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Arnoldo Mondadori posa in una foto di gruppo a Villa Meina. Insieme a lui Piero Chiara, Riccardo Bacchelli, Giorgio Bassani, Carlo Betocchi, Dino Buzzati, Oreste del Buono, Salvator Gotta, Giuseppe Novello, Guido Piovene, Domenico Porzio, Vittorio G. Rossi, Mario Soldati, Giuseppe Ungaretti. Natale 1968.
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NINA su Laudomia Bonanni
NINA su Laudomia Bonanni
La quarta puntata di NINA podcast a cura di Viviana Scarinci è dedicata a Laudomia Bonanni con Maristella Lippolis, Maria Vittoria Vittori e Martina Pala. Laudomia Bonanni (L’Aquila, 8 dicembre 1907 – Roma, 21 febbraio 2002) è stata una scrittrice italiana di origine aquilana. Insegnante elementare e poi consulente del tribunale minorile. In questa puntata di Nina  ideata a seguito della…
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gregor-samsung · 2 years
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“ Un albero di ciliegio aveva messo le radici nelle fenditure tra i sassi componenti il muretto che sosteneva la terrazza; sporgendosi dalla ringhiera, si vedeva sotto il suo tronco uscire dal muretto a due metri da terra, e poi arcuarsi in modo che, spingendosi in alto, si rovesciava in dentro. Quasi tutta la chioma era perciò sopra il giardino, anzi sembrava stendersi verso l’interno il più possibile, e mi faceva tetto sopra la testa. Notai che la ringhiera era un po’ fuori sesto, come tirata in giù, proprio nel tratto dove il tronco, salendo dall’esterno, le passava rasente. Guardai e vidi che il muro si era gonfiato intorno al punto da cui il tronco ne usciva. Qualche sasso si era staccato e giaceva per terra nel prato sottostante. Fatta questa breve ispezione mi ritirai d’un passo e rivolsi lo sguardo in su. I rami, esili e serrati, formavano una cupola, e i fiori bianchi erano così fitti da non lasciar vedere nemmeno un pezzetto di cielo. Non avevo mai visto niente di così numeroso, e nel primo momento quella ripetizione infinita di petali dello stesso colore bianco mi diede il capogiro. Dove si apriva un varco, l’occhio era subito fermato da un intreccio di petali sul piano successivo; un piano era sfondo dell’altro; da sotto, si poteva credere che quell’immensa fuga di alette bianche non terminasse mai. Il sole non filtrava e, per quanto vedevo, la fioritura stava in ombra, senza vibrazioni di raggi e tutta luminosa allo stesso grado. Stampava un’ombra netta sul prato: fuori del suo contorno, il prato risplendeva d’una luce calda: ma io mi trovavo chiuso sotto una campana di luce chiara, fredda e come irradiata da una sorgente artificiale. Eppure portava qualcosa di vigoroso e di eccitante più dello stesso giorno. Mi pareva di essere caduto in un mondo diverso da quello della casa, e forse lo ero davvero; ho sempre pensato possibile, l’intrusione di un altro mondo in quello nostro abituale, e che possiamo scivolarvi da un momento all’altro. Mi giunse, in un secondo scatto, anche il movimento e il rumore. L’albero era pieno d’api, che in quell’ombra non luccicavano, ma volavano nitide tra i rami e penetravano nelle grotte dei rami, facendo un brusio d’alveare. Quella era la cosa vivente che amavo di più in casa mia, che avevo spesso ricordato, e da cui mi piaceva essere ricevuto dopo una lunga assenza. Emanava una grande, quasi smisurata energia, trasmetteva una vibrazione invisibile come le onde eteree che giungono fino alle stelle; era l’energia degli dei, dei grandi animali e dei morti. “
Guido Piovene, Le stelle fredde, Arnoldo Mondadori Editore, (Collana Scrittori Italiani e Stranieri), 1970¹; pp. 32-34.
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francescacammisa1 · 9 months
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Passeggiare per Roma è una piccola arte che perdura, nonostante i tempi; e non è adatta ai pigri, perché le ore migliori sono quelle della mattina. Tra le nostre città, Roma è quella che sembra fatta di più per le belle giornate e per le ore che precedono il mezzogiorno. Nonostante i millenni, esce dal buio nelle belle giornate come una città tutta nuova, senza il minimo segno né sentimento di vecchiaia, e questo è un suo segreto esclusivo. Parigi o Londra, al suo confronto, sembrano città più vecchie. È gaia, fiorita, vibratile, percorsa da riflessi mobili come una città di mare; i fiori nelle ceste anch'essi fanno parte della luce mossa; viene a galla il fondo campestre, scapigliato, tanto diverso da quello che in altre metropoli è portato dai grandi parchi, che sono così cittadini nonostante gli alberi e i prati, e piuttosto ricordano affreschi e quadri di paesaggio nell'interno d'una dimora nobilmente arredata.
Guido Piovene - Viaggio in Italia
Ph Paolo di Paolo
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garland-on-thy-brow · 11 days
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Hello. Hello. Orlandini's Nerone (libretto by Agostino Piovene).
Poppaea has just told Agrippina that she is hiding from Nero and wants Agrippina to take her to her private chambers and protect her 🥺
To which Agrippina says aside that "this deceitful Siren" has "nearly seduced" her into forgiveness. But then informs Poppaea that her heart is not as easily conquered as Nero's.
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abatelunare · 11 months
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Vi sono le liti periodiche (Guido Piovene, La coda di paglia, Milano, Baldini & Castoldi, 2001).
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matapetre · 2 years
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I sambenedettesi ? Erano ji Galiùtte del Piceno !
"Sono così diversi da tutti gli altri delle Marche, da costituire una specie di colonia e di razza a parte. Di fronte al marchigiano quieto, abitudinario, classico, gli abitanti di San Benedetto sono fantastici, violenti, pronti alla rissa, ed hanno anche nel fisico qualcosa di orientale e di saraceno. Quelle caratteristiche di colonia eccentrica, diversa dalla terra che li circonda, proprie in generale dei porti, si scorgono perciò più nella piccola San Benedetto del Tronto che nella grande Ancona." G. Piovene, Viaggio in Italia, Milano, 1957
Lo scrittore Piovene quando ci descrisse nel suo libro "Viaggio in Italia" sapeva bene di che pasta fossimo fatti : eravamo in origine dei 'pirati ', secondo Giulio Cesare, ma in verità eravamo già all'epoca veri uomini di mare !
Ce lo conferma la storia della Roma repubblicana quando Gneo Pompeo Magno, che tutti ricordiamo come Pompeo , venne chiamato in causa dopo l'emanazione nel 67 a.C. della Lex Gabinia conosciuta come anche come Lex de piratis persequendis : la legge contro la pirateria nel Mediterraneo .
C’èra un problema gravissimo per Roma, al quale occorreva dare una immediata soluzione: i pirati hanno ormai nelle loro mani l’intero Mediterraneo, ed hanno messo in pericolo le comunicazioni con i paesi dell’impero. Nemmeno le coste italiane erano più al sicuro, né l’Urbe stessa poteva nascondere qualche apprensione per i suoi rifornimenti di grano.
Pompeo era l'uomo giusto al momento giusto . Nato nel Piceno ed erede di un gran numero di proprietà in loco grazie al padre Pompeo Strabone , anch'egli militare e senatore, raccolse la fiducia del Senato e armò un esercito. Per portare a termine il compito, pare abbia avuto a disposizione 20 legioni, 270 navi e 6000 talenti. Numeri incredibili anche quell'epoca
Fu naturale che l'esercito di marinai venne arruolato nel Piceno , nella terra di origine di Pompeo tanto che i piceni, conosciuti esperti di mare, vennero nominati Giulio Cesare nel poema epico latino Farsaglia , dove preoccupato del potere che aveva raggiunto Pompeo pronunciò la frase :
"An melius fient piratae, Magne, coloni? "
"O meglio i ( tuoi) pirati diverranno (ancora) coloni ?"
La guerra di Pompeo durò solo tre mesi : attaccò distruggendo le roccaforti dei pirati della penisola anatolica soprattutto in Cilicia , regione costiera dell'odierna Turchia che oggi ricordiamo tristemente per gli accadimenti dello spaventoso e recente terremoto , riuscendo a ripulire l'intero bacino orientale, dopo aver già distrutto le flotte dei pirati del nord Africa.
Per la vittoria di Pompeo era stata determinante la scelta dei componenti del suo esercito !
Erano gli abitanti delle coste picene comprese tra il fiume Asis ( Aso) e il fiume Tronto (Truentus) anch'essi provenienti in tempi lontani dalla Cilicia e poi stabilitisi nel Picenum , la futura V regio di Augusto.
Del fatto che i piceni originariamente venissero dal bacino orientale del Mediterraneo , da isole come da Cipro e Creta oltre che dalla Cilicia ,ce lo racconta il poeta Silio Italico descrivendo le popolazioni del piceno come coloro i cui altari fumano sulla costa di Cupra "LITORAE FUMANT ALTARIA CUPRAE " mantenendo nel piceno le medesime tradizioni .
Questi erano ji Galiùtte !
La parola dialettale era intesa come abili navigatori, marinai , accezione intesa poi nel senso più ampio di Popoli del Mare poi rimasta cucita addosso ai nostri avi intesa come veri e propri eredi dei pirati della Cilicia. Per combattere i pirati non c'era stata soluzione che farli combattere dai loro stessi eredi , ji Galiùtte !
In tempi più recenti era frequente che quando le paranze sambenedettesi approdavano lungo le rive nord delle Marche o dell'Abruzzo i pescatori locali erano soliti indicarli così , come anche ricorda Federico Latini detto lu Pelesétte’ :
" Ecco , so' arrivati ji Galiùtte "
Riferendosi ai sambenedettesi e al loro retaggio di 'pirati' di Pompeo , eredi degli antichi navigatori fenici e ciprioti .
#Galiùtte #pirati #Pompeo #guerrepiratiche #sanbenedettodeltronto
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emmolo · 4 months
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Piovene Porto Godi - Visita 18.5.2024.
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gregor-samsung · 2 years
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“ Dostoevskij sedette qualche metro più in là voltandomi la schiena. La sua presenza era diventata pesante. Mi era proprio venuto a noia e desideravo passare qualche tempo da solo senza sentirmelo vicino. Cambiai posto e andai a stendermi dove non potevo vederlo. Tenevo gli occhi chiusi, ma qualche minuto più tardi la sua voce mi obbligò ad aprirli e lo vidi davanti a me. Disse: “Scusi se la disturbo: ho bisogno di una informazione urgente.” “Su che cosa?” “Su questo mondo.” “Dica.” “È migliorato da quando io sono andato via?” “No.” “È sempre brutto.” “Sempre brutto.” Un silenzio. Volevo che se ne andasse e chiesi: “Altro da domandarmi?” “Sì, quello lo sapevo già. La mia vera domanda è un’altra.” Feci un cenno che significava: ascolto. “Ci sono ancora apostoli, predicatori, missionari?” “In grande quantità.” “Agitatori, giustizieri, incitatori, paladini di cause, assetati di verità, smaniosi di giustizia?” “Non c’è penuria.” “Attivisti, rinnovatori, riformatori, spasimanti per l’uomo?” “Ad ogni angolo di strada.” “Quelli che soffrono per gli altri, che vivono per gli altri, che vivono per il futuro?” “Merce corrente.” “Grazie.” Si allontanò e lo riperdetti di vista. Sperai di non vederlo più. “
Guido Piovene, Le stelle fredde, Arnoldo Mondadori Editore, (Collana Scrittori Italiani e Stranieri), 1970¹; pp. 192-193.
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Name: Mrs. Kaye Piovene Color: Davy’s Gray #555555 Symbol: 3 Zinnias Strife Specibus: marblekind Handle: tiresomeGrief Animal: xiphosuran Pronouns: they/them Age: 45 Birthday: August 31, which was a thursday. Sexuality: aromantic Interests: insect collecting and basketball Dream Moon: prospit Classpect: Seer of Void Land: Land of Light and Flags, a helpless place, with fancy Brown white-lipped python consorts. It is a place full of elegant swelling geography and geysers of plastic. Oceanus knows wonder. Instrument: glockenspiel
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abearsrandomness · 5 months
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I had an incredible make out session in my dreams
We were at a concert and I had gone a bit down lower in a corner to get a better view and some people came after a while and stood in front of me and I stood up for myself (quite annoyed, true story, that's how I get) and he was taking a picture of the singer (who had broken his arm but was still playing guitar, the guy with the long hair in Gilmore girls) and then told me don't n worry I'll move and stood behind me but a bit next to me and when he did I added I'm short, see? As I looked up at him on my left and he was so close I was enjoying softly leaning against him (but not harassing him, it was just the way we were naturally standing)
Then I wanted to get closer to the stage and wanted to talk to him to tell him so and we ended up in piovene and I was looking for him, I knew he would be just after the hotel near the bus station and we ended up making out on the sidewalk and I initiated it and I felt so comfortable doing it
* the band was playing on a hilly park with some trees and fairy lights
**I had the chance to be pretty close to the singer in the beginning and asked how his arm was but he didn't reply
***he had chin length brown hair and looked kinda vietnamese maybe (?)
****I had chewing gums and they were all stacked up in the packaging like sheets of fruity play doh and you could choose how many sheets you wanted in one go
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lamilanomagazine · 6 months
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Vicenza. Pnrr, da 11 a 22 i parchi gioco di quartiere riqualificati grazie a una variante progettuale: particolare attenzione all'installazione di giochi accessibili
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Vicenza. Pnrr, da 11 a 22 i parchi gioco di quartiere riqualificati grazie a una variante progettuale: particolare attenzione all'installazione di giochi accessibili. Non saranno 11, ma ben 22 i parchi gioco di quartiere riqualificati dal Comune grazie al finanziamento Pnrr di 950 mila euro (Missione 5, componente 2, investimento 2.1 – NextGeneratioEU). Quattro parchi gioco riapriranno già nei prossimi giorni, altri tre entro fino aprile, mentre nelle restanti 15 aree gioco i lavori di riqualificazione saranno completati entro giugno. «Considerata la lunga lista di segnalazioni dei cittadini e di Amcps - dichiara l'assessore ai lavori pubblici Cristiano Spiller – abbiamo preferito rivedere il progetto per ottimizzarlo al massimo, andando a riqualificare il maggior numero possibile di parchi gioco che presentavano giostre vecchie o danneggiate. Con questo gesto di doverosa attenzione verso le famiglie che devono poter vivere gli spazi pubblici dei quartieri, riusciamo a sistemare entro giugno 22 aree». Grazie a una perizia di variante, dunque, il progetto di riqualificazione che inizialmente riguardava 11 aree gioco comunali - alcune delle quali destinate a piastre e strutture ludico sportive e nuove aree fitness - è stato rivisto ed esteso ad altri 11 parchi, per un totale di 22 aree. In tutti i parchi gioco particolare attenzione è stata posta all'installazione di giochi accessibili. Sono stati comunque confermati gli interventi per nuove piastre gioco in via Rossini, dove sarà realizzata una pista da pattinaggio, in strada Coltura Camisana, con il nuovo campo da pallavolo e calcio-tennis, e a Villa Lattes. dove sarà rifatto il campo da basket. Nei prossimi giorni saranno riaperti il parco giochi di via Cavalieri di Vittorio Veneto, dove sono stati installati un nuovo castello e una palestra verticale, e quelli di via Giuriato, via Brenta e via Mameli, tutti dotati di nuovi castelli. Entro aprile i lavori termineranno anche nei parchi gioco di via Europa (installazione di un castello, una palestra verticale, un'altalena), via Adenauer (installazione di un castello e due altalene) e via Baracca (installazione di un'altalena). Entro giugno, infine, sarà completata la riqualificazione dei parchi gioco di strada Coltura Camisana, via Durando, Villa Lattes, via Rossini, contra' San Marco, viale Dieci Giugno, via Sicilia, via Piovesan, via Generale Dalla Chiesa, via San Pietro Intrigogna, via Piovene, via Istria, via Imperiali, strada del Cimitero di Polegge, via Fratelli Stuparich.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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daimonclub · 8 months
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Ricordi e bucce di mandarino
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Ricordi e bucce di mandarino Ricordi e bucce di mandarino. Un articolo che narra una serie di ricordi di famiglia stimolando la memoria con il profumo e l'aroma delle bucce di mandarino. La vita è talmente corta e talmente stupida che non si può fare a meno di ribellarsi; ecco perché scrivo, non potevo andarmene via senza lasciare il ricordo del mio passaggio. Carl William Brown Per essere felici bisogna eliminare due cose: il timore di un male futuro e il ricordo di un male passato; questo non ci riguarda più, quello non ci riguarda ancora. Seneca Quando mia madre era ancora viva ero sicuramente più felice di oggi dove posso solo avere ricordi del suo amore e un sorriso su una foto che mi rende così triste! Carl William Brown I ricordi sono la nostra storia personale, il filo che tiene insieme i momenti preziosi della nostra vita. Maya Angelou E purtuttavia il nostro pensiero non può fare a meno di spingersi oltre i confini della vista più effimera per incontrare in quella terra desolata piena di vuoto e di ricordi il sogno di un’esistenza migliore. Carl William Brown Il nostro animo è un asilo di persone e di cose, che vivono indipendenti con la loro realtà ineffabile; perciò ne siamo responsabili, il ricordo è un dovere. Guido Piovene I ricordi sono come le stelle, brillano di luce propria anche quando la notte è più buia. Emily Dickinson Noi siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni e i ricordi. Carl William Brown Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé come le pagine di un libro imparato a memoria e di cui gli amici possono solo leggere il titolo. Virginia Woolf I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume. Ennio Flaiano Oggi il tempo è poco nuvoloso, fa un po' più caldo rispetto ai giorni scorsi, in casa nella stanza in cui ho il computer e sto scrivendo ci sono 19,5 gradi, ma io ho freddo. In cucina il termometro vicino alla finestra, ancora quello di mia nonna, a molla, segna 17 gradi. Nella camera dei miei genitori, ora non più riscaldata dopo la morte di mia madre lo scorso ottobre, ci sono circa 18 gradi, probabilmente anche meno, mentre davanti alla mia camera ce ne sono 18,5, forse 19 nel bagno. Tuttavia il post di oggi, non è destinato a parlare approfonditamente del tempo, anche se mi dicono che alla sera è calata una fitta nebbia, o del caldo e il freddo, teoria cara al nostro vecchio maestro Aristotele, e qui potremmo dilungarci un bel po', ma al contrario si focalizza sui ricordi, sugli aromi e gli stati d'animo, benché non risparmi varie divagazioni e riflessioni sulla temperatura e sul clima più in generale, non solo quello atmosferico. Domani, 27 Gennaio è il giorno della memoria, e quindi non siamo fuori tema, ma anche in questo caso non ci dilungheremo su questo argomento e quindi gli dedichiamo solo un breve aforisma, eccolo: Auschwitz è stato un dramma. È stato un dramma che il mondo si fosse voltato dall’altra parte. In pratica quello che in molte occasioni succede ancora oggi.
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Ricordi di famiglia Ritorniamo invece al tempo e ai ricordi, mentre un paio di autoambulanze squarciano il silenzio di questo 28 gennaio 2024, già, perché non scrivo quasi mai i miei testi in una sola volta, ma un poco alla volta, pòerché sono piuttosto pigro, anzi con l'avanzare dell'età e dei disturbi potremmo a ragione dire, pigrissimo, devo infatti abituarmi all'estrema e irreversibile staticità della tomba. Da notare comunque che questa mia sorta di indolenza ben si abbina con il mio stile di scrittura aforistica, infatti l'aforisma non richiede molto tempo per essere scritto, e d'altro canto con la sua rapidità espressiva controbilancia la mia pigrizia produttiva. Al momento la mia temperatura interiore è abbastanza gelida e il mio morale è molto basso, sono molto triste e melanconico, afflitto da una patologica nostalgia per il passato e da una paurosa ansia per il futuro. Diciamo la verità, benché sia sempre stato un tipo un po' fuori dalla norma e sopra le righe, da quando sono morti i miei genitori, mi sembra di essere tornato il bambino pauroso della mia infanzia più insicura, in realtà non sono mai cresciuto del tutto, sono sempre rimasto un povero Peter Pan incompleto, e ora per di più anche solo e non troppo in salute. Domani sarà il primo giorno della merla, il famoso trio di fine gennaio, 29,30 e 31, di solito considerati i giorni più freddi dell'anno, forse sarà anche per questo che mio papà, nato il 30 Gennaio del 1926, si è sempre lavato con l'acqua fredda, senza troppi problemi. Per me ovviamente non è la stessa cosa, anche se in questi giorni il trauma per la sua morte, avvenuta nell'Aprile del 2012, Aprile per Eliot il mese più crudele, e aggravato da quella di mia madre il 3 Ottobre del 2024, Ottobre un'altro mese estremamente crudele a mio avviso, mi rendono l'atmosfera sempre più gelida. Tuttavia, dato le variazioni climatiche e il riscaldamento globale, complice un anticiclone africano chiamato Zeus, i meteorologi ci informano che saranno giorni più caldi del solido, di almeno una decina di gradi.
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Letto con prete e monaca Pensieri, ricordi, rabbia, frustrazione, avversione per il passar del tempo, e molti sensi di colpa mi attanagliano, benché sia abituato a tutto ciò, e ai sacrifici costanti, ma di tutto ciò ne parleremo un'altra volta, aggiungo solo che tra alcuni giorni, dal 3 al 24 Febbraio ci sarà il Carnevale di Viareggio, bene, una manifestazione che ho semprem desiderato di vedere dal vivo, e che per un motivo o per l'altro non sono mai riuscito a frequentare, questo solo per dire, che sono abbastanza avvezzo ad abbracciare le avversità, causate nella mia vita, sempre da cause di forza maggiore ed inevitabile. Da sottolineare comunque che a proposito del tempo, o meglio del clima e delle temeprature, quando ero piccolo in paese in inverno si vedevano i candelotti di ghiaccio che si formavano sotto i cornicioni delle case, cosa del tutto scomparsa nelle nostre zone al giorno d'oggi. Mio padre da piccolo non aveva l'acqua in casa, ed essendo il figlio maggiore, doveva recarsi alla fontana in strada e portarla con dei secchi fino al terzo piano della sua piccola abitazione, dove vivevano in 7, genitori più cinque figli. Mia madre era stata più fortunata, e l'acqua arrivava in casa, nel lavandino sotto le scale, grazie ad un pozzo e ad una pompa azionata a mano. All'epoca il bagno in casa era un confort da super ricchi, per cui nella nostra realtà non se ne parlava nemmeno. La Tv non esisteva, e ci si scaldava con la stufa, a legna naturalmente. Con tempo le cose andarono pian piano migliorando e con il boom economico anche le abitazioni e i servizi migliorarono. Così quando i miei genitori si sposarono, e dopo che nacqui io nel 1960, arrivò in casa mia a Fornaci, in provincia di Brescia, il gas nelle bombole che alimentava solo il fornello della cucina e che ci veniva fornito dalla ferramenta del paese, era il mitico Ci-orlanda che le portava ancora a spalle, salendo poi al secondo piano della casa in cui vivevo. In realtà il personaggio di cognome faceva Fusardi, e la ferramenta esiste tuttora, e forniscono sempre anche le bombole a GPL, ma lo si chiamava ancora, per rispetto della tradizione, con il nome del suo predecessore, che io però non ho mai conosciuto. Ed ora ci avviciniamo sempre di più al vero nocciolo del testo, in quanto nel piccolo appartamento in cui vivevamo, composto all'inizio da una cucina, una sala da pranzo e una sola camera, a cui con il passare di alcuni anni si aggiunsero ancora due stanze, ci si scaldava con una stufa a cherosene. Il combustibile, in taniche da 20 litri di colore blue, ci venivano consegnate sempre dalla stessa ferramenta e poi mio padre prima e alcune volte con l'aiuto anche di mia madre venivano portate al terzo piano, ovvero nel nostro solaio. Alcune volte un po' di taniche le ho portate su anch'io, quando ebbi la forza ovviamente per farlo.
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I miei genitori nel 1983 Bene, siamo giunti finalmente al climax del nostro post e da qui partiremo per alcune speculazioni sul tempo, la memoria e ovviamente gli stati d'animo attuali dovuti anche alla situazione economico, politica, sociale e affettiva odierna. Dunque eravamo rimasti alla stufa a cherosene, che era situata nella sala da pranzo e scaldava anche la cucina, la camera perciò era fredda, e alla sera quando andavamo a letto ci si scaldava con la borsa dell'acqua calda, mentre prima i miei nonni usavano il prete e la monaca, e solo in un secondo momento, quando si aggiunsero ancora due stanze, e quindi avevamo due camere, una sala, una sala da pranzo o tinello che dir si voglia ed una cucina, le stude a carosene diventarono due, benche quella in sala, non sempre veniva accesa, e le camere rimasero sempre fredde. A questo punto è d'obbligo per i giovani lettori, sempre che ve ne siano, cosa che dubito parecchio, una piccola spiegazione sul prete e la monaca. In pratica funzionava così: il prete era una sorta di telaio, che era messo fra il materasso e le coperte, formato da due coppie di assicelle ricurve, unite agli estremi, poste lateralmente sopra e sotto di una “gabbia” avente una base ricoperta di latta, per evitare bruciature nelle lenzuola date da eventuali fuoriuscite di faville dal braciere che vi veniva posto, cioè la monaca. Sollevando le coperte creava una sorta di bolla di calore che riduceva l’umidità delle coltri delle fredde stanze da letto nella stagione invernale. Detto ciò, ritorniamo al nostro racconto. Comunque la temperatura non è del tutto ottima oggi, certo non fa estremamente freddo, ma nemmeno il caldo che avevano preannuncitato. Prima di continuare con questo scritto, visto che di solito alterno varie attività, un po' per necessità e un po' perché rifletto e penso, magari troppo sul da farsi, abitudine che poi si era accentuata quando facevo del trading online, ho abbassato le tapparelle, ho acceso un po' di candele, un po' di piccole lampade, il coniglio a led e visto che non li ho ancora tolti, due alberelli di Natale, uno dei quali gira anche, così un po' con le loro luci e un po' con il lieve rumore di quello dinamico, mi sento un po' più in compagnia, sempre triste in ogni caso, soprattutto quando guardo le fotografie di mia mamma, sempre sorridente, sparse per le varie stanze. A proposito della stufa a cherosene, prodotto del resto in vendita ancora oggi, naturalmente molto più tecnologicamente avanzato, quando si avviava, non sempre partiva subito, anche perché la procedura di accensione era abbastanza particolare, si doveva infatti regolare la fuoriuscita del combustibile tramite una manopolina graduata e poi gettare un batuffolo di cotone imbevuto nell'alcool nella camera di combustione, quindi se il liquido non iniziava a bruciare subito, si diffondeva per tutta la stanza un forte odore di cherosene, e poi si doveva ripetere l'operazione, il tutto ovviamente dipendeva anche dal tiraggio della stufa stessa, che aveva un tubo che usciva dalla canna fumaria nel muro della cucina.
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Mia mamma nel 2018 Così per ovviare al cattivo odore, ma di solito anche quando la stufa si accendeva bene, in inverno, quando c'erano a disposizione arance e mandarini, si ricorreva alle bucce di questi agrumi, che posizionate sul coperchio della caldaia della stufa emanavano un gradevolissimo profumo. Probabilmente anche i miei nonni avranno fatto lo stesso, e i miei genitori non facevano altro che continuare la tradizione. All'epoca io non sapevo di certo che le bucce di mandarino contengono una varietà di sostanze nutritive e composti bioattivi. Ci sono le fibre, ottime per la digestione, la vitamina C, gli oli essenziali, i polifenoli e una varietà di fitochimici, nessuno me lo aveva detto, ma l'unica cosa importante per noi era l'odore che si sprigionava scaldandole, e questo era più che sufficiente per farcele amare. Sono poche le persone a cui non piacciano i mandarini. Il loro sapore e il loro profumo rende unica la stagione invernale. Inoltre, il mandarino ha una gran quantità di sostanze nutritive ottime per il nostro organismo, in quanto, riescono a rafforzare il sistema immunitario. In genere, quando lo consumiamo, siamo soliti buttare via la sua buccia. In realtà, questo ‘scarto’ ha potenzialità che è bene sfruttare piuttosto che buttare via. È proprio nella buccia, infatti, che si celano le proprietà maggiori del mandarino. Ci sono vitamine, oli essenziali, minerali e altre sostanze molto utili al nostro fabbisogno quotidiano. In medicina, le bucce di mandarino, vengono impiegate anche per creare farmaci o cosmetici. Si possono usare però anche in cucina, per il giardino e più in generale nella vita di tutti i giorni. Tuttavia in casa mia il loro unico utilizzo era metterle sulla stufa e gustarsi il prodigioso e particolarissimo aroma agro dolce che emanavano. Oggi purtroppo l'atmosfera in casa mia non è più la stessa, mio padre, il cui compleanno sarebbe domani, 30 Gennaio, è morto 12 anni fa, e il trauma è stato grande, tuttavia c'era ancora mia mamma, e anche se ammalata da un punto di vista affettivo era per me una grandissima risorsa, ma poi a 90 anni, ovvero lo scorso ottobre se ne andata anche lei, e io, essendo figlio unico, sono rimasto da solo.
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Compleanno di mio papà Certo in casa tutto mi ricorda mia madre, soprattutto le sue fotografie da dove mi guarda sorridente, ed è lo stesso anche per mio padre, anche se le sue fotografie sono meno espressive, ma il silenzio che mi circonda è lì a ricordarmi che i bei tempi sono finiti, e si sono dissolti senza quasi che mi accorgessi che avrebbero rappresentato i momenti più belli della mia vita, ma ahimé solo quando si sarebbero trasformati nel ricordo del mio passato più spensierato. Ora non mi resta che sopportare il mio dolore, la mia angoscia, la mia nostalgia, la mia melanconia e pensare, aspettare, che anch'io mi dissolva, e ritorni probabilmente polvere, diciamo pure cenere. Nel frattempo, sperando di riuscire a concludere aluni miei lavori, in questi mesi invernali, ricchi di mandarini, arance e clementine, prendo una padella antiaderente e gli poso sopra delle bucce, preferibilmente di mandarini, alcune volte anche di clementine, quasi mai di arance, accendo il gas a bassa intensità, e aspetto che la fiamma faccia il suo lavoro grazie al quale potrò nuovamente gustare, cercando di ingannare il tempo, come facevo da piccolo, il magnifico profumo degli oli essenziali delle bucce di mandarino, l'unica cosa che non è cambiata rispetto al mio passato in famiglia. Certamente è comunque un'atmosfera triste e artificiale; così perso nei miei pensieri talvolta le faccio anche bruciacchiare un po' e poi magari ne mangio una o due, anche perché aiutano pure la digestione. Nel frattempo poi mi soviene il grande Proust, famoso per il suo capolavoro "Alla ricerca del tempo perduto" ("À la recherche du temps perdu"), il quale aveva una concezione molto particolare del tempo. In breve, Proust sosteneva che il tempo non fosse lineare e irreversibile, ma che potesse essere recuperato attraverso la memoria. Nella sua opera, il narratore riflette sulle sue esperienze passate e sui ricordi associati ad esse, suggerendo che il tempo non è semplicemente una successione di momenti, ma piuttosto un'entità elastica che può essere reinterpretata e rivissuta attraverso la memoria.
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Mio papà nel 1984 Il concetto chiave è la "recherche du temps perdu" o "la ricerca del tempo perduto", indicando il desiderio di recuperare il tempo trascorso attraverso la memoria. Proust credeva che i ricordi, spesso scatenati da stimoli sensoriali come odori o gusti, potessero trasportare il soggetto indietro nel tempo, offrendo una sorta di immortalità ai momenti passati. Purtroppo però a mio avviso il tempo è legato allo spazio, ai luoghi, alle persone, tutte cose uniche e ahimé irripetibili, che si consumano, si dissolvono, si degradano, e benché siano delle uniche, vere e proprie opere d'arte, per vari motivi su cui rifletterò in un altro scritto, si consumano, si degradano, fino a dissolversi per sempre. Il tempo in questo caso non è altro che un'entità fisica, un sistema, che procede più o meno lentamente verso una situazione cerescente di disordine, e genera in questo procedere un'entropia crescente, fino a diossolversi e a creare sempre più caos attorno a sè, e purtroppo anche nella mia mente. Rimangono solo le bucce di mandarino e i ricordi, certo, ma non per molto, le persone invece, uniche ed irripetibili se ne vanno, scompaiono, si dissolvono nel vento, non esistono più, inghiottite dal nulla cosmico, e questo purtroppo è il nostro tragico destino. Anche se non mi piace, dovrò farmene una ragione, e a questo punto l'unica modifica che posso fare è quella di cambiare il mio testamento è lasciare scritto che quando morirò, di mettere nella cassa una buona quantità di bucce di mandarino, così quando mi bruceranno, perché di sicuro lo faranno, almeno ci sarà forse un odore un po' più lieve e gradevole. P.S. Con le bucce di mandarino potete farci anche altre molte cose, ad esempio i canditi, oppure degli infusi, tisane e bevande varie, inoltre potete aromatizzare l'olio o il sale, oppure creare dei liquori e arricchire i vostri dolci o fare delle marmellate. Un altro modo per riciclare le scorze di mandarino consiste nell'essiccarle. Potete farlo facilmente a casa, posizionando le scorze in una teglia e lasciandole per circa due ore nel forno a bassa temperatura, non oltre i 50° C. Una volta prive di umidità, quindi secche, potrete trasferirle nel mixer e ridurle in polvere. Anche in questo caso gli utilizzi sono vari e creativi: ne basta una spolveratina per regalare un tocco agrumato a diverse preparazioni, come le zuppe, i risotti o i dessert al cucchiaio. Read the full article
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lisa-palacios-3004 · 9 months
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Tema 7: Palladio - Propuesta de diseño de Villa realizado con IA
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Por medio de la inteligencia artifical, se realizó el diseño de una villa de verano, ubicada hipotéticamente en una locación del sur de Italia (región del Mediterráneo). El proceso de diseño estuvo inspirado en el Palacio Chiericati (tomando como elementos referenciales el refuerzo horizontal y vertical de la edificación, la fachada con una jerarquía central, y el juego rítmico de llenos y vacíos en las fachadas), y la Villa Piovene (incorporando el uso de una planta rectangular y del pronaos).
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guidobenedetti · 9 months
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Gli intellettuali e la civiltà industriale
“Chi è dentro la realtà dei tempi, l’affarista infido o chi la sfugge pretendendo di serbarsi puro di cuore? Starne fuori non sa e non vuole, ecc. ecc. Nasce una sorta di amletismo dell’intellettuale nella civiltà industriale; è ingarbugliato, ondeggiante, con l’intelligenza tesa; vuole esservi dentro e cercare nel tempo stesso la via d’uscita.” Guido Piovene parlando de “La speculazione…
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adrianomaini · 1 year
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