Tumgik
#inumanos
comicchannel · 14 days
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Marvel Legends Series Inhumans Crystal and Lockjaw Hasbro F9108
Link para compra BR: *Possível importar pelo Link abaixo
Buy here: https://amzn.to/3XexFsu
4 notes · View notes
creads · 4 months
Text
vocês não tem noção do barulho INUMANO que saiu da minha boca quando eu vi esse vídeo PUTA QUE ME PARIU SEU FILHO DA PUTA nOSSA VEY EU VOU ME MATAR NA FRENTE DELE?!!!!!!!!! É SÉRIO GENTE CARALHO MEU DEUS DO CÉU???????????? FAZENDO COSPLAY DAS TROMBETAS DO APOCALIPSE AQUI VEY TIRA ESSE BIGODE DA MINHA FRENTE APAGA AGORA FELIPE OTAÑO SEU DESGRACADOOOOOOOOOO💥💥💥💥💥💥💥💥💥💥💥 a VOZ TAMBÉM VAI ROMAR NO SEU CU ARROMBADINHO DE MERDA
79 notes · View notes
amespeciale · 2 months
Text
Tumblr media
Spazio spazio io voglio,tanto spazio x dolcissima muovermi ferita;
voglio spazio x cantare,crescere,errare e saltare il fosso della divina sapienza.
Spazio datemi spazio,ch'io lanci un urlo inumano,quell'urlo di silenzio negli anni che ho toccato con mano.
A.Merini
28 notes · View notes
ross-nekochan · 3 months
Text
Oggi il mio direttore mi ha scritto su Teams se il mio onboarding sta andando bene e se ho problemi. Avrei voluto sfilargli tutta la corona di lamentele: mi stanno insegnando tutto troppo lentamente, sembra che disturbo e rompo le palle alla mia tutor ogni volta che le chiedo qualcosa perché pare sembra indaffaratissima e io stessa ho paura di disturbare, etc etc... ma a che pro? Quindi via con il "va tutto bene grazie". Alla fine è solo una settimana che sono qua quindi pretendere che mi sia insegnato tutto forse è pure pretenzioso.
Poi oggi ho dovuto rispondere alla prima telefonata perché la mia tutor ha (giustamente) detto che se non le prendo mai, mai imparerò. Il povero cliente ogni volta che gli chiedevo di ripetere, mi parlava sempre più lento, scandendo bene le parole ma io gli volevo dire:"amo io il tuo giapponese lo capisco benissimo, è che proprio non so di cosa tu stia parlando e cosa ti devo rispondere"... però vabbè alla fine con qualche risata di troppo, è andata.
Qua sta facendo un caldo assolutamente inumano in questi giorni e un altro diritto che vedo tolto ai lavoratori è il diritto di non andare in ufficio quando devi uscire di casa alle 7 e fanno già 32°C. Sto sistema ci vuole proprio morti.
20 notes · View notes
tamurakafkaposts · 1 year
Text
Tumblr media
Spazio spazio, io voglio, tanto spazio
per dolcissima muovermi ferita:
voglio spazio per cantare crescere
errare e saltare il fosso
della divina sapienza.
Spazio datemi spazio
ch’io lanci un urlo inumano,
quell’urlo di silenzio negli anni
che ho toccato con mano.
Alda Merini, Vuoto d'amore
91 notes · View notes
generalevannacci · 8 days
Text
Tumblr media
Il minestrino padano va a processo. Difficilmente sarà riconosciuto colpevole ma nel caso fosse condannato è virtualmente impossibile che sconti anche un solo giorno ma non è questo che lo rende ridicolo e pericoloso, lui e tutto il governo fascista di cui fa parte.
La cosa peggiore non è nemmeno che anche su questo faccia propaganda, ormai ci ha ampiamente dimostrato come tenti di lucrare su ogni fatto di cronaca nera che riguardi i migranti o la gente che abbia la pelle poco più scura della sua.
La cosa veramente schifosa è che per lui e per la matrigna fascista e bugiarda il suo comportamento inumano sia in realtà una maniera per difendere una nazione a rovescia da una inesistente invasione di poveracci.
E naturalmente che una fetta enorme di italioti, votanti o meno, lo consideri non il pagliaccio che è, ma che lo definisca un eroe a difesa della purezza della nazione.
12 notes · View notes
crazy-so-na-sega · 1 year
Text
«Nessuna religione tanto quanto quella giudaica fu mai così impastata di anima e di spirito. Questa religione, che costituisce parte integrante della razza giudaica, ha creato un popolo di finanzieri e rivoluzionari perché è
Tumblr media
Esclusiva - quindi inassimilabile.
Terrena - quindi materialista.
Messianica - quindi rivoluzionaria.
Il fondamento del giudaismo, ciò che costituisce il suo pensiero principale, ciò che gli conferisce una straordinaria originalità, è la sua esclusività. Tutta la storia del popolo ebraico e della sua religione, che è inseparabile da esso, ruota intorno a questo fenomeno centrale. Un Dio geloso: Iahvé, il suo popolo eletto: Israele. I riti, i comandamenti, la legge che li lega l'uno all'altro, questa è l'essenza di ogni verità e di ogni giustizia; fuori di questo c'è solo il mondo e il male; il mondo del male. Questa miopia, ma appassionata e singolarmente potente, ha fatto l'integrità di un popolo per tremila anni. Questo indefettibile esclusivismo ha creato una razza, una nazione, una religione, una mentalità che sono senza analogia nella storia universale. Attraverso la forza delle sue tradizioni, di mezzo alle tempeste che hanno fatto turbinare gli uomini nei secoli, il giudaismo è rimasto incrollabile, inesorabilmente simile a sé stesso; come lo scopriamo alle sue origini, tale lo ritroviamo oggi. L'umanità cambia, gli Imperi sorgono e crollano, gli ideali nascono, risplendono e poi si spengono, ma l'ebreo rimane, il Giudaismo rimane, avvolto nel suo accanito esclusivismo, sperando tutto nel domani, instancabilmente... sovrumano, inumano.
Prigionieri delle immutabili tradizioni che sono l'essenza del loro esclusivismo, i Giudei sono, in mezzo all'umanità che si compone di un'immensa maggioranza di non-Giudei, degli eterni disadattati.
Tumblr media
l giudaismo dunque non può che desiderare la sovversione: è dovere del Giudeo e soprattutto del suo istinto, formato da tradizioni tre volte millenarie, di contribuire alla distruzione dell'ordine. L'esclusivismo giudaico comanda e giustifica lo spirito di rivolta. Il Giudeo fu sempre animato da quel vecchio materialismo giudaico che sognò perennemente un paradiso realizzato sulla terra e respinse sempre la lontana e problematica speranza di un Eden dopo la morte. Si sa che il giudaismo antico ignora l'Aldilà. L'uomo può sperimentare il bene o il male solo in questo mondo; se Dio vuole punire o ricompensare, può farlo soltanto durante la vita dell'uomo. È dunque qui sulla terra che i giusti devono prosperare e gli empi devono soffrire. La filosofia del Giudeo fu semplice...avendo solo un numero limitato di anni da dedicarvi, volle goderne, e non erano i piaceri morali che chiedeva, ma quelli materiali, atti ad abbellire e addolcire la sua esistenza. Poiché il Paradiso non esisteva, egli poteva aspettarsi da Dio, in cambio della sua fedeltà, della sua pietà, solo favori tangibili; non vaghe promesse, buone per i cercatori dell'aldilà, ma realizzazioni formali, risolte con un incremento della fortuna, un aumento del benessere... Non avendo alcuna speranza di compenso futuro, il Giudeo non poteva rassegnarsi alle disgrazie della vita; può consolarsi dei suoi mali pensando alle beatitudini celesti solo molto in avanti con l'età. Alle calamità che lo colpivano, non rispondeva né con il fatalismo, né con la rassegnazione; rispondeva con la rivolta. Così la concezione che i Giudei si fecero della vita e della morte fornisce il primo elemento al loro spirito rivoluzionario. Parlando di questa idea che il bene, ovvero ciò che è giusto, dovesse essere realizzato non nell'oltretomba,
Tumblr media
poiché nell'oltretomba c'è il sonno fino al giorno della resurrezione del corpo, ma durante la vita, essi cercarono la giustizia e, non trovandola giammai, perpetuamente insoddisfatti, si consumarono per ottenerla. Senza la legge, senza Israele per praticarla, il mondo non sussisterebbe, Dio lo farebbe rientrare nel nulla; e il mondo non conoscerà la felicità se non quando sarà sottomesso all'impero universale di questa legge, ossia all'impero dei Giudei. Questa felicità si realizzerà attraverso la libertà, l'uguaglianza e la giustizia. Tuttavia, se tra le nazioni quella di Israele è stata la prima a pensare a queste idee, altri popoli, in vari momenti della storia, le hanno sostenute, ma nel farlo non sono stati popoli di ribelli come il popolo giudaico. Perché? Perché se questi popoli erano convinti dell'eccellenza della giustizia, dell'uguaglianza e della libertà, non ritenevano la loro piena realizzazione come possibile, perlomeno non in questo mondo, e quindi non lavoravano unicamente per il loro avvento. Al contrario, gli ebrei credevano che la giustizia, la libertà e l'uguaglianza non soltanto potessero essere sovrane del mondo, ma si credevano in particolare incaricati di lavorare per questa loro attuazione. Tutti i desideri, tutte le
Tumblr media
speranze che queste tre idee suscitavano finirono per cristallizzarsi intorno ad un'idea centrale: quella dei tempi Messianici, della venuta del Messia, che doveva essere inviato da Iavhé per consolidare il potere delle rovine terrene. Ora gli avvenimenti contemporanei dimostrano ancora, qualunque cosa si voglia controbattere sull'argomento, la stretta parentela che unisce il Giu45ismo e lo spirito di rivolta. Sotto formule differenti è sempre il vecchio sogno messianico dei profeti e dei salmisti che infesta i cervelli. Ecco in cosa consiste la religione giudaica, ecco come si differenzia da qualsiasi altra fede. È una rottura con tutto il genere umano; essa non fa proseliti perché non può trasfondere il sangue d'Israele che solo vanta la promessa; tra tutte le religioni che si professano, ce n'è una [il giudaismo] che aborrisce la religione di Cristo, poiché questa gli ha strappato la promessa interpretandola diversamente. L'idea fondamentale, quella secondo cui si doveva a uno straniero meno considerazione che a un compatriota, a un correligionario, è rimasta la stessa dai tempi della Torah fino ai giorni nostri. Questa è l'impressione che devono riportare tutti coloro che eseguono uno studio imparziale del diritto internazionale privato nei libri sacri ebraici: Torah, Talmud, Codici e commentari.
- G.Léon Marie Pierre de Montaigne de Poncins.
(La misteriosa internazionale giudaica)
40 notes · View notes
lisaalmeida · 9 months
Text
essa solidão éramos nós
Não valia a pena esperar, ninguém viria
que nos segurasse a cabeça e nos pegasse nas mãos,
estávamos sós e essa solidão éramos nós;
e era indiferente sabê-lo ou não,
ou gritar (ou acreditar), porque ninguém ouvia:
o grito era a própria indiferença.
.
Presente, apenas presente;
a memória, presente,
a esperança, presente.
.
E, no entanto, houvera um tempo
em que tínhamos sido talvez felizes,
quando não nos dizia respeito a felicidade,
e em que tínhamos estado perto
de alguma coisa maior que nós
ou do nosso exacto tamanho.
.
Como um animal devorando-se
por dentro a si mesmo,
consumira-se, porém,
o pouco que nos pertencera, os dias e as noites,
a certeza e o deslumbramento, a cerejeira e a
palavra “cerejeira” ainda em carne na jovem boca.
.
Nenhuma beleza e nenhuma verdade que nos salvasse,
nenhuma renúncia que nos prendesse
ou nos libertasse, nenhuma compaixão que
nos devolvesse o ser
ou o mesmo,
ou fosse a morada de algo inumano como um coração.
.
Nenhuns passos ecoavam no grande quarto interior,
nenhumas pálpebras se abriam,
como poderíamos não nos ter perdido?
.
Entre 10 elevado a mais infinito
e 10 elevado a menos infinito,
uma indistinta presença impalpável na indiferença azul,
sós,
sem ninguém à escuta,
nem a nossa própria voz.
Manuel António Pina
Tumblr media
22 notes · View notes
somaisumsemideus · 26 days
Text
O controle de Hécate: O defeito fatal
Uma semana depois...
A noite estava pesada no acampamento. A lua, oculta por nuvens carregadas, banhava a floresta ao redor com uma luz pálida e fragmentada, enquanto uma garoa fina fazia o ar cheirar a terra molhada. Todos os chalés estavam silenciosos, os campistas exaustos dos treinos do dia. Nada indicava o que estava prestes a acontecer. Héktor, como todos os outros, estava profundamente dormecido. No entanto, seu sono não era um refúgio seguro naquela noite. Dentro do seu subconsciente, algo havia se agitado, algo que ele não podia controlar.
De repente, no meio do silêncio, a presença de Hécate se fez sentir.
A deusa, sombria e imponente, emergiu na escuridão da mente de Héktor. Ela estendeu sua influência como dedos invisíveis e tomou controle de seu corpo, penetrando seus sonhos como uma sombra que se alimentava do vazio. Ele não acordou, mas sua consciência foi empurrada para as profundezas de sua própria mente, aprisionada em uma cela invisível, isolada do mundo real. Lá, ele sentiu uma sensação esmagadora de sufocamento, como se estivesse debaixo d'água, incapaz de respirar, e tudo ao seu redor era apenas uma névoa densa que não conseguia afastar.
Ele estava preso E Hécate, agora no comando de seu corpo, começou a movimentar-se pela floresta com um propósito mortal.
O corpo do semideus moveu-se de maneira fluida, como se uiado por uma força maior. Seus pés quase não tocavam o solo, silenciosos como uma sombra. A Deusa o levou até o coração do bosque, para uma clareira antiga, um lugar imerso em magia primitiva e crua, onde a energia do acampamento se acumulava em veias ocultas sob a terra. As árvores ao redor eram escuras e imponentes, os galhos retorcidos formando uma cúpula que parecia prender a magia no lugar, uma energia pulsante e invisível, apenas sentida por aqueles sensíveis a ela.
Ali, no centro da clareira, as pedras ainda estavam dispostas no mesmo círculo usado semanas atrás. Héktor -- ou mais precisamente, o corpo de Héktor -- foi conduzido ao centro, onde sua magia começaria a ser extraída. Hécate começou a murmurar antigos encantamentos, as palavras saindo de sua boca em grego, mas com uma tonalidade quase inumana.
- Δύναμη του κάτω κόσμου, αφυπνίστε την ουσία της μαγείας του!
Cada sílaba pronunciada, fios de energia escarlate começaram a se desprender de Hektor, saindo de suas mãos e deus olhos como uma fumaça densa e vibrante, dançando no ar antes de se dissiparem na escuridão ao redor. O corpo de Héktor tremia, mas ele, preso em sua mente, nada podia fazer a não ser assistir ao seu próprio poder ser sugado para alimentar o ritual de Hécate.
Ela canalizou a magia através de Héktor, conectando-se ao campo invisível de energia que cercava o acampamento. E então, começou a enviar essa magia para todos os semideuses adormecidos.
Sua magia escarlate se espalhou pelo ar, como um nevoeiro vermelho e pulsante. Flutuando e deslizando sem encontrar nenhuma resistência, como se estivesse seguindo um fluxo invisível tomando conta de todo o acampamento. Sua magia, sutil e sorrateira, adentrando cada um dos chalés tocando as têmporas dos semideuses, algo frio e cruel começou a penertar as suas mentes.
No bosque, o primeiro grito cortou o ar. Um grito que parecia monstruoso, inumano, carregado de dor e desespero. Depois, outro. E mais outro. Logo, o acampemtno inteiro estava desperto tomado pelo terror.
As mãos de Héktor se abriram, e da ponta de seus dedos, sua magia canalizada por Hécate fluiu como rios carmesins, espalhando-se por toda a floresta e além, alcançando cada chalé, cada capista. O semideus estava no centro do ritual, uma marionete controlada, espalhando destruição com um toque suave de energia mágica. Os fios vermelhos e etéreos serpenteavam pelo ar, como teias conectando a mente de cada semideus ao coração negro da magia de Hécate.
Começou com a equipe da patrulha, caminhando pelo bosque em busca de onde vinham os gritos. Sua magia tocou a mente de cada um, facilitando a entrada de Hécate nos pensamentos fragilizados dos guerreiros que graças a coragem que possuíam, adentraram a escuridão da floresta. O que eles viam? Cada um experimentava o próprio inferno. Seus defeitos fatais não apenas emergiam, mas os consumiam por completo. O peso da culpa, da dúvida e do medo se arrastava sobre suas almas, incapazes de escapar da tortura mental.
Enquanto isso, Héktor sentia-se preso dentro da sua própria mente. Ele estava ciente de tudo o que estava acontecendo, mas era impotente para interferir. A sensação de estar perdido, de estar sendo usado como um peão em algo muito maior, esmagava seu espírito. Tudoo o que podia fazer era lutar contra as correntes invisíveis que o prendiam, mas a força de Hécate era avassaladora.
Dentro da clareira, os olhos de Héktor, antes vibrantes, estavam agora completamente brancos, suas veias pulsando com a magia de Hécate. O corpo estava imóvel, como se em transe, mas a energia ao seu redor era vibrante e violenta, com ondas de poder que se espalhavam a cada segundo.
- Μαγεία του σκοταδιού, φέρτε την καταστροφή στους θνητούς… - As palavras ecoavam na clareira como um cântico sombrio, reverberando pela floresta. Os gritos dos campistas estavam ficando mais altos, o caos se espalhava.
Mas então, algo mudou. A intensidade da magia começou a sobrecarregar o corpo de Héktor. A pele dele estava coberta de suor frio, os músculos tremiam sob a pressão. Mesmo que sua mente estivesse longe, o corpo sentia a dor de ser usado como um condutor de uma energia tao vasta e perigosa. Hécate, no entanto, não mostrava sinais de parar. Ela estava determinada a usar cada gota de magia de Héktor até o último momento.
Em um momento ele conseguia acompanhar a tortura que era ver seu corpo ser usado, conduzido e as palavras que não eram dele saindo pela sua boca. No outro, a escuridão tomou conta da sua visão. Quando a visão de seu defeito fatal tomou conta de seus pensamentos, mesmo preso em sua própria mente, Héktor sentiu a familiar dor perfurante da derrota emocional. Hécate o mantinha preso, prolongando cada segundo fazendo sua visão recomeçar repetidas vezes.
Entretanto, só quando a Deusa retirou sua presença de sua mente é que Héktor desabou de joelhos no chão, inerte e exausto com os olhos brancos e acabeça pendia para trás com a boca aberta e a veia saltando, num grito silencioso eterno.
- Durma agora... O trabalho foi feito. - A última coisa que Héktor ouviu antes de perder completamente a consciência foi o riso suave e distante de sua mãe. Então, a escuridão o engoliu por completo.
Horas depois, quando finalmente acordou, a clareza estava longe de seu alcance. Suas memórias eram fragmentos dispersos, e tudo o que restava era um vazio doloroso. Com dificuldade, ele se levantou e olhou ao redor, o local parecia desconhecido apra ele. Mais uma vez, acordara no bosque sem saber como havia ido parar ali e porquê, mas com a visão nítida, forte e vívida em sua memória. E, como nas outras vezes, conseguia ouvir o caos se instaurar no acampamento não tão distante de onde estava. Uma coisa era clara e cristalina, a visão que trouxe à tona a confusão mental, fazendo-o se perder no que era real e no que havia sonhado. Sendo atormentado pela imagem de Pietra, Ronnie, Natalia, Estelle e Eloi, caídos aos seus pés enquanto suas mãos brilhavam a sua magia... Um verdadeiro massacre.
Bônus para a leitura Campistas no texto @pips-plants; @mcronnie; @magicwithaxes; @stellesawyr e @maximeloi. Visão do defeito fatal de Héktor durante a possessão de Hécate Inspirado no plot original A armadilha Uma história que se passa no @silencehq
6 notes · View notes
basically-im-a-clown · 8 months
Text
Tumblr media
Il calcio è tifo, unione, gioia, divertimento, interesse e fedeltà. L'odio, il razzismo, i cori umilianti e l'analfabetismo di certa gentaglia non ha nulla a che fare con il calcio e la passione sportiva. Quello che è successo ieri a Mike Maignan è gravissimo, oltre che vergognoso e inumano, l'ennesima dimostrazione di come l'ignoranza deve restare fuori dagli stadi, anzi, fuori da ogni luogo perché per essa non deve mai esserci spazio.
17 notes · View notes
comicchannel · 4 months
Text
Tumblr media Tumblr media
Funko Pop Marvel Comics Inhumans Black Bolt - 191
Link para compra BR: *Possível importar pelo Link abaixo
Buy here: https://amzn.to/44IYJ6A
5 notes · View notes
orotrasparente · 4 months
Note
Almeno non votare la Meloni plis
ho scritto sul mio blog negli ultimi 2 anni almeno 40 post in cui critico la coalizione di centrodestra e in particolare la persona della presidente Meloni per le folli politiche scellerate, per le censure gravissime e antidemocratiche adottate e ancor di più per la scelta INFAME di sostenere un paese che sta commettendo un genocidio inumano e raccapricciante
“per farmi votare la Meloni” dovrebbero solo costringermi con l’uso della violenza e anche lì probabilmente mi taglierei le mani piuttosto
12 notes · View notes
omniavincit-amor · 3 months
Text
Spazio spazio io voglio, tanto spazio
per dolcissima muovermi ferita;
voglio spazio per cantare crescere
errare e saltare il fosso
della divina sapienza.
Spazio datemi spazio
ch’io lanci un urlo inumano,
quell’urlo di silenzio negli anni
che ho toccato con mano.
«Spazio spazio io voglio» dalla raccolta Vuoto d’amore, Alda Merini, 1991.
7 notes · View notes
schizografia · 7 months
Text
Etica, politica e commedia
Occorre riflettere sulla singolare circostanza che le due massime che hanno cercato di definire con maggiore acutezza lo statuto etico e politico dell’umano nella modernità provengono dalla commedia. Homo homini lupus – cardine della politica occidentale – è in Plauto (Asinaria, v.495, dove mette scherzosamente in guardia contro chi non conosce chi sia l’altro uomo ) e homo sum, humani nihil a me alienum puto, forse la più felice formulazione del fondamento di ogni etica, si legge in Terenzio (Heautontim., v.77). Non meno sorprendente è che la definizione del principio del diritto «dare a ciascuno il suo» (suum cuique tribuere) sia stata dagli antichi percepita come la definizione più propria di ciò che è in questione nella commedia: una glossa a Terenzio lo enuncia senza riserve: comico è per eccellenza assignare unicuique personae quod proprium est. Se si assegna a ciascun uomo il carattere che lo definisce, egli diventa ridicolo. O, più in generale, ogni tentativo di definire ciò che è umano sfocia necessariamente in una commedia. È quanto mostra la caricatura, in cui il gesto di cogliere a ogni costo l’umanità di ciascun individuo si trasforma secondo ogni evidenza in una beffa, fa propriamente ridere.
Platone doveva avere in mente qualcosa del genere, quando modellava sui mimi di Sofrone e di Epicarmo, decisamente comici, i personaggi dei suoi dialoghi. «Conosci te stesso» è il principio antitetico a ogni protervia tragica e non può che dar luogo a un gioco e a uno scherzo, anche se questi possono essere e sono perfettamente seri. L’umano, infatti, non è una sostanza di cui si possano tracciare una volta per tutte i confini – è, piuttosto, un processo sempre in corso, in cui l’uomo non cessa di essere inumano e animale e, insieme, di diventare umano e parlante. Per questo, mentre la tragedia porta a espressione ciò che non è umano e, nel punto in cui l’eroe prende bruscamente e amaramente coscienza della sua inumanità, sfocia nel mutismo, la persona, cioè la maschera comica, affida al sorriso la sola possibile enunciazione di ciò che non è più e tuttavia è ancora umano. E contro l’incessante, odioso tentativo dell’Occidente di assegnare alla tragedia la definizione dell’etica e della politica, occorre ogni volta ricordare che l’abitazione dell’uomo sulla terra è una commedia – non divina forse, ma che tradisce comunque nel riso la sua segreta, sommessa solidarietà con l’idea della felicità.
11 marzo 2024
Giorgio Agamben
10 notes · View notes
donaruz · 6 months
Text
Via della croce
youtube
"Poterti smembrare coi denti e le mani,
sapere i tuoi occhi bevuti dai cani,
di morire in croce puoi essere grato
a un brav'uomo di nome Pilato."
Ben più della morte che oggi ti vuole,
t'uccide il veleno di queste parole:
le voci dei padri di quei neonati,
da Erode per te trucidati.
Nel lugubre scherno degli abiti nuovi
misurano a gocce il dolore che provi;
trent'anni hanno atteso col fegato in mano,
i rantoli d'un ciarlatano.
Si muovono curve le vedove in testa,
per loro non è un pomeriggio di festa;
si serran le vesti sugli occhi e sul cuore
ma filtra dai veli il dolore:
fedeli umiliate da un credo inumano
che le volle schiave già prima di Abramo,
con riconoscenza ora soffron la pena
di chi perdonò a Maddalena,
di chi con un gesto soltanto fraterno
una nuova indulgenza insegnò al Padreterno,
e guardano in alto, trafitti dal sole,
gli spasimi d'un redentore.
Confusi alla folla ti seguono muti,
sgomenti al pensiero che tu li saluti:
"A redimere il mondo" gli serve pensare,
il tuo sangue può certo bastare.
La semineranno per mare e per terra
tra boschi e città la tua buona novella,
ma questo domani, con fede migliore,
stasera è più forte il terrore.
Nessuno di loro ti grida un addio
per esser scoperto cugino di Dio:
gli apostoli han chiuso le gole alla voce,
fratello che sanguini in croce.
Han volti distesi, già inclini al perdono,
ormai che han veduto il tuo sangue di uomo
fregiarti le membra di rivoli viola,
incapace di nuocere ancora.
Il potere vestito d'umana sembianza,
ormai ti considera morto abbastanza
e già volge lo sguardo a spiar le intenzioni
degli umili, degli straccioni.
Ma gli occhi dei poveri piangono altrove,
non sono venuti a esibire un dolore
che alla via della croce ha proibito l'ingresso
a chi ti ama come se stesso.
Sono pallidi al volto, scavati al torace,
non hanno la faccia di chi si compiace
dei gesti che ormai ti propone il dolore,
eppure hanno un posto d'onore.
Non hanno negli occhi scintille di pena.
Non sono stupiti a vederti la schiena
piegata dal legno che a stento trascini,
eppure ti stanno vicini.
Perdonali se non ti lasciano solo,
se sanno morir sulla croce anche loro,
a piangerli sotto non han che le madri,
in fondo, son solo due ladri.
De Andre
Via della Croce
12 notes · View notes
evewintrs · 7 months
Text
Tumblr media
ABOUT BEASTS & HELL.
featuring : @silencehq and @alevadalouca.
Tumblr media
havia algo no bosque.
evelyn não sabia explicar o que era, sequer se não passava da mente suscetível à loucura que lhe pregava peças vez ou outra, mas ela tinha convicção de que havia algo no bosque. e era uma certeza tão irredutível que, apesar de não haver qualquer embasamento além da própria teoria, fundamentada em vivências bem... específicas, jamais seria derrubado com tentativas racionais de lhe fazer recuar. inclusive, não havia dado a chance a ninguém de tentar, já que a ida até o local aconteceu espontaneamente enquanto seguia pelo caminho oposto, atrás de mais bebida alcoólica. bem, isso podia esperar. agora havia dado a si mesma uma missão mais urgente do que encher a cara. assim pensou, conforme adentrava o local, sendo engolida pela escuridão das árvores altas.
vai ver era o próprio instinto animal que deixava fácil a associação entre o selvagem e a mata fechada, uma vez que sua própria fera interior se tornava algo com desejos e anseios próprios depois que passava pela transformação completa em um leopardo, mas o fato era que, se estava mesmo a procura de um animal, ela deveria começar pelo lugar onde eles costumavam viver sem regras ou limites; imprevisíveis, ariscos e indomáveis. onde mais haveria de se esconder um cão do inferno se não fosse ali?
carregava consigo dois cantis, um prateado e um roxo escuro. sempre levava ambos não importava qual fosse seu destino, desde missões até o horário do almoço ou na hora em que se preparava para dormir. o primeiro sempre era cheio de vinho e auxiliava em sua transformação, além de ser a chave para acessar suas habilidades, e o segundo estava sempre vazio, mas se transformava em sua arma oficial: delírio & mania, as lâminas gêmeas. tinha que estar preparada para batalha, não tinha?
a primeira coisa que tentou foi escutar, já que sua audição era melhor que a de humanos comuns e sua favorita na gama de especialidades felinas. ela conseguia identificar movimentações mínimas quando estava devidamente concentrada. não era a melhor com cheiros, porém, compensava também se tratando da visão de longo alcance. mas, só para ter certeza, tomou um gole generoso de vinho. dito e feito. escutou algo mais adentro e abriu um sorriso afiado, usando a velocidade para alcançar sua presa e pegá-la desprevenida.
mas aí, quem foi pega de surpresa foi ela.
não havia encontrado um cão de hades, mas havia encontrado uma de suas proles. aslihan. recuou assim que a reconheceu, levantando poeira e sacudindo as folhas ao redor. ❛ opa, alvo errado. ━━━━━ acabou dando risada de si mesma, novamente, tomando mais um gole generoso. na verdade, mais dois goles generosos. ela merecia esse segundo, vai?
estava pronta para seguir em frente sem dar as devidas explicações quando algo lhe ocorreu. era uma filha de hades. aslihan poderia ser muito mais útil do que ela imaginava, além disso, seria a única pessoa ali a saber de sua empreitada já que não havia sinal de mais ninguém. deste modo resolveu lhe contar toda a situação para que, talvez, conseguissem unir forças. acreditava muito em chamados e intuições, então imaginava que ter alguém com ligação direta ao submundo pudesse ser ainda mais valioso do que suas habilidades de rastreio individuais.
Tumblr media
não muito depois das especulações e planejamentos superficiais, evelyn encontrou algo. seus ouvidos não tinham captado nada especialmente inumano, ou qualquer som que diferia do comum no acampamento, mas seus olhos não tardaram em focar em alguma coisa no chão, camuflada por um conjunto de folhas que, focando melhor, indicava o início de um caminho. intrigada, chamou a atenção com a cabeça até o fato, colocando as garras para fora. ❛ são pegadas de cachorro. ━━━━━ sussurrou. eram mesmo? ela tinha certeza no momento, e isso era tudo o que importava.
siga sua intuição e improvise o resto.
engraçado, ela sabia que caminho era aquele. por estar tensa, tomou goles demais do líquido do cantil de uma vez, uma medida que ultrapassava o calculado inconsciente de quantas doses eram aceitáveis para continuar cem por cento ela. porque quando passava daquele ponto, evelyn sabia que sua mente estava enevoada o suficiente para sua consciência ser tomada aos poucos pelo animal. ela podia escolher deixar isso acontecer, claro, mas a questão é que a resposta era facilmente sim. e estava prestes a fazê-lo quando as duas alcançaram o final do caminho indicado. a fenda. quis rir. claro que era aquela merda de fenda. aquele inferno de fenda.
ou melhor, uma fenda que levava para o inferno. assim era a sua teoria ao menos. mas no fim isso não significava nada, não é? ❛ beleza, o cão saiu da fenda, grande merda. ━━━━━ a frase demorou a sair. estava tentando não soar tão embriagada assim. ❛ isso não era óbvio? ━━━━━ botou as mãos na cintura e olhou para a filha de hades. foi aí que ela percebeu a expressão que a outra carregava ainda olhando para as pegadas, e então ela também olhou novamente.
e aslihan externalizou o que ela só percebeu na segunda vez. as pegadas não indicavam algo saindo da fenda. elas indicavam algo entrando lá dentro. ❛ aslihan, calma! ━━━━━ exclamou praticamente com todo o corpo, quase como se tivesse levado um choque. ❛ eu acho que eu entendi o que está acontecendo. ━━━━━ e então, apoiou uma das mãos no ombro alheio, buscando apoio. ❛ mas antes, eu preciso tomar uma água, tá?
9 notes · View notes