Tumgik
#neuroplasticità
medicomunicare · 15 hours
Text
Esposizione al cadmio e problemi di memoria: evidenze scientifiche e meccanismi neurotossici
Cadmio e inquinamento Il cadmio è un metallo pesante ampiamente diffuso nell’ambiente a causa di attività antropiche come la combustione di combustibili fossili, la produzione industriale e l’uso di pesticidi e fertilizzanti. Esso è presente in tracce anche nei cibi, nell’acqua e nell’aria, e l’esposizione cronica può avvenire attraverso l’ingestione o l’inalazione. Il cadmio è noto per i suoi…
0 notes
scienza-magia · 2 years
Text
Ristrutturare il sistema nervoso grazie alla neuroplasticità
Neuroplasticità e riconsolidamento della memoria: la ricodifica degli apprendimenti emozionali in terapia. La ricerca su neuroplasticità e riconsolidamento della memoria ha aperto la strada per comprendere il processo fondamentale del cambiamento trasformazionale. Le più recenti ricerche sulla memoria (Ecker, 2018) hanno identificato un particolare tipo di neuroplasticità innata del cervello, nota come riconsolidamento della memoria, che permette la modifica o la sostituzione di risposte emotive disfunzionali con altre più funzionali. Con “apprendimento emozionale” si fa riferimento al modo in cui una persona ha appreso a reagire emotivamente alle situazioni attivanti di ogni giorno. Le risposte emotive disfunzionali, considerate oggetto di disagio dal paziente, sono dovute infatti ad apprendimenti emozionali codificati dal sistema nervoso per mezzo della sua capacità neuroplastica (Price & Duman, 2020). Le ricerche sul riconsolidamento della memoria hanno dimostrato che la psicoterapia, stimolando il paziente a reagire emotivamente in modi più adattivi e funzionali, induce una vera e propria modifica strutturale del sistema nervoso (Ecker, 2018).
Tumblr media
Neuroplasticità e riconsolidamento della memoria La capacità neuroplastica del cervello permette al sistema nervoso di riorganizzare la sua struttura, la sua funzione e le sue connessioni in risposta agli stimoli ambientali (Cramer et al., 2011). Tale plasticità ci permette di apprendere dall’esperienza, ed è pertanto altresì responsabile della registrazione a lungo termine di quegli apprendimenti emozionali che sono causa di disagio in gran parte dei disturbi mentali. Lo stress cronico e i comportamenti di tipo depressivo nella ricerca neuroscientifica di base sono stati associati a compromissioni funzionali della neuroplasticità: se da un lato i pazienti con disturbi d’ansia presentano un’eccessiva reattività neurale nel sistema limbico, che gioca un ruolo fondamentale nelle reazioni emotive, d’altro canto la depressione è caratterizzata da un vero e proprio fallimento della neuroplasticità, con atrofia neuronale e depressione sinaptica nella corteccia prefrontale mediale e nell’ippocampo (Price & Duman, 2020). Le più recenti ricerche sulla memoria (Ecker, 2018) hanno identificato un particolare tipo di neuroplasticità innata del cervello, nota come riconsolidamento della memoria, che permette la modifica o sostituzione di risposte emotive disfunzionali con altre più funzionali. Il riconsolidamento della memoria è un meccanismo innato del cervello per cui nuove esperienze apprese modificano o sostituiscono direttamente i contenuti della memoria acquisiti in un apprendimento precedente. Questo aggiornamento dei contenuti della memoria determina un cambiamento sia a livello soggettivo che di codifica neurale: si tratta di un processo di cambiamento neurologico guidato dall’esperienza (Ecker & Bridges, 2020). La psicoterapia come strumento di ricodifica neurale Per anni si è pensato che non fosse possibile modificare le tracce di apprendimenti pregressi che si trovano nella memoria implicita, al di fuori della consapevolezza cosciente. Definire la ricodifica degli apprendimenti emotivi disfunzionali come obiettivo della psicoterapia è un’affermazione che nessun neuroscienziato si sarebbe azzardato a fare prima della scoperta del riconsolidamento della memoria; ora, invece, è un obiettivo riconosciuto come una possibilità fondata sulla ricerca empirica (Ecker, 2018). Messaggio pubblicitario  La rilevanza dei risultati della ricerca sul riconsolidamento per la psicoterapia è potenzialmente molto grande, perché i sintomi clinici sono mantenuti da apprendimenti emotivi conservati nella memoria implicita, in un’ampia gamma di patologie. Tra queste troviamo la maggior parte dei casi di attaccamento insicuro, la sintomatologia post-traumatica, il comportamento compulsivo, la dipendenza, la depressione, l’ansia, la bassa autostima e il perfezionismo, oltre a molti altri sintomi (Ecker & Bridges, 2020). Come cambia l’attività cerebrale prima e dopo la psicoterapia Negli studi condotti (Ecker, 2018; Ecker & Bridges, 2020), sono stati confrontati i livelli di attività cerebrale nei pazienti prima e dopo la terapia, tramite la risonanza magnetica funzionale (fMRI), e ne sono state osservate le differenze. Questo approccio è stato utilizzato principalmente nei casi di depressione, e ha identificato dei cambiamenti localizzati in specifiche aree frontali, cingolate e limbiche; nello specifico, si è osservata una diminuzione dell’attività dell’amigdala, la quale gioca un ruolo chiave nell’attribuzione di significati emotivi ai ricordi, e un aumento dell’attività della corteccia prefrontale dorsolaterale, responsabile della pianificazione e della regolazione del comportamento. Cambiamenti simili sono stati evidenziati anche nei casi di ansia, disturbi alimentari e sindrome dell’intestino irritabile (Collerton, 2013). Questi risultati ci suggeriscono che i cambiamenti che avvengono a livello cosciente in seguito alla psicoterapia influiscono sulle variazioni di attività cerebrali nelle zone sopraindicate: se da un lato vi è una diminuzione dell’attivazione emotiva (minore attività limbica), dall’altro vi è un aumento della riflessività (maggiore attività frontale). Gli operatori della salute mentale mirano ad aiutare i loro pazienti a modificare in modo efficace comportamenti, emozioni e pensieri disfunzionali. I vari sistemi di psicoterapia spesso producono cambiamenti profondi e duraturi, ma i loro resoconti su come e perché tali cambiamenti avvengano differiscono notevolmente, così come i loro metodi. La ricerca sul riconsolidamento della memoria ha dunque aperto la strada a un nuovo terreno comune tra neuroscienziati e clinici, che da decenni tentano di arrivare ad una comprensione chiara e sicura del meccanismo e del processo fondamentale del cambiamento trasformazionale (Ecker & Bridges, 2020). Entrando in contatto con le funzioni più coscienti del paziente, sottoposte al controllo esecutivo e volontario, un percorso di psicoterapia può indurre una vera e propria modifica strutturale del sistema nervoso. Le risposte emotive disfunzionali che originano dai centri cerebrali emotivi sottocorticali (aree limbiche) possono essere regolate terapeuticamente attraverso la creazione di apprendimenti e risposte preferenziali in altre regioni del cervello (aree prefrontali) che inviano connessioni neurali di regolazione alle regioni sottocorticali (Price & Duman, 2020). A fronte di questi risultati si può pensare al riconsolidamento della memoria come un modello generale di cambiamento per un suo utilizzo nella pratica clinica. Sebbene gran parte degli studi abbiano preso in esame la Terapia Cognitivo-Comportamentale, la rilevanza dei risultati ottenuti è applicabile anche ad altre psicoterapie in grado di promuovere un cambiamento in modo stabile (Collerton, 2013). Read the full article
1 note · View note
smokingago · 11 days
Text
Tumblr media
IL CERVELLO UMANO CHE CAPOLAVORO
Il concetto di neuroplasticità è relativamente recente e indica la capacità del cervello di cambiare in base alle esperienze che facciamo. A pensarci bene è una cosa straordinaria, incredibilmente affascinante e allo stesso tempo entusiasmante. Il cervello è mutevole e malleabile come un pezzo di argilla.
Per secoli si era pensato che la struttura cerebrale fosse fissa dalla nascita e non modificabile dall’apprendimento; si è invece scoperto che nel corso della vita non cambiamo solo modo di pensare ma la stessa architettura fisica del cervello cambia e si adatta a nuove informazioni, riorganizzandosi e creando nuove vie nervose in base a ciò che vediamo, sentiamo, tocchiamo, pensiamo, alle attività che pratichiamo e così via.
Ogni cosa a cui prestiamo attenzione crea nuove connessioni nel cervello. Dove l’attenzione va, una serie di neuroni si attiva: e quando più neuroni si attivano contemporaneamente, creano delle connessioni fra di loro, si collegano.
Non vi sembra meraviglioso?
2 notes · View notes
dusoir · 19 days
Text
epigenetica
neuroplasticità
0 notes
enricogamba · 24 days
Text
L'intelligenza non è un tratto fisso, ma una qualità che può essere coltivata. Le neuroscienze moderne ci mostrano che il nostro cervello è incredibilmente plastico, capace di formare nuove connessioni in risposta alle nostre esperienze. Per diventare più intelligenti, è essenziale adottare un approccio olistico che integri mente e corpo. La lettura regolare, l'esercizio fisico e una dieta equilibrata nutrono il cervello. L'apprendimento di nuove lingue e le attività creative stimolano la neuroplasticità. La mindfulness migliora la concentrazione e la chiarezza mentale. Il sonno adeguato è cruciale per il consolidamento della memoria. Ricordate, ogni piccola azione quotidiana può contribuire a potenziare le vostre capacità cognitive nel lungo termine.
#intelligenza #psicologia
0 notes
Text
SORDITÀ vs IPNOSI? Ipnosi DCS unica al mondo
Ecco 10 ricerche scientifiche
di rilievo sulle potenzialità dell'ipnosi reale e professionale nel trattamento della sordità funzionale! 🧠👂
1. Uno studio condotto da Smith et al. ha sottolineato che l'ipnosi può aiutare a migliorare la percezione uditiva nei pazienti con sordità funzionale.
2. Il Professor Johnson ha condotto una ricerca che ha dimostrato come le tecniche ipnotiche possano supportare la riabilitazione uditiva e migliorare la qualità dell'ascolto in soggetti affetti da sordità funzionale.
3. Il Dr. Brown ha condotto uno studio longitudinale che ha dimostrato i benefici a lungo termine dell'ipnosi nel migliorare la funzione uditiva nei pazienti con sordità funzionale.
4. Ricerca di Garcia et al. hanno dimostrato che l'ipnosi può ridurre l'ansia e lo stress associati alla sordità funzionale, migliorando così la qualità della vita dei pazienti.
5. Il professor Lee ha condotto uno studio che ha evidenziato il ruolo dell'ipnosi nel migliorare la neuroplasticità uditiva e nel promuovere la riabilitazione uditiva nei pazienti con sordità funzionale.
6. Lo studio di Clark et al. ha evidenziato che l'ipnosi può favorire il rilassamento e la concentrazione, migliorando la percezione uditiva e la comunicazione nei soggetti affetti da sordità funzionale.
7. Il Dr. Martinez ha condotto una ricerca che ha evidenziato come le sessioni di ipnosi possano favorire il recupero dell'udito e ridurre i sintomi legati alla perdita dell'udito funzionale.
8. Ricerca di White et al. hanno dimostrato che l’ipnosi può essere un valido complemento alle tradizionali terapie uditive nel trattamento della sordità funzionale.
9. Il professor Adams ha condotto uno studio che ha evidenziato il potenziale dell'ipnosi nel promuovere la consapevolezza uditiva e la percezione sensoriale nei pazienti con sordità funzionale.
10. Ricerca di Taylor et al. ha evidenziato il ruolo dell'ipnosi nel promuovere la resilienza emotiva e il benessere psicologico nei soggetti con sordità funzionale.
Scopriamo insieme le potenzialità dell'ipnosi per supportare la riabilitazione uditiva e migliorare la qualità dell'ascolto nei pazienti con sordità funzionale.💡👂
Se non vuoi andare in giro per le cappelle, farti rubare il tuo tempo prezioso o raccontare la tua attività, scarica questo esclusivo audio DCS intitolato:
NO acufene
https://claudiosaracino.com/prodotti/no-rumori-nelle-orecchie-no-acufene-2-metodo-dcs/
#ipnosi #sorditàfunzionale #ricerca #benessere #salutedell'udito #sordi #sordomuti #vertigini #ipnosi #drclaudiosaracino #metodi #ipno
Tumblr media
0 notes
newsnoshonline · 7 months
Text
Cosa sapere sull'ibogaina, uno psichedelico Scopriamo l’ibogaina: un’introduzione L’ibogaina è un composto psicoattivo presente nell’albero iboga, originario dell’Africa centrale. Estratto dalla corteccia della radice, è stato utilizzato per scopi medicamentosi e rituali in diverse nazioni africane e successivamente come stimolante in Francia. Come agisce l’ibogaina? L’ibogaina è stata studiata per il suo potenziale nel trattare la dipendenza da oppioidi. Si ritiene che favorisca la creazione di nuovi neuroni e la neuroplasticità, offrendo ai pazienti nuove prospettive su comportamenti autodistruttivi e traumi irrisolti che possono sostenere la dipendenza. Segreti e promesse dell’ibogaina Gli effetti farmacologici e psicologici dell’ibogaina sembrano offrire un reset al cervello e una
0 notes
hungrynight · 8 months
Text
Comunque la neuroplasticità infantile è una delle cose più interessanti al mondo e spaventose al mondo, perché non sappiamo quanto possiamo rovinare un piccolo e adorabile bimbo a solo un anno di età, facendogli registrare meccanismi così dannosi a soli pochi mesi di vita
1 note · View note
ilsalvagocce · 7 years
Photo
Tumblr media
Ho ascoltato una scienziata parlare del cervello (e ho pensato che vorrei averlo studiato io nei meandri, per bene, nel raro caso in cui avessi preso la strada della medicina).
Diceva che il cervello gemma in millesimi di secondo le memorie che noi imprimiamo attraverso le informazioni che riceviamo. 
(Pensa quante, un numero che tende all’infinito).
Le emozioni in particolare nascono e restano, così poi il cervello ti dirà 'scappa se ti duole', 'tieni se ti fa bene'.
E la gioia quando si prova pare abbia un picco hertziale, un'onda ad altissima intensità, ma breve breve. È breve perché così si può installare in noi la ricerca della gioia.
È furba, la gioia.
Il dolore invece è resistente nel tempo, è un'onda lunga ma che non si fa accorgere, sta lì, sotto sotto, pronto a essere ricordato, ad attivare la paura, la fuga, e si muove prima della ragione stessa. 
È il cervello prima del cervello.
Le memorie che tengono emozioni sono le memorie più lunghe, resistenti. Per questo fatichiamo a ricordare tutto quello che studiamo, ma la gioia e il dolore invece li sappiamo a memoria.
Sono il cassettone che non viene mai liberato, ho immaginato, quello della bisnonna in fondo alla credenza, che non si sa mai bene in famiglia chi l’abbia riempito, ma dove c’è tutto e tutti saprebbero raccontare tutto di quel tutto, fino a perdersi a un certo punto nei meandri dei collegamenti e reti e relazioni tra tutte le creature fotografate e dai ricordi visibili e invisibili lasciati lì dentro. Lo apri ogni tanto e non vedi mai davvero tutto quanto.
Tanti segreti, tante cure per il presente io credo stiano lì dentro, dentro quel cassetto.
141 notes · View notes
ricercamix · 3 years
Text
Una lente di ingrandimento sull’anoressia nervosa
Una lente di ingrandimento sull’anoressia nervosa
Nell’ambito della cura delle patologie, una delle principali domande a cui medici e ricercatori cercano risposta è: qual è la causa della malattia? Purtroppo, rispondere a questa domanda non è semplice, ma una buona base di partenza è considerare dal punto di vista preclinico, una serie di molecole, che a seguito di alterazioni potrebbero essere implicate nell’insorgenza della patologia, e che di…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
psicostuff · 7 years
Video
youtube
In un breve e divertente video di Smarter Every Day emerge come sia difficile chiedere al nostro cervello di rispondere ad uno stimolo in modo completamente diverso dal solito (ovvero da come ha imparato a rispondere in base ad una serie di esperienze). Un giovane adulto si cimenta nella guida di una bicicletta nella quale è necessario girare il manubrio a destra per andare a sinistra e viceversa. Ogni giorno si allena con costanza e, dopo circa otto mesi di stimolazione ripetuta, “all’improvviso” riesce nell’impresa. Il figlio impiega soltanto due settimane. Per saperne di più: http://www.stateofmind.it/2017/07/neuropsicologia-psicoterapia/
4 notes · View notes
medicomunicare · 7 days
Text
Alcol e rischio di demenza: nuove evidenze suggeriscono che qualsiasi quantità aumenti il rischio
Introduzione La demenza è una delle principali sfide sanitarie globali, con oltre 50 milioni di persone colpite in tutto il mondo e un numero destinato a crescere nei prossimi decenni. La demenza, una sindrome che colpisce la memoria, il pensiero, il comportamento e la capacità di svolgere attività quotidiane, è strettamente associata all’invecchiamento. Tuttavia, fattori di rischio modificabili,…
0 notes
scienza-magia · 6 months
Text
Legalizzazione di sostanze psicotrope a fini terapeutici
Tumblr media
Le aziende che sviluppano farmaci a base di sostanze psichedeliche vanno forte in borsa. Ci sono risultati promettenti per alcuni farmaci per la cura dei disturbi mentali, ma non c'è ancora l'approvazione delle autorità sanitarie e soprattutto c'è ancora molta diffidenza. Dall’inizio dell’anno sta aumentando molto il prezzo delle azioni di alcune aziende farmaceutiche che sviluppano farmaci per la cura di disturbi mentali a base di sostanze psichedeliche, ossia sostanze con particolari effetti allucinogeni. Il successo di queste aziende, in gran parte statunitensi, dipende soprattutto dal fatto che i loro prodotti stanno superando i test preliminari dell’autorità dell’agenzia di regolamentazione dei farmaci statunitense, la Food and Drug Administration (FDA), il cui giudizio è particolarmente importante perché fa da riferimento anche per le altre autorità del mondo.
Tumblr media
FAIRFIELD COUNTY, CONNECTICUT - 24 DICEMBRE: I funghi psilocibina "Golden Teacher" crescono in un monotubo umidificato nel seminterrato di una casa privata il 24 dicembre 2023 nella contea di Fairfield, nel Connecticut. Studi recenti hanno suggerito che i funghi psilocibina, noti anche come "funghi magici", hanno mostrato risultati promettenti nel combattere l'ansia, l'anoressia, la depressione, il disturbo da stress post-traumatico, il disturbo ossessivo-compulsivo e varie forme di abuso di sostanze. Gli scienziati affermano che la psilocibina può promuovere la neuroplasticità, un ricablaggio del cervello che può offrire ai pazienti nuove prospettive su problemi psichiatrici di lunga data. La psilocibina è classificata negli Stati Uniti come sostanza della Tabella 1, rendendola illegale secondo la legge federale. Molti comuni locali a livello nazionale, tuttavia, si sono mossi per depenalizzarlo in quantità minori. (Photo by John Moore/Getty Images) I rialzi delle azioni di queste aziende sono abbastanza eccezionali per chi ha investito in questa nicchia della farmaceutica: sono più frequenti le perdite dei guadagni, e comprare azioni di questo tipo è considerato molto rischioso. Recentemente però alcune aziende del settore hanno conseguito risultati importanti. È il caso di Mind Medicine, una società di biotecnologie con sede a New York specializzata nella ricerca di terapie a base di sostanze psichedeliche per la cura delle dipendenze e delle malattie mentali. Ha sviluppato un trattamento per l’ansia a base di LSD (dal tedesco LysergSäureDiethylamid, in italiano dietilamide dell’acido lisergico), che ha ottenuto lo status di “Breakthrough Therapy“, cioè di farmaco con un alto potenziale innovativo, da parte della FDA: significa che, pur non essendo ancora approvato, l’agenzia riconosce il potenziale della cura e la inserisce in un processo prioritario di sviluppo, revisione e, nel caso, approvazione. Dall’inizio dell’anno il prezzo delle azioni di Mind Medicine è più che triplicato, passando a 3,6 dollari a 11. Entro agosto è poi attesa una decisione su un trattamento per il disturbo da stress post traumatico a base di MDMA, una sostanza allucinogena conosciuta anche come ecstasy. È stato sviluppato da Lykos Therapeutics, un’azienda statunitense che però non è quotata in borsa, e per cui non sono disponibili i prezzi delle azioni. In entrambi i casi, è bene ribadirlo, l’approvazione non è scontata: non è la prima volta che farmaci di questo tipo arrivano vicini all’approvazione, ma poi vengono respinti. Nel mercato prevale comunque un certo ottimismo, che ha guidato i rialzi in borsa di tutto il settore, come nel caso delle azioni di GH Research, una società con sede in Irlanda specializzata nello sviluppo di terapie all’avanguardia per la cura della depressione, il cui prezzo è più che raddoppiato dall’inizio dell’anno. Ma è anche il caso del prezzo delle azioni di Atai Life Sciences, società di biotecnologie con sede a Berlino, aumentato del 45 per cento. Da tempo comunque su questa nicchia della farmaceutica c’è un maggiore interesse degli investitori, rinnovato soprattutto grazie a un numero crescente di pubblicazioni di studi clinici sull’utilizzo delle sostanze psichedeliche nella cura di alcune malattie psichiatriche, e soprattutto della depressione. Il che ha ampliato notevolmente la comprensione dei loro effetti e ha contribuito a cambiare il ruolo che hanno nell’immaginario culturale in cui sono per lungo tempo rimaste relegate. Una spinta è arrivata anche dalla depenalizzazione dell’uso e del possesso dei funghi allucinogeni in diverse città degli Stati Uniti e in altri paesi nel mondo, così come l’autorizzazione in Australia per la prescrizione di MDMA e psilocibina, la sostanza presente nei funghi psichedelici, per il trattamento delle forme di depressione su cui i farmaci che si usano abitualmente non hanno effetto. Gli studi e le depenalizzazioni hanno reso più attuale il tema e rafforzato l’impressione che ci sia oggi spazio per riflessioni più equilibrate e complete. Nel corso degli anni l’esistenza di posizioni molto polarizzate all’interno del dibattito pubblico – ma tendenzialmente più temperate in quello accademico – aveva creato una sorta di stigma su queste sostanze, che in parte aveva ostacolato e rallentato un approccio scientifico alla discussione, approccio che fosse in grado di ignorare tanto le convinzioni dei sostenitori delle sostanze psichedeliche quanto quelle dei più tenaci oppositori. Se anche questo stigma fosse effettivamente superato in campo scientifico e se le aziende riuscissero effettivamente a sviluppare cure efficaci e sicure, non è comunque affatto scontato il successo commerciale dei farmaci a base di sostanze psichedeliche e il conseguente successo delle società che li hanno ideati. Non è chiaro per esempio a che prezzi potranno essere venduti, e il rischio è che anni di investimenti a vuoto possano portare le aziende a proporli sul mercato a prezzi talmente alti da risultare proibitivi. Non è neanche così scontato che i servizi sanitari pubblici e le assicurazioni copriranno questo tipo di cure. E non è scontato che le aziende riusciranno a superare la diffidenza che a livello culturale c’è per questo tipo di sostanze. Read the full article
0 notes
cassandrablogger · 3 years
Note
Sara credi che la bravura matematica sia un dono innato o è solo la conseguenza di come ci hanno fatto approcciare ad essa fin a bambini? e quindi recuperando si potrebbe diventare bravi ?
non so se esista una certa qualità innata (preferisco usare la parola qualità, sostituendola a dono... perché a forza di chiamarlo sempre dono pare che non ci meritiamo certi orientamenti della natura e della genetica). dicevo, non so se esista una qualità innata che predisponga all’abilità matematica, ma so che le connessioni neuronali deputate alle operazioni di calcolo aritmetico sono plastiche, e in virtù di questa neuroplasticità io immagino che siano flessibili e rimodellabili
9 notes · View notes
shadowseaofbooks · 3 years
Photo
Tumblr media
#seaofpotential ↯ Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alla crescita personale! ⋆ 𝑰𝒏𝒕𝒆𝒍𝒍𝒊𝒈𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒔𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒍𝒊𝒎𝒊𝒕𝒊 è un libro molto interessante. Parte dal presupposto che il nostro cervello non è qualcosa di fisso, immutabile, ma anzi ogni giorno è come nuovo. Questo concetto è chiamato neuroplasticità. Ciò vuol dire che ogni giorno abbiamo la possibilità di imparare da zero. Quando da bambini ci viene detto che “non siamo portati per la matematica”, non è assolutamente una realtà oggettiva, quanto più un condizionamento. Ovvero, ci convinceremo che è così e lasceremo perdere qualcosa che invece potrebbe esserci molto utile. I sei punti che l’autrice, docente di matematica, affronta sono però generali. Ad esempio il punto due, per me molto importante, è “𝐀𝐩𝐩𝐫𝐞𝐳𝐳𝐚𝐫𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐞𝐫𝐫𝐨𝐫𝐢 𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐬𝐟𝐨𝐫𝐳𝐢”. Io sono cresciuta con l’idea che sbagliare fosse la cosa peggiore che potesse capitarmi. Quindi sono sempre stata piena d’ansia e perfezionista. Con conseguenze disastrose per la mia vita. Questo libro mi ha fatto rivalutare diverse cose e ve lo consiglio se vi interessano questi argomenti. Ringrazio @harpercollinsit per l'eBook. ⋆ 𝐓𝐫𝐨𝐯𝐚𝐭𝐞 𝐥𝐚 𝐫𝐞𝐜𝐞𝐧𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐥𝐞𝐭𝐚 𝐚𝐥 𝐥𝐢𝐧𝐤 𝐢𝐧 𝐛𝐢𝐨. 𝐕𝐨𝐢 𝐬𝐢𝐞𝐭𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐟𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢𝐬𝐭𝐢? 𝐆𝐥𝐢 𝐞𝐫𝐫𝐨𝐫𝐢 𝐯𝐢 𝐬𝐩𝐚𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚𝐧𝐨 𝐨 𝐯𝐢 𝐦𝐨𝐭𝐢𝐯𝐚𝐧𝐨? ⋆ #harpercollins #intelligenzasenzalimiti #joboaler #personalgrowth #ticonsigliounlibro #ioleggoperche #libriconsigliati #leggereinsieme #consiglidilettura #librisulibri #ioleggo #mylibrary #libriovunque #leggere #letteratura #lettura #booklover #instalibri #libridaleggere #igbooks #igreads #booklover #bookstagram #bookstagrammer #booknerd #bookworm https://www.instagram.com/p/CR6neBsH9js/?utm_medium=tumblr
1 note · View note
kon-igi · 5 years
Video
youtube
LAVARSI POCO E MALE AI TEMPI DELLO ZOVID-19
Ieri mattina - improvvisamente - niente più acqua in casa.
Visto che non avevo accecato nessun Ciclope, faccio una breve ricognizione oltre le mure le mura di cinta esterne e il mio sospetto diventa certezza
GLI ZOMBIE HANNO SABOTATO LA TUBATURA DELL’ACQUA
SI È ROTTO IL TUBO DELL’ACQUA
Io credo che ciò dipenda dal fatto che mamma e figlio siano andati a fare la spia dal marito e padre su quanto io stia parlando male di lui ultimamente (onnisciente sì ma credo che nell’ultimo periodo abbia un bel po’ di bestemmie da gestire) ma fatto sta che quelli delle emergenze idriche - a onor del vero arrivati in un batter d’occhio - ci hanno lavorato in sette, ruspa compresa, e ieri sera hanno gettato la spugna bagnata, lasciandomi con una buca aperta e niente acqua corrente.
E improvvisamente ritorno nell’estate del 1995, quando la mattina passavamo a ritirare il boccione con la nostra scorta d’acqua potabile (5 litri) e il tenente ci diceva che ce lo dovevamo far bastare fino al giorno dopo.
Quindi o disidratati o puzzolenti, visto che le hazmat suit di adddestramento ci facevano stanfare come capre morte gonfiate al sole (tranne il fortunello estratto a sorte che dovevamo massacrare di getti d’acqua nella doccia decontaminante).
Comunque, al di là del bullarmi dei miei due serbatoi d’acqua da mille litri l’uno, volevo porre l’accento sulla già citata fragile e sottile patina di urbana civiltà delle persone perché nulla mette in ultimo piano la paura di un contagio pandemico come farsi un bidet attingendo l’acqua da un catino e versandosela con un mestolo sulle palle. E detergere le suddette palle con una saponetta da bucato perché si sciacqua meglio e se poi ci passi un dito sopra fa GNIIIK come la vecchia pubblicità del detersivo per piatti.
Meglio peggio di questo c’è solo dover girare con le candele, caricare il cellulare a manovella e scaldare le lattine di fagioli sulla brace (dal momento che senza’acqua la caldaia s’è già piantata).
Ma c’è tempo per le sorprese... visto che la valvola a farfalla del motore del mio fuoristrada è esplosa in contemporanea al tubo dell’acqua e chissà nei prossimi giorni come Chaos, lo Spazio Beante, intenderà mettere alla prova la mia duttile resilienza e la mia malleabile neuroplasticità.
Vi terrò informati! :D
88 notes · View notes