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#poesie di Carlo Bordini
marcogiovenale · 7 months
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carlo bordini legge "fine della tragedia"
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vpervaffanculo · 4 years
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Stamattina entrando su Facebook ho letto della morte di Carlo Bordini. Lo seguivo da anni conoscendolo tramite una persona che è stata molto importante per me. Carlo, come lo chiamavamo noi, non era solo un poeta, un professore, uno scrittore. È come se fosse morta una persona che conoscevo, che sentivo vicina pur non avendo mai avuto contatti diretti con lui. Amavo il modo in cui amava la sua giovane Myra, amavo leggere i messaggi quasi adolescenziali che si scrivevano pubblicamente, sotto gli occhi di tutti, a tratti quasi imbarazzanti eppure così teneri. Scrivevano poesie e si amavano, senza egoismi, con tutta la libertà che soltanto un amore così grande poteva racchiudere.
Oggi è una giornata molto triste.
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gammm-org · 2 years
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http://slowforward.net/2018/04/15/la-poesie-de-france-christophe-tarkos/
di quale serissima menomazione neurologica soffre chi non vede o si rifiuta di vedere alcun legame fra Tarkos (o Quintane, o Suchère ecc.) e Corrado Costa e Carlo Bordini? e di quale tabe patisce il pondo chi fin l'ipotesi vaga di tale relazione taccerebbe d'atra "avanguardia".
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cerentari · 4 years
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Letture amArgine: Carlo Bordini Microfratture
Letture amArgine: Carlo Bordini Microfratture
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Mi è tornato per le mani un prezioso libriccino di poesie di Carlo Bordini da cui vi propongo un brano.
MICROFRATTURE
L’idea della catastrofe, una catastrofe silenziosa, appena avvertita, ma inevitabile. Oppure le microfratture psichiche, le microfratture di un’anima. La mia anima è piena di microfratture. Sono i piccoli traumi nascosti, dimenticati, che tornano ogni tanto, quando l’anima è sotto…
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lucianopagano · 4 years
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Quando Avagliano pubblicò Gustavo, di Carlo Bordini, lo recensii su Musicaos, e mi capitò di presentarlo al Castello di Tricase, nell'agosto del 2006. Ripensandoci è una di quelle cose che capisci che ti sono accadute perché qualcuno allora pensava già bene di te, e di quello che facevi, e di quello che scrivevi. Della presentazione ricordo che tra una domanda e l'altra, un intervento e l'altro, Carlo Bordini aveva previsto delle musiche da ascoltare, che non erano citate nel romanzo, né erano direttamente collegate a "Gustavo", ma servivano a suscitare negli ascoltatori delle emozioni, da cui partire per la discussione. Divagammo.
Parlammo della sua scrittura, della rappresentazione della malattia mentale. Poi, con i suoi amici, andammo da Jolanda, a Lucugnano, terminus ad quem del novanta percento degli incontri letterari a sud del parallelo di Montesano Salentino. Era la prima volta che ci andavo, non a Lucugnano, ma da Jolanda. Quella sera parlammo di Messori, scomparso qualche mese prima. "Gustavo", le poesie, la prosa del "Manuale di autodistruzione", furono per me solo l'inizio, poi vennero i volumi di Sossella, prima ancora quello di Manni, con le poesie. Non mi capita mai di ricordare, a meno di non provare la sensazione di qualcosa che si è perso. In un mondo così pieno di rappresentanti e rappresentatori delle lettere, frettolosi e affrettati nel dimostrare e dimostrarsi, Bordini mi trasmise una quiete indescrivibile, una pace che poi ho trovato un altro paio di volte, in un altro paio di persone, nell'arco di sedici anni.
Incollo qui di seguito il link a quel mio intervento su Gustavo, e ringrazio nuovamente chi mi diede l'opportunità di conoscere Carlo Bordini.
https://musicaos.org/2007/07/29/gustavo-fa-un-sogno/
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pabloestaqui · 7 years
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Non si può essere umani non ci è più concesso bisogna essere insensibili come animali provare sensazioni semplici piccoli dolori piccole colazioni artigianali piccole scempie non si può riflettere meditare tirare conclusioni bisogna mangiare erba
Carlo Bordini, Non si può essere umani, da I costruttori di vulcani (Tutte le poesie 1975-2010)
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pangeanews · 5 years
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“Le parole, quelle vere, salvano il mondo… ma il mondo vorrà farsi salvare?”. Torna “Brown Sugar”, la raccolta leggendaria di “poesie sull’eroina” di Antonio Veneziani. Intervista
Le edizioni Hacca rimettono in circolo un libro importante, “Brown Sugar”, quello su cui si fonda la grandezza lirica, delicata e caustica, di Antonio Veneziani, uno che se fossimo negli Usa avrebbe la statura di un Jim Carroll, di un Lou Reed. Uscito la prima volta nel 1979, subito sotto gli auspici di Dario Bellezza (“La presenza di Veneziani nel mondo è una presenza discreta, talvolta rabbiosa, sempre discontinua: alla ricerca perenne di una ragione per vivere”), riedito da Castelvecchi, ha in dono pagine coinvolte di Nicola Lagioia, attuale zar del Salone del Libro torinese: “Era appesantito e delicato al tempo stesso. Parlava gesticolando, come se la sua storia lo costringesse a portare continuamente in scena un personaggio, l’unico modo per dire qualche verità. Mi sembrò un sopravvissuto. Provo a spiegarmi. Come ho detto, a Roma tutti arriviamo per diventare noi stessi, cioè per stendere sulla follia della città, simili ad acrobati, il nostro filo personale, e camminarci sopra sperando di non cadere. Per Pasolini le borgate. Per Penna l’eredità di un mondo addirittura precristiano. Per Veneziani quel filo fu l’eroina, e lui, quando ci conoscemmo, parlava già dall’altro capo. Non era morto di overdose. Non era impazzito. Non era rimasto senza parole. Portava ancora addosso qualche segno dell’esperienza, ma si era “risvegliato dalla malattia” già da qualche anno, e le poesie di Brown Sugar erano la cronaca, la testimonianza e insieme la trasfigurazione poetica di quell’attraversamento”. Per festeggiare il ri-esordio, Gabriele Galloni ha intervistato il poeta estremo e inafferrato.
“Brown Sugar”, dopo quarant’anni dalla prima edizione, viene ristampato con il titolo “Brown Sugar. Strade di polvere”, con ventitré nuove poesie. Raccontacelo.
Difficile, quasi impossibile, raccontare un libro che mi ha segnato così profondamente e come autore e come persona. E che secondo alcuni critici ha definito un’epoca, quella tra il Settanta e gli Ottanta. Vorrei solo aggiungere che tendenzialmente non rileggo i miei testi per parecchio, a volte per anni; così è stato anche per “Brown” e quando l’ho ripreso in mano, visto che mi era stato proposto di rieditarlo nelle varie edizioni, l’ho riletto un paio di volte e ho scoperto che alcune poesie non sono male, almeno io credo. Il libro è un viaggio (tutta la poesia credo sia un “viaggio”) nel paradiso infernale dell’ero, ma non solo. Sicuramente c’è il mondo omosessuale, il patteggiare con la morte, la paura e l’ansia del vivere, la notte, lo spaesamento, la rabbia, il dolore, almeno ritengo, decisamente lo spero. Ancora non riesco a capacitarmi come questo libro abbia “preso” tante persone e così diverse – da persone comuni a intellettuali. Ovviamente ringrazio tutti, spero nessun lettore resti deluso dalla nuova edizione.
I tuoi maestri?
I più svariati. Ho sempre letto molta poesia fin da ragazzo. Ma dovendo e volendo fare qualche nome: la beat generation (Allen Ginsberg, Lawrence Ferlinghetti e Gregory Corso) e alla rinfusa poeti assai distanti fra loro: Sandro Penna, Antonio Pozzi, Umberto Saba e Federico Garcia Lorca… E sinceramente mi “intrigano” molto i cosiddetti “minori” e ancora di più gli “irregolari”.
Compagni di strada?
La “Scuola Romana”, ma soprattutto Dario Bellezza, Renzo Paris, Carlo Bordini, Attilio Lolini, Sandra Petrignani, Gino Scartaghiande, Fernando Acitelli…
Progetti in corso e in divenire?
In uscita ad aprile-maggio: “Piccolo poema d’amor circense” con disegni di Agostino Raff, un’inchiesta “sulle trans” in collaborazione con Ignazio Gori, alcuni “affondi” sulla morte, un disco-libro il con cantautore Andrea Del Monte, un progetto con Maria Borgese (danza, poesia, collage), curo una collana di “Racconti” per Ponte Sisto… Molta roba, decisamente troppa. Ma mio padre diceva che per “tenere a bada” la morte bisogna avere molti progetti. Lo seguo alla lettera.
Quali sono i tuoi libri della vita?
Vari, e cambiano. Imprescindibili: “Testamento” di François Villon, Walt Whitman. “Foglie d’erba”, Paul Verlaine soprattutto: “Feste galanti” e l’antologia i “Poeti maledetti”, tutto Jean Genet, Sandro Penna, Antonia Pozzi, Amelia Rosselli e direi che basta, manca la prosa ma sarà per un’altra volta. A proposito, giovani, frequentate le “bancarelle” pochi giorni fa ho incontrato: “Il mio mondo è qui” di Dorothy Parker, nella traduzione di Eugenio Montale. I bravi traduttori andrebbero “santificati” non “sottopagati”, ma questa è un’altra storia. C’è molto da leggere, forse troppo, comunque sono sempre più convinto che le parole, quelle vere, autentiche possono salvare il mondo. Forse. Ma il mondo vorrà farsi salvare?
Gabriele Galloni
*In copertina: Antonio Veneziani in una fotografia di Dino Ignani
L'articolo “Le parole, quelle vere, salvano il mondo… ma il mondo vorrà farsi salvare?”. Torna “Brown Sugar”, la raccolta leggendaria di “poesie sull’eroina” di Antonio Veneziani. Intervista proviene da Pangea.
from pangea.news http://bit.ly/2WqpHvS
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marcogiovenale · 3 years
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roma, 14 novembre, villa torlonia: lettura di testi di carlo bordini, a un anno dalla scomparsa
roma, 14 novembre, villa torlonia: lettura di testi di carlo bordini, a un anno dalla scomparsa
Il 14 novembre, a Villa Torlonia, alcuni autori si riuniscono per leggere poesie e prose di Carlo Bordini, a poco più di un anno dalla sua scomparsa. _
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marcogiovenale · 3 years
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carlo bordini, "un vuoto d'aria" (mondadori, 2021)
carlo bordini, “un vuoto d’aria” (mondadori, 2021)
da https://www.oscarmondadori.it/libri/un-vuoto-daria-carlo-bordini/ Poeta appartato e ribelle per vocazione, Carlo Bordini è stato comunque per molti, fino alle generazioni più giovani, un autore di culto, una figura autonoma di riferimento. Composto negli ultimi anni di vita, Un vuoto d’aria, che esce postumo a cura di Francesca Santucci, conserva i tratti più rilevanti della sua fisionomia…
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marcogiovenale · 4 years
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antonio syxty legge "poesie color mogano", di carlo bordini
antonio syxty legge “poesie color mogano”, di carlo bordini
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marcogiovenale · 4 years
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tictalk: programma di marzo
tictalk: programma di marzo
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marcogiovenale · 2 years
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tarkos - costa - bordini
tarkos – costa – bordini
http://slowforward.net/2018/04/15/la-poesie-de-france-christophe-tarkos/ di quale serissima menomazione neurologica soffre chi non vede o si rifiuta di vedere alcun legame fra Tarkos (o Quintane, o Suchère ecc.) e Corrado Costa e Carlo Bordini? e di quale tabe patisce il pondo chi fin l’ipotesi vaga di tale relazione taccerebbe d’atra “avanguardia”.
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marcogiovenale · 2 years
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http://slowforward.net/2018/04/15/la-poesie-de-france-christophe-tarkos/
di quale serissima menomazione neurologica soffre chi non vede o si rifiuta di vedere alcun legame fra Tarkos (o Quintane, o Suchère ecc.) e Corrado Costa e Carlo Bordini? e di quale tabe patisce il pondo chi fin l'ipotesi vaga di tale relazione taccerebbe d'atra "avanguardia".
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marcogiovenale · 4 years
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promemoria tictalk: oggi, "poesie color mogano", di carlo bordini
promemoria tictalk: oggi, “poesie color mogano”, di carlo bordini
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marcogiovenale · 5 years
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roma, 28 novembre, h. 18, rossella or: "l'acqua tende alle rive"
roma, 28 novembre, h. 18, rossella or: “l’acqua tende alle rive”
Roma, giovedì 28 novembre 2019, ore 18 Libreria Empiria (via Baccina 79)
L’ACQUA TENDE ALLE RIVE. POESIE 2011-2017 di Rossella Or con una nota di Carlo Bordini Editrice ZONA Collana “Rossocorpolingua” diretta da Cetta Petrollo
Presentano il libro, con l’autrice, Cetta Petrollo, Carlo Bordini, Beppe Sebaste, Giorgio Patrizi
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