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rocknread · 1 year
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Cuore Puro di Roberto Saviano - Recensione
Cuore Puro di Roberto Saviano – Recensione
Cuore Puro è un racconto di Roberto Saviano che ripercorre la vita di quattro amici appassionati di calcio e abitanti di una zona degradata del napoletano. Lo stesso racconto ha già visto la luce in anni passati sotto un altro titolo ‘Super Santos’ che ne riassume la passione per il calcio e l’abitudine dei bambini a giocare in quei cortili circondati da palazzi che negli anni Ottanta…
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cinquecolonnemagazine · 6 months
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I film italiani più famosi: un viaggio tra le emozioni su pellicola
Scegliere velocemente quali sono i film italiani più famosi non è cosa semplice. Il cinema italiano ha una lunga e ricca tradizione che ha dato vita ad alcuni dei film più iconici e influenti della storia. Ci hanno colpito per le storie che hanno raccontato, per la maestria con la quale sono stati diretti, per l'originalità delle sceneggiature. Oggi ne ricordiamo alcuni, e sottolineiamo alcuni, senza nessuna pretesa di esaustività. Film italiani più famosi: La dolce vita Considerato uno dei capolavori del cinema mondiale, "La Dolce Vita" di Federico Fellini è un affresco della dolce vita romana negli anni '60. Il protagonista, Marcello Rubini, interpretato da Marcello Mastroianni, è un giornalista di gossip che naviga tra le stravaganze della vita notturna romana. Il film esplora il vuoto esistenziale e la ricerca di significato in una società in rapido cambiamento. La regia visionaria di Fellini, le sequenze oniriche e la critica sociale fanno di "La Dolce Vita" un'icona del cinema italiano. La famosa scena della Fontana di Trevi è diventata un simbolo indelebile nella storia cinematografica. Nuovo Cinema Paradiso "Nuovo Cinema Paradiso" di Giuseppe Tornatore è una toccante ode al potere magico del cinema e alla nostalgia dell'infanzia. La storia segue Salvatore, un regista di successo, che torna al suo paese natale in Sicilia dopo la morte del vecchio proiezionista del cinema locale. Il film ricorda la sua infanzia e la sua profonda amicizia con il vecchio proiezionista, Alfredo. "Nuovo Cinema Paradiso" si distingue per la sua commovente narrazione, la colonna sonora memorabile di Ennio Morricone e la riflessione sulla potenza dei ricordi legati al cinema. Ha vinto l'Oscar per il Miglior Film Straniero nel 1990. La Grande Bellezza Premio Oscar come Miglior Film Straniero nel 2014, "La Grande Bellezza" di Paolo Sorrentino è un'ode surreale e poetica a Roma. Il protagonista, Jep Gambardella, interpretato da Toni Servillo, è un giornalista mondiale che riflette sulla sua vita e sulla bellezza della città eterna. Il film offre una visione affascinante e decadente della società contemporanea. La regia straordinaria di Sorrentino, la fotografia mozzafiato e la recitazione magistrale di Toni Servillo rendono "La Grande Bellezza" una delle opere più raffinate e potenti del cinema italiano contemporaneo. La Vita è Bella "La Vita è Bella" di Roberto Benigni è un'opera toccante che unisce la commedia e il dramma in una storia ambientata durante l'Olocausto. Benigni interpreta Guido, un ebreo che cerca di proteggere suo figlio dalla dura realtà di un campo di concentramento, presentandogli la situazione come un gioco. La capacità di Benigni di mescolare commedia e tragedia in un contesto così delicato, insieme a un tocco di magia e speranza, ha reso "La Vita è Bella" un film amato a livello globale. Ha vinto tre premi Oscar, tra cui Miglior Film Straniero e Miglior Attore per Benigni. Gomorra Basato sul libro di Roberto Saviano, "Gomorra" di Matteo Garrone offre uno sguardo crudo e realistico sulla criminalità organizzata nel sud Italia. Il film è una serie di storie interconnesse che esplorano il mondo della camorra, l'organizzazione criminale attiva nella regione campana. "Gomorra" è noto per la sua rappresentazione realistica e senza romanticismo della criminalità organizzata, rompendo gli stereotipi tradizionali del genere gangster. Ha vinto il Grand Prix al Festival di Cannes nel 2008. In copertina foto di PublicDomainPictures da Pixabay Read the full article
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unrelletable · 4 years
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Uno degli obiettivi che mi ero prefissata di raggiungere nel 2020 era quello di impegnarmi per leggere di più. Lo scorso anno avevo deciso che avrei letto almeno venticinque libri, e, dal momento che allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre ero riuscita a superare la quota con un vantaggio di undici, per quest’anno ho alzato l’asticella a quaranta. Se la pandemia non avesse colpito il nostro pianeta, è alquanto improbabile che sarei stata in grado di trovare tutto il tempo necessario per riuscirci addirittura prima dello scadere dei primi sei mesi dell’anno.
Considerato che nonostante le misure restrittive si siano leggermente allentate, per lo meno in Italia, molte persone si ritrovano ancora con immensi spazi vuoti da dover riempire nelle proprie giornate, ho pensato che condividere l’elenco di quanto letto finora potesse essere utile per dare qualche spunto sulle prossime pagine da sfogliare.  Oltre che per alimentare ulteriormente la mia vena di egocentrismo che deriva dall’essere riuscita a completare questo compito autoimposto. I titoli sono in ordire cronologico e i giudizi che saranno al loro fianco non rispecchiano altro che la mia semplice, e priva di qualsiasi competenza in ambito letterario, opinione. Quindi, take it easy.
1. China Girl, Don Wislow (3/5): preso in prestito per sbaglio - il mio obiettivo era King Kong Girl, ma devo aver avuto un momento di confusione di fronte allo scaffale della biblioteca - si è rilevato come niente male. Forse un po’ troppo pedante su certe descrizioni, ma con un colpo di scena finale decisamente inatteso.
2. Divorziare con stile, Diego de Silva (5/5): è divertente, ironico e con un pizzico di scetticismo riguardo alla vita di tutti i giorni. Ho fatto fatica a trattenermi dalle risate su un regionale pieno zeppo di gente.
3. Cat person, Kristen Roupenian (4/5): tanti piccoli racconti più o meno verosimili che, una volta terminati, sembra ti abbiano scagliato contro un bel numero di pugni dritti allo stomaco.
4. Gli uomini mi spiegano le cose, Rebecca Solnit (4/5): il primo non-fiction dell’anno e il primo non-fiction in cui mi sono finalmente sentita compresa. Un passaggio obbligato per la letteratura femminista.
5. Chilografia, Domitilla Pirro (5/5): un’esistenza fin troppo comune con un finale tutt’altro che banale. L’ho adorato.
6. Io Khaled vendo uomini e sono innocente, Francesca Mannocchi (5/5): è uno di quei libri a metà tra finzione e realtà; non si capisce dove cominci una e finisca l’altra e forse, per le nostre coscienze occidentali, è meglio non porci proprio la domanda. 
7. L’amore che mi resta, Michela Marzano (5/5): nella classifica dei libri ‘pugni allo stomaco’, questo si piazza senza dubbio sul podio. Un viaggio doloroso alla scoperta di sé e della legittimità dei propri desideri.
8. Testosterone Rex, Cordelia Fine (4/5): non sono un’appassionata di scienza, ma se trecento pagine servono a smentire scientificamente che il testosterone sia la causa naturale dei comportamenti maschili allora mi troverete a leggerle dalla prima all’ultima.
9. Vita segreta di noi stesse, Wednesday Martin (5/5): un inno alla necessità e all’importanza della libertà femminile, in tutti i campi. Quello sessuale in primis.
10. Ultima fermata Delicious, James Hannaham (5/5): struggente, intenso e realistico a dir poco. A riprova che, in certe condizioni, l’amore di una madre per il proprio figlio possa incontrare degli ostacoli insormontabili.
11. L’anno in cui imparai a leggere, Marco Marsullo (5/5): un libro che racconta una storia d’amore decisamente anticonvenzionale. Vi scalderà il cuore.
12. Citizen, Claudia Rankine (5/5): uno spaccato crudo e vivido di cosa significhi affrontare la vita di tutti i giorni nella pelle e nel corpo di una donna afroamericana. Se dovessi descriverlo con un solo aggettivo, quello sarebbe ‘potente’.
13. Due o tre cose che so di sicuro, Dorothy Allison (5/5): l’unico modo per poter capire di cosa tratti questo libro è quello di leggerlo. Con attenzione, delicatezza e rabbia.
14. La libertà possibile, Margaret Sexton (4/5): tre generazioni che si incrociano e faticano a comprendersi. Affascinante.
15. Confidenza, Domenico Starnone (1/5): forse non l’ho compreso del tutto, ma purtroppo è il libro che mi ha lasciato poco o nulla. Lo stile non è male, ma è la storia a non reggere più di tanto. Ripeto, si tratta solo del mio giudizio personale.
16. King Kong Girl, Virginie Despentes (5/5): tutto quello che ho sempre pensato e sostenuto messo nero su bianco con una maestria impeccabile. E’ diventato la mia nuova Bibbia.
17. Psicologia del maschilismo, Chiara Volpato (5/5): vale quanto detto sopra. Uno scorcio sui meccanismi che regolano la nostra società, e la realtà italiana in particolare.
18. Donne, razza e classe, Angela Davis (5/5): se mai qualcuno potesse avere dubbi sul fatto che il femminismo debba abbandonare l’idea di proporsi come movimento per la liberazione femminile attraverso un’ottica esclusivamente bianca e occidentale, gli dia un’occhiata. Un’altra pietra miliare per comprendere un po’ di più le realtà che ci appaiono estremamente lontane, ma che sono più vicine di quanto non siamo disposti a credere.
19. Irresistibile, Adam Alter (2/5):  la spiegazione con dati alla mano del perché non riusciamo a staccarci dalle nostre nuove appendici digitali. Non dà troppi consigli pratici su come liberarsene, ma dopo averlo terminato ho cercato di tenere il cellulare il più lontano possibile.
20. Half of a yellow sun, Chiamamanda Ngozi Adichie (5/5): ne ho parlato e riparlato almeno un milione di volte. Probabilmente il mio romanzo preferito in assoluto. 
21. Acciaio, Silvia Avallone (5/5): il libro che ha inaugurato la stagione delle riletture dopo che la mia biblioteca è stata chiusa per l’emergenza coronavirus. Potente e straziante come la prima volta.
22. Da dove la vita è perfetta, Silvia Avallone (5/5): le pagine che sanno fin troppo di casa. Nel bene e nel male. 
23. Perduti nei quartieri spagnoli, Heddi Goodrich (2/5): tutto il fascino di Napoli raccontato dagli occhi innocenti di una studentessa universitaria. Mi ci ha fatto innamorare di nuovo.
24. Shantaram, Gregory David Roberts (5/5): un inno d’amore per l’India e tutto ciò che essa rappresenta. Struggente.
25. Noi, ragazzi dello zoo di Berlino, Christiane F. (3/5): la sensazione di disagio comincia alla prima pagina e non abbandona mai. E’ proprio lì, alla bocca dello stomaco, e non se ne va nemmeno dopo aver posato gli occhi sull’ultima frase.
26. Il potere di adesso, Eckhart Tolle (1/5): gli spunti sono interessanti, ma non vengono approfonditi quanto sarebbe necessario. La scrittura è a dir poco terribile, e dubito che sia tutta colpa della traduzione.
27. La paranza dei bambini, Roberto Saviano (5/5): la prima opera di Saviano che abbia mai letto e che mi ha affascinato dalla prima riga. La sua Napoli è ineguagliabile.
28. Bacio feroce, Roberto Saviano (4/5): i sequel tendono sempre a non entusiasmarmi quanto gli originali. O forse avrei solo voluto un finale totalmente diverso. Quattrocento pagine vissute sul filo di un rasoio sperando in una boccata d’aria che non arriva.
29. Non ti muovere, Margaret Mazzantini (4/5): da leggere tutto d’un fiato, come si vivono le storie clandestine che, alle volte, sono decisamente più autentiche di quelle legittime.
30. Non ho mai avuto la mia età, Antonio Dikele Distefano (3/5): il tema è fortissimo e alcune pagine sono di un’intensità spaventosa. Una citazione ha preso posto anche nella mia tesi di laurea.
31. Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti?, Antonio Dikele Distefano (2/5): è quello che deifinirei un comfort book. L’equivalente di un panino del McDonald’s o delle cucchiaiate direttamente dal vasetto di Nutella dopo una rottura con il fidanzato. Non per tutti i giorni, ma solo per quelli in cui si ha un bisogno quasi viscerale di essere certi di non essere gli unici a provare determinate emozioni.
32. Us, David Nicholls (5/5): una storia d’amore anticonvenzionale, o fin troppo convenzionale. Non so se preferisco questo a One Day. Irriverente e leggermente sbadato come il suo protagonista.
33. Le luci delle case degli altri, Chiara Gamberale (4/5): ne avevo sentito parlare come di un assoluto capolavoro, e forse le mie aspettative ne sono state influenzate. L’idea di fondo è geniale, ma si perde un po’ nel finale.
34. La ragazza del treno, Paula Hawkins (5/5): letteralmente trangugiato in meno di ventiquattro ore perché non sopportavo l’idea di andare a letto senza conoscere tutta la verità. O, più realisticamente, non sarei riuscita ad addormentarmi con l’angoscia addosso.
35. Isola di Neve, Valentina d’Urbano (5/5): una piacevolissima sorpresa. Il colpo di scena finale vi emozionerà.
36. La bambina che scriveva sulla sabbia, Greg Morteson (2/5): non si tratta del mio genere preferito, e il mio giudizio ne ha risentito. Una storia di speranza senza, per fortuna, quella mania di protagonismo assoluto dei volontari occidentali.
37. Il pianista di Yarmouk, Aeham Ahmad (2/5): la guerra in Siria da un punto di vista che troppo spesso viene trascurato, quello di coloro che l’hanno vissuta - e la stanno vivendo - sulla propria pelle. 
38. Dritto al sodo, Greg McKeown (4/5): se avete bisogno di un segno che vi dica di smettere di fare ciò che odiate e di dedicarvi a quello che vi rende felici, eccolo qui. Semplice, efficace e motivante.
39. Prima che tu venga al mondo, Massimo Gramellini (5/5): una lettera d’amore ad un figlio che deve ancora nascere. La dolcezza equivale, almeno in quantità, la simpatia. Bellissimo.
40. L’amore che dura, Lidia Ravera (5/5): il libro giusto al momento giusto. Non saprei come altro descriverlo.
- i miei (primi) 40 libri del 2020
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enkeynetwork · 4 years
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I podcast per la quarantena
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La quarantena continua, avete videogiocato, guardato film, letto libri, perché ora non provare i podcast? Contrariamente a quanto si possa pensare all'interno di questo termine sono racchiuse tante tipologie di audio. In questo periodo poi è possibile sfruttare le prove gratuite prolungate delle varie app per provare questo nuovo modo di passare il tempo. Prima bisogna fare una precisazione: su Audible e Storytel sono disponibili una selezione molto simile di titoli. Mentre quella Spotify è molto più ridotta, anche se qui è possibile trovare delle chicche che sugli altri due non sono disponibili.
Podcast di libri
Dalle favole per bambini ai grandi romanzi d'autore, sono moltissimi i libri che trovate sulle app come Storytel, Audible o quelli disponibili su Spotify nella sezione apposita. Per esempio è disponibile l'audiolibro dell'ultimo romanzo di Alessia Gazzola (madre della serie L'allieva) Questione di Costanza, o l'ultimo libro di Viola Ardone Il treno dei bambini, ma è possibile anche ascoltare il romanzo che ormai sta spopolando grazie al passaparola sul web I leoni di Sicilia di Stefania Auci.
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Alcuni esempi di libri che si possono trovare su Audible Tra i grandi classici che è possibile trovare in podcast c'è per esempio Orgoglio e pregiudizio letto da Paola Cortellesi o Jane Eyre letto da Alba Rohrwacher. Per i ragazzi è disponibile tutta la saga di Harry Potter interamente letta da Francesco Pannofino, che nei film da la voce ad Hagrid. Ma sono anche disponibili altri titoli inerenti come Il Quidditch attraverso i secoli e Gli animali fantastici: dove trovarli. Sono moltissime anche le storie da ascoltare con i bambini: troverete dai classici come Il principe ranocchio o Il piccolo principe, fino ad arrivare a Storie della buona notte per bambine ribelli. Troverete poi tutti i libri di Geronimo Stilton e le fiabe di Gianni Rodari.
Non solo libri
Ma se i libri preferite leggerli tra i podcast potrete trovare anche corsi d'inglese come quello di John Peter Sloan su Audible, oppure di divulgazione scientifica come Questa è scienza, in cui Massimo Polidoro racconta come la scienza attraversa la nostra vita quotidiana. Su Storytel e su Spotify è possibile invece seguire il podcast giornaliero The essential. In cinque minuti si può ascoltare un resoconto, essenziale appunto, di quello che sta accadendo nel mondo di attualità, economia e politica. The essential è scritto e letto da una ragazza che sta diventando famosa sui social, sopratutto su Instagram: Imen Boulahrajane. Oppure potete ascoltare Da Costa a Costa scritto e letto da Francesco Costa racconta l'america di Trump. O ancora Le parole per farlo di Annamaria Anelli, in cui viene spiegato in ogni puntata come usare le parole per raccontarsi, in ottica lavorativa ma non solo.
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Alcune schermate dell'app Storytel Daily Cogito, su Spotify, è invece filosofia da asporto, Rick DuFer racconta ogni giorno qualche aspetto dell'attualità per stimolare pensieri indipendenti. Sempre su Spotify è possibile ascoltare il podcast di Roberto Saviano per ActionAid. Se vi piacciono le biografie, in ogni puntata di Morgana (disponibile su Spotify e su Storielibere.fm) Michela Murgia e Chiara Tagliaferri raccontano di donne scomode, strane e impopolari. Ascolterete le storie di Margaret Atwood, Tonya Harding, Madonna, Cher passando anche per Shirley Temple. Sempre prodotto per Storielibere.fm c'è Vita tra i paperi. Valentina de Poli, storica direttrice di Topolino (il giornalino) racconta storie degli autori dei fumetti e scopre lati nascosti di Paperino, uno dei personaggi più amati di sempre. Su Storytel c'è anche un podcast ad hoc per questo periodo strano, si intitola Storie dalla quarantena. È scritto e letto da Letizia Bravi ed Elisabetta Carosio, quest'ultima è regista e scenografa e racconta ogni sera  come artisti, scrittori, liberi professionisti affrontano loro quarantena. Read the full article
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italianaradio · 5 years
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Venezia 76: Roberto Saviano e Stefano Sollima presentano Zero Zero Zero
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/venezia-76-roberto-saviano-e-stefano-sollima-presentano-zero-zero-zero/
Venezia 76: Roberto Saviano e Stefano Sollima presentano Zero Zero Zero
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Venezia 76: Roberto Saviano e Stefano Sollima presentano Zero Zero Zero
Venezia 76: Roberto Saviano e Stefano Sollima presentano Zero Zero Zero
Alla conferenza stampa di Zero Zero Zero sono presenti Roberto Saviano e Stefano Sollima, i produttori Riccardo Tozzi e Nicola Maccanico e gli interpreti Andrea Riseborough, Dane DeHaan, Harold Torres, Adriano Chiaramida.
Roberto Saviano, autore del libro inchiesta dall’omonimo titolo e Stefano Sollima, il regista, raccontano la lunga filiera del narcotraffico. Il viaggio della cocaina, così come suggerito dai titoli iniziali, nasce in Colombia, si snoda per le arterie del mondo, solca l’oceano e approda in Aspromonte dove i boss vivono arroccati in bunker impenetrabili e nella diffidenza più assoluta verso tutti, compresi loro stessi. Il decalogo di vita viene recitato nell’incipit della prima puntata da Gabriel Byrne: “Se credi nella vita, la vita finisce, se credi nell’amore, il cuore cessa di battere.” L’etica mafiosa coincide con il guadagno e l’affermazione del potere.”
Il lavoro di adattamento è stato complesso. Nei mesi precedenti le riprese, gli autori hanno avuto modo di compiere un’accurata ricerca nei principali paesi coinvolti (Messico, Africa, Stati Uniti), per tracciare una mappa dei luoghi che riuscisse a collegare le rotte commerciali ai volti degli uomini coinvolti. Sollima dice di aver mantenuto sempre uno sguardo distaccato e di essersi introdotto nel profondo delle trame di questo intricato tessuto, indagando tutti gli aspetti della storia con meticolosità.
Andrea Riseborough e Dane DeHaan hanno apprezzato molto i precedenti lavori di Stefano Sollima, per loro il regista è stato un punto di riferimento. Quello che ha colpito maggiormente Harold Torres è stata la cura sulla documentazione e la raccolta di testimonianze che hanno permesso di toccare in profondità l’aspetto umano dei tanti personaggi e le sfumature narrative.
Di particolare intensità è stato l’intervento di Roberto Saviano, che ha raccontato con semplicità e chiarezza, il fenomeno del narcotraffico, citando con precisione numeri, quotazioni e guadagni. Ha paragonando il potere della cocaina a quello del petrolio, accostando la logica della droga a quella religiosa.
<p> #td_uid_1_5d71385650250 .td-doubleSlider-2 .td-item1 background: url(https://i2.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/09/LDP_4231.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat; #td_uid_1_5d71385650250 .td-doubleSlider-2 .td-item2 background: url(https://i1.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/09/LDP_4246-Pano.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat; #td_uid_1_5d71385650250 .td-doubleSlider-2 .td-item3 background: url(https://i0.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/09/LDP_4258.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat; #td_uid_1_5d71385650250 .td-doubleSlider-2 .td-item4 background: url(https://i0.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/09/LDP_4259-1.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat; #td_uid_1_5d71385650250 .td-doubleSlider-2 .td-item5 background: url(https://i1.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/09/LDP_4272.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat; #td_uid_1_5d71385650250 .td-doubleSlider-2 .td-item6 background: url(https://i1.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/09/LDP_4275.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat; #td_uid_1_5d71385650250 .td-doubleSlider-2 .td-item7 background: url(https://i2.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/09/LDP_4277.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat; #td_uid_1_5d71385650250 .td-doubleSlider-2 .td-item8 background: url(https://i2.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/09/LDP_4297.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat; #td_uid_1_5d71385650250 .td-doubleSlider-2 .td-item9 background: url(https://i2.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/09/LDP_4306.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat; #td_uid_1_5d71385650250 .td-doubleSlider-2 .td-item10 background: url(https://i0.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/09/LDP_4309.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat; #td_uid_1_5d71385650250 .td-doubleSlider-2 .td-item11 background: url(https://i0.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/09/LDP_4315.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat; #td_uid_1_5d71385650250 .td-doubleSlider-2 .td-item12 background: url(https://i1.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/09/LDP_4316.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat; #td_uid_1_5d71385650250 .td-doubleSlider-2 .td-item13 background: url(https://i0.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/09/LDP_4318.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat; #td_uid_1_5d71385650250 .td-doubleSlider-2 .td-item14 background: url(https://i1.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/09/LDP_4328.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat; #td_uid_1_5d71385650250 .td-doubleSlider-2 .td-item15 background: url(https://i1.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/09/LDP_4329.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat; #td_uid_1_5d71385650250 .td-doubleSlider-2 .td-item16 background: url(https://i0.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/09/LDP_4339.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat; #td_uid_1_5d71385650250 .td-doubleSlider-2 .td-item17 background: url(https://i2.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/09/LDP_4353.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat; #td_uid_1_5d71385650250 .td-doubleSlider-2 .td-item18 background: url(https://i2.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/09/LDP_4360.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat; #td_uid_1_5d71385650250 .td-doubleSlider-2 .td-item19 background: url(https://i2.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/09/LDP_4361.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat; #td_uid_1_5d71385650250 .td-doubleSlider-2 .td-item20 background: url(https://i0.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/09/LDP_4365.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat; #td_uid_1_5d71385650250 .td-doubleSlider-2 .td-item21 background: url(https://i1.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/09/LDP_4389.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat; #td_uid_1_5d71385650250 .td-doubleSlider-2 .td-item22 background: url(https://i1.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/09/LDP_4400.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat; #td_uid_1_5d71385650250 .td-doubleSlider-2 .td-item23 background: url(https://i2.wp.com/www.cinefilos.it/wp-content/uploads/2019/09/LDP_4407.jpg?resize=80%2C60&ssl=1) 0 0 no-repeat;
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Roberto Saviano
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Il casti di “Zerozerozero”
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Il casti di “Zerozerozero”
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Il casti di “Zerozerozero”
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Stefano Sollima
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Stefano Sollima
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Stefano Sollima
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Andrea Riseborough
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Andrea Riseborough
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Dan DeHaan
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Dan DeHaan
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Dan DeHaan
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Roberto Saviano
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Roberto Saviano
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Harold Torres
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Adriano Chiaramida
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Claudia Pineda
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Roberto Saviano
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Venezia 76: Roberto Saviano e Stefano Sollima presentano Zero Zero Zero
Alla conferenza stampa di Zero Zero Zero sono presenti Roberto Saviano e Stefano Sollima, i produttori Riccardo Tozzi e Nicola Maccanico e gli interpreti Andrea Riseborough, Dane DeHaan, Harold Torres, Adriano Chiaramida. Roberto Saviano, autore del libro inchiesta dall’omonimo titolo e Stefano Sollima, il regista, raccontano la lunga filiera del narcotraffico. Il viaggio della cocaina, […]
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Stefano Bessoni
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enricaleone91 · 5 years
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Tito Stagno, Parmitano e Arrigo Sacchi a Rai uno
Tito Stagno, Parmitano e Arrigo Sacchi a Rai uno
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Nuovo appuntamento domenica 12 maggio su Rai Uno con Che tempo che fa. Tanti gli ospiti tra politica, spettacolo e musica.
Il primo sarà Carlo Calenda capogruppo della lista Pd-Siamo Europei. E poi Roberto Saviano, per parlare del suo nuovo libro In mare non esistono tax. Interverrà inoltre Don Mattia Ferrari, giovane vicario parrocchiale di Nonantola, nella Diocesi di Modena che ha scelto di…
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giancarlonicoli · 5 years
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26 MAR 2019 10:30
IL SILENZIO DEGLI INNOCENTISTI/1 - E ORA CHE DICONO VAURO, ERRI DE LUCA, DANIEL PENNAC, BERNARD-HENRI LÉVY E GLI ALTRI CHE DIFENDEVANO CESARE BATTISTI? IL VIGNETTISTA: ''È GIUSTO CHE PAGHI PER I CRIMINI CHE ORA AMMETTE DI AVER COMPIUTO'' - C'ERANO TONI NEGRI, GIAN PAOLO SERINO, MASSIMO CARLOTTO, IL COLLETTIVO WU MING, IL PREMIO STREGA TIZIANO SCARPA. TUTTI CONVINTI, PER DIRLA CON PHILIPPE SOLLERS, CHE L'''ITALIA CERCASSE SOLO UNA VENDETTA''. LA SCRITTRICE FRED VARGAS GLI HA PAGATO GLI AVVOCATI E NE HA SOSTENUTO FINANZIARIAMENTE I PARENTI
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1 - VAURO, ERRI DE LUCA E I FRANCESI È IL SILENZIO DEGLI INNOCENTISTI
S. Dim. per “la Verità”
Il silenzio degli innocentisti. Quelli che, fino a ieri, giuravano sull' incolpevolezza di Cesare Battisti e che oggi, davanti alle ammissioni dell' assassino dei Proletari armati per il comunismo, tacciono imbarazzati. Come lo scrittore Valerio Evangelisti, animatore della campagna a favore del terrorista sulla rivista online Carmilla che, nel 2004, raccolse 1.500 adesioni. Contattato dal nostro giornale, dopo una vita trascorsa a giurare che Battisti era estraneo ai 4 omicidi per cui è stato condannato all' ergastolo, ci risponde: «Mi dispiace, non rilascio interviste su questo tema».
Peccato.
Sono almeno trent' anni che l' intelligencija di sinistra battaglia in nome e per conto del killer di Cisterna di Latina, in Italia e all' estero. Al suo fianco si sono schierati «cattivi maestri» come Oreste Scalzone e Franco Piperno, o ex terroristi rifugiati a Parigi come Marina Petrella ed Enrico Porsia, ma soprattutto intellettuali e scrittori. Schiera a cui Battisti, romanziere noir di scadente ispirazione, si fregia di appartenere. Dan Franck e Tahar Ben Jelloun sono stati i primi a sottoscrivere manifesti di solidarietà per lui, in Francia. «Liberate i polsi di Cesare Battisti e lasciate alle loro vite francesi gli italiani che hanno trovato da voi una patria, seconda e migliore», cantava in ode, sulla prima pagina di Le Monde, Erri De Luca.
Su Liberation, gli rispondevano Toni Negri (presentato come «filosofo») e Nanni Balestrini soffermandosi sulla necessità del «perdono» per gli anni di piombo e per i suoi protagonisti. E così a seguire Daniel Pennac, il papà di Benjamin Malaussène, di professione capro espiatorio; Serge Quadruppani, Gian Paolo Serino, Massimo Carlotto, Gilles Perrault, il collettivo Wu Ming, Christian Raimo, Lello Voce, Antonio Moresco, Luigi Bernardi, Marco Philopat e il premio Strega Tiziano Scarpa. Tutti convinti, per dirla con Philippe Sollers, che l'«Italia cercasse solo una vendetta». C' è chi non si è limitato alle parole di incoraggiamento. La scrittrice Fred Vargas gli ha pagato gli avvocati e ne ha sostenuto finanziariamente i parenti.
Il filosofo Bernard-Henri Levy, che firmò la prefazione al libro del terrorista, Ma cavale (La mia fuga), anni fa riuscì a coinvolgere nella sua arringa a favore dell' assassino comunista il centenario Oscar Neiemeyer, il padre dell' architettura moderna, e altri trecento intellettuali brasiliani affinché il presidente Lula negasse l' estradizione (come poi avvenne). E a paragonare Battisti a Gabriel Garcia Marquez (a sua volta compagno solidale), ai tempi dell' esilio in Messico.
Tutti innamorati del ghigno del terrorista dal grilletto facile. Dopo la prima evasione in Francia, lo scrittore Giuseppe Genna si fece affascinare dalla «fuga (che) catapulta l' uomo nella leggenda». Per Battisti si sono mobilitati pure il regista Davide Ferrario, il produttore Marco Muller; i giornalisti Rossana Rossanda, Piero Sansonetti («caso clamoroso con negazione del diritto») e Gianni Minà.
Roberto Saviano, appena divenne famoso, ritirò il sostegno alla campagna di Carmilla dichiarando di non aver aderito («La mia firma è finita lì per chissà quali strade del Web e alla fine di chissà quali discussioni di quel periodo», si giustificò).
Il vignettista Vauro Senesi racconta di essersi ritrovato arruolato per una firma «per procura» messa da un amico. «Sbagliai a non prendere subito le distanze», spiega oggi alla Verità, «e quindi, per assumermi la responsabilità, decisi di tenere questa testimonianza».
Oggi, di fronte alla confessione del killer dei Pac, il disegnatore è laconico: «L' unico commento che mi viene in mente è che è giusto che espii la pena per le azioni che, a questo punto, rivendica di aver commesso».
Dai politici che allora si mobilitarono in sua difesa, quasi nessun commento. L' ex deputato di Rifondazione comunista, Giovanni Russo Spena, spiega solo ora al nostro giornale: «Firmai un appello garantista internazionale per chiedere di celebrare un nuovo processo in cui Battisti non fosse contumace». Ma ammette: «Devo dire che la sua figura non mi piace, non fa parte della mia storia».
2. GLI INNOCENTISTI SMENTITI
Pierluigi Battista per il “Corriere della Sera”
E ora? E adesso che Cesare Battisti ha ammesso la sua colpevolezza, che ne è degli artefici della campagna innocentista, degli intellettuali firmatari di tonitruanti appelli per denunciare, attraverso la difesa dello stesso Battisti, la deriva liberticida e autoritaria dello Stato italiano?
Che ne è della «dottrina Mitterrand» applicata a un terrorista che ora ammette i suoi omicidi ma che in Francia prima e in Brasile poi era stato considerato meritevole del diritto d' asilo e di protezione che si riserva alle vittime di uno Stato ingiusto e persecutorio? Perché nelle campagne a favore di Cesare Battisti era il sottofondo ideologico che sorreggeva la tesi della vittimizzazione e di un carnefice che si faceva passare per agnello sacrificale di uno Stato incapace di rispettare le regole elementari del diritto e dei diritti di un imputato.
E non era vero, come dimostra l' ammissione tardiva ma inequivocabile di chi si è macchiato di delitti commessi in nome della rivoluzione e della lotta armata ma che non per questo sono meno odiosi e attuati con una spietatezza sconvolgente.
Si era detto, oltralpe e tra gli scrittori e gli intellettuali che si erano bevuti la favola di Cesare Battisti braccato da un' inquisizione ottusa e oppressiva, che lo Stato lo aveva condannato con prove scarse: non era vero. Che erano stati calpestati i diritti della difesa: non era vero. Che lo Stato italiano aveva imboccato la strada dell' imitazione del Cile di Pinochet: non era vero. Che Cesare Battisti, membro di diritto della corporazione angelicata degli scrittori, non poteva essere un assassino: non era vero.
Che consegnare Battisti alle autorità italiane significava dare in pasto un innocente a uno Stato assetato di sangue: non era vero. Che la mobilitazione e l' appello degli intellettuali fosse un compito doveroso per difendere i diritti umani conculcato in Italia: non era vero. Non erano vere molte cose propalate dai difensori della causa di Cesare Battisti. E ora? E ora, ci sarà almeno in una parte di loro un sussulto di verità? Non un' autocritica, che è termine odioso, in auge nei Paesi autoritari dove si vuole l' umiliazione di chi sbaglia o di chi si presume abbia sbagliato.
Ma appunto un soprassalto di verità, un senso di fastidio per aver divulgato, non sulla base di fatti accertati ma solo per conformismo e pregiudizio ideologico, una storia falsa, deformata, stravolta. Per aver abboccato con puerile accondiscendenza alla menzogna accettata per spirito di gruppo, per una logica tribale dell' appartenenza ideologica, senza nemmeno un briciolo di considerazione per le vittime vere, per i morti ammazzati di una guerra asimmetrica scatenata per fanatismo politico. Cesare Battisti ha chiesto scusa alle vittime del delirio terroristico.
Ma i suoi seguaci sapranno almeno riflettere sulle loro parole malate? Ora la storia è stata rimessa sui suoi piedi, non è più capovolta a testa in giù come hanno preteso i firmatari di appelli insolenti e grotteschi smentiti dalle stesse dichiarazioni di Cesare Battisti. E ora, si vergogneranno almeno un po'?
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foxpapa · 7 years
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Il libro "La Paranza dei bambini" di Roberto Saviano diventa uno spettacolo, a Napoli, nel rione Sanità, dove lo scrittore presentò il suo ultimo lavoro lo scorso novembre.
Nel Nuovo Teatro Sanità andrà in scena il 19 aprile, in anteprima, il lavoro teatrale di Mario Gelardi e Saviano, in attesa del debutto nazionale a Spoleto per il Festival dei Due Mondi, l'1 e il 2 luglio. Il lavoro spiegherà un fenomeno criminale sul palco di piazzetta San Vincenzo, fino al 30 aprile. Nel gergo camorristico "paranza" significa gruppo criminale, ma il termine ha origini marinaresche come ricorda Saviano nel libro. Indica le piccole imbarcazioni per la pesca che, in coppia, tirano le reti nei fondali bassi, dove ci sono pesci piccoli, buoni per la frittura. L'espressione "Paranza dei bambini" indica le batterie di fuoco composte da giovani criminali e restituisce anche, con una certa fedeltà, l'immagine di pesci talmente piccoli da poter essere cucinati solo fritti. Cotti e mangiati. All'istante. Proprio come i baby boss e i baby killer.
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Non c'è che l'imbarazzo della scelta!
Vi è sfuggito qualcosa delle novità editoriali del 2016? Nessun problema, ecco qualche suggerimento per narrativa e saggistica.
A parte i titoli che hanno spopolato in libreria e in biblioteca (La ragazza del treno di Paula Hawkins; La vita perfetta di Renée Knight; Caffè amaro di Simonetta Agnello Hornby; La paranza dei bambini di Roberto Saviano; L'estate fredda di Gianrico Carofiglio; Pane per i bastardi di Pizzofalcone di Maurizio De Giovanni; Viva più che mai di Andrea Vitali; L'amore prima di noi di Paola Mastrocola; Amore liquido di Zygmunt Bauman e gli altri libri del noto sociologo appena scomparso; La scuola cattolica di Edoardo Albinati, vincitore del Premio Strega; La prima verità di Simona Vinci, vincitrice del Premio Campiello e così via), queste sono le nostre proposte:
La lettrice scomparsa di Fabio Stassi, premio Scerbanenco 2016. Si tratta di un libro curioso, in un certo senso autoreferenziale, perché il protagonista apre un piccolo studio (Vince Corso – Counselor della Rigenerazione Esistenziale, recita pomposamente la targa sulla porta) e si improvvisa biblioterapeuta, psicologo un po' sui generis che, dopo aver ascoltato i problemi dei pazienti, consiglia loro il libro-medicina. Naturalmente, sarà coinvolto nell'indagine su un delitto. L'autore ha anche curato l'edizione italiana proprio di un libro di biblioterapia, Curarsi con i libri di Ella Berthoud e Susan Elderkin, che, in un elenco di situazioni esposte in ordine alfabetico, consiglia il volume adatto a     partire da Apuleio fino ai giorni nostri.
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Di bambini, in particolare i figli delle badanti moldave lasciati in patria negli istituti, scrive Antonio Manzini (allievo di Camilleri all'Accademia     Nazionale d'Arte Drammatica) in Orfani bianchi. In 7-7-2007 un salto indietro nel tempo porta il vicequestore Rocco Schiavone (interpretato in TV da Marco Giallini) a indagare su alcuni “bravi ragazzi” dell'alta borghesia romana.
Due libri di Manuel Vázquez Montálban: Carvalho indaga (che contiene 5 indagini del famoso investigatore di Barcellona e un monologo teatrale in cui il personaggio rimprovera l'autore di volerlo abbandonare) e Io, Franco, in cui Montalbán immagina che sia lo stesso dittatore Franco a     comporre la propria autobiografia.
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Di nuovo una serie di racconti storici in La cappella di  famiglia di Andrea Camilleri. Storie boccaccesche, appassionanti, originali: il libro perfetto per chi si vuole divertire.
Adelphi sta ultimando la pubblicazione delle opere di Georges     Simenon. Gli ultimi due volumi (Lo strangolatore di Moret e L'uomo nudo) contengono racconti il cui protagonista è Torrence, uno dei     fedelissimi ispettori di Maigret. Ma il vecchio commissario è ormai in     pensione, e Torrence dirige, insieme al geniale Émile, l'Agenzia di     investigazioni O. Simenon mette a segno un altro colpaccio!
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Viva il latino. Storia e bellezze di una lingua inutile di Nicola Gardini, scrittore, articolista, traduttore nonché professore di Letteratura italiana e comparata all’Università di Oxford, il quale tesse l'elogio della nostra illustre lingua madre: “La lingua che non parliamo più, ma che ancora ci     parla. Un libro da leggere per capire chi siamo” (Eva Cantarella).
Per par condicio, La lingua geniale. 9 ragioni per amare il greco di Andrea Marcolongo. Così l'autrice presenta il libro: “Lo sappiamo tutti: la prima reazione davanti a un testo in greco antico spazia dalla paralisi al terrore puro. Ho scelto nove ragioni per amare e per raccontare ciò che il greco sa dire in modo unico, speciale, diverso da ogni altra lingua - e sì, per spazzar via ogni paura trasformandola forse in passione”.
Per restare nell'ambito della letteratura con la L maiuscola, con L'arte di essere fragili. Come Leopardi può salvarti la vita Alessandro D'Avenia in un immaginario dialogo con Leopardi e in una forma mista di prosa e poesia ci aiuta alla conquista più difficile, quella della felicità.
Mio fratello rincorre i dinosauri. Storia mia e di Giovanni che ha un cromosoma in più, di Giacomo Mazzariol: si tratta di un romanzo di formazione in cui il piccolo protagonista, con il tempo, impara ad accettare la “diversità” del fratellino affetto dalla sindrome di Down. Non     nascondiamoci dietro false ipocrisie: come diceva Giuseppe Pontiggia (il tema è affrontato in Nati due volte, da cui è stato tratto il film Le chiavi di casa di Gianni Amelio con Kim Rossi Stuart), padre di un figlio disabile, la prima reazione di fronte a una notizia così dura è il rifiuto. Sono poi proprio i piccoli “malati” a darci la forza per andare avanti.
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In Razza di zingaro Dario Fo racconta la storia vera di Johann     Trollmann, pugile sinti nella Germania nazista, a cui il regime negherà il titolo di campione dei pesi mediomassimi, nonostante la vittoria sul ring. Una vita di lotte estreme fino alla morte in campo di concentramento.
I beati Paoli di Luigi Natoli (1912), ambientato in Sicilia fra il 1698 e il 1719, racconta, mescolando fantasia e realtà, vendette, trame e omicidi degni del migliore Dumas. Ebbe uno strepitoso successo al momento     della pubblicazione e ne furono tratti un film (I cavalieri dalle maschere nere di Pino Mercanti) e uno sceneggiato, L'amaro caso della     baronessa di Carini, di Daniele D'Anza con Ugo Pagliai, Janet Agren, Adolfo Celi, Paolo Stoppa. Nel 2007 il regista Umberto Marino ne ha realizzato un remake con Luca Argentero e Vittoria Puccini. Sellerio ripubblica quest’opera ingiustamente dimenticata, in corrispondenza con lo sceneggiato in 12 puntate a cura di Giuseppe Tornatore che dovrebbe uscire in TV proprio quest’anno.
In La battaglia navale e Sei casi al BarLume di Marco Malvaldi, nuove vicende mettono alla prova l'acume scientifico-investigativo del barrista Massimo, interpretato da Filippo Timi nella serie I delitti del BarLume
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areyoua1ora0 · 7 years
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Fabri Fibra sta per far uscire il nuovo disco. Domani mi arriva il libro di Roberto Saviano. Dovrebbe bussarmi anche il corriere per un action cam. Il 31 esce il DLC di Call Of Duty. Venerdì vedo una persona importante ed è il compleanno di papà. Ancora devo tornare a scuola. Se non fosse per lo stress delle interrogazioni direi che gennaio è un mese fantastico!
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pangeanews · 5 years
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“Scrivo per vendetta. Ho condannato a morte un comandante tedesco autore di tante stragi, ma la mafia protetta dall’Università non l’ho vinta”: dialogo con Ferdinando Camon
L’altra volta, esattamente sei anni fa, dopo avermi detto che “La città di Dio di Sant’Agostino è il libro più conturbante e profondo che l’umanità abbia mai scritto” e che desiderava Roberto Saviano come Presidente della Repubblica (“mi domando che senso abbia eleggere presidenti ottantenni”), mi rimproverò. Disse, “ha perso una grossa opportunità”. Restai interdetto. Quale? “Dire che sono il più importante scrittore italiano vivente”. Che tipo, mi dissi. Da allora – quel giorno, a ritroso, cominciai a leggere i libri suoi che ancora mancavano nella mia scarsa collezione di italiani – penso che Ferdinando Camon sia lo scrittore italiano vivente più corrosivo, ben più importante di tanti presunti ‘importanti’. Camon, che ha esordito con la benedizione di Pier Paolo Pasolini (firma la prefazione de Il quinto stato, nel 1970), ha scritto un vero capolavoro, crudo e commosso, quarant’anni fa, Un altare per la madre (tradotto in Francia su istigazione di Sartre – in Francia, per dire, lo pubblica Gallimard –, è elogiato come “opera d’arte sublime” da Raymond Carver), e una serie di libri profetici e fondamentali (ad esempio: La malattia chiamata uomo e Il Super-Baby). Premio Strega nel 1978 (ma lui ha sbriciolato l’alloro: “Ho vinto questo premio per una semplice ragione: l’organizzatrice di allora era sdegnata perché da dieci anni consecutivi il premio lo vinceva sempre lo stesso editore, perciò cercava un editore nuovo, che avesse un autore nuovo, che vivesse in provincia… Non ho mai presentato nessun concorrente. Non so nemmeno come si fa. Prego chi vuole partecipare di non chiedermi di fargli da padrino”), Camon non si è mai messo a fare la parte dello scrittore sulla torre d’avorio né dell’intellettuale sulla poltrona di partito. Rompipalle, ha rischiato tutto, scrivendo, lasciando, con i suoi libri – cosa più unica che rara – una traccia nella Storia, un morso. Quando La vita eterna, che racconta il massacro dei partigiani contadini ad opera di un capo delle SS (“ho raccontato l’animalesca ferocia del comandante, che li interrogava appendendoli a testa in giù, si faceva assistere da un cane di nome Hasso, e al momento di formulare la sentenza lo faceva votare”), fu pubblicato in Germania, il feroce esecutore, “si chiamava Lembcke”, fu preteso a processo per quei fatti e morì d’infarto. “Mi sento un giustiziere”, chiosa, oggi, Camon. Allo stesso modo, Occidente (1975), in cui “cercavo di spiegare perché una cellula terroristica nera prima o poi avrebbe fatto una strage”, fu usato dall’Avvocatura dello Stato durante l’arringa per censire i colpevoli della strage alla Stazione di Bologna: alcune pagine del romanzo, infatti, furono trovate “in un covo” dove si riuniva “la cellula neonazista” responsabile dell’eccidio. “Se questo è vero, se ho aiutato la giustizia a scoprire gli assassini, posso scorrere con lo sguardo l’infinita lista dei morti e dei feriti e dir loro: ‘Io, per voi, ho fatto quel che ho potuto’. Non fosse che per questo, scrivere per tutta la vita ha avuto senso”. Camon è l’emblema dello scrittore radicale, rigoroso, ruvido, recluso nella solitudine di chi si ostina a pensare fino all’ultimo fiato di indipendenza. La sua natura anomala e irritante – per fortuna uno che ti costringe alla lotta, a non essere d’accordo – da scrittore rognoso al potere, torna prepotente, ora, con la riedizione di due libri che mostrano il Camon letterato (le “Conversazioni critiche” sotto il titolo Il mestiere di scrittore, per le Edizioni di Storia e Letteratura) e politico (il Tentativo di dialogo sul comunismo con Pietro Ingrao, per Ediesse), ma soprattutto con un libro nuovo, Scrivere è più di vivere (Guanda, 2019), un godimento per l’intelligenza, una mitragliata etica. Camon – con uno stile illuminato e illuminista, che a me ricorda un po’ lo Sciascia di Nero su nero – comincia con la sua battaglia, da sconfitto, contro il sistema mafioso dell’università di Stato, poi passa per i temi capitali del mondo odierno: il rapporto tra Chiesa e gay, il tema delle “baby-prostitute a 300 euro”, la denatalità (“Sì, certo, senza figli si lavora meglio… Ma se noi, padri, siamo un esercito in guerra, i figli sono l’avanguardia e la retroguardia: la protezione”), la Storia (“Ancor oggi, in Italia, quando si accusa Mussolini per il disastro che fu la spedizione in Russia, lo si accusa di aver mandato un’armata di 230mila soldati a morire nella neve con le scarpe di cartone… Ma se avessero avuto delle scarpe confortevoli la spedizione avrebbe avuto un senso e un merito? La colpa è aver fatto morire i nostri, colpevoli d’invasione, o aver fatto morire gli altri, invasi e innocenti?”), l’Islam (“Non possiamo convivere con l’Islam terrorista, con l’Islam integralista, neanche con l’Islam semplicemente ortodosso. Un cittadino di qualunque parte del mondo, convinto di essere lui nella verità e tutti gli altri nell’errore, convinto che lui vale più di tutti gli altri, che lui uomo vale più di sua moglie e può picchiarla, che i suoi figli maschi valgono più delle sue figlie femmine, che la teocrazia è l’unico governo giusto e la democrazia è sbagliata, quest’uomo può vivere soltanto dentro la sua civiltà”). Poi c’è tanto altro. Finalmente un maestro. Uno con cui litigare. Ora lo chiamo. (Davide Brullo)
Intanto. La sua denuncia “contro la mafia di Stato” del sistema accademico, contro la baronia cialtrona, ha avuto qualche esito? 
Non mi piace il termine “cialtrona”. È disonesta, interessata, anti-sociale, ma tutt’altro che cialtrona. Ho perso nella vita lo scontro con la mafia, ho scoperto che la mafia era protetta dalla facoltà, dall’università, dal ministero, dal tribunale. Quando fai queste scoperte, capisci che non puoi vincere. Al ministero si sono accorti di avere ricevuto dalla facoltà un verbale falsificato, io credevo che a quel punto si scusavano con me e si scatenavano contro la facoltà, invece è successo il contrario: han conservato il verbale come veritiero e hanno scacciato me urlando. Ho raccontato per filo e per segno questa vicenda nel libro uscito due mesi fa, Scrivere è più di vivere, ne ho mandato una copia con dedica all’attuale ministro dell’Istruzione, con un biglietto in cui lo avvertivo: “Le pagine 9-24 sono scritte per Lei”. Ora so che lui sa. Il “Corriere della Sera”, “Il Giornale”, “La Verità”, il “Gazzettino” hanno riesposto la vicenda, i mafiosi sono riconoscibili e sono sicuro che i loro famigliari si vergognano.
“Scrivo per vendetta. Non per giustizia, non per santità, non per gloria: ma per vendetta”. La scrittura è una reazione al potere, sempre? Nasce per sconfiggere chi usa la scrittura per ascendere al potere? Che rapporto esiste tra etica ed estetica, tra politica e letteratura? Nella sua opera la forma precede il ‘tema’ oppure no? I suoi libri, d’altra parte, sono formalmente impeccabili.
La scrittura nasce per “fissare” il debito.  Se uno era indebitato e doveva pagare con due pecore, dopo una settimana le pecore diventavano quattro, e dopo un mese otto, finché quello non poteva più pagare e diventava schiavo. Introducendo la scrittura, si scriveva che le pecore erano due, finché il debitore riusciva a pagarle. Io sono nato nel “quinto” stato, oppresso da tutti, perché non possedeva la scrittura. Volevo scrivere per lui, e difenderlo. “Il quinto stato”, “La vita eterna”, “Mai visti sole e luna” sono libri vendicativi. Quando i miei libri furon tradotti in Germania, e il comandante tedesco che qui in Italia aveva fatto tante stragi fu portato in processo e morì d’infarto, quello fu il culmine della mia vendetta. L’ho condannato a morte. Lembcke si chiamava. Non meritava altro verdetto.
Le sue ‘conversazioni’ con i poeti e gli scrittori. Qual è stato l’incontro più interessante? Quello ‘formativo’, decisivo, intendo.
Soprattutto Pasolini, così sincero, così sofferente. E Volponi, così fraterno, con i suoi contadini impazziti. E Moravia, così sistematico, così sicuro. Non Ungaretti. Ungaretti era stato fascista, e quando trovò quella domanda sui miei fogli, gettò via le carte e diede in escandescenze.
La cito. “Ogni nuova opera modifica il senso delle opere precedenti”. Dunque. Si scrive, anche, per sconfiggersi, per uccidersi ogni volta. Oppure la sua opera è un continuum, un unico libro?
Si scrive per superare, per superarsi. Pasolini rende vecchio Verga. Prima di me c’era una letteratura contadina dolciastra e orgiastica, falsa e mendace, spero di averla spazzata via. Non meritava di vivere. Anche il modo di parlare della propria vita da parte degli scrittori era salottiero, esibizionistico, falso. Nessuno aveva esperienza di psicanalisi, neanche Zanzotto, neanche Sanguineti. La loro esperienza era la lettura. Come se leggere un menù potesse saziare.
Considerazioni sulla letteratura attuale: le interessa, la legge? 
La leggo a squarci, non forma un sistema, e gli autori non formano una nuova generazione, sono tanti solitari.
Il rimbambimento governativo attuale. Come lo giudica, come lo guarda? Chi vorrebbe al Governo?
Le mie speranze sono finite quando, caduto il Pcus, non cadde anche il Pci. Tutti i vetero-comunisti, che avevano baciato in bocca Breznev, dovevano sparire dalla scena, affinché sulla scena potessero affacciarsi uomini nuovi. Questo non è avvenuto. Il panorama politico italiano soffre della mancanza di una sinistra nuova. D’Alema dà ancora direttive, e Fassino è ancora attivo.
Tra i 100 libri mette il Mein Kampf, Jung, Marx, Joyce. Una volta mi disse che il libro decisivo, per lei, era La Città di Dio. Ancora così? Tra i 100 manca un suo libro. Qual è il suo libro più bello? 
Se vai in ospedale a trovare una madre che ha appena partorito e le chiedi qual è il figlio che ama di più, ti risponderà l’ultimo. Il mio ultimo libro s’intitola Scrivere è più di vivere, e dentro ci ho messo tutto quello che so. Però resto legato a Un altare per la madre, che io consegnai all’editore col titolo “Immortalità”, e così lo chiamo ancora dentro di me. È il mio strumento per vincere la morte. Lo porterò in mano, nel mondo di là. Come un lasciapassare. Funzionerà?
L'articolo “Scrivo per vendetta. Ho condannato a morte un comandante tedesco autore di tante stragi, ma la mafia protetta dall’Università non l’ho vinta”: dialogo con Ferdinando Camon proviene da Pangea.
from pangea.news http://bit.ly/2DUFJGO
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125parole-blog · 7 years
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Emma Marrone, che regalo! Roberto Saviano l’omaggia del suo nuovo libro con tanto di dedica, foto-social su Instagram
http://dlvr.it/PxXtHt
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italianaradio · 4 years
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Va in onda “ZeroZeroZero”, nel cast del kolossal anche Walter Cordopatri
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/va-in-onda-zerozerozero-nel-cast-del-kolossal-anche-walter-cordopatri/
Va in onda “ZeroZeroZero”, nel cast del kolossal anche Walter Cordopatri
Va in onda “ZeroZeroZero”, nel cast del kolossal anche Walter Cordopatri
Sarà un debutto internazionale quello di domani, 14 febbraio, per la serie kolossal ZeroZeroZero, girata in 3 continenti (America, Europa, Africa), in 5 paesi (Italia, Messico, Marocco, Louisiana e Senegal) e in 6 lingue (inglese, spagnolo, italiano, francese, wolof e arabo). Oltre mille persone di troupe e più di diecimila comparse in 148 giorni di riprese. Nel cast, insieme ad Andrea Riseborough, Dane DeHaan, Gabriel Byrne, Harold, Torres, Giuseppe De Domenico, Adriano Chiaramida e Francesco Colella anche il Direttore della Scuola di Recitazione della Calabria, Walter Cordopatri nel ruolo di Nicola Curtiga. La trama intreccia numerosi personaggi che ruotano attorno a un enorme carico di cocaina, acquistato in Messico dalla ‘ndangheta e spedito, attraverso alcuni intermediari, fino in Italia. Otto episodi per disegnare le rotte globali della merce più distribuita al mondo, paragonabile solo al petrolio secondo Roberto Saviano, “è un mercato talmente grande che se immaginiamo tanti motori pieni di benzina dobbiamo immaginare tanti corpi pieni di cocaina”. Un sipario aperto sui meccanismi che muovono il narcotraffico internazionale, sugli intrecci tra economia legale ed illegale, a cavallo tra Messico, Italia e Stati Uniti. “Un grande onore – dichiara il Direttore Cordopatri – essere diretto da Stefano Sollima, persona e regista che stimo infinitamente, per me un sogno che si realizza, anche perché il mio più grande punto di riferimento attoriale, Gian Maria Volontè, girò ‘Faccia a Faccia’ con il padre Sergio”. La serie prodotta da Cattleya e Bartlebyfilm, diretta da Stefano Sollima, Janus Metz e Pablo Trapero, tratta dal libro “ZeroZeroZero” di Roberto Saviano andrà in onda su Sky Atlantic e Now Tv dalle 21.15
Sarà un debutto internazionale quello di domani, 14 febbraio, per la serie kolossal ZeroZeroZero, girata in 3 continenti (America, Europa, Africa), in 5 paesi (Italia, Messico, Marocco, Louisiana e Senegal) e in 6 lingue (inglese, spagnolo, italiano, francese, wolof e arabo). Oltre mille persone di troupe e più di diecimila comparse in 148 giorni di riprese. Nel cast, insieme ad Andrea Riseborough, Dane DeHaan, Gabriel Byrne, Harold, Torres, Giuseppe De Domenico, Adriano Chiaramida e Francesco Colella anche il Direttore della Scuola di Recitazione della Calabria, Walter Cordopatri nel ruolo di Nicola Curtiga. La trama intreccia numerosi personaggi che ruotano attorno a un enorme carico di cocaina, acquistato in Messico dalla ‘ndangheta e spedito, attraverso alcuni intermediari, fino in Italia. Otto episodi per disegnare le rotte globali della merce più distribuita al mondo, paragonabile solo al petrolio secondo Roberto Saviano, “è un mercato talmente grande che se immaginiamo tanti motori pieni di benzina dobbiamo immaginare tanti corpi pieni di cocaina”. Un sipario aperto sui meccanismi che muovono il narcotraffico internazionale, sugli intrecci tra economia legale ed illegale, a cavallo tra Messico, Italia e Stati Uniti. “Un grande onore – dichiara il Direttore Cordopatri – essere diretto da Stefano Sollima, persona e regista che stimo infinitamente, per me un sogno che si realizza, anche perché il mio più grande punto di riferimento attoriale, Gian Maria Volontè, girò ‘Faccia a Faccia’ con il padre Sergio”. La serie prodotta da Cattleya e Bartlebyfilm, diretta da Stefano Sollima, Janus Metz e Pablo Trapero, tratta dal libro “ZeroZeroZero” di Roberto Saviano andrà in onda su Sky Atlantic e Now Tv dalle 21.15
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quotidianolanotte · 7 years
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“Il bacio feroce”,il nuovo libro di Saviano Roberto Saviano torna a raccontare i ragazzi dei nostri giorni feroci. Dopo 'La paranza dei bambini' sono ancora i ragazzini nati in una terra di assassini e assassinati, disillusi dalle promesse di un mondo che non concede niente i protagonisti del suo nuovo romanzo 'Bacio feroce' (euro 19,50), in libreria il 12 ottobre per Feltrinelli.
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langolodeilibri · 7 years
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Immagina la scena: una giornata uggiosa (lo so, è difficile immaginarsela con il sole che c’è fuori), il camino acceso, un divano comodo, un buon tè caldo e un libro tra le mani. Non sembra un sogno? Invece potrebbe essere il tuo appuntamento per questa sera, o per il weekend. L’unico problema è trovare il romanzo giusto da leggere: vediamo un po’ quali sono le ultime novità tra i libri in uscita questo mese.
Narrativa italiana
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Dal suo libro precedente “La verità vi spiego sull’amore” ne hanno anche tratto un film, con Ambra Angiolini e Carolina Crescentini. Chissà se succederà lo stesso anche con Aura e gli stravaganti personaggi di questo romanzo corale. Quel che è certo è che Enrica Tesio riesce a disegnare personalità uniche, a cui è facilissimo affezionarsi. Peccato che il libro prima o poi finisca sempre. (in libreria dal 11 ottobre)
[amazon_textlink asin=’B0761W4NC7′ text=’Le tre del mattino – Gianrico Carofiglio (Einaudi)’ template=’ProductLink’ store=’langdeilib-21′ marketplace=’IT’ link_id=’3ce725ca-a9dc-11e7-94be-c1cfbd23a7a2′]
Dalla sinossi ricorda un po’ La strada di McCarthy: un padre e un figlio costretti ad affrontare insieme una dura prova. In ballo non c’è la sopravvivenza del mondo ma solo l’ennesimo controllo per cercare di curare le inspiegabili crisi epilettiche di Antonio, il figlio. Vada come vada sarà comunque un momento da ricordare, quello durante il quale due persone che si conoscono così bene si sono incontrate veramente per la prima volta. (in libreria dal 10 ottobre)
[amazon_textlink asin=’B0743D3HPV’ text=’Bacio feroce – Roberto Saviano (Mondadori)’ template=’ProductLink’ store=’langdeilib-21′ marketplace=’IT’ link_id=’35ef16f3-a9dc-11e7-840c-e1702dacab9f’]
La paranza dei bambini non è solo il titolo del romanzo che ha dato il via a questo ciclo (e di cui Bacio feroce è il secondo capitolo), ma è anche il nome della gang che controlla lo spaccio a Forcella. Un gruppo di ragazzi nati in una terra di assassini e assassinati, che hanno perso ogni illusione e sono pronti a tutto. (in libreria dal 12 ottobre)
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Narrativa straniera
[amazon_textlink asin=’B075NWGVPY’ text=’La caduta dei Golden – Salma Rushdie (Mondadori)’ template=’ProductLink’ store=’langdeilib-21′ marketplace=’IT’ link_id=’29f4af3e-a9dc-11e7-8abb-f5a9a8ded22d’]
Oligarchi russi, fake news, terrorismo, New York. Sono alcuni degli ingredienti di questo libro magistrale, scritto dallo scrittore angloindiano Salman Rushdie. Una storia intrigante e intricata, fatta di figli predestinati e sfortunati, confessioni e segreti: ma dove finisce la storia e inizia la realtà? (in libreria dal 10 ottobre)
[amazon_textlink asin=’8804681969′ text=’Origin – Dan Brown (Mondadori)’ template=’ProductLink’ store=’langdeilib-21′ marketplace=’IT’ link_id=’1abc80da-a9dc-11e7-8d2a-934884c03001′]
Il protagonista è ancora una volta Robert Langdon, quello de Il Codice da Vinci e seguenti. Questa volta la storia è ambientata in Spagna: dal Guggenheim Museum di Bilbao passando per Madrid, Barcellona e Siviglia, il professore di Harvard si troverà a dover fare i conti con codici, enigmi, religione e simbologia. Dopo gli oltre 200 milioni di copie vendute in tutto il mondo, Dan Brown non sembra ancora sazio e questo libro, definito dalla critica il suo romanzo più avvincente, punta a fargli battere ogni record. (in libreria dal 3 ottobre)
[amazon_textlink asin=’880623501X’ text=’4 3 2 1 – Paul Auster (Einaudi)’ template=’ProductLink’ store=’langdeilib-21′ marketplace=’IT’ link_id=’15709b1f-a9dc-11e7-ba53-1b0b4baba911′]
E se ognuno di noi avesse 4 vite, che scorrono parallele ma completamente diverse? Saremmo dei novelli Archibald Ferguson, il protagonista del nuovo romanzo di Paul Auster. In questo libro l’autore racconta le trame che compongono le nostre identità, le vite che avremmo voluto vivere e le scelte che non avremmo voluto fare. Un capolavoro di immaginazione, che vi terrà incollati alle pagine (in libreria dal 10 ottobre)
Young adult
[amazon_textlink asin=’8817097861′ text=’Tartarughe all’infinito – John Green (Rizzoli)’ template=’ProductLink’ store=’langdeilib-21′ marketplace=’IT’ link_id=’e9251f4c-a9dd-11e7-9c8a-8119ef4ac313′]
Il nuovo romanzo di John Green (Colpa delle stelle, Cercando Alaska ecc) parla di amore, resilienza e della forza inarrestabile dell’amicizia. E lo fa con la sua prosa delicata e coinvolgente, che ha conquistato migliaia di lettori in tutto il mondo.
  Questo è solo un assaggio delle novità di questo mese in libreria. Se vuoi scoprire altri libri interessanti, freschi freschi di stampa, segui in diretta, il lunedì alle 20.00 su ReteOro (canale 18 del digitale terrestre per il Lazio), la mia rubrica dedicata alle anteprime letterarie o iscriviti al canale YouTube per vedere le repliche della trasmissione.
Ultime novità: libri in uscita a ottobre 2017 #anteprimeletterarie Immagina la scena: una giornata uggiosa (lo so, è difficile immaginarsela con il sole che c'è fuori), il camino acceso, un divano comodo, un buon tè caldo e un libro tra le mani.
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bellamiamadrid-blog · 7 years
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🇪🇸Esta tarde @robertosaviano_official pasó a tomarse un helado en Bellamia Madrid. Educadamente esperó su turno y pagó como cualquier persona cualquiera haría no obstante sea todo menos que cualquiera. Como italianos queremos agradecer a Roberto Saviano su trabajo, sus sacrificios y su humildad que son ejemplares para cualquier persona en el mundo. Italiana, española o cosmopolita que sea. Ha sido una emoción conocer a una de las mejores personas que existan en este mundo, aún más siendo italianos! Esperemos volver pronto a verle por Madrid, mientras tanto seguiremos tomándole a ejemplo por su humildad y honestad y a leer sus libros que siempre son una lección de vida. Mil gracias Roberto, por todo lo que has hecho y lo que representas en este mundo. ------------------------- 🇮🇹Questo pomeriggio Roberto Saviano è stato a prendere un gelato a @bellamiamadrid . Educatamente aspettò il suo turno e pagò il suo gelato come una persona qualsiasi nonostante sia tutto fuorché una persona qualsiasi. Da italiani vogliamo ringraziare Roberto Saviano per il suo lavoro, i suoi sacrifici e la sua umiltà che sono da esempio per qualsiasi essere umano. Italiano, spagnolo o cosmopolita che sia. È stata un'emozione conoscere una delle migliori persone che esistono in questo mondo, ancor di più essendo italiana! Speriamo di vederlo presto di nuovo a Madrid, nel frattempo continueremo a seguire il suo esempio di onestà ed umiltà ed a leggere i suoi libri che sono sempre una lezione di vita. Grazie Roberto per tutto quello che hai fatto e per quello che rappresenti! #gracias #robertosaviano (at Heladeria Bellamia Madrid)
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