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#massimo landi
ilbasketlivornese · 2 days
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SERIE B: LA PIELLE QUESTA SERA IN CAMPO PER LA SEMIFINALE DI SUPERCOPPA
#SerieB: la #PielleLivorno questa sera in campo per la semifinale di #Supercoppa #Livorno #ilbasketlivorneselive
(foto by Pielle Livorno) Le triglie impegnate al Modigliani Forum contro Ruvo di Puglia Primo impegno ufficiale per la TOSCANA LEGNO PIELLE LIVORNO che, sul parquet del Modigliani Forum, sfiderà sabato la Crifo Wines Ruvo di Puglia nella seconda semifinale della Supercoppa LNP di Serie B (palla a due ore 20:45). Subito un test probante per la compagine guidata da coach Federico Campanella (ex…
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collasgarba · 1 year
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Della brigata Gufi non si conosce il processo di raggruppamento e di formazione
Tirano (SO). Fonte: mapio.net Stessa storia, dove anche qui, non potendo occultare, ci si limita a lasciare nell’indeterminatezza la figura di Carlo Fumagalli, è la storia della brigata Gufi.È nella zona che guarda la piana di Tirano e Villa di Tirano, con base nella caserma abbandonata di Schiazzera, lungo il crinale che domina Grosotto e che permette i collegamenti con la val Grosina e con la…
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bagnabraghe · 1 year
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Della brigata Gufi non si conosce il processo di raggruppamento e di formazione
Tirano (SO). Fonte: mapio.net Stessa storia, dove anche qui, non potendo occultare, ci si limita a lasciare nell’indeterminatezza la figura di Carlo Fumagalli, è la storia della brigata Gufi.È nella zona che guarda la piana di Tirano e Villa di Tirano, con base nella caserma abbandonata di Schiazzera, lungo il crinale che domina Grosotto e che permette i collegamenti con la val Grosina e con la…
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Cristina Landi, "Maddalena", 2015, olio su tela, cm 50 x 50, Firenze. Versione moderna della Maddalena. Il profumo, la collana e il libro richiamano il simbolismo della Maddalena penitente delle opere classiche. Una Maddalena in chiave moderna, le cui forme sinuose si stagliano su uno sfondo buio che ne evidenzia ancor di più l'eburneo candore. La sua nudità sembra quasi trasbordare da un drappo rosso che lascia solo immaginare ciò che la posa non mostra, esaltandone maggiormente la fiera ed elegante sensualità.
Cristina Landi, "Maddalena", 2015, oil on canvas, cm 50 x 50, Firenze. Modern version of La Maddalena. The scent, the necklace and the book recall the symbolism of the penitent Magdalene of classical works. Maddalena in a modern key, whose sinuous shapes stand out against a dark background which highlights even more the ivory whiteness. His nakedness seems transhipped from a red cloth that leaves only imagine what the painting does not show, highlighting the most proud and elegant sensuality.
Da una foto di Sharin Mansonlavey Model: Sharin Mansonlavey - Modella Ph: Massimo Grosso
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micro961 · 5 months
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Beta Libre “Winter circle”
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L’album d’esordio del nuovo progetto della cantautrice Benedetta Gaggioli
«Un ciclo di canzoni, a tratti oscuro, a tratti infantile, sicuramente invernale. Il titolo è ispirato al famoso ciclo di lieder di Schubert (Winterreise ossia Viaggio d’inverno) ma invece di essere un viaggio, il mio è un ciclo, è qualcosa di circolare e cangiante, che torna come le stagioni, come il ciclo dell’acqua e della morte e della rinascita». Beta Libre “Winter Circle” rappresenta il debutto di Beta Libre, il nuovo progetto cantautorale della cantante lirica Benedetta Gaggioli. Un album dove la voce è assoluta protagonista: a volte sporca, altre più eterea, canta il mondo emozionale dell’artista con tutti i suoi contrasti. Il canto si appoggia e fonde su un tessuto musicale altrettanto ricco, fatto di sonorità elettroniche e oscure ma anche di momenti più morbidi e liturgici. È un lavoro che la stessa Beta Libre definisce «lisergico, oscuro, introspettivo, sperimentale, elettronico».
Album Track by track
“Winter Circle” è scritto interamente da Benedetta Gaggioli. Coprodotto dalla stessa cantautrice con Riccardo Landi e mixato e masterizzato da Andrea Benassai.
Benedetta Gaggioli nasce a Pistoia nel 1988. Diplomata in canto lirico e in musica antica e barocca ha all’attivo numerosi concerti in prestigiosi festival in italia e all’estero, sia come solista che in ensemble polifonici. Dal 2018 collabora assiduamente con il Maggio Musicale Fiorentino, come artista del coro in numerose opere ed eventi e come solista nello Stabat Mater di Pergolesi. Nel 2019 partecipa come solista al Early Music Tuscan Festival e vince l’audizione del Teatro Verdi di Pisa per il ruolo di Proserpina ne “L’empio punito” di Alessandro Melani. Nel 2021 vince il XV Concorso internazionale di Musica Antica Premio Fatima Terzo. Nel 2023 si laurea al Master di II livello in Canto (Repertorio contemporaneo) e al Conservatorio G. Verdi di Ravenna con il massimo dei voti e la lode e vince il primo premio al Concorso Internazionale di Interpretazione di Musica Contemporanea organizzato dalla Fondazione Flavio Vespasiano. Attualmente studia Composizione con Mauro Montalbetti al Conservatorio G. Verdi di Ravenna. Beta Libre è il suo nuovo progetto da cantautrice e compositrice, nato dalla sua passione per la musica elettronica e dalla sua esigenza di esprimersi e creare musica. Nel 2022 incide 14 brani inediti in inglese, scritti e arrangiati da lei, che faranno parte del suo primo album intitolato Winter Circle, uscito a dicembre 2023.
Etichetta: Corbellice Records
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personal-reporter · 1 year
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Custodi di arte e fede: Duomo di Siena
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Il Duomo di Santa Maria Assunta, nel cuore di Siena è da sempre una delle più prestigiose e importanti chiese romanico - gotiche italiane, consacrata nel 1179 dal  Papa senese Alessandro II. I lavori continuarono per circa due secoli, infatti solo nel 1313 fu terminato il campanile e nel 1317 iniziò l’ampliamento. Allora Siena era al massimo della sua potenza ed esigeva un Duomo più grande, ma la peste del 1348 fece interrompere i lavori di questo ambizioso progetto ed oggi si possono vedere le tracce delle colonne e del grande Facciatone, come la sublime testimonianza di un’opera incompiuta. L’imponente facciata, che è in marmo bianco con decorazioni in rosso di Siena e serpentino di Prato, si divide in due, la metà inferiore, in stile romanico - gotico realizzata da Giovanni Pisano, con in basso il bellissimo rosone incorniciato da nicchie gotiche e dai busti di Profeti e Apostoli che rendono omaggio alla Madonna col Bambino. Tutto l’interno de duomo dominato dalla bicromia nera e bianca, che fa riferimento ai colori dello stemma della città. Il duomo custodisce capolavori dal valore inestimabile, un vero e proprio scrigno di opere d’arte, a partire dal pulpito di Nicola Pisano del 1265-68. Nell’ altare Piccolomini inoltre  si possono ammirare quattro sculture di Michelangelo: Sant’Agostino, San Piero, San Pio e San Paolo. La Libreria Piccolomini, subito dopo l’altare, venne fatta costruire nel 1492 e custodisce un ricchissimo patrimonio di opere letterarie raccolte da Papa Pio II, la pareti e soffitto furono affrescati da Pinturicchio, mentre nella cappella sinistra si può ammirare il celebre San Giovanni Battista di Donatello del 1455. Otto statue in bronzo di Domenico Beccafumi decorano i pilastri del coro, sopra cui si trova una copia della famosa vetrata di Duccio di Buoninsegna, realizzata nel 1288. Ma quella che probabilmente è l’opera più straordinaria custodita all’interno della Cattedrale: il pavimento a commessi marmorei, un’opera unica per inventiva e ricchezza, vastità e importanza dei collaboratori, diviso in 56 riquadri che rappresentano, tramite disegni tematici, la Rivelazione. I riquadri più antichi del pavimento risalgono alla seconda metà del Trecento mentre quelli più recenti sono ottocenteschi e tra coloro che ci hanno lavorato ci sono nomi come Pinturicchio, Francesco di Giorgio,  Domenico Beccafumi, il Sassetta, Antonio Federighi, Urbano da Cortona e Neroccio di Bartolomeo de’ Landi. Read the full article
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Carosello RAI: storia di un mito della TV italiana
Il Carosello Rai. Soltanto sentendo queste due parole, in molti vengono travolti da una vera valanga di ricordi dal passato. Per molti Carosello è un pezzo della propria infanzia ma per molti altri un vero e proprio precursore del Content Marketing. Un dualismo da raccontare. Quando nasce il Carosello rai? Siamo nel 1957 quando la Rai realizzò la sua idea di inserire messaggi pubblicitari all'interno della sua programmazione. Se al tempo non era permesso mandare in onda pubblicità durante gli spettacoli, la Rai decise di realizzare un intero format televisivo dedicato alla pubblicità. Era, quindi, il 3 Febbraio del 1957 quando sul Programma Nazionale (ovvero Rai 1) andò in onda la prima storica puntata del Carosello. Per gli amanti delle curiosità: sapete quali sono stati i quattro spot che hanno composto la prima storica puntata? - Shell: Contributo Shell per la sicurezza del traffico; Giovanni Canestrini vi parla di: "Guida a destra o guida a sinistra?" - L'Oréal: Un personaggio per voi con Mike Bongiorno - Singer: Quadrante della moda con Isa Pola e Mario Carotenuto - Cynar: Il barman con Carlo Campanini e Tino Bianchi Quali sono state le evoluzioni del Carosello RAI? In venti anni ed oltre 7mila puntate andate in onda, il Carosello ha subito tantissime evoluzioni ma non lasciando mai la sua struttura fondante. La regola d'oro del Carosello, infatti, era che la parte parte d'intrattenimento dello spot (che doveva durare massimo un minuto e 45 secondi), doveva essere rigidamente separata da quella puramente pubblicitaria (chiamata col nome di "codino", della durata di 30 secondi). Il passaggio dal pezzo al codino avveniva sempre attraverso una frase-chiave pronunciata dal protagonista. Altra cosa importante è che solo nella parte finale poteva essere nominato il prodotto. La caratteristica dei primi anni di Carosello è che tra un spot e l'altro questi venivano intervallati ed introdotti da un siprario che si apriva dando al tutto un sapore molto teatrale. Quella del sipario è una soluzione che durò per i primi sei anni di Carosello poi venne abbandonata. Divenne poi sempre più popolare il creare spot come fossero all'interno di una serie televisiva creando una sorta di continuity. Il Carosello RAI è stato un fenomeno di costume? Carosello nei suoi 20 anni di vita ebbe un successo enorme. Le pubblicità del Carosello divennero in brevissimo tempo un fenomeno di costume senza precedenti. Le mini serie ma soprattutto i personaggi che negli spot divennero dei simboli praticamente immortali della nostra televisione. Uno dei più famosi è sicuramente Angelino protagonista degli spot del detersivo Super Trim della Agip che insieme all'uomo coi baffi della Bialetti è tra i primi personaggi ad aver animato Carosello e lo fece per ben sette anni ovvero dal 1958 fino al 1965. Parlando di personaggio più recenti possiamo annoverare Calimero ovvero il piccolo pulcino nero al centro delle pubblicità del detersivo Ava. Possiamo mai dimenticare il celebre Jo Condor che nel 1971 è protagonista degli spot della Nutella? Jo condor e Calimero, poi, hanno un punto in comune: l'autore ovvero il fumettista Toni Pagot. Quando cessa di andare in onda il carosello rai e perché? L'ultima puntata di Carosello va in onda il 1 Gennaio 1977 e gli spot messi in onda fuorno cinque: - Stock: Superspettacolo di Capodanno (con Raffaella Carrà, regia di Gino Landi); - BTicino: Il calcolatore elettronico: Cassa robot (con Alfredo Danti, regia di Nedo Zanotti); - Amaro Ramazzotti: I due sceneggiatori: Il bowling (con Mario Maranzana e Giancarlo Dettori, regia di Andrea Cardile); - Ati/Piletti: Attività serene: La giornalaia (regia di Ermanno Olmi); - Dr. Gibaud: Famiglia: Sciare (con Mario Valdemarin e Gemma De Angelis, regia di Ezio Perardi). Le motivazione dietro la chiusura del ventennale programma della Rai erano molteplici. Prima di tutto i tempi erano cambiati, la pubblicità stessa era cambiata diventando più moderna e dinamica. Gli stessi creatori delle pubblicità iniziavano a vedere i paletti di durata degli spot di Carosello come un ostacolo più che una opportunità. Le pubblicità, soprattutto quelle dei marchi internazionali, iniziarono a non essere più favorevoli a dover creare appositamente per Carosello degli spot andando a prediligere una forma più breve di réclame ma soprattutto uguale per tutti i mercati di tutti i paese del mondo. La fine di Carosello, infatti, coincise con la nascita dei bumper pubblicitari Foto di Marc Pascual da Pixabay Read the full article
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jacopocioni · 2 years
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Le Follie Estive
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Nel 1913, in quelli che venivano chiamati i Pratoni della Zecca, veniva inaugurato un teatro all’aperto che, nelle intenzioni dell’impresario, Arturo Lisciarelli, che ne aveva caldeggiato la nascita, doveva servire ad arricchire una zona della città destinata a locali di puro e semplice svago. Il teatro si chiamava Follie Estive. Nelle vicinanze già dal 1889 esisteva il teatro Alhambra, nato come café chantant, e nel 1890 ai Pratoni della Zecca si era accampata la troupe di Buffalo Bill; nel 1894 poi, sempre nello stesso luogo, aveva trovato posto un “Eden Festival”, con piste di pattinaggio, montagne russe ed altre attrazioni. Tutto questo lasciava presagire che in quel luogo Firenze avrebbe potuto avere il suo “Tivoli”, sull’esempio di città come Milano e Copenhagen.
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Le Follie Estive si presentavano come “aperte su tre facce”, ovvero, come riportato dalla cronaca locale dell’epoca, “una sul Lungarno del Tempio, una sul grande piazzale che allarga dinanzi al Ponte di Ferro, una sul viale Principe Eugenio”. La sala, a forma di ferro di cavallo era ornata di poltrone in platea e da due ordini di palchi; in alto, una terrazza affacciata sull’Arno permetteva agli spettatori di cenare oppure di “sorbire fresche bevande”.
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La sera in cui le Follie Estive vennero inaugurate, il 14 giugno, vi fu una “piena fenomenale”, cioè un enorme concorso di pubblico, e se gli intervenuti poterono ammirare le decorazioni di Aristodemo Landi, ancor più restarono stupiti e entusiasti dell’opera di Vespasiano Brinati, l’elettricista che aveva curato l’immensa insegna luminosa, con lampade ad arco che rischiaravano i lungarni, l’Arno e persino “i colli lontani”. Non tutti gli spettatori trovarono posto in sala, alcuni si affollarono nei corridoi, altri dovettero arrampicarsi sulle balaustre della cancellata.
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Alle Follie Estive si rappresentavano spettacoli di prosa e varietà; il palcoscenico era al coperto, ma le sedie in platea no e quando accadeva che piovesse, c’era un fuggi fuggi generale. Arturo Lisciarelli era uomo di grandi vedute. Sognò, stando a quanto scrisse La Nazione il 27 agosto 1913, di “far deviare l’Arno dinanzi alle Follie Estive e ridurre il suo grazioso teatro a un’isola. Vi si accederebbe con gondole illuminate”. La deviazione dell’Arno non si verificò, ma l’anno dopo, nel 1914, il Lisciarelli meditò di aprire un nuovo locale, il Montecarlo Park, che avrebbe dovuto occupare - con un ippodromo, una serie di locali da svago, giardini, caffè, bazar e giostre - la bellezza di 40.000 metri quadri di terreno “unendo insieme la graziosa collinetta dove sorge la villa già Chiaravia (che non sono riuscita ad identificare), un altro podere e i terreni dove era la fonderia”, creando in questo modo un sistema di rapporti con le Follie Estive per valorizzare al massimo quest’ultimo locale.
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Il progetto fece molto scalpore, tanto che sulla stampa dell’epoca venne scherzosamente ventilata la proposta di “nominare il lungarno che conduce a questi locali lungarno Lisciarelli”. Negli anni fra le due guerre mondiali le Follie Estive furono uno dei ritrovi preferiti dai fiorentini nei mesi della calura, offrendo spettacoli di varietà molto applauditi. Attorno al 1937-38 venne rappresentato uno spettacolo con Totò e le sue ballerine in una serata in cui trovare un posto era davvero un miracolo. Oltre a Totò, varie compagnie vi si esibivano; vi fecero tappa attori del calibro di De Filippo e Macario, ed altri comici poi divenuti illustri. Erano tempi di poche bizzarrie e le follie estive dei fiorentini si riducevano ad allegre serate nell’omonimo locale sul lungarno; sul palcoscenico del teatro si esibivano soubrettine in audacissimi due pezzi. Venivano ammirate, queste “peccatrici”, anche dalla spalletta dell’Arno quando, di giorno, facevano il bagno nei pressi del ponte a San Niccolò. L’Alhambra, intanto si era tramutato in tempio dell’operetta e non dava, pertanto, molto fastidio al vicino concorrente.
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Finita l’era del varietà, le Follie Estive conobbero la decadenza. Nel 1939 il locale fu chiuso e l’arredamento venne venduto all’asta nei giorni 24 e 25 luglio. Le Follie Estive ospitarono un cinema all’aperto. Ma nel 1959 il piccone liquidava per sempre quell’angolo caratteristico di Firenze. Le Follie Estive furono abbattute per costruire i palazzi che attualmente si vedono. Nel 1961, non molto distante, sarebbe stato abbattuto l'Alhambra per innalzare l'orrendo edificio de La Nazione. Legato alle Follie Estive vi è un episodio curioso. Totò nel 1931 debuttò con un suo spettacolo proprio alle Follie Estive. Aveva scelto Firenze come città per la sua prima teatrale, per la ragione che andava ripetendo alle persone a lui più vicine: “se alla fine dello spettacolo il pubblico applaude, avrò successo ovunque”. Sapeva che il pubblico fiorentino era molto esigente, abituato a vedere le “star” dello spettacolo e che era dotato di uno spirito critico molto accentuato.
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Proprio quella sera del debutto, Totò conobbe una ragazza fiorentina, di appena sedici anni, Diana Rogliani Bandini. Rimase immediatamente affascinato da questa ragazza, e con lei instaurò una relazione epistolare, ma non solo: fiori ed inviti si sovrapponevano, fin quando accadde l’irreparabile. I due fecero la classica “fuitina”, a Roma. Diana era minorenne e la cosa avrebbe fatto scandalo, ma tra i due era scoccata la scintilla dell’amore e decisero di sposarsi. Dall’unione della coppia nacque una figlia, Liliana. In una intervista, Liliana raccontò alcuni aneddoti, che trascrivo:
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“Quando ero piccola, mio padre voleva sempre che trascorressimo alcuni giorni a Firenze. E ricordo che mi portava per mano fino a piazza Strozzi dove, mostrandomi il palazzo rinascimentale diceva: vedi, tuo nonno ha fatto fallire i proprietari. E giù le risate”. La storia riguardava un avo di Liliana, un uomo di conti che, trovatosi al tramonto delle fortune degli Strozzi, non era riuscito ad evitare il declino legato a quella che oggi è la sede dell’omonima fondazione. Totò e Firenze ebbero un legame profondo, intenso. Sempre in una intervista, il nipote ha detto: “Quello tra Firenze e Totò fu un legame molto profondo, una incredibile alchimia. Non solo profumi, odori particolari. A Firenze amava essere più elegante del solito, amava le atmosfere rinascimentali, come ogni bizantiniano veniva completamente attirato dalla magia fiorentina”. Una storia dolcissima, tenera, di altri tempi…
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Gabriella Bazzani Read the full article
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lamilanomagazine · 2 years
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Messina, intervento dell'Assessore al Turismo al Blue Planet Economy Expoforum
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Messina, intervento dell'Assessore al Turismo al Blue Planet Economy Expoforum. Si è tenuto negli spazi della Fiera Roma l’edizione 2022 dell’evento "BLUE PLANET ECONOMY EXPOFORUM 2022", al quale ha preso parte, in rappresentanza del Comune di Messina, l’Assessore al Turismo Enzo Caruso all’interno del Workshop "Turismo sostenibile e patrimonio culturale", organizzato da Associazione MAR di Roma in collaborazione con Marco Polo Project di Venezia e MedFort di Campo Calabro. Nell’ambito della tre giorni romana, è stata proposta la realizzazione della prima "Blue Route Italiana", nata con l’obiettivo di valorizzare e mettere in relazione progetti di percorsi turistico-culturali basati sui principi fondanti della connessione tra i sistemi turistici costieri e il territorio dell’entroterra circostante. In tale contesto, l’Assessore Caruso ha presentato, insieme ad altri Comuni presenti, le peculiarità (mare-monte) del territorio messinese, capace di mettere in relazione un’offerta di turismo esperienziale unico e contestualizzato, fortemente legato al mare, alla città di Messina e ai suoi Casali, oggi messo a sistema attraverso il portale e il Brand VisitME. La "Blue Route Italiana" si prefigge infatti di diventare una piattaforma progettuale e di servizio dove raccogliere le migliori esperienze, già in atto o che si stanno sviluppando, per valorizzare le eccellenze del patrimonio culturale del mare, della costa, della terra e delle aree sommerse, con l’ambizione di creare un sistema nazionale, nel contesto euromediterraneo, che rafforzi una "Blue Economy Territoriale" dove fare interagire Istituzioni, Associazioni, Imprese e Comunità Locali. All’interno di un contenitore più ampio, sono state messe a confronto idee ed esperienze di Istituzioni nazionali e internazionali, Associazioni di categoria, Università e Centri di Ricerca, Investitori e Ventura Capital, Fondazioni, ONG e Terzo Settore e imprese relativamente ai temi dell’Innovazione e Sostenibilità, dei Sistemi turistici costieri, della Transizione ecologica e sociale, della Logistica e i Trasporti. Al Workshop "Turismo sostenibile e patrimonio culturale", moderato da Massimo Castellano dell’Associazione MAR di Roma, hanno preso parte: Pietrangelo Pettenò Presidente Centro Studi MEDFORT, Stefano Landi Destination Manager DMO Etrusky, Paola Fratarcangeli Consigliere Delegato Marketing Territoriale Comune di Santa Marinella RM), Federica Battafarano Vice Sindaco di Cerveteri (RM), Pierpaolo Perretta Delegato Demanio Marittimo e Fluviale, Pianificazione territori costieri, Comune di Ladispoli (RM) Sabrina Busato Presidente Federazione Europea Itinerari Storici Culturali e Turistici, Carmine Marinucci, DiCulther e Alberto D’Alessandro del Consiglio Italiano del Movimento Europeo.... Read the full article
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livornotimes · 8 years
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IL 7 FEBBRAIO CONSIGLIO COMUNALE A LIVORNO
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Martedì 7 febbraio alle ore 14.45 si terrà il Consiglio Comunale a Livorno, argomento principale "Mobilità: punto della situazione e proposte attuative", ecco l'Ordine del Giorno:
1. Comunicazioni del Presidente;
2. Comunicazione del Sindaco;
3. Petizione per abrogazione parcheggi a pagamento quartiere Colline;
4. Petizione per il ritiro del provvedimenti di pagamento dei contrassegni dei residenti delle zone regolamentate (aree pedonali, ZSC, ZTL) cosiddetta "Tassa sul Centro";
(CONTINUA)
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ilbasketlivornese · 3 days
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PRESENTATE LE PRIME SQUADRE DELLA PIELLE LIVORNO
Presentate le prime squadre della #PielleLivorno #Livorno #SerieB #SerieBfemminile #ilbasketlivorneselive
(fonte immagine: Foto Novi/Pielle Livorno) Si è svolta martedì sera, presso le Officine Storiche, la presentazione ufficiale delle prime squadre, maschile e femminile, della TOSCANA LEGNO PIELLE LIVORNO, stagione 2024/2025 Si è svolta martedì sera, presso le Officine Storiche, la presentazione ufficiale delle prime squadre, maschile e femminile, della TOSCANA LEGNO PIELLE LIVORNO, stagione…
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t3chnoir · 5 years
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A movies of life Top 50
Yes, I’ve seen Truffaut’s The 400 blows and Fellini’s Amarcord but fuck that shit, here’s a shapeless jumble of science fiction, dysopian previews of what our world is becoming, 80s blockbusters, boorish comedies and pretentious excerpts of cinematic art.
1. Terminator (James Cameron, 1984) 🇺🇸
2. Tetsuo: the iron man (Shinya Tsukamoto, 1989) 🇯🇵
3. Robocop (Paul Verheoven, 1987) 🇺🇸
4. La Haine (Mathieu Kassovitz, 1995) 🇫🇷
5. Terminator 2 (James Cameron, 1991) 🇺🇸
6. Tre uomini e una gamba (Massimo Venier, 1997) 🇮🇹
7. Black Rider (Pepe Danquart, 1992) 🇩🇪
8. Existenz (David Cronenberg, 1999) 🇨🇦
9. Matrix (Andy Wachowski/Larry Wachowski, 1999) 🇺🇸
10. Echoes from a sombre empire (Werner Herzog, 1990) 🇩🇪
11. Do the right thing (Spike Lee, 1989) 🇺🇸
12. Full Metal Jacket (Stanley Kubrick, 1987) 🇺🇸
13. La vita è bella (Roberto Benigni, 1997)  🇮🇹
14. Trainspotting (Danny Boyle, 1996) 🇬🇧
15. Et la lumière fut (Otar Ioseliani, 1989) 🇫🇷 
16. Jurassic Park (Steven Spielberg, 1993) 🇺🇸
17. Pinocchio 964 (Shozin Fukui, 1991) 🇯🇵
18. A place on earth (Artur Aristakisjan, 2001) 🇷🇺
19. Addio zio Tom (Gualtiero Jacopetti/Franco Prosperi, 1971) 🇮🇹
20. Videodrome (David Cronenberg, 1983) 🇨🇦
21. The Elephant Man (David Lynch, 1980) 🇬🇧
22. Elysium (Neill Blomkamp, 2013) 🇺🇸
23. The Experiment (Oliver Hirschbiegel, 2001) 🇩🇪
24. Imprint (Takashi Miike, 2006) 🇯🇵
25. The color of pomegranates (Sergei Parajanov, 1968) 🇦🇲
26. L’allenatore nel pallone (Sergio Martino, 1984) 🇮🇹
27. Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (Lina Wertmüller, 1974) 🇮🇹
28. Loin du Vietnam (Joris Ivens/William Klein/Claude Lelouch/Agnès Varda/Jean-Luc Godard/Chris Marker/Alain Resnais, 1967) 🇫🇷
29. Ghost Dog (Jim Jarmusch, 1999) 🇺🇸
30. Strange Days (Kathryne Bigelow, 1995) 🇺🇸
31. Cast Away (Robert Zemeckis, 2000) 🇺🇸
32. Forrest Gump (Robert Zemeckis, 1994) 🇺🇸
33. Blade Runner (Ridley Scott, 1982)  🇺🇸
34. Les maîtres fous (Jean Rouch, 1955) 🇫🇷 
35. Traité de bave et d’eternité (Isidore Isou, 1951) 🇫🇷
36. Trading Places (John Landis, 1982) 🇺🇸
37. Rocky IV (Sylvester Stallone, 1985) 🇺🇸 
38. Xala (Ousmane Sembene, 1975) 🇸🇳
39. Hyènes (Djibril Diop Mambety, 1992) 🇸🇳 
40. Electric Dragon 80.000v (Sogo Ishii, 2001) 🇯🇵
41. Death Powder (Shigeru Izumiya, 1986) 🇯🇵
42. Coming to America (John Landis, 1988) 🇺🇸 
43. Bianco, rosso e Verdone (Carlo Verdone, 1981) 🇮🇹
44. City of God (Fernando Meirelles/Katia Lund, 2002) 🇧🇷
45. Uomini contro (Francesco Rosi, 1970) 🇮🇹
46. Il Sorpasso (Dino Risi, 1962) 🇮🇹
47. The Pest (Paul Miller, 1997) 🇺🇸
48. The Karate Kid (John G. Avildsen, 1984) 🇺🇸
49. Roundhay Garden Scene (1888) 🇬🇧
50. Rapid Fire (Dwight H. Little, 1992) 🇺🇸
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pollicinor · 5 years
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«Penso che uscire e incontrarsi con le proprie amiche possa aiutare a superare questo periodo surreale, l’unico modo per respirare un po’ d’aria», aggiunge Giorgia Boemi, 18 anni. Stessa spiaggia stesso mare per Riccardo Serra, 17 anni: «Non penso che sia una cosa di cui avere paura e di conseguenza barricarsi in casa. Quello che farò certamente è evitare i locali affollati», dice, senza dar troppo l’idea di portarsi dietro il metro per tenere le distanze di sicurezza. Come Bianca Romito, 15 anni: «Col massimo del rispetto per l’emergenza sanitaria, le nostre abitudini di socialità cambieranno poco».
Dall’articolo "Coronavirus, gli adolescenti invincibili e la clausura contestata: «Stare in casa? Ma dai...»" di Elisabetta Andreis e Stefano Landi
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paoloxl · 4 years
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Qui caddero fucilati dai fascisti i martiri della Resistenza Piemontese. La loro morte salvò la vita e l’onore d’Italia. 1943-1945“.
Queste le parole riportate sulla lapide posta al centro del Sacrario del Martinetto, piccolo poligono di tiro nella IV Circoscrizione del Comune di Torino, scelto dai repubblichini dopo l’8 settembre 1943 come luogo d’esecuzione delle sentenze capitali.
Qui, nel giro di venti mesi, vennero fucilati sessantuno partigiani e resistenti piemontesi.
Lunedì, 31 marzo 1944, la Resistenza piemontese subisce un durissimo colpo: nella mattinata, sulla sagrestia del Duomo, vengono catturati quasi tutti i componenti del Comitato Regionale Militare Piemontese (Crmp): Franco Balbis, Quinto Bevilacqua, Giulio Biglieri, Paolo Braccini, Errico Giachino, Eusebio Giambone, Massimo Montano e Giuseppe Perotti.
Il Crmp era stato costituito clandestinamente a Torino nell’ottobre del 1943, come organo del Comitato di Liberazione Nazionale, con il compito di coordinare le azioni delle bande partigiane già esistenti.
Gli otto vengono condotti alle Carceri Nuove, e il 2 aprile, in gran fretta, viene dato il via al processo alla presenza dei massimi vertici fascisti. Già il giorno successivo, e nonostante le trattative intavolate dal Cln, viene pronunciata la sentenza: fucilazione.
All’alba di mercoledì 5 aprile gli otto condannati vengono condotti all’interno del poligono di tiro, ammanettati: ci sono decine di militi della Guardia Nazionale, che li legano alle sedie poste all’estremità del poligono, schiena rivolta al plotone di esecuzione. Passa ancora qualche minuto, il tempo per Padre Carlo Masera, che ne ricorderà il coraggio, di benedirli, quindi viene letta la sentenza, ed infine il plotone spara. Una sola voce, quella di Franco, Quinto, Giulio, Paolo, Errico, Eusebio, Massimo e Giuseppe grida “Viva l’Italia libera!”
Con queste parole, Eusebio Giambone si rivolge alla moglie,qualche ora prima di essere fucilato:
“fra poche ore io certamente non sarò più, ma sta pur certa che sarò calmo e tranquillo di fronte al plotone di esecuzione come lo sono attualmente, (…)come lo fui alla lettura della sentenza, perché sapevo già all’inizio di questo simulacro di processo che la conclusione sarebbe stata la condanna a morte. Sono così tranquilli coloro che ci hanno condannati? Certamente no! Essi credono con le nostre condanne di arrestare il corso della storia. Si sbagliano! Nulla arresterà il trionfo del nostro Ideale,essi pensano forse di arrestare la schiera di innumerevoli combattenti della Libertà con il terrore? Essi si sbagliano!“
 
La grande lapide dedicata “Ai nuovi martiri della libertà” è collocata nel recinto delle fucilazioni, unica parte sopravvissuta del grande poligono di tiro del Martinetto, destinato tra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945 a luogo di esecuzione dei condannati a morte dai tribunali speciali e militari istituiti dalla Repubblica sociale, e di fucilazioni per rappresaglia. Il luogo è oggi il sacrario cittadino della resistenza, sede di una commemorazione civica che ogni anno si svolge il 5 aprile, nell’anniversario della fucilazione di otto dei componenti del primo Comitato militare regionale. La lapide venne scoperta con una solenne cerimonia l’8 luglio 1945, con la partecipazione del cardinal Maurilio Fossati, del ministro Giuseppe Romita, del sindaco Giovanni Roveda e del presidente del Cln regionale piemontese Franco Antonicelli che ricordò la decisione del Clnrp, presa ancora nella clandestinità, di costituire il luogo in sacrario: «Il Martinetto». Le generazioni più antiche delle nostre avevano, in tutta Italia, un nome per i loro fremiti di sdegno e di carità: Belfiore. Le generazioni nostre hanno creduto a lungo che l’età dei martirii fosse conclusa per sempre nella nostra storia e nella storia civile del mondo. Invece, col dramma della libertà, si è riaperta la serie dei grandi olocausti e delle solenni testimonianze. E così abbiamo compreso che per la nostra esperienza di uomini tutto va riedificato: l’amore e il dolore, la colpa e il riscatto, l’infamia e la purezza, l’arco di trionfo e il Martinetto. […] Io leggo l’elenco, non ancora forse completo, dei 61 martiri, e vedo, l’uno dopo l’altro, tra il 16 gennaio 1944 e il 15 aprile 1945 succedersi un operaio e un impiegato, un artigiano e un ingegnere, un geometra e un bibliotecario, uno studente e un professore d’Università, un generale e un sottufficiale, un soldato e un partigiano. Ma partigiani tutti; tutti degni di quel nome che da noi va adoperato non come tessera di privilegi ma come titolo di onore, quel nome – e quella realtà – che per noi è la maggiore, la più straordinaria realtà di questa nostra veramente sacra e veramente civile guerra italiana». La lapide riporta i nomi di 59 fucilati, senza date, con incisa accanto l’indicazione della professione, come spesso nelle targhe dedicate ai singoli caduti. Sono invece 61 i nomi riportati nell’Elenco detenuti giustiziati al Martinetto, custodito tra le carte della presidenza del Cln, Giunta consultiva regionale. I nomi sono trascritti in ordine cronologico per data di morte e vi figura al primo posto Ruggero Vitrani, la cui esecuzione è erroneamente datata 16.1.1944, in luogo di 1945; è questo certamente l’elenco a cui Antonicelli fa riferimento nel suo discorso. Nel documento, oltre ai nomi incisi sulla lapide, si trovano anche quelli di Brunone Gambino, Carlo Jori, Aldo Camera, Giustino Bettazzi, e Maurizio Mosso, fucilati per rappresaglia all’attentato di via Sacchi 14; Domenico Binelli e Ferdinando Conti, due dei cinque fucilati per rappresaglia in seguito all’uccisione di Ather Capelli; Dario Musso e Carlo Brero, fucilati il 27 luglio 1944; Aldo Salvatori, fucilato il 22 settembre 1944; Luciano Politi, fucilato il 15 aprile 1945. Alessandro Teagno e Matteo De Bona sono registrati sotto il falso nome usato in missione, rispettivamente Luciano Lupi e Carlo Lari. Non sono compresi i nomi di Secondo Brignolo, Giovanni Bruno, Pedro Ferreira, Paolo Perego, Pietro Enrico, Dario Girardi, Giuseppe Padovan, Remo Pane, Paolo Tripodi. Un altro elenco pubblicato da don Giuseppe Marabotto (1953) Fucilati dalla R.s.i. provenienti dal carcere comprende 93 nomi disposti in ordine cronologico, con data e luogo di fucilazione e l’indicazione dei sacerdoti che fecero assistenza spirituale: per quanto riguarda i caduti del Martinetto, pur con imprecisioni, non si discosta dalla lapide.
Brignolo Secondo meccanico
Bruno Giovanni commerciante
Perotti Giuseppe Paolo generale
Giachino Errico (Erich) geometra
Montano Massimo studente
Biglieri Giulio bibliotecario
Balbis Franco capitano
Giambone Eusebio meccanico
Braccini Paolo professore universitario
Bevilacqua Quinto mosaicista
Perego Paolo meccanico
Enrico Pietro studente
Girardi Dario contadino
Padovan Giuseppe calderaio
Pane Remo meccanico
Tripodi Paolo operaio
Pizzorno Carlo studente universitario
Bocchiotti Giuseppe tipografo
Caramellino Walter impiegato
Armano Oreste studente
Massai Landi Francesco studente
Farinati Gianfranco studente
Valobra Ferruccio impiegato
Gippone Giuseppe maresciallo d’aviazione
Galvagni Aimone sergente maggiore
Mecca Ferroglio Giovanni elettricista
Giardini Mario bersagliere
Cormelli Luigi impiegato
Zucca Claudio verniciatore
Bergamaschi Pompeo muratore
Marconi Vasco tubista
Bianciotto Lorenzo meccanico
Testa Alessandro contadino
Berta Giuseppe meccanico
Attardi Alfredo studente
Amprino Armando meccanico
Dovis Candido manovale
Vitrani Ruggero meccanico
Cipolla Francesco pasticcere
Ferreira Pedro tenente
Duò Almerigo meccanico
Savergnini Luigi impiegato
Barbero Orazio impiegato
Mesi Ulisse impiegato
Moncalero Giovanni verniciatore
Del Col Dino fotografo
Cibrario Bruno disegnatore
Migliavacca Luigi apprendista tornitore
Zumaglino Battista carpentiere
Martino Enrico contadino
Viale Lorenzo ingegnere
Gindro Alfonso meccanico
Meneghini Nello nichelatore
Canepa Giovanni motorista
Fattorelli Rubens meccanico
Teagno Alessandro tenente
De Bona Matteo perito agrario
Simonetti Donato impiegato
Cursot Giuseppe muratore
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livornodaily · 7 years
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LIVORNO DAILY TV, 23.4.2017: MANIFESTAZIONE TRIATHLON CITTA' DI LIVORNO,...
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personal-reporter · 1 year
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Festival del cinema di Taormina 2023
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La 69ª edizione del Taormina Film Festival, che si terrà dal 23 giugno al 1  luglio 2023 in Sicilia, sarà una grande kermesse all'insegna del meglio del cinema internazionale. Il sipario si alzerà sull'attesissimo ultimo capitolo della saga di Indiana Jones, Il Quadrante del Destino, diretto da James Mangold e in uscita in sala il 28 giugno e gli interpreti, da Harrison Ford a Phoebe Waller-Bridge, da Antonio Banderas a John Rhys-Davies e Mads Mikkelsen, saranno presenti alla proiezione. Sono due le prime assolute, I giorni peggiori, diretto da Edoardo Leo e Massimiliano Bruno, con Edoardo Leo, Massimiliano Bruno, Anna Foglietta, Renato Carpentieri, Fabrizio Bentivoglio, Giuseppe Battiston, Neri Marcorè, Anna Ferzetti, Ricky Memphis, Claudia Pandolfi, Rocco Papaleo, Giovanni Storti, Massimo Wertmüller, Marco Bonini, Sara Baccarini e Liliana Fiorelli e Lo Sposo Indeciso, regia di Giorgio Amato, con Gianmarco Tognazzi, Ilenia Pastorelli, Stefano Pesce, Francesco Pannofino, Morena Gentile, Giulia Gualano, Mimmo Ruggiero, Jenny De Nucci, Lucia Guzzardi, Martin Loberto, Pietro Romano, Gilles Rocca, Ornella Muti, Claudia Gerini e Giorgio Colangeli. Una prima visione è  anche per il documentario I Am Everything diretto da Lisa Cortes, sulla vita e la carriera del leggendario cantante e pianista Little Richard,  e per i film A Thousand and One, diretto da A.V. Rockwell con Teyana Taylor e Jeanne du Barry, diretto da Maïwenn e interpretato da Johnny Depp. La settimana del festival parte il 23 giugno con il Galà Pavarotti Forever al Teatro Antico di Taormina, a favore della Fondazione Luciano Pavarotti, dove verranno presentati spezzoni di concerti e documentari degli anni passati, con ospiti speciali e star del mondo dell'opera e della musica pop. Oltre alla celebrazione dei 90 anni della Warner Bros con una selezione di venticinque dei più grandi film del catalogo degli ultimi novant'anni e un documentario sulla storia dello studio, il programma vede due retrospettive, una sulla carriera del regista John Landis, con film selezionati dallo regista e diretti da amici e colleghi e la seconda è dedicata all'attore americano Willem Dafoe e al regista Abel Ferrara per celebrare la loro collaborazione e amicizia di lunga data, con film come New Rose Hotel (1998), Go Go Tales (2007) e i più recenti Pasolini (2014), Siberia (2020) e Sportin' Life (2020). Infine il prestigioso premio cinematografico Nastri d'Argento, pietra miliare del Taormina Film Festival, torna quest'anno nella città siciliana con una serata che prevede la proiezione del film di Roberto Andò La stranezza, interpretato da Toni Servillo, Valentino Picone e Salvatore Ficarra. Read the full article
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