#promessa ai nipoti
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pier-carlo-universe · 6 months ago
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Ti do la mia parola di Melinda Leigh: un thriller mozzafiato tra passato, vendetta e legami familiari. Recensione di Alessandria today
La detective Bree Taggert affronta i fantasmi del passato mentre indaga sulla morte della sorella in un caso che la tocca nel profondo.
La detective Bree Taggert affronta i fantasmi del passato mentre indaga sulla morte della sorella in un caso che la tocca nel profondo. Analisi del testo.Ti do la mia parola, primo volume della serie dedicata alla detective Bree Taggert, è un thriller avvincente firmato dalla talentuosa autrice Melinda Leigh. Con una trama intricata e carica di tensione emotiva, Leigh cattura il lettore sin…
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siciliatv · 7 months ago
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Hanno ribadito il proprio "Si" davanti all' altare dove il 9 dicembre 1964 si unirono in matrimonio. A distanza di 60 anni, nella chiesa di Sant'Antonio nel convento francescano di Favara, i coniugi Salvatore (Totò per amici e parenti) e Maria Teresa Piscopo hanno confermato la loro promessa matrimoniale nelle mani di Fra Salvatore Callari. Nozze di diamante festeggiate con una sobria e semplice cerimonia prima in chiesa e poi in un noto locale con la vista suggestiva della Valle dei Templi. Entrambi docenti in pensione, Maria Teresa Vella e Totò Piscopo, molto conosciuto in città anche per l'attività storica di autoscuola, hanno festeggiato insieme ai tre figli Angela, Giuseppe e Fabio, le nuore Marcella e Francesca e i 4 nipoti, Agnese, Roberta, Alessio e Damiano ed i parenti più intimi. "Le nozze di diamante -ha detto nell' omelia fra Salvatore- se raggiunti con l'armonia e l'amore consolidato negli anni dai coniugi Piscopo, anche grazie ad un profondo senso religioso e familiare, diventano un bell'esempio per le nuove generazioni, in una società dove spesso i matrimoni si frantumano troppo presto". Read the full article
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libero-de-mente · 3 years ago
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Ciao papà, dai ti scrivo queste poche righe così quando leggerai ti farai due risate.
Quando ci vedremo più tardi mi dirai cosa ne pensi, con il tuo nuovo account ti troverai benissimo. Benvenuto in questo mondo virtuale.
Papà ho sempre cercato di seguire i tuoi consigli sai? Anche se tu non ci crederai quando leggerai questa mia confessione, ma in realtà ti ho sempre ascoltato. A fasi alterne ma l'ho sempre fatto.
Ti ricordi quando mi dicesti "Rino, fatti una famiglia", beh io ci ho provato; mi sono fatto una moglie, ho fatto due figlie ma quando è venuto il momento di farmi il padre non ci sono riuscito. Non era il mio tipo.
Ho sempre avuto il sogno di diventare un grande play boy, come te del resto, ho ereditato il tuo stesso sogno. Mannaggia e come per te è rimasto tale. Pazienza.
Qui sui social è un macello, mi scrivono che gli piaccio ma aggiungono che potrei essere loro padre. Allora vado a vedere i profili delle loro madri e quando rispondo che non le conosco, quindi niente sesso con le loro madri, mi mandano a quel paese. Misteri.
Caro papà ho compreso davvero cosa vuol dire essere padre quando lo sono diventato a mia volta, ho compreso le difficoltà che ha questo importante ruolo. In primis quello di dirlo a mia moglie.
Molti mi chiedono da chi ho preso le mie particolarità caratteriali e di intelletto, da dove vengano. Io fiero rispondo sempre che è tutto merito tuo, papà, eri tu che mi lanciavi in aria quando ero piccolino, poi se qualcuno ti chiamava rispondevi dimenticandoti di riprendermi al volo. Mi hai lasciato il segno, anzi tanti segni sai?
Nelle preghiere si dice sempre "padre perdonami". Sai anche io ti chiedo di perdonarmi, per tutte le volte che ti ho deluso. Delusioni che tu hai affrontato con dignità e soffrendo in silenzio. Mi ricordo le tue sberle datemi senza produrre una parola. Nel totale silenzio "pam" partiva una sberla. Ho ancora terrore dei tuoi silenzi, mantengo la distanza quando non parli.
Eppure quando sono diventato padre ho compreso meglio i tuoi insegnamenti, del perché mi lasciavi da solo nei boschi o nei grandi supermercati, del perché rivedendomi ritornare alzavi gli occhi al cielo. Pensavo fossero ringraziamenti al creatore, invece erano maledizioni. Come faccio oggi io con i tuoi nipoti.
Dai papà, più tardi mi chiamerai e mi dirai che ne pensi di questa mia dedica. Del fatto che per essere un padre devi avere dei figli che ti appartengano, ma per essere un buon padre bisogna appartenere ai propri figli. Questo l'ho imparato da te.
Ci rivedremo presto papà, o tardi non so esattamente quando mi libererò di questo impegno chiamato vita. Ma mi libererò.
Magari ti raggiungerò anche questa volta e ti rivedrò alzare al cielo i tuoi occhi azzurri... anche se in cielo ci sei già. Da ventitré anni, oggi sono ventitré anni, mi hai davvero voluto distanziare tanto questa volta. Ma io ti ritroverò.
Non è una promessa, ma una minaccia per farti sorridere e prendermi con amore quello scappellotto che non mi hai mai dato in vita, ma che mi sarei meritato tutto e tanto.
Un abbraccio, ti saluto io mamma.
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mariposasky · 6 years ago
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Duck twins I
E’ successo così, per pura casualità, di mettermi a scrivere due o tre scene di una storia di paperi ambientata nel mondo magico di Harry Potter. Ne esistono così tante di storie così, che forse ho solo sprecato tempo. Però non sono riuscita a trattenermi. 
Forse semplicemente avevo voglia di scrivere o forse perché quando ho tentato di fare una breve trama non mi veniva. Quindi sono andata sul dettaglio, come la storia di Break the Distance. 
Ma in questo caso preciso che saranno davvero due o tre scene con dialoghi, il resto sarà un breve riassunto di come avevo immaginato potesse terminare questa storia.
Non ha un vero e proprio titolo questa storia, ma per poterla distinguere ho dato un nome provvisorio, che infatti non rispecchia totalmente la trama.
Avevo anche intenzione di farci qualche schizzo dei personaggi, ma non ho avuto abbastanza tempo. Forse in futuro.
Principalmente si basa sui personaggi di Ducktales, ma ho usato anche caratteristiche e fatti dei fumetti europei.
E bon, lascio qui la prima scena. Capitolo non credo proprio di poterlo definire, quindi li numererò come scene nella storia.
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Scena I
Binario 9 e 3/4, del fumo veniva dal treno fermo al binario, nella banchina un sacco di bambini di diversa età che correvano qua e là con i genitori e bauli appresso.
Donald non poté evitare di sbuffare. Invidiava quei bambini con i loro genitori. Avrebbe preferito di gran lunga venirci solo con sua sorella, e invece il loro zio era venuto ad accompagnarli.
Diede un'occhiata veloce al papero al suo fianco che spingeva un carrello con due bauli. A quanto pareva, ai primini non era permesso andare da soli.
Accelerò il passo per non stare al suo passo e si mise affianco della sorella che camminava davanti a loro.
- Donald, hai visto? È quello il treno che ci porterà a Hogwarts!- fece tutta eccitata Della.
- Non vi allontanate, o rischiate di perdere il treno- avvertì il papero adulto.
- D'accordo zio Scrooge- acconsentì lei con un sorriso.
Donald si guardò intorno. La gente si fermava a guardarli mentre passavano. Ma non era per lui, né per sua sorella, tutti avevano riconosciuto quel papero dallo sguardo serio e ostile. Un motivo in più per non era contento della presenza dello zio.
Scrooge aiutò i due gemelli a caricare i due bauli dentro il treno e poi tornarono fuori. Gli altri studenti stavano salutando la loro famiglia e sistemandosi nei vari vagoni. Era arrivato il momento anche per loro.
- Zio Scrooge, ci vediamo a Natale?- fece Della.
- Vedremo. Vi informerò a tempo debito. Comportatevi bene e non create guai. Non voglio essere chiamato dalla scuola per dei danni che avete causato.
- Saremo dei angioletti, non preoccuparti- disse Della e fece l'occhiolino al fratello. Donald ricambiò un sorriso furbo.
Scrooge li guardò con sospetto, però non aggiunse altro. Il fischio del treno li avvisò che era il momento di salutarsi. Della corse verso Scrooge e lo abbracciò.
- Ricordati della promessa, zio.
- Pensa a studiare prima.
Della sorrise e si staccò da lui.
- Muoviti Donald!- e salì di fretta sul treno.
Donald e Scrooge rimasero lì sulla banchina. Il paperotto si rimproverò di non aver trovato una scusa per salire prima sul treno ed evitare quella situazione di disagio.
Sapeva già da prima di uscire di casa che avrebbe dovuto affrontarlo, ma era ugualmente impreparato. I loro rapporti erano complicati. Situazione diversa era per Della che ammirava lo zio e non faceva che parlare di lui.
Donald fece un timido passo verso il papero con la palandrana rossa, tenendo lo sguardo abbassato. Come avrebbe dovuto salutarlo? Lui non era Della, non gli veniva così spontaneo abbracciare ed esternare i suoi sentimenti a una persona così burbera. Forse avrebbe potuto dire qualcosa, ma il timore di dire qualche parola sbagliata gli bloccò la lingua.
- Cosa fai ancora qui ragazzo?- fece il papero con tono brusco e seccato- Fila a sederti con gli altri.
Donald fece una smorfia risentita, e senza dire niente gli diede le spalle per salire sul treno. Neanche al momento di salutarsi, quel vecchio papero si smentiva con i suoi modi di fare.
Il treno iniziò a muoversi, la maggior parte dei ragazzi si sbracciavano dai finestrini per salutare. Anche Della era lì che agitava la mano. Donald al suo fianco guardava oltre il finestrino il loro zio. Era lì in piedi appoggiato al suo fidato bastone e li fissava con il suo solito sguardo serio. Il fumo del treno ricoprì tutte le persone sulla banchina e appena si diradò avevano già lasciato la stazione.
- Sarà uno spasso, Donny- fece Della mentre si sistemavano nella cabina. Per fortuna ne avevano trovata una tutta per loro. Ne avevano già approfittato per cambiarsi con la divisa.
- Se lo dici tu- alzò le spalle e guardò la sua rana da compagnia. Della aveva un gufo invece.
Entrambi gli animali erano vecchiotti e un po' malconci. Scrooge li aveva scelti perché erano in vendita a poco prezzo. A loro poco importava, però questo dimostrava ancora una volta quanto fosse tirchio il loro zio.
- Non sei emozionato? È tutta l'estate che aspettiamo questo momento!- disse lei al fratello che era seduto di fronte- E zio Scrooge ci ha promesso che dopo quest'anno ci porterà con lui nei suoi viaggi.
- Bah, non è che mi interessi stare con lui- brontolò lui incrociando le braccia- Ci divertiamo molto anche da soli. Ma almeno stando a Hogwarts non dovremmo stare da soli in quella villa.
- Oh, siete qui!- fece la voce di un paperotto che era appena entrato nella cabina. Il suo inconfondibile ricciolo biondo e quell'aria di superiorità distinguevano il loro cugino Gladstone- Allora, come vi sentite?- si sedette comodamente vicino a Donald incrociando le gambe. Donald fece una smorfia sentendosi schiacciato contro il finestrino.
- Ehi, chi ti ha detto di sederti qui?
- Oh, non ti avevo visto Donny. Dovrai fare qualcosa per farti notare cugino, basso come sei.
- È tutto così nuovo qui- disse Della, prima che Donald sferrasse un pugno sul becco del cugino- C'è davvero un mostro nel lago che dovremmo attraversare?
- Certo- si chinò di lato con la testa e inconsciamente evitò il pugno di Donald. La fortuna era di nuovo intervenuta- Dovrete stare attenti, altrimenti vi catturerà e vi trascinerà sott'acqua.
- Fandonie- commentò Donald con una smorfia e dando una spinta al cugino che cadde giù dal sedile- Della non credergli, è tutta l'estate che non fa che raccontarci storie assurde su Hogwarts- guardò il biondino mentre si rialzava e si aggiustava il ciuffo- Non credo neanche che tu sia il migliore studente della scuola, come vai vantandoti da mesi.
- È solo invidia, Donny- fece sprezzante il cugino- Vedi piuttosto di non farci sfigurare. Sai quanto sia importante che facciamo bella figura davanti agli altri. La nostra famiglia si aspetta molto da noi. Ehi, ciao- intercettò qualcuno passare nel corridoio- A dopo cugini- e lasciò la cabina.
- Sbruffone- borbottò Donald incrociando nuovamente le braccia- Solo perché è più grande di noi di un anno non significa che ha il diritto di prendersi gioco di noi.
- Magari ha ragione- fece Della guardando fuori dal finestrino- Sai, dai racconti su zio Scrooge sembra che lì vivono tante creature straordinarie.
- Della, tu credi a tutto. È impossibile che zio Scrooge abbia fatto tutte quelle cose da giovane.
- E tu Donny sei troppo negativo. Perché non provi a gustarti questo viaggio? Abbiamo così tanto da scoprire e apprendere a Hogwarts.
Donald guardò fuori dalla finestra. C'erano estesi campi d'erba e il cielo era nuvoloso. Sospir��. Non era vero che non fosse emozionato nell'andare a studiare in una scuola di stregoneria, anzi non vedeva l'ora di esplorare tutte le stanze segrete del castello e imparare nuovi incantesimi, però l'idea di essere circondato da tanti compagni e dover fare amicizia, lo metteva in apprensione. Per anni aveva comunicato solo con sua sorella o tramite lei, che idea si sarebbero fatti di lui? E se lo avessero sentito parlare?
Si toccò la gola con disagio. La sorella gli si sedette vicino.
- Sta tranquillo Donny, andrà tutto bene- disse lei gentilmente, come intuendo il pensiero del fratello- Finché staremo insieme, nessuno ci infastidirà. E poi siamo i discendenti dei famosi McDuck.
Era proprio questo che voleva evitare Donald. Quel cognome era solo sinonimo di aspettative e pressione sulle loro spalle. Meno gente sapeva che erano nipoti del famoso Scrooge McDuck, meglio era per loro. Non avrebbero dovuto dimostrare niente a nessuno e avrebbero potuto divertirsi senza sentire gli occhi puntati addosso.
- S-scusate... è libero qui?- fece una voce timida sbirciando dentro la porta scorrevole della cabina. Dietro di lui c'era un'altra persona.
I due paperotti si scambiarono uno sguardo. Donald accennò alla sorella un gesto di negazione, sapendo che lei lo avrebbe capito.
- Certo, venite pure- fece tutta allegra, mentre Donald si dava una pacca sulla fronte.
- G-grazie...- entrarono un topino e un cane alto, entrambi trascinando i loro bauli- Purtroppo tutti i vagoni sono pieni.
- Yuk, e altri invece non sembravano gradire altra compagnia.
Donald li scrutò e non si sorprese che gli altri non li volessero. Sembravano due ragazzi spaesati e impacciati. Dopo aver sistemato i loro bauli, e per poco lo spilungone non lo faceva cadere sul paperotto, il cane si sedette vicino a Della e il topo vicino a Donald.
- Piacere, io mi chiamo Mickey e il mio amico Goofy- allungò la mano inguantata a Donald per stringerla, ma il paperotto fece una smorfia e si girò verso il finestrino. Era chiaro che non gradiva avere qualcuno vicino.
- Lascia stare, mio fratello è di poche parole- si scusò Della- Io sono Della, e lui Donald. Siete del primo anno, vero?
- Già, quando mi è arrivata la lettera non ci potevo credere. Hogwarts... sono usciti da lì i migliori stregoni.
- Yuk, quasi tutti i miei numerosi parenti ci sono stati- spiegò Goofy- E mi hanno raccontato cose grandiose.    
- Anche nella nostra famiglia c'è questa tradizione di andare a Hogwarts- spiegò Della- Pensa che nostro zio... auch!- Della si toccò la gamba e lanciò un'occhiataccia al gemello, che la guardava con un'espressione che l'avvertiva di non aggiungere altro. Mickey e Goofy si guardarono senza capire.
- Avete già pensato a che Casa andrete?- Goofy cambiò discorso.
- Non lo decide il Cappello Parlante?-chiese Della intrigata, anche Donald ascoltò.
- Sì, ho sentito però che non sempre è così. Nel caso, non sarebbe interessante poterlo decidere per conto proprio? A me andrebbe bene qualsiasi Casa, ma non sarebbe male Corvonero.
- A me piacerebbe Grifondoro- disse Mickey alzando lo sguardo pensieroso- Mio nonno era un Grifondoro. E anche se non sono coraggioso come lui, spero di poter seguire le sue orme. Non potrei mai sopportare di finire nei Serpeverde.
- Perché? I Serpeverde sono una Casata di tutto rispetto- fece Della offesa- Io e Donald saremo dei Serpeverde, come nostro zio.
- Sì, hai ragione- disse impacciato Mickey- Tutte le quattro Case sono importanti allo stesso modo.
Donald rimase in silenzio ad ascoltare e continuò a guardare fuori dal finestrino pensieroso.
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levysoft · 7 years ago
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Nella sua Divina Commedia, Dante Alighieri presenta una schiera di personalità storiche, del proprio tempo o antecedenti, le cui vicende rimangono e rimarranno indelebili nella storia e nella letteratura. Tra i più rappresentativi e memorabili personaggi dell’Inferno dantesco, insieme agli amanti Paolo e Francesca, vi è sicuramente il Conte Ugolino della Gherardesca (1210-1289), nobile e uomo politico della Pisa del XIII secolo.
Sotto, ritratto di Ugolino della Gherardesca realizzato da Johann Caspar Lavater 1775-1778. Immagine di Paulae, Pubblico Dominio  Wikipedia
Nel XXXIII canto dell’Inferno, il poeta fiorentino si addentra tra i ghiacci del Cocito, accompagnato da Virgilio. La pena qui inflitta ai dannati è di giacere intrappolati nel ghiaccio e di venire investiti da un vento gelido, mosso dalle ali di Lucifero.
Tra i volti sofferenti, Dante ne distingue uno in particolare; un uomo è intento ad addentare il cranio di un altro dannato con ferocia. Dopo aver notato gli sguardi attorno a sé, questi alza la bocca dal macabro pasto, pulendola con i capelli del compagno, suscitando non poco orrore e sdegno.
Mosso da grande curiosità, Dante vuole conoscere i dettagli della storia di quello che fu una volta uomo, ora anima dannata.
Egli risponde così al suo interesse:
“Tu dei saper ch’i’ fui conte Ugolino, e questi è l’arcivescovo Ruggieri: or ti dirò perché i son tal vicino”
Il dannato è dunque Ugolino Della Gherardesca e la sua “vittima” l’arcivescovo Ruggieri. Entrambi fanno parte della storia e della politica di Pisa, che il Poeta ben conosce. In questo soliloquio, immagina però le vicende dei due protagonisti raccontate proprio dal Conte, in maniera inedita.
Ugolino fu Podestà di Pisa e, per storia familiare, alleato ghibellino; mosso però da moventi economici e territoriali, tentò di tenere segreta la sua affiliazione ai guelfi. Azzardando tale mossa, si inimicò fortemente Ruggieri, e con lui tanti altri uomini politici del tempo.
Dopo una lunga vita, che vide Ugolino prominente podestà di Pisa e uomo politico e militare più forte della città, in età avanzata si inimicò dapprima il proprio nipote, che fece esiliare, e poi l’arcivescovo Ruggieri, cui fece uccidere il nipote nel 1288. Ciò gli bastò per tessere le fila di un inganno letale, che avrebbe annientato l’odiato Ugolino della Gherardesca.
Nel 1289, con la fittizia promessa di siglare un accordo, il Conte, insieme ai figli e ai nipoti, vennero attirati da Ruggieri alla Torre della Muda (proprietà dei Gualandi, potente famiglia pisana, ostile alla famiglia della Gherardesca), dove vennero però brutalmente imprigionati.
L’assassinio del nipote fornì all’arcivescovo la scusa per “gettare in Arno” la chiave della cella in cui aveva fatto chiudere Ugolino con i figli e i nipoti
Sotto, ricostruzione di come poteva apparire la Torre della Muda di Giovanni Paolo Iasinio, 1865. Immagino di Sailko, Pubblico Dominio via Wikipedia
Dante, al posto di narrare della cronaca del fatto, nota ai suoi contemporanei, decide di immaginare invece di ascoltare il racconto delle atroci sofferenze subite da Ugolino e dai suoi familiari. Nell’orario in cui avrebbero dovuto ricevere il pasto giornaliero, Ugolino sente che la porta della torre viene inchiodata, sigillando il conte e i figli all’interno. L’arcivescovo Ruggieri aveva fatto sparire la chiave della torre tra le acque dell’Arno, annullando ogni possibilità di salvezza per gli sciagurati.
Reclusi senza cibo né acqua, gli uomini cominciano lentamente il loro declino; magri in viso e nello spirito, quando un raggio di sole entra nella torre e ne illumina i volti: Ugolino si rende conto della fine ormai imminente.
Ridotti a pelle e ossa, i figli del Conte sono i primi ad abbandonare le loro spoglie mortali, non prima di aver domandato al padre di cibarsi dei propri corpi per salvarsi; in preda alla disperazione e a una lacerante fame, Ugolino esaudisce dunque gli ultimi desideri della sua estinta prole, rendendola amaro nutrimento.
Dopo aver commesso l’orribile gesto, Ugolino chiama per qualche giorno il nome dei figli a gran voce; ormai cieco e senza scampo, il Conte si lascia andare alla morte, che dice essere sopraggiunta non per dolore, ma per fame.
Poscia, più che ’l dolor, poté ’l digiuno – Poi, più che il dolore poté il digiuno
Dopo avere conferito con Dante, Ugolino torna a rosicchiare avidamente il cranio del suo acerrimo nemico Ruggieri, tornando a sembrare una belva, dopo aver mostrato una disperata umanità durante il suo racconto.
Sebbene per un certo periodo i racconti delle vicende del Conte della Divina Commedia fossero ritenuti aderenti alla realtà, dopo diversi secoli la realtà storica del suo cannibalismo è stata ampiamente dibattuta.
Senz’altro recluso coi parenti e morto per la fame, Ugolino non avrebbe fatto scempio dei cadaveri dei figli. Quando nel 2001 vennero trovate le ossa di quelli che, per un certo periodo, sembravano i resti dei familiari, non furono trovate tracce di zinco (sostanza che indicherebbe il consumo di carne nelle settimane antecedenti il decesso). Inoltre, quello che potrebbe essere il suo cranio, risulta danneggiato, il che fa pensare che non fu il digiuno (o solo quello) a uccidere il famoso conte Medievale.
Gli studi e i resti del 2002 vennero però messi in totale discussione in una seconda analisi, risalente al 2008, in cui le tesi risultano essere totalmente smentite.
Per approfondire, questo l’articolo su Archeologiaviva che disamina la storia dei ritrovamenti, veri o presunti, delle ossa dei della Gherardesca.
Il mistero sulla fine del Conte e dei suoi figli rimane dunque un’incognita, lasciando le nostre menti libere di accettare – o meno – l’ardua sentenza emessa dal Poeta fiorentino nei confronti di Ugolino della Gherardesca.
Lasciamo la conclusione alle parole di J. Luis Borges, che in un saggio del 2001 sulla veridicità dell’episodio di antropofagia del Conte, affermò:
“Dante ha voluto non che lo pensassimo, ma che lo sospettassimo. L’incertezza è parte del suo disegno“.
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berna282 · 5 years ago
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Nothing Else Matters - Metallica - William Joseph feels the Rain
IMITATE LA  MISERCORDIA DI GEOVA   
CONTINUATE A ESSERE MISERICORDIOSI  ,COME IL PADRE VOSTRO E’ MISERICORDIOSO. (LUCA 6:36) 
E DIO CREO’ L’UOMO A SUA IMMAGINE,LO CREO’ A IMMAGINE DI DIOù, CREO’ IL MASCHIO E LA FEMINA. ( GENESI 1:27) 
LASCIATO QUEL LUOGO,ANDO’ NELLA LORO SINAGOGA, DOVE C’ERA UN UOMO CON UNA MANO PARALIZZATA. QUINDI ,PER POTERLO ACCUSARE,GLI CHIESERO:’’E’ LECITO GUARIRE QUALCUNO  DI SABATO?’’ GESU’ RISPOSE LOTRO: ‘’CHI DI VOI, SE HA UNA PECORA E QUESTA CADE IN UNA FOSSA DI SABATO,NON L’ AFFERRA E NON LA TIRA FUORI? UN UOMO VALE SENZ’ ALTRO MOLTO PIU’ DI UNA PECORA! PERCIO’ E’ LECITO FARTE UNA COSA  BUONA DI SABATO’’. ALLORA DISSE ALL’ UOMO : ‘’STENDI LA MANO’’. LUI LA STESE ,E LA MANO TORNO’ SANA COME L’ ALTRA. MA I FARISEI USCIRONO E COSPIRARONO CONTRO DI LUI PER UCCIDERLO. ( MATTEO 12:9-14)
MANTRE CAMMINAVA,GESU’ VIDE UN UOMO CIECO DALLA NASCITA. I SUOI DISCEPOLI GLI CHIESERO:’’RABBI, DATO CHE QUEST’ UOMO E’ NATO CIECO,CHI HA PECCATO? LUI O I SUOI GENITORI ?’’ GESU’ RISPOSE:’’NE QUEST’ UOMO NE’ I SUOI GENITORI HANNO PECCATO ,MA E’ COSI’ PERCHE’ IN LUI POSSANO MANIFESTARSI LE OPERE DI DIO. DOBBIAMO COMPIERE LE OPERE DI COLUI CHE MI HA MANDATO FINCHE’ E’ GIORNO; VIENE LA NOTTE, DURANTE LA QUALE NESSUNO PUO’ AGIRE. FINCHE’ SONO NEL MONDO,IO SONO LA LUCE DEL MONDO’’. DETTO  QUESTO, SPUTO’ PER TERRA E CON LA SALIVA FECE UN  MISCUGLIO, CHE APPLICO SUGLI OCCHI DELL’ UOMO; POI’ GLI DISSE:’’VA’ A LAVARTI NELLA PISCINA DI  SILOAM’’ ( CHE  SI TRADUCE ‘’INVIATO’’ ) . LUI VI ANDO’,SI LAVO’ E TORNO’ CHE CI VEDEVA. ( GIOVANNI 9:1-7)
GESU’ DISSE LORO: ‘’TENETE GLI OCCHI APERTI E GUARDATEVI DAL LIEVITO DEI  FARISEI E DEI SADDUCEI’’. ( MATTEO 16:6)
‘’GUAI A VOI ,SCRIBI  E FARISEI,IPOCRITI! VOI DATE LA DECIMA DELLA MENTA, DELL’ ANETO E DEL CAMINO.MA AVETE TRASCURATO LE COSE PIU’ IMPORTANTI DELLA LEGGE,CIOE’ LA  GIUSTIZIA,LA MISERICORDIA E LA FEDELTA’. E’ VERO CHE QUELLE COSE ANDAVANO FATTE,  MA SENZA TRASCURARE QUESTE ALTRE. (MATTEO 23:23)
E SIA I FARISEI CHE GLI SCRIBI SI MISERO A MORMORARTE: ‘’QUEST’ UOMO ACCOGLIE I PECCATORI E MANGIA CON LORO’’. ( LUCA 15:2)
L’ IRA DEL FRATELLO 
‘’NEL FRATTEMPO IL FIGLIO MAGGIORE ERA NEI CAMPI.AL SUO RITORNO, QUANDO FU VICINO A CASA, SENTI’ MUSICHE E DANZE . ALLORA CHIAMO’ UN SERVITORE E GLI DOMANDO’ COSA STESSE SUCCEDENDO. QUELLO RISPOSE:’’E VENUTO TUO FRATELLO,E VENUTO TUO FRATELLO,E TUO PADRE HA SCANNATO IL VITELLO INGRASSATO, PERCHE’ E’ TORNATO SANO E SALVO’. MA LUI SI ARRABBIO’ E NON VOLEVA ENTRARE,PERCIO’ SUO PADRE USCI’ A SUPPLICARLO. . ( LUCA 15:25-28)
ED ECCO CHEGLI PORTARONO UN UOMO PARALIZZATO STESO SU UNA  BARELLA. VEDENDO LA LORO FEDE, GESU’ DISSE AL PARALITICO: ‘’FATTI CORAGGIO,FIGLIO! I TUOI PECCATI SONO PERDONATI’’. ALLORA ALCUNI SCRIBI SI DISSERO: ‘’QUEST’ UOMO BESTEMMIA’’. CONOSCENDO I LORO PENSIERI,GESU’ DISSE:  ‘’PERCHE’ PENSATE COSE MALVAGIE NEL VOSTRO CUORE? ( MATTEO 9:2-4) 
I SUOI GENITORI RISPOSERO COSI’ PERCHE’ AVEVANO  PAURA DEI GIUDEI: QUESTI INFATTI AVEVANO GIA’ STABILITO CHE SE QUALCUNO AVESSE RICONOSCIUTO GESU’ COME CRISTO SAREBBE STATO ESPULSO DALLA SINAGOGA. ( GIOVANNI 9:22)
A LORO VOLTA GLI DISSERO:’’TU SEI  NATO COMPLETAMENTE NEL PECCATO EVUOI INSEGNARE A NOI?’’ E LO CACCIARONO FUORI. (GIOVANNI 9:34)
RALLEGRATEVI  CON QUELLI CHE SI RALLEGRANO, PIANGETE CON  QUELLI CHE PIANGONO. ( ROMANI 12:15)
RAGIONAMENTO FALLCE 
MA  LUI SI ARRABBIO E NON VOLEVA ENTRARE,PERCIO’ SUO PADRE USCI A SUPPLICARLO. IN RISPOSTA LUI GLI DISSE:’ECCO, SONO TANTI ANNI CHE TI FACCIO DA SCHIAVO E NON HO MAI DISUBBIDITO A UN TUO ORDINE,EPPURE A ME NON HAI MAI DATO UN CAPRETTO PER  FESTEGGIARE CON I MIEI AMICI. MA NON APPENA E’ ARRIVATO QUESTO TUO FIGLIO,CHE HA DILAPIDATO I TUOI BENI CON LEP PROSTITUITE,  PER LUI HAI SCANNATO IL VITELLO INGRASSATO!’ ( LUCA 15:28-30) 
TI SIEDI E PARLI CONTRO TUO FRATELLO; RIVELI LE MANCANZE DEL FIGLIO DI TUA MADRE . QUANDO  HAI FATTO QUESTE  COSE, IO SONO RIMASTO IN SILENZIO, PERCIO’ HAI PENSATO CHE FOSSI COME TE. MA ORA TI RIPRENDERÒ’ E PRESENTERÒ’ LA MIA CAUSA CONTRO DI TE. CONSIDERATE QUESTO, VOI CHE DIMENTICATE DIO, AFFINCHÉ’ IO NOPN VI SBRANI SENZA CHE NESSUNO VI LIBERI. ( SALMO 50:20-22) 
E SAMUELE  DISSE: ‘’GEOVA APPREZZA OLOCAUSTI E SACRIFICI QUANTO APPREZZA L’UBBIDIENZA ALLA SUA VOCE? ECCO, UBBIDIRE A GEOVA E’ MEGLIO DEL SACRIFICIO,E ASCOLTARE E’ MEGLIO DEL GRASSO DEI  MONTONI. ( 1 SAMUELE 15:22)
MA QUESTA FOLLA CHE NON CONOSCE LA LEGGE E’ GENTE MALEDETTA!’’L( GIOVANNI 7:49)
IPOCRITI,ISAIA PROFETIZZO’ APPROPRIATAMENTE DI VOI QUANDO DISSE: ‘QUESTO POPOLO MI ONORA CON LE  LABBRA,  MA IL SUO CUORE E’ MOLTO LONTANO DA ME. ( MATTEO 15:7,8) 
PERCIO’ ANDATE E IMPARATE CHE COSA SIGNIFICA QUESTO: ‘VOGLIO MISERICORDIA,NON SACRIFICIO’. IO, INFATTI,NON SONO VENUTO A  CHIAMARE I GIUSTI,MA I PECCATORI’’. ( MATTEO 9:13) 
INFATTI  A DARMI GIOIA E’ L’ AMORE LEALE,NON IL SACRIFICIO; E’ LA  CONOSCENZA DI DIO,NON GLI OLOCAUSTI. ( OSEA 6:6) 
INSENSATI  ,SLEALI ,SNATURATI E SPIETATI.PUR CONOSCENDO MOLTO BENE IL GIUSTO DECRETO DI DIO SECONDO CUI CHI PRATICA TALI COSE MERITA LA MORTE,NON SOLO CONTINUANO A COMMETTERLE  ,MA ADDIRITTURA APPROVANO CHI LE PRATICA. ( ROMANI 1:31,32)
‘’SERPENTI ,RAZZA DI VIPERE, COME SFUGGIRETE AL GIUDIZIO DELLA GEENNA? ( MATTEO 23:33)
LA MISERICORDIA DEL PADRE 
QUINDI IL PADRE GLI DISSE:’’FIGLIO MIO, TU SEI SEMPRE STATO CON ME,E TUTTO CIO’ CHE E’ MIO E’ TUO. MA NON POTEVAMO NON RALLEGRARCI E FAR FESTA, PERCHE’ TUO FRATELLO ERA MORTO MA E’ RITORNATO IN VITA;ERA PERDUTO MA E’ STATO RITROVATO’’’. (LUCA 15:31,32)
NON C’E’ INFATTI SULLA TERRA UN UOMO GIUSTO CHE FACCIA SEMPRE IL BENE E NON PECCHI MAI. ( ECCLESIASTE 7:20)
IMITIAMO LA MISERICORDIA DI DIO OGGI 
PERCIO’ IMITARE L’ ESEMPIO FDI DIO, QUALI FIGLI AMATI, (EFESINI 5:1)
LA RAGIONE E’ CHE FRA VOI SI SONO INSINUATI CERTI UOMINI CHE GIA’ DA TEMPO SONO STATI RISERVATI A QUESTO GIUDIZIO DALLE  SCRITTURE; SONO UOMINI EMPI CHE USANO L’ IMMERITATA BONTA’ DEL NOSTRO DIO COME PRETESTO PER TENERE UN COMPORTAMENTO SFRONTATO   E CHE SI  DIMOSTRANO  SLEALI NEI CONFRONTI DEL NOSTRO SOLO PADRONE E SIGNORE ,GESU’ CRISTO. ( GIIUDA 4)
CHE MOSTRA AMORE LEALE  A MIGLIAIA DI GENERAZIONI,CHE PERDONA L’ ERRORE,LA TRASGRESSIONE E IL PECCATO,MA NON LASCERÀ’ AFFATTO IMPUNITI I IMPUNITI9 I COLPEVOLI, INFLIGGENDO LA PUNIZIONE
PER L’ ERRORE DEI PADRI AI FIGLI E AI NIPOTI,ALLA TERZA E ALLA QUARTA GENERAZIONE’’. :( ESODO 34:7)
GIOSUE’ DISSE QUINDI AL POPOLO : ‘’VOI NON POTETE SERVIRE GEOVA, PERCHE’ E’0 UN DIO SANTO,UN DIO CHE RICHIEDE DEVOZIONE   ESCLUSIVA . NON PERDONERÀ’ LE VOSTRE TRASGRESSIONI E I VOSTRI PECCATI. ( GIOSUE’ 24:19)
SE QUALCUNO VEDE SUO FRATELLO COMMETTERE UN PECCATO CHJE NON PORTA ALLA MORTE, CHIEDERÀ’,E DIO DARA’ A QUELLO LA VITA; LA DARA’ A QUELLI CHE NON COMMETTONO UN PECCATO MORTALE. C’E’ COMUNQUE UN PECCATO CHE PORTA ALLA MORTE; RIGUARDO A TALE PECCATO NON GLI DOCO DI CHIEDERE. ( 1 GIOVANNI 5:16) 
VEDETE QUANTA  SOLLECITUDINE HA PRODOTTO IN VOI QUESTA TRISTEZZA  SECONDO DIO: HA FATTO IN MODO CHE VOLESTE RIABILITAVI,  CHE   VI INDIGNASTE AL TORTO FATTO! IN QUESTA FACCENDA VI SIETE DIMOSTRATI PURI SOTTO OGNI ASPETTO. ( 2 CORINTI 7:11)
ORA PERO’ VI SCRIVO DI SMETTERE DI STARE IN COMPAGNIA DI CHI E’ CHIAMATO FRATELLO MA PRATICA LIMMORALITÀ’ SESSUALE O E’ AVIDO, IDOLATRA,OLTRAGGIATORE , UBRIACONE O LADRO,NON MANGIANDO NEMMENO CON UNA PERSONA DEL GENERE. DEVO FORSE GIUDICARE QUELLI DI FUORI? NON SONO QUELLI DI DENTRO CHE VOI GIUDICATE, MENTRE DIO GIUDICA  QUELLI DI FUORI? ‘’ALLONTANATE LA PERSONA MALVAGIA DI MEZZO A VOI’’ .( 1 CORINTI 5:11-13)
PERCHE’ CHI NON MOSTRA MISERICORDIA SARA’ GIUDICATO SENZAQ MISERICORDIA.LA MISERICORDIA TRIONFA SUL GIUDIZIO. ( 2:13)
CHI MOSTRA COMPASSIONE AL MISERO FA UN PRESTITO A GEOVA , ED EGLI LO RIPAGHERÀ PER CIOI’ CHE HA FATTO. ( PROVERBI 19:17)
‘’FELICI I MISERIRCODIOSI ,PERCHE’ SARA’ LORO MOSTRATA  MISERICORDIA. ( MATTEO 5:7) 
DI ‘ LORO:’’COM  E’ VERO CHE IO VIVO’’, DICHIARA IL SOVRANO SIGNORE GEOVA,’’NON PROVO PIACERE NELLA MORTE DEL MALVAGIO,MA NEL FATTO CHE IL MALVAGIO CAMBI LA SUA CONDOTTA E CONTINUI A VIVERE. RAVVEDETEVI , ABBANDONATE LA VOSTRA CATTIVA CONDOTTA. PER QUALE RAGIONE DOVRESTE MORIRE,O CASA DI ISRAELE?’’’( EZECHIELE 33:11)
DAI GIORNI DEI VOSTRI ANTENATI VI SIETE ALLONTANATI DALLE MIE NORME E NON LE AVETE OSSERVATE.  TORNATE DA ME ,E IO TONERO’ DA VOI’’,   DICE GEOVA DEGLI ESERCITI. MA VOI CHIEDETE:’’COSA DOVREMMO FARE PER TORNARE?’’ ( MALACHIA 3:7)
O DISPREZZI LA RICCHEZZA DELLA SUA BENIGNITÀ’,DELLA SUA SOPPORTAZIONE E DELLA SUA PAZIENZA,NON SAPENDO CHE DIO NELLA SUA BENIGNITÀ’ CERCA DI CONDURTI AL PENTIMENTO? TU, INVECE,CON LA TUA OSTINAZIONE E CON IL TUO CUORE IMPENITENTE ACCUMULI IRA SU DI TE PER IL GIORNO DELL IRA E DELLA RIVELAZIONE DEL GIUSTO GIUDIZIO DI DIO. ( ROMANI 2:4,5)
GEOVA NON E’ LENTO AD ADEMPIERE LA SUA PROMESSA, COME PENSANO ALCUNI,MA E’ PAZIENTE CON VOI  PERCHE’ DESIDERA’ CHE NON SIA DISTRUTTO  NESSUNO MA CHE TUTTI GIUNGANO ALO PENTIMENTO. (2PIETRO 3:9) 
VI DICO CHE ALLO STESSO  MODO CI SARA’ PIU’ GIOIA IN CIELO PER UN PECCATORE( LUCA 15:7)
ADESSO DOVRESTE PIUTTOSTO PERDONARLO BENEVOLMENTE E CONFORTARLO, COSI’ CHE NON SIA SOPRAFFATTO DA UNA TRISTEZZA TROPPO GRANDE. VI ESORTO QUINDI A RICONFERMAGLI IL VOSTRO AMORE. ( 2 CORINTI 2:7,8) 
DA LONTANO GEOVA MI APPARVE E DISSE: ‘’TI HO AMATO DI UN AMORE ETERNO.  PER QUESTO TI HO ATTRATTO CON AMORE LEALE. ( GEREMIA 31:3)
ANZI, AFFINCHÉ’ POSSIAMO INCORAGGIARCI A VICENDA MEDIANTE LA NOSTRA FEDE, TANTO LA VOSTRA QUANTO  LA MIA. ( ROMANI 1:12)
AFFINCHÉ’ SATANA NON PREVALGA SU DI NOI, DATO CHE NON IGNORIAMO I SUOI STRATAGEMMI. ( 2 CORINTI 2:11) 
EBBENE ,SI SENTE DIRE CHE FRA VOII SI  COMMETTE IMMORALITÀ’ SESSUALE , E UN’ IMMORALITÀ TALE CHENON SI TROVA NEANCHE FRA LE  NAZIONI:  UN UOPMO CONVIVE CON LA MOGLIE DI SUO PADRE. E VOI NE ANDATE ORGOGLIOSI? NON DOVRES TE PIUTTOSTO  ESSERE AFFLITTI, COSI’ DA ALLONTANARE DI MEZZO A VOI L’UOMO CHE HA FATTO UNA COSA DEL GENERE? ANCHE SE ASSENTE CON IL CORPO,IO SONO PRESENTE IN SPIRITO ,E HO GIA’ GIUDICATO L’UOMO CHE HA FATTO QUESTO COME SE FOSSI EFFETTIVAMENTE LI’ CON VOI. QUANDO VI RIUNITE NEL NOME DEL  NOSTRO SIGNORE GESU’,SAPENDO CHE IO SARO’ CON VOI IN SPIRITO INSIEME ALLA POTENZA DEL NOSTRO SIGNORE GESU’,  DOVRESTE CONSEGNARE QUELL’ UOMO A SATANA PER LA DISTRUZIONE DELLA CARNE, AFFINCHÉ’ LO SPIRITO SIA SALVATO NEL GIORNO DEL SIGNORE. ( 1 CORINTI 5:1-5)
LE MIE PECORE HANNO VAGATO PER TUTTI IMONTI E PER OGNI ALTO COLLE;LE MIE PECORE SISONO DISPERSE SU TUTTA LA SUPERFICIE DELLA TERA,SENZA CHE QUALCUNO LE CERCASSE O PROVASSE A TROVARLE. ( EZECHIELE 34:6) 
FRATELLI MIE, NON SIATE IN MLTI A DIVENTARE MAESTRI, SAPENDO CHE RICEVEREMO UN GIUDIZIO PIU’ SEVERO. ( GIACOMO 3:1) 
QUINDI  GESU’ DISSE AI SUOI DISCEPOLI:’’E’ INEVITABILE CHE SI PRESTINO OSTACOLI CHE PORTANO A PECARE. TUTTAVIA , GUAI ACOLUI MEDIANTE IL QUALE SI PRESENTANO! SAREBBE MEGLIO PER LUI SE GLI SI  APPENDESSE AL  COLLO UNA MACINA E FOSSE GETTATO NEL MARE, PIUTTOSTO  CHE LUI FACCIA SVIARE UNO DI  QUESTI PICCOLI. STATE ATTENTI A VOI STESSI! SE TUO FRATELLO COMMETTE UN PECCATO RIMPROVERALO,E SE SI  PENTE PERDONALO. ANCHE SE PECCA CONTRO DI TE SETTE VOLTE AL GIORNO E SETTE VOLTE TORNA DA TE DICENDO:’’MI PENTO’, DEVI PERDONARLO’’. ( LUCA 17:1-4)
VI DICO CHE ALLO STESSO MODO CI SARA’ PIU’ GIOIA IN CIELO PER UN PECCATORE PENTITO CHE PER 99 GIUSTI CHE NON HANNO BISOGNO DI PENTIRSI. ç( LUCA 15:7)
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booksreadbukowskianalove · 7 years ago
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FUTURO SEMPLICE:IO SARÒ, TU SARAI
Ovunque tu sarai, io ci sarò.
In qualunque giorno deciderai di arrivare, io sarò li, ad aspettarti.
E sarai compagno di viaggio. Compagno di giochi. Compagno di vita.
E sarai la navata che mi conduce all'altare. E sarai bastone della vecchiaia. E spalla sulla quale appoggerò il capo, quando sarò stanca.
E sarai la mano che mi accarezzerà il profilo mentre dormo. Gli occhi che mi guarderanno attenti, quando sarò distratta.
E sarai Natali e Pasque. E San Valentino tutto l'anno.
E sarai giornate da raccontarsi e sfide per sostenersi.
E sarai litigi, scontri, e telefoni muti.
E sarai l'amore che si fa per ritrovare la pace.
E il fianco contro il quale raggomitolarsi quando avrò freddo.
E sarai storia da raccontare ai nipoti, davanti al fuoco di un camino acceso.
E sarai casa da arredare, e conti a fine mese da saldare.
Sarai presente e sarai futuro. Non sarai mai passato.
E sarai timone e bussola nelle tempeste. E specchio in cui guardarsi, quando non riusciró a vedermi.
E sarai faro, e sarai luce e sarai stelle che non cadono.
E sarai una promessa che giuro di mantenere. E sarai l' eternità a cui non credo.
"Donne al quadrato" - Antonia Storace
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entheosedizioni · 5 years ago
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Quando i libri parlano (anche) di cibo
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Salva fatta la promessa di approfondire l’argomento – che merita davvero – in un più complesso articolo (Il cibo nella letteratura), per ora voglio soffermarmi sullo squisito piacere che si ricava dai libri che regalano non soltanto la possibilità di vivere un’altra vita nel leggerli, ma anche di sentire il sapore del cibo offerto da questa vita. “Due o tre giorni prima le tre zitelle con Nina la cameriera avevano sgusciato noci, nocciole, mandorle e pinoli, tagliato le bucce d’arancia per la canditura, spezzettato datteri e fichi per i buccellati fatti in casa. Per l’immancabile sfincione c’era stata la pelatura e l’affettatura delle cipolle, che poi sarebbero state appassite nell’olio verde di campagna e quindi cotte nella salsa di pomodoro imbottigliata nell’estate appena trascorsa. E non poteva mancare il ragù per fare gli anelletti al forno, e la pasta coi broccoli arriminati che piaceva tanto ai nipoti. Il menù iniziava con un tripudio di antipasti: tuma, primintìo, caciocavallo, olive e salumi vari da mangiare col pane casereccio preparato dai contadini di Beddarìa. E, dopo i primi, rollò di carne imbottita e purè di patate. Tutte le imbottiture vennero cucinate due giorni prima, poi un giorno prima la preparazione delle farine per paste dolci e salate, in modo che il giorno stabilito bisognasse rifinire dolci e primi e cucinare solo la carne e le patate.” (tratto da “La miglior parola è quella che non si dice” – secondo volume della saga di Maria Samoná, prossima pubblicazione di Entheos Edizioni)
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Quando i libri parlano di cibo e il cibo parla dei personaggi Immergersi nei profumi, assaporare gusti sconosciuti, farsi inebriare dai sapori di pietanze esotiche o profondamente ancorate nella tradizione regionale: questo è il potere del cibo nei libri. Ma il cibo nei libri non ci porta soltanto a conoscere nuove ricette o gusti mai provati, ci fa anche capire il carattere dei personaggi che lo assaggiano. Così, ci ritroviamo a pranzare insieme a Maigret di Simenon mentre prova a portare a capo un’intricata indagine: il commissario è un uomo semplice, ama mangiare nelle osterie o trattorie (bistrot – perché in francese è tutto più chic) e ama mangiare cose semplici, cucinate in modo semplice: arrosto di maiale con lenticchie, fricandò, zuppa di cipolle gratinate (o soup à l’oignon gratinée, per l’appunto. In questo articolo troverete la deliziosa ricetta). Da un commissario all’altro, dalla cucina francese – che, forse, di pretenzioso ha solo il nome – a quella siciliana, colma di calura e gioie per il palato. E se Maigret prediligeva i piatti di terra, il nostro Montalbano è famoso per la sua passione per i spaghetti al nero di seppia o le polpettine di neonata, pure lui però estimatore dei profumi della terra, anche se di mescolanze più esotiche come quelle arabe o greche. E allora assaporiamo la caponata di melanzane e il cous-cous alla trapanese, o la pasta ‘ncasciata o quella con le sarde. Se poi dal libro volete passare a tavola, eccovi la nostra ricetta letteraria della pasta con le sarde! Da mangiare in silenzio, con vista mare. I nostri commissari sono uomini tutti d’un pezzo, hanno bisogno di un cibo senza fronzoli, eppure elaborato nella sua semplicità, proprio come le loro indagini.
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Di tutt’altro genere si ciba Proust, che fa indagini sull’anima – notoriamente più leggera –, e allora assapora madeleine e non la finisce più di parlarne (lo facciamo pure noi in questo articolo). D’altronde, queste sono indagini che non si chiudono mai. Ne Il Gattopardo di G. Tomasi di Lampedusa anche il cibo è di rappresentanza: si è nobili, tocca apparire, le feste sono sontuose, le tavole apparecchiate scenograficamente, i cuochi si prodigano in  elaborazioni culinarie mentre i commensali apprezzano, lambiti però ognuno dai suoi pensieri. In Moby Dick si va a caccia di balene e si mangia zuppa di molluschi: “Ma quando la zuppa fumante arrivò, il mistero – di come una vongola potesse sfamare un uomo – fu piacevolmente svelato. Oh! amici cari, statemi a sentire. Era composta da piccole e succulente vongole, non più grandi di una nocciola, mescolate a gallette, a maiale salato tagliato a pezzettini! il tutto condito con burro e abbondantemente insaporito con sale e pepe.”
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Credit@lacuocaignorante Se semplici marinai vi sembrano incapaci di un qualunque pensiero di spessore, ebbene, sappiate che la profondità del mare ispira oltre la finezza di qualsiasi nobiltà, e un piatto di zuppa di molluschi offre un paio di riposte a domande esistenziali che neanche la meglio cena di rappresentanza al palazzo ducale. Letteratura e cibo Leggere e mangiare, due intimi piaceri da coltivare con attenzione: da entrambe ci si deve congedare con ancora un po’ di fame. E se, come notava Ludwig Feuerbach, “siamo quello che mangiamo”, lo stesso dicasi della lettura. Ecco quindi che forse c’è un nesso  fra la digeribilità di Ulisse di James Joyce e i gusti del suo personaggio: “Mr. Leopold Bloom mangiava con soddisfazione gli organi interni di bestie e volatili da cortile. Amava la densa zuppa di frattaglie, ventrigli speziati, un cuore arrosto ripieno, fegato a fette impanato e fritto, uova di merluzzo fritte. Più di tutto amava i rognoni di montone ai ferri, che regalavano al suo palato fine un sentore di urina lievemente odorosa”. Per concludere Non si può vivere senza mangiare – non a lungo, perlomeno –, tuttavia si può vivere (benissimo) senza leggere. Quello che non si può fare senza la lettura è mangiare la zuppa di molluschi di capitan Achab, o partecipare al pranzo di nozze di Monsieur Bovary, così come non si potrà mai ricordare il profumo di certe madeleine mai assaggiate. “I libri pesano tanto: eppure, chi se ne ciba e se li mette in corpo, vive tra le nuvole” Luigi Pirandello   Annabelle Lee Read the full article
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Alla scoperta delle favole di Gramsci
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Carissimo Delio, mi sento un po’ stanco e non posso scriverti molto. Tu scrivimi sempre e di tutto ciò che ti interessa nella scuola. Io penso che la storia ti piace, come piaceva a me quando avevo la tua età, perché riguarda gli uomini viventi e tutto ciò che riguarda gli uomini, quanti piú uomini è possibile, tutti gli uomini del mondo in quanto si uniscono fra loro in società e lavorano e lottano e migliorano se stessi, non può non piacerti piú di ogni altra cosa. Ma è cosí? Ti abbraccio. ANTONIO
E in questi giorni sono meravigliosamente circondata dagli affetti familiari … e come ogni ricorrenza da calendario c’è il momento “tuttinsiemeappassionatamenteconzia”….
Nell’immagine della famiglia tradizionale (forse più meridionale), mi sembra di ricordare che ci sia sempre la zia single (nel linguaggio moderno… unico termine consentito) o uno zio (versione maschile autorizzata dunque!) nei confronti dalla quale i nipoti assumono atteggiamenti misti di ammirazione e grande affetto, e non solo perché fa i regali più belli e non è detto più costosi… meglio definirli “trasgressivi” rispetto al volere di mamma e papà….. piuttosto perché assume nel tempo, e nei ricordi di ciascuno, una fisionomia dai contorni sfumati, oserei definirla quasi una figura mitologica, forse dato dal fatto che non la si vede quasi mai  (così pensavo io dello zio Remo)… comunque quando c’è è sempre piena di sorprese e regali (rigorosamente uno per ciascuno e meticolosamente attenta che sia azzeccato (il segreto? chiedere ai genitori … ovviamente) … e capace di fare tutti i giochi e vincere (non  so se sia una regola, io almeno io ci provo)… insomma… portatrice di allegria e divertimento diffuso … “facile!!!” dicono i genitori …. “a ognuno il suo ruolo”, mi verrebbe a questo punto rispondere.
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Mentre sono intenti a giocare ognuno con i propri giochi e io posso sedermi sul divano davanti al pc (niente lavoro! solo letture amene) e per un attimo godere di un po’ di tregua… eccoli! Intorno a me, mi assalgono, prendendo le vie più diverse… chi risale dalle gambe, chi mi prende alle spalle, chi fa direttamente un balzo e basta… ci riescono, tra litigi e gomitate a sedersi accanto tutti … e ci dobbiamo stingere per poterci stare ( e pensare che non sono nemmeno al completo).
Giunge però è il momento più critico … “zia che fai, giochi con noi a nascondino?”, e io “ zia legge” … risposta scontata “anche noi!!!!!”
Panico … oh nooooooo! nascondino si o no?  scelgo, dico no! Anche noi abbiamo bisogno di qualche minuto di pausa…. ma cosa mi invento?
Ho in cronologia il link di alcune favole scritte da Gramsci per i propri figli durante la prigionia … ho riscoperto questo lato di Gramsci “scrittore di favole” in occasione della pubblicazione del libro dedicato ai più piccoli “l’albero del riccio” edito da Abbà edizioni….
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Ssssssssssssssssssssilenzio ! L’attenzione è altissima … volgo il mio sguardo ancora una volta verso di loro, mi accorgo che aspettano a bocca aperta …sorrido… comincio:
“Un bambino dorme. C’è un bricco di latte pronto per il suo risveglio. Un topo si beve il latte. Il bambino, non avendo latte, strilla, e la mamma che non serve a nulla corre dalla capra per avere del latte. La capra gli darà il latte se avrà l’erba da mangiare. Il topo va dalla campagna per l’erba e la campagna arida vuole l’acqua. Il topo va dalla fontana. La fontana è stata rovinata dalla guerra e l’acqua si disperde: vuole il maestro muratore; questo vuole le pietre. Il topo va dalla montagna e avviene un sublime dialogo tra il topo e la montagna che è stata disboscata dagli speculatori e mostra dappertutto le sue ossa senza terra. Il topo racconta tutta la storia e promette che il bambino cresciuto ripianterà i pini, querce, castagni ecc. Cosí la montagna dà le pietre ecc. e il bimbo ha tanto latte che si lava anche col latte. Cresce, pianta gli alberi, tutto muta; spariscono le ossa della montagna sotto il nuovo humus, la precipitazione atmosferica ridiventa regolare perché gli alberi trattengono i vapori e impediscono ai torrenti di devastare la pianura. Insomma il topo concepisce un vero e proprio piano di lavoro, organico e adatto a un paese rovinato dal disboscamento”…
Il topo e la montagna è una delle favole che Gramsci dedicò a Delio e Giuliano, quest’ultimo non conobbe mai, e volle loro consegnare un messaggio profondo e importante valido anche per i bambini di oggi. E a chiusura dell’anno mi piacerebbe dedicarla a tutti e genitori e ai loro bambini: l’antica promessa di proteggere la natura e la sua bellezza. A loro il compito di essere e formare cittadini migliori, forse, di quanto lo siamo noi… perché i bambini, sono loro il futuro ..
Successo assicurato …… proseguo con un’altra storia …. “Ecco dunque come ho visto i ricci fare la raccolta delle mele. Una sera d’autunno, quando era già buio, ma splendeva luminosa la luna, sono andato con un altro ragazzo, mio amico, in un campo pieno di alberi da frutta, specialmente di meli. Ci siamo nascosti in un cespuglio, contro vento. Ecco, a un tratto, sbucano i ricci, cinque: due piú grossi e tre piccolini…..” (l’albero del riccio).
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Il mio piccolo tributo ad Antonio Gramsci nell'ottantesimo anniversario della sua morte
L’Albero del riccio di Antonio Gramsci, Edizioni Abbà
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primusliber-traduzioni · 6 years ago
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Frank Turner - Be More Kind
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In un mondo che ha deciso di voler perdere la testa
Siate più gentili, amici miei, cercate di essere più gentili
(da: Be More Kind)
1. Don't Worry
Non preoccuparti
   Non preoccuparti se non sai cosa fare
Anch'io ho calzato per un po' gli stivali della preoccupazione
Li ho consumati a forza di camminare, non è servito a niente
Non preoccuparti se non sai cosa fare
   Non arrenderti se non riesci a fare come dici tu
Non ascoltare le loro parole piene di rancore
Quei pensieri mettiteli alle spalle, domani è un altro giorno
Non arrenderti se non riesci a fare come dici tu
   La vita fa soffrire, l'amore ti scotta
Non vorremmo tutti che non andasse così?
E se cade tutto a pezzi dovresti aggiustarlo
Non buttarlo via
   Non lasciare che il cuore ti diventi duro come la pietra
E non perderti via a guardare il telefono
Tutti quei cosiddetti amici, eppure ti senti comunque solo
Dovresti passare più tempo con i pro che con i contro
   La vita fa soffrire, l'amore ti scotta
Non vorremmo tutti che non andasse così?
E quando non ce la farai più ad andare avanti
Io ti darò una mano, non ti caccerò via
   Non preoccuparti se non sai cosa fare
Non preoccuparti se non sai cosa fare
Non preoccuparti se non sai cosa fare
Non preoccuparti se non sai cosa fare
   Non so cosa sto facendo, nessuno ha la più pallida idea
Ma alla fine lo capirai, e magari pure io
       2. 1933
1933
   "Piantatela di chiedere ai musicisti cosa ne pensano"
Disse biascicando tra sé e sé mentre si versava il secondo bicchiere
E fuori il mondo cadeva nel precipizio
"Pensavamo tutti di non avere niente da perdere
Che bastava incrociare le dita e toccare ferro
Che le cose avrebbero funzionato qualunque cosa scegliessimo"
   La prima volta è stata una tragedia, la seconda una farsa
Fuori è il 1933, per cui io mi chiudo nel bar
   E non so neanche più che cosa sta succedendo
Fuori il mondo splende di una luce tutta nuova
Ma non è una luce che mi trasmette calore
Vedete di non confondere la vostra casa che brucia con l'alba
Vedete di non confondere la vostra casa che brucia con l'alba
   Se fossi della Greatest Generation sarei incazzato
A vedere il mondo che ho creato ricadere in queste cose
Gliene direi quattro ai miei nipoti: "Ci siamo già passati noi!"
Sospettate sempre delle risposte semplici
Quelle vanno bene giusto per i fascisti (e al massimo per i ragazzini)
Non puoi sistemare il mondo se hai in mano solo un martello
   La prima volta è stata una tragedia, la seconda una farsa
Fuori è il 1933, per cui io mi chiudo nel bar
   E non so neanche più che cosa sta succedendo
Fuori il mondo splende di una luce tutta nuova
Ma non è una luce che mi trasmette calore
Vedete di non confondere la vostra casa che brucia con l'alba
Vedete di non confondere la vostra casa che brucia con l'alba, con l'alba
   Ma non ve ne vergognate? Io spero bene di sì
Vivete in una società che a momenti arriva su Marte
Mentre quaggiù abbiamo ancora una marmaglia di stronzi che guidano la carica
Fuori è il 1933, per cui io mi chiudo nel bar
   E non so neanche più che cosa sta succedendo
Fuori il mondo splende di una luce tutta nuova
Ma non è una luce che mi trasmette calore
Vedete di non confondere la vostra casa che brucia con l'alba
Vedete di non confondere la vostra casa che brucia con l'alba
Vedete di non confondere la vostra casa che brucia con l'alba
Vedete di non confondere la vostra casa che brucia con l'alba
       3. Little Changes
Piccoli cambiamenti
   Mi sveglio troppo presto in città e mi sento disconnesso
La metropolitana e la mia comprensione hanno dei ritardi sulla linea
Il tempo e il nostro funzionamento non erano proprio come ci aspettavamo
Mi sto sciogliendo nella calura estiva e impazzisco
   Ben lungi dall'essere tutto a posto, ammutolito e impaurito
Le grandi cose restano sempre uguali
E dici "cambia poco, cambia poco"
   Ci siamo arresi troppo facilmente anche se potevamo fare un piccolo sforzo in più
Siamo rimasti a guardare mentre il quartiere andava a rotoli
Abbiamo usato le nostre energie per incazzarci invece di essere più gentili
Per intonare inni di lodi in una città abbandonata dagli dei
   Ben lungi dall'essere tutto a posto, ammutolito e impaurito
Le grandi cose restano sempre uguali
Finché non facciamo dei piccoli cambiamenti, piccoli cambiamenti, piccoli cambiamenti
   Perché sto facendo dei casini e ti sto dando delle delusioni
Sto sbagliando tutto davvero da troppo tempo
Mi sto perdendo invece di ritrovarmi
E non so da dove cominciare
Ma qualcosa dovrà pur cedere
Non distruggere tutto, portalo sempre nel cuore
Io farò tutto quello che sarà necessario
   Ben lungi dall'essere tutto a posto, ammutolito e impaurito
Le grandi cose restano sempre uguali
Facciamo dei piccoli cambiamenti, piccoli cambiamenti
Dai, sù, facciamo dei piccoli cambiamenti
È ora di fare dei piccoli cambiamenti
   Non limitiamoci a pregare, facciamo un cambiamento
Non limitiamoci a pregare, facciamo un cambiamento
Dai, sù, facciamo dei piccoli cambiamenti
È ora di fare dei piccoli cambiamenti
       4. Be More Kind
Siate più gentili
   La storia mi sta mettendo sotto pressione ultimamente
Sento il fiato del futuro sul collo
E tutte le cose che credevo vere quando ero giovane e lo eri anche tu si sono rivelate difettose
E non so cosa ci riserva il futuro
   In un mondo che ha deciso di voler perdere la testa
Siate più gentili, amici miei, cercate di essere più gentili
   Hanno iniziato a tirar sù muri in giro per il mondo ormai
Come i peli rizzati sul collo di un gatto messo all'angolo
Sui confini, dentro le nostre teste, fra cosa si può e cosa non si può dire
Abbiamo smesso di parlarci, e c'è qualcosa di sbagliato in tutto ciò
   Prima di partire alla ricerca, non decidere già cosa devi trovare
Siate più gentili, amici miei, cercate di essere più gentili
   Dovresti sapere che non sei da solo
E che i guai vengono così come se ne vanno
Come andrà a finire nessuno lo sa
Per cui tienti forte quando tira il vento
   Il vento ci ha portati entrambi tra la sabbia e il mare
E dove stia la terra ferma è difficile da dire
Mentre la corrente ci trascina lungo la riva
Non riusciamo più a capire con certezza chi stia affogando e se si riesca a salvarlo
   Ma quando ti ritroverai là fuori ad annaspare nell'acqua, io brillerò come un faro
Siate più gentili, amici miei, cercate di essere più gentili
Come un fanale offerto a te e ai tuoi cari da me e dai miei
Siate più gentili, amici miei, cercate di essere più gentili
In un mondo che ha deciso di voler perdere la testa
Siate più gentili, amici miei, cercate di essere più gentili
       5. Make America Great Again
Make America Great Again
   Lo so che sono soltanto un inglese ignorante
Ma vorrei far tornare grande l'America
Per cui se mi perdonate l'accento e la faccia tosta
Ecco qualche consiglio dalla nostra relazione speciale
   Facciamo tornare grande l'America
Facendo tornare i razzisti a vergognarsi
Facciamo tornare di moda la compassione
Facciamo tornare grande l'America
   Ho avuto la fortuna di girare tutto il continente
Dalla California al Midwest fino a Providence
E bene o male ho trovato solo buonsenso, ospitalità e calore dagli americani
Ma mi piacerebbe che fossero un po' meno eloquenti il programma e il nome del presidente
Perché a me sembra che la verità sia evidente
Avete combattuto contro il nostro re per l'indipendenza
   Facciamo tornare grande l'America
Facendo tornare i razzisti a vergognarsi
Facciamo tornare di moda la compassione
Facciamo tornare grande l'America
   Ellis Island, accoglimi
Ognuno può ricominciare nella città splendente sulla collina
Dove nessuno può essere illegale
   Facciamo tornare grande l'America
Facendo tornare i razzisti a vergognarsi
Facciamo tornare di moda la compassione
Facciamo tornare grande l'America
Comportiamoci da amici coi nostri più vecchi amici
E facciamoglielo notare quando fanno passi falsi
Ricordiamogli che sono persone migliori
E allora sì che faremo tornare grande l'America
       6. Going Nowhere
Non me ne vado da nessuna parte
   Quando ti ritrovi a un tiro di schioppo da dov'eri partito e non stai andando da nessuna parte
Quando tutte le cose che consideravi solide sono evaporate nel nulla
Quando ti sei consumato le dita a forza di lavorare ma non hai avuto quello che ti spettava
Io ci sono sempre, in intimi rapporti
Non me ne vado da nessuna parte
   Quando senti che stai deludendo gli amici e che hai tradito le attese dei tuoi
Quando sei un riccio che non riesce a non pungere chiunque incontri
Quando i corvi abbandonano la Torre e ti fai piccolo piccolo dalla paura in città
Io ci sono sempre, in intimi rapporti
Non me ne vado da nessuna parte
   Potranno cadere gli imperi e sollevarsi i mari
Ma io alla fine sarò al tuo fianco
Sono come una poltrona – non me ne vado da nessuna parte
   Quando hai preso sù l'ombrello perché pioveva ma ti sei inzuppato lo stesso
Quando hai lavorato 62 ore in una settimana ma sei rimasto senza soldi
E quando il mondo che ti sembrava avere un senso si è rivelato una presa in giro
Io ci sono sempre, in intimi rapporti
Non me ne vado da nessuna parte
   Quando hai fatto ottimi progetti ma alla fine non hanno funzionato
Perché contavi che i tuoi compaesani e le tue compaesane non impazzissero
E il futuro sta crollando e resta solo un dolore vuoto
Io ci sono sempre, in intimi rapporti
Non me ne vado da nessuna parte
   La nostra gioventù e la mia bellezza potranno anche passare
Ma io posso cercare di renderti felice giorno dopo giorno
Sono come i tuoi capelli grigi – non me ne vado da nessuna parte
   La musica potrà anche incepparsi e le parole scivolare via
Ma speriamo che il sentimento sopravviva
Sono come il tuo giradischi, sono come una poltrona
Non me ne vado da nessuna parte
       7. Brave Face
Coraggio
   Fatti coraggio, tesoro, fatti coraggio, tesoro
E preparati per la fine del mondo
Fatti bella, fai un respiro profondo
Non mettere la testa sotto terra e stai bene dritta
Magari farà un po' male
Ma non dimenticare che passerà anche questa se sopravviviamo
Quindi fatti coraggio, tesoro, fatti coraggio, tesoro
E arriveremo dall'altra parte
   Fammi questa promessa
Che quando finirà il mondo mi darai un bacio e mi terrai per mano
E allora sì che qualsiasi cosa succeda la supereremo
Basta un'occhiata al tuo coraggio e mi sento un uomo più coraggioso
   Fatti coraggio, tesoro, fatti coraggio
Incredibile quanto la paura possa aumentare la concentrazione
Non ti devi vergognare
Un po' di colpa ce la portiamo addosso tutti se le cose non sono andate a finire bene
Il mondo è allo sbando ormai, amore
Ormai la cosa migliore è ripartire da capo con in mente nuove idee
Quindi fatti coraggio, tesoro, fatti coraggio, tesoro
E arriveremo dall'altra parte
   Se questa cosa la dobbiamo proprio fare, facciamola col sorriso sul volto
E non darò a vedere che mi tremano le mani
Moriremo da re e regine anche se abbiamo vissuto da straccioni
Quindi fatti coraggio, tesoro, fatti coraggio, tesoro
E precipitiamo insieme
   Fammi questa promessa
Che quando finirà il mondo mi darai un bacio e mi terrai per mano
E allora sì che qualsiasi cosa succeda la supereremo
Basta un'occhiata al tuo coraggio e mi sento un uomo più coraggioso
   Se questa cosa la dobbiamo proprio fare, facciamola col sorriso sul volto
E non darò a vedere che mi tremano le mani
Moriremo da re e regine anche se abbiamo vissuto da straccioni
Quindi fatti coraggio, tesoro, fatti coraggio, tesoro
E precipitiamo insieme
   Fammi questa promessa
Che quando finirà il mondo mi darai un bacio e mi terrai per mano
E allora sì che qualsiasi cosa succeda la supereremo
Basta un'occhiata al tuo coraggio e mi sento un uomo più coraggioso
   Fatti coraggio, tesoro, fatti coraggio, tesoro
E arriveremo dall'altra parte
Fatti coraggio, tesoro, fatti coraggio, tesoro
E arriveremo dall'altra parte
Fatti coraggio, tesoro, fatti coraggio, tesoro
E arriveremo dall'altra parte
Fatti coraggio, tesoro, fatti coraggio, tesoro
E arriveremo dall'altra parte
   Fatti coraggio, tesoro, fatti coraggio, tesoro
E arriveremo dall'altra parte
Fatti coraggio, tesoro, fatti coraggio, tesoro
E arriveremo dall'altra parte
Fatti coraggio, tesoro, fatti coraggio, tesoro
E arriveremo dall'altra parte
Fatti coraggio, tesoro, fatti coraggio, tesoro
E arriveremo dall'altra parte
       8. There She Is
Eccola
   Ho vagato nel buio, nel fango – ero ferito
E alla fine sono tornato al punto di partenza
E ho incespicato, lo sa Dio quanto ho incespicato
Sono scivolato su me stesso
Nessuno che mi ha aiutato
Mi sono innamorato e ridimensionato
   Eccola – non è tutto quello che uno possa chiedere?
Eccola – non è tutto quello che uno possa chiedere?
   Giù sul fondo ho trovato le cose che avevo dimenticato
E anche con tutto quello che ho fatto posso sempre imparare, posso sempre imparare
E stavolta me le tengo ben strette
Perdono a me stesso e poi chiedo perdono
Incrocio le dita delle mani e dei piedi
Perché lo sa solo il Signore quanto ne ho bisogno
Dio, quanto ne ho bisogno
   Eccola – non è tutto quello che uno possa chiedere?
Eccola – non è tutto quello che uno possa chiedere?
   Non è tutto quello di cui possa aver bisogno?
Avevo bisogno di qualcuno che mi credesse
Avevo bisogno di qualcuno che non mi abbandonasse
Avevo bisogno di lei
Tutto quello di cui possa aver bisogno
Avevo bisogno di qualcuno che mi credesse
Avevo bisogno di qualcuno che non mi abbandonasse
Avevo bisogno di lei
   Eccola – non è tutto quello che uno possa chiedere?
E sono pronto a dare, sono pronto a dare tutto
Eccola – non è tutto quello che uno possa chiedere?
E sono pronto a dare, sono pronto a dare tutto
Tutto quello di cui tu possa aver bisogno
Tutto quello di cui tu possa aver bisogno
   Tutto quello di cui tu possa aver bisogno
Ti prometto che ti crederò
Ti prometto che non ti abbandonerò mai
Ho bisogno del mio amore
Tutto quello di cui tu possa aver bisogno
Ti prometto che ti crederò
Ti prometto che non ti abbandonerò mai
Ho bisogno del mio amore
   Eccola
Eccola
       9. 21st Century Survival Blues
Malinconia da sopravvivenza nel 21° secolo
   Ho la malinconia da sopravvivenza nel 21° secolo
Una condizione che viene guardando il telegiornale
Le cose sono rimaste tranquille fin troppo tempo
E se conosco gli esseri umani, qualcosa andrà storto
Ci hanno cresciuti in uno spiazzo di pace insostenibile
Ben pochi di noi hanno mai dovuto vivere in ginocchio
E ho paura che non avrò la forza necessaria per alzarmi in piedi quando si romperà l'argine
   Ci vediamo a casa quando partono le sirene
Non voglio rimanere da solo, quindi vedi di non perderti
Conosco un posto dove ci possiamo nascondere noi due
Potremmo barricare la porta e ce ne staremmo al sicuro
Quando soffiano i venti gelidi e il mondo diventa freddo
Non ci si può fidare della gentilezza e non si può mangiare l'oro
Ho la malinconia da sopravvivenza nel 21° secolo
Ma a dirti la verità, ho solo bisogno di te
   Ho la malinconia da sopravvivenza nel 21° secolo
Una generazione cresciuta senza fare il proprio dovere
Abituata così bene da permettersi di scherzare col dubbio
Senza sapere come sopravvivere quando si spengono le luci
E se togliamo le cose da cui ormai dipendiamo
Cominciamo a dimenarci come i bambini dell'asilo
Per cui ho cominciato a farmi la lista delle cose essenziali
Per quando le tempeste faranno quello che devono fare
   Ci vediamo a casa quando partono le sirene
Non voglio rimanere da solo, quindi vedi di non perderti
E conosco un posto dove ci possiamo nascondere noi due
Potremmo barricare la porta e ce ne staremmo al sicuro
Quando soffiano i venti gelidi e il mondo diventa freddo
Non ci si può fidare della gentilezza e non si può mangiare l'oro
Ho la malinconia da sopravvivenza nel 21° secolo
Ma a dirti la verità, ho solo bisogno di te, te
Ho solo bisogno di te, te
   Ho la malinconia da sopravvivenza nel 21° secolo
Ho un riparo, l'acqua potabile, dispense piene di provviste
E so di poter sopravvivere nel mio rifugio anti-apocalisse
Ma cosa sopravvivi a fare se devi sopravvivere da solo?
   Ci vediamo a casa quando partono le sirene
Non voglio rimanere da solo, quindi vedi di non perderti
E conosco un posto dove ci possiamo nascondere noi due
Potremmo barricare la porta e ce ne staremmo al sicuro
Quando soffiano i venti gelidi e il mondo diventa freddo
No, non ci si può fidare della gentilezza e non si può mangiare l'oro
Ho la malinconia da sopravvivenza nel 21° secolo
Ma a dirti la verità... lascia che ti dica la verità
Ho solo bisogno di te, te
Ho solo bisogno di te, te
       10. Blackout
Blackout
   Eri lì a guardare il tuo programma preferito quando la TV si è spenta
La più grave interruzione di corrente nel quartiere dal 1989
Un blackout in centro città
Ma giù in periferia, dove è saltata per prima
Stanno facendo, facendo questa domanda
   Hai paura del buio?
Hai paura del buio?
Ho paura del buio anch'io
   All'ospedale, nel reparto di terapia intensiva
Una pausa troppo lunga tra l'arresto e l'attivazione d'emergenza della macchina che la teneva in vita
Un errore di sistema e il cuore le ha smesso di battere
Un vuoto di corrente e cade tutto a pezzi
Dovremmo farci, farci questa domanda
   Hai paura del buio?
Hai paura del buio?
Ho paura del buio anch'io
Siamo tutti in balia del blackout che cerchiamo di uscirne a tentoni
Aspetta che faccia mattina, io resto ad aspettarti
   Troviamoci a metà strada, troviamoci a metà strada
Accendi una candela e portatela dietro
Troviamoci a metà strada, troviamoci a metà strada
Ti aspetto lì
   Ero lì a godermi la mia tranquillità
Ero lì a cantare le mie canzoncine da egoista
Davo per scontato che tutti capissero quanto poco ci vuole a finire nei casini
Ma ormai non basta più fare così
Non possiamo girarci dall'altra parte
E chiudere la porta in faccia a un mondo che fa domande complesse
Dovremmo cominciare a farci domande complesse
   Hai paura del buio?
Hai paura del buio?
Ho paura del buio anch'io
Siamo tutti in balia del blackout che cerchiamo di uscirne a tentoni
Aspetta che faccia mattina, io resto ad aspettarti
   Troviamoci a metà strada, troviamoci a metà strada
Accendi una candela e portatela dietro
Troviamoci a metà strada, troviamoci a metà strada
Ti aspetto lì
Troviamoci a metà strada, troviamoci a metà strada
Accendi una candela e portatela dietro
Troviamoci a metà strada
       11. Common Ground
Cose in comune
   Se si trattasse dei migliori di noi contro il resto
Non ci sarebbe proprio nemmeno da discutere
Sarebbe una vittoria, o una guerra civile spagnola
Ma in realtà non sono molto sicuro che sia affatto così
   Se ci tocca trovare il modo di vivere
Dobbiamo costruirci da soli un ponte
E se dovessimo costruirci da soli quel ponte
Potremmo trovarci a metà strada e perdonare
   Se siamo solo polvere alla polvere
Allora alla fine quello che rimane di noi sono le tracce di come trattiamo le persone che incontriamo
E le persone che ci creano problemi
A me sembra che la prova più dura sia quando non ci troviamo d'accordo
   Se ci tocca trovare il modo di vivere
Dobbiamo costruirci da soli un ponte
E se dovessimo costruirci da soli quel ponte
Potremmo trovarci a metà strada e perdonare
Troviamoci sul ponte e perdoniamo
   Se possiamo trovare una speranza
La troveremo nelle cose che abbiamo in comune
E se quelle cose le dobbiamo raggiungere
Abbiamo intorno dei muri in cui bisogna creare una breccia
E se si riesce a fare quella breccia
Trascinate fuori anche gli altri, non abbiate paura
Altrimenti le nostre differenze ci trascineranno in basso
Io credo che le cose che abbiamo in comune le troveremo
   Voglio che troviamo il modo di vivere
Rimboccatevi le maniche ché costruiamo un ponte
Voglio che troviamo il modo di vivere
Troviamoci sul ponte e perdoniamo
Troviamoci sul ponte e perdoniamo
Troviamoci sul ponte e perdoniamo
Troviamoci sul ponte e perdoniamo
       12. The Lifeboat
La scialuppa di salvataggio
   C'è un'ombra che copre la terra
C'è un odio e c'è una fame
E si fa fatica a capire come abbiamo fatto ad allontanarci così tanto da dove eravamo partiti
C'è un'esitazione ora nel nostro passo
C'è del sangue nel muco, c'è un grumo nel petto
C'è odore di malattia nel nostro fiato
C'è una paura che ci entra fin dentro le ossa
Qualcosa è finito, abbandonate le vostre case
E avventuratevi nel grande ignoto
Ma non ci sono nuovi continenti da scoprire
Nuove frontiere da attraversare, oro nel terreno
Restate alle barche per non annegare
   Mettete in salvo quello che riuscite
Alle nostre spalle il vecchio mondo in fiamme
Abbassate le scialuppe di salvataggio, mettetevi al timone, scegliete la rotta
   Ci sono storie che meritano di essere raccontate
Ci sono vittorie da raggiungere più preziose dell'oro
Di cui parleremo ai nostri figli quando saremo vecchi
Ci sono battaglie che meritano di essere combattute
Ci sono lezioni da imparare e dopo da insegnare
Ci sono soldati sul campo che non si fanno comprare
C'è una chiarezza con cui ora vediamo le cose
Dalla prua vediamo in lontananza
Tutto quello che è vecchio ora è nuovo
Finalmente liberi, sappiamo cosa dobbiamo fare
C'è speranza ora nel vento
Nei milioni di persone che marciano chiedendoci di essere gentili
Nelle nuove terre che magari le scialuppe di salvataggio scopriranno
   Mettete in salvo quello che riuscite
Alle nostre spalle il vecchio mondo in fiamme
Abbassate le scialuppe di salvataggio, mettetevi al timone, scegliete la rotta
   Mettete in salvo quello che riuscite
Abbassate le scialuppe di salvataggio, scegliete la rotta
Trovate una terra più sicura, oltre l'orizzonte, attraverso le onde
Scegliete una rotta nuova che porti a un nuovo mondo, a un nuovo giorno
Mettete in salvo quello che riuscite
Abbassate le scialuppe di salvataggio, scegliete la rotta
       13. Get It Right
Fare le cose per bene
   Stanotte ho avuto una visione
C'era gente che faceva domande invece di parlare senza ascoltare
E ammetteva che la novità gli era nuova
Buon Dio, ho avuto delle visioni
C'era gente che faceva conversazione invece di fissare un mini schermo
Facendo finta di sapere cosa fare
   Fai un bel respiro, prova a vedere come ti calzano queste frasi:
"Non lo so; ho cambiato idea"
Tra la vita e la morte troveremo il tempo di fare le cose per bene
   Stanotte ho avuto una visione
C'era gente a cui facevano i complimenti, invece di essere derisa e odiata
Perché aveva ammesso di aver fatto degli errori
Sono davvero stufo di queste visioni che mi capitano ogni notte
Che non dovrebbero essere così tanto improbabili se tutti fossero pronti a fare qualche cambiamento
   Fai un bel respiro, prova a vedere come ti calzano queste frasi:
"Non lo so; ho cambiato idea"
Tra la vita e la morte troveremo il tempo di fare le cose per bene
   Proviamo a fare le cose per bene
Proviamo a fare le cose per bene
Proviamo a fare le cose per bene
Proviamo a fare le cose per bene
Proviamo a fare le cose per bene
   Fai un bel respiro, prova a vedere come ti calzano queste frasi:
"Non lo so; ho cambiato idea"
       14. How It Began
Com'è cominciata
   Caro Josh, mio vecchio amico, innanzitutto ti chiedo scusa
È da un secolo che non ti scrivo... lo so, sono pessimo
Beh, sai che mi sembra sempre di avere addosso una maledizione, no?
Stavolta però ho trovato qualcosa, e ho idea che possa funzionare
   Un giorno me la trovo lì, dall'altro lato di una tavola
Piena di alcolici e vagamente instabile
E ho capito subito che se riuscivo a raggiungerla poteva diventare la mia salvatrice
   Poi si è seduta e ha cominciato a cantare
Suonando la mia chitarra come se fosse un oggetto delicato
Le brillava il cuore attraverso le sei corde
E lì ho capito che iniziava tutto
   Joshua, mio caro, lo sai come sono fatto
A volte non riesco a non mordere la mano che mi nutriva d'amore, che mi calzava come un guanto
Sono il peggior nemico di me stesso... non arrabbiarti, ti prego
   Ma se riesco a cambiare, questa cosa può durare
Vedo già un finale chiaro come la tua faccia
Una strada fra le macerie per tornare da me
Dove lei mi aspetta per decretare il mio destino
   Poi si è seduta e ha cominciato a cantare
Suonando la mia chitarra come se fosse un oggetto delicato
Le brillava il cuore attraverso le sei corde
E poi io ho prestato la mia voce, e ora inizia tutto
Le nostre voci si levano some il sole del mattino
Il silenzio cala come polvere nella stanza
Come l'ala di un'ape il cuore mi comincia a ronzare
E so di per certo che lei è quella giusta, lei è quella giusta
Lei è quella giusta, è quella giusta
Ed è così che è cominciata
   Ed è così che è cominciata
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sciatu · 8 years ago
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se tutti quelli che sono nipoti, figli, padri di emigranti, se tutti quelli che hanno affidato la loro vita ad un treno, una nave, un aereo, se tutti quelli che hanno lasciato una vita in una terra dove sono nati per cercarne un altra in altri luoghi, con altre lingue, con un altro sole, con un altro cuore, con un altra anima; se tutti quelli che sono morti per strada illusi di avere il diritto alla ricerca della felicita, che sono stati crocifissi per vedere quel giorno in cui sarebbero stati uguali a tutti gli altri uomini, di fronte alla legge, ai propri figli innocenti. Se tutti quelli nati per strada, che hanno visto la terra promessa che i loro padri hanno solo sognato, se tutti coloro che hanno consumato le loro vite per trovare un paese migliore, un motivo per vivere, un altro domani, un altro destino, se tutti noi che non moriremo dove siamo nati, che non vivremo dove è il nostro cuore che avremo sorrisi ma in altre lingue, che nasconderemo dentro di noi un anima ufficiale e una segreta, un mondo reale ed uno virtuale, un amore occasionale ed uno immortale; se tutti noi che viviamo ricordando, che sogniamo rimpiangendo, che amiamo desiderando, se tutti noi, tutti insieme, nello stesso istante, nello stesso secondo, dessimo un calcio alla terra dove siamo, allora il mondo di colpo si fermerebbe, smetterebbe di girare su se stesso, intorno al sole, intorno alla galassia. Allora, tutti i muri costruiti da chi ha paura, quei muri voluti da chi non sa parlare al prossimo, quei recinti creati da chi non vuole ascoltare, tutte quelle infinite pareti di mortale acciaio e doloroso cemento cadranno, come cadde la torre di babele con le sue mura fatte da chi si credeva Dio. Allora non vi saranno più confini, non vi saranno più paesi, steccati di filo spinato, visti da comprare o passaporti e carte verdi: tutti d’improvviso avremo un’unica madre, un’unica terra, un unico dolore
if all those who are grandchildren, sons, fathers of emigrants, if all those who have entrusted their lives to a train, a ship, an aircraft, if all those who left a life in a land where they were born to seek another life in other places, with other languages, with another sun, with another heart, with another soul; if all those who have died on the way looking for the right to pursuit of happiness, which were crucified to see the day when they would be equal to all other men for the law, for their innocent children. If all those born on the street, who have seen the promised land that their fathers have only dreamed of, if all those who consumed their lives to find a better country, a reason to live, another tomorrow, another destiny, if all of us who do not die where we were born, that we will not live where our heart would like to live, that we will have smiles, but in other languages that hide within us an official and a secret soul, a real world and a virtual one, an occasional love and an immortal one; if all of us that are living recalling , we dream only regretting, we love but only desiring, if all of us, all together, at the same time, in the same second, we gave a kick to the land where we are, then the world would stop suddenly, cease to run on himself, around the sun, around the stars. Then, all the walls built by those who are afraid to talk to other, those walls wanted by those who can not speak to others, those fences created by those who do not want to listen, all those endless deadly walls of steel and concrete painful will fall, as fell the tower of babel with its walls made by those who believed to be God. Then there will be no borders, there will be more countries, fences of barbed wire, no visa or passports and green cards: all of a sudden, we will have a single mother, single earth, a single pain
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redazione-rosebud · 6 years ago
Text
In questi giorni in cui il renzismo si celebra in libreria con il suo vanity publishing per menti semplici, via marchette di critici di boccabuona (validi al massimo per un Premio Strega), torna il mitico DIARIO DAI GIORNI DEL GOLPE BIANCO in edizione definitiva. Torna per restare e per molto viaggiare… per raccontare cos’è stato il renzismo, uno dei periodi politici più indegni della storia della Penisola. Torna per raccontare chi gli ha leccato il deretano e adesso si atteggia a critico da ricordarsi… Ma di tutto questo ne parleremo poi perchè io sono abituata a chiudere ogni conto aperto (e come sappiamo questo testo ne aveva aperti parecchi!)…. Per il momento let’s enjoy qualcuno di quei momenti mitici… ne pubblicheremo tanti, tantissimi su Rosebud. Per tutte le altre novità, anche in previsione del decimo anniversario del sito (l’anno prossimo), a presto, a molto presto….
Antefatto
23 Novembre 2013
C’è un saggio pubblicato dall’editore Marsilio, scritto dallo storico Mauro Canali e titolato Il tradimento (2013), che è un valido testo per chiunque voglia saperne di più sulle vicende personali e politiche che hanno caratterizzato gli ultimi anni di vita del grande pensatore sardo Antonio Gramsci. Avvalendosi di materiale per lo più inedito, reperito negli archivi russi, Canali riesce a fornire un quadro molto vivo e accurato degli intrighi politici che hanno condannato Gramsci al suo destino, trasformandolo in una sorta di Aldo Moro ante litteram. Curioso, ma credibile, è lo scaltro ritratto di Palmiro Togliatti che ne emerge. È sempre grazie a questo dettagliato racconto che scopriamo un ex leader storico del PCI determinato a nascondere la rottura radicale dell’ottobre 1926 con Antonio Gramsci, ma specialmente la sua determinazione a diventare il suo editore di fiducia. L’immagine gramsciana consegnata ai posteri per i successivi 70 anni dalla sua morte, sarà l’immagine voluta da Togliatti, nonché quella che meglio rispondeva alla sua necessità di nascondere e celare il dissidio interno, la diversità di vedute rispetto alla linea da tenere nei confronti del crescente autoritarismo dello stato sovietico. Una guerra tra corvi e gufi, insomma, proprio come viene raccontata nella favoletta politica scritta dallo stesso Gramsci e titolata Corvi e gufi[1].
Rapportando questi argomenti all’attualità politica italiana contemporanea, è fuor di dubbio che echi di questa linea di visione politicamente divisiva siano percettibili persino oggi dentro le dinamiche dirigenziali che fanno vivere il Partito Democratico, la formazione partitica fatta esistere dai figli e dai nipoti politici di queste figure storiche e più o meno etiche: la guerra intestina è lontana dall’essersi conclusa.
A ben guardare sarebbe proprio con una definitiva vittoria di Matteo Renzi, il traguardante sindaco di Firenze, nella corsa alla leadership del partito, che verrebbe a mancare, per la prima volta, una linea di continuità con la tradizione. Tuttavia, venuti meno i grandi ideali comunisti e socialisti, venuta meno una visione filosofica sostanziale, come era quella gramsciana, che faccia da underlying-asset a qualsiasi tipologia di sana ambizione politica, se gli italiani in generale si ritrovano costretti a scegliere tra falchetti (da un lato quelli destristi e berlusconici, dall’altro proprio il falchetto di sinistra per antonomasia, Matteo Renzi), i militanti storici del PD non possono fare a meno di sentirsi tutti un po’ corvi e un po’ gufi.
  Febbraio 2014
22 Febbraio 2014
Il segno (anche politico) dei tempi è marcatamente social, manca l’impegno, l’engagement, manca la capacità di fare cultura e di fare politica con coscienza. La cultura e la politica di questa età sono anti-sartriane e anti-gramsciane. Secondo Jean-Paul Sartre e Antonio Gramsci, tutti noi siamo responsabili per il nostro impegno, per la nostra capacità di diventare elementi attivi in grado di fare una differenza. Entrambi questi grandi spiriti speravano che la cultura, la letteratura, la politica, si trasformassero in strumenti capaci di risvegliare la coscienza dei popoli in una maniera così forte da spingere le élites a… fare qualcosa. Di utile, di necessario, di indispensabile. Come potrà fare qualcosa un nuovo governo, quale é il Renzi I, che pare costruito apposta per accontentare le necessità minime dell’universo social che lo ha fatto esistere in primo luogo, e in virtù del quale il resto del mondo è bello solo se è giovane, se è veloce, se le quote rosa sono degnamente rappresentate, se camminiamo a piedi per le strade di Roma senza scorta anche quando siamo il Presidente del Consiglio, mentre l’importante è avere un tablet collegato a twitter alla mano e la battuta pronta? La paura è che ancora una volta l’Esecutivo prossimo-venturo mancherà di sostanza, di know-how, di effettiva capacità manageriale e di capacità di visione complessiva; la paura è che resterà impantanato nelle solite trappole dei marpioni di Stato e dei nostalgici del politichese. Oggi Antonio Polito ha scritto sul Corriere.it che il nuovo governo Renzi nasce all’insegna di un’esuberante debolezza, sono d’accordo. La sindrome dell’esuberante debolezza è la malattia ideale dei tempi. Se questa infermità sia disturbo lieve da curarsi con uno sciroppo, o temibile patologia con conseguenze funeste è presto per dirlo…. Adeguandoci al segno dei tempi, forse lo scopriremo solamente… twittando.
  Marzo 2014
1 Marzo 2014
Qualche motivo di preoccupazione c’è, quasi come se la Ferrari fosse sparita d’incanto dal garage e al suo posto fosse rimasto un carretto scalcagnato. L’operato del governo Renzi I durante la sua prima settimana di lavoro si può così riassumere: una visita a una scuola e un’intervista lunga 25 minuti di Matteo Renzi a Ballarò[2], consolata dalla presenza di un buon numero di ministri del suo governo. Poi dovrebbe essere attività di ieri la nomina di 9 viceministri e 44 sottosegretari, con il solito codazzo di dichiarazioni tanto risentite quanto imbarazzanti da parte degli esclusi, dei trombati della poltrona. Non è questo il problema. Il problema è… l’impressione che ha trasmesso il triste spettacolo. Il problema è che le movenze (incluso il look: che fine ha fatto la giacchetta di Fonzie?) da politico navigato di Matteo Renzi, restituiscono l’impressione di un governo seduto in pieno stile Prima Repubblica e in netta opposizione alle aspettative che lo stesso Premier aveva creato. Cosa si sarebbe voluto? Maggiore azione, maggiore determinazione nello stabilire una linea di comunicazione con il popolo, sin da subito. Il neo capo di governo sa bene che la sua prospettiva d’interazione si è allargata: non è più solo il sindaco dei fiorentini, ma è il Presidente del Consiglio dei calabresi, dei siciliani, dei veneti. L’impressione è che le preoccupazioni di Matteo Renzi si stiano risolvendo nell’essere mere preoccupazioni politiche, che sono importanti, certo, ma non sono tutto. La mia paura, di cittadina, è invece che il Renzi I si stia velocemente trasformando in una sorta di Berlusconi V, dove la promessa riforma del lavoro sta diventando, giorno dopo giorno, molto simile alla famosa promessa di un milione di posti d’impiego di quel suo predecessore.
9 Marzo 2014
Dunque, c’era un giovane sindaco fiorentino che abbigliato come Fonzie andava nello studio di Maria De Filippi a parlare con i ragazzi. Poi c’era quello stesso sindaco fiorentino che predicava la necessità di rottamare l’intera classe dirigente del PD perché incapace di parlare al mondo che cambiava, infine c’era sempre quel Fonzie di Rignano sull’Arno che, dalla sua poltrona di sindaco di Firenze, dopo avere raccomandato all’allora Premier in carica di stare sereno, lo ha liquidato in un battibaleno e altrettanto velocemente ne ha preso il posto.
Fin qui nulla di speciale… ma che silenzio. Il problema è che quando la cenere copre la brace, io mi domando sempre che cosa stia accadendo tra i carboni ancora ardenti. Che si debba cominciare a guardare a questa nuova dottrina politica, il renzismo, come fosse una mera dottrina di proposizione ma non di realizzazione? Il maggior rischio che può correre è che diventi la concezione gattopardica per eccellenza, simile a un costoso razzo di ultima generazione mal funzionante sulla rampa di lancio, che non spiccherà mai il volo, ma la cui ingombrante presenza difficile da rimuovere procurerà fastidio a lungo. Sotto la sua ombra immobile e immobilizzante molte stranezze potranno accadere pur di non scontentare nessuno: da Obama a Putin, dai sindacati alle imprese, dai media (già tutti cooptati), ai pensionati, agli insegnanti, agli studenti. Per risolvere i conflitti e i problemi sempre crescenti delle generazioni digitali non basta più salvaguardare l’indipendenza e il rispetto per il naturale sviluppo mentale delle persone, serve altro se vuoi evitare che i millennials della Generazione Y ti bacchettino a dovere con commenti infuocati che si trasformeranno in voti mai dati. Serve anche la personalità per convincere i giovani della bontà delle tue intuizioni e delle tue intenzioni. Resta il fatto che Matteo Renzi non è John Fitzgerald Kennedy, gli manca il fascino, il carisma: basterà la benedizione di Maria De Filippi per fare il miracolo?
15 Marzo 2014
Beppe Grillo avrebbe paragonato Matteo Renzi a Achille Lauro. L’armatore e politico nato a Piano di Sorrento regalò una scarpa ai suoi elettori con la promessa di donar loro anche l’altra qualora l’avessero fatto sindaco di Napoli. Il leader del MoVimento 5 Stelle avrebbe dichiarato che mentre Lauro una scarpa l’ha sicuramente sganciata, degli 80 euro promessi in busta paga dal Presidente del Consiglio non v’è certezza… e in ogni caso arriverebbero a destinazione solo dopo le elezioni europee. Il Financial Times bacchetta la repentina svolta populista del renzismo a suo modo: fa notare come le iniziative nazionalpopolari non favoriranno la ripresa che necessiterebbe invece di un maggior sostegno alle imprese.
I segnali di una sostanziale svolta populista del renzismo sono anche altri e non sono pochi. Il tentativo di ingraziarsi la classe media – con il continuato richiamo ai problemi degli insegnanti, delle buone madri e dei buoni padri di famiglia – è quasi sfacciato. Anche la mimica esagerata del leader, una mimica da signor Rossi invitato alla puntata del quiz di successo dà da pensare. È curioso come a cementare l’impressione di era populista incombente contribuiscano persino le scelte nelle ospitate tv. E le battute fatte in quelle occasioni: “I Presidenti del Consiglio passano, Porta a Porta[3] resta” ha esclamato Matteo Renzi, solo alcuni giorni fa, dopo avere stretto la mano al presentatore di quella trasmissione televisiva.
Teso, ma ringalluzzito, Bruno Vespa ha colto l’occasione al volo: “Troppo gentile. Lei è l’ottavo Presidente del Consiglio che abbiamo l’onore di ospitare”. “E sta già aspettando il nono…” ha ribattuto goliardico il Premier. Quasi offeso, il conduttore ha scosso la testa: “No, no, qui ogni crisi di governo è stata vissuta male… perché il Paese ha bisogno di stabilità…”. Vespa ha sottolineato l’avverbio di luogo con forza, manco lo stesso avesse funzione connotativa dello studio ovale del presidente americano o dell’antico senato romano.
Che ci sia un nesso tra la frequentazione di Porta a Porta del Premier incaricato e la brevità dei governi italiani? Tutto può essere e il quesito è legittimo.
Bene Renzi, ma dove trovi i soldi? domandava invece il titolo della puntata che si leggeva, inciso a caratteri cubitali, sullo sfondo dello studio. “Certo che i soldi ci sono! Il punto è dove si mettono….” ha risposto l’interpellato con invidiabile sicumera quando è arrivato il suo momento, ma dimenticandosi di specificare da dove li avrebbe tolti.
Esiste una borghesia di sinistra e una borghesia di destra. Non c’è invece un popolo di sinistra e un popolo di destra, c’è un popolo solo, diceva lo scrittore francese Georges Bernanos. Ed è quello che, populismo o renzismo che sia, la prende sempre in quel posto – aggiungo io.
17 Marzo 2014
Pareva generosità ed era impazienza, ha scritto di recente il critico Aldo Grasso commentando la recente decisione del conduttore Mediaset Jerry Scotti di rinunciare al vitalizio politico. L’articolo bacchettava anche la modalità utilizzata dal rinunciatario per far conoscere la notizia. Lo ha comunicato via twitter al Presidente del Consiglio. Il pezzo sindacava pure sull’impegno messo dal rignanese affinché il buon proposito scottiano andasse in porto: “È bello sapere che il nostro Premier, fra mille impegni, trova anche il tempo per dare una mano a Gerry, al suo nobile intento”.
Pareva generosità ed era impazienza. Ho trovato straordinario questo incipit, potrebbe pure diventare il vero motto del renzismo. Per esempio, racconta come nient’altro il gioco del gatto col topo portato avanti per settimane dal Premier nei confronti di Enrico Letta, prima di mandarlo a casa; e spiega molto bene la recente svolta populista in vista delle elezioni europee. Quelle elezioni che diventeranno una prova elettorale importante per il neo Primo Ministro autoproclamatosi tale. Matteo Renzi questo lo sa bene, così come lo sanno bene dentro il PD, dove l’aria che tira – almeno a giudicare dalle dichiarazioni rilasciate ieri a Che tempo che fa[4] da Pier Luigi Bersani – è tutto fuorché rassegnata all’idea del renzismo incombente.
Certo, l’ex Segretario dei democratici – ripresosi dai suoi problemi di salute – ha mostrato un invidiabile spirito battagliero, ma è pur vero che ascoltando il suo politichese strategico d’altri tempi, ti ricordi subito del perché hai tifato per la svolta renzista… “Non li vogliamo gli 80 euro, perché nessuno glielo dice a Renzi?” si chiedeva invece, in un altro salotto televisivo, un anonimo opinionista. “Quei soldi non risolveranno nulla e i problemi resteranno sul tavolo. Siamo il Paese che non costruisce più nulla: né infrastrutture, né monumenti, non li vogliamo gli 80 euro!”
Pareva generosità ed era impazienza. L’impazienza di assicurarsi il consenso politico anche a dispetto delle buone intenzioni. E intanto le regioni continuano a spendere e a spandere, a organizzare viaggi di lavoro di dubbia necessità in Azerbaigian e in Giappone, mentre il tasso di disoccupazione sale… Pareva generosità ed era impazienza… o forse solo arrivismo politico?
[1] Tra i corvi ed i gufi era scoppiata la guerra per causa d’un boschetto di cui, da tempo, si contendevano la proprietà. In pochi giorni i corvi si trovarono ridotti a mal partito. I gufi che si svegliano dopo il tramonto, assalivano nella notte i corvi dormienti nei loro nidi e ne facevano strage. Invano i corvi cercavano di rintuzzare l’offesa. Svolazzavano da mane a sera tra gli alberi, sostavano sui fianchi scoscesi dei monti, esploravano i crepacci, le rupi … non un palmo di terreno sfuggiva alla loro indagine. Tutto era inutile. I gufi se ne stavano rintanati nei loro nidi nascosti, introvabili, e ridevano, ridevano dei corvi che ogni giorno seppellivano qualcuno dei loro senza mai riuscire a fare una vittima tra le file dell’esercito nemico. Un giorno i corvi tennero consiglio. Che dissero? Impossibile sapere. I corvi conoscono l’arte di conservare i segreti e non svelarono mai a alcuno – né sotto l’imposizione della forza, né fra le reti dell’insidia – quali deliberazioni furono prese in quella storica riunione. Si sa però che sorse una disputa e che l’assemblea terminò drammaticamente. Infatti, un vecchio corvo ne uscì spennacchiato, malconcio, ferito in più parti. Egli abbandonò la tribù e si recò, saltellando – le ali più non lo reggevano – su di una rupe enorme dove, in una notte lontana, aveva sentito lo stridulo grido del gufo. Si posò sulla vetta della roccia gigantesca e attese la notte. Quando i gufi uscirono dai loro rifugi scorsero, con gli occhi fosforescenti, paurosi, il vecchio corvo. Gli furono attorno minacciosi, pronti a colpirlo. «Non vedete dunque ch’io vengo tra di voi in cerca di pietà? – disse il corvo. – Non vedete che i miei m’hanno reso impotente al volo, mi hanno ferito, m’hanno scacciato? Accoglietemi. Soccorretemi. Sarò il vostro consigliere. Quando le mie ali saranno pari alla bisogna vi guiderò, io stesso, nelle case dei corvi». I gufi tennero consiglio. Un vecchio gufo s’alzò e disse: «Non fidatevi. È della razza dei vostri nemici. Vi tradirà». Ma tutti risero a queste parole e vollero che il corvo restasse con loro e gli resero grandi onori e s’inchinarono dinanzi a lui come dinanzi al re. Il vecchio gufo, inascoltato e deriso, varcò il monte e sparve. Trovò una nuova tribù? Una nuova famiglia? Chissà!… Il corvo esplorò tutti i nidi dei gufi, conobbe le loro abitudini, i loro piani di guerra, i loro propositi. Misurò le loro forze, s’impadronì dei loro segreti. Seppe persino che la moglie del primo ministro trescava – civetta! – col capo di stato maggiore… I gufi andavano a gara per rivelargli ogni cosa. Nulla sfuggiva alla sua indagine sagace. I giorni passarono e le ali del corvo ferito crebbero e riebbero forza. Egli chiamò i gufi a raccolta e disse: «Miei generosi amici! Il giorno è venuto. Io vi darò in cambio dell’ospitalità cortese, il trionfo ultimo sui corvi. (Applausi). Io partirò all’alba di domani, scoprirò tutti i nidi dei vostri nemici e prima che la notte ritorni sarò tra di voi per guidarvi, per portarvi alla vittoria». (Lunga clamorosa ovazione). Il corvo partì. Tornò alla sua tribù che accorse festante ai suoi gridi gracchiando con gioia infinita. Egli fece schierare i maschi in ordine di battaglia, si pose alla loro testa e spiccò il volo… Sul rifugio dei gufi, prima che la notte scendesse, a cento, a mille, feroci, piombarono i corvi. I gufi dormivano e i corvi ne fecero strage. Non uno salvò la sua vita.
Corvi e gufi di Antonio Gramsci, Favole in libertà.
[2] Programma di approfondimento politico di Rai3.
[3] Trasmissione di approfondimento politico di Rai1condotta dal giornalista Bruno Vespa.
[4] Programma di intrattenimento di Rai3 condotto da Fabio Fazio
Diario dai giorni del golpe bianco è una cronaca atipica dell’attualità nazionale negli anni del governo Renzi. È un racconto goliardico che è storia, fatto, testimonianza, commento, opinione, leggenda internettiana, diario politico e irriverente… ed è una ridda di personaggi (giornalisti, politici, conduttori, commentatori, opinionisti, blogger) che animano una commedia umana quasi goldoniana nel suo essere prima di tutto appassionata baruffa chiozzotta. Una commedia che sembra non avere mai avuto inizio e che non dovrà finire mai tra le contrade soleggiate e scaltre di un bellissimo paese, patria di Dante, di Michelangelo e di Machiavelli, casa dell’anima di molti Pinocchio e di tanti don Camillo e Peppone: l’Italia.
Diario dai giorni del golpe bianco 
Rina Brundu – Scrittrice italiana, vive in Irlanda. Ha pubblicato i primi racconti nel periodo universitario. Il romanzo d’esordio, un giallo classico, è stato inserito nella lista dei 100 libri gialli italiani da leggere. Le sue regole per il giallo sono apparse in numerosi giornali, riviste, siti, e sono state tradotte in diverse lingue, così come i suoi saggi e gli articoli. In qualità di editrice ha coordinato convegni, organizzato premi letterari, ha pubblicato studi universitari, raccolte poetiche e l’opera omnia del linguista e glottologo Massimo Pittau, con cui ha da tempo stabilito un sodalizio lavorativo e umano. Negli ultimi anni ha scritto saggi critici, ha sviluppato un forte interesse per le tematiche e le investigazioni filosofiche, e si è impegnata sul fronte politico soprattutto attraverso una forte attività di blogging. Anima il magazine multilingue www.rinabrundu.com.
Rina Brundu is an Italian writer and publisher who lives in Ireland. Author of several books and hundreds of articles and literary reviews, she has a keen interest in literary criticism, philosophy, e-writing and journalism.
Website www.rinabrundu.com.
Diario dai giorni del golpe bianco is back! L’antefatto e i primi giorni….
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mariposasky · 7 years ago
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Una promessa da mantenere...
... ad ogni costo. 
Che Donald sia un supereroe o una spia, resta pur sempre lo zio di tre paperotti. 
E il loro legame è più forte di qualsiasi imprevisto o sfortuna. Come degnamente mostrato in questa storia di Doubleduck DD.
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Sono commossa! 
Il legame che lega Donald ai suoi tre nipoti, gli da la forza per affrontare ogni avversario, pur di non deluderli.
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shoesforsaleggdb-blog · 6 years ago
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pangeanews · 5 years ago
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András Toma: l’uomo che ritornò dagli orrori della Seconda guerra per riavere il suo primo bacio. Un racconto straordinario di Emmanuel Carrère
Ricordarsi di una persona è ricordarsi il primo bacio. Un ricordo tenero e crudele. Tra gli scritti di Propizio è avere ove recarsi (Adelphi) di Emmanuel Carrère il primo bacio è certamente L’ungherese disperso. Il racconto, che era nato come articolo pubblicato su «Télérama», accompagnava un reportage per la rubrica televisiva Envoyé spécial. Poi la storia dell’ungherese scomparso è germogliata in un altro libro, Un romanzo russo, in cui lo scrittore francese esplora la sua esistenza, come sempre. Ma nel laboratorio letterario di Propizio è avere ove recarsi, troviamo la purezza giornalistica della brevità.
*
Che fine fa l’amore? L’origine della pazzia e l’autismo. La storia è semplice, struggente. Siamo a Nyíregyháza, Ungheria orientale. Carrère racconta di aspettare, qui, nel tranquillo paese, il ritorno dell’ultimo prigioniero della Seconda Guerra Mondiale, András Toma. Dopo cinquantasei anni d’assenza. La prima persona che Carrère incontra, al paese, è Erzsébet, “una vecchia che si scalda al sole davanti alla porta di casa, appoggiata ad un bastone”. È lei la donna del bacio, sorride all’amore di quando era ragazza. “Se l’ho conosciuto? Il primo bacio me l’ha dato lui, quando avevo sedici anni”. Che fine fa il ricordo del primo bacio? Lei aveva sedici anni, lui diciannove. “Quando scendeva il buio si dovevano spegnere le luci per paura dei bombardamenti, e così erano andati tutti a ballare fuori, nell’oscurità. Qualcuno suonava la tromba in sordina. È stato allora che lui l’ha baciata. Tre giorni dopo i tedeschi lo hanno sorpreso mentre tornava dal paese in cui lavorava come apprendista calderario e lo hanno arruolato a forza. L’Armata Rossa era appena entrata in Ungheria. La Wermacht batteva in ritirata verso nord, e al suo passaggio rastrellava soldati ungheresi diretti in Polonia a combattere le ultime battaglie della guerra”.
*
Fino a qui, la storia della Seconda Guerra Mondiale, d’accordo. Ma sono passati troppi anni. Gli ungheresi, sopravvissuti ai campi, sono tornati in Ungheria, tra il 1945 e il 1946. Non è tornato, con loro, András Toma. E chi non tornava, era dato per morto. Così la bella Erzsébet si è sposata uno di quegli ex prigionieri di guerra, ha avuto dei figli, poi dei nipoti. Infine, ha perduto il marito, ma non la voglia di vivere e di bere la sua pálinka, la sua grappa di prugne. La vita postbellica di Toma è, invece, un periodo accidentato, un’altra guerra. Catturato in Polonia, è stato in un campo vicino a Leningrado, poi è stato deportato, probabilmente, in Siberia. “Secondo i suoi lacunosi racconti, sembra che nel corso del viaggio in treno un gran numero di compagni siano morti di fame, di freddo e di stenti. Lui è sopravvissuto, ma è uscito di senno. Per questo nel gennaio 1947 è stato trasferito da un campo di transito all’ospedale psichiatrico della città più vicina: Kotel’nič”. Carrère riesce a ritrovare la sua cartella clinica: la sua vita è tutta lì. I giorni dal 15 gennaio 1947 al 30 settembre 1954 sono il diario del cammino di una lucida follia. Il paziente internato parla soltanto ungherese. Carrère sottolinea che, nella cartella clinica, questa semplice frase è una litania, un sintomo. “In questa cartella c’è una cosa straziante: nei primi dieci anni András Toma è stato un paziente rognoso, violento, ribelle. Un giovane robusto che attaccava briga, scriveva sulle pareti come se lanciasse bottiglie in mare, vomitava imprecazioni in faccia ai suoi carcerieri. Un caso difficile”.
*
Poi è successo qualcosa: l’11 dicembre 1954 il soldato Toma è stato, nel suo paese d’origine, a Nyíregyháza, dato per morto. Lui, nel suo carcere russo, invece si era docilmente “stabilizzato”. E si ostinava a parlare la sua lingua ungherese, che nessuno capiva. Immerso, naufrago, annegato nell’incomprensibile nemico russo che lo sovrastava. “Toma è rimasto qui come un bagaglio smarrito, e a poco a poco anche la sofferenza si è sgretolata. Finiti gli anni della ribellione, la cartella registra soltanto un sussulto. «15 febbraio 1965: Il paziente si è affezionato alla dentista dell’ospedale. La segue per farsi estrarre dei denti sani. La dentista rifiuta. Il paziente si spacca la mascella a martellate». Sarà la sua unica manifestazione violenta nel corso di quegli anni impietriti, il suo unico slancio verso un altro essere umano”. Forse era il tramonto del ricordo di quel bacio? O András tentava disperatamente di strapparsi i denti per articolare una lingua compresa dagli altri? Perché si ostinava a parlare ungherese? I denti sani non glieli strappano, ma la gamba sana, questa sì. Nel giugno del 1996, ad András Toma, viene amputata la gamba destra, per sospetta arterite. I famigliari non possono essere consultati, né avvisati.
*
E poi capita un fatto che precipita la storia di Toma sui giornali. Nel dicembre di tre anni dopo, in occasione di una visita all’ospedale psichiatrico di “un pezzo grosso della Sanità”, una giornalista locale – di cui non è dato sapere il nome – scrive che c’era lì “l’ultimo prigioniero della seconda guerra mondiale”. Sei mesi dopo, András Toma si ritrovava nella sua Ungheria. Il vecchio che ritorna al suo paese è completamente sdentato, sputa molto, parla poco. Non crede più che esista l’Ungheria, che si mastichi una lingua che ha il caro sapore dell’ungherese. “Laggiù, in Russia, gli hanno detto che l’Ungheria non esisteva più. Cancellata dalla carta geografica. Ma allora chi sono quelle persone che gli parlano in quella lingua scomparsa? Che si comportano come se lo riconoscessero, gli porgono mazzi di fiori, gli mandano baci? Non sarà un’altra trappola? Il volto sotto il berretto è in sfacelo. Un volto da zek, come definivano se stessi i detenuti dei gulag, il volto di quelle persone di cui Solženicyn e Šalamov hanno raccontato le vite spezzate. Toma ha una gamba sola, lo sostengono, gli tendono le stampelle, impiega cinque minuti abbondanti per posare il piede a terra”. Emmanuel Carrère sceglie la parola autistico: “era diventato completamente autistico”.
*
Le cause dell’autismo non sono ancora state completamente chiarite, decifrate. La letteratura ormai non parla più delle suggestive “madri frigorifero”. Prima di essere riportato alla sua vera famiglia di origine, confermata dal test del DNA, András Toma è stato chiamato con nomi diversi. Ma poi ha ritrovato una sorella, Ana Toma, e un fratello, János. La donna che gli ha regalato il suo ultimo bacio e a cui lui, da giovane, aveva dato il primo bacio è lì che lo accarezza, che lo prende per mano, gli canta una canzone sull’acacia, fra le lacrime. Lui, sul sedile posteriore della macchina, guarda quella vecchia che vede, di fronte ai suoi occhi, la rovina della giovinezza, il giovane a cui pensava se lo bacia sulla guancia. Lo chiama András, mio caro. “Non ti ricordi di me, mio caro András? Erzsébet, Erzsébet, quella che hai baciato alla festa di matrimonio, devi ricordarti, ti ricorderai…”. Niente da fare, András Toma non si ricorda di quella che un tempo era la fanciulla che aveva baciato. Ha solo detto, dopo un momento di silenzio: “Mi manca la mia gamba”. Forse era soltanto “la promessa di un flirt il fantasma della sua giovinezza”. O, forse, è il primo bacio della giovinezza ad essere un fantasma, nient’altro che il ricordo di un morto. Che lui si ricordi noi? Il pretendere, così umano, di trovarselo lì, il nostro amato defunto. E che ci riconosca. Con tanto amore.
Linda Terziroli
L'articolo András Toma: l’uomo che ritornò dagli orrori della Seconda guerra per riavere il suo primo bacio. Un racconto straordinario di Emmanuel Carrère proviene da Pangea.
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purpleavenuecupcake · 7 years ago
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Lega, l'Italia rialza la testa! Si riparte dalla città eterna, Piazza del Popolo gremita!
(di Emanuela Ricci) Più di 50000 mila i partecipanti alla manifestazione organizzata dalla Lega. La gente è arrivata in piazza del popolo a Roma a folti gruppi per posizionarsi in maniera ordinata nella piazza tra bandiere della Lega e striscioni con il sole delle Alpi, ma anche tanti tricolori. Gli altoparlanti diffondono musica natalizia, ma anche 'Un mondo migliore' di Vasco Rossi. Da Gorizia a Cerveteri, dai Quattro Mori sardi ai leoni veneziani, i sostenitori della Lega sono arrivati da tutta Italia. Sul palco lo slogan della manifestazione, 'Sei mesi di buonsenso al governo', 'Prima gli italiani' e l'hashtag 'Dalle parole ai fatti'. Sotto il palco un grande tricolore con scritto 'Matteo Salvini Lega Grazie'.  Arrivato in Piazza del Popolo con la mano sul petto all'altezza del cuore, la folla  accoglie Matteo Salvini con grido da stadio 'c'e' solo un capitano'.  Poi l’apertura di Matteo Salvini: “Permettetemi in questo che doveva essere un giorno di festa, ringraziando coloro che sono qua, e le tante persone che ci stanno seguendo da casa, ma una festa non può essere una festa se alcuni ragazzi, usciti per divertirsi, sono rimasti vittima di una tragedia. Quindi quella di oggi è giorno di affetto, abbraccio, e di preghiera in cui ci stringiamo alle famiglie marchigiane, ma anche siciliane, sarde, vittime di stupidità".  Poi Salvini anticipa che alla 15.30 sarà  ad Ancona per stringersi al dolore dei famigliari delle vittime. La manifestazione ha seguito la scaletta in programma  con l'intervento del ministro della Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno, dei ministri Marco Bussetti, Gianmarco Centinaio, Lorenzo Fontana, Erika Stefani, e il sottosegretario Giancarlo Giorgietti.  Anche la Camera dei Deputati  ha sospeso la seduta dell’Aula per la votazione sulla manovra economica per permettere ai deputati della Lega di partecipare alla manifestazione di piazza del Popolo. La seduta poì è ripresa alle ore 13.00. “Questo è il governo del buon senso”, dice dal palco il ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno, puntando sulla legittima difesa, sulle donne vittime di violenza, sui furbetti del cartellino e sulla digitalizzazioni. “È buon senso stare con l’aggredito e non con assessore, stare con le donne vittime di violenza?”, ha detto la Bongiorno tra gli applausi della folla. Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha rilanciato invece il tema del crocifisso che “nelle classi” deve essere “presente durante le festività di Natale. Essere tolleranti non significa rinunciare ai propri valori nascondendoli”., ha detto dal palco di piazza del Popolo. Un concetto rilanciato anche dal ministro della Famiglia Lorenzo Fontana: “La prima cosa da fare non è occuparsi dell’immigrazione, ma fare in modo che gli italiani facciano più figli. Abbiamo la nostra tradizione e vogliamo che venga trasmessa: per questo vogliamo che i nostri simboli, i nostri crocifissi siano esposti. Noi non ci vergogniamo della nostra tradizione”. Bolkestein e made in Italy sono invece i temi toccati dal ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio, intervenendo dal palco della Lega: “Lavoriamo per la qualità dei nostri prodotti, che sono i migliori del mondo e i più copiati del mondo”, ha dichiarato. “Questa è una promessa: dare una risposta per la Bolkenstein, prima gli italiani vuol dire svegliarsi tutte le mattine e avere una priorità: voi”, ha poi annunciato Centinaio. “Non può esistere un governo che ha la fiducia dei mercati, ma non del popolo“, ha detto il sottosegretario Giancarlo Giorgetti sul palco di Piazza del Popolo. “Noi portiamo avanti la rivoluzionedel buon senso che arriva dalla nostra esperienza di gente normale: quando questo buon senso va al governo si Lega alla parola ‘responsabilità‘. Noi sappiamo cosa stiamo facendo, nel rispetto dei nostri valori. Quando andiamo a letto la sera stanchi morti sappiamo di aver fatto quello che andava fatto. Responsabilità – ha concluso – anche nei confronti dell’Europa: con rispetto vogliamo essere protagonisti del cambiamento, per un Europa più democratica e rispettosa delle sue tradizioni”. I punti essenziali toccati dal leader della Lega  Matteo Salvini  "La vita è troppo breve per perdere tempo in odio e polemiche questa è una piazza di amore e di speranza la lasciamo ad altri la violenza. Le forze dell'ordine con la Lega in Piazza sono disarmate e sorridenti. Martin Luther Kingdiceva che per farsi nemici basta dire quello che si pensa. C'è bisogno di unità e di concordia".  Poi ha citato le parole di De Gasperi, secondo cui un bravo politico non pensa alle prossime elezioni ma alle prossime generazioni. Infine Giovanni Paolo II, un uomo "che oggi - dice Salvini - alcuni giornalisti lo definirebbero un sovversivo, invece era un visionario". "Abbiamo cominciato il cammino giusto, se i portavoce di poteri forti sono contro di noi, vuol dire che stiamo facendo le cose giuste per 60milioni di italiani. E non molleremo mai". "Dedico a Roma e agli italiani perbene le minacce di certa gente e le nove ville abbattute dei Casamonica. Per certa gente in Italia non c'è posto. Se marceremo uniti e compatti nessuno ci potrà fermare". "Abbiamo in testa un'idea di crescita che guarda ai prossimi 50 anni. Abbiamo l'ambizione di pensare all'Italia che lasciamo ai nostri nipoti". "Ci vogliono far mangiare le schifezze che arrivano dall'altra parte del mondo, quando le nostre terre sono ricchedei prodotti migliori del pianeta". "Chiedo ai sindaci di essere uniti, di marciare compatti, se stiamo insieme nessuno ci potrà fermare, marciando compatti non dobbiamo avere timore". "Se l'Europaè quella che si ferma allo spread, alla finanza, agli zero virgola, è un'Europa destinata a fallire. Serve un'Europa che ritorni a lavorare, per la dignità dei cittadini".  "Chiedo il mandato di andare a trattare con l'Uenon come ministro ma a nome di 60 milioni di italianiche vogliono lasciare ai loro figli e nipoti un'Italia migliore. Se c'è il vostro mandato non abbiamo paura di niente e di nessuno". "Qualcuno  ha tradito il sogno europeo, noi daremo il sangue per una nuova comunità Europea fondata sul rispetto, sul lavoro, sulla crescita, sull'equità. In Europa "c'e' bisogno di anima e identita' che qualcuno ha perso in nome della globalizzazione. Ogni tanto ci richiamano ad essere rispettosi delle regole e dei trattati internazionali. Sotto questo sole tanto caldo ma anche tanto freddo per quanto accaduto stanotte nelle Marche, serve una nuova Ue fondata sul rispetto, il lavoro e il progresso. Come e' possibile garantire quello che c'e' scritto nei trattati sulla piena occupazione e la crescita sostenibile? Guardate alla crisi economica che anche la potentissima Germania sta cominciando a vivere, pensate ai gilet gialli. La violenza non e' e non sara' mai giustificata ma chi semina poverta' e falsa speranza raccoglie protesta" "L'Africa non si aspetta carita', ma si aspetta aiuto vero per studiare, curarsi, crescere, lavorare, ognuno nella sua terra senza sradicare popoli e culture.I veri razzisti erano, sono e saranno quelli che pensano di svuotare il continente africano e trattarlo come una riserva" "Nella vita reale non possono esserci migliaia di abusiviche fanno concorrenza agli italiani che pagano le tasse. Nella vita reale prendere autobus e metro in tranquillita' non deve essere un problema, ma un diritto". "Molti di quelli che criticano il decreto sicurezzahanno letto Topolino: piu' soldi ai sindaci, telecamere sorveglianza negli asili, pistola elettrica per aiutare poliziotti e carabinieri. Io sto con le Forze dell'Ordinesempre e comunque".  "Hanno raccontato che l’immigrazione è unfenomeno epocalema con un po' di buonsenso abbiamo salvato centomila vite ed evitato gli arrivi. I veri razzisti, se in Italia ce ne sono, sono quelli che pensano di svuotare Africa e trattarlo come riserva indiana mancando di rispetto a una civilta' millenaria. L'africa non aspetta pieta', non gli aiuti dei concertoni ma aiuto vero per studiare e crescere ognuno nella sua terra, senza sradicare popoli e culture che non scappano dalla guerra ma ce la portano a san Lorenzo spargendo morte".  "La donna va rispettatanon puo' esserci nessun tipo di cultura che mette in discussione la nostra civilta'. Quante chiacchiere sui fiocchi rossi, le Giornate, ce ne sono troppe e finita la Giornata chi ha avuto ha avuto. Noi la Giornata della donna l'abbiamo celebrata con una legge. Le donne non si difendono con i girotondi ma con le leggi e i fatti” “Questo governo mantiene tutti i suoi impegni e dura 5 anni: sara' giudicato dal numero di culle che tornano a riempirsi in questo Paese, dal numero di bambini che nascono e tornano ad avere non un genitore 1 e 2 ma una mamma e un papa' Adozioni piu' veloci e meno costose sono un dovere per un governo che vuole rispettare la sua gente”. "Siamo partiti dai piccoli, imprenditori, artigiani, professionisti, partite iva, per abbassare le tasse al 15%, quei 'piccoli' dimenticati dai passati governi degli altri". "Avete eletto donne e uomini normali, che stanno preparando la prima di 5 manovre economiche che mettono prima i cittadini, non la finanza e le banche. Quello che abbiamo ottenuto in questi mesi non e' il frutto del lavoro di uno ma di tutti. Ringrazio Luigi Di Maio per il suo lavoro: questo governo vuole durare cinque anni".  "L'ultima cosa di cui hanno bisogna gli italiani sono nuove tasseil governo non metterà nessuna nuova tassa".  "Io sogno un Paese disarmato, ma intanto le armi le voglio togliere ai delinquenti, perche' i cittadini onesti che vogliono difendersi devono avere la possibilita' di farlo. La casa e' sacra, il lavoro e' sacro".   "Oggi incontrero' gli imprenditori per capire: la critica costruttivami serve, mi aiuta, non mi servono solo le adulazioni, chi fa sbaglia, quanti pontificano perche' non hanno mai fatto nulla e di professione fa il critico. Istituiremo l'albo dei critici di professione, ce ne sono molti, basta accendere la tv. Pero' ci sono anche le critiche utili” "Fosse per me in Parlamentonon dovrebbe esistere il voto segreto. Diffidate da quei politici che stanno sempre chiusi nei palazzi e di cui non sapete niente: faccio il ministro perche' mi avete chiesto di essere al vostro servizio, e io devo raccontarvi sui social quello che faccio".   "Si sono inventanti un Codice degli appaltiche neanche nel Medioevo... Abbiamo riscritto il Codice degli appalti pagina per pagina: chi ha una azienda deve dedicare il proprio tempo a innovare e produrre, non a compilare moduli”. "L'educazione civica nelle scuolemagari insegnera' ai nostri figli ad alzarsi in autobus se c'e' un anziano, un disabile o una donna incinta. Non atti eroici, ma di buonsenso".  "Faremo di tuttoperche' l'Italia torni ad essere la prima in Europanon siamo secondi a nessuno. La forza non mi arriva dai sondaggi: certo qualche anno fa eravamo al 4-5% e mai avrei pensato che italiani ci dessero la forza e la responsabilita' di essere il primo movimento politico di questo paese; faro' di tutto per meritarmi questa fiducia, ora per ora piazza per piazza.  Faro' di tutto per aiutare i nostri imprenditori, artigiani e agricoltori che nonostante tasse e burocrazia incredibili esportano in tutto il mondo".  "L'obiettivo della Lega non si ferma alla difesa dei confini nazionali. Serve portare amicizia ed unita' in un continente che rischia di essere schiacciato da altre super potenze. Non diventeremo solo consumatori".  "Non faro' mai saltare un governo che lavora per gli italiani, per un sondaggio".  "Vi chiedo da domani di essere come in Svizzera, in servizio permanente effettivo, al servizio non di un movimento ma di un popolo. Lo chiedo a chi era in fondo, a chi non e' riuscito a entrare in questa piazza, vi chiedo di starmi e starci vicini, di aver fiducia sul fatto che abbiamo le idee chiare per tornare a essere quello che eravamo. Vi chiedo di non perdere tempo a fare polemiche o in litigi sulla rete o in piazza. Ho la certezza che abbiamo iniziato una lunga marcia che niente e nessuno potra' fermare, i nostri figli avranno in eredita' un'Italia migliore di quella che ci e' stata lasciata dai nostri padri". "Non penso che il presepe dia fastidio a qualcuno. Stiamo dando fastidio ai poteri forti che avevano come obiettivo il depredare l'Italia. Solo uniti daremo risposte ai nostri figli. Uniti si vince”. Video Agenzia Vista Read the full article
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