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#nezami
popolodipekino · 2 months
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monomania
Qualche volta Majnun, l'"amante folle", invidia gli altri innamorati [...]: gli altri baciano, abbracciano, posseggono la donna amata; mentre il suo amore (anche se nessun padre nemico lo allontanasse) non tollera il possesso, proscrive la vicinanza, esige la distanza e l'eterna separazione. Ma proprio a causa della separazione, egli vive soltanto d'amore: l'amore lo pervade, lo possiede, distrugge qualsiasi altra realtà attraversi il suo animo; tutti gli altri esseri umani, tutti gli altri oggetti gli sono indifferenti e il suo io si scioglie come un cero arso da una fiamma troppo forte. (da P. Citati, Due libri di Nezami, in La luce della notte)
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sisterinvans · 5 months
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S’il a des yeux, qu’il soit privé de la vue ; s’il est aveugle, qu’il soit plus aveugle encore. — Layla et Majnun, Nezâmi
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choked-hazard · 2 months
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Nezami does NOT appreciate being surprised with her guard down does she?
Made as a gift for @flaktaryd cause I thought his character was cool.
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whileiamdying · 1 year
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Immaginare la Vita
— Dario CECCHI
Immaginare la vita: questo potrebbe essere preso come il programma implicito di tutta la filmografia di Kiarostami. Ci sono i cortometraggi patrocinati dal Kanun, che mettono al centro luoghi (la campagna in trasformazione, la periferia povera di una capitale in rapida espansione) e persone (i bambini, i vecchi, le donne): questi soggetti chiedono che le loro vite non siano solo documentate, ma anche in una certa misura narrate a causa della loro marginalità. Ci sono poi i film, come nel caso della trilogia di Koker o di Ta'm e guilass (1997; Il sapore della ciliegia), in cui a essere raccontato non è nemmeno una storia in quanto tale, quanto l'incontro tra il cinema e una vicenda umana: qui il film non testimonia tanto una vita, quanto l'incontro tra il cinema e la vita. Si vede bene, allora, che l'apporto immaginativo si fa più forte, perché ciò che è chiamato vita non si fa più comprendere solo come quella vita. La vita, così come emerge dai film di Kiarostami, è riferita allo stesso tempo alla singola vicenda individuale e a tutto quello che si affaccia oltre ciò che della vita le immagini lasciano vedere e che tuttavia il film lascia immaginare. È solo il cinema - grazie a un montaggio usato spesso per far letteralmente sentire la presenza del fuori campo nell'immagine, come nel finale di Nema-ye Nazdik (1990; Close-Up), di Zendegi va digar hich (1992; E la vita continua), o del Sapore della ciliegia - a poter mettere in comunicazione una vita con tutto ciò che nel mondo le darà occasione di proseguire, in breve con la vita.
Immaginare la vita non significa, di conseguenza, fantasticare un'altra vita. Immaginazione e vita designano due cose affatto differenti da fantasia e realtà. La fantasia è il potere di "fingersi" una realtà diversa da quella che è offerta dai puri dati di fatto. All'immaginazione non manca la capacità di attivare una modalità di pensare le cose altrimenti da come sono, o meglio da come appaiono immediatamente. Non si tratta però di essere trasportati in un "altro mondo": questo pensare altrimenti non si applica a mondi possibili, ma alle forme di questo mondo. Dico le forme perché, se il cinema di Kiarostami esercita un potere sulle cose, è proprio quello di far emergere le loro forme. E per forma si può intendere niente altro che questo: i punti di apertura nelle cose, in cui queste lasciano intravedere dove si dirigono, dove porteranno la vita. Così nel finale di Zire darakhatan zeyton (1994; Sotto gli ulivi) possiamo chiederci dove l'amore, una delle forme più potenti che la vita può assumere, condurrà le esistenze di Hossein e Tahereh e fino a che punto lo sguardo del cinema potrà accompagnare i due (possibili) amanti. Le forme stanno perciò tra i dati di fatto attuali e visibili e quelli futuri e possibili. È dandole forma attraverso le immagini che il cinema può testimoniare la vita. Dall'ottica di Kiarostami, in fondo, la vita non si trova - o non si trova eminentemente - che nell'intervallo tra le immagini; e con essa in questo "*tra" si trovano anchel cinema e l'immaginazione.
In questo senso si possono intendere le parole pronunciate da Kiarostami durante un'intervista: «quando la poesia raggiunge il massimo, e quindi ottiene un potere, in quel momento inizia la sua menzogna»[1]. Il regista riporta qui un pensiero del poeta e filosofo persiano Nezami, che considera, in linea con la tradizione del suo Paese, un maestro di saggezza. Questo concetto va però ricondotto a un preciso contesto culturale - Nezami appartiene al periodo "classico" della letteratura persiana, essendo vissuto tra il xu e il xI secolo - e a un genere artistico ben definito, la poesia; altrimenti si sarebbe indotti a opporre la realtà (vera) all'opera (bella, ma menzognera) dell'arte e si sarebbe così portati a interpretare quello di Kiarostami come un cinema "di fantasia". Nel confronto con la poesia il cinema sconta un "di meno", ma mostra anche un "di più". Il cinema è meno della poesia, perché solo attraverso le immagini della poesia, che sono fatte di parole, è possibile confrontare il lavoro dell'immaginazione con il linguaggio attraverso cui normalmente esprimiamo i nostri pensieri e ci riferiamo a stati di cose. È a proposito della poesia che si può stabilire in senso stretto una distinzione tra verità e menzogna. Il cinema è però in vantaggio sulla poesia, perché le sue immagini visive, il cui senso dipende dal montaggio e non dal linguaggio, permettono di riferirsi alle cose sospendendo momentaneamente la questione della verità o della menzogna della realtà narrata. Il cinema induce anzi lo spettatore a esplorare fino a che punto la realtà è tale nella misura in cui sono gli uomini a immaginarla, cioè a darle forma.
Non è un caso se, nel film in cui omaggia il "maestro" Nezami, Shirin (2008; Id.), le parole del poeta, messe in scena in forma teatrale, diventano un fuori campo - lo spettatore ascolta, ma non vede l'azione sulla scena che attraverso le battute recitate dagli interpreti -, mentre la macchina da presa si concentra sulle spettatrici presenti a teatro, sui loro volti attoniti, attenti, rapiti, commossi dalla storia. Il film non indaga la "menzogna" poetica del racconto mitico della principessa che l'amore porterà all'amarezza e al dolore, ma si interessa alla realtà viva e mobile delle emozioni delle donne che seguono la vicenda. Si può allora ben dire - e capire in che senso - il cinema di Kiarostami è un cinema in cui l'immaginazione è forza della vita. Non è casuale se il cinema del regista iraniano abbia fatto spesso riferimento - nei suoi esiti migliori - proprio al suo Paese: se il suo compito è indagare la vita attraverso l'immaginazione, è naturale che abbia cominciato "guardandosi intorno", cercando proprio nelle immagini più usuali, più immediate e reali il "sostrato immaginativo" presente nella vita.
Vorrei in primo luogo esprimere la mia gratitudine al mio maestro, Pietro Montani, per avermi insegnato quanto si può apprendere dal cinema. Ringrazio gli amici Luca Venzi, per la possibilità offertami, Alessia Cervini e Alessio Scarlato, per i consigli e il sostegno. Vorrei inoltre ricordare la mia famiglia per avermi trasmesso una certa "sensibilità persiana". Un grazie sentito va a Chiara Supplizi: nomen omen ma in senso contrario e uno (di lungo corso) va anche a Catia della Libreria Fahrenheit e al suo harem. Vorrei ringraziare infine, last but not least, Edda Marazia, che ha a cuore la mia creatività.
[1] J-L. Nancy, L'évidence du film. Abbas Kiarostami, Yves Gevaert, Bruxelles, 2001; tr. it. a cura di Alfonso Cariolato, Abbas Kiarostami. L'evidenza del film, Donzelli, Roma 2004, p. 120.
Works Cited:
Cecci, D. (2013). Abbas Kiarostami: Immaginare la vità. Roma, Lazio, Italia: Edizione Fondazione Ente dello Spettacolo.
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nqamariah · 1 year
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[MALAM]
“Ma, kenapa namaku Lail?”, tanya seorang gadis kepada wanita paruh baya disampingnya yang tidak lain sang ibu.
“Kenapa memangnya?”
”Yaa cuman pengen tahu.”, balas Lail.
“Pertama, karena Lail lahir malam. Kedua, karena karya sastrawan Nezami.” jawab sang ibu dengan singkat.
“Terus hubungannya apa?”
“Ini baca dulu, kalau sudah sampai halaman akhir pasti paham”, ucap sang Ibu setelah memberikan sebuah buku yang cukup usang kepada sang anak.
“Kan tadi cuman nanya, kok malah disuruh baca”, sungut sang anak.
“Kalau nggak baca, yaa nggak tahu artinya.” balas sang ibu.
Lail pun menuruti dan membaca buku tersebut dan menghabiskan beberapa siklus tenggelam dan terbitnya matahari. Hingga tiba di halaman terakhir ...
“... 𝘚𝘦𝘵𝘪𝘢𝘱 𝘣𝘶𝘳𝘶𝘯𝘨 𝘺𝘢𝘯𝘨 𝘣𝘦𝘳𝘯𝘺𝘢𝘯𝘺𝘪 𝘮𝘦𝘯𝘺𝘦𝘣𝘶𝘵𝘬𝘢𝘯 𝘯𝘢𝘮𝘢𝘮𝘶 𝘬𝘦𝘱𝘢𝘥𝘢𝘬𝘶; 𝘚𝘦𝘵𝘪𝘢𝘱 𝘮𝘪𝘮𝘱𝘪 𝘺𝘢𝘯𝘨 𝘮𝘶𝘯𝘤𝘶𝘭 𝘮𝘦𝘮𝘣𝘢𝘸𝘢 𝘸𝘢𝘫𝘢𝘩𝘮𝘶 𝘬𝘦𝘱𝘢𝘥𝘢𝘬𝘶; 𝘚𝘦𝘵𝘪𝘢𝘱 𝘵𝘢𝘵𝘢𝘱𝘢𝘯 𝘺𝘢𝘯𝘨 𝘵𝘦𝘳𝘵𝘶𝘫𝘶 𝘬𝘦 𝘸𝘢𝘫𝘢𝘩𝘮𝘶 𝘮𝘦𝘯𝘪𝘯𝘨𝘨𝘢𝘭𝘬𝘢𝘯 𝘫𝘦𝘫𝘢𝘬𝘯𝘺𝘢 𝘬𝘦𝘱𝘢𝘥𝘢𝘬𝘶 ...” -𝘠𝘢𝘯𝘨 𝘮𝘦𝘮𝘪𝘯𝘵𝘢 𝘣𝘦𝘳𝘱𝘪𝘫𝘢𝘬 𝘣𝘦𝘳𝘴𝘢𝘮𝘢, 𝘔𝘢𝘩𝘦𝘴𝘢-
Lail pun termangu dan paham ketika mendapati nama sang ayah di halaman terakhir buku usang yang baru ia khatamkan, Layla dan Majnun.
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culmaer · 3 years
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struggling to find a full translation of Nezami's خسرو و شیرین / Khosrō va Širin online or as a pdf... can anyone maybe help please ?!
translation in either English, French or German would help immensely. spelling might vary from Khosrow and Shirin, to Khosrou/Khosrō/Chosrau & Shirine/Chirine/Schirin
in fact, I only need the precise meaning of 4 couplets, so if you speak Persian/Farsi/Dari and are willing to help, send me an ask please (my own attempts are worse than google translate lol) مرسی و تشکر
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learning-persian · 3 years
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salaam ✨ man syarifa hastam 🙏 i'm so thankful for your informative blog regarding the enchanting farsi language 🥺❤️ i do read arabic quran (indonesia being my main language) but i understand that in farsi the sounds are different! i do have a small question about this pic:
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the second line of this nizami ghavani's poem i found on google images; i have been trying to transliterate it in farsi but i really, really am so unsure. i haven't been able to figure out! (i kinda don't know if this pic is legit or not though, hehe)
is it tuu leyli shookih man majnuu nam id wast, or am i still incorrect phonetically? what would you think is the best romanization of the second sentence?
also, thank you so much for taking your time reading my question ♡♡♡
Hey there, Syarifa! Thank you for the kind words, i’m so glad you’ve found this blog useful!
You’re right, we might share a lot of letters with the Arabic language but the way we pronounce them is slightly different. For example, we don’t differentiate between “ز-ض-ظ-ذ” and pronounce them all the same as the ‘z’ in English.
The line in the picture is from a poem by Nezami Ganjavi. And it goes like this: “Hadis e aasheghi bar man rahaa kon/ to leili sho ke man majnoonam ei doost”
I think the reason you’ve been struggling with it is because the writing is not quite right. It should be “ای دوست”, because it’s two separate words. Hope that cleared things up!
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lesewut · 4 years
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“Von der Knechtschaft der Welt bin ich befreit, 
und mein Schmerz ist auch meine Seligkeit.” 
“Madschnun & Leila” von Nezami
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en4mchoudhury · 6 years
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“I was drawn to you like an ocean
whilst you came to me like a drop
And yet how I still drowned in you.”
— The Constant Friend
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birds-and-flowers · 2 years
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Desert Finch (Rhodospiza obsoleta)
© Mohammad Nezami
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birds-in-trees · 2 years
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Desert Finch (Rhodospiza obsoleta)
© Mohammad Nezami
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Σμικρογραφίες Χειρογράφων του Χαφτ Πεϋκάρ: ο Μπαχράμ Γκουρ και οι Επτά Ομορφιές (Πριγκίπισσες)
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Ο Μπαχράμ Γκουρ ενώπιον των απεικονίσεων των επτά πριγκιπισσών
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Ο Μπαχράμ Γκουρ ακούει την αφήγηση της Ρωμιάς πριγκίπισσας που είναι ντυμένη σε χρώμα ανοικτό καφέ.
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Ο Μπαχράμ Γκουρ ακούει την αφήγηση της Ινδής πριγκίπισσας που είναι ντυμένη σε χρώμα μαύρο.
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Ο Μπαχράμ Γκουρ ακούει την αφήγηση της Βέρβερης πριγκίπισσας που είναι ντυμένη σε χρώμα τυρκουάζ .
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Ο Μπαχράμ Γκουρ ακούει την αφήγηση της Βέρβερης πριγκίπισσας που είναι ντυμένη σε χρώμα τυρκουάζ (από άλλο χειρόγραφο)
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Ο Μπαχράμ Γκουρ ακούει την αφήγηση της πριγκίπισσας της Χωρασμίας που είναι ντυμένη σε χρώμα πράσινο.
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Ο Μπαχράμ Γκουρ ακούει την αφήγηση της Τουρανής πριγκίπισσας που είναι ντυμένη σε χρώμα κίτρινο.
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Ο Μπαχράμ Γκουρ ακούει την αφήγηση της Ιρανής πριγκίπισσας που είναι ντυμένη σε χρώμα λευκό.
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Ο Μπαχράμ Γκουρ ακούει την αφήγηση της Ρωσσίδας (ή Σλαύας) πριγκίπισσας που είναι ντυμένη σε χρώμα κόκκινο .
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hummingzone · 3 years
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Taliban race closer to complete Afghan takeover
Taliban race closer to complete Afghan takeover
Taliban fighters are seen outside a police station in Herat, Afghanistan’s third-biggest city. Duration 00:13 The Taliban raced closer to a complete military takeover of Afghanistan Sunday after capturing more major cities, leaving only the isolated capital Kabul for them to conquer. That was on top of the 3,000 American soldiers deployed in recent days, and 1,000 left in-country after Biden…
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afternoonpoetics · 2 years
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“Love came; its sword did not discriminate
But cleared the house, and left it to its fate—”
– Nezami Ganjavi, Layli and Majnun, trans. Dick Davis
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culmaer · 3 years
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do you think I, someone without any university affiliation, could just email a (uni) library in France or Germany and be like : hiii, could you please check your physical copy of Nezami's Khosrow and Shirin and let me know the translation of Part 53 verses 41 and 57, and Part 60 verses 99-101 ? thanks〜
do you think they'd do that ? it's a pretty odd yet specific request, but this info is not available anywhere online ? I guess there's nothing to lose in trying ?
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lesewut · 4 years
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A masterpiece of the orient and a gift for all true lovers
Even if there is a loss through translation, it is for me the most beautiful and sad love story ever written
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