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#romanzo tedesco
princessofmistake · 10 months
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e con un misto di spavento e d’invidia, col penetrante sentimento che noi non saremmo capaci di tanto, né in bene né in male, abbiamo appreso come un paese, le cui condizioni di spirito e la cui solita freddezza ancora gli consentono di tirare le conseguenze da una serie di scandalose perdite e sconfitte, si sia sbarazzato del suo grand’uomo per concedere poco dopo al mondo ciò che si pretende anche da noi e che la profonda miseria ci renderebbe troppo cara concedere: cioè la resa incondizionata.
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auxoubliettes · 4 months
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ho iniziato a guardare la storia, la serie della rai tratta dal romanzo di elsa morante. sono all'ep. 3 e:
devo leggere il libro, grave mancanza
elio germano per fare il comunista col gatto non ha dovuto recitare troppo, credo
il pupetto con gli occhi azzurri è troppo carino
il figlio fascista coglionazzo è tornato partigiano, ma coglionazzo mi sembra sia rimasto. secondo me farà qualche cavolata
per gli effetti speciali avevano 2 euro e un sogno, la scena del tedesco morto forse poteva essere evitata, le altre capisco fossero necessarie
anche il pancione mi pareva si muovesse, un po' fake ma va bene lo stessooooo
jasmine trinca pazzesca
che faccia che c'ha zurzolo
fasci appesi
edit del 16 giugno: finito, che angoscia. non lo voglio leggere più il libro
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galleriaartethule · 5 months
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Hermann Löns
Il Wehrwolf. Cronaca contadina della guerra dei Trent’anni
De Piante Editore per Associazione culturale Terra Insubre, 2020
Informazioni: [email protected]
In copertina:
Johann Christof Merck, Lupi, 1712
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diceriadelluntore · 1 year
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Ipotesi Leggendarie
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Questo signore è Bernhard Riemann. Fu professore di matematica all'Università di Gottinga, intorno agli anni '50 e '60 del 1800, ed ha segnato profondamente la storia della matematica e della fisica. Si ricordano tra i suoi fondamentali contributi l'integrale di Riemann, prima definizione rigorosa di integrale di una funzione su un intervallo a essere stata formulata (utilizzato in tantissimi ambiti, tra cui la matematica finanziaria per esempio), l'introduzione della cosidetta superficie riemannana (senza il lavoro geometrico di Riemann non ci sarebbe la relatività generale di Einstein), ma è leggendario nella storia della matematica per le conseguenze di un suo piccolo studio, Ueber die Anzahl der Primzahlen unter einer gegebenen Grösse (che già intimorisce così, e che vuol dire Sul numero di numeri primi al di sotto di una certa grandezza), di appena una decina di pagine, pubblicato su Monatsberichte der Königlich Preußischen Akademie der Wissenschaften zu Berlin nel 1859. In questo studio, Riemann descrive in maniera sintetica la funzione zeta (ζ(s)) dal punto di vista dell'analisi complessa, inventando di fatto la teoria analitica dei numeri, e ipotizza che gli zeri non banali della funzione zeta abbiano parte reale 1/2, cioè cadano sulla ipotetica retta che passa da 1/2. È questa la famosa Ipotesi di Riemann, che lega misteriosamente la distribuzione dei numeri primi al comportamento dei numeri complessi. A tutt'oggi, non esiste ancora una dimostrazione considerata esaustiva dell'ipotesi, tanto è che è da 120 anni presente sia nella lista dei Problemi proposti per il XX secolo, che un grande matematico tedesco, David Hilbert, propose alla Comunità scientifica a Parigi nel 1900 (era il punto 8 dei 23 totali), sia in quella dei Problemi per il millennio, lista stilata dopo esattamente 100 anni, sempre a Parigi, e sponsorizzata dalla Fondazione Clay, che finanzia l'Istituto matematico, promettendo un milione di dollari a chi risolverà uno dei 7 problemi del Millennio. Nel 1862, si sposa, e ha una figlia, ma il perdurare di una polmonite lo costringe a lasciare la Germania per un posto più mite: sceglie il lago Maggiore, dove malauguratamente spira il 20 Luglio del 1866, a soli 40 anni. Fu sepolto in un piccolo cimitero a Biganzolo di Verbania, ma la sua tomba è andata distrutta. Esiste però una lapide che lo ricorda, all'ingresso del piccolo cimitero.
Questa piccola biografia l'ho trovata in questo libro, che superata la prima vertigine per quello che potrebbe essere (formule, ragionamenti criptici, pesantezza, presenti solo in minima parte e spiegati nel modo più comprensibile possibile) è bello come un romanzo:
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scritto da Marcus Du Sautoy, professore di matematica all'Università di Oxford e Simonyi Professor For The Public Understanding Of Science sempre nella stessa Università.
Quello che indaga Du Sautoy è come, prima in modo timido, poi interessato e infine in maniera del tutto magica, negli ultimi 160 anni i più grandi matematici del Mondo abbiano sfidato l'ipotesi di Riemann: come ho scritto prima nessuno ha trovato una dimostrazione condivisa e convincente (sebbene esistano innumerevoli pretendenti e autoproclamatisi scopritori dell'arcano) ma le centinaia di studi, problemi e conseguenze dell'ipotesi hanno finito per influenzare in maniera determinante, mettendoli per la prima volta in comunione e lavorando assieme, innumerevoli campi della scienze: la teoria dei numeri, la geometria, l'analisi, la logica, la teoria delle probabilità, la fisica quantistica; chi per gioco, chi per sfida, a volte addirittura per puro caso, hanno finito per dare un piccolo contributo non solo alla risoluzione della dimostrazione eventuale ancora di là da venire, ma nell'allargare gli orizzonti delle proprie discipline in maniera fondamentale. Basta dire che, per esempio, Turing inizierà a pensare alle sue macchine proprio perchè sentì parlare dell'Ipotesi, o delle prove empiriche della posizione dei famosi zeri della funzione furono determinanti per lo sviluppo dei super computer, delle telecomunicazioni e persino, in maniera del tutto inaspettata, della sicurezza degli acquisti online che facciamo ogni giorno.
Ma oltre a questo, l'aspetto davvero meraviglioso di questo libro è lo scoprire che personalità sconvolgenti si misurarono con questo dilemma: da Hardy (che scrisse una fantastica Apologia del matematico, puntando sulla bellezza intrinseca delle forme e delle dimostrazioni) al suo fidato amico Littlewood (i due scrissero tutti gli articoli scientifici in coppia, anche quando era solo frutto del lavoro di uno dei due), i quali furono i padrini di un genio incredibile, Srinivasa Ramanujan, autodidatta, scopritore di alcune formule (di sommatorie che coinvolgono costanti come π, numeri primi e la funzione di partizione) senza mai saperne la dimostrazione, passando per Atle Selberg, il norvegese che si racconta avesse provato a dimostrare qualsiasi cosa della matematica, fino a John Nash, "the beautiful mind" che prima del Nobel ebbe un esaurimento nervoso proprio mentre lavorava agli studi su Riemann, oppure all'incredibile storia di André Weil, fratello minore di Simone, che rinchiuso in carcere nel 1940 perchè renitente alla leva, scriverà lì fondamentali studi per la teoria dei numeri.
Tra l'altro c'è da dire che secondo molti insigni matematici, la dimostrazione è ad oggi del tutto superflua, poichè le applicazioni teoriche e pratiche che partono dal presupposto "se l'ipotesi di Riemann fosse vera" sono talmente provate e funzionano talmente bene che è diventata di fatto accettata (sebbene questa soluzione faccia inorridire tutto gli altri, figli della rigorosa importanza della dimostrazione matematica, che va oltre persino alla normale definizione di scienza).
C'è una battuta, che sembra una legge di Murphy, che ad ogni convegno internazionale si racconta: l'ipotesi di Riemann è stata già dimostrata sia falsa, solo che il matematico che l'ha scoperta è morto sul colpo.
Voglio anche dire che questo libro mi è stato regalato in uno dei momenti più brutti per me, degli ultimi tempi, da una persona fantastica come questa storia. Quando si regala un libro, sono convinto che lo si faccia per vedere se chi lo riceve trova qualcosa in quelle righe di chi lo ha donato. Di chi me lo ha regalato ho trovato questo:
Non sono le perle a fare la collana. È il filo.
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𝗠𝗜𝗖𝗛𝗘𝗟 𝗢𝗩𝗘𝗥 𝗡𝗢𝗨𝗦 – 𝗜𝗟 𝗖𝗔𝗦𝗢 𝗛𝗢𝗨𝗘𝗟𝗟𝗘𝗕𝗘𝗖𝗤⁣⁣⁣
𝗠𝗮𝗿𝘁𝗲𝗱𝗶́ 𝟭𝟲.𝟬𝟱 - 𝗼𝗿𝗲 𝟮𝟬:𝟯𝟬⁣⁣⁣
⁣⁣⁣regia di Edi Mils, Mark Saracco⁣⁣ (Italia/Francia, 2003, 52')⁣
Il documentario racconta in circa 48 minuti di durata la vita e le opere dello scrittore Michel Houellebecq, famoso per le polemiche scandalistiche che si accompagnano all’uscita di ogni suo nuovo libro.⁣⁣⁣ Dalla nascita agli esordi letterari a Parigi nei primi anni ’90, fino all’eco mediatico dovuto al romanzo Le Particelle Elementari (1998, trasposto in film dal regista tedesco Oskar Roheler nel 2006), passando per il processo per vilipendio all’Islam con Piattaforma nel 2001 ed a La Possibilità di Un’Isola, viene ricostruita interamente la biografia dello scrittore attraverso il racconto classico di una voce narrante, interviste ad amici e collaboratori (Enrico Ghezzi, Philippe Harel, Aldo Nove, Micelle Levy, Elisabetta Sgarbi, ecc.), citazioni da romanzi, saggi e poesie, servizi sul rapporto di Houellebecq con l’arte contemporanea, la musica ed il cinema, e dichiarazioni in esclusiva di lui stesso.⁣⁣⁣
Il tutto è sottolineato da una adeguata colonna sonora elettronica composta da Morgan per l’occasione. Restaurato nel 2019 da Treetone Produzioni (Roma).⁣⁣⁣
⁣⁣⁣
𝗜𝗡𝗚𝗥𝗘𝗦𝗦𝗢 ⟹ bit.ly/M_MONOUS⁣⁣
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alephsblog · 14 hours
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Che Putin “è solo l’ultimo capo di stato russo che vede l’Ucraina come una moglie fedifraga che vuole abbandonare il tetto coniugale, e che non va solo riportata a casa, ma anche dissuasa una volta per sempre dal riprovarci – per questo l’ha invasa”. Che “rossi e bruni apparentemente divergono nella visione della società ma sono fraterni compagni di strada nell’unica cosa a cui tengono davvero: combattere le democrazie occidentali” (puntuale ritratto dell’andamento elettorale tedesco). Che in Ucraina “è successo l’esatto opposto di quanto accadde in Iraq o in Afghanistan…, che lì ha prodotto stati falliti o peggiori di quelli di prima”, e qui avviene “grazie a” Putin. Che una scrittrice, con un impegno femminista, eurocomunista, libertario, antifascista e anticolonialista, di fronte all’invasione si chiede – no, chiede: “Che cosa c’è da capire?”.
Con tutto il rispetto, avrei voluto soprattutto abbracciarla quando, alla fine del libro, Francesca Melandri ha raccontato il proprio amore per la steppa mongola, il gran viaggio in cui fu lei capocarovana, come usa là, a cavalcare in testa con le redini in una mano e la corda del capo-cammello nell’altra. Il presidente della Federazione mondiale mongola che nel settembre 2022 si rivolse ai mongoli tuvani, calmucchi, buriati usati come carne da cannone: “Non sparate agli ucraini. Non uccidete la loro libertà”; e colonne di cittadini mongoli della Federazione russa riparavano oltre il confine accogliente della Mongolia.
Melandri ha avuto il tempo di seguire nel suo racconto la gara delle guerre degli odii e delle viltà che sembrano essersi date appuntamento e stanno per scadere, il 7 ottobre e la carneficina e le macerie di Gaza e il sarcasmo sulla mediocrità costretta a farsi eroica: non a registrare quello che immagino un vero colpo al suo cuore, la visita di Putin in Mongolia, la prima in un paese aderente alla Corte penale internazionale, che lo ha accolto “come uno zar” nella piazza centrale di Ulan Bator dedicata a Gengis Khan. Anche la Mongolia “ha bisogno del gas”.
I libri durano poco, al giorno d’oggi. Mi dispiace di essere già in ritardo, ne ho scritto in fretta. Romanzo, libro di storia, orazione civile politica e polemica, è un gran libro, non è fatto per carezzare il pelo: non mancatelo. "Piedi freddi", Bompiani, 260 pp., 17 euro.
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rideretremando · 2 months
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LA MONTAGNA INCANTATA DI THOMAS MANN CENT’ANNI DOPO
“Hans Castorp non era né un genio né uno sciocco”, scrive Thomas Mann all’inizio della “Montagna incantata”, oggi divenuta “magica” nella traduzione di Renata Colorni: un mediocre, insomma, se non fosse per il “significato superpersonale” del suo destino. Castorp è un giovane ingegnere amburghese che prima d’iniziare l’esistenza adulta va a Davos, dove visita in sanatorio il cugino Joachim. Dovrebbe starci tre settimane; ci rimane sette fiabeschi anni, chiudendosi nel limbo della malattia quando è ancora ignaro della vita. Un imprevisto simile è toccato anche al libro. “Der Zauberberg” nasce nel 1913 come racconto. Viene interrotto durante la guerra, e diventa poi un volume di 700 pagine. Esce nel 1924: ed eccoci qui, per il centenario, a ricordarlo. In quel decennio l’autore si è trasformato: prima sostenitore reazionario della Kultur, organicistica manifestazione del mondo tedesco, contro la Francia illuminista della Zivilisation cara al fratello-avversario Heinrich, Thomas aderisce in seguito alla democrazia di Weimar. Ma la dicotomia, come quella tra il borghese e l’artista, continua a condizionarlo. Lo testimoniano Settembrini e Naphta, i due strani educatori di Castorp, che a Davos, come di lì a poco Cassirer e Heidegger, ingaggiano vertiginosi duelli dialettici. L’italiano è un retore della Zivilisation: crede nelle magnifiche sorti, nel sincretismo progressista dell’epoca. Naphta invece, modellato su quel Lukács che come Mann stava attraversando una conversione, è il sinistro alfiere della Kultur: adora il Medioevo e la Rivoluzione, disprezza la modernità che c’è in mezzo. In entrambi spicca una contraddizione: l’umanesimo cosmopolita di Settembrini sfocia nel nazionalismo, la religione di Naphta nel terrore nichilista. Rimuovendo il peccato, Settembrini oscilla tra amore incondizionato per l’uomo e pretesa eugenetica; rimuovendo la libertà, Naphta smentisce la sua fede. Ma oltre che dalle idee Castorp è sedotto dai sensi rappresentati da madame Chauchat, languido incrocio di maschio e di femmina, o di Oriente e Occidente. E madame farà conoscere al ragazzo un’altra figura seducente, Peeperkorn, che sembra un personaggio di Gombrowicz finito chissà come in un romanzo di Mann. In tutto il libro le idee, i suoni e le sensazioni corporee sfumano gli uni negli altri: di qui l’atmosfera di dormiveglia o di allucinazione. Ideale e insieme brutalmente fisica è anche la morte, che nel sanatorio viene rimossa. Ma è per lei che matura Castorp, in questo paradossale Bildungsroman: dopo sette anni, nel 1914, lo vediamo sparire nel fango delle trincee. “La montagna” di Mann ci parla del crepuscolo di una modernità liberty che è cronologicamente vicina, ma esistenzialmente già lontanissima. Non a caso, le riflessioni sulla percezione del tempo sono ovunque; e del resto, in quel primo ‘900, il tempo è in questione anche narrativamente. Mann però non batte le strade di Proust o di Joyce. Si finge un narratore arretrato, cerimonioso; e grazie a un’ubiqua nota ironica si permette una eccezionale meticolosità dell’affabulazione. E’ come se il narratore definito da Benjamin, anziché procedere per esempi morali, componesse un impensabile romanzo. Il Mann maturo è molto diverso dal naturalissimo epigono ottocentesco dei “Buddenbrook”. Davanti alle sue performance si ha un’impressione contraddittoria: da un lato si ammira il controllo e la vastità dell’estro; dall’altro si avverte un senso di schematicità prolissa, imposta a freddo. Di qui i giudizi opposti sulla sua opera: che ha illustri estimatori (da Croce a Lukács a Primo Levi) e altrettanto illustri detrattori (Nabokov, o da noi Sebastiano Timpanaro).
Matteo Marchesini
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aki1975 · 3 months
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Il romanzo moderno nasce (1615) con il Don Chisciotte di Miguel de Cervantes che per ragioni formali (la prosa anziché i versi come nei romanzi cortesi), narrative (lo studio dei personaggi, l’ironia, l’assenza di motivi didascalici) e contenutistiche (il tramonto dei valori cavallereschi) supera la letteratura precedente, dall’epica dantesca alla novellistica, dalla poesia di Petrarca alla drammaturgia di Shakespeare.
Nel Settecento diventerà - di contro all’epica cavalleresca - la forma letteraria borghese per eccellenza raccontandone l’ascesa, i valori, le aspirazioni nazionalistiche, le contraddizioni fino a venire messa in discussione dalla crisi della Prima Guerra Mondiale da cui deriveranno opere che metteranno in luce l’assurdo, l’alienazione, l’assenza di linearità del flusso di coscienza. La Prima Guerra Mondiale, anticipata dal naufragio del Titanic (1912) rappresenta la fine dell’età dell’innocenza della società europea e il termine di quel periodo che ricade sotto il nome di Belle Epoque, Gilded Age, età umbertina e giolittiana.
Breve cronologia della Prima Guerra Mondiale:
- 28/6/1914: attentato di Sarajevo
- 2/8/1914: invasione tedesca del Belgio. L’Inghilterra dichiara guerra alla Germania
- 12/9/1914: inizia la guerra di trincea sul confine franco-tedesco
- primavera 1915: le truppe anglo-francesi sono sbarcate in Turchia per sconfiggere l’Impero Ottomano e ricongiungersi, attraverso i Dardanelli, all’alleato russo. Sono sconfitte a Gallipoli da Kemal Ataturk
- 24/5/1915: entrata in guerra dell’Italia
- luglio 1915: battaglia del Col di lana
- settembre 1915: i tedeschi hanno la peggio alla battaglia della Marna
- ottobre 1915: occupazione della cengia Martini
- febbraio 1916: guerra di logoramento sul Verdun
- aprile 1916: battaglia del Col di lana
- maggio 1916: Strafexpedition austriaca sull’Altopiano di Asiago
- 10/6/1916: Salandra sostituito da Boselli come primo ministro
- luglio 1916: battaglia della Somme
- 12/7/1916: Cesare Battisti e Filippo Filzi impiccati a Trento
- agosto 1916: conquista di Gorizia
- 7/9/1916: Wilson presidente degli USA
- 21/11/1916: Carlo I succede a Francesco Giuseppe
- aprile 1917: gli Stati Uniti entrano in guerra
- agosto 1917: avanzata della Bainsizza
- 24/10/1917: Caporetto
- 6/11/1917: Rivoluzione d’ottobre
- 8/11/1917: Diaz sostituisce Cadorna
- giugno 1918: battaglia del Piave
- 16/7/1918: lo zar Nicola II ucciso a Ekaterinenburg
- ottobre 1918: Vittorio Veneto
- 2/11/1918: affondamento della Viribus Unitis
- 21/1/1920: Trattato di Versailles
Le tappe fondamentali del romanzo:
1532: Gargantua e Pantagruel (Rabelais)
1554: Lazarillo de Tormes (anonimo), il più noto frai i romanzi picareschi
1615: Don Chisciotte (Cervantes), racconto ironico della fine dell'epoca cavalleresca dopo la battaglia di Lepanto (1571)
i romanzi borghesi e avventurosi:
1719: Robinson Crusoe (Defoe), in viaggio per arricchirsi, non per un'avventura cavalleresca
1722: Moll Flanders (Defoe)
1726: I viaggi di Gulliver (Swift), allegoria del colonialismo inglese
1740: Pamela (Richardson)
1749: Tom Jones (Fielding), trovatello come poi Oliver Twist (Dickens)
1813: Orgoglio e pregiudizio (Austen) la cui protagonista, Elisabeth Bennet, sfida le consuetudini sociali del tempo e intende sposarsi per amore
1847: Cime tempestose (Emily Bronte) con il tenebroso Heathcliff. Della stessa autrice Jane Eyre, orfana che trova l’indipendenza e l’amore
1869: Piccole donne (Alcott)
1887: Capitani coraggiosi (Kipling)
i romanzi romantici:
1796: Wilhelm Meister (Goethe), romanzo di formazione del tipico artista romantico alla ricerca della sua ispirazione e vocazione
i romanzi storici:
1819: Ivanhoe (Walter Scott)
1830: Il rosso e il nero (Stendhal) che segue le ambizioni di Julien Sorel
1836: La figlia del capitano (Puskin)
1839: La Certosa di Parma (Stendhal) in cui Fabrizio Del Dongo vive gli ideali napoleonici nell’Italia della Restaurazione
1842: I promessi sposi (Manzoni)
1844: Il Conte di Montecristo (Dumas) in cui Edmond Dantès, accusato di bonapartismo, consuma la sua vendetta
i romanzi naturalisti:
1838: Oliver Twist (Dickens)
1850: Comedie humaine (Balzac), il cui titolo fa il verso alla Divina Commedia, e David Copperfield (Dickens)
1851: Moby Dick (Melville)
1856: Madame Bovary (Flaubert), storia dei tradimenti di Emma, oppressa dalla vita borghese di provincia, che compie un adulterio e poi si suicida. E' il romanzo realista per eccellenza, in cui l'autore osserva freddamente la materia come nel successivo L'educazione sentimentale (1869).
1862: I miserabili (Hugo) con la generosità del protagonista, Jean Valjean
1869: Guerra e Pace (Tolstoj) in cui la storia delle guerre napoleoniche fa sfondo alle storie dei protagonisti. La storia, come un pendolo, si muove a prescindere dalla gesta dei singoli individui.
1873: Il ventre di Parigi (Zola), racconto della repressione di un repubblicano nel Secondo Impero di Napoleone III
1877: Anna Karenina (Tolstoj). La protagonista, aristocratica bella e infelice, si perde nell’amore per il conte Vronskij e si suicida.
"Le donne sono la principale pietra d'inciampo nell'attività dell'uomo"
1885: Germinale (Zola) ambientato fra la vita dei minatori. Il romanzo naturalista è frutto del pensiero positivista e della temperie darwiniana di fine XIX sec. L'autore è onnisciente e in modo oggettivo studia la società dei più umili che fino ad allora aveva assunto un ruolo comico e non tragico.
1889: Mastro Don Gesualdo (Verga), parte del ciclo dei vinti
i romanzi decadenti:
1884: Controcorrente (Huysmans) con al centro il disprezzo verso il mondo dell’aristocratico Des Esseintes
1889: Il piacere (D’Annunzio) e l’alter ego dell’autore Andrea Sperelli
1891: Il ritratto di Dorian Gray (Wilde)
1897: Dracula (Stocker)
i romanzi ascrivibili al "realismo simbolico":
1915: La metamorfosi (Kafka). Con la trasformazione di Gregor Samsa in insetto, inizia il realismo magico e l’indagine nella complessità della coscienza umana.
1926: Il Castello (Kafka), scontro fra l’oscura burocrazia e l’agrimensore K
1940: Il deserto dei tartari (Buzzati). Come Calvino e Pavese, Buzzati coniuga una scrittura precisa e dettagliata dei fatti alla volontà di raccontare valori universali.
1949 - La bella estate (Pavese). Nei racconti e nei romanzi di Pavese la campagna diventa il luogo della verità, anche crudele, in contrapposizione della finzione cittadina: si coglie in questa letteratura l'influenza della letteratura americana (Melville, Steinbeck) e della coppia mythos e logos da cui quest'ultima è costituita.
i romanzi modernisti:
1922: Ulisse (Joyce). Leopold Bloom non è l’eroe omerico, ma l’essere umano comune seguito nella sua quotidianità;
1923: La coscienza di Zeno (Svevo), un antieroe alle prese con la difficoltà di smettere di fumare;
1925: La Signora Dalloway (Woolf) con il flusso di coscienza della protagonista che sta organizzando una festa.
1926: Uno, nessuno, centomila (Pirandello)
i romanzi esistenzialisti:
1866: Delitto e castigo (Dostojevskij)
1869: L'idiota (Dostojevskij) il cui protagonista è un nobile decaduto ed inetto di fronte ai drammi della vita
"La bellezza salverà il mondo"
1938: La nausea (Sartre)
1942: Lo straniero (Camus)
1947: La peste (Camus)
altri romanzi del primo dopoguerra:
1924: La montagna incantata (Mann) in cui viene rappresentato, in un lussuoso sanatorio di Davos, il tramonto della Repubblica di Weimar uscita dal Trattato di Versailles. Segue la struttura del romanzo di formazione, ma prelude significativamente non alla pienezza della vita, ma al crogiuolo della Prima Guerra Mondiale.
1925: Il Grande Gatsby (Scott Fitzgerald)
1929: Niente di nuovo sul fronte occidentale (Remarque)
1932: Brave New World (Huxley)
1938: La cripta dei Cappuccini (Philip Roth), elegia della fine dell’impero austroungarico vista da una famiglia della piccola nobiltà slovena. Un anno sull’Altopiano (Lussu).
1939: Furore (Steinbeck), ambientato durante la Grande Depressione del primo dopoguerra
1967: Il Maestro e Margherita (Bulgakov). Pubblicato postumo, rappresenta una metafore della dittatura di Stalin (il diavolo) e della libertà dello scrittore ("i manoscritti non bruciano").
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carmenvicinanza · 5 months
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Lilli Gruber
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Lilli Gruber giornalista e grande protagonista del mondo della comunicazione e della televisione, è stata la prima donna a condurre un telegiornale RAI di prima serata nel 1987.
È stata inviata all’estero, si è occupata di politica internazionale specializzandosi in Medio Oriente, ha coperto i più grandi avvenimenti degli ultimi quarant’anni, è stata parlamentare europea e, soprattutto, non ha avuto remore a mettersi contro i poteri forti: ha criticato aspramente l’era berlusconiana, si è dimessa dalla RAI reclamando la libertà d’informazione e si è battuta per diritti di lavoratori e lavoratrici.
Il suo nome completo è Dietlinde Gruber, ed è nata a Bolzano il 19 aprile 1957. Laureata in Lingue e Letterature straniere all’università di Venezia, ha svolto il praticantato giornalistico a Telebolzano per poi approdare in Rai, dove, alla conduzione del Tg, si è fatta notare per il piglio deciso e per l’insolita postura di tre quarti e non frontale.
Per anni è stata impegnata nell’attività sindacale dove si è battuta per una cultura delle regole con concorsi pubblici per le assunzioni, percorsi di carriera trasparenti, diritti delle donne e contro il precariato.
Nel 1993 ha vinto la William Benton Fellowship for Broadcasting Journalists, prestigiosa borsa di studio dell’Università di Chicago.
Dal 1990 al 2004 ha fa parte della squadra del Tg Uno, dopo il talk-show politico Al voto, Al voto, nel 1994 è passata alla conduzione del Tg delle 20.00, ricoprendo anche il ruolo di inviata all’estero e di conduttrice degli speciali dedicati a importanti eventi internazionali come il crollo del muro di Berlino, la guerra del Golfo, il processo di pace in Medio Oriente, la dissoluzione dell’Unione Sovietica, i fatti dell’11 settembre fino alla guerra in Iraq.
Ha collaborato anche con i quotidiani La Stampa e Corriere della Sera e, all’estero, con il network statunitense CBS News e con quello tedesco PRO 7, per il quale ha condotto e co-prodotto il settimanale “Focus TV”.
Nei primi mesi del 2002 è stata “visiting scholar” a Washington alla School of Advanced International Studies della Johns Hopkins University, dove ha seguito corsi sul terrorismo internazionale e tenuto lezioni sulla politica italiana.
Nel 2003 il Presidente della Repubblica Ciampi le ha conferito l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, in qualità di giornalista inviata in Iraq.
Nel maggio 2004 ha ricevuto la Laurea honoris causa dalla American University di Roma.
Dopo aver denunciato la carenza di libertà d’informazione in Italia sotto il governo Berlusconi, nel 2004 ha lasciato la Rai per candidarsi al Parlamento europeo con la coalizione Uniti nell’Ulivo. Eletta con oltre un milione di voti, dalla sua campagna elettorale è stato tratto il documentario Lilli e il cavaliere – 10 giorni per battere Berlusconi.
Per il gruppo parlamentare del Partito Socialista Europeo, è stata presidente della Delegazione per le relazioni con gli Stati del Golfo. Ha fatto parte della Conferenza dei presidenti di delegazione, della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni e della Delegazione per le relazioni con l’Iran. Nel 2007 è stata nella Commissione per l’Etica, nominata dall’Assemblea Costituente Nazionale.
Dal settembre 2008, dopo essersi dimessa dal parlamento Europeo, conduce e dirige la trasmissione di approfondimento Otto e mezzo su La7.
Ha scritto diversi romanzi e saggi tra i quali ci sono I miei giorni a Baghdad (2003), America anno zero (2006), Ritorno a Berlino (2009), il romanzo autobiografico Eredità (2012), Tempesta (2014), Prigionieri dell’Islam. Terrorismo, migrazioni, integrazione: il triangolo che cambia la nostra vita (2016), Inganno. Tre ragazzi, il Sudtirolo in fiamme, i segreti della Guerra fredda (2018), Basta! Il potere delle donne contro la politica del testosterone (2019), La guerra dentro (2021) e Non farti fottere. Sei tu che usi il porno o è lui che usa te? (2024).
Ha collaborato anche allo spettacolo di Serena Dandini Ferite a morte.
È da sempre impegnata contro l’invisibilità delle donne, escluse dai ruoli decisionali, contro il clima di arroganza e di odio che favorisce il diffondersi del populismo e mina le istituzioni democratiche.
Concreta ed efficace fa parlare i fatti con dati, storie e personaggi.
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alemicheli76 · 6 months
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Libri, "3 Il Bacio Rubato" di Klaus Zambiasi alla conquista del pubblico tedesco
Il mondo incantevole e appassionato di “3 Il Bacio Rubato” di Klaus Zambiasi (Youcanprint, 2023) varca i confini nazionali con l’uscita della traduzione in tedesco. Dopo il successo del suo precedente romanzo, “Il Sorriso della Luna,” Zambiasi, scrittore e pittore dell’Alto Adige con esperienze a Bratislava e Vienna, dimostra ancora una volta la sua abilità nell’intrecciare narrativa e arte. E ci…
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oubliettederien · 8 months
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“Nel 1980 sono andato in una valigeria a Beverly Hills, in California. Il negozio apparteneva a Leopold Pfefferberg, sopravvissuto grazie a Schindler. Ed è stato proprio accanto a quegli scaffali di articoli di cuoio che ho sentito parlare per la prima volta di Oskar Schindler, il bon vivant tedesco, speculatore, tombeur de femmes, personaggio contraddittorio, e del salvataggio che quest’uomo ha operato a favore di una razza condannata.” ‒ Thomas Keneally
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agrpress-blog · 10 months
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Il Direttivo della “Fondazione Levi Pelloni”, riunito a Roma sotto la presidenza di Felice Vinci, ha annunciato i nomi degli autori finalisti della XIV edizione del Premio “FiuggiStoria” 2023. I libri selezionati sono stati segnalati dai vincitori le edizioni precedenti, dalle case editrici e dal Comitato di lettura composto dagli “Amici del FiuggiStoria”. Finalisti per la “Saggistica”: Roberto Colozza: “L'affaire 7 aprile” (Einaudi); Eugenio Di Rienzo: “D'Annunzio diplomatico e l'impresa di Fiume” (Rubbettino); Emanuele Ertola: “Il colonialismo degli italiani. Storia di una ideologia” (Carocci editore); Emma Fattorini: “Achille Silvestrini. La diplomazia della speranza” (Morcelliana); Matteo Petrelli e Francesco Fusi: “Soldati e patrie” (Il Mulino); Pier Giorgio Zunino: “Gadda, Montale e il fascismo” (Editori Laterza) Per le “Biografie”: Paolo D’Angelo: “Benedetto Croce. Gli anni 1866-1918” (Il Mulino); Emanuele Di Muro: “Randolfo Pacciardi. Il sogno di una Nuova repubblica italiana” (Efesto); Luigi Giorgi: “Giuseppe Dossetti. La politica come missione” (Carocci editore); Gennaro Sangiuliano: “Giuseppe Prezzolini. L'anarchico conservatore” (Mondadori); Maurizio Sessa: “Edda. Sangue di famiglia” (Edizioni Medicea); Antonio Tedesco “Vittoria Nenni. N.31635 di Auschwitz” (Arcadia Edizioni). Per il “Romanzo Storico”: Ritanna Armeni: “Il secondo piano” (Ponte alle Grazie); Manuela Faccon: “Vicolo Sant'Andrea 9” (Feltrinelli); Valentina Gasparotto: “Diva d'acciaio” (Gaspari Editore); Eleonora Mazzoni: “Il cuore è un guazzabuglio. Vita e capolavoro del rivoluzionario Manzoni” (Einaudi); Michela Monferrini: “Dalla parte di Alba” (Ponte alle Grazie); Gaetano Petraglia: “La matta di piazza Giudia” (Giuntina). Per “Diari, Epistolari & Memorie”: Alessandro Carlini: “Nome in codice Renata” (Utet); Caterina Cardona: “Un matrimonio epistolare” (Sellerio); Vittoriano Esposito e Darina Silone: “Il Silone per cui combatto. Lettere 1999-2002” (Ianieri Edizioni); Mara Fazio: “Dal giardino all'Inferno. Lettere di una nonna ebrea dalla Germania” (Bollati Boringhieri); Nico Pirozzi: “Italiani imperfetti. Storie ritrovate di una famiglia di ebrei napoletani” (Memoriae Museo della Shoah); Catia Sonetti: “Attraverso il tempo con le parole” (Il Mulino). Per “Uomini & Storie”: Bruno Cianci: “Una lanterna nel buio. Florence Nightingale la prima infermiera” (Laterza); Eliana Di Caro: “Magistrate finalmente. Le prime giudici d'Italia” (Il Mulino); Sandro Gerbi: “Il selvaggio dell'Orinoco. Sulle orme del padre” (Ulrico Hoepli Editore); Sergio Tazzer: “Milada e le altre” (Kellermann): Enrico Terrinoni: “La vita dell'altro. Svevo, Joyce: un'amicizia geniale” (Bompiani); Marco Ventura: “Il fuoruscito - Storia di Formiggini” (Piemme). La cerimonia di premiazione si terrà il 20 dicembre prossimo in Roma presso la Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto - Camera dei Deputati. Nel corso della cerimonia saranno proclamati anche i La cerimonia di premiazione si terrà il 20 dicembre prossimo in Roma presso la Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto-Camera dei Deputativincitori dei Premi “FiuggiStoriaEuropa”, “FiuggiStoriaMultimedia”, “Menzione Speciale” e “FiuggiScienza”.
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netmassimo · 10 months
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Il romanzo "Stargazer: Judgment Day" ("Stargazer: Weltenrichter") di Ivan Ertlov è stato pubblicato per la prima volta nel 2022 e tradotta in inglese dal tedesco da Marly Gram. È il quarto libro della serie After Terra e segue "Stargazer: Civil War". È inedito in Italia.
Nel Consiglio che governa il Protettorato c'è perplessità quando l'Alleanza Plachtharr ritira le sue flotte dai confini. Ciò si trasforma in panico quando l'ambasciatore Plachtharr chiede formalmente un aiuto militare. Il motivo è l'avvicinarsi di un'entità cosmica in grado di divorare tutto ciò che trova, un'entità parte degli incubi di tutte le specie senzienti, anche quando non l'hanno mai realmente vista. Gli umani la conoscono come Yog-Sothoth.
Quando vecchie inimicizie vengono messe da parte e perfino le flotte di pirati arrivano per unirsi allo scontro decisivo, la situazione sembra disperata. Tuttavia, una speranza arriva dalle antiche tecnologie che hanno prodotto l'astronave Yrsha riportando le sue armi alla loro piena potenza. Frank Gazer e il suo equipaggio sono pronti a unirsi allo scontro con la consapevolezza che stavolta il nemico è l'entità più pericolosa che abbiano mai affrontato.
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diceriadelluntore · 1 year
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Storia Di Musica #271 - New Order, Power, Corruption & Lies, 1983
4 ragazzi di Manchester fecero una promessa, una volta creata la loro band: se uno di noi fosse andato via, la band sarebbe finita. Probabilmente non pensavamo che l’abbandono di uno dei componenti fosse definitivo. L’infausto 18 Maggio 1980, Ian Curtis, cantante dei Joy Division, viene trovato morto nella sua casa al numero 77 di Barton Street a Macclesfield: suicidio. La band si scioglie in quell’esatto momento, mentre l’album testamento, finito da poco, Closer, regala al mondo l’ultima perla oscura di quella band formidabile. Bernard “Albrecht” Dicken, nome d’arte Bernard Sumner (voce e chitarra), Stephen Morris (basso e voce) e Peter Hook (batteria) cambiano subito nome, e diventano New Order. Sono passati pochi mesi, siamo nel settembre del 1980, quando esce con questa sigla Ceremony \ In A Lovely Place, scritte in precedenza come Joy Division. Ancora confusi, scelgono una tastierista, Gillian Gilbert, e registrano un nuovo singolo, Everything’s Gone Green, che anticipa il primo disco, Movement. Legati a doppio filo all’esperienza precedente, con Sumner che cerca invano di somigliare a Curtis nel canto, idee lasciate allora e riprese con confusione, l’ancora irrisolto problema della presenza-assenza del cantante, decisamente imponente. Eppure il seme viene già gettato: seguendo i nuovi ritmi elettronici, diffusi anche dalla loro leggendaria etichetta, la Factory, che non era solo una casa editrice musicale, ma una comune artistica che segnerà l’estetica britannica e non solo, decidono di virare sui suoni dance, e Dreams Never End, Truth e Denial segnano la strada. Visto l’insperato interesse, dovuto anche all’emozione dei reduci, la Factory piazza subito una antologia di singoli, e c’è più tempo e idee da sviluppare per il secondo disco. Che arriva nel 1983, fresco e originale, spazzando via l’idea che i New Order fossero i fratelli poveri dei Joy Division. È un disco dove il basso di Hook è il gancio (proprio il caso di dirlo) con la ritmica meccanica e oscura dei Joy Division, profetizzata dal loro produttore Martin Hannet, che però si apre a riff ariosi, al canto “naturale” e non più scimmiottato di Sumner, alla batteria che si divide con la drum machine, al tappeto delle tastiere della Gilbert. Nasce un suono che farà scuola, e che segnerà la new wave. Power, Corruption & Lies sono tre parole che Gerhard Richter, un artista tedesco, scrive a bomboletta fuori da una mostra a Colonia nel 1981 come atto di vandalismo. Inizia con l’aria scanzonata e fresca di Age Of Consent, primo grande brano del gruppo, una cavalcata leggera di chitarra e voce, sorprendente. La canzone finisce così: Do you find this happens all the time\Crucial point one day becomes a crime\And I'm not the kind that likes to tell you\Just what I want to do\I'm not the kind that needs to tell you\I've lost you, I've lost you, I've lost you, I've lost you. Il gruppo sperimenta la disco (The Village), le lunghe introduzioni (We All Stand), sperimenta anche nella lunga 5 8 6, intricata e manifesto del synth pop. Altre canzoni meravigliano: Your Silent Face, con arrangiamento orchestrale, verrà citata persino da Bret Easton Ellis nel suo famoso romanzo Le Regole Dell’Attrazione (che è del 1987). Ecstasy è il lato chimico della Manchester del periodo, capitale indiretta della diffusione dell’Mdma come droga delle discoteche. Ultraviolence e soprattutto Leave Me Alone, magnifico strumentale, senza macchina ma fatta solo “dagli uomini”, sono il sigillo di un disco che attraversa il dolore con la passione dei Kraftwerk innestata sull’oscura magia del suono Joy Division, che rimarrà sempre nel loro animo. Il disco passa alla storia anche per la leggendaria copertina, opera di un grande artista e animatore della Factory, Peter Saville (che è l’autore dei quelle eccezionali dei Joy Division). Saville trova per caso una cartolina della National Gallery, che rappresenta una natura morta floreale, A Basket of Roses, opera del pittore francese Henri Fantin-Latour del 1890. Di lui, in un passaggio de Alla Ricerca Del Tempo Perduto, dirà Marcel Proust: “‘Molte mani di giovani donne sarebbero incapaci di fare ciò che ho visto là’ disse il principe indicando gli acquerelli iniziati da Madame de Villeparisis. E le chiese se aveva visto il quadro di fiori di Fantin-Latour esposto alla recente mostra”. Saville dirà sempre che “I fiori suggerivano come potere, corruzione e menzogne si infiltrano nelle nostre vite. Sono seducenti” e sceglie il quadro per la copertina. Ci aggiunge un tocco dadaista: nell’angolo in alto a destra ci sono una serie di quadratini colorati, sequenza che si può decifrare grazie a una ruota cromatica messa sul retro della copertina. Una volta risolto, il codice cromatico restituisce la scritta “FACT 75”, cioè la 75esima release di Factory Records. I New Order continueranno a suonare, e Low-Life del 1985 saluta il post punk e con Subculture e The Perfect Kiss aprono la strada al technopop. Rimangono una band che ha saputo saltare l’ostacolo, un ostacolo gigantesco, sulla cui lapide c’è scritto il suo verso più famoso: L’amore ci farà pezzi.
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lamilanomagazine · 11 months
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Campobasso: la memoria come turbamento, Paolo Di Paolo incontra il pubblico di Ti racconto un libro.
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Campobasso: la memoria come turbamento, Paolo Di Paolo incontra il pubblico di Ti racconto un libro. Una passeggiata lungo le rive di un grande lago, i ricordi che riaffiorano, la memoria da ricucire. Nomi, volti, vite solo apparentemente dimenticati che riemergono sullo specchio d’acqua che accorcia la distanza tra il presente e il passato. Nel suo Romanzo senza umani, edito da Feltrinelli, Paolo Di Paolo interroga i disastri climatici delle nostre singole vite. Gli anni senza estate, i desideri furiosi come acquazzoni tropicali, le secche della speranza, il gelo che intorpidisce e nasconde. E poi il disgelo, che finalmente riporta alla luce. Prossimo ospite di Ti racconto un libro 2023, il laboratorio permanente sulla lettura e sulla narrazione promosso e realizzato dal Comune di Campobasso e dall’Unione Lettori Italiani, con la direzione artistica e organizzativa di Brunella Santoli e il patrocinio della Provincia di Campobasso, Di Paolo affronta un tema poco esplorato: la memoria è turbamento. C’è chi ricorda troppo, chi ricorda meno, chi non percepisce lo scorrere del tempo. Siamo tutti congelati fra versioni sconnesse del passato. Non è facile leggere la vita mentre accade. In questo romanzo gli umani sono a fuoco più che mai. Come Mauro Barbi, storico di professione, che cerca di aggiustare i ricordi degli altri – le persone che ama e ha amato – proponendo la sua versione dei fatti. Cerca di costruire una “memoria condivisa” che lo riguarda. Ma che impresa è? Forse c’entra una Piccola era glaciale privata, un processo di raffreddamento che ha spopolato la sua esistenza. Dove sono Fiore, Arno, il vecchio Cardolini, Meri, la Ragazza belga di Madrid? Dov’è Anna? Dove sono tutti? Forse il lago a cui ha dedicato anni di studio può dargli le risposte che cerca. Vede, anzi immagina, l’immensa lastra di ghiaccio che lo copriva da sponda a sponda quattro secoli e mezzo prima. Il sole pallido su una catasta di uccelli morti. Un lunghissimo inverno che travolse l’Europa con i suoi venti polari, le grandinate furiose, le inondazioni. Una remota stagione estrema che faceva battere i denti, perdere la speranza, impazzire. Come se ne uscì? Come se ne esce? Le immagini del passato ci ingannano sempre. Barbi prova a rientrare nel presente, con tutta l’ansia e la fatica che richiedono i gesti semplici. Uno in particolare potrebbe cambiare tutto. L’incontro con l’autore è in programma lunedì 6 novembre, alle ore 18.30 nel Circolo Sannitico di Campobasso. Con lui dialogherà lo scrittore Paolo Massari. Nella mattina di lunedì 6 novembre, Paolo Di Paolo incontrerà gli alunni delle scuole medie di Campobasso per parlare del suo libro Trovati un lavoro e poi fai lo scrittore, edito Rizzoli, divertente storia di una passione che sfida i pregiudizi e anche il buonsenso. All’incontro parteciperà Stefania di Mella, editor del libro. Venerdì 17 novembre, alle ore 18.30 nella Sala della Costituzione a Campobasso, Ti racconto un libro festeggerà la pubblicazione nella collana Bur di Rizzoli di Corpi estranei, il primo romanzo dello scrittore molisano Pier Paolo Giannubilo che dopo quindici anni torna nelle librerie in una nuova versione, rivista nella lingua e nella struttura e ampliata con un capitolo finale inedito. La prefazione al libro è firmata dallo scrittore Mirko Zilahy, autore di romanzi dal successo internazionale. INCONTRI CON L’AUTORE Lunedì 6 novembre ore 18.30– Circolo Sannitico – Campobasso ROMANZO SENZA UMANI- Ed. Feltrinelli, incontro con PAOLO DI PAOLO in dialogo con PAOLO MASSARI Un uomo cammina lungo le rive di un grande lago tedesco. È partito all’improvviso, dopo avere provocato una serie di “incidenti emotivi”, come lui stesso li definisce. È ripiombato nella vita di persone che non vedeva da tempo. Ha risposto a email rimaste lì per quindici anni, facendo domande fuori luogo. Ha provato a riannodare fili spezzati. Mauro Barbi, storico di professione, cerca di aggiustare i ricordi degli altri – le persone che ama e ha amato – proponendo la sua versione dei fatti. Cerca di costruire una “memoria condivisa” che lo riguarda. Ma che impresa è? Forse c’entra una Piccola era glaciale privata, un processo di raffreddamento che ha spopolato la sua esistenza. Dove sono Fiore, Arno, il vecchio Cardolini, Meri, la Ragazza belga di Madrid? Dov’è Anna? Dove sono tutti? Forse il lago a cui ha dedicato anni di studio può dargli le risposte che cerca. Vede, anzi immagina, l’immensa lastra di ghiaccio che lo copriva da sponda a sponda quattro secoli e mezzo prima. Il sole pallido su una catasta di uccelli morti. Un lunghissimo inverno che travolse l’Europa con i suoi venti polari, le grandinate furiose, le inondazioni. Una remota stagione estrema che faceva battere i denti, perdere la speranza, impazzire. Come se ne uscì? Come se ne esce? Le immagini del passato ci ingannano sempre. Barbi prova a rientrare nel presente, con tutta l’ansia e la fatica che richiedono i gesti semplici. Uno in particolare potrebbe cambiare tutto. In questo suo Romanzo senza umani, dove gli umani sono a fuoco più che mai, Paolo Di Paolo interroga i disastri climatici delle nostre singole vite. Gli anni senza estate, i desideri furiosi come acquazzoni tropicali, le secche della speranza, il gelo che intorpidisce e nasconde. E poi il disgelo, che finalmente riporta alla luce. Che cosa ricordano, gli altri, di noi? “Paolo Di Paolo affronta un tema poco esplorato: la memoria è turbamento. C’è chi ricorda troppo, chi ricorda meno, chi non percepisce lo scorrere del tempo. Siamo tutti congelati fra versioni sconnesse del passato. Non è facile leggere la vita mentre accade. Un romanzo magnifico e audace.” André Aciman PAOLO DI PAOLO è nato nel 1983 a Roma. Ha pubblicato i romanzi Raccontami la notte in cui sono nato (2008), Dove eravate tutti (2011; Premio Mondello e Super Premio Vittorini), Mandami tanta vita (2013; finalista Premio Strega), Una storia quasi solo d’amore (2016), Lontano dagli occhi (2019) Premio Viareggio-Rèpaci, tutti nel catalogo Feltrinelli e tradotti in diverse lingue europee. Molti suoi libri sono nati da dialoghi: con Antonio Debenedetti, Dacia Maraini, Raffaele La Capria, Antonio Tabucchi, di cui ha curato Viaggi e altri viaggi (Feltrinelli, 2010), e Nanni Moretti. È autore di testi per bambini, fra cui La mucca volante (2014; finalista Premio Strega Ragazze e Ragazzi) e I Classici compagni di scuola (Feltrinelli, 2021), e per il teatro. Scrive per “la Repubblica” e per “L’Espresso”.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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NEVERENDING STORY - CINEMA D'ASCOLTO - FILM ALLA RADIO
La compositrice e pianista Mariangela Ungaro, saggista di CINEMA D'ASCOLTO, ha collaborato con FILM ALLA RADIO, un podcast di Marco Pieroni, raccontando i film attraverso la loro colonna sonora. E' il caso del film LA STORIA INFINITA di cui ha rifatto la canzone dei titoli di coda, "Neverending story" brano di Limahl. LA STORIA INFINITA “La storia infinita” (Die unendliche Geschichte) è un film del 1984 diretto da Wolfgang Petersen. Una produzione internazionale tra Germania Ovest, USA e UK. Ispirato al romanzo omonimo di Michael Ende, è interpretato da Noah Hathaway, Barret Oliver e Tami Stronach nella sua prima apparizione cinematografica. Il suo budget di 25 milioni di dollari ne fece il più costoso film di produzione tedesca. Il film ha avuto due seguiti, che personalmente non ritengo all’altezza del primo film, in nessun senso. Un film assolutamente unico, asciutto, pieno di simbologie. Posso asserire con certezza che tutta la generazione di bambini nati negli anni Settanta ne è rimasta piacevolmente segnata. Un film convincente anche per la recitazione di attori giovanissimi come i tre protagonisti, che non hanno avuto però la fortuna successiva che avrebbero più che meritato anche da adulti. Le musiche sono di Giorgio Moroder, classe 1940, produttore discografico, compositore e Dj italiano, celebre per la sua musica elettronica, la disco music e l’uso di sintetizzatori. Lavorò per moltissimi celebri film degli anni Ottanta, quali, ad esempio, Flashdance, Top Gun, American Gigolò. Proprio lo stesso anno del film la Storia Infinita, lavorò alla riedizione del film “Metropolis” di Lang, introducendo una nuova e moderna colonna sonora rock. La versione innescò una querelle tra cinefili, con aperte critiche e apprezzamenti: io ho apprezzato e vi rimando alla lettura del saggio dedicato al film di Lang e al confronto tra le due colonne sonore. Moroder scrisse le musiche della storia infinita insieme al sassofonista e compositore tedesco Klaus Doldinger, classe 1936. La musica è tematica, come ci aspetteremmo in un film fantasy. Ho rintracciato i seguenti temi musicali, non tanto legati a questo o quel personaggio, ma a un concetto astratto: ● Tema del destino misterioso: due terze maggiori avvicinate da un intervallo di semitono, seguite da due terze minori, avvicinate nello stesso modo. ● Tema delle quinte: orchestrale, solenne, su quinte discendenti (le quinte sono distanti un tono) separate da lanci d’arpa veloci. ● Tema del volo o dell’avventura: archi tematici, corno di sostegno, che dà quella sensazione di grande spazio aperto, ritmo sostenuto. Il tema è preceduto da archi in accordi 9-8 (con ritardo della fondamentale), ravvicinati velocemente, per dare idea di so- spensione in aria (la stessa tecnica usata per il volo di E.T.). ● Tema dell’Imperatrice: solenne, costruito su quarte ascendenti avvicinate da un tono. ● Signal di Gmork: un segnale sonoro cupo e lacerante che de- scrive il servo del potere, un felino nero gigantesco dai penetranti occhi verdi, con artigli e fauci spaventosi, un essere crudele tra lupo e pantera: archi “isterici”, accordo breve, forte, dissonante, sincro- nizzato col ruggito inquietante della belva. ● Tema della Tristezza: tema di archi tematici su tappeto di archi e sinth, con punteggiatura di organo, solenne ma molto drammatico, basato su laceranti intervalli ascendenti di sesta, come a domandare “Perché?” Ogni tema è orchestrale ma non disdegna l’uso di campioni che ne rendono il sound abbastanza simile ai brani di Vangelis. La composizione sottesa utilizza in maniera molto interessante campi armonici mai scontati e cangianti in itinere. Vi è molta coerenza compositiva tra un brano e l’altro, come si addice ai grandi maestri compositori. ...continua su CINEMA D'ASCOLTO e su RADIO CORTONA FILM ALLA RADIO. https://mariangelaungaro.wixsite.com/stardust-art-studios/cinemadascolto https://www.boomplay.com/podcasts/28764 PER ACQUISTARE L'OPERA OMNIA SUL CINEMA MONDIALE: https://www.mondadoristore.it/Cinema-d-ascolto-Mariangela-Ungaro/eai979128078682/
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