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#la me del passato è delusa dalla me di adesso
harshugs · 2 years
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sto veramente andando al compleanno di uno scorpione?
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poesiatriste · 2 years
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Non so nemmeno se leggerai questo mio post...ma spero proprio tu non lo veda😔 non riuscirei a sopportare il tuo odio nei miei confronti per essermi permessa di pubblicare una tua foto.
Non ho mai visto la mia migliore amica con un vestitino...🥺 non l'ho mai vista davanti uno specchio con un po' più di autostima per se stessa come in questa foto.
Non voglio fare il solito papiro lungo tre metri, ma voglio spendere giusto due paroline...
Ascoltami stupida, lo so che le mie parole non hanno nessun valore per te. (Perché tanto mi odi) 😔 ma sei veramente bella.❤ E non lo dico solo perché per te provo un gran bene che non avrei mai immaginato di provare per qualcuno, ma lo dico perché dalla prima volta sapevo saresti diventata qualcosa di unico ed essenziale per me. Sapevo quanta bellezza si nascondeva dietro quegli occhi castani tristi e quel cuore apparentemente gelido...sapevo di doverla ancora conoscere questa piccolina qui...e sto ancora aspettando, perché voglio che sia tu a parlarmi di questa ragazza che ho conosciuto dentro questo misero blog. Ti sto aspettando qui so che un giorno ci ritroveremo. So che questa bellissima bimba vive ancora dentro di te e sto aspettando di conoscerla, la sto aspettando per poterle dire che nonostante tutto resterà sempre bellissima con o senza smagliature, con o senza grasso sui fianchi e sulle gambe, con o senza tagli, per me sarà sempre una bimba da proteggere e dimostrarle che per nessun motivo potrei andarmene via da lei. Il vero problema, il vero errore non è mai stata lei ma tutti questi inutili esseri umani che l'hanno portata ad odiare se stessa. L'hanno costretta a diventare più forte a mettere come scudo un cuore di pietra e si convinceva persino di non provare più nulla. L'hanno fatta diventare un mostro. L'hanno fatta diventare quella che lei odiava essere.
Però io lo so chi è la vera Roberta, l'ho sempre saputo e non mi importa quanto tempo ci vorrà, quanto tempo lotterai con la te stessa del passato, non mi importa nemmeno se la nostra amicizia potrà mai ritornare come prima, non mi importa di nulla, io sono sempre qui ad aspettarti. Ti aspetto e voglio che ritorni perché ho ancora tante cose da condividere con te. Io non vado da nessuna parte, mi stai facendo del male è vero, ma se un'amicizia è vera sarà in grado di superare qualsiasi cosa perché noi due ritorneremo più forti di prima. Lo faremo e sarà come ricominciare tutto da capo, perché infondo se ci pensi nessuna delle due si conosce così bene come crediamo.
Non ci siamo mai conosciute sul serio e voglio conoscerti. Esigo conoscerti.🥺 Perché solo da quel giorno ho capito di non essere più sola. Solo da quel giorno ho capito che tu eri la mia esatta metà. Solo da quel giorno ho capito sul serio cosa fosse l'amicizia.
E non me ne frega niente potranno passare altri mille anni, non andrò via lo stesso.😭
Amati vita mia non smettere mai più di farlo.
Ama il tuo corpo perché è meraviglioso😍
Ama la tua voglia di guardarti allo specchio e ritorna a sorridere per quello che vedi riflesso.
Almeno questo vorrei che me lo promettessi sul serio.
Amati perché non potrei sopportare ancora una volta il tuo dolore.
Amati perché giuro che se non riuscirai a farlo tu lo farò io per te. Ti amerò fino alla fine.😭
Sei la fottuta cosa più bella che mi sia capitata nella mia vita. Anche se adesso non ci parliamo. Io a te ci tengo lo stesso. Sei la mia ragione di vita. Non ti lascio andare nemmeno se mi pagassero per farlo.
SEI BELLISSIMA CAZZO😭❤
SEI LA MIGLIORE AMICA PIÙ BELLA DEL MONDO.🦋😍
@occhicastanitristi-blog @cuoregelidoo-blog @delusa-da-tutti
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nonsomentirti · 3 years
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Ho tante cose dentro di me da dire, però mi scoccia rompere le scatole alle persone con i miei problemi. Il problema è che parlerei sempre di te.
Parlerei sempre di te perchè non penso ad altro.
Scriverò quì tutto quello che penso, tanto questa volta è diversa dalle altre, questa volta non guarderai il mio profilo per vedere cosa scrivo, questa volta non succederà niente.
Parte 1. Nella mia testa
Mi è crollato letteralmente il mondo addosso quella sera. I giorni seguenti stavo malissimo, in verità sto male anche adesso. Avevo mille dubbi, domande, pensieri. Ho pensato che parlartene avrebbe migliorato la mia situazione, invece no.
Non nascondo che dopo averti parlato sono stata peggio di prima. Il perchè? Tutto quello che mi dicevi; tutte quelle parole, il ti amo ancora, il sentire che ti mancava qualcosa, lo sperare che fosse solo un momento passeggero, e poi tutto il parlare che abbiamo fatto di ritorno dal mare. Ecco, quel viaggio in macchina per me è stato come un sogno. Eravamo io e te, a parlare di ogni cosa, come se non fosse successo nulla. Stavo benissimo. Poi sono scesa dalla macchina e sono tornata sul pianeta Terra, alla realtà. Buio.
Tu mi confondi. Con le tue parole e i tuoi atteggiamenti. Sai cosa penso? Penso che tu abbia detto quelle cose, ovvero il ti amo, il fatto che non fosse monotonia, che qualcosa sentivi che ti mancava, oppure quando ti ho chiesto se stesse funzionando e tu mi risposi di no... Penso che tu abbia detto queste cose per cercare di alleviare un po' il mio malessere, credo che tu non le abbia pensate davvero quelle cose; e ti dirò di più, non hai per niente migliorato il mio malessere, anzi, è solo che peggiorato. Mi sono illusa, come una stupida.
Mi hanno chiesto "tu saresti disposta ad aspettarlo per tutto il tempo che ci vorrà? "
La mia risposta di qualche settimana fà fu sì. Secco.
La mia risposta di adesso invece è un po' diversa.
Non sarà mai un no, quello è poco ma sicuro. Però , c'è un però..
Mi sono divisa tra mente e cuore.
Il cuore direbbe di sì subito, senza pensarci troppo. Per quello che abbiamo vissuto, per quello che abbiamo passato, per come siamo stati, per come era la nostra relazione, per quello che eri tu per me.
Ma la mente.. La mente è un po' traballante. Se mi fermo a riflettere mi sento delusa e presa anche un po' per il culo da te. Ti spiego perchè.
Tu per me, prima ancora di essere il mio ragazzo eri il mio migliore amico, la spalla su cui ho pianto nei momenti difficili e la persona dal quale correvo subito a raccontare qualsiasi sciocchezza mi capitasse. Perchè io in te riponevo una fiducia enorme, difficile da quantificare. E pensavo che la stessa cosa valesse per te. Quando mi hai detto che ti limitavi nel dire le cose con me, e che hai aspettato 9 mesi per dirmi che non ti ritrovavi più, mi sono sentita morire. Mi sono sbriciolata in tempo zero. Lì ho capito che io non ero la stessa cosa per te. Mi si è spezzato il cuore e in un certo senso mi sono sentita tradita e delusa.
Quindi sì, la mente pensa questo e si sente così. Non direbbe mai di no, forse, ma direbbe sicuramente che ci vorrà del tempo. Perchè nulla è come prima.
Parte 2. Nella tua testa
Bella questa parte, ci sarà da dirvertirsi nel parlarne. A volte vorrei poter entrare nella tua testa per sapere cosa pensi davvero, perchè sono sicura che tu non mi abbia detto tutto.
Vorrei davvero capire cosa ti sia successo, cosa ti abbia portato a pensare e a volere chiudere la nostra storia. Perchè io ancora oggi non l'ho capito e secondo me non lo sai neanche tu.
Mi hai lasciata dicendo "non sei tu il problema, sono io", detto proprio in poche parole. E non dire che non è vero, perchè è così. Mi hai lasciata dicendomi che la nostra relazione andava a gonfie vele, che non era monotonia, che io non ho mai fatto nulla di male, che eri tu, era partito tutto dalla tua testa. E allora io adesso ti faccio una domanda, perchè, se è una cosa partita tutta dalla tua testa, una cosa tua, ci devo rimettere io? Perchè devo stare male così?
Io sono dell'idea che se ne avessimo parlato prima si sarebbe potuto risolvere qualcosa. Tu invece sei partito in quarta, ti sei convinto della tua idea e hai preferito buttare via 6 anni. E poi vogliamo parlare del modo in cui hai reagito a tutto questo? Quella freddezza disarmante con cui mi hai lasciata, senza mezza emozione in viso. Eri vuoto, apatico. Questo mi ha fatto ancora più male. E la scusa che siamo cresciuti, non regge. Perchè puoi essere grande quanto vuoi, ma abbiamo passato 6 anni insieme, siamo cresciuti insieme, abbiamo fatto cose, viaggi, esperienze, abbiamo vissuto insieme, ci siamo divertiti, ci siamo supportati e sopportati. Come fai a rimanere fermo immobile davanti a tutto ciò?
Penso che, per come hai reagito e per come lo hai detto, tu sia molto convinto. Che non è vero che speri anche tu che sia un momento passeggero. Quelle erano frasi di circostanza, diciamocelo. Tu non tornerai da me. Non saremo mai più Bog e Marti.
Detto questo, smetto un attimo di sudare dagli occhi e ti do un consiglio.. da amica(?)
Nelle prossime relazioni che avrai, cerca di parlare, sempre, confrontati con l'altra persona, non avere paura di aprirti, non è segno di debolezza, sappilo. Non chiuderti a riccio, altrimenti finirà sempre così. Devi iniziare a fidarti un pochino di più delle persone che ti stanno accanto.
Arrivati a questo punto, direi di chiudere qui questo monologo.
Non credo ci sia bisogno di dirti che sei stato il mio unico grande amore e che mi manchi come l'aria, quindi salterò subito alla fine.
Ciao Topolo,
è stato bellissimo quello che abbiamo vissuto.
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kyda · 3 years
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alcuni anni fa ho mandato una lettera (digitale, ahimè) alla me del futuro e ho totalmente dimenticato in che anno la riceverò e potrebbe essere fra sei anni o fra dieci o l'anno prossimo e vivo con l'ansia, tutte le volte che ci ripenso (e oggi è uno di quei giorni), che questa lettera mi arriverà di punto in bianco quando meno me l'aspetto quando magari mi starò illudendo e convincendo di essere felice facendo di tutto per non pensarci al fatto che mi sto prendendo in giro e ormai dovrò pensarci per forza e mi renderò conto che la me del passato potrebbe essere molto delusa dalla me del presente (futuro) e che pur essendomi promessa che avrei cambiato le cose se non fossi stata felice al momento della lettura non avrò il coraggio di farlo ma qui subentra subito un'altra riflessione ovvero che adesso sono così presa da questa paura per la pressione che mi sono messa addosso totalmente DA SOLA e A CASO che mi sembra di aver sbagliato pure dei verbi cercando di esprimermi in un modo che possa avere un minimo di senso e questo deluderebbe, rileggendolo a mente lucida, tutte le possibili versioni di me DI SEMPRE, ma poi in fondo cos'è questo blog se non un posto che esiste nel nulla e pieno di poca rielaborazione di pensieri di cui lascio all'interesse di chi legge la responsabilità di capire
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unanuvola · 3 years
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Come sarò io e come sarai tu (con qualche giorno in più)
Altri capitoli
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1. Non c'è tempo per la solitudine
Settembre 2004
Buttai il borsone sul pavimento e lo zaino sul letto. Sospirai dal sollievo di aver liberato le spalle da quelle due zavorre e mi guardai attorno. La mia nuova cameretta era carina, anche se non come quella della nostra casa a Torino, e i miei avevano fatto un buon lavoro per renderla accogliente.
La prima cosa che feci fu aprire il borsone e tirare fuori Mr. Bear. Lo strinsi forte a me e lo misi sul letto. Quando papà mi accennò, scherzando, che Mr. Bear poteva benissimo starsene a Torino, avevo talmente sbroccato che mi dovette tranquillizzare. Si può scherzare su tutto, ma non con Mr. Bear!
"Andrà tutto bene, vero?" chiesi al mio orsacchiotto, "E se non andrà bene, stringeremo i denti, porteremo a casa la maturità e torneremo a Torino. Possiamo farcela." mi dissi, mentre presi una foto delle mie migliori amiche, già incorniciata e messa in bella mostra sulla scrivania. Potevo scommettere qualsiasi cosa che era stata mamma a metterla lì, forse per farmi sentire meno nostalgia. "Posso farcela."
Quelle tre sceme mi mancavano un casino e persino tutti i miei compagni di classe. Non ci potevo ancora credere che stavo sacrificando il mio ultimo anno per colpa del lavoro di mio papà eppure eccomi qui, dopo un viaggio eterno, nel nostra nuova casa.
Per evitare di iniziare a piangere per l'ennesima volta, decisi di iniziare a sistemare le poche cose che mi ero portata, anche perché il grosso era stato portato dai miei con un furgoncino ai primi di agosto. Aprii l'armadio e con stupore notai che, attaccato all'anta, c'era un poster di Kevin dei Backstreet Boys. Alzai gli occhi al cielo e risi debolmente. Prima la foto delle mie amiche e ora il poster della mia prima cotta nell'armadio. Mamma non aveva solamente passato le sue vacanze a rendere accogliente la casa, ma aveva avuto anche l'accortezza di mettere in tutta la cameretta tante piccole cose che erano solamente mie, forse per farmi sentire meno la mancanza di tutto quello che avevo lasciato indietro.
La mia buona volontà durò ben poco. Dopo solo due magliette, un paio di jeans e una felpa, feci quello che mi veniva meglio: lasciare il lavoro a metà. Intanto le cose da mettere a posto non sarebbero scomparse nel nulla e con molta probabilità avrei finito dopo cena, ovviamente dopo essermi fatta rimproverare dai miei almeno un paio di volte.
Frugai nello zaino e presi il mio lettore CD. L'unica cosa che volevo fare era non pensare e stare da sola. Aprii la porta finestra e uscii sul balcone. Una folata di aria afosa mi colpì in pieno, ma questo non mi impedì di curiosare e scoprire, con stupore, che il nostro nuovo appartamento faceva parte di una casa di ringhiera. Questo voleva dire che il nostro ballatoio era diviso da quello dei vicino soltanto da un cancello e dovevo ammettere che il nostro era proprio bello. Inizio 1900, in ferro con fantasia floreale e ovviamente chiuso, pensai mentre muovevo la maniglia con un po' troppo vigore. Delusa, oltrepassai la mia camera e scoprii che anche il salotto affacciava sul balcone. Scostai la tenda della finestra e diedi davvero solo una sbirciatina alla stanza, perché non volevo che mamma mi vedesse cazzeggiare al posto di mettere in ordine il borsone, e poi ritornai verso la porta finestra della mia camera.
Senza fare rumore, mi misi seduta a gambe incrociate appoggiata al cancello di ferro. Il cielo era di un azzurro così intenso che guardarlo faceva quasi male agli occhi, oppure ero solo io che avevo una voglia matta di piangere.
Misi le cuffie, saltai le prime due canzoni perché volevo arrivare direttamente alla mia preferita, Stay di Tommy Vee. La compilation me l'avevano fatta le mie amiche con tutte le nostre canzoni, soprattutto quelle del sabato sera quando andavamo a ballare. Chiusi gli occhi e i ricordi delle nostre serate mi affollarono la mente. I chupiti offerti dal barista che ci provava con Valeria, Marina che si appartava negli angoli bui per limonare, Isabella che piangeva perché l'ennesimo ragazzo che gli piaceva non la cagava e io che ballavo per tutta la sera fino a che uno dei nostri genitori non ci veniva a prendere per riaccompagnarci a casa. Nonostante le nostre divergenze, eravamo un gruppo affiatato e quello che mi spaventava di più, non era solamente di essere dimenticata da loro, ma anche quello di non essere in grado di fare nuove amicizie. Chissà come sarebbero stati i miei nuovi compagni di classe e soprattutto la mia compagna di banco, oppure compagno. Per saperlo non avrei dovuto aspettare tanto perché domani era già il primo giorno di scuola e io non ero assolutamente pronta. Nuova città, nuovi professori, nuovi compagni di classe. Era tutto nuovo tranne la mia paura di non farcela a gestire tutti questi cambiamenti.
I miei pensieri vennero interrotti da uno strano rumore che stava interferendo con la riproduzione di Hey Mama! dei Black Eyed Peas. Scossi leggermente il lettore CD, pregando che non fosse lui ad avere problemi perché di comprarne uno nuovo non se ne parlava, ma nulla, quel pst pst continuava. Allora mi tolsi le cuffie e ci soffiai sopra. Proprio in quel momento sentii muoversi qualcosa alle mie spalle, oltre il cancello. Mi voltai di scatto e mi scappò dalla bocca un urletto stridulo che prontamente cercai di coprire con la mano.
"Oddio, scusami! Non volevo spaventarti."
Al di là del cancello c'era un ragazzo che mi guardava con occhi spalancati, probabilmente per colpa della mia reazione esagerata. Aveva lunghi capelli neri raccolti in uno chignon basso e sembrava essere più piccolo di me.
"Scusami tu! Ero sovrappensiero e non ti ho sentito…" mi giustificati, vergognandomi come una pazza. Odiavo mettermi in imbarazzo davanti alle persone e questo era uno di quei momenti in cui avrei voluto sotterrarmi. Poi, però, vidi il ragazzo davanti a me sorridermi e tutte le mie ansie si dissolsero.
"Sono Ethan," si presentò, porgendomi la mano dalle sbarre del cancello. Nonostante il suo aspetto da ragazzino la sua stretta era forte e sicura, "e tu devi essere la nuova vicina. Tua mamma ci aveva già avvisati del tuo arrivo. Beh, in realtà l'ha detto a mia mamma…"
Annuii, un po' scocciata dal fatto che mamma avesse parlato di me, "Sì, a volte a mia mamma piace chiacchierare troppo. Quindi saprai già tutto di me, nome, età, probabilmente anche numero di scarpe e che scuola frequenterò."
"In realtà so solo che vieni da Torino," disse, guardando a terra, "a quale scuola ti sei iscritta?"
"Al Manzoni, domani è il pr-"
"Al Manzoni?? Ma è dove vado io! In che classe sei?"
"Quinta B."
"Non ci credo!"
"Siamo in classe insieme?" chiesi speranzosa.
"Purtroppo no, io sono al quarto anno. Ma non ti preoccupare, c'è uno dei miei migliori amici in quella classe. Questa sera abbiamo le prove con il gruppo e glielo dirò di sicuro. Così magari ti sentirai meno sola."
"Grazie mille, sei davvero gentile!" Ethan annuì, labbra strette e il volto serio come se avesse appena risolto tutti i problemi dell'Italia, "Quindi suoni in una band?"
I suoi occhi si illuminano e io pensai che la musica e questa band fossero la sua passione, "Sì, suono la batteria. La band non ha ancora un nome, ma io e i miei due migliori amici ci stiamo pensando. Non è così facile, sai?
"Immagino! E che musica fate?"
"Più che altro facciamo cover. Grunge, rock anni '70 e '80, un po' di new wave e poi le canzoni del momento che ci piacciono. Adesso stiamo lavorando su The Reason degli Hoobastank."
"Adoro quella canzone!"
"Magari un giorno di questi puoi venire alle nostre prove. A proposito, sai per caso suonare il basso?"
Sorrisi, "L'unica cosa che so suonare è il campanello di casa!"
Ethan mi guardò serio, poi, tutto a un tratto, scoppiò a ridere, "Credo che io e te diventeremo buoni amici," sentii il cuore battere forte. Avevo un nuovo amico, non ci potevo credere! "Però non mi hai ancora detto come ti chiami."
"Ma io pensavo che mia mamma te l'avesse detto," mi sbattei una mano sulla fronte, "mi chiamo…"
"Rebecca," mia mamma aprì la porta della camera, "tra un quarto d'ora andiamo… Rebecca?" il suo sguardo vagò per la stanza finché non mi vide sul balcone, "Non dovevi mettere a posto?"
"Lo stavo facendo, poi ho aperto la finestra perché faceva troppo caldo e ho visto Ethan. Sai una chiacchiera tira l'altra!" mi voltai verso Ethan e gli feci l'occhiolino.
Mamma si affacciò dalla porta finestra, "Ciao Ethan, come stai?"
"Tutto bene, grazie signora Carisi." disse alzandosi in piedi.
"Sono contenta. Mi raccomando, salutami tua mamma," poi si voltò verso di me, "tra dieci minuti ti voglio pronta in salotto perché dobbiamo andare la spesa. Ok?"
"Ok!" risposi, mentre lo sguardo di mamma viaggiava veloce tra me e Ethan. Ci sorrise, girò i tacchi e uscì dalla camera. Volevo sapere a cosa frullava nella sua testa? Forse era meglio di no.
"Quindi, Rebecca," io annuii, sorridendo, "No, dai non ridere della mia erre moscia!"
"Non stavo ridendo di te, giuro! Stavo solo pensando che la tua erre è particolarmente adorabile," ed è solo quando vidi un leggero rossore sulle sue guance che capii che quello che avevo detto forse era stato un po' troppo sfacciato. Sentii le guance andare a fuoco, "Forse è meglio che vada a prepararmi. Ci vediamo a scuola domani?"
"Certo. Passa una buona prima serata a Roma!"
Stavo per entrare in camera quando mi sentii chiamare, "Rebecca, se vuoi possiamo andare insieme con il mio motorino."
"Perfetto! A che ora ci vediamo?"
"Sette e mezza al portone?"
"Sette e mezza al portone." gli sorrisi, poi entrai in camera e mi chiusi la porta finestra dietro la schiena. Non riuscivo a smettere di sorridere. Non solo mi ero fatta un nuovo amico, ma a quanto pareva avevo anche un amico di Ethan in classe con me. Forse alla fine questo ultimo anno di liceo non sarebbe stato così brutto.
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katharsis-998 · 2 years
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Eravamo inseparabili, vero? Ricordo che dormivamo spesso nello stesso letto, anche se ci stavamo strette. Portavi sempre con te un coniglietto di peluche. Non te ne separavi mai.
A scuola eri più brava di me. Io avevo difficoltà a scrivere, leggere e contare. Non mi piaceva neanche particolarmente parlare. L'unica con cui parlavo eri tu. Spesso il maestro mi assegnava esercitazioni in più, tra tabelline e paginette di calligrafia. Nostra madre era delusa da me e ti proibiva di venirmi ad aiutare. Ma tu venivi comunque.
Non mi piacciono i capelli scuri, mamma, li voglio come i tuoi.
Una bambina si lascia dondolare da sola su un'altalena a due posti verniciata di verde che urla il passo del tempo ad ogni sua oscillazione. Il suo sguardo è congelato su dei piccioni che si contendono la vita di un verme. Quella piccola ed insignificante creatura non avrebbe mai potuto immaginare che quello sarebbe stato il suo ultimo giorno passato a strisciare su quel terriccio nero catrame.
Mamma, mamma! Guardaci, voliamo!
Un albero rinsecchito agitava le sue nude fronde, animato dal vento.
Alles Gute zum Geburtstag!
Abbiamo 7 anni adesso, sorellina. Si spensero le candeline, ti sei spenta tu.
Faceva molto freddo quella notte di febbraio, il vento infuriava facendo fischiare le porte. La mamma mise una cassetta con un episodio di Cheburashka nel videoregistratore e lo guardammo fino ad addormentarci. Non ci capivamo niente, ma nostra madre ci teneva tanto a insegnarci il russo.
Quando riaprii gli occhi il tuo viso era a pochi centimetri dal mio. Dicono che un' anima libera dalla sua prigionia materiale possa rimanere prigioniera nel riflesso di uno specchio. È forse per questo, sorellina, che sei rimasta prigioniera in me?
Ho toccato la tua guancia con un dito. Era come inumidita da un sottilissimo strato di sudore, ma non c'era quasi più calore in essa.
Non credo di aver mai capito perché la mamma avesse smesso di stare bene da allora. Ogni volta che mi vedeva volgeva lo sguardo e piangeva, lamentando il tuo nome. Non potevamo più incontrarci ormai. Per un po' ho vissuto a casa della zia. A differenza degli altri, lei era convinta che dire una bugia sarebbe stato più traumatico per me. I bambini capiscono, diceva, bisogna dirgli sempre la verità. E così seppi. Non so come mi fu detto, ma capii che non saresti mai più tornata.
Incontrai mia madre per l'ultima volta al cimitero, il giorno del tuo anniversario.
Di sfuggita vidi il tuo ultimo letto.
29 - 09 - 98 ~ 1 - 2 - 2005
Forse mia zia non aveva immaginato che avrei visto anche la tua foto su quella lapide, oltre alla mia data di nascita.
Deve vedere, altrimenti non si darà mai pace.
Non dovevo vedere, invece.
Ho cancellato la mia memoria.
Eppure lei vive dentro di me. Con le sue unghiette d'infante si aggrappa alla mia coscienza, sconvolgendo i miei sogni e la mia realtà.
Io ricordo. Noi ricordiamo.
Andai a vivere in un altro Paese dove incontrai nuovi demoni. Imparai una nuova lingua e sotterrai per sempre quella del mio passato.
È il 1 Febbraio 2022.
Non possiamo più giocare insieme, sorellina. Lo capisci? Il tuo corpo non emette più calore da anni. Di te sono rimaste solo piccole ossa d'avorio. Non puoi crescere dentro di me, non puoi prenderti la mia vita.
E così mi inginocchio dinnanzi alla dea che deve aver punito mia madre, pregandole di liberare almeno la mia anima.
Lei non è mai morta. Il suo sangue scorre nelle mie vene. Pensa in lingue che ormai non conosco più, ha ricordi che non ho mai vissuto. Lei conosce, io sono ignorante. Lei insegna, io traduco il suo pensiero. E più imparo, più lei si sostituisce a me, annichilendo la mia coscienza. Mi guardo allo specchio e vedo te. Ho sempre visto te.
Chi sono io ormai? Chi delle due ha lasciato questo mondo? Quanto tempo mi rimane ancora prima di diventare completamente te?
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comeilsoletramonta · 4 years
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Ho una passione per i fumetti… Tutti i fumetti!
Il mio amore per i libri e per i fumetti dura da sempre: i miei genitori mi leggevano un sacco di fiabe da bambina, così come i giornalini di Topolino e di Barbie. È così che ho imparato a riconoscere le lettere e a leggere con scioltezza a quattro anni e mezzo.
Posso dire di aver letto di tutto, ma è soprattutto con i fumetti che ho sperimentato di più: sono partita con Topolino, poi l’ho lasciato per i fotoromanzi di Barbie alla scuola materna e buona parte delle elementari. Perso l’interesse per Barbie, ho ripreso con Topolino per altri tre anni (complice l’abbonamento annuale) e le intramontabili W.I.T.C.H. 
Alle medie abbandonai i fumetti, perchè volevo sentirmi grande e trovare nelle pagine dei giornaletti per ragazzine (tipo Top Girl o Cioè) la migliore amica che non avevo e con cui potevo confrontarmi per affrontare l’adolescenza. Di quelle riviste mi stancai però presto, perchè mi sembravano tutte uguali e, in un certo senso, insulse: come potevano aiutarmi i loro consigli sull’amore e sull’amicizia, quando ero terribilmente sola, e come potevano interessarmi i gossip sulle star che io manco seguivo? I valori e gli ideali che quei giornaletti veicolavano non coincidevano con i miei, così smisi di comprarli e sono l’unica cosa cartacea di cui mi sono sbarazzata di cui non sento la mancanza.
Vennero poi finalmente le superiori e lì cambiò tutto. Grazie ad una compagna di classe, riscoprii il piacere dei baloon con i manga giapponesi (se adesso qualcuno si azzarda a mandarmi un messaggio anonimo, dicendo che non c’era bisogno di specificare “giapponesi”, lo picchio: esistono molti fumetti in stile manga anche di artisti di altri Paesi, come la Cina, la Corea del Sud e anche l’Italia). In quei cinque anni ho svaligiato la fornitissima fumetteria della mia cittadina con opere di Ai Yazawa, le CLAMP, Masashi Kishimoto e qualunque altro titolo mi ispirasse.
Alla lunga però, quel tipo di disegno e le trame quasi sempre simili persero di attrattiva. Avevo bisogno di nuovi stimoli e di nuove storie, così provai il fumetto occidentale durante gli anni universitari, soprattutto quello americano: iniziai con qualche numero di Star Wars e di qualche supereroe della Marvel. Presi anche qualche numero di The Walking Dead, ma non scattò la scintilla con nessuno di questi: o non mi piaceva lo stile di disegno oppure non mi appassionava la trama. Menzione speciale va ad una serie di strisce che per tutto quel periodo mi ha accompagnato e mi ha fatto riflettere con la sua ironia sagace e al tempo stesso tagliente: i Peanuts, di cui ho postato moltissime gag in questo blog.
Fu proprio in questo momento di limbo che trovai il comic perfetto per me: Batman. Dopotutto, da bambina era il mio supereroe preferito e amavo il cartone animato. Se il mio amico di penna torinese non mi avesse convinto a prendere in mano The Killing Joke, forse non mi sarei più riavvicinata a Gotham… Complice anche la faida fra i fan delle due più grandi case di supereroi americane che andava tanto di moda anni fa: io ero schierata con la Marvel (e tuttora la preferisco per i concept dei personaggi), quindi non osavo ammettere che ci potesse essere qualcosa di interessante nel pantheon DC. Invece, mi dovetti ricredere: The Killing Joke fu uno schiaffo a tutte le mie convinzioni e mi trasportò in un mondo più cupo e ammaliante di quanto potessi immaginare. Ancora adesso seguo il Cavaliere Oscuro con la pubblicazione quindicinale (sono indietrissimo con la lettura, quindi nessuno mi chieda pareri sulle ultime vicende, perchè non le ho lette) e, quando posso, recupero le grandi storie del passato come Il ritorno del Cavaliere Oscuro e il Lungo Halloween. L’ultimo acquisto è Anno Uno e non vedo l’ora di ritagliarmi un po’ di tempo per immergermi nel suo splendore.
Ma la mia curiosità per il mondo dei fumetti non si è fermata qui! Durante il Servizio Civile ho scoperto Zerocalcare e il catalogo della Bao, con tutte le loro proposte nostrane e internazionali. Anche se conosco molti autori solo di nome, ho già inserito alcune loro opere nella mia infinita lista di roba da leggere, aspettando il momento migliore per recuperarle (cioè quando riuscirò a smaltire qualcosa da questa benedetta lista).
Quindi, perchè ho scritto tutto questo panegirico? Perché da qualche settimana ho ripreso a cercare qualcosa di nuovo da leggere… In realtà, non si tratta di scoperte, ma di un grande ritorno: Topolino! Ho ricominciato a seguirlo dopo un lungo periodo di valutazione: mi era tornata la curiosità di riprendere in mano le avventure dei beniamini della mia infanzia, ma qualcosa mi aveva sempre frenato dal farlo. Forse era la paura di restare delusa, come è successo con tanti miti di quando ero bambina. Poi un mesetto fa mi sono decisa a prenderne una copia e ho ritrovato un mondo che conosco bene e che è ancora così strabiliante, proprio come lo ricordavo! Anzi, forse adesso lo apprezzo anche di più, perchè riesco a vedere dietro la lettura più superficiale e giocosa: tutto il lavoro stilistico e grafico che c’è dietro, dalla scelta del vocabolario alla mimica dei personaggi. È un mondo spiritoso e avventuroso, leggero ma emozionante, spensierato e istruttivo/educativo al tempo stesso. È semplicemente perfetto. E tuffandomi nuovamente fra le pagine di questo settimanale, ho capito perchè sono appassionata di storie a fumetti e perchè non riesco a farne a meno.
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Echosmith - Inside a Dream
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Salta dentro la mia macchina, salta dentro la mia vita
Salta dentro il mio cuore, lo sai cosa mi piace
(da: Get into My Car)
1. Lessons
Lezioni
   Com’è che è diventata una cosa seria?
Ero solo un po’ incuriosita
Adesso ho paura che sia pericoloso
A cento miglia all’ora
C’è una prima volta per ogni cosa
In questa situazione non ci sono mai stata
Sento l’adrenalina
A cento miglia all’ora
   Sarà questa la sensazione che dicono nelle canzoni?
Schiaccio il freno ma non riesco a farla rallentare
Non lo so com’è che dovrebbe andare quest’amore
Ma se è come alla radio…
   Allora sarò lì a guardare ogni respiro che fai
E se vuoi sto al tuo gioco malizioso
Perché le uniche cose che ho su cui basarmi sono lezioni da una canzone d’amore
Non mi dici tutte le tue piccole dolci bugie
Per farmi morire tra le tue braccia stasera?
Perché le uniche cose che ho su cui basarmi sono lezioni da una canzone d’amore
   Lezioni da una canzone d’amore
Lezioni da una canzone d’amore
   È difficile da respirare questa nuova aria
È normale che sia così?
Se i sogni d’oro sono fatti di questo
Allora perché non sono sicura che…
   Sia questa la sensazione che dicono nelle canzoni?
Schiaccio il freno ma non riesco a farla rallentare
Non lo so com’è che dovrebbe andare quest’amore
Ma se è come alla radio…
   Allora sarò lì a guardare ogni respiro che fai
E se vuoi sto al tuo gioco malizioso
Perché le uniche cose che ho su cui basarmi sono lezioni da una canzone d’amore
Non mi dici tutte le tue piccole dolci bugie
Per farmi morire tra le tue braccia stasera?
Perché le uniche cose che ho su cui basarmi sono lezioni da una canzone d’amore
   Tesoro, stavolta scriviamo la nostra canzone
Da cui magari un giorno qualcuno imparerà qualcosa
Dove si va a finire non lo sapremo mai
Ma se è come alla radio…
   Allora sarò lì a guardare ogni respiro che fai
E se vuoi sto al tuo gioco malizioso
Perché le uniche cose che ho su cui basarmi sono lezioni da una canzone d’amore
Non mi dici tutte le tue piccole dolci bugie
Per farmi morire tra le tue braccia stasera?
Perché le uniche cose che ho su cui basarmi sono lezioni da una canzone d’amore
   Lezioni da una canzone d’amore
Lezioni da una canzone d’amore
       2. Get into My Car
Salta sù in macchina
   Tutta sera che guido
In preda ai pensieri
Passo col rosso
Mi sono sentita sola in una stanza piena di gente
Ma non me ne voglio andare troppo presto
Per non perdermi qualcuno come te
   Ho fatto il giro dei saluti
Per stasera basta così
Ti ho visto fuori
Avevi quell’espressione negli occhi
Precipito in un grande ignoto
Che tardi, devo proprio filare
Non posso andarmene via, devo sapere
   Salta dentro la mia macchina, salta dentro la mia vita
Salta dentro il mio cuore, lo sai cosa mi piace
Vieni a darmi qualcosa di cui non saprò più vivere senza
Non voglio perdermelo e non posso farmelo scappare ora
   Cerca di capire come sono fatta
Mi calmi con le parole
Il tuo amore parla così forte che le sovrasta
Le voci che ho ancora in testa
Dove inizi tu finiscono loro
Adesso che se ne sono andate voglio che lo prendi tu il loro posto
   Salta dentro la mia macchina, salta dentro la mia vita
Salta dentro il mio cuore, lo sai cosa mi piace
Vieni a darmi qualcosa di cui non saprò più vivere senza
Non voglio perdermelo e non posso farmelo scappare ora
   E io, e io, e io ho la testa che gira, che gira
E io, e io, e io sento che sto vincendo, vincendo
E io, e io, e io ho questa sensazione, sensazione
Che io e te, che io e te continueremo a viaggiare
   Salta dentro la mia macchina, salta dentro la mia vita
Salta dentro il mio cuore, lo sai cosa mi piace
Vieni a darmi qualcosa di cui non saprò più vivere senza
Non voglio perdermelo e non posso farmelo scappare ora
   Voglio viaggiare
Voglio viaggiare
Voglio viaggiare
Voglio viaggiare, viaggiare, viaggiare
   Per cui salta dentro la mia macchina
       3. 18
18
   Ho paura di scoprire com’è avere diciotto anni
Sto per fare il salto
Ho speso i soldi
E ora mi sento di nuovo sola
Ma non posso rallentare
   Portami a fare un giro, almeno non mi, non mi sento invisibile
Va bene dovunque, almeno non, non scompaio
Ho bisogno di sentirmi viva
Perché sono smarrita e voglio essere invincibile
Portami a fare un giro, giro, giro
   Che sofferenza avere diciotto anni
Siamo fermi in un limbo
Agitati e in strada
Eh, sì, che sofferenza avere diciotto anni
   Sono nascosta, il cuore scoperto
Ho paura di restare delusa
So che mia mamma mi ha insegnato che non si fa
Non si torna più indietro ormai
   Portami a fare un giro, almeno non mi, non mi sento invisibile
Va bene dovunque, almeno non, non scompaio
Ho bisogno di sentirmi viva
Perché sono smarrita e voglio essere invincibile
Portami a fare un giro, giro, giro
   Che sofferenza avere diciotto anni
Siamo fermi in un limbo
Agitati e in strada
Eh, sì, che sofferenza avere diciotto anni
   Chi sono io per decidere come dovrei essere?
Ho bisogno di tempo, ho bisogno di tempo per essere giovane e libera
Chi sono io per decidere come dovrei essere?
Ho bisogno di tempo, ho bisogno di tempo
   Che sofferenza avere diciotto anni
Siamo fermi in un limbo
Agitati e in strada
Eh, sì, che sofferenza avere diciotto anni
   Eh, sì, che sofferenza
Siamo fermi in un limbo
Che sofferenza avere diciotto anni
       4. Future Me
Me del futuro
   Cara me del futuro, anche se non ci conosciamo
Ci sono delle cose di cui magari ti pentirai
Come dare un amore per perso troppo in fretta
Andare dietro ai fantasmi del passato
Cara me del futuro, anche se non ci conosciamo
   Ci sarà del dolore
È giusto provare qualcosa
   Proprio ora, sono già la persona che voglio essere domani
La persona che voglio essere domani è la persona che sono proprio ora
Sono già la persona che voglio essere domani
La persona che voglio essere domani è la persona che sono proprio ora, proprio ora
   Loro non ti conosco bene come me
Loro non sanno quello che hai passato
Hanno le mani piene di lividi perché non ti lasciavano mai andare
Loro non ti conosco bene come me
   Ci sarà del dolore
È giusto provare qualcosa
   Proprio ora, sono già la persona che voglio essere domani
La persona che voglio essere domani è la persona che sono proprio ora
Sono già la persona che voglio essere domani
La persona che voglio essere domani è la persona che sono proprio ora, proprio ora, proprio ora
   Sono già la persona che voglio essere domani
La persona che voglio essere domani
   Proprio ora, sono già la persona che voglio essere domani
La persona che voglio essere domani è la persona che sono proprio ora
Sono già la persona che voglio essere domani
La persona che voglio essere domani è la persona che sono proprio ora
   Cosa aspetti?
Proprio ora
Cosa aspetti?
Proprio ora
Cosa aspetti?
Proprio ora
Cosa aspetti?
Proprio ora
       5. Goodbye
Addio
   Cerco di evitare che la scottatura diventi una cicatrice
Di me rimangono soltanto dei pezzi tutti rotti
Tu prendi il bello e lo tingi di nero
L’unica cosa di cui mi lamento è che ho il cuore spezzato
   Quando troverai finalmente te stesso
Digli da parte mia, digli da parte mia
Quando troverai finalmente te stesso
Digli da parte mia, digli da parte mia “addio, addio”
   Voli su aerei di carta, non si vede il filo
Mascheri il veleno con la poesia
Hai scambiato le rose e mi hai lasciata in uno stato pietoso
L’unica cosa di cui mi lamento è che ho il cuore spezzato
   Quando troverai finalmente te stesso
Digli da parte mia, digli da parte mia
Quando troverai finalmente te stesso
Digli da parte mia, digli da parte mia “addio, addio”
Addio, addio
   Digli da parte mia, digli da parte mia
Digli da parte mia, digli da parte mia
Digli da parte mia, digli da parte mia
Digli da parte mia, digli da parte mia
   Quando troverai finalmente te stesso
Digli da parte mia, digli da parte mia
Quando troverai finalmente te stesso
Digli da parte mia, digli da parte mia “addio, addio”
Addio, addio
       6. Hungry
Affamata
   Mi sa che sto chiedendo troppo
Avida del tuo amore
Mi faccio sempre tante domande
Tu rendi tutto più bello
   Sentire la grazia che arde sulle tue mani
Calo a picco cercando di raggiungere la terraferma
   Non farmi provare la fame, la fame, la fame
Non farmi provare la fame, la fame, la fame
Non farmi provare la fame, la fame, la fame
Non farmi provare la fame, la fame, la fame
   Un cielo dipinto di rosso
E un mondo sconvolto
Cado come una piuma
Mi ricordo sempre
   Che ti ho seguito per un’eternità nel buio
Pensavamo di esserci persi e invece eccoci qua
   Non farmi provare la fame, la fame, la fame
Non farmi provare la fame, la fame, la fame
Non farmi provare la fame, la fame, la fame
Non farmi provare la fame, la fame, la fame
   Non abbandonarmi
Non abbandonarmi
Non abbandonarmi
Non abbandonarmi
Non abbandonarmi
Non abbandonarmi
Non abbandonarmi
   Non abbandonarmi
Non farmi provare la fame, la fame, la fame
Non farmi provare la fame, la fame, la fame
       7. Dear World
Caro mondo
   Caro mondo, questa canzone la scrivo per te
Caro mondo, lo so cosa stai passando
So che hai paura del futuro, paura di sentirti vuoto
Ho paura anch’io
Caro mondo, questa canzone la scrivo per te
   Caro mondo, non sei del tutto come pensavo qualche giro intorno al sole fa
Sto cercando di scoprire cosa voglia dire essere me
Mi sembra di aver appena cominciato
Quante anime si possono accalcare vicine
E tutti quanti che ci sentiamo comunque soli?
Tutti quanti che sognano la propria casa
Tutti quanti che sognano la propria casa
   Caro mondo, sono pronta a essere il cambiamento
Caro mondo, la tua bellezza nasce dal dolore
Cerca la magia per elevarti dalla tragedia
La cerco anch’io
Caro mondo, questa canzone la scrivo per te
   Caro mondo, non è del tutto come pensavo qualche giro intorno al sole fa
Sto cercando di scoprire cosa voglia dire essere me
Mi sembra di aver appena cominciato
Quante anime si possono accalcare vicine
E tutti quanti che ci sentiamo comunque soli?
Tutti quanti che sognano la propria casa
Tutti quanti che sognano la propria casa
Tutti quanti che sognano la propria casa
Caro mondo
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tetrakys · 5 years
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La mattina dopo
I never wrote a fanfiction in italian before, and I was kinda curious, so I said fuck it let’s give it a go. I decided to rewrite episode 12 initial scene in Castiel’s apartment my way and, while doing it, I found out that “my way” actually means “fucking dirty”. This is the closest thing to nsfw I’ve ever written in my life so it’s kinda poetic that I did it in my mother-tongue. I may translate it in English if anyone is interested because I ended up quite liking the end result.
Edit: I did translate it in the end, you can find it here.
Riaprii gli occhi con difficoltà. Non sono mai stata una persona mattiniera, ma in quel momento mi sentivo particolarmente intontita e spaesata, e per pochi secondi mi guardai attorno senza capire esattamente ciò che vedevo e dove mi trovassi. Poi misi chiaramente a fuoco ciò che mi circondava.
Il divano dove avevo passato la prima parte della serata tra chiacchiere, musica e carezze rubate.
Il tappeto che avevo probabilmente finito per parzialmente rovinare quando, poco più tardi, ci avevo affondato le dita strappando parti di tessuto.
I miei vestiti sparsi sul pavimento in vari punti della stanza, che disegnavano un percorso preciso fino al letto.
Il lenzuolo nero che circondava il mio corpo nudo.
Il mio sguardo si posò finalmente sulla figura stesa accanto a me. Castiel stava ancora dormendo profondamente, e per qualche secondo rimasi lì immobile ad osservarlo.
Era bello da togliere il fiato.
Certo, questa non era una novità, non ero mai riuscita ad essere completamente indifferente al suo fascino. Persino al liceo, quando non era ancora ancora un cantante famoso ammirato da tutti, quando era solo un ragazzino sarcastico e sfrontato, capace di mandarmi in bestia ogni volta che apriva bocca. Persino allora, bastava uno dei suoi sorrisi maliziosi per farmi perdere la testa. Ogni suo sguardo, ogni sua espressione, era capace di colpirmi dritto al cuore.
Ma il suo viso quando dormiva… era qualcosa di speciale. La fronte distesa, l’espressione serena, nessuna facciata, nessuna maschera da persona forte che non ha bisogno di niente e di nessuno.
È questo il tuo vero io? Quando abbassi le difese e non senti il bisogno di doverti proteggere dal mondo intero.
Sentii il bisogno improvviso di toccarlo, baciarlo e stringerlo a me. Ma erano le 7 del mattino, e non avevo dimenticato il nostro accordo.
Solo una notte… fino all’alba.
Con una piccola fitta nel petto, mi alzai dal letto e mi diressi verso il bagno in punta di piedi, fiondandomi direttamente sotto la doccia.
Lasciai scorrere l’acqua bollente sulla mia pelle, era una sensazione bellissima, sentii il mio corpo intorpidito finalmente iniziare a svegliarsi. Mentre massaggiavo i miei muscoli indolenziti, non potei fare a meno di ricordare la sensazione delle sue mani sul mio corpo.
Avevamo cominciato in salotto, dove primi baci timidi si erano subito trasformati in qualcosa di più primitivo. Dietro ogni sua carezza, ogni suo sguardo, ogni suo bacio, c’era una fame e voglia di possesso che mi avevano fatto completamente perdere il senno della ragione, ed avevo ricambiato ogni tocco delle sue labbra, della sua lingua, e delle sue mani con altrettanto fervore.
Ricordai il momento in cui mi aveva aiutata a stendermi sul tappeto ed aveva cominciato a baciare languidamente il mio interno coscia. Il suo respiro sulla mia pelle mi aveva fatto impazzire, e la sua lingua tra le mie gambe mi aveva regalato sensazioni incredibili.
Dopo ci eravamo spostati a letto, dove avevamo passato buona parte della notte a baciarci, ad accarezzarci, a…
“Guardami Candy…” mi disse ansimando con voce roca, mentre continuava a muoversi ritmicamente dentro di me.
Ero vicina… così vicina… il peso del suo corpo duro e forte che mi schiacciava deliziosamente contro il materasso, con una mano mi afferrava un seno con possesso, con l’altra mi accarezzava una gamba con gentilezza… Sentii le sue dita risalire lungo il mio corpo e posarsi sulla mia fronte, allontanando una ciocca di capelli dal mio viso con dolcezza.
Aprii gli occhi ed i nostri sguardi si incontrarono. Appariva completamente rapito, come se tutto ciò che avesse mai desiderato fosse adesso tra le sue mani.
“Sei bellissima, cazzo.”
 Era decisamente arrivato il momento di uscire dalla doccia. Quello che era successo la sera prima… era stato bellissimo, ed avevo ancora i brividi al solo pensiero, ma dovevo andare via al più presto. Fargli capire che questa notte per me aveva significato ben più di quanto era disposto ad offrirmi non era un’opzione.
Uscii dalla doccia e mi avvolsi in un asciugamano che trovai appeso lì accanto e che mi copriva a stento dal seno a metà coscia. I miei vestiti erano ancora sparsi in giro per la stanza, dovevo rivestirmi in fretta se volevo andare via prima che si svegliasse.
Immediatamente mi resi conto che il mio piano era fallito in partenza. Castiel era sveglio, seduto a letto con indosso solo un paio di boxer neri, era una visione per gli occhi… fortunatamente ebbi modo di riprendermi in fretta, perché aveva la testa abbassata verso il telefono che stringeva in mano.
Quando però rialzò lo sguardo e mi vide lì sulla soglia del suo bagno, bagnata e con indosso solo un asciugamano… capii che la maschera del solito freddo Castiel era tornata a posto. Il suo comportamento indifferente, però, non riusciva a nascondere il calore del suo sguardo.
“Dormito bene?” mi chiese con uno dei suoi soliti sorrisi strafottenti.
“Sì, certo, e tu?”
“Diamine… devo essere allo studio di registrazione entro dieci minuti.”
Vero o no… era chiaro che stava cercando di liberarsi di me. Lo sapevo benissimo che questi erano gli accordi, ma dentro di me ero delusa. Però… non gli avrei mai dato la soddisfazione di sapere quanto questa situazione mi toccasse davvero. Se uno dei due doveva sentirsi deluso qui non dovevo essere di certo io, ero decisa ad assicurarmene.
“OK, va bene, mi vesto e torno al campus” risposi con indifferenza.
Lasciai cadere l’asciugamano e rimasi completamente nuda davanti a lui.
Qualche volta giocare sporco è divertente.
Castiel non reagì, ma vidi le sue pupille dilatarsi ed i suoi pugni stringersi nervosamente, mentre cercava inutilmente di distogliere lo sguardo dal mio corpo. Sorrisi soddisfatta tra me e me, ed iniziai a muovermi tranquillamente nell’appartamento, recuperando i miei vestiti qua e là.
Cominciai dal reggiseno, che indossai aggiustandomi con cura. Poi, mentre gli davo le spalle recuperando le calze, lo sentii alzarsi e cominciare a vestirsi. Con la coda dell’occhio lo vidi afferrare i jeans ed infilarseli con un po’ più violenza di quanta fosse necessaria. Ero di fianco mentre, con un piede sulla sedia, infilavo una calza e la facevo risalire lentamente fino al ginocchio, praticamente accarezzandomi la gamba. A quel punto non fingeva neanche più di vestirsi con disinteresse, mi osservava immobile appoggiato contro un muro, fuoco nei suoi occhi grigi.
Camminai decisa verso di lui e, quando gli fui di fronte, gli posai una mano sul petto, e la feci scendere dolcemente, sfiorando i sui suoi addominali, fino al bottone dei suoi jeans.
“Candy…” disse con voce roca.
“Mi dispiace Castiel” risposi con un sorriso malizioso, infilando la mano nella sua tasca “ma devo riprendermi queste.”
Recuperai i miei slip dalla tasca dei suoi jeans, dove li aveva messi quando me li aveva sfilati la sera prima. Senza distogliere lo sguardo dal suo li infilai, facendoli risalire lentamente lungo le mie cosce.
Non avevo più motivo di perder tempo, ero sicura di averlo fatto innervosire abbastanza. Mi girai, afferrai il mio vestito che era a terra lì vicino e lo infilai velocemente, le scarpe seguirono subito dopo.
Borsa in mano, mi diressi verso la porta. Appena prima di afferrare la maniglia mi girai appena e dissi “Alla prossima allora.”
Senza dargli tempo di riprendersi abbastanza da rispondermi, uscii dall’appartamento, profondamente soddisfatta di me stessa.
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mai-contro-cuoree · 5 years
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Come stai?
Può sembrare una domanda banale, ma voglio partire da qui. Come sto? Non lo so, a tratti bene, a tratti apatica. Ho chiuso una relazione di 2 anni, di cui probabilmente non sapete niente se non della fine, in un modo veramente terribile. Sentirsi dire “non ti amo più, non ti voglio più” penso faccia più male di un pugno dritto in faccia. Ma quello ormai è passato, non ci penso più. Non mi meritava e non ha saputo apprezzare il valore di ciò che ero e di ciò che davo. Peggio per lui. Non provo più niente per questa persona se non una gamma infinita di dubbi, su chi sia realmente e su quanto sia stato vero o solo una finzione per avermi quando gli faceva comodo. Purtroppo mi sono resa conto che le persone non sono tutte genuine e buone, alcune sanno fare del male volontariamente, alcuni sanno spegnere il cuore e convincersi che l’amore non esiste ma che esiste solo l’infatuazione, bello schifo lo so. L’amore esiste eccome. E quando ami lo senti e non lo rinneghi quando è finita. Ad oggi non so se mi abbia mai realmente amata, non ne ho davvero idea. Di certo poteva evitare frasi del tipo “dopo di te non voglio più nessuna”, “non troverò mai nessuno come te”. Mi viene davvero da ridere. E un po’ fa male, pensare che non sia più io nei suoi pensieri, pensare che i miei baci verranno sostituiti con quelli di un’altra, che si scorderà il mio profumo, il tatto delle mie dita sulla schiena, il suono della mia risata, i miei aneddoti così stupidi, le mie sigarette alla menta, i miei malori, i miei esperimenti in cucina, la mia voglia di viaggiare, il mio essere bambina e tutte quelle cose solo mie. Ma soprattutto fa male rendersi conto di quanto si possa essere facilmente sostituibili, rendersi conto di quanto le parole non valgano nulla. Faccio seriamente fatica a credere a quello che mi dicono le persone oggi, sapete? Quando qualcuno mi dice “ti voglio bene” o mi fa una promessa, non riesco più a crederci fino in fondo, in questo mi ha cambiata. Le sue promesse le ricordo, non ne ha mantenuta una. Quindi adesso dico e mi rendo conto che piuttosto che dire frasi a caso dettate dal momento, piuttosto sto zitta. Perché non so se ci sarò domani, non so cosa succederà, niente è certo. Tutto è temporaneo. È triste lo so, ma ho sofferto abbastanza. Ho corso dietro a due ragazzi e mi sono innamorata due volte soltanto e sono sempre stata distrutta nonostante dicessero tante cose belle. Mi sento un po’ il tramezzino, le persone si mettono con me, mi presentano i loro problemi, stanno bene, poi mi accantonano per cercare altro portandosi via il bagaglio con i miei insegnamenti e lasciandomi niente se non insicurezze, dubbi e sempre più mancanze. Quindi come sto? Delusa dalla vita fino ad ora. Se ripenso alla Camilla vecchia mi rendo conto che rido meno, che non sogno più, che sono troppo realista, un po’ più sola, e a tratti triste. Se ripenso alla Camilla vorrei abbracciarla e dirle che il peggio deve ancora avvenire, di prepararsi lo scudo ed evitare certe persone per scampare a qualche crepa in più e di non credere a tutto ciò che le viene detto perché un “sono qui per restare” è temporaneo quanto la persona che lo pronuncia, ma non si può. Quindi mi guardo allo specchio, rido, mi vedo più bella, più magra, più grande, con i capelli più lunghi e uno bianco, mi guardo allo specchio e tiro un sospiro, ho qualche mancanza in più, il cuore vuoto, ma la voglia di innamorarmi ancora e di essere felice. Bhe quella non manca mai.
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marea-rossa · 5 years
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Ciao pà,
Non te l'aspettavi eh, ti sto scrivendo e non lo facevo almeno da 1 anno.
Da quando ho deciso che con te fuori dalla mia vita sarei stata decisamente meglio ed infatti avevo ragione.
Già immagino le grandi frasi da poeta che tieni pronte per me, per farmi la ramanzina e per dimostrarti grande.
Ma no, non te lo permetto e sai perché? Perché non sei proprio nella posizione di farlo.
Non ti scrivo per una risposta, non la voglio.
Prima di tutto, non permetterti di commentare il mio comportamento. Che ti aspettavi? Dopotutto sono gli insegnamenti che mi hai dato tu, la stessa cosa che hai fatto tu con i tuoi genitori, ma c'è una bella differenza, io ti ho dato tante volte la possibilità di cambiare ma non lo hai fatto.
Sai, nonostante tutto devi ringraziare mia madre se oggi hai ancora la possibilità di avere un tetto in testa.
Fosse stato per me, avrei già parlato con un avvocato per gli innumerevoli assegni non pagati.
Ah, ma non ti azzardare a dire che stai senza un euro eh.
Le bugie le puoi dire ad Emanuela, ma con me non puoi e penso che questo lo hai capito troppo bene.
Ti faccio capire.
Per me oggi sei uno schifo di padre, nonché un uomo di niente.
E non mi faccio problemi a dirtelo, non ho pena di te, ho passato la mia intera infanzia a segnare crocette su un quaderno vicino a parole del tipo stronza, non vali niente, stronza di merda,cretina, una crocette per ogni volta che in un giorno mi chiamavi così e non immagini quante ce n'erano.
Quindi per una volta, consentimi di farti sentire come io mi son sentita in 17 anni di vita.
Mi fa piacere che ti sei rifatto una vita, nessuno te lo nega, sia tu che mamma potete farlo.
Anzi sai, la prima donna dopo la separazione, Maria giusto? Mi piaceva e anche tanto, l'unica che tra le tante ti ha fatto capire che in primo piano vanno le tue figlie ma non sei stato nemmeno capace di tenertela vicino.
Ah vuoi sapere perché dico dopo la separazione? Perché io so di tutte le donne che avevi prima, con quante ci hai provato. Come? Beh avevi la sfacciataggine di chiamarle al telefono in macchina mentre andavamo a Cerreto e io facevo finta di dormire, e poi perché vedevo le tue e-mail e negli anni ho conservato tante di quelle prove che dio se n'è dimenticato.
Mi credevi stupida eh? Beh pà, adesso ti dó la possibilità di ricrederti.
Comunque, mi avvalgo anch'io della possibilità di dirti che la donna che oggi hai al tuo fianco non è per niente donna.
Una donna, in questa situazione, la prima cosa che fa è cercare di farti essere padre con le tue figlie e a quanto mi risulta non ci é proprio riuscita.
Ma dall'altra parte una non-donna può stare solo con un non- uomo.
Perché si, non credo tu ti possa definire uomo.
Un uomo caro papà, saprebbe prendersi tutte le sue responsabilità e tu non lo hai mai fatto.
Ma ritorniamo ai meravigliosi dispregiativi che ti ho accollato.
Mi fai schifo perché.. Oddio ci sono così tanti perché che non so nemmeno da quale iniziare.
Ti faccio un piacere va, parlo solo di oggi.
Se ti sto scrivendo questo messaggio è perché ho saputo che oggi sei a San Gerardo, con la tua amata e suo figlio.
Ma guarda un po', l'uomo che anni fa avrebbe detto "oggi no, perché c'è troppo casino, tanta gente e non è cosa di andare", adesso si Ritrova proprio lì, a fare il papà di un bambino non suo e magari a portare anche la sua adorata famigliola in un bel ristorante.
Lo stesso uomo che qualche settimana fa ha detto a mia sorella di non avere la macchina, di stare senza soldi e non poteva contribuire alle sue spese e di stare addirittura in Sicilia.
Sapevo che eri bugiardo, ma ora ti meriti proprio un Oscar.
Mi fai schifo come padre e uomo, mi fai schifo perché non hai mai pensato alle tue figlie, a dare loro affetto e ad essere un bravo papà.
Ma io ormai ci son passata sopra, mi dispiace solo per mia sorella.
Perché riesci ancora ad illuderla, riesci a corromperla e ad avere la sua attenzione perché con lei ti sei comportato sempre da falso e lei ingenuamente ti ha sempre stimato.
Purtroppo ti sta conoscendo pian piano per ciò che davvero sei e non sai quanto mi dispiaccia perché so cosa si prova ad essere delusa dalla persona che ti ha messo al mondo.
Ah comunque, non ti permettere di dire che oggi mamma è lì a divertirsi eh.
Abbiamo preferito noi restare a casa e regalarle un giorno per una cosa che a lei è sempre piaciuta, dopotutto si spezza la schiena ogni giorno per farci vivere degnamente, cosa alla quale tu non hai mai lontanamente pensato.
E non pensare che queste siano cose che mi dice di fare lei, io a differenza tua (anche essendo donna) ho le palle sotto e sempre a differenza tua non mi sono mai fatta mettere i piedi in testa.
Oggi caro papà, volevo che sapessi che la pacchia è finita.
Ora mi hai rotto il cazzo.
Non provare a contattarmi mai più, ho chiuso con te e con il passato infernale che mi hai fatto vivere.
Oggi, anche contro la volontà di mamma, inizierò ad andare io dall'avvocato e a farti essere padre anche se solo legalmente.
Ah dimenticavo, non credere di essere dalla parte della ragione, se credi di poter partecipare economicamente alle spese di mia sorella a condizione che lei ti frequenti come scritto nella separazione, scordatelo, dopotutto è ciò che ha fatto fino ad ora e tu non hai mai ricambiato.
Buon rientro estivo caro papà.
Baci e abbracci.
Mai più tua, Arianna.
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korvettemel · 5 years
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Ricordi dissotterrati
From: F.
To: M.
Subject: 25 cose
Date: Mon, 30 Mar 2009 18:36:02 +0000
1- da piccola mi comportavo da maschiaccio. sono stata capobanda.
2- Una volta ho convinto un mio compagno di classe impazzito a non lanciare un banco addosso agli altri. 
3- Vorrei poter essere tutto quello che voglio, per questo mi piacerebbe fare tanto sport da potermi permettere una mimetica un momento, l'altro un vestito dell'800.
4- ho fatto equitazione per alcuni mesi. mi piacerebbe potermi togliere l'armatura, scendere da cavallo e potermi mettere quel bel vestito dell'800. Sfortunatamente non ho ancora trovato un uomo con abbastanza palle da non dover fare la parte del giustiziere per la maggior parte del tempo.
5- ho finalmente passato un compleanno in cui mi sono divertita, mi sono rilassata, ho fatto qualcosa che adoro e non mi sono dovuta preoccupare di nessun uomo. Non succedeva da troppo tempo. A proposito ti ringrazio per gli auguri.
6- farò la testimone di nozze.
7- mi terrorizza vedere i miei parenti invecchiare.
8- ho contribuito a convincere una persona che aveva capito il nocciolo della questione a pensarla come me che in proposito non ci avevo capito un accidente.
9- Penso che per tirare fuori le unghie bisogni anche essere capaci. Le persone le parole non le capiscono. Per questo non penso di essere tra gli eletti adatti al matrimonio, quando parlo non mi si capisce. Le persone pensano che io sia delusa quando sono ferita e addolorata, arrabbiata quando preferisco ignorarle o assecondare i loro desideri ecc. ecc..
10- mi sento terribilmente meredith grey. sto cercando la mia christina yang. Sono drogata di grey's anatomy, tra di noi c'è una comunicazione silenziosa ma continua.
11- in questo momento mio padre è appena uscito da una sala operatoria, vorrei che ci fosse Christina lì. La mia migliore amica si è offerta di accompagnarmi in ospedale se ci vorrò andare mentre penso che nonostante io sembri perfettamente tranquilla, forse prima o poi mi verrà una crisi di nervi.
12- mi chiedo come facciano certe persone a farmi sentire come se non gli parlassi mai abbastanza, mentre in generale sono una persona silenziosissima. A volte mi da perfino fastidio sentire qualcuno che mi parla o mi invita a farlo.
13- ho capito che il naso grande è un tratto troppo tipicamente maschile per non piacermi.
14- da piccola quando cercavo di immaginare come sarei stata da grande, mi vedevo in tailleur, appena tornata da lavoro in una casa grande e luminosa. Ovviamente avrei avuto un gatto. Da qualche anno ho iniziato ad immaginare una famiglia numerosa che fa colazione con una delle tante scatole di cornflakes posate sopra il frigo. Penso che non si avvererà nessuna delle due cose, ma sicuramente è più probabile la prima. L'ideale sarebbe vivere con due mie amiche e almeno un gatto.
15- ho il terrore di crescere e invecchiare da sola. preferirei finire in una bella casa di cura. Voglio morire mentre sono felice, non dopo un'ennesima delusione. Il mio sogno utopico è morire dormendo, in contemporanea con mio marito nel nostro letto, così nessuno dei due dovrebbe restare solo.
16- una volta ho provato a frequentare una sorta di corso di teatro. Ci chiesero di provare a recitare un monologo. Io feci Mirandolina, è stato uno dei momenti più eccitanti di tutta la mia vita.
17- mi sono spesso chiesta se quello di fare l'attrice fosse una specie di sogno-pazzia, una cosa che effettivamente non farebbe per me e non andrei lontano. Sono costantemente ossessionata dalla paura di dire o fare qualcosa sotto stress di cui poi mi pento. Per questo probabilmente non supererei la paura del palcoscenico di un teatro o della telecamera. ... O no? Ho capito di essere stata troppo vigliacca e di non essermi presa sul serio nemmeno io stessa per poterci provare davvero.
18- alle medie ho fatto parte di un coro.
19- ho fatto la parte di Diana nella recita di quinta elementare.
20- al mio primo campo (scout) ho pianto spesso perché mi mancavano i miei genitori. Una volta tornata a casa non ho mai più sentito la loro mancanza. Quando mio padre è in ospedale però sento una leggera... ansia.
21- ho un'amica che da piccola veniva costantemente minacciata dal padre che se fosse stata bocciata a scuola l'avrebbe mandata in collegio. Io morivo dalla voglia di andarci. Una volta sono andata a visitare un collegio inglese. Peccato che in inglese all'epoca avessi insufficiente.
22- ho sempre voluto imparare a guidare. quando facevo la scuola materna l'autista mi fece gestire il volante. quando ero più grande chiesi a mio padre di farmi provare in garage e lui mi rispose 'si così andiamo a sbattere contro una colonna'. Adesso ho finalmente la patente da quasi quattro anni e trovo ancora che guidare possa essere molto eccitante. A dirla tutta penso che il modo di guidare rifletta la personalità (anche come si fa sesso a dire la verità :p), per questo a volte fare il passeggero diventa un'esperienza... istruttiva.
23- da brava amante dei vampiri non ho paura del sangue, sopporto i prelievi (se il dottore non è un sadico che si diverte a lasciare lividi) ma mi terrorizzano le iniezioni!!!
24- vorrei sempre avere una casa a disposizione da arredare.
25- F. non ama stare in compagnia di gente che non la rispetta, anche se ha dato il suo contributo perché ciò avvenisse. Non lo accetta da persone che vorrebbero essere trattate con rispetto anche quando si trovano a 20 mentri sotto terra o hanno lo stesso problema. F. non sbatte la porta in faccia a nessuno (tranne che in rare occasioni), per questo educatamente saluta ed esce di scena.
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Alcune cose cambiano, altre non cambiano mai..
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sonolilith · 2 years
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ciao
Dopo esattamente quattro mesi e due settimane sei tornato, mi tremavano le gambe quando ti ho visto e ho fatto finta che in questi mesi io non abbia sofferto nemmeno un pò. Ho cercato di non farti notare i chili persi per colpa tua dicendo una bugia: “sai il lavoro, le cose da fare” me ne sono uscita così. Per un momento ho seriamente creduto che mi uscisse il cuore dal petto, mi sembrava di vivere in un loop temporale, dove tutto si era azzerato, tutto tranne i ricordi così vividi che ho di te. Nessuna delle cattiverie però è sparita, le ricordo benissimo, mentre ricordo poco ma con tantissima tenerezza quelle poche carezze che mi hai dato e gli atti di violenza quando ti prendeva così forte il desiderio di me. Mi sono state dette tante cose di te, io le so tutte mentre tu di me non sai nulla, non sai che cosa ho fatto durante questo periodo, per fortuna non sai quanto è stato potente tutto il male che mi hai fatto.  Seduta al bar riesco a malapena a spizzicare una parola, si incartano un po i discorsi inutili che faccio perché so che se smettessi di parlare o dovessi bloccarmi non aprirei più bocca e calerei in un tombale silenzio imbarazzante.  Prima di venire sapevo dove stavo andando, una vocina mi ripeteva in continuazione di tornare indietro che non si meritava nemmeno più di vedermi però i piedi si muovevano veloci perché non volevo fare tardi, uno dopo l’altro non ascoltavano e io sembravo quasi decisa ad essere forte, volevo vedere la reazione, che cosa si prova nel rivedere una persona che ti ha quasi ucciso. Fortunatamente non è successo nulla, certo mi scoppiavano tutti gli organi vitali e ho bevuto quel calice di vino bianco come se per una pianta fosse stata la prima goccia d’acqua dopo mesi di aridità.  Da qual giorno in poi tutto è tornato come prima, ma io non sono cambiata, tutto è tornato addirittura a casa mia, quella sedia e quel letto che prima era solo occupata da un fantasma adesso è di nuovo piena di te e io ho le mani sulla fronte perché non riesco a crederci, credi che io sia tua amica ma non lo sarò mai, però te lo lascio credere e mi racconti delle tue conquiste dopo la tua rottura dove io non azzardo nemmeno per sbaglio una singola domanda.  Sento che ti stai avvicinando sempre di più a me ma io guardo con tristezza quella me del passato che si sarebbe concessa a te in un solo secondo, imparando dalla me del presente che sa benissimo a cosa va incontro se tutto ciò davvero dovesse tornare come prima.  un giorno però dopo le continue visite a casa sono stata debole, volevo vedere se riuscivo ad essere forte, volevo capire se provavo ancora qualcosa. Mi sono lasciata baciare quando ti ho detto che me ne sarei andata per un lungo periodo, poi il tuo sesso era pronto e voglioso di me ma io ho abbassato gli occhi e ti ho fatto uscire di casa.  Avevo ragione sentivo tutto di nuovo, non ero nuovamente sulla terra, la dipendenza da cui sono scappata con rabbia e fatica si era ripresentata ma come un uomo violato da sostanze tossiche , ho raccolto tutti i pezzi e ho immediatamente pensato a quando mi avevi detto che se un giorno non dovessi più essere presente sulla terra per te sarebbe stato lo stesso.  Credo che tu mi abbia spento, provo ancora un senso di nausea quando prendi delle cottarelle che durano pochi mesi ma ci faccio l’abitudine. I messaggi dove mi scrivi che sei confuso non mi fanno più effetto perché non ti credo più, non ti credo quando mi dici che mi vuoi e i tuoi racconti di donne che fai innamorare non mi devastano più.  Ieri davanti alla porta di casa mia mi hai guardato e poi hai guardato il pavimento, li ho capito che ti eri arreso, che avevi capito che non ti avrei aspettato più. Credimi mi è sembrato di aver lasciato l’ultimo grammo di felicità, te lo sei portato con te. Ti porterai con te la ragazza che sorrideva, che non vedeva l’ora di vederti ma quella delusa e amareggiata resterà qui con me, la curerò e l’amerò tantissimo.
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ragazzaincasinata99 · 3 years
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Mi sento uno schifo.
Quando adesso la guardo, mi sento un fallimento come fidanzata, come ragazza, più guardo il suo sguardo verso di me sento che lo delusa.
Abbiamo litigato, perché non volevo fare dei biscotti al posto della crema al mascarpone (perché so che le piace, in più la volevo fare perché era il compleanno di entrambe, e credevo di renderla felice). Poi io ho alzato la voce, e a lei per via del suo passato la ferisce, solo che io sono stupida e la faccio soffrire involontariamente. E lei, per farmi soffrire a sua volta, mi ha detto una cosa “Nemmeno due uova pastorizzate sai fare” sapendo del mio passato, del bullismo, del fatto che io a scuola ero emarginata e non facevo molto, per ferirmi c’è riuscita in pieno.
Ora più la osservo, la guarda, la sento distante. E quello che mi ferisce di più è che non riesco a smettere di sentirmi un fallimento, una delusione, per quanto io ci metta per essere una brava persona, finisco per alzare le mani...e lo so che è sbagliata come cosa, ma in realtà le faccio male quando la fermo per non farla uscire dalla stanza perché in quel momento il mio cervello si ferma, e non riesce a vedere che “ti lascerà, non ti ama più, vuole finirla” e fianco per farmi del male fisico, oltre che cercando di fermala stringendola per la vita, o per le gambe, o il braccio...e metto più forza di quella che mi aspetto, e le lascio i segni.  Di notte, piango. Di giorno quando sono sola piango. Piango ogni volta che ne ho l’occasione senza farmi vedere da lei. 
RagazzaIncasinata99
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fiorisuilampioni · 6 years
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Rio Hondo 2018 che improvissamente diventa “Ricordo il 2015 come se fosse ieri” se non anche peggio. Sono Valentiniana, lo sono sempre stata in un modo a volte esagarato che spesso mi ha portato a dire e fare cose che con il senno del ragionamento di poi mi sono pentita di aver espresso ad alta voce. Non giustifico nessuno dei due, ne Valentino, che nonostante io penso sia dalla parte delle ragione per la maggior parte delle cose dette, si è lasciato trascinare da strascichi di cose passate che lo hanno portato a parlare spinto da eventi che sono successi in passato semplicemente perchè il 2015 non è mai davvero passato, era solo un ricordo sospeso lasciato nel paddock fino a quando non ce lo siamo visti sbattere di nuovo in faccia. Ne giustifico Marc, perchè questo è uno sport che ha i suoi richi ed è pericoloso comportarsi in un certo modo quando in paio ci sono le vite di tutti quelli che ti stanno attorno. Non giustifico il comportamento di Uccio, che nonostante io abbia amato in quel momento mentre urlavo contro Marc, ragionandoci poi su mi sono resa conto che le conseguenze saranno davvero assurde per tutto il resto della stagione.
Fondamentalmente mi dispiace, mi dispiace vedere uno sport che amo che adesso avrà come centro focale “Marquez- Rossi” in tutti i suoi lati negativi e con tutte le conseguenze che questo gesto lasciarà dietro mentre dovrebbe avere come centro la gara da campione di uno come Cal che con una Honda semi ufficiale ha fatto un garone, di come la Ducati abbia fatto un’ottima gara in difesa e sostanzialmente di temi che riguardano efffettivamente le gare.
Ma possiamo anche dire che neanche Rossi è mai stato un santo, ci dovremmo prendere per culo altrimenti e dopo 15 anni che seguo le corse non è quello che ho voglia di fare in questo momento. Non è credibile sentire Rossi che dice “Ho paura di stare in pista con lui” perchè vi prego, nove mondiali non si vincono con la paura di stare in pista con i piloti forti. Allo stesso modo non è credibile Marc che continua a ripetere che lui non si lancia sui piloti, perchè lo fa e si, ovviamente non li vuole far cadere ma dopo un paio di botte di culo in cui non succede arriva il momento in cui la fortuna finisce e se la fortuna vuole che quello che si stende è proprio Valentino allora diventa difficile far passare tutto in sordina (Ancora il 2015 che mi da colpetti sulla spalla, tanto per dire). Credo che se siamo qui ancora a parlarne non è perchè Marc è stato sopra le righe per tutta la gara ma semplicemente perchè quello che è andato giù è Valentino Rossi, un pilota che amiro da morire ma che ieri in alcune sue dichiarazioni mi ha lasciato particolarmente delusa. La cosa di cui ho paura adesso sono le persone che seguono questo sport che stanno disseminando odio sul web contro un ragazzo che ha 25 anni, che esagera quando spegne il cervello ma che di certo non merita la morte per averci provato fino in fondo. Sono disgustata da alcune cose che mi è capitato di leggere in giro e ancora di più mi spaventa quello che adesso Marc si ritroverà a vivere. Si parla tanto di bullismo sul web per questo non riesco a giustificare tutto questo. Sono Valentiniana da sempre e Marc mi è sempre piaciuto fin da quando correva in 250,  era una bella storia. Lo è ancora, in alcuni lati, perchè se ci dobbiamo dire la verità ha talento, un talento che pochi hanno in questo momento in motogp e quando Beltramo dice “Vale ha incontrato uno più bastardo (sportivamente) di lui” non ha mica torto.
Quindi per concludere: Marc andava squalificato a inizio gara? SI, decisamente si, manovra non consentita. Non è che perchè sei Marc Marquez puoi fare quello che vuoi in pista. Credo che Vale abbia esagerato in alcune delle sue dichiarazioni? SI, perchè ci voglio credere per forza che hai paura di stare in pista, perchè ti amo in un modo che non è umano, ecco ma seriamente sappiamo anche che ti divertono un certo tipo di gare SE hai i mezzi per lottare. Credo che siamo qui a parlarne perchè sono Marc e Vale? SI PORCA MISERIA, perchè se ci fosse stato un altro al posto di Rossi non avremo neanche la metà di quello che sta succedendo adesso. E’ colpa dei precedenti.
Questa è solo la seconda gara di una stagione che non vedrà protagonista la motogp ma un singolo evento, neanche intenzionale, da parte di un ragazzo che ora riceverà un odio spropositato e questa cosa mi lascia delusa. Delusa per le azioni ma ancora di più per gli sportivi, che decantano tanto di valori e principi ma che poi si comportano da ragazzini.
Mi dispiace per uno sport che amo, per Vale che si è ritrovato con zero punti in un gara in cui stava difendendo e soprattutto per Marc, che anche avendo torto ora si ritrova l’immagina rovinata da parole che secondo me non andavano pronunciate. Rio Hondo come sempre lascia strascichi orrendi.
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WINTER PHOTO CHALLENGE
- DAY 7 -
AMORE SBOCCIATO
L’aveva finalmente invitata in camera sua, in quel luogo che le aveva sempre precluso perché troppo intimo, perché in quella camera da letto era racchiuso tutto il suo mondo. Lo aveva accolto durante la sua infanzia, protetto mentre dormiva sereno nella culla, ascoltato tutti i suoi segreti, raccolto ogni sua lacrima e intrappolato ogni risata. Ma adesso stava per esplodere. Il rapporto che si era creato tra lui e la ragazza stava sgretolando tutto, come un muro che crolla colpito da un fulmine del temporale. Per questo non aveva più potuto tacere a quella vocina che sentiva nella sua testa che lo invitava a chiedere: “Perché non sali in camera mia?” E cosi era successo. E lei subito, con uno dei suoi sorrisi più raggianti, aveva accettato. E tu, di tutte le tue preoccupazioni precedenti te ne sei dimenticato. Le fai strada, senti i suoi passi, leggeri ma decisi, premere sugli scalini in truciolato, creando un rumore sordo che si accompagna ai tuoi, più lenti e titubanti, chissà cosa dirà appena la vedrà? Arrivate così in fretta davanti a quella porta anonima, ma che hai sempre imparato a riconoscere anche nel buio, come se i corridoi che conducevano a quella stanza in realtà fossero come le strade che conducono a casa. Giri la maniglia e apri la porta. Aspetti che lei faccia un passo avanti, e timoroso abbassi lo sguardo. Silenzio. È snervante. Vorrà andarsene ora? “Non ci credo! Quello è un telescopio!” Ed alzi gli occhi stupito. La bocca non ha potuto non aprirsi in un muto verso di meraviglia. Difronte alla porta difatti stava l’enorme finestra che guardava al cielo. E lei non ha visto altro che quella. Non ha visto altro che ciò che ti è più caro in quella stanza. Quel telescopio, davanti al quale tanto hai riflettuto, dentro il quale hai visto sogni e speranze, mondi lontani, antichi, dimenticati. Ad ogni costellazione affidavi una tua paura e sempre avevi pensato che nessuno le avrebbe mai scoperte. “Hey! Come si usa?”. Ed eccola lì, sprezzante, che ti chiede di ripercorrere insieme tutte quelle emozioni. Ti avvicini, ti ci inginocchi davanti, sul quel morbido cuscino verde mela ormai logoro. Regoli le lenti, cerchi di mettere a fuoco il più possibile l’obiettivo. “Che costellazione vuoi vedere?” “La padella” Ed eccolo lì il suo lato infantile che emerge nei momenti più assurdi. “La… padella?”. Ogni volta ti sconvolge e non sai cosa rispondere. La sua genuinità ti spiazza come sempre e ti chiedi a che cavolo di costellazione si riferisce. “Ma si! Quella che somiglia tanto ad un pentolino con il manico!” E tu sei ancora più confuso. E ti sorprendi di come sappia confonderti i pensieri con le parole più semplici, come sappia mandare all’aria ogni tuo progetto quando ti guarda negli occhi. Ci pensi su, ma nulla. “Sei sicura?” “Certo! È famosissima. La si vede ovunque quando viaggi”. Ed allora inizi a concentrarti, a decifrare quegli indizi suoi tipici di chi paragona ciò che vede, e non conosce, alla sua realtà. Dannati cuochi! Nulla. Fai passare nella testa tutte le costellazioni che conosci, che hai sempre studiato, ma non te ne ricordi neanche una simile alla sua. Allora lei si alza, forse l’hai delusa con la tua incompetenza, ma invece si avvicina alla tua scrivania. Sembra non far caso alla pliche di fogli che la ricopre. La osserva. Sembra cercare qualcosa. E poi, come se avesse pescato un pesce in un fiume, afferra una tua vecchia penna abbandonata lì da tempo. Cos’altro vorrà fare? Osservi tutto in religioso silenzio. Ti si risiede accanto e tira su la manica del suo maglione beige che, lo sai, dalla prima volta che lo hai visto, hai pensato che si abbinasse perfettamente ai suoi occhi scuri e i capelli nocciola. “Guarda. Te la disegno” Gira il polso sinistro verso di sé ed inizia, con finta precisione, a calcolare i punti della stella. Uno Due Tre Quattro Cinque Sei Ed eccola lì che compare la costellazione della padella, disegnata sulla sua pelle leggermente ambrata. Unisce poi i punti, come i giochi che i bambini fanno sulla rivista della madre quando l’abbandona sul divano. “Ma quello è il Grande Carro! Fa parte della costellazione dell’Orsa Maggiore” E finalmente capisci. Scoppi in una risata e lei ride con te. Tu hai sempre saputo che lei, in fondo, è rimasta ancora una bambina legata ai suoi ricordi e non ha perso quei suoi occhi innocenti che tutto interpretano a modo loro, in un modo che un adulto descriverebbe insensato. Ma tu ci hai fatto l’abitudine e quasi provi gelosia per quegli occhi che riescono sempre a guardare oltre le apparenze, a vedere le cose più complicate e spiegarle come le più semplici. Ma a te sono sempre piaciute le cose fuori dagli schemi. “Ho capito”. Ti sei avvicinato al telescopio quasi senza neanche te ne accorgessi. “Ecco, guarda. È quella” E lei ti si avvicina, siete spalla contro spalla, appoggia il viso allo strumento e la senti trattenere un verso di stupore. “E’ stupenda! Brilla tantissimo! Sembra così vicina che pare la si possa afferrare solo allungando la mano”. E tu sai cos’altro è stupendo, solo non hai il coraggio di toccarla, nonostante sia così vicina a te. Muove il telescopio, osserva ogni astro della sua costellazione ed ogni volta sorride, felice. Poi tutto d’un tratto si ammutolisce. Il suo sguardo si fa serio ed emerge la donna che alberga in lei. “E la tua?” La guardi interrogativo. “Qual è la tua costellazione preferita?”. Ti porge la penna. E tu sei ancora più confuso. Non potresti semplicemente dirglielo? Ovvio che no. Non hai mai avuto bisogno di parole per parlare con lei. Afferri la penna ed in quel momento noti il suo polso. Non è mancina come te, ma ti ha offerto la penna con la sinistra. Il “tatuaggio” era lì, visibile. Ed allora la imiti, come hai sempre fatto. Perché in fondo sai che, nonostante l’età, lei a volte è molto più matura di te. Ha già capito le cose da tempo. Uno Due Tre Quattro Ed ecco che sul polso compare la tua costellazione, più semplice, più ovvia. “E’ il Cancro” “E’ bella! Somiglia alla lettera K tutta storta, come quando la scrivevo alle elementari!” E ti sorride con gli occhi. Quelle due pozze scure ora ancorate a te. E credi di affogare. Ti manca il respiro. “Sai, quando ero piccola, quando facevo lunghi viaggi con i miei genitori, ovunque andassi quelle stelle non mi abbandonavano mai. Sono speciali per me”. E tu rimani in silenzio credendo di non aver capito. Chi era il soggetto della frase? Ti sei perso tra i lineamenti del suo volto ed hai lasciato che le sue labbra confondessero il messaggio come l’acqua che storpia l’immagine quando si muove. C’è silenzio fra voi, eppure sembra ci siano sussurri nell’aria. Sottili voci che non ti lasciano, che ti spingono sempre di più verso di lei. Poi la realtà prende il sopravvento, e il tuo cervello recepisce l’informazione. E tu perdi la poesia. Fanculo alla natura umana. Ci pensi su, poi rispondi. “Anche io quando ero bambino guardavo spesso le stelle quando i miei erano fuori per lavoro e rientravano solo dopo settimane”. E poi ti accorgi che quello è solo un ricordo. Ti rendi conto che quel momento, fra un attimo, non sarà altro che passato. Ed abbassi lo sguardo. Vorresti fermare il tempo. Ma non puoi. Sei solo un essere umano in confronto all’infinità dell’universo. La tua vita si misura in secondi rispetto a quella delle stelle. E ti senti debole. Poi alzi lo sguardo. E provi un’invidia infinita. Eccola lì, la stella, immortale, di fronte ai tuoi occhi. Quella che è riuscita a toglierti i battiti del cuore. Quella che ti ha rubato il respiro, la vita. Quella che ha fermato il tempo nel momento in cui i vostri sguardi si sono scontrati per la prima volta in quel giorno poco prima della Vigilia di Natale. Non dice niente. Ovvio, come potrebbe. Le stelle brillano, non parlano. E per te, lei, ha sempre brillato. Da quanto tempo ormai non aprivi più la finestra, la sera? Giusto. Da quando hai iniziato a credere che le stelle fossero molto più belle quando cadono. E tu, disgraziato, ne hai raccolta una. O forse è meglio dire il contrario? Perché è proprio quello che sta accadendo. Ti afferra gentilmente la mano e te la solleva, in modo che entrambe siano davanti ai vostri volti. Come un pianista accarezza i tasti prima di dare inizio alla sinfonia, lei intreccia delicatamente le sue dita sottili fra le tue, più ruvide. Poi il cambiamento. Preme col palmo e lascia che le vostre mani aderiscano perfettamente, come il fiore che ancora saldamente le sue radici alla roccia. E in quella posizione scomoda te ne rendi conto. Anche i vostri cieli si sono uniti. E tutto in te riprende a girare. Ti sorride, come sempre ha fatto in tutta quella serata. E tu ti senti scoppiare dentro. Non dici nulla. Non ci riesci. Non sai da che parte cominciare. Eppure… Eppure sembra che lei abbia capito ogni tua parola. E quel sorriso ascolta, paziente, l’esplosione del tuo animo. Crolli. Sei felice. Una lacrima solitaria si fa strada sulla tua guancia. E poi il tuo universo si rivoluziona. La storia incomincia. Non ti ha mai lasciato andare. E senti un calore, soffice, premere sulle tue labbra. È il bacio dell’Origine: Amore.
(Storia scritta da me. Non copiarla o ripostarla su altri siti per favore)
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