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#la vita in pausa
hercorrupterofwords · 25 days
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clorinda my beloved
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deathshallbenomore · 1 year
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yourtrashcollector · 10 months
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Ma in fondo, perché mai prendere una decisione quando poteva restare tutto in sospeso?
Veronica Raimo, La vita è breve eccetera (La scossa)
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omarfor-orchestra · 2 years
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astra-zioni · 4 months
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Prendo una pausa dallo studio per incazzarmi fugacemente; questa roba che nel 2024 considerate gli psicofarmaci come parte di un grande piano malvagio degli psichiatri brutti e cattivi che vi vogliono sedare per rendervi “servi” del sistema è una stronzata così colossale e approssimativa che può generarla solo chi ha avuto il privilegio di non dover ricorrere ad ausili di questo tipo.
1) Non c’è alcun piano malvagio dietro perché se sono depressa in culo non riesco a cambiare o sovvertire nel mio piccolo il sistema e non mi tange neanche un conflitto mondiale che si consuma davanti ai miei occhi; viceversa, con un antidepressivo in corpo, riesco a essere più lucida, determinata e costante nei miei obiettivi e sicuramente più proattiva; ne consegue che non sono gli psicofarmaci ad inebetirmi, ma la patologia.
2) “Eh ma chi può dire cosa sia patologia o cosa no, magari tu non hai niente che non vada ma è questa società che te lo fa credere!” Sì Gianfranco sono pure d’accordo però t’assicuro che questa argomentazione sull’interrogarsi se sia nato prima l’uovo o la gallina in relazione a questioni così complesse porta a un vicolo cieco senza risoluzione da cui comunque esco depresso e comunque t’assicuro che società o meno le mie psicopatologie me le porto dietro dagli 0 anni di età, quindi facciamo che, come per tutto, la smettiamo di interrogarci in maniera inutile sulla questione e adottiamo la filosofia del “basta che funzioni”, cioè la filosofia che nella vita dovrebbe portarti a viverla, tipo, nel migliore dei modi possibili, cercando di essere un umano decente; e che se mi aiutano 10 gocce di xanax ben venga se in loro assenza e preda delle pippe mentali di cui sopra trucido dieci persone.
3) Il fatto che esistano psichiatri di merda che rifilano farmaci con dosaggi sbagliati o non imbroccano proprio la cura non rende lo psicofarmaco di per sé un problema (spoiler: ogni sostanza che ingeriamo, ogni farmaco che assumiamo, agisce sul cervello e su specifiche aree di quest’ultimo).
4) Per quanto l’introspezione e l’analisi critica della società sia fondamentale - anche - per guarire, fino a quando non mi trovate una soluzione alla depressione maggiore, al disturbo bipolare, alle varie disfunzioni chimiche cerebrali, all’insonnia e via dicendo che non siano discorsi alla Basaglia usciti però un po’ peggio continueremo a prenderci gli psicofarmaci che ci impediscono di buttarci sotto un treno davanti i vostri occhi.
5) Nelle tribù, per dirne una, dalla notte dei tempi si utilizzano sostanze psicotrope perché l’essere umano evidentemente ne sente l’esigenza pure quando vive in mezzo alla giungla e si gratta il sedere dalla mattina alla sera senza che ci siano questioni capitalistiche di mezzo, quindi figurati se io che vivo una vita di merda tra lo smog, la freneticità, le crisi mondiali, i conflitti, le disparità sociali e la precarietà esistenziale non devo assumere il Valium, ma va là.
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kyda · 3 months
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be' io penso di non aver mai studiato dodici ore in un giorno in vita mia, neanche quando ho preparato l'esame di letteratura inglese 2 in nove giorni come ultimo esame di triennale da cui dipendeva la mia laurea (anche se devo dire che quell'esperienza è stata di gran lunga più miserabile, forse non studiavo dodici ore perché piangevo la metà del tempo). scrivo questo post in pausa perché ancora non ho finito (vergognoso, lo so, ma sto finendo!!) e, anche se il mio cervello funziona in modi strani e sono convinta che questa, anche se è la prima volta, non sarà l'ultima, dopo questa sessione giuro giuro giuro che mi impegno a imparare come gestire meglio il tempo. ora vado a finire il riassunto e domani vado a fare l'esame e andrà tutto bene perché se non va bene sono nei guai
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lady--vixen · 3 months
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Nel tempo di una sigaretta
Pausa pranzo di non so quale lavoro. Vado a sedermi fuori e arriva Vasco Rossi a fumarsi una sigaretta. Inizia a parlare tranquillamente. Chiede come mai io sia lì, cosa faccio nella vita. Io (stando lontana dal fumo, perché mi dà fastidio) penso "e quando mi ricapita?" e gli dico che ho un testo che potrebbe piacergli. La faccia come il culo, proprio! Lui sembra interessato davvero e mi scrive l'indirizzo mail del suo management su una scatola di fiammiferi.
Lo saluto e torno dentro (dentro dove?) dove trovo una situazione caotica. Eli è arrivata cotta di Valium. Tiene la testa tra le ginocchia su un divano. Un tizio dà ordini. Io devo lavorare.
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falcemartello · 9 months
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Gli europei si stanno ribellando contro Net Zero
Negli ultimi dieci anni circa, i politici tradizionali di tutta Europa hanno smesso di promettere di migliorare il tenore di vita dei loro elettori.
Invece, si sono vantati dei loro piani per limitarlo.
Hanno esaltato le virtù di un costo della vita più elevato, della deindustrializzazione e delle restrizioni alle libertà personali.
E si aspettavano che la maggior parte delle persone non se ne sarebbe preoccupata o forse addirittura se ne sarebbe accorta, perché tutto ciò doveva essere fatto in nome del "salvataggio del pianeta" dal cambiamento climatico.
Ma nel 2023, quel consenso dell’élite verde si è schiantato sulla Terra.
La crescente rabbia pubblica nei confronti di Net Zero ha iniziato a scuotere un'élite politica compiacente. In effetti, l’opposizione al greenismo è oggi uno dei principali motori del populismo europeo.
Ha portato la gente in strada, con le proteste degli agricoltori nei Paesi Bassi e Irlanda e, più recentemente, Germania. E ha ispirato una serie di rivolte alle urne.
A novembre, Geert Wilders, attaccabrighe dell'estrema destra e scettico sul clima, ha ottenuto una vittoria elettorale shock, sconfiggendo il suo rivale più vicino, Frans Timmermans, l'architetto e il volto delle politiche climatiche dell'UE.
In Germania, una disputa sulle pompe di calore ha recentemente minacciato di far cadere il governo, di cui il Partito dei Verdi è uno dei partner minori della coalizione.
La “legge sul riscaldamento” proposta dalla Germania avrebbe vietato l’installazione di nuove caldaie a gasolio e gas.
Inoltre, questo costo doveva essere imposto a una nazione che si sta già riprendendo da una grave crisi energetica, dove le bollette delle famiglie sono tra le più alte d'Europa e dove industrie critiche stanno chiudendo a causa degli esorbitanti costi energetici.
Più o meno nello stesso periodo, dall'altra parte della Manica, il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto una "pausa" nelle nuove norme ambientali.
Aveva già imparato a sue spese che il pubblico non sopporterà politiche ambientali rigorose.
Nel 2018 e nel 2019, un'eco-tassa sul carburante ha scatenato proteste gilets jaunes durate un anno la ribellione pubblica più significativa avvenuta in Francia dal maggio ’68.
La classe politica deve riconoscere che gli elettori non vogliono pagare bollette energetiche più alte, pagare una cifra esorbitante per l’uso della propria auto o installare pompe di calore costose e inaffidabili invece delle affidabili caldaie a gas.
Come hanno dimostrato le rivolte dello scorso anno, nessun discorso sul “salvare il pianeta” potrà cambiare la situazione. L’opinione pubblica non si lascerà ingannare dai tentativi di etichettare l’austerità come “verde”.
Nel 2024, abbiamo bisogno di una nuova politica che metta gli standard di vita delle persone al centro. L’abbandono di Net Zero sarebbe il punto di partenza perfetto.
(da un art. di Fraser Myers – Spiked)
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millelenzuola · 6 months
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io tutta la vita: pausa caffettino?
#me
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lamiaprigione · 6 months
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Non avrei mai pensato di trovarmi nella situazione di colui che non comprende e non empatizza con un depresso, e quindi eccomi: confesso a dio onnipotente che ho peccato. C'è un'età per tutto, penso, e arrivati oltre i trenta non tollero più chi smette di vivere e si blinda in casa pur di non affrontare un problema e conservare quel briciolo di apparenza. Adesso mi interessa unicamente circondarmi di persone che hanno il potere di far accadere le cose per il solo fatto di pensarle. C’è del misticismo in questo, il mio bisogno di consolazione.
Quando torno da te penso alla strada che percorrevo per andare a casa di Valentina 13 anni fa, avevo da poco la patente, correvo come un pazzo, i cd masterizzati alla radio. Allora il giro di compagnie era diverso, il marzo più caldo che io ricordi, ogni weekend una grigliata. Mi ero preso una pausa, poi tre anni di scuse, e poi di nuovo una pausa. Gli altri andavano avanti e io non accettavo che le cose potessero cambiare. Ero così pazzo che nemmeno tenevo alla vita. Scopro ora che anche Vale è diventata madre, ne veste i panni con grande naturalezza, del resto fu lei che mi rimase accanto la notte della mia sbronza più forte.
Poi passarono otto anni, nel mezzo scoprii me stesso. Ero felice di avere un impiego ma allo stesso tempo alimentavo la mia tristezza convincendomi di essere triste, temendo altrimenti di non riuscire a scrivere. Per uscirne bastò scoprire che là fuori c'era il sole e se non lo vedevo sapevo comunque che c'era, e sapere che c'era il sole era già tutta una vita. Come chi smette di fumare odia chi fuma, confesso a dio onnipotente di odiare un depresso. Quando cercano di propinarmi quei libri motivazionali per diventare veri leader sorrido e penso che non hanno avuto la fortuna di leggere tutto Hemingway e Dostoevskij.
Dio Onnipotente, voglio essere onesto. Ti farò una proposta. Fai di me un grande scrittore e io tornerò alla Chiesa.
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gregor-samsung · 3 months
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" «Non essere così spaventato. L'amore non finisce. Solo perché non ci vediamo…». Aveva già deciso, anche se io non lo seppi fino al giorno dopo, quando il telefono non offrì nient'altro che una bocca aperta e silenziosa come quella di qualcuno ritrovato morto. «Mio caro, mio caro», disse lei, «la gente non continua forse ad amare Dio per tutta la vita senza mai vederlo?». «Non è il nostro genere di amore». «Alle volte ho l'impressione che non ce ne sia nessun altro». Avrei dovuto accorgermi di quanto lei fosse già sotto l'influsso di uno sconosciuto non aveva mai parlato in quel modo le prime volte che eravamo stati insieme. Con felicità, di comune accordo, avevamo eliminato Dio dal nostro mondo. Mentre io dirigevo con attenzione la luce della lampadina tascabile per illuminarle i passi attraverso l'ingresso devastato lei aggiunse: «Tutto dovrà andare bene. A condizione che amiamo abbastanza». «Io non posso dare ancora di più», dissi io. «Ti sei già presa tutto». «Tu non sai», disse lei. «Tu non sai».
Il vetro delle finestre si sbriciolava sotto i suoi piedi. Solo la vetrata policroma del portone d'ingresso era rimasta intatta. Il vetro diventava bianco là dove si polverizzava, come il ghiaccio che i bambini disfano nei campi fradici o sul ciglio delle strade. Di nuovo mi disse: «Non avere paura». Sapevo che non si riferiva a quei nuovi e strani ordigni che dopo cinque ore, senza pausa, ancora ronzavano in alto come api venute dal sud. Era il giugno del 1944, fu la prima notte di quelle che più tardi vennero chiamate V1. "
Graham Greene, Fine di una storia, traduzione di Alessandro Carrera, Prefazione di Scott Spencer, Postfazione e cura di Domenico Scarpa, Collana La memoria n. 1295, Palermo, Sellerio, 2024¹; pp. 131-132.
[Prima edizione originale: The End of the Affair, London: William Heinemann, 1951]
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ross-nekochan · 1 month
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Oggi sono andata al mare.
Non ho fatto nemmeno una foto (anche perchè faceva schifo ed era un colabrodo), però ho voglia di postare qualche foto quindi vi beccate cose vecchie come foto 1: dove vado a fare la passeggiata durante la pausa pranzo (ho il fiume e il delta vicinissimo all'ufficio) e foto 2: piccola azienda di torrefazione (qui ce ne sono parecchie e molti sono fissatissimi col caffè: sanno da dove viene, quali sono le differenze nel sapore e nell'odore, le differenze nella torrefazione etc. In confronto noi italiani siamo una massa di ignoranti: basta che sia con la moka ed è buono, poi al massimo qualcuno ha preferenze sulle marche... onestamente ci vantiamo così tanto, ma di caffè non ne sappiamo un beneamato cazzo).
In Europa non sta girando per niente la notizia, ma qui in Giappone si stanno susseguendo forti scosse di terremoto e l'agenzia preposta ha espressamente detto che ci si aspetta un terremoto di dimensioni colossali che interesserà tutto il Giappone. Qui sono tutti cagati addosso e non si fa che parlare di questo perché in TV stanno bombardando tutti dicendo di preparare acqua e viveri per ogni evenienza.
Io sono dell'idea che non succederà adesso, perché lo si sta aspettando... arriverà quando l'allerta sarà passata e quando nessuno se lo potrebbe mai immaginare. Ad ogni modo, se mai dovesse succedere io non ho paura, anzi, sarebbe l'occasione per morire in pace e "senza colpe" che ho sempre cercato. Ma tanto si sa che muore chi non lo vuole e quindi sopravviverò e sarà l'ennesima esperienza di vita (che non auguro a nessun'altro ma vabbè).
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momentidicri · 2 days
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io che ho detto alla mia collega di non scrivere un messaggio all altra mia collega che è uscita prima su una cosa che non era urgente per lavoro, lei che continua a dire che un messaggio non è nulla, io che continua a ribadire che non è urgente la questione ma si può avvisare anche domani. lei che si ferma riflette e dice “vero, abbiamo anche una vita privata”.
io ho ricevuto ieri mattina un messaggio alle 7 (io stavo ancora dormendo). mi sveglio perché pensavo fosse successo qualcosa alla mia collega con cui dovevo fare un lavoro insieme, poi leggo ed erano delle informazioni che mi avrebbe potuto dire due ore dopo.
ma perché siamo diventati così schiavi del lavoro da dimenticarci che c’è una vita fuori?
(domanda retorica però mi fa veramente arrabbiare il fatto che io mi senta in colpa se faccio pausa 5 minuti ogni due ore)
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all-my-doubts · 25 days
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Qualche giorno fa.. la domanda che ho fatto alla mia psicologa é stata: "Perché sto così?" Sono ormai settimane se non mesi che sto cercando di dare una svolta a tutto, che sto cercando di agire su ciò su cui ho potere o margine di manovra (perché purtroppo con le malattie e le situazioni esterne, c'é poco da fare..); Ma sembra sempre tutto uguale, tremendamente monotono e privo di colore.. come se dentro di me ci fosse una tempesta eterna che spazza via ogni tentativo di timida schiarita. La verità é che mi sfinisco, rendo le mie giornate un inferno per evitare di far entrare pensieri intrusivi in quel brutto cervello che mi ritrovo, ma poi.. appena stacco un attimo ecco che ritorna tutto, quel buio.. quel dolore profondo che mi sta distruggendo da una vita intera. Spesso (tornando alla domanda) non so neanche io perché sto così, non me ne capacito. Certo, l'autostima sotto i piedi e l'odio verso il mio aspetto esteriore.. sono un po' il tronco da cui poi si ramificano tutti gli altri problemi.. é sempre stato così.. ma dall'altra parte, tutto l'impegno che ci sto mettendo da mesi, meriterebbe una sorte diversa; La Doc mi ha detto che non devo mollare, che capisce che la situazione esterna renda tutto soffocante.. ma che infondo posso ricevere solo benefici nel dare il tutto per tutto (Una banale verità). Oggi però mi sento più stanco del solito, forse avevo solo bisogno di sfogarmi scrivendolo a me stesso, forse ho davvero bisogno di una pausa dalla mia testa e dai miei pensieri. É una battaglia durissima ed il mio avversario (me stesso) non ha alcuna pietà.
~Ale
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paaranoiaa · 25 days
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se lavori dalle 9 alle 18 e vai a fare grandi pranzi fuori dall'ufficio e basi la tua vita sul lavoro puoi anche starmi lontano. (no offense per tutte le persone che fanno quell'orario o sono costrette a fare 1 ora di pausa spendendo pure soldi per mangiare mentre lavori), ma molto hate per la gente che vive basando le sue giornate sul lavoro, porcodio, a meno che non sia qualcosa che ti appaghi tantissimo ed è la tua vita, madonna bastarda ma viviamo sto mondo senza i capitalisti del cazzo in mezzo ai coglioni
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neropece · 9 months
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“quiet warmth” photo by Fabrizio Pece (tumblr | 500px | instagram)
Il sole invernale illuminava delicatamente le rive di lungo Dora, gettando un bagliore argenteo su ogni superficie. Una donna, con l'impermeabile bianco, camminava con passo tranquillo insieme al suo cane dello stesso colore. Lui le girava attorno con entusiasmo, sfruttando al massimo lo spazio concesso dal guinzaglio. La vista della Mole Antonelliana si stagliava maestosa sullo sfondo, una presenza silente che osservava ogni passo della donna.
Mentre avanzavano lungo il fiume, il rumore della città sembrava attenuarsi, lasciando spazio al fruscio dell'acqua, al lontano suono dei passi delle scarpe sull'asfalto e a qualche urla di gabbiani. Ogni tanto la donna si fermava per accarezzare il suo cane guardandolo negli occhi con affetto.
Attraversarono il Ponte Bologna e il cane si fermò un attimo per annusare l'aria con la coda agitata. La donna controllò rapidamente il telefono, si appoggiò alla balaustra e guardando il fiume che scorreva placido sotto di loro mormorò: "Sai, la vita ha modi strani di metterti alla prova."
Il cane fece un leggero grugnito, come se capisse il peso delle parole della sua padrona. Si rimisero in cammino, e il loro percorso li portò vicino alla riva, dove l'acqua lambiva dolcemente le sponde.
Sedendosi su un muretto la donna prese il suo cane sulle gambe e, guardando il riflesso della Mole nell'acqua, sospirò: "Nonostante tutto questa città ha un certo fascino, non trovi?"
Il cane posò la testa sulle gambe della donna, come cercando conforto. Per un momento, entrambi rimasero lì, immersi nei loro pensieri, il mondo intorno a loro era in pausa.
Proseguirono il loro percorso fino a fermarsi proprio di fronte alla Mole Antonelliana, la sua silhouette imponente era finalmente illuminata dai raggi del sole che stavano facendosi largo tra gli strati di nuvole. "Chissà cosa ci riserva il futuro," sussurrò la signora guardando il cane.
Il cane abbaiò, come se volesse dire che, indipendentemente da ciò che avrebbe portato il domani, era pronto ad affrontarlo insieme alla sua padrona.
Con quella promessa silenziosa, la donna e il suo cane camminarono fino a scomparire, lasciando dietro di loro il fiume e la Mole che, come una vecchia amica, li osservava da lontano, sempre presente ma mai veramente vicina.
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