Tumgik
#non sarei in grado
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arcanespillo · 9 months
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se fossi simone sarei letteralmente irrecuper abile depresso a letto tutti i giorni per 1000 anni perché come fai a fartene una ragione
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@daylightisfadingaway, la nostra esperta del calcio russo, lo conosci? 😅
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rubricadeipensieri · 9 days
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Io
Ed eccomi qui, sul balcone, con una bella tazza di cioccolata calda e mille pensieri per la testa.. Non faccio altro che pensare a come le cose sarebbero potute andare se non avessi fatto le scelte che ho fatto.. I pensieri si fanno sempre più intensi, mentre le risposte sempre più lontane e questo mi porta a chiedermi: Siamo in grado di far scelte giuste? Ma, soprattutto: Esistono scelte giuste?.
Ho basato la mia vita sulle mie scelte, ma se le mie scelte fossero state influenzate dalle persone, dai luoghi, dalle circostanze avrei comunque fatto le scelte che ho fatto? Mi sarei messa in gioco ripartendo sempre da 0?
Vi siete mai chiesti se le vostre scelte siano davvero libere o influenzate dagli altri?
Secondo voi, esistono davvero scelte giuste o sbagliate, o tutto dipende dal nostro punto di vista?
Rifareste tutto allo stesso modo?
Ogni scelta che ho fatto mi ha portato fino a questo punto, e ora, guardandomi indietro, sento il bisogno di esplorare il significato di ognuna di esse. Nei prossimi pensieri, vi porterò con me in questo percorso, condividendo passo dopo passo le scelte che hanno segnato in qualche modo la mia vita. Forse non troverò tutte le risposte, ma spero che queste riflessioni possano essere uno spunto per tutti..
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papesatan · 10 months
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“Ero veramente un bambino difficile. Non è che non capissi le cose o facessi fatica ad apprendere. Era semplicemente che non riuscivo a star fermo più di cinque minuti… che più o meno era il mio massimo periodo di concentrazione. Finivo quasi sempre per essere espulso dalla classe. Fu lì che, dopo avermi visto quattro o cinque volte in corridoio, Mister Pigden si prese cura di me. M'insegnò tutto lui. Non solo la didattica, ma anche a controllarmi, a canalizzare la rabbia e a contare fino a dieci prima d’esplodere come facevo di solito. Io non lo so perché mi scelse, ma lo fece. Mi diede delle responsabilità. Ero io a dover raccogliere i registri degli insegnanti, io a controllare che tutti bevessero la loro razione di latte. Era davvero bello, semplicemente mi sentivo importante. Mi ha fatto capire che potevo servire a qualcosa. Era l’uomo più grande del mondo. Amo quell’uomo.”
Cresciuto senza padre e frequentemente abusato dal patrigno violento, Ian Wright (uno dei più grandi bomber della storia dell’Arsenal) descrive così il suo rapporto col maestro Sidney Pigden, l’uomo che in qualche modo ne mutò la vita. I due si rincontreranno solo nel 2005 e alla vista del vecchio maestro, Ian scoppierà a piangere, incredulo: “Non posso crederci… mi avevano detto che era morto”. Lo sguardo  svagato e smargiasso che cambia d’improvviso espressione, gli occhi che cercano disperata conferma, la sacra deferenza nel togliersi il cappello e, su tutto, la voce dolce e gentile del vecchio maestro che sembra provvedere ancora a quel bambino, al suo cuore smarrito, fissandolo intensamente come a dirgli: “Va tutto bene, sono qui e sono fiero di te”. Avrò guardato questo video centinaia di volte, di continuo, e ogni volta penso QUESTO, insegnare è questa cosa qui e non riesco a trattenere le lacrime, perché chissà se un giorno Rayan riuscirà a costruire il robot che ha in testa e ad aprire un negozio di elettronica, se Mirko diventerà papa Michele I, come tanto sogna, o Jacopo farà il calciatore, e incontrandoli, ormai anziano, si fermeranno a salutarmi, mi vedranno, ricorderanno tutto e allora saprò d’avergli lasciato qualcosa, una briciola di vita nel taschino, saprò d’esser stato un buon insegnante e non solo un freddo businessman, pronto a lucrare su asineria e ignoranza per vile tornaconto, ogni bambino una fattura. Non so se sarei in grado di fare ciò che ha fatto Mr. Pigden con Ian Wright, in un mondo, il mio mondo, in cui le mele marce si sostituiscono al primo morso, perché troppo dispendiose. Chissà se sono ancora capace d’insegnargli qualcosa di buono. Chissà cosa ricorderanno un giorno del loro folle tonto maestro.  
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der-papero · 1 year
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Io non ho animali in casa, ma non perché non ami gli animali, ma perché non sarei in grado di prendermene cura a dovere, non sono una persona capace di gestire il prossimo, in qualsiasi forma esso sia.
Ma in questo caso farei un'eccezione.
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janniksnr · 7 months
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io ci provo nella vita a essere una persona calma e paziente e gentile ma la gente che mi circonda evidentemente non mi vuole aiutare !!
sfogo sulla vicenda sotto perché non voglio rompere le balle sulla dash con i miei post chilometrici rip
giovedì propongo a delle mie amiche (3) di venire a cena a casa mia. ricevo come risposta da tutte un "ti faccio sapere", nello specifico una mi dice che dovrebbe vedersi con un'altra persona e mi aggiornerà. ieri una di loro mi dice che non ci sarà, mentre da parte delle altre due silenzio stampa. paziento fino alle 16.30 di oggi (per la cena avevo proposto di vederci verso le 19.30 (a gran premio finito perché ci sono pur sempre delle priorità eheh)) e poi, con un po di rodimento, scrivo dicendo che mi avrebbero potuta avvisare se la risposta all'invito era no invece di farmici arrivare per deduzione vista l'ora. tempo un minuto e ricevo subito la prima accusa di voler fare polemica (!!) dall'amica che doveva forse vedersi con un'altra perché lei cito testualmente aveva saputo proprio alle 16.31 che non si sarebbe vista e a breve mi avrebbe avvisata che per la cena ci stava. ora, con tutta la calma del mondo, trovo poco carino avvisare una persona che si deve anche organizzare appunto per la cena , con così poco preavviso come trovo poco carino lasciarmi appesa per parte del pomeriggio non dandomi eventualmente la possibilità di organizzare altro per il sabato (non avrei comunque fatto niente e me ne sarei stata a casa ma è principio !!). a questo punto io rispondo che giovedì mi avrebbe potuta avvisare che sarebbe rimasta in dubbio sulla sua presenza fino all'ultimo perché non ho la palla di vetro e se non ricevo notizie penso che si sia scordata di avvisarmi (tralascio il fatto che con tutto il bene non è che posso stare ad aspettare che finisci di organizzarti con gli altri e poi siccome altri ti danno buca allora vieni a cena ma vabbè). a ciò mi viene detto "vabbè io potevo anche dirtelo però anche tu potevi richiedere conferma" SCUSA ?!?!?!!!??? cioè ti invito giovedì per sabato e pretendi che ne so che venerdì stia di nuovo li a dire "ma quindi ci sei? 👉🏻🥺👈🏻" quando tu mi hai detto che mi avresti aggiornata?? l'impegno lo hai tu, sei tu che non sai se ci sarai, ma sono io che ogni giorno devo chiederti se hai una risposta. ma poi posso capire se tipo faccio l'invito il lunedì per il sabato e allora a metà settimana posso chiedere di nuova una conferma ma da giovedì a sabato c'è bisogno che ti ricordo di averti invitato a cena ma tutto bene ??????!! e poi mi viene detto "la prossima volta se sono in dubbio dirò subito di no" si esatto perché se non si è in grado di gestire gli impegni e si rischia di lasciare appesi gli altri è meglio dire di no o quantomeno non fare le vittime ma vabbè
io davvero ci provo a non fare la puntigliosa però a volte mi sembra proprio che siano cose base cioè essere in dubbio o avere altri impegni è super lecito però ecco venire a sentenziare sul fatto che avvisare alle 16.30 mi deve andare bene perché è il giusto preavviso o pretendere che dopo aver fatto un invito due giorni prima io stia tutti i giorni a chiedere conferma di una presenza mi sembra un po' assurdo poi ovviamente mi viene detto che sono pesante cerco la lite bla bla bla e alla fine i sensi di colpa li fanno venire a me
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pietrarossa · 11 months
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Non mi aspettavo finisse così presto. Sapevo da un po' che questa storia non sarebbe potuta andare avanti per molto, ma una parte di me non era ancora pronta ad accettare di non poter più avere tutto questo. È difficile immaginare che non avremo più quei nostri piccoli momenti di tenerezza e felicità. Quando ti ho incontrato per la prima volta non mi sarei mai immaginata che potessi darmi così tanto. Ero un piccolo cuore rotto e indifeso e tu ti sei preso cura di me con i gesti più semplici e dolci. Non mi sono mai fidata di nessuno, eppure con te è stato così semplice aprirmi. Darti parte del mio mondo per prendermi in po' del tuo è una di quelle cose di cui non mi pentirò mai, anche se adesso fa male il pensiero di non poterlo più fare. Ma ti porto con me, in ogni mia canzone, in ogni mio viaggio, in ogni opera d'arte che mi fermerò a guardare. Mi dispiace che sia finita soprattutto perché avevo trovato in te una persona con cui parlare di tutto, anche delle cose più assurde. Mi hai insegnato molto e so di averti insegnato qualcosa anche io. Eravamo destinati ad incontrarci, ma non ad essere. Non ho nessun rancore e non ho nessun rimpianto. Sono uscita dai miei schemi grazie a te. Ho imparato a vedere il lato positivo delle cose, anche quando tutto sembra buio. Abbiamo riso tanto e abbiamo pianto tanto. Abbiamo condiviso qualcosa di straordinariamente bello e mi sento fortunata per questo. Mi rincuora sapere che per quel tempo che abbiamo avuto insieme siamo stati noi stessi e abbiamo fatto del nostro meglio per capirci e volerci bene. Le nostre strade si sono intrecciate per poco tempo, ma questo tempo ha un valore unico e che non può essere sostituito. Mi hai insegnato che sono in grado di amare qualcuno e che posso ricevere altrettanto amore e questa è una lezione che non potrò mai dimenticare.
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scrittoresolitario · 9 days
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Un pensiero per mio figlio che mai nascerà
Ormai è palese che nella mia vita sarò destinato a non avere mai un partner, o l'altra metà, come si dice. Purtroppo o per fortuna, non si sa. Ma riflettendoci, in fondo, non sarei stato all'altezza di essere un buon padre. Oltre ad essere molto ansioso in tanti aspetti della vita e a non essere in grado di "reggere" alcune situazioni probabilmente a causa di un meccanismo inconscio di autodifesa, non sarei riuscito ad educare un figlio costringendolo ad adattarsi ad una società che impone già da subito come si deve vivere (il libero arbitrio è un'illusione), che già a sei anni dovrà per sempre rinunciare alla propria libertà, a lasciare molte cose e a negare la conoscenza di tante altre cose, essere costretto a stare con compagni che non ha mai scelto, a vivere in una sorta di competizione sempre più esasperata, a seppellire la propria autenticità e tutto ciò soltanto per continuare a vivere una vita sempre meno libera.
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caoticoflusso · 6 months
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se avessi la possibilità di metamorfosare una singola cosa in questo universo sarebbe (dopo molte altre) quella di togliere l’impiego di un linguaggio articolato a molti esseri umani e donarlo a chi ne farebbe buon uso come un cane o un gatto. non scherzo sarei in grado di avere conversazioni più costruttive con un animale
(ma detto da una che fa vere e proprie discussioni intere con se stessa forse può sembrare banale)
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ex-disumana · 7 months
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mi tengo sempre tutto dentro piuttosto che interfacciarmi con il problema e superarlo; se una cosa mi dà fastidio non la esprimo, preferisco manifestare il malcontento, il nervoso, l'ilarità
ho un grosso problema con la gelosia, e forse anche con la possessività
io non riesco ad accettare il fatto che possa parlare con altre ragazze, trovarle simpatiche e divertenti, vedere in loro dei possibili punti di riferimento per qualcosa, anche il solo fatto di cercarle, di chiedere loro come stanno e di fargli sapere come invece sta lui
l'amicizia è così, sì, però le ha conosciute dal nulla
non mi piace l'idea che la loro amicizia sia in qualche modo profonda
vorrei che queste ragazze non fossero mai esistite, anche se così fosse stato ce ne sarebbero state altre ed il problema si sarebbe comunque posto
perché io abbia paura di essere sostituita non lo so, le persone vanno e vengono e tutti, se non la maggior parte, se ne fanno una ragione io non lo accetterei, non ne sarei in grado, ed è impensabile per me
il fatto di passare in secondo piano, di non essere pensata così come io penso agli altri, o di non essere più intelligente delle altre persone, più bella, più grintosa, più in tutto
è che mi dà fastidio che si scrivano insieme
magari poi non parlano di niente, non dicono nulla di interessante, però si vedono ogni giorno, le chiacchere possono racchiuderle in quei momenti lì
in fondo loro si vedono, io non lo vedo tutti i giorni,
non mi basta semplicemente
come esco da questo casino?
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rubricadeipensieri · 2 days
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Gli sbagli fanno le persone?
Gli sbagli ci definiscono molto più di quanto ci piace ammettere. Non si tratta solo di errori o fallimenti, ma di quei momenti che ci costringono a guardare dentro noi stessi e a rivedere le nostre scelte. Spesso ho pensato agli errori che ho commesso con una certa dose di rimpianto, chiedendomi come sarebbe stata la mia vita se avessi preso decisioni diverse.. Ma alla fine mi rendo conto che senza quegli sbagli non sarei la persona che sono oggi.
Ogni errore è come uno specchio che ci costringe a fare i conti con le nostre vulnerabilità e insicurezze. È come se gli sbagli ci sfidassero a diventare più forti, più consapevoli. Mi sono ritrovata in situazioni in cui avrei voluto che le cose andassero diversamente, in cui ho detto o fatto qualcosa che avrei voluto subito cancellare.. Eppure, sono proprio quei momenti che mi hanno insegnato le lezioni più importanti: la pazienza, la comprensione, il valore del perdono, soprattutto verso me stessa.
Non sono io a fare gli sbagli, sono gli sbagli che hanno fatto me. Hanno modellato le mie scelte future, mi hanno mostrato dove posso migliorare, e mi hanno insegnato che non esiste crescita senza fallimento. Ognuno di noi si porta dietro cicatrici che raccontano la nostra storia. E forse è proprio grazie a quelle cicatrici che possiamo guardare indietro e vedere il percorso di crescita che abbiamo fatto.
Penso che la cosa più difficile sia accettare che, anche quando gli sbagli ci fanno male, è proprio da quel dolore che spesso nasce qualcosa di buono. Ogni volta che cado, ogni volta che mi sento sconfitta da una decisione sbagliata o da un'occasione mancata, mi accorgo di avere una scelta: posso lasciarmi abbattere oppure posso rialzarmi, imparare e andare avanti. Anche qui, non posso dire di aver sempre fatto la scelta giusta..
È nei momenti più difficili, quando ci sembra di essere completamente soli, che impariamo chi siamo veramente e cosa siamo in grado di fare. Forse è proprio questo che intendo quando dico che gli sbagli fanno le persone: ci trasformano, ci costringono a cambiare, a diventare versioni migliori di noi stessi. E col tempo, ci rendiamo conto che ogni errore, per quanto doloroso, ha avuto un ruolo nel farci diventare chi siamo oggi.
Non perfetti, non invincibili, ma autentici. Ed è lì che sta la vera forza..
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der-papero · 4 months
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Mentre guidavo su una A-fate-voi-chi-le-conosce-queste-autostrade-austriache riflettevo su una cosa, tutta partita da uno degli abbracci più belli che solo una persona tra tutti i miei universi è in grado di creare e che ho ricevuto durante una pizza cucinata alla meglio che un pizzaiolo senza maglia unta potesse mai riuscire ad infornare (la Mami l'ha definito così), ovvero che mi è successo (o, diciamolo meglio, mi accadrà) uno di quegli eventi alla Sliding Doors, di quelli che decidono il percorso della tua vita per il resto che ne rimane, e che ha funzionato, inaspettatamente, come un magnete verso le persone con le quali ne ho parlato, devo essere sincero, ho visto attrazioni che hanno confermato le previsioni, attrazioni che hanno prodotto meraviglia e repulsioni che mai mi sarei aspettato da chi si è attaccato la spilla di "persona amica", senza che io abbia stampato mai nulla sulla fiducia, ma è pur vero che sono un ingenuo da manuale.
Fossero state repulsioni su argomenti qualsiasi, che ne so, politica, lavoro, non avrei nemmeno perso tempo a scrivere nulla, alla mia età non pretendi più di cambiare l'opinione di nessuno e il tempo a disposizione diventa sempre meno per poterlo sprecare in questo modo, però uno per cinque minuti una domanda senza risposta se la fa comunque e si chiede comm cazz è possibile, perché dovrebbe funzionare per Natura come le parole di Ultimo, sei la cosa più bella che indosso, ma ho dovuto accettare, per poi rallegrarmi, che vale solo per coloro che hanno deciso di lasciarsi attrarre, e amen, Peccato & Sticazzi.
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susieporta · 4 months
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IL POTERE DI FARE
Vi siete mai chiesti perché ci sono persone che riescono in tutto, ovunque mettano le mani, e persone che sono sempre bloccate in ogni loro iniziativa?
Non è una questione di intelligenza e nemmeno di consapevolezza, ma solo una questione di karma.
Il potere di fare e di attrarre le cose viene spiegato della medicina tibetana.
Esistono cinque energie fondamentali strettamente legate al nostro karma: l’energia vitale, che è legata alla salute fisica e che dipende da come abbiamo trattato il nostro corpo nelle precedenti incarnazioni; l’energia psichica, a cui è legata la forza della mente e delle psiche, che dipende da come abbiamo usato la mente e le emozioni nei confronti degli altri e di noi stessi; l’energia della fortuna, e cioè la capacità di attrarre quello che ci serve, collegata al modo in cui abbiamo saputo aiutare gli altri, e in fine l’energia del potere, cioè la capacità di mettere in moto le cose, un’energia che dipende da quanto abbiamo saputo mettere in moto processi evolutivi nelle vite altrui.
La buona notizia è che anche se scarseggiamo di alcune di queste energie karmiche alla nascita, possono essere caricate durante la nostra vita mediante le nostre azioni, esattamente come una carta di credito.
Quindi più aiuteremo gli altri, più aiuteremo noi stessi. Più metteremo in moto processi virtuosi nella realtà, più questi processi ci verranno restituiti.
È una legge dell’universo e non può essere elusa.
Ovviamente però il gioco non funziona se facciamo del bene a qualcuno con l’intenzione di ricevere il premio, perché essa risulterebbe comunque un’azione egoistica e non altruistica: quando si parla di Spirito, non è tanto l’azione, quanto l’intenzione che conta.
DAL VOLERE AL POTERE. HAI MAI TIRATO CON L’ARCO?
Quando iniziai con i miei primi gruppi di meditazione - allora eravamo tutti tra amici - le prime difficoltà che incontrai furono quelle legate all’organizzazione.
Dovevamo trovare un giorno che andasse bene per tutti e questo, regolarmente, si rivelava un impedimento.
A quel punto, decisi di tagliare la testa al toro e fissai il giorno io. Decretai che il mercoledì sarebbe stato il giorno dedicato alla meditazione. Pensai che probabilmente mi sarei ritrovato da solo, ma decisi comunque di procedere in questo modo. Il mercoledì successivo non mancava nessuno all’appello. Tutti erano riusciti a venire, senza particolari problemi.
Negli anni a venire mi capitò più volte di dover organizzare qualcosa e capii quanto fosse importante fissare una data, prenotare una sala o una stanza d’albergo con larghissimo anticipo per direzionare l’energia in quel punto e permettere all’universo di fare altrettanto.
Questo perché siamo ogni giorno immersi in un oceano infinito di variabili e navighiamo nell’energia caotica che ci trasporta di corrente in corrente, senza mai essere direzionata.
Fissare un punto nello spazio-tempo, significa prenotare il posto di cui abbiamo bisogno ed è così per qualsiasi obiettivo ci poniamo, anche quando si parla di grandi obiettivi e non solo di questioni organizzative.
Per raggiungere qualsiasi obiettivo nella vita sono necessari una grande centratura abbinata alla direzione. È esattamente come accade nello sport del tiro con l’arco.
Devi posizionarti nel modo corretto, essere centrato e in perfetto equilibrio, non oscillare.
E poi, guardare il bersaglio. Il bersaglio è là e dal momento in cui scocchi la freccia il tuo intento deve essere tutto lì, la tua energia deve essere tutta nel tiro.
Detto questo, ci sono infinite variabili che dividono te dal tuo obiettivo. Ma se manterrai fermo l’intento e lascerai fare il resto all’universo, avrai una buona possibilità di colpirlo.
Diverso è quando siamo troppo concentrati sul bersaglio, in questo caso, perdiamo la centratura, proprio perché siamo troppo proiettati nel futuro e ci perdiamo il momento presente. L’obiettivo, in un qualche modo riesce a distoglierci da noi stessi e non siamo più in grado di mantenerci stabili.
Il segreto del tiro con l’arco, come quello della capacità di centrare i nostri obiettivi della vita, è quello che ritroviamo nell’insegnamento dello Zen, nel paradosso in cui io cerco di raggiungere qualcosa, ma senza cercare di raggiungerlo.
Nel libro di Eugen Herringel “Lo zen e il tiro con l’arco” si parla proprio di questo. Un’azione, quella dello scoccare la freccia, che quando si compie non è mai qualcosa di totalmente individuale, ma che fa sua una compartecipazione dell’universo intero, e che pertanto ci fa dire, a bersaglio colpito, non “ho tirato”, ma “si è tirato”.
Detto questo, come si fa ad avere una buona centratura e un intento fermo e stabile come un buon arciere? Innanzitutto dobbiamo non essere troppo frammentati per focalizzare l’energia in quel punto e non disperderla nelle azioni multiple dei nostri Io. In secondo luogo, dobbiamo lavorare sui nodi energetici che ci mantengono bloccati in una certa situazione.
Se infatti paragoniamo la vita ad una corda percorsa da cinque o sei nodi, vediamo subito come il percorso che ci è possibile compiere scorrendo con le dita la corda, è unicamente quello che va da un nodo all’altro.
Ogni volta che arriviamo a un nodo, torneremo indietro e ripercorreremo sempre lo stesso sentiero. In questo si trova la causa della ripetitività della vita, il motivo per cui ci accadono sempre le stesse cose, quella condizione che Nietzche definiva come “l’eterno ritorno dell’uguale”.
Ma sappiamo anche che lavorando sui nodi dal punto di vista energetico e bypassando la dimensione materiale, possiamo riuscire a scioglierli e a passare oltre, percorrendo un altro tratto di corda, che non avevamo potuto percorrere fino ad allora. In quel tratto di corda ci sono nuove possibilità e nuovi futuri possibili.
Cose che pensavamo che non avremmo mai potuto raggiungere.
Ci sono nuovi bersagli e nuovi obiettivi, archi più sofisticati e frecce più performanti, perché ora abbiamo fatto un salto, quello che probabilmente non eravamo riusciti a compiere in moltissime vite.
WAKE UP è il Percorso di Crescita Personale e Relazionale.
Info scrivi a [email protected]
ROBERTO POTOCNIAK
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greenbor · 1 month
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Quello che il vivere faceva effetto su di me era una incontenibile voglia di sentirmi vivo come non lo ero mai stato prima, perché il nulla di quello che era stato prima ora non mi importava, perché, pur essendo stato meraviglioso l'amore vissuto, ora non sarebbe più potuto tornare, e quindi non avrebbe più avuto un senso essere innamorati ancora. Tra me e me c'era sempre stato un dialogo di pensieri introspettivi talmente intenso, che ogni altro pensiero fuori da me avrebbe interagito con gli altri pensieri in una tale comunione di altri pensieri, che oltre a generare in me il caos, aveva la conseguenza del sentirmi tanto confuso da desiderare ardentemente di ritrovarmi nella mia solitudine. Che poi, a chiamarla solitudine, non lo era per nulla. Quella mattina, svegliandomi, la prima immagine in me che ebbe il sopravvento fu quella ragazza con quel sorriso cosi dolce, alta e così magra del negozio sotto casa, in grado di affascinarmi al punto da rimanerne incantato e di desiderare prima di tutto di baciarla. Alcuni giorni prima mi ero ritrovato solo con lei a breve distanza, e le avevo chiesto se fosse sola, e non avesse altre colleghe con lei: mi rispose di essere sola e la cosa mi fece esordire con una frase molto sibillina: "Allora ci mettiamo assieme! Anch"io sono solo!" Ella sorrise in un misto imbarazzo inaspettato e subito le liberai la mente perché sapeva quanto amassi sempre scherzare con la velocità delle parole. In fondo mi ci si sarei messo davvero con lei e qualunque cosa assieme avessi desiderato fare con lei, sarebbe stato di baciarla all'infinito, senza nemmeno domandarmi dell'arte del bacio, semplicemente chiudendo gli occhi e baciandola.
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frailgal · 1 month
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Hai mai avuto un rapporto di solo sesso?
No non ne sarei in grado, se finiamo a letto insieme vuol dire che da parte mia c’è già un sentimento, per di più se non si tratta solo di un’occasione isolata
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