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#qualunque sia la vera storia
falcemartello · 2 months
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LA CENSURA AI TEMPI DEI REGIMI DEMOCRATICI
Di Ivan Surace
In perfetto stile orwelliano la neolingua ha coniato un nuovo termine per la censura tanto di moda nei secoli passati: standard della community.
Suona bene vero?
Un termine inc(u)l(o)sivo, comunitario, che ci fa sentire tutti membri dello stesso gregge in maniera allegra e positiva, contro un non meglio precisato nemico che non rispetta gli standard.
D’altronde un secolo di studi e applicazioni di public relations alla Bernays ha portato i suoi frutti, soprattutto da parte di chi ha capito come funziona la massa e che quindi, senza troppi scrupoli, utilizza tutti i mezzi che ha a disposizione per manipolarla a suo piacimento censurando, o meglio facendo scomparire, chiunque e qualunque cosa possa mettere In dubbio la propaganda di regime, la narrazione dominante.
Come ultimo esempio in questi giorni abbiamo la questione climatica.
Vi sarete resi conto di come la propaganda su questo argomento sia cresciuta in maniera esponenziale in questi ultimi anni, parallelamente alla cosiddetta transizione green, che porta con se il passaggio al “tutto elettrico” in ogni campo e alla sostituzione con l’IA, di gran parte della gestione sociale, politica economica e sanitaria della popolazione.
Stiamo assistendo alla conversione coatta della società in un grande allevamento intensivo di ultima generazione, in cui ogni singolo capo di bestiame, trasformato in un pezzo di carne senza personalità né anima, viene controllato in maniera totale e continuativa.
Comunque la si pensi, questo è il futuro che immaginano per l'umanità e che si sta progressivamente attuando in maniera totalitaria, a cominciare dai grandi centri urbani, trasmormati in vere e proprie aziende zootecniche per umani.
Ma torniamo alla questione climatica, l’intesificarsi della propaganda su questo argomento serve a giustificare e a far accettare all’opinione pubblica l’entrata in vigore di leggi e restrizioni normalmente inaccettabili in qualsiasi società democratica.
Quindi la questione climatica é il pretesto, lo storytelling, la fiction, su cui si basa la ricerca di consenso da parte del potere, per imporre il cambiamento antropologico necessario, per realizzare i loro piani di controllo totale della popolazione.
Affinché la fiction sia credibile e possa essere sostituita alla realtà, occorre eliminare tutte le eventuali prove, critiche, controversie, che contrastano, anche minimamente, con la narrazione dominante.
È in ossequio a questa logica che negli ultimi mesi su FB, in maniera discreta e disinvolta, con vera tecnica da desaparecidos, sono stati rimossi diverse pagine e profili che facevano informazione sul clima in maniera non allineata al pensiero unico e dove venivano condivisi studi, grafici e informazioni scientifiche di fondazioni come Clintel o di scienziati come Prestininzi, Scafetta, Prodi, Curry, Lindzen, Spencer, ecc.
La pagina 'Klima e scienza', solo per fare un esempio recente, é stata fatta evaporare non appena raggiunti i 10mila iscritti.
Stessa sorte a profili di privati cittadini e di gestori dei profili sopra menzionati, anch’essi fatti sparire da un giorno all’altro con estrema discrezione, al punto che se uno non ci fa caso, neanche se ne rende conto e tutto continua come se niente fosse accaduto.
La situazione é estremamente pericolosa perche da un lato si procede con le epurazioni senza sosta e dall’altro non vi è nessuna presa di coscienza di quanto stia succedendo.
Se e quando la massa si renderà conto di tutto ciò, sarà già troppo tardi.
Al limite avverrà quando l’identità digitale, il portafoglio digitale e tutte le restrizioni ad essi legate, saranno già legge e routine quotidiana e non penso si dovrà attendere molto.
Se non ci sarà un totale cambio di passo da parte della minoranza non allineata nel lottare contro questo regime, tra i più subdoli e raffinati della storia, la fine della società e dell’umanità per come l’abbiamo sempre vissuta percepita e immaginata sarà certa come la morte.
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sisif-o · 6 months
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Comincio col dire che sei stato di una dolcezza incredibile a prenderti la briga di rispondermi addirittura registrando un vocale di 3 minuti 🥲
In effetti è davvero persa in partenza, me ne rendo conto a livello razionale, solo che a livello emotivo è veramente tosta farsela passare o cercare di reprimere, più spingo le mie sensazioni sul fondo e più forti mi ritornano addosso
Dirglielo come atto di sfogo mi sembra una soluzione molto egoista, cioè considerando il fatto che non potrebbe nascerne nulla, penso che dirglielo rischierebbe solo di mettere lui in una situazione di disagio, oltre che rendere il rapporto imbarazzante
Mi sembra che non esista una soluzione vera..è un po’ una situazione del cazzo..sbatto la testa sullo stesso muro all’infinito
Ovvio che non mi permetterei mai di intromettermi in una situazione delicata come può essere la fine di una storia lunga, ci mancherebbe. Però ho la sensazione che dovrò portarmi questo segreto nella tomba ahah..
Quando si apre con me e mi parla dei problemi che sta avendo, mi sento parecchio contento. Non per il fatto che stia male ovviamente, ma per il fatto che si senta a suo agio a parlarne con me.
A volte vorrei non essere così bravo a dissimulare le sensazioni che provo
Che tristezza
Comunque grazie, sei di una gentilezza disarmante
l'amore è egoismo sublimato, e quando si fa una scelta in amore è sempre egoista
ridurti e nasconderti per il suo bene, dal mio punto di vista, non ha senso: non credo sia una persona che abbia bisogno di essere protetta, ipotizzo che entrambi siate adulti e abbiate la maturità per affrontare questioni umane
inoltre, tu non devi proteggerlo, non è il tuo ruolo, non è il ruolo di nessuno
se dichiararti lo mettesse in una situazione difficile non è un problema tuo, in realtà non è un problema in sé, quali danni può fare?
mi spingo più in là: davvero non ti dichiari per proteggerlo? oppure è una scusa che ti racconti perché in realtà hai paura di perderlo?
è normale aver paura e non esiste una via giusta e una via sbagliata per sconfiggere tale emozione
esistono vie dolorose e vie meno dolorose
ciò che credo e di cui faccio un mantra è che non possiamo restare bloccati nel tempo provvisorio, ma siamo chiamati a compiere delle scelte per far avanzare la nostra vita, credo che tu sia tenuto a prendere una scelta, che sarà personale e soggettiva
mi hai chiesto un consiglio, da quel poco che mi hai raccontato mi sembri cristallizzato e immobile, aspettando un Godot che mai arriverà, il consiglio che posso darti è di essere egoista, strappa il cerotto e riprendi possesso della tua vita
come? fissa una data, rifletti fino a quel giorno, raccogli le forze e fai la tua scelta seguendola fino in fondo, qualunque essa sia
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princessofmistake · 10 months
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Lord Henry aggrottò le sopracciglia, e lo guardò stupefatto a traverso le sottili volute di fumo azzurro che si svolgevano in fantastiche spire dalla sua greve sigaretta oppiata. « Non lo esporrete? E perché mai, mio caro Basil? Avete ragioni particolari per far questo? Siete stranissimi individui voi pittori. Fate tutto il possibile per farvi un nome; e quando l'avete conquistato par che cerchiate di perderlo. Questo è assurdo da parte vostra; al mondo non c'è che una cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di sé. Un ritratto simile vi aprirebbe molta strada tra i giovani d'Inghilterra, e riempirebbe i vecchi di gelosia, ammesso che i vecchi siano sensibili a una passione. » « Sapevo che avreste riso di me » egli rispose, « ma, proprio, non posso esporlo. Vi ho rinchiuso troppo di me stesso. » Lord Henry si abbandonò sul divano e rise. « Sì, lo sapevo che avreste detto così; ma, comunque, è vero. Troppa parte di voi stesso. Davvero, io non sapevo che poteste essere così vanitoso; e non riesco a scorgere somiglianza alcuna tra voi, il vostro viso delineato e forte, i vostri capelli neri come il carbone, e questo giovane Adone che par fatto d'avorio e di petali di rosa. Ma, mio caro Basil, quello è Narciso, e voi – senza dubbio avete un'espressione intelligente, ed altri pregi simili – ma la bellezza, la bellezza vera finisce dove comincia l'espressione dell'intelligenza. L'intelligenza pura, è una ipertrofia, e distrugge l'armonia di ogni viso. Dal momento in cui uno si mette a pensare, diviene o tutto naso, o tutta fronte; certamente brutto. Guardate gli uomini che hanno fatto strada in una professione culturale. Sono decisamente brutti! Tranne naturalmente gli uomini di Chiesa. Gli uomini di Chiesa però, non pensano. A ottant'anni un vescovo continua a dire ciò che gli fu insegnato quando ne aveva diciotto, e naturalmente conserva sempre un aspetto piacente. Il giovane misterioso amico, di cui non mi avete mai detto il nome, ma il cui ritratto mi interessa profondamente, non pensa mai. Ne sono certo. È una creatura irragionevole, bellissima, che dovrebbe sempre esserci vicino in inverno, quando non abbiamo fiori da guardare, e in estate, quando abbiamo bisogno di qualche cosa che ecciti il nostro spirito. Non illudetevi, Basil; non gli assomigliate punto. » « Voi non mi capite, Henry. Senza dubbio io non gli assomiglio; questo lo so bene. Del resto assomigliargli non mi farebbe piacere. Alzate le spalle? Dico la verità. C'è una fatalità che incombe sopra ogni nobiltà di corpo o di spirito, la stessa fatalità che nella storia pare in agguato sul cammino dei re. È meglio non essere diversi dal proprio simile. Il brutto e l'idiota godono la parte migliore del mondo. Possono mettersi comodamente a sedere, e assistere allo spettacolo. Se non potranno mai godere della vittoria, tuttavia è risparmiata loro la coscienza della sconfitta. Vivono come ognuno di noi dovrebbe vivere, imperturbabili, indifferenti e senza inquietudini. Non fanno male agli altri, né gli altri ne fanno a loro. La vostra nobiltà e la vostra ricchezza, Harry; il mio spirito, qualunque esso sia, e la mia arte, per quel tanto che può valere; la bellezza di Dorian Gray – sono doni degli dèi; ma proprio per causa loro noi tutti soffriremo terribilmente. »
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vintagebiker43 · 1 year
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ANTOLOGIA MACABRA
Il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, evoca la teoria complottista e razzista della sostituzione etnica (19 aprile). Ma poi, stupito delle reazioni inorridite, ci rassicura: tranquilli, la mia è solo ignoranza (20 aprile).
Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, dopo approfondite ricerche sulla storia del pensiero politico, scopre che il fondatore della destra in Italia è Dante Alighieri (14 gennaio), mescolando con signorile nonchalance il grande intellettuale medievale con concetti del moderno pensiero politologico e, perché no, un po’ di capre e un po’ di cavoli.
Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, individua la vera causa che porta milioni di persone a scappare dalla loro terra: il problema non va cercato nel periodo coloniale che ha sconvolto le società che l’hanno subito, e neanche nelle guerre spesso fomentate dal mondo ricco, né, tanto meno, nel cambiamento climatico; il problema è l’opinione pubblica italiana (25 marzo) che, evidentemente, deve essere raddrizzata, in un modo o nell’altro. Lo stesso Ministro ci informa anche che i veri colpevoli della morte di tanti bambini nei viaggi della disperazione sono i loro genitori (27 febbraio) che non li fanno viaggiare su comode e sicure imbarcazioni. Negare i problemi e trovare un colpevole, uno qualunque.
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ci rende partecipi della sua personalissima teoria pedagogica: per i bambini che non si conformano allo standard, lo strumento educativo migliore è l’umiliazione (21 novembre). Signor Ministro, alcuni miei amici e io consideriamo questa affermazione aberrante e ritengono che un’educazione fondata sull’umiliazione formi tanti piccoli nazisti, non menti libere e aperte, sia cioè la negazione dell’educazione stessa. Ma, come dice lei Ministro, forse il nostro pensiero è roba vecchia, figlio del periodo dell’”egemonia culturale della sinistra gramsciana che è destinata a cessare” (28 dicembre) (non voglio sapere, per il momento, come pensa di farla cessare). Adesso siamo nell’anno primo dell’era … (già, di quale era?) e tutto è cambiato.
Intanto, il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, riscrive la storia dell’attentato di via Rasella e, con un colpo di bacchetta magica, trasforma i nazisti invasori stragisti in una innocua banda musicale di pensionati (31 marzo) e i partigiani in assassini di quegli allegri musicanti.
Il Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, persona gentile e equilibrata, storpiandone il cognome in Bàkelet, ci fa intendere di non aver mai sentito parlare dell’omicidio di Vittorio Bachelet sulle scale della Sapienza, degli anni di piombo e del più ampio problema della strategia della tensione che ha segnato, forse fino ai giorni nostri, la storia italiana (20 aprile).
Sembra un’antologia di umorismo macabro, ma sono dichiarazioni dei più alti rappresentanti delle istituzioni. La verità è menzogna e la menzogna è verità. Forse ha ragione il Ministro Lollobrigida, è solo questione di ignoranza (20 aprile). L’ignoranza, di per sé, non è una colpa. Ma l’ignoranza, che spesso fa rima con arroganza, unita al potere, è un’arma di distruzione di massa, innanzitutto di massa cerebrale.
Ma il problema ancor più serio è che – mi pare – ci stiamo assuefacendo ad ascoltare queste parole prive di senso, o dotate di un senso macabro, restando indifferenti. Questa assuefazione, questa indifferenza è ciò che fa paura. E’ importante, oggi più che mai, ricordarci l’un l’altro e insegnare ai giovani che le menzogne non sono opinioni, che i crimini sono crimini, che il bene comune è superiore al bene individuale, che i confini sono punti di contatto, che i bambini sono sacri e non possono essere piegati attraverso umiliazioni senza distruggerli. E che il conflitto fra valori di vita e disvalori di morte non ha niente a che fare con la normale dialettica democratica.
@Riccardo Cuppini
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deadlyneko-chan · 10 months
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Non preoccuparti, ci sono io qui per te
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CAPITOLO 1 - Parte I
Disclaimer: 'I personaggi di ROTTMNT non mi appartengono, come le immagini che metterò nel corso della storia e lo stesso per le canzoni (anche se alcune le modificherò per essere più inerenti alla storia), ma l’idea della per la trama e il personaggio principale sono di mia proprietà; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro, ma solo per il mio diletto.'
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Info x lettori Ecco per voi alcune piccole informazioni base, buona lettura. Quando scrivo: - Ciao gente, come state? [i personaggi stanno parlando normalmente tra di loro.] - COME VA GENETE? [ovviamente qualcuno sta urlando o sgridando qualcun altro.] - < Ti amo, ti adoro, etc. > [pensieri personale.] - * Mi manchi * [qualcuno sta sussurrando.]
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La mia vita è cambiata nello stesso giorno che sono nata e morta, per poi rinascere in un luogo diverso, con una famiglia diversa e in un universo diverso dal mio. Perché dopo che sono morta sono rinata, o forse dovrei dire che ho avuto la possibilità di avere una vita, da vivere in modo diverso da quello che ho visto nella mia prima vita, con una vera famiglia che mi ama e farebbe di tutto per proteggermi, accetteranno per quella che sono è ad aiutarmi quando ne ho bisogno, stare insieme fino alla fine. Cosa reciproca per essere chiari, nessuno ossa toccare la mia famiglia e se lo fanno a loro rischio e pericolo, non perdono nessuno, se qualcuno della mia famiglia viene ferito in qualunque modo state certi che ripagheranno il triplo. Infondo come si sul dire “occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede e una vita per una vita", sarà anche un antico principio giuridico e immorale, etc.… ma se i nostri nemici imparano in fretta che questa è la mia regola! Se questo fa di me un mostro così sia!
~ LABORATORIO DEL BARONE DRAXUM (due giorni prima dell'episodio 1) ~
Muninn e Huginn, i fedeli servitori/spallacci, se ne stavano seduto fuori dalla porta del laboratorio privato del loro padrone il Barone Draxum. Aspettando ogni tipo gli ordini da parte del loro padrone, anche se praticamente si era rinchiuso lì dentro per tutto il giorno, non una volta l’hanno visto uscire nemmeno per andare in bagno o per mangiare qualcosa. Tutto quello che usciva dalla stanza erano vari rumori: ringhi, cose lanciate contro i muri, imprecazioni dalla lingua comune a quella antica, vetri frantumati, i rumori dei passi che facevano avanti e indietro per la stanza, e ogni tanto si sentiva il rumore dei rampicanti che si scatenavano. Tutti questi rumori facevano preoccupare i due servitori, sapendo già che non appena il loro padrone uscirà da quella stanza sarà di pessimo umore, è questo non portava mai a nulla di buono per loro. Tuttavia il loro padrone non uscì anche per tutta la notte, ma hanno anche notato che i rumori che hanno sentito finora stavano diminuendo, alle prima ore del giorno dopo sono stati svegliati dal grido euforico del loro padrone e dalla porta che sbatteva contro la parete per via del rampicante che l'aveva aperta. Pochi secondi dopo hanno visto il loro padrone in tutta la sua gloria e con un’ampolla, tenuta con attenzione e in bella mostra, e al suo interno potevano vedere una sostanza che ricordava ad entrambi il mutageno contenuto nel laboratorio principale del Barone. Anche se potevano vedere ad occhio che era leggermente diverso dall'altro, infatti questo era di due colori il verde fluorescente che si mescola ad uno dorato, strana combinazione, ma potevano vedere distintamente i due colori verificare l'uno intorno all'altro sembrava che danzassero e il tutto senza mai amalgamarsi insieme. Come se fossero di densità diverse e che per quanto ci provassi non riesci mai mescolarli tra di loro, strano da vedere, ma allo stesso tempo uno spettacolo meraviglioso.
Barone Draxum: Finalmente! Io il Barone Draxum! Ci sono riuscito!
Huginn: Riuscito in cosa capo?
Muninn: Già! Cosa c'è di così speciale in quella ampolla?
Barone Draxum: Sciocchi! Non è niente e se foste stati attenti voi due sapreste che ho passato questi giorni rinchiuso per migliorare il mutageno.
Huginn: Perché modificarlo? Scusi la domanda capo, ma non abbiamo nemmeno ancora rilasciato o provato il mutageno che ha creato, non sappiamo se funzionerà!
Barone Draxum: Perché a differenza della prima volta che ho creato e mutato. . .
Muninn: Ah! Sì, ricordo. Di quella volta che riuscito a mutare quelle quattro tartarughe usando il DNA di Lou Jitsu. Peccato che poi sia andato tutto distrutto.
Huginn: Sì. . . E abbiamo deciso di non nominare più quella faccenda!
Muninn: A già. . . Ora starò zitto.
Barone Draxum: Mmm. . . Per la prima volta ai detto qualcosa di intelligente. Comunque dal mutageno sono riuscito a ricreare la versione 1, ma da quello che ho studiato finora è che fa mutare gli esseri umani con il DNA animale presente nel loro organismo, ed è sia utile che estremamente inutile. La gran maggioranza della popolazione umana di New York fa uso eccessivo di carne allevate all'ingrosso. Di conseguenza ci saranno più mutanti come maiali, vacche, pecore e polli. Lo stesso per gli animali domestici. E questo per il 50% aiuterebbe, in generale, la popolazione yōkai. Ma per l’altro 50% ne risentirebbero le specie yōkai in diminuzione o in via di estinzione.
Huginn: Quindi ha creato un mutageno che muti un essere umano in una specie già scelta?
Barone Draxum: Esattamente! Con alcune modifiche specifiche della versione 1 sono riuscito a creare la versione 2. Inoltre i mutanti della versione 1 non hanno una vasta gamma di abilità mistiche sarà tanto che abbiano una o due, ma con questa nuova versione posso già impostare le basi di varie abilità mistiche, sia offensive che difensive. Poi ci sono anche le varie caratteristiche delle varie specie scelte, come i sensi della specie: olfatto, udito, agilità, velocità, forza e via così. Ed ho anche aumentato la capacità di guarigione, ovviamente se al soggetto viene inferta una ferita mortale morirà…
Huginn: Che tipo di ferite mortali capo?
Barone Draxum: Decapitazione, danni gravi agli organi come il cuore o ai polmoni, ma se le ferite che di solito sono considerate a rischio di vita saranno un gioco da ragazzi nel guarire senza lasciare danni. Ovviamente se viene tagliato un arto non ricrescerà.
Muninn: Quella specie ha scelto?
Barone Draxum: Yōkai che discendono dai Leopardi delle nevi, che come i loro cugini animali, anche la loro popolazione sta iniziando a sparire velocemente.
Muninn: Quelli delle due specie yōkai a scelto? Quelle con il pelo su tutto il corpo o quelli senza pelo?
Barone Draxum: Sinceramente non riuscivo a decidermi tra i due, quindi ho messo entrambe le caratteristiche. Quando il soggetto verrà mutato si vedrà quale delle due dominerà sull’altra, o se si mescoleranno creando qualcosa di bello o qualcosa di orribile.
Huginn: Quindi capo sarà in grado di salvare la popolazione yōkai!
Barone Draxum: . . . Quasi. . .
Huginn e Muninn: Cosa?!
Barone Draxum: Ahimè! Questa versione del mutageno è instabile, anche più della versione 1. Con tutte le modifiche che ho fatto non solo per mutare il soggetto in un specie specifica, ma ho anche migliorato quello che caratterizza questa specie. Velocità aumenta, lo stesso per l'agilità e come vi ho detto prima una rapida ed eccellente guarigione, stessa cosa per la forza e via così. Ho giocato parecchio con queste modifiche e questo non ha aiutato molto la stabilità della struttura molecolare. Inoltre anche con le aggiunte di più abilità mistiche, oltre a renderle il più efficienti possibili, non ha aiutato. Poi il soggetto dovrà ovviamente imparare ad usarli e soprattutto dovrà aumentare la sua resistenza, tanto che l’utilizzo di ogni abilità richiede una certa dose di energia.
Huginn: Quindi?
Barone Draxum: Con tutte queste modifiche come potete vedere anche voi rende il composto chiaramente non stabile, se vedete le abilità mistiche che è la sostanza dorata e quella mutagene la sostanza verde non si uniscono tra di loro, ma con molto lavoro io il Barone Draxum sono riuscito a renderli abbastanza stabili da non districarsi l’un l'altro o attaccarsi.
Muninn: E con tutte queste modifiche cosa accadrebbe al soggetto mutato?
Barone Draxum: Non sono certo di quello che potrebbe accadere al soggetto. C’è il 50% che il soggetto muti senza anomalie e con le due sostanze che si stabilizzano. . . ma c’è anche il 50% di probabilità che il soggetto muti con qualche sorta di anomali o che non lo faccia ma le due sostanze perdano la loro stabilità e inizino ad attaccarsi l’un l’altro. Di conseguenza porterà il soggetto ad una lenta e dolorosa morte. Quindi fino a quando non avrò il soggetto su cui provarlo e studiarlo non posso apportare le giuste modifiche o dire cosa potrebbe accadere.
Huginn: Da quello che ha detto finora capo non è rischioso far trasportare questo mutageno agli insetti? Gli useremo per la versione 1 del mutageno, che è stabile, ma non è sicuro per la versione 2. Infondo essere trasportata così non c’è il rischio che diventi instabile?
Barone Draxum: E avresti ragione su questo, ma ho già progettato un nuovo tipo di insetto per questo lavoro. Ho solo bisogno che mene prendiate uno e lo modificherò con le caratteristiche essenziali per trasportare il mutageno in sicurezza.
Muninn: E quali sono le modifiche capo?
Barone Draxum: Più piccola delle altre, così il mutageno non verrà alterato dal movimento, più veloce e stabile, ed ovviamente silenziosa questo lo renderà impercettibile fino al momento della puntura.
Muninn: Perché non modifica anche gli altri insetti per trasportare la versione 1?
Barone Draxum: Non voglio sprecare il mio tempo per queste cose.
Muninn: Capito!
Huginn: Vuole che le andiamo a prendere subito un insetto? O vuole mangiare e riposarsi?
Barone Draxum: Mmm…  Per adesso mangerò qualcosa, poi modificherò l’insetto così posso vedere come si comporta il mutageno all’interno dell’insetto. Subito dopo voglio la vasca pronta per un bagno e per finire una bella notte di sonno mi servirebbe.
Muninn: Apparecchierò la tavola.
Huginn: Inizierò i preparativi per una colazione/pranzo, preparato anche qualcosa per cena. C'è qualcosa di specifico che vuole mangiare capo?
Barone Draxum: Hai carta bianca, mi troverete nel laboratorio principale.
Huginn e Muninn: Sì! Capo!
Huginn e Muninn sono volati rapidamente nello stesso corridoio prima di separarsi, uno per andare continuare a volare dritto per la cucina e l'altro varcando la soglia della sala pranzo, mentre il Barone lasciò il nuovo mutagene al sicuro e nascosto nel suo laboratorio privato. Subito dopo aver sistemato il suo nuovo progetto è andato nel suo laboratorio principale e si è messo a fare gli ultimi controlli della versione 1 del mutageno, nei quali si è perso per un po' di tempo e proprio alla fine con degli splendidi risultati, ora dove solo aggiungere una piccola sostanza essenziale per completare i preparativi per rilasciare il mutageno, ma per ora avrebbe dovuto aspettare. Prima doveva mangiare e subito dopo modificare un insetto, poi un bel bagno tanto necessario e poi per finire una bella dormita anche molto necessaria, i preparativi potevano iniziare tranquillamente domani dopo una bella notte di sonno. Mentre mangiava ha iniziato a parlare dei preparativi con i suoi due servitori, mentre Huginn scriveva tutto su di una pergamena e non appena Draxum fu quasi a fine del pranzo Muninn è volato verso il laboratorio principale, preso un insetto e tornato verso la sala pranzo ha trovato il Barone che usciva dalla stanza. Ha seguito il suo padrone verso il laboratorio privato e poi ha consegnando l’insetto al Barone prima di volare ad aiutare Huginn a pulire, ordinare e subito dopo sono volati nel bagno del Barone Draxum preparando il bagno che aveva richiesto, lo hanno tenuto alla temperatura giusta e con le erbe preferite del Barone. Questa volta hanno dovuto aspettare solo per quattro ore e grazie alle magie del loro padrone non hanno avuto alcuna difficoltà a tenere l'acqua a temperatura, sono rimasti tutti per un’ora buona immersi nell'acqua e subito dopo essersi sistemato il Barone è andato nella sua stanza a dormire, mentre Muninn e Huginn sono volati nella loro cuccia, in salotto e posizionata vicino al camino, nemmeno pochi secondi dopo che entrambi si sono sdraiati il sonno gli ha presi.
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A giorno d'oggi siamo bombardati dall'"amore" nei film, nei libri, tra le prime domande che ci si scambia con uno sconosciuto dopo il nome e l'età, ovunque ti giri vedi qualcosa che urla la parola amore.
Ma che cos'è davvero l'amore, ormai penso che questo sentimento è diventato come un oggetto che si compra e si sceglie in vetrina in base solo alla sua bellezza, alla facilità con cui lo si può acquistare, alla facilità con cui lo si può portare a casa propria, al prezzo conveniente, ai vantaggi che si ottengono prendendolo, a quanta bella figura faresti con gli altri avendolo con te.
Penso che il vero valore dell'amore sia diventato davvero raro e che alla gente, alle masse va bene così perché così è più semplice.
Il complicato fa paura, allontana, lo si osserva storcendo il naso.
Io sono complicata, io sono vera, autentica e resto ferma sui miei ideali, sui miei pensieri, sui valori che mi hanno insegnato.
Io dò valore all'amore e aspetterò pazientemente che arrivi la persona giusta quella che la pensa davvero come me, che considera l'amore un sentimento che va coltivato giorno per giorno e che il primo ti amo lo si dice solo quando lo si prova davvero con tutto il cuore e anche con la testa. Che la pensi come me sull'importanza di conoscersi davvero a fondo, mai fermarsi in superficie, che non scelga un'altra solo perché si fa prendere dall'entusiasmo della novità, un amore che non tradisca neanche con il pensiero. E che non scambi l'amore con il bisogno di attenzioni, con il provare piacere, l'amore è altro è un sentimento difficile da spiegare, non è sesso e non è ossessione.
Chi si innamora solo del corpo di una persona non ama, e deve considerare che con il tempo il corpo cambia, il colore dei capelli qualunque esso sia diventerà bianco, le acconciature variano, si dimagrisce e si ingrassa, ci saranno sempre momenti in cui non sarà truccata o depilata, in cui indosserà una felpa e non un abito attillato o scollato. Che quando sarà nuda nell'intimità capirai davvero se la ami per quel che è o per come si veste e come appare quando siete in giro.
Aspetterò anche tutta la vita, perché l'amore non deve avere fretta, non importa avere mille storie e non farne andare bene nemmeno una, cambiare la persona che si ama come si cambia la biancheria intima, serve solo una storia d'amore, quella che duri per tutta la vita con cui stai bene ogni singolo giorno e con la quale vuoi davvero vivere tutto insieme.
L'amore vero è raro ma sono certa che da qualche parte ancora esiste.
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kinoko69saradasblog · 3 months
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Molte cose, negli ultimi tempi, ci hanno fatto arrabbiare. Cerchiamo di riassumere un po', con l'aiuto di Wikipedia, quel marasma di notizie online, alcune fin troppo datate.
Jk Rowling si dichiara ed è considerata politicamente a sinistra, ma alcune sue opinioni non sembrano seguire la stessa linea di pensiero. Per esempio, non è d'accordo con il boicottaggio culturale di Israele, considerandolo sbagliato a prescindere, inoltre poco efficace per gli scopi che si prefigge.
Nel 2019, la ricercatrice britannica Maya Forsater dichiarò: "il sesso biologico è un dato oggettivo e un trans non è una vera donna". Non è chiaro se lo fece in privato, in pubblico, in una platea online, in una chat aziendale oppure nel suo profilo facebook. Ognuna di queste possibilità comporta responsabilità diverse e, per quanto ci possa apparire ingiusto, se lo avesse affermato nel suo profilo avrebbe avuto ragione. Perché nel profilo personale mettiamo quello che vogliamo.
Ad ogni modo, la Forsater venne licenziata perché accusata di fare discriminazioni.
Intento' causa contro il suo capo e perse.
Jk Rowling espresse sostegno e solidarietà per lei.
Chiesto un appello, il giudice diede ragione alla Forsater e ritenne che fu lei ad essere stata licenziata per motivi discriminatori. La verità giudiziaria è sempre diversa dalla realtà quotidiana e qui si sta tentando di far passare una manifestazione di ignoranza per diritto di opinione.
Joanne afferma che la ricercatrice stia subendo ostracismo per aver dichiarato che "il sesso è reale". Il che è falso. Perché la faccenda riguarda il genere, non il sesso di appartenenza. Se noi li usiamo come sinonimi, sesso e genere, torniamo agli anni settanta, dando per scontato che le bambine debbano giocare con la bambola e le pentoline, mentre ai maschietti spettano i soldatini e i robot spaziali. E che qualunque infrazione di questo comportamento (che è un costrutto sociale, non genetico) comporta la diagnosi di malattia mentale. Un bambino che piange e che non si difende dai bulli, apparirà come una femminuccia. Una bambina che ama arrampicarsi e che esprime le proprie idee, sarà considerata invadente o iperattiva.
La stessa Jk Rowling, secondo questo modo di pensare, andrebbe considerata una donna viriloide, per aver scelto una professione "maschile" e per l'aggressività e l'ostinazione con cui diffonde le proprie idee.
<Cancellare il concetto di sesso - spiega la Rowling - significa non dare la possibilità a molti di discutere delle proprie vite.>
Peccato che nessuno voglia cancellare un bel niente e che sia lei a confondere un termine con un altro.
Ciò che probabilmente l'autrice non ha capito, è che il concetto di identità è cambiato nella Storia e che non siamo più definiti dall'esterno, ma siamo chiamati ad autodeterminarci. Così come io non devo (e non voglio) considerarmi cattolica, solo perché vivo nel paese dove risiede il Vaticano, allo stesso modo un individuo può decidere se vuole essere considerato maschio o femmina. La propria immagine, come ci presentiamo in pubblico, è un problema individuale: possiamo anche non capirlo, è legittimo. Non per questo siamo autorizzati a fare pressioni sulla vita di persone estranee.
Le parole di Jk Rowling hanno anche avuto l'effetto di negare rifugio ed assistenza a persone trans vittime di abusi, paventando il pericolo che siano esse a mettere a rischio le donne, perché ovviamente non esiste una casa protetta destinata ai soli transessuali.
Questa tendenza a considerare le rivendicazioni trans come un vezzo, un capriccio del momento, una fissazione, può portare a conseguenze tragiche se viene normalizzata dalla società.
Poco tempo fa, Stephen King - appassionato della sua serie di gialli - fece vivaci dichiarazioni contro le sue posizioni transfobiche. Jk Rowling tolse il follow al celebre scrittore horror.
Solo in questi giorni si apre uno spiraglio per una riconciliazione pubblica, poiché Stephen ha espresso il desiderio di leggere un nuovo libro giallo. "Sta arrivando", ha risposto laconicamente Joanne.
La riconciliazione è vicina?
Come anche la saga di Harry ci ha insegnato, quello che si dice in pubblico e quello che si esprime in privato non sono necessariamente la stessa cosa.
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Disegno: fan art su Severus Snape donna (e incinta).
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Questo articolo, senza il disegno, si puo' leggere anche alla sezione Mentions del sito Facebook di Jk Rowling. 😅 Almeno finche' non lo cancellano.
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Giovedì 27 Luglio 2023
Devo ammettere, sono proprio contenta di tornare a raccontare le mie giornate.
Sinceramente tralascerei la parte del lavoro, di questi tempi, già tanto averne uno e saperlo tenere senza sputare sangue.
Ultimamente ho la fortuna di terminare il mio lavoro alle 14, così posso stare qualche ora in più con mio figlio. Oggi, dovevo passare al supermercato per prendere due cosette per la cena da preparare con il mio piccolo, ed in più si era aggiunto "l'appuntamento con un amico". Strano ma vero. Eh sì, ho un amico che chiamerò L. È solamente amicizia da parte mia, anche se penso che per lui, non sia esattamente così. Ovviamente io non sono interessata. Ho un ragazzo da circa 3 mesi che chiamerò P. Questa è una storia a parte che esporrò più avanti.
C'è un motivo ben preciso che mi porta da questo amico a chiacchierare. Qualche mese fa, avevo fatto finire per sempre un'amicizia ventennale. Era un'amicizia nociva. Sempre con alti e bassi come in un qualunque rapporto, dannosa per la salute, soprattutto per la mia. Noi due, un abisso di differenza, pensando di fare la cosa giusta, continuavamo a mollarci e riprenderci, finché a malincuore, avevo preso la fatale decisione di dirle addio.
Comunque, questo fatto risale ad aprile 2023, la sera del mio compleanno, ero in casa sua, a festeggiare con questa mia ormai ex amica, ed aveva colto l'occasione per presentarmi il suo nuovo compagno, L per l'appunto. L è un tipo abbastanza silenzioso, non lascia nulla al caso, preferisce starsene più sulle sue ed essere taciturno, che parlare a sproposito o dire qualcosa che poteva sembrare fuori luogo. Mi sembrava un tipo apposto e pensavo addirittura che stessero bene insieme. Come di consueto tra amiche, stavo cominciando l'interrogatorio. Potevano ben rispondere tutti due alle mie domande, ma tendenzialmente rispondeva solo lei. Non erano domande né troppo personali né troppo intime, insomma. Domande del tipo "come vi siete conosciuti? Cosa vi piace l'uno dell'altra? Cosa vi ha attratto dal primo momento?(....)"
A mio parere nulla di che, domande di normale routine tra amiche di vecchia data, semplice curiosità. Le risposte erano vaghe, troppo approssimative, abbastanza imprecise da quel poco che sapevo perché mi aveva accennato qualcosina in precedenza.
C'era qualcosa che non quadrava ed anche sui loro volti, vedevo che le espressioni erano ambigue. "Ehi che sta succedendo? Perché vi state guardando in quel modo?..meglio che l'interrogazione finisca qui. però ho una domanda: cosa vi ha messo a disagio di quello che vi ho chiesto?"
L era diventato una scimmia 🙈🙉🙊 e l'altra non sapeva perché non riusciva ad arrampicarsi su degli specchi insaponati. il disagio era diventato palpabile. Un fastidio terribile mi stava avvolgendo, anche perché sapevo benissimo che mi stava mentendo spudoratamente, ma la vera domanda che mi facevo era: "perché tutta questa diatriba?"
So tutte le vicende che riguardano questa ex amica e devo dire che anche lei conosce bene me. Lei era, e sarà sempre una mitomane, mentre io sono per la sincerità, lealtà, onestà, schiettezza e trasparenza sempre!!
A quel punto, nessuno voleva parlare e dirmi cosa cavolo stava succedendo. Quindi avevo architettato delle domande trabocchetto in modo da fare capire a L con chi stava avendo a che fare, dato che la mia ormai ex amica stava mentendo e lui non stavo comprendendo se stava reggendo il suo gioco o no. La risposta era subito arrivata. L non stava reggendo il suo gioco, aveva capito benissimo che lei stava imbrogliando, ma non conoscendomi, non sapeva come reagire. Era pur sempre la serata del mio compleanno e non volevo trascorrere tutta la notte a cercare di capire le loro cose, comunque ero a conoscenza del fatto che qualche strano allarme era scattato nella testa di L.
Qualche giorno dopo, L mi aveva contattato su Messenger. Non me lo aspettavo. Praticamente, aveva capito che qualcosa non andava, e cercava spiegazioni da me, dato che aveva visto in me una sincerità che sicuramente dalla sua dolce metà, non c'era affatto. Fu così che cominciò la nostra amicizia, scambiandoci informazioni. Lui chiedeva determinate cose a me dato che da vent'anni conoscevo lei e tra le tante circostanze, lui mi aveva reso partecipe (e fa tuttora) della situazione tra questa mia ormai ex amica ed il mio ex ragazzo. Detta in poche parole (ma ritornerò sull'argomento più avanti e con più precisione) dopo aver lasciato il mio ex a febbraio 2023, lui, aveva cominciato a messaggiare con questa mia ex amica e ne avrò da raccontare di barzellette.
Anticipo solamente che quando stavo con il mio ex ragazzo, erano state davvero pochissime le occasioni in cui eravamo usciti tutti tre (io, la mia ormai ex amica e il mio ormai ex ragazzo), non si sopportavano, non potevano proprio vedersi per svariati motivi, mentre adesso è tutto il contrario. Mille domande mi nascono spontanee come i funghi in un prato immenso. Ne parlerò strada facendo perché davvero, mi sembra di vivere le stesse storie di "Beautiful".
Per oggi è tutto, comunque ero, sono e sarò sempre io: conlatempestanelcuore.
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Immagina di svegliarti un giorno e poter dire:
‘’Posso non fare mai più la cosa o una delle cose per cui sono pagato per lavoro, perché da oggi c’è qualcosa che la fa per me, senza che compia il minimo sforzo’’.
Oppure: immagina di non saper scrivere e ogni volta che hai una tastiera davanti sono ore di sudore freddo. Immagina di avere un amico che ti passa sotto banco il lavoro che avresti dovuto fare tu. O come la vedo io: immagina di poterti prendere meriti che non hai.
Questo miracolo (per gli altri) si chiama Chat GPT, il programma di AI made in USA con cui con un semplice comando vengono generati testi di qualsiasi natura e lunghezza, su argomenti qualunque.
Quindi non importa (più) che tu sappia scrivere, non importa (più) che tu abbia studiato o letto molto per formarti, non importa più, detta nel modo più crudo possibile: che tu sia capace. Questo vuol dire che chi si occupa (anche o soltanto) di scrittura per lavoro ha oggi questa possibilità. O ancora, i peggiori di tutti a mio modesto parere, quelli che non saprebbero mettere due parole in croce e all’improvviso sembrano riuscire: dal ragazzino che deve fare il compito di storia per casa al tipo che deve lasciare la fidanzata e non sa cosa dirle, da zero argomenti al pronipote di Oscar Wilde con l'AI.
Con uno schiocco di dita ottengono un testo generato automaticamente con degli input di partenza.
Il gioco è (s)fatto.
Premetto già che la mia posizione è fermamente contraria. Ma andiamo per ordine.
Dopo una grande festa di tanti per questa grandiosa novità, in cui per un periodo si vedeva limpido un orizzonte talmente semplificato da essere disonesto, come per qualsiasi favola che sembra troppo bella (per loro) per essere vera, è scoccata la mezzanotte anche per Chat GPT, come fu per Cenerentola.
Cosa è successo in Italia?
Se Cenerentola è dovuta scappare via dal castello pena far trasformare il suo bel vestito in stracci, Chat GPT invece non ha saputo rendere conto al nostro Garante per la Protezione dei Dati Personali (GPDP) che ha chiesto senza mezzi termini di mettersi in regola con le leggi italiane ed europee sulla privacy.
ChatGPT risponde buttando giù la saracinesca in Italia, pensando al da farsi e trascinando nello sconforto più totale chi aveva già pregustato il dolce sapore del copia&incolla senza dolori e pene. Tanto che non ha ritardato il triste, tristissimo appuntamento virtuale con gli insulti dei delusi sulle pagine social dell’ente italiano.
Il nostro Garante contesta alla società OpenAI principalmente 3 cose:
la mancanza di una informativa agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati vengono raccolti
l'assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali degli utilizzatori, allo scopo di “addestrare” gli algoritmi sottesi al funzionamento della piattaforma.
l’assenza di un filtro qualunque per la verifica dell’età degli utenti, nonostante sia specificato negli stessi termini pubblicati da OpenAI che il servizio sia rivolto ai maggiori di 13 anni, esponendo i minori a informazioni potenzialmente inidonee rispetto al loro grado di sviluppo e consapevolezza.
Il GPDP aggiorna gli utenti italiani sul loro sito facendo noto che l’intento non è quello di censurare ChatGPT e che OpenAI intende collaborare. L’ultimo comunicato del 13 Aprile scorso parla del 30 Aprile 2023 come scadenza per mettersi in regola.
Copywriters, bloggers, scrittori: pende su di noi la spada di Damocle?
Personalmente ho assorbito la notizia di questa nuova funzionalità con un tristezza e disgusto. A lungo mi sono chiesta se questo nuovo tool potrà mettere a rischio il mondo lavorativo di alcuni settori e le notizie hanno dato triste conferma: molte persone hanno già perso il lavoro per questo. Potrebbe esserci un’evoluzione in negativo pesantissima con cui, come sempre, ci si ritrova a fare i conti a pasto concluso.
Quindi è la fine della creatività, dell’impegno, del talento? è la prima domanda che mi è balenata in testa la prima volta. Per un po’ mi ha preoccupato, ma oggi rispondo: assolutamente no.
Perchè è vero che ChatGPT è un nemico virtuale piuttosto forte, veloce e senza scrupoli ma non potente e illimitato come un cervello umano. Uno strumento che ci infastidisce ma non ci minaccia realmente anche perché ha degli enormi, giganteschi difetti...
I grossi limiti (e i flop) a cui devi essere preparato se usi ChatGPT.
E’ stato ampiamente dimostrato che il tool:
non sia affidabile: le informazioni che propina sono sbagliate e altre addirittura inesistenti. Ottima cosa per generare fake news, di cui siamo già abbastanza travolti e per fare delle figure barbine!
generi testi freddi e tutti uguali: se nello scorso articolo facevo riferimento all’importanza assoluta, anche nel mio lavoro, di generare testi emozionali che coinvolgano il lettore, questa mancanza ha il sapore di un fallimento di risultato preannunciato… Non credete?
manchi, ovviamente, di doti tutte naturali ed umane come l’empatia, la creatività e il carattere (e si vede): il vero timbro che ha un testo può essere solo generato dal suo autore, in carne ed ossa, con il suo stile narrativo che è la sua impronta intellettuale.
In altre parole, tutto il suo essere gelidamente automa viene fuori miseramente.
Cervello 1 – ChatGPT 0!
La mia posizione su ChatGPT: perché rifiutarmi di usarlo è la mia scelta etica e consapevole.
Io non ho avuto il minimo dubbio a riguardo e questa velocità di scelta la devo a tre ragioni:
1 - Io amo scrivere. Fra le mie poche ma buone sicurezze, so di saper scrivere. Scrivo sin da quando ero piccolissima e ho la fortuna di non essere mai a corto di parole né argomenti, quindi per me non è una tentazione. E poi credo che quando c’è una predisposizione naturale sarebbe un insulto al proprio ingegno e alla propria creatività. Ho dedicato molte ore della mia formazione allo studio del Copywriting e della scrittura per il web, affinando il mio stile, quindi... What else?
2 - Non mi sembra affatto onesto. Quando si parla di etica oggi le persone tendono a far prevalere la loro teoria su un comune senso di giustizia. Ma comunque la si pensi, il mio pensiero è che sia un utilizzo totalmente sleale e disonesto, soprattutto se usato da chi scrive per lavoro, senza se e senza ma. Che sia per fare il compito a scuola o per lavoro, trovo che sia una scorciatoia ridicola, penosa e triste che sputa addosso all’impegno di chi ce la mette tutta per creare qualcosa di bello e coinvolgente, spremendo le meningi. Senza contare che ChatGPT fa un bel dito medio alzato al talento naturale, permettendo a certe persone di prendersi meriti inesistenti. Come quando il compagno di scuola che non aveva aperto libro copiava dal secchione e prendeva 10, camminando pure tutto soddisfatto in mezzo ai banchi. Sono contro perché non sarei mai a posto con la mia coscienza.
3 - Detesto i mezzucci, i trucchetti e i compromessi, per carattere. Odio le vie traverse con cui si raggiungono le vette senza sforzo, non imparando niente lungo il cammino e rifiutandosi di spaccarsi le gambe scalando, per assaporare davvero un traguardo raggiunto con le proprie forze, ancora ansimanti ma felici. E su questo c’è poco da aggiungere.
Come difendersi da ChatGPT?
Saltiamo indietro di qualche anno e torniamo ai ricordi fra i banchi di scuola.
Come faceva la professoressa a verificare se lo studente con un voto alto sospetto avesse copiato o avesse studiato veramente? Con un’interrogazione a sorpresa, hic et nunc. Presto fatto.
Io potrò in qualsiasi momento dimostrare che non uso nessuna AI per i miei testi, per i miei copy e per il mio lavoro. Come? Datemi foglio, penna, un argomento e 30 minuti di tempo. Sopravviverò all’interrogazione!
E voi, utilizzatori di ChatGPT? Che voto prendereste al compito a sorpresa senza il compagno da cui copiare?
Alla prossima protesta!
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Niente trucco per me, via le luci stasera Che a guardarti negli occhi sia la faccia mia vera. Niente trucco per me, perché tu creda ancora Che quest'uomo sia un uomo.. non la tua bestia rara.
Ti ho cercato, ti ho inventato, divertito, amato. E vestito da Pierrot ho riso e pianto più di un po' E ho cantato ed ho pregato e il mondo ho dissacrato Quante volte invano io ho nominato Dio?
Niente trucco perché non sia il gioco di un'ora Sai che ho anch'io la mia storia? Sia la vita la scena.
Niente trucco e ad esser ricco non compri un sentimento Chi fa miracoli è lassù non sono il Cristo che vuoi tu Io senza te son niente Fermare il tempo non so io, il tuo destino è pure il mio.
Non basta una canzone qualunque trucco sbiadirà La mia canzone resterà.
RZ
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ili91-efp · 2 years
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War of Y - Episodio 18
Oh cavolo... Le riprese della serie che stanno girando Most e Achi procedono, e a questo si aggiunge il pubblicizzare la serie e il rapporto con Fern che si complica. A questo proposito...
SPOILER
Fern e Achi hanno instaurato una relazione e fin qui okay, liberissimi di farlo. Certo, secondo il contratto non potrebbero (non che io approvi questo genere di clausole), quindi capisco perché stiano cercando di tenere la cosa segreta a tutti, anche a Most, però... Quando Achi si è trovato davanti Most che ha ammesso di volerlo baciare e, nel sottointeso, di provare anche qualcosa per lui, lì sarebbe stato il momento per Achi di fare la persona decente. Non era obbligato a rivelare tutta la verità a Most (sempre per la storia del contratto. Non si conoscono da così tanto tempo da avere questo tipo di fiducia. Una persona ferita potrebbe cercare di ferirti a sua volta, quindi ha senso che Achi non dica nulla), però il tenere il piede in due scarpe e fare le corna a due persone contemporaneamente è un po' troppo pure per lui. Con Fern ci sta perché gli piace, va bene (scema lei a starci con uno così, eh!). Ma con Most? Il trailer suggerisce che lui dica a Fern che la storia con Most è una specie di allenamento per la chimica (mi ricordo con nostalgia Pan che diceva scherzando a Nott che i loro incontri erano workshop), il che è da badilata sulla faccia. Caso 1: Achi è (una volta nella vita) sincero e ha accettato di andare a letto con Most perché pensava che avrebbe fatto bene alla loro chimica di ship sul lavoro. In questo caso, sarei profondamente delusa da Achi, ma non necessariamente sorpresa. Achi tiene in modo morboso al lavoro. Vuole assolutamente che la serie vada bene e abbia successo. E' sempre concentrato su come pubblicizzarla al meglio (vedi con le storie flirtanti con Most su twitter, oppure il post fatto in questo episodio per fare tendenza) e si impegna molto anche nella recitazione. Onestamente, non sarei affatto sorpresa se fosse disposto a "immollarsi" per la causa, in questo caso accrescere la chimica tra lui e Achi. E, sempre ad ascoltare il trailer, pare esserci riuscito. Comportamento pessimo come sempre, ma decisamente da lui. A questo punto però, vorrei davvero che sia Fern sia Most lo piantassero, perché il karma prima o poi dovrà colpire. Caso 2: Il caso 1 è in parte vero, ma non è solo questo (sì, in entrambi i casi, sono convinta che Achi abbia dato il via a tutto per la ship. E' troppo da lui). Alla fine una mezza scintilla con Most è scattata per entrambi. In questo caso... Achi dovrebbe comunque pagare le corna doppie, però almeno non sarebbe tutto freddo e impersonale come nella prima possibilità. Nel senso, ci si potrebbe lavorare sopra e si potrebbe arrivare a una scelta finale (o, ma lo trovo improbabile, a un threesome).
Per quanto riguarda Most, ha avuto un sacco di spazio in questo episodio e abbiamo potuto conoscerlo meglio. Mi è piaciuto che ci si sia concentrati sulle sue incertezze e sulla scoperta dei suoi sentimenti. E' bello che abbia chiesto consiglio a un amico, abbia riflettuto sulla cosa e alla fine abbia deciso di confessare ad Achi quello che provava, quell'attrazione vera che sentiva per lui. Mi dispiacerà quanto, inevitabilmente, scoprirà di Fern (credo già nel prossimo episodio dato che ne mancano solo 2) e gli si spezzerà il cuore. Achi sta facendo un gioco pericoloso con entrambi. Prendere in giro due colleghi di lavoro nello stesso momento... si meriterà qualunque cosa gli capiterà.
A proposito di Fern. Mi spiace anche per lei. Alla fine lei si è solo presa una cotta per Achi e ha provato a instaurare una relazione con lui. Di certo non immaginava che in tempo zero il suo ragazzo le facesse le corna con la sua co-star.
Con l'ultimo episodio vorrei tirare le somme di tutte e quattro le storie di War of Y e della serie in generale. Alla prossima settimana!
Varie ed eventuali:
E' ovvio che P abbia fatto il post e dato il via al tag sul regista New (che interpreta se stesso, wow!) perché voleva scuoterlo e far sì che si impegnasse a girare. Tra l'altro, anche se il regista diceva cose giuste, la scorsa settimana, non ero d'accordo che facesse altro anziché lavorare. Abbiamo capito che non apprezzi la serie che stai girando, ma i casi sono due: o ti rifiutavi categoricamente di farlo, oppure guardi il bicchiere mezzo pieno e cerchi almeno di tirare fuori qualcosa di buono facendo un bel lavoro. Da questo punto di vista, P si è comportato male a mettere nei guai il regista, ma allo stesso tempo lo ha fatto per una buona causa. Invece, non ho ben capito perché abbia intimato a Earth e Korn di lasciare solo Most e Achi. Si è accorto che c'è della tensione tra loro (causata principalmente da Most) e voleva fare in modo che la miccia prendesse fuoco? Intanto, sto ancora aspettando di capire il suo rapporto fanservice con Dew. E, in generale, cosa pensa. Vorrei un suo pov.
Mi è spiaciuto che Korn ed Earth siano stati praticamente comparse in questo episodio, però almeno so che la loro relazione sta continuando bene da segreta.
E' stato carino rivedere Kla e Peek. Non mi sorprende che i rapporti siano tesissimi con la serie rivale visti i precedenti, anche se non mi sembra così importante quale delle due serie BL andrà meglio. L'importante è che non facciano schifo e le veda un numero ragionevole di persone.
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margheriteas · 6 years
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“Fiori cresciuti in mezzo ai sampietrini”
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filorunsultra · 2 years
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Cortina 96
La botta è arrivata quando ho visto l’arco di partenza. Nelle settimane precedenti avevo avuto tutto il tempo di metabolizzare la cosa; e in corriera, e in macchina, prima di arrivare, e la mattina mentre bevevo un pessimo filtrato con Ale e Matteo a Bassano, mi sentivo a posto con me stesso: non correrò LUT, non è una tragedia, va bene così. Ma quando arrivo a Cortina, il giovedì, vedere quell’arco mi rode.
Se c’è una cosa che adoro di Cortina, e che ogni anno mi fa sbiellare per giorni guardando Instagram la settimana successiva alla gara, sono le excusatio non petita degli atleti a cui è andata male. Ci sono le excusatio anche di quelli a cui è andata bene, e che per qualche ragione si sentono in dovere di motivare perché non gli sia andata meglio. I giorni prima della gara, invece, sono quelli in cui si mettono le mani avanti per prevenire eventuali detonazioni. Sono sempre scuse molto a fuoco, problemi precisi, e molto spesso reali, ma non sono quasi mai le vere cause dei ritiri. Insomma, a Cortina non ci si ritira per il male al ginocchio, a Cortina ci si ritira perché si fanno errori da pivelli: c’è chi parte troppo forte, chi in canotta anche se piove, quello che mangia male. «Sai, ho sbagliato l’alimentazione», ma Cristo, fai gare da vent’anni, come fai a vomitare nei primi trentacinque chilometri? Qualunque cosa capiti, non bisogna mai ammettere di essere partiti a un ritmo insensato, e a Cortina tutti partono a un ritmo insensato: «ma stavo anche benone, è che a un certo punto: blackout».
Quanto a me, per i primi due giorni a Cortina ho una scusa meravigliosa, forse una delle più belle che siano mai state inventate. C’è qualcosa di pittoresco nella mia storiella, non è un banale infortunio, c’è di più, è quasi avvincente. Ci sono l’antibiotico, la spossatezza, le notti in ospedale in un reparto con un nome che fa indietreggiare l’interlocutore. C’è tutto, è perfetto. È un po’ lunga da raccontare, e dopo le persone tendono a rivolgermi diverse domande, dopo qualche giorno diventa un po’ ripetitiva, ma diamine, fa sempre un bell’effetto: sai, ho preso una zecca correndo dietro casa, dopo un paio di settimane ho avuto dei sintomi e sono andato in pronto soccorso per degli accertamenti, sono entrato pensando di passare la notte in sala d’attesa e invece sono uscito tre giorni dopo. Mi hanno ricoverato in malattie infettive, era il ponte del due giugno e in ospedale non c’era nessun medico specialistico per dimettermi, ci hanno messo tre giorni per darmi i risultati del sierologico per la TBE. Alla fine non hanno capito se fosse Lyme ma bla bla bla. Voglio dire, se non puoi correre almeno trovati una scusa buona. Ma la vera ragione per cui non corro la gara non è la zecca, almeno non solo. Sì, tutta quella storia è vera, ma l’antibiotico l’ho finito ormai dieci giorni, e nel frattempo avrei potuto riprendere a correre, o vedere come andava. La vera ragione per cui non corro è banale come tutte le altre: in ospedale, tra una minestra e l’altra, avevo notato un tendine che mi faceva male, sopra alla caviglia. Lì per lì lo ho ignorato, ma la settimana dopo, quando ho provato a correre (sotto antibiotico), mi è partito e non ha più smesso, per due dannate settimane. La verità è che sono riuscito a infortunarmi nelle uniche due settimane di riposo degli ultimi due anni.
A Cortina c’è anche Rigo. Lui è il mio esatto opposto: ha un motore impressionante, io sono una mezzasega, lui fa il cazzone, io sono relativamente metodico, lui probabilmente non ha paura di fare cazzate, mentre io ho una paura matta di fare cazzate, per questo non ne ho mai fatte molte. Comunque, abbiamo in comune che siamo entrambi lì per fare qualcosa di diverso da correre. Mi chiede se voglio partire, per farla passeggiando, mangiando ai ristori e camminando le discese, quanto meno per vedere come va. Avevo già pensato a questa eventualità a casa, e per evitare in ogni modo di fare l’errore di cascarci ho evitato di portare a Cortina qualunque cosa necessaria in gara. Non mi sono portato nemmeno una giacca per non rischiare di trovarmi sulla linea di partenza. «Che problema c’è: ho io la giacca» «Ma non ho nemmeno lo zainetto» «Ho io anche quello». Maledetto. Comunque, nonostante le sue tentazioni riesco a non partire.
Sono a dormire all’Hotel de la Poste, un albergo storico in centro a Cortina dedicato agli atleti e alla stampa. La mattina della gara, a colazione, si taglia la tensione con un coltello. Faccio la mia seconda colazione con Tommy e Francesca, che da atleta seria passa il tempo a spiare la colazione degli altri. Kelly Wolf mangia dello yogurt bianco con della frutta, gli altri non ricordo. Le atlete presenti stanno tutte almeno a due tavoli di distanza, e non si guardano, anche se corrono in gare diverse – Kelly Wolf, Mimmi Kotka, Francesca. Gli uomini sembrano più rilassati, e il tavolo di Michele Graglia e di Cody Reed è particolarmente affollato. Per il resto c’è odore di gara nell’aria, e di detonazioni.
Trascorro la notte della gara con Tommy, a Ospitale, al diciottesimo chilometro, passano i primi tredici tutti insieme, in blocco, in un’ora e trentadue. È un ritmo folle, di solito qualcuno che fa un ritmo insensato c’è sempre, ma quest’anno passano tutti insieme nel giro di un minuto: follia. La gara è appena iniziata, ma si inizia già a sentire puzza di morti. Tommy fa assistenza ai suoi atleti durante la notte, per poi seguire Francesca nella 80 chilometri il giorno dopo. Dal canto mio non riesco a stare sveglio e verso le tre di mattina crollo sul sedile anteriore.
I primi vanno talmente veloci che tra il diciottesimo e il quarantacinquesimo chilometro facciamo appena in tempo a salire in macchina e a spostarci. La notte è fredda, e in quel momento sono sinceramente felice di non essere in gara. Le notti dolomitiche sono dannatamente fredde, e a LUT si passano una serie di depressioni umidissime, tra Cimabanche, Misurina e il Lago d’Antorno. A malga Ra’ Stua arriviamo che i primi sono appena passati. L’alba è tersa, e il cielo rosato inizia a congelare l’umidità e il sudore addosso ai corridori: è il momento più freddo della giornata, appena prima che il sole sbuchi dalla valletta di Sennes. Attorno alla ventesima posizione passa Alberto Ferretto: sta bene, mangia, ha il cervello connesso, e sta facendo una gran gara. Mi dice che è un po’ piantato in discesa per colpa del ginocchio (era la sua scusa prima di partire), ma che in salita sta benone e recupera posizioni: tanto meglio Albi, tanto adesso hai venti chilometri di salita.
Da malga Ra’ Stua il percorso si infossa in un canyon, per sbucare ai piedi della Travenanzes. Tutte le buone gare, quelle con un percorso sensato, hanno dei punti temuti da ogni corridore, dei luoghi semileggendari che tutti sperano di raggiungere e superare. La Val Travenanzes è uno di questi luoghi, in cui si possono provare tutte le esperienze che questo sport può offrire: disidratazione, insolazione, crisi di fame, conati. Alla fine della valle una breve discesa, una risalita, e poi la picchiata verso Col Gallina. Col Gallina è come le colonne d’Ercole, e una volta superate si è ormai certi di arrivare. Rispetto a venti chilometri prima i volti dei corridori sono quasi trasfigurati. Tu hai appena fatto in tempo a salire in macchina, passare per Cortina a liberare la stanza, risalire in Falzarego, e nel frattempo a quelli è passata davanti la vita.
Non si sa bene per quale ragione, il sabato della LUT ci si ritrova tutti a Col Gallina. Si va per guardare gli altri soffrire, per dare l’estrema unzione a chi si è ritirato, per lamentarsi dei propri acciacchi, o per bere una birra, forti del fatto che a soffrire, dall’altro lato del sentiero, c’è qualcun altro. A Col Gallina ci siamo sempre tutti, con delle seggioline da campeggio, un ombrellone da spiaggia e lo striscione bianco rosso e blu di Destination Unknown. Ci sono pure quelli che si sono ritirati durante la notte, e che non hanno niente di meglio da fare che venire a dispensare buoni consigli. È sempre una situazione positiva in cui si condivide l’attitudine per questo sport e si ritrovano amici che non si vedeva da mesi. Poi pensi a come sarebbero dovute andare le cose, e a come non sono andate. Pensi che ti sei anche stancato di seguire questa gara da fuori, ma tutto sommato ti sei anche stancato di pensarci, e di prepararla. E pensi che in realtà non è importante, che non è per questo che lo fai. Non è per quell’arco di arrivo, non è per le Dolomiti. È per le cose che non ci sono più. Pensi che un anno prima ti trovavi in questo stesso posto con degli amici che non sono qua, e che tutto considerato anche se quest’anno sembra fare schifo non andrà mai meglio. Poi pensi che stai diventando sdolcinato e che la retorica è una cosa da evitare, costi quel che costi, soprattutto quando si scrive.
Alle nove di sera non ho ancora capito dove passerò la notte, così Rob mi fa fare un paio di giri del paese per cercare una piazzola in cui piantare la tenda. Alla fine ci rinuncio, voglio una doccia e una presa della corrente, così vado nel campeggio in cui dorme Ste Cariboo. Anche lui avrebbe dovuto correre, ma nemmeno a lui le cose non sono andate come aveva pensato. Phil Knight scriveva che noi corridori tendiamo a paragonare ogni cosa a una corsa, la vita, il lavoro, i rapporti personali, ma la maggior parte delle volte le due cose non c’entrano niente. Ha ragione, ma mi piace pensare che l’ultrarunning ti metta di fronte a degli imprevisti, come tutti gli altri sport d’altronde, ma in questo a differenza degli altri l’imprevisto ti deve piacere.
Dopo la notte della gara, passata a urlare al ristoro di Ospitale mi è una tosse strana, e dopo qualche giorno è iniziata anche alla mia ragazza. Cortina quest’anno mi ha lasciato anche il Covid, dopo averlo evitato per due anni e mezzo. Non che ci sia da stupirsi, anzi, ma evidentemente era qui che dovevo prenderlo, insomma, quest’anno a Cortina era destino che non ci venissi. Il destino è consolatorio e non aiuta granché, ma è sempre meglio di niente. Ci penso in macchina mentre torno verso casa con Ale. Non so se l’anno prossimo la correrò, non so dirlo adesso, e non è un problema, è inutile pensarci. Prenderò quel che arriverà, come in gara: vento e pioggia, neve e sole, salute e malattia; e chi s’è visto s’è visto.
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(Il pettorale l’ho comunque ritirato, il pacco gara no. Suvvia, un po’ di dignità)
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intotheclash · 3 years
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Eravamo lì, seduti sulle scale della fontana, il nostro quartier generale, tutti e sei immersi nel brodo primordiale dei propri pensieri. Che, poi, in quel preciso momento, era lo stesso brodo per tutti. Erano ben quattro giorni che il Maremmano non si faceva vivo. Ed era ben strano, da quando erano diventati amici, non era mai successo. Ma ci poteva stare. Abitava in una fattoria, lontano dal paese e, si sa, in campagna, per chi di campagna vive, ci sono sempre una marea di cose da fare; a prescindere dall'età. Ma io lo sapevo qual'era il vero motivo della sua assenza. Lo sapevo perché, quella mattina stessa, avevo sentito il mio vecchio che diceva a mia madre della punizione. A dirla tutta, quando, non visto dai miei, ascoltai la parola "punizione", quasi mi cagai addosso, pensando che stessero parlando di me. Certo, ero sicuro di non aver fatto nulla di male, ultimamente, ma valli a capire i genitori. Certe volte sembrava quasi che la loro sola missione nella vita fosse quella di punire i figli. Tesi le orecchie e mi resi conto che il Pietro in questione non ero io, ma il Maremmano. E che il padre ci era andato giù pesante: lo avrebbe fatto lavorare nei campi per tutta l'estate. Io mi lamentavo del mio, ma, in quella occasione, dovetti ammettere che in giro c'era di peggio; sia come padri che come punizioni. Uscii di corsa e andai a chiamare i miei amici per metterli al corrente della terribile notizia. E, visto che ormai ero in ballo, e visto che non lo avevo ancora fatto, pure perché non è che avessi fatto una gran bella figura, avrei raccontato anche della visita notturna a casa del Maremmano. Aspettai un po' prima di iniziare il racconto. Dovevo cercare bene le parole, ma alla fine feci quel che dovevo. Tre volte di seguito dovetti raccontare le stesse cose, affinché tutti capissero. Quasi tutti, perché dopo qualche attimo di naturale silenzio, Schizzo disse: "Senti, Pietro, perché non ci racconti come è andata l'altra sera, a casa dell'altro Pietro?" Fu un movimento unico, dalla sincronia perfetta, quello che ci fece voltare verso di lui. tutti con la stessa espressione di stupore e incredulità stampata in faccia. Fu il Tasso il primo a reagire: "Certo, Schizzo, per uno che ti guarda distrattamente da lontano, devi sembrare un mezzo deficiente. Ma, se per caso, apri bocca, anche quello capisce di essersi sbagliato. Perché, in verità, tu sei tutto deficiente! Ma che cazzo vai dicendo? Sono tre volte che ripete la stessa storia e ancora non ti è bastato? Ma che tieni in quella tua zuccaccia? Segatura? Merda di cane? Su, diccelo, sono curioso!" "E' vero, Schizzo," Aggiunsi, " ma dove sei stato fino ad ora? Eppure sembravi seduto proprio qui, vicino a noi. Sembra sempre che tu sia appena emerso dal pozzo nero di chissà quali pensieri." Schizzo, senza dar peso alle offese, guardò altrove e rispose: "E' che mi piace! Soprattutto quando il fratello di Pietro blocca il braccio del padre che lo voleva picchiare di nuovo. Dio bono, sono sicuro che glielo avrebbe spezzato come un rametto secco se avesse continuato!" Finalmente avevamo capito. Tutti. E ci fece pena. Povero Schizzo, quel lurido verme del padre lo massacrava di botte, per ogni minima cazzata lui facesse e dicesse. E non c'era mai nessuno a salvarlo. "Mi sta simpatico quel gigante." Proseguì Schizzo, dritto per la sua strada, "Deve essere forte come un toro. Come dieci tori! Forte come Sansone. Anche lui, da solo, avrebbe fatto il culo a tutti quei filibustieri del cazzo!" "Filibustieri?" Chiedemmo in coro. "Filibustieri, certo. Ve lo ricordate o no il film che abbiamo visto quest'inverno al cinema dell'oratorio? Alla fine, quando Sansone, che ne aveva le palle piene, disse: muoia Sansone con tutti i filibustieri!" "I Filistei!" dicemmo di nuovo in coro. Anche se nessuno di noi aveva la più pallida idea di chi, o cosa, fossero 'sti Filistei. Schizzo ci fissò a bocca aperta, fece una smorfia che, probabilmente, secondo lui, avrebbe dovuto essere un sorriso; almeno nelle intenzioni, e disse:" Ma che vi ha preso oggi a tutti quanti? Vi mettete a fare il coro come in chiesa? Filistei o Filibustieri, che cazzo volete che me ne freghi? Erano i Filistei? Bene, Sansone gliele ha suonate per le feste! Ma se c'erano i Filibustieri, le avrebbe suonate anche a loro, senza starci a pensar su. Mica c'è tanto da scherzare con Sansone!" Il discorso filava, non c'erano santi. Sansone era Sansone, mica un cazzone qualunque. "Adesso basta con le stronzate, Schizzo!" Troncò il discorso il Tasso, alzandosi in piedi, "Dobbiamo aiutare il Maremmano! E dobbiamo farlo subito. Lui si è messo nei guai per noi. Per salvarci il culo da quei prepotenti e per farsi restituire il tuo pallone, Pietro, ricordatelo." Eccome se me lo ricordavo, E chi se lo sarebbe scordato più. Ancora mi pesava l'averlo lasciato da solo. Il Tasso aveva ragione. Dovevamo aiutarlo, era nostro amico ed eravamo in debito con lui. Il problema era: come? Cosa potevamo fare per aiutarlo? Certo, non si trattava di un dettaglio trascurabile. Tonino sembrò leggermi nel pensiero e diede voce ai miei dubbi muti. "Hai ragione, Tasso, ma come possiamo fare?" "A questo non ci ho ancora pensato." "Non sarà facile." "Lo so io come." Disse timidamente Sergetto. Gli era uscito appena un filo di voce, ma, nella circostanza, somigliò ad un urlo. Sergetto era uno che aveva sempre paura di tutto, che non prendeva mai iniziative, che preferiva seguire a ruota. Il fatto che volesse esprimere una sua idea era una vera novità, ovvio che la nostra attenzione fu catturata all'istante. "Si, insomma, " Proseguì, " Lui ci ha difesi, lo sappiamo tutti che, altrimenti, le avremmo buscate di santa ragione. Invece è toccato a lui solo buscarle. Dal padre. E si è beccato la punizione per colpa nostra. Noi adesso andiamo dal padre e gli facciamo capire bene come sono andate le cose. E se è proprio duro di comprendonio, se insiste a non voler capire, che punisse pure noi! Perché aiuteremo il Maremmano fino a quando non saranno finiti tutti i lavori. E partiamo subito,  non aspettiamo altri cazzo di giorni. Andiamo a prendere le biciclette e partiamo. Subito!" Ci aveva colti di sorpresa. Aveva fatto un discorso da grande. Afferrai con tutte due le mani la faccia arrossata di Sergetto e gli schiacciai un bel bacio sulla fronte. "Sei un genio, amico mio!" Gli dissi. Lui mi spinse via con foga, si pulì la fronte col dorso della mano e: "Ma che cazzo fai, Pietro? Mica sarai diventato frocio?" Disse, con un disappunto formale. "Da oggi in poi tu sarai il mio amore!" Dissi ridendo e:" Su, di corsa, si va a prendere le biciclette e si va. Ci ritroviamo qui il prima possibile." Aggiunsi.
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ilmerlomaschio · 3 years
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Non SIAMO soli/WordPress
L’incontro di due anime
Accade che due anime si incontrino e si riconoscano parte della stessa anima.
Si incontrano senza saperlo e si contemplano come stelle del firmamento.
Si muovono e danzano armonicamente nella stessa sfera gravitazionale… attratte dalle loro menti… dai loro pensieri… dalla loro antica saggezza.
Quando si parlano alleviano le sofferenze.
Si guardano e si accarezzano… camminando senza farsi ombra nella stessa direzione.
Dopo anni di fallimenti sanno che la vita può cambiare in un attimo… per questo la loro relazione si fonda sulla fede in sé stessi e sulla fiducia nell’altro… senza pretendere nessuna certezza dalla loro esistenza.
Due anime che si incontrano e si ritrovano crescono nonostante la distanza e il tempo che la vita gli impone e gli sottrae.
Sperimentano che non è importante ciò che si possiede ma chi ti vive dentro e ti resta a fianco.
Non sentono il bisogno di staccarsi perché accettano i cambiamenti.
Succede che alle volte si trascurano e quando se ne accorgono sono invasi dal bisogno di manifestare il proprio amore… per vincere la paura di non poterlo vivere domani… in silenzio… senza parole… con piccoli gesti… con sguardi illuminati e mai spenti.
Insieme apprendono che l’ambiente che li circonda può anche essere ostile e che possono esserne influenzati… ma sanno anche di essere gli unici responsabili delle loro azioni… per questo non smettono di desiderare di migliorarsi… sapendo che l’arte dell’apprendimento è un cammino lungo e faticoso e che non ha fine.
Non è importante sapere dove si trovano ma verso dove sono dirette… qualunque sia la loro destinazione.
Per quanto fragile e delicata possa essere la loro storia… esigono risposte… facendo ciò che è necessario e affrontandone le conseguenze.
Hanno sperimentato che per ottenere il dono della pazienza bisogna essere perseveranti.
Anche se alle volte si rimproverano le mancanze… si aiutano e si rialzano insieme… insieme ai loro sogni… che restano intatti perché non li hanno mai trattati come fossero sciocchezze… consapevoli che la vera tragedia sarebbe proprio smettere di sognare e non avere più speranza.
Pur non smettendo di soffrire… continuano ad amare perché non importa in quanti pezzi si frantuma il loro cuore… loro continuano e vanno avanti amando.
Trovano sempre una sintonia… una conversazione senza parole… un silenzio di fantasie che le dita interpretano con il prolungamento di una carezza… con lo sguardo fisso sulle cerniere… sui bottoni… di indumenti che non riescono a coprire la loro nudità.
Patteggiano sussurri… gemiti… grida che quasi mai si manifestano con clamore e le loro conversazioni restano scritte solo sulle pagine della loro pelle.
Trascorrono notti interminabili… ad occhi aperti e ad occhi chiusi… tanto che al mattino dopo non ricordano più chi sono… da dove vengono e verso dove vanno.
Hanno bisogno di una lettura corporea per risvegliare i sensi e illuminare il loro cammino.
Hanno imparato a non farsi male quando le tempeste della vita li sbattono contro.
Due anime che si incontrano e si ritrovano emanano calore… fanno luce sul mondo e sono stelle dell’universo.
Il mondo non sarebbe nulla senza la loro inconsapevole saggezza… il loro coraggio… la loro libertà… la loro resistenza… la loro ribellione… il loro primordiale amore.
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i-hate-my-body-xx · 4 years
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Non sono mai stata una principessa in pericolo, o meglio, mi sarebbe piaciuto molto esserlo, ma il mio carattere non me lo ha mai permesso. Nonostante questo, ho sempre sognato il mio bel principe azzurro, che venisse a salvarmi dai cattivi della storia. La vera domanda, ora, è: Chi sono questi cattivi? Beh, ci sono streghe malvagie nascoste all'angolo, che di sfuggita corrono e passano davanti a me, mostrandosi gentili e generose, per poi darmi la mela avvelenata; ci sono mostri cattivi, molto simili a quelli sotto il letto, che però, in questo caso, dormono al mio fianco e sperano nella mia disperazione, bramano la mia follia, perché è di questo che loro si nutrono; ci sono maghi che incantano le mie passioni, che mi rendono vittima di sortilegi impossibili da rompere, come l'amore; infine, ci sono loro, le creature peggiori, quelle che noi chiamiamo comunemente "persone", le quali ti strappano via tutto ciò che hai di più caro: il cuore, i sentimenti, le passioni, la felicità, mostrandoti che sono solo infime illusioni e che tutto ciò in cui credi, non esiste davvero. Sono coloro che ti distruggono i sogni, quelli a cui tanto credi e che vorresti un giorno raggiungere davvero, ma alla fine, ti accorgi che sono solo illusioni, che non potrai mai raggiungere. No. Non sono mai stata una principessa, ma mi sarebbe piaciuto esserlo per un secondo, che magari, rinchiusa dentro quell'alta torre, il mio principe azzurro sarebbe arrivato. Non me lo aspetto ricco e felice, ma in qualunque caso, saprei di essere importante per qualcuno. Saprei che qualcuno farebbe un sacrificio per me. Qualcuno, sarebbe disposto a salvare una principessa nascosta da se stessa, in balia dei demoni nella sua stanza e delle persone che la circondano. Qualcuno vorrebbe davvero salvare una principessa che non si comporti da tale? Una principessa che all'apparenza pare aver tutto, ma che dentro è lacerata, disturbata e viene divorata dai cattivi. Tu, saresti disposto ad amare una come me?
Non mi piacciono le fiabe d'amore, o meglio, mi piacciono, ma non le desidero, perché le principesse che vengono salvate, sono sempre in balia di un pericolo dimostrabile, insomma di un nemico che potrebbe davvero ucciderle fisicamente, ma mai interiormente. Nessuno potrebbe mai salvare una principessa senza che sia possibile accorgersi dei veri pericoli. Questa principessa, la mia, è costretta a gelare dietro quelle pareti, su quell'alta torre, cercando di salvarsi da sola, perché nessuno si accorge, che anche se la finestra è aperta, la torre è troppo alta per lei poter fuggire da sola. Così lei muore lentamente, nel suo mondo di rose appassite e piene di spine.
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