità non giova a nulla se si corre nella direzione sbagliata.”
— Proverbio Indiani nativi d’America
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semprelibera · 11 months
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Mi sento estasiata nel vedere un numero sempre crescente di mostre, seminari, incontri, articoli e documentari volti alla sensibilizzazione sulla dispersione del nostro patrimonio artistico e archeologico.
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