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#sono tornata insieme alla serie a
paper-ella · 10 months
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bentornataaaaa
grazieeee 🫶🏻
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personal-reporter · 1 year
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La 24 ore di Le Mans 2023
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Il Centenario della 24 ore di Le Mans, previsto per il 10 e 11 giugno, vede  la categoria regina tornare ai fasti di un tempo, con ben 16 Hypercar di 7 costruttori diversi presenti nella entry list e le due Ferrari 499P #50 e #51 che sfidano le Toyota #7 e #8 e di riportare il Cavallino Rampante sul podio della 24 ore di Le Mans. Infatti le Hyperpole del 8 giugno hanno visto qualificate, tra le Hypercar, le Ferrari #50 e #51, le Toyota #7 e #8, le Porsche #5 e #75 e le Cadillac #3 e #2. Dopo le polemiche successive agli incidenti e alle difficoltà riscontrate  nel portare in temperatura le gomme nella 6 ore di Spa è arrivata in via eccezionale la deroga per poter scaldare le coperture attraverso armadi riscaldanti nella 24 ore di Le Mans, in modo da salvaguardare la sicurezza di tutti i piloti chiamati a guidare anche di notte con temperature molto basse. Oltre alle 16 Hypercar prenderanno il via 24 LMP2 e 21 GTE, con una Nascar infiltrata dato che è tornata la wild card per le auto innovative, riservata alla Chevrolet Camaro ZL1 della nuova generazione e a condurla sarà un trio composto da Jimmie Johnson, Mike Rockenfeller e Jenson Button. Costruito nel 1965 attorno al tracciato già esistente della 24 ore, il Bugatti Grand Prix Circuit si trova a 5 km a sud della città di Le Mans e 200 km a sud-ovest di Parigi e ha ospitato il Gran Premio dalla fine degli anni Sessanta, ma un grave incidente che vide protagonista il  pilota spagnolo Alberto Puig nel 1995 lo vide cancellato dal calendario fino al 2000, dopo una serie di miglioramenti alla sicurezza. Le Mans è una pista stretta dominata dalle curve della prima marcia, basate sulla frenata in ritardo e sull’accelerazione brusca, e può ospitare comodamente fino a 100.000 spettatori. La città francese e il circuito di Le Mans sono il simbolo di sport motoristico, avendo ospitato per anni gare su due e quattro ruote ed eventi di resistenza. Di incidenti e tragedie alla 24 ore di Le Mans ce ne sono stati molti, il più famoso è sicuramente quello del 1955, dove la Mercedes-Benz 300 SLR di Pierre Levegh fini tra la folla dopo un contatto con Lance Macklin e  Levegh e 83 persone morirono, mentre altre 120 rimasero ferite. Dopo quell’episodio Mercedes decise di ritirarsi dalle corse sino al 1987 e la Svizzera  decise addirittura eventi motoristici, divieto è ancora oggi in vigore. Fino al 1969 erano solo due piloti ad alterarsi per 24 ore, dal 1970 fu introdotto il terzo pilota e all’inizio del decennio successivo ci fu il trionfo di Porsche, il primo di una lunga serie,  infatti la casa tedesca ha il record di successi della Le Mans, ben 18. Una di queste, quella del 1997, fu vinta con al volante  Tom Kristensen, nato ad Hobro ormai quasi 50 anni fa, detiene la maggior parte dei record di questa corsa, infatti ne ha vinte ben nove, di cui sei di fila. Insieme ad Emanuele Pirro, ma soprattutto con l’amico Dindo Capello, Kristensen ha stabilito record su record, trionfando per l’ultima volta nel 2013, dove vinse anche il neonato mondiale WEC. Furono ben sette i successi con la casa dei Quattro Anelli, gli altri due erano con Porsche e con Bentley, tutti marchi parte del Gruppo Volkswagen. A fine 2014 Tom decise di chiudere la carriera, dopo aver vinto 58 gare ed essere salito sul podio ben 145 volte su 349 corse disputate in carriera. Il secondo grande vincitore di Le Mans è il leggendario Jacky Ickx, che ne ha portate a casa ben 6. Read the full article
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emz26 · 2 years
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Quarta tappa “Di come partimmo ed arrivammo asciutti”
Sto girellando per i corridoi di un albergo di Milano, è un albergo di nicchia, per pochi, il proprietario è una sorta di collezionista, colleziona vip, li fa vivere dentro il suo albergo in forma gratuita, non richiede soldi o intrattenimento di nessun tipo, il model business della cosa mi sfugge, ma in qualche modo il maitre mi sta accompagnando alla mia stanza, quarto piano, è il piano dei comici, ci è concesso arredare la camera e lo spazio di corridoio adiacente alla porta d’ingresso, camminando per i lunghi corridoi di moquette marrone incontro alcuni personaggi famosi, Pintus, Brignano e sento la voce di Salvi “ c’è da spostare una macchina ”, li vedo entrare nelle loro rispettive camere e all’esterno fanno bella esposizione le loro iscrizioni ai vari Rotary club del mondo alle associazioni filantropiche e addirittura c’è chi espone le sue foto mentre pianta alberi sulla salaria, i comici sono persone serie, ma anche io ho il mio bel quadro tra le braccia e non vedo l’ora di esporlo, percorriamo un lungo ed un po’ poco illuminato corridoio ( sono l’ultimo arrivato non posso pretendere la stanza migliore) un chiodo è già ben piantato sul muro di fronte alla mia porta, organizzatissimi, appendo il quadro e mi allontano di un paio di passi per ammirarlo al meglio, il maitre emette uno strano grugnito, si allontana sbuffando, non deve aver apprezzato più di tanto, il quadro rappresenta lo sceicco All Bin Salam, che poi sarei io vestito da arabo con cocktail e occhiali da sole, sorrido nel quadro, ho l’aria del vincente, come era quella storia dell’essere seri?
Apro gli occhi, la bimba dorme accanto a me, le scatto una foto, sento come il riverbero di un eco nella mia testa “è un diesel” “è un diesel” ”è un diesel”...”BOH!”
Piove a dirotto e dobbiamo partire per Parma, 150 km sotto la pioggia, due ore, le previsioni dicono che dovrebbe smettere nel primo pomeriggio e quindi rimaniamo nella hall dell’albergo, beviamo caffè, mangiamo paste, ci intratteniamo con gli altri ospiti e nessuno vuole partire, noi non vogliamo partire, ma ci tocca, ci tocca partire sotto il diluvio, due secondi sulla moto e siamo zuppi, ma alla fine si viaggia bene, siamo coperti, abbiamo i nostri impermeabili, le gomme tengono bene e alla fine non è cosi male viaggiare, mi chiedo come stia la signorina alle mie spalle, come la starà prendendo? con rassegnazione? Sara incazzata? Con un gesto della mano le chiedo se sia tutto ok, e lei risponde con il gesto più bello che abbia mai visto in vita mia, un piccolo gesto che sembra portare un raggio di sole in quella buia giornata, vedo apparire dalle mie spalle il suo piccolo pugno corazzato dai guanti da moto, guanti racing ,neri e cattivi, guanti corazzati ma comunque con un pizzico di femminilità data dalle rifiniture viola, da dietro le falangi vedo apparire il pollice rivolto in alto, la vedo sorridere dentro il casco, la mia piccola bambina allegra è tornata, sono felice, continuerò a pensare a quel piccolo gesto per i giorni seguenti ed anche adesso che scrivo quell’immagine è chiara è raggiante dentro di me.
Il viaggio continua sotto la pioggia, Gianna di tanto in tanto mi aggiusta il retro del k-way, non vuole farmi bagnare più del necessario, sono quelle piccole cure che fanno la differenza, nel frattempo gioco con le gocce d’acqua che scorrono sulla visiera, muovo leggermente il casco per guidarne la corsa, le ammiro scorrere veloci sulla visiera, è il mio modo per godermi la pioggia e per salutare in qualche modo il mio casco, è l’ultimo viaggio che facciamo insieme, al ritorno ne comprerò uno nuovo, addio compagno, giusto il tempo di riflettere sulla cosa che il cielo si apre, finalmente il sole, abbiamo voglia di un caffè, ma siamo lungo una strada senza fine, sulla destra scorgo un campanile con sotto un piccolo gregge di case, mi da l’idea di un paese abbandonato ma tentare non nuoce, esco dallo stradone e mi addentro nel paese e la prima cosa che vedo è un negozio di arredamento, mi chiedo “arredamento per chi?” se tutto è abbandonato, sotto la chiesa c’è un bar dove bivacchiamo , pasta, caffè, un’oretta di chiacchiere con i due avventori del bar, parliamo di vino e di quello che c’è da vedere a Parma, di cibo, di cose belle, dobbiamo ripartire, il caldo e la strada ci asciugano i vestiti.
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princessofmistake · 1 month
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Ora so cos’è la solitudine, credo. Perlomeno la solitudine passeggera. Nasce da un punto indefinito dell’io: come una malattia del sangue che si diffonde in tutto il corpo sicché non si può localizzare il focolaio, l’origine del contagio. Sono tornata nella mia camera a Haven House dopo le vacanze del Ringraziamento. Nostalgia è il nome che gli altri danno al malessere che ora mi domina. Sono sola in camera mia, sospesa tra due mondi. Al pianterreno ci sono le poche ragazze già rientrate: nessuna matricola, nessuna che io conosca bene. Posso scendere con la scusa di scrivere delle lettere, ma non voglio, non ancora. No, voglio evitare di sfuggire a me stessa perdendomi in chiacchiere artificiose: 'Come sono andate le vacanze?' 'Benissimo. E le tue?' Me ne starò qui e cercherò di neutralizzare la tristezza. Non riesco quasi a ricordare questi quattro giorni di vacanza: un vago senso di casa, ancor più incerto di quando sono partita, le macchie sulla carta da parati gialla ormai scurita ancora più visibili; la mia vecchia stanza, adesso non più veramente mia senza tutti i miei oggetti; mi devo rassegnare all’idea nuda e cruda che, pur con tutto l’entusiasmo possibile, pur con la convinzione che il carattere sia il destino, niente è reale, passato o futuro, quando sei sola in camera tua, sola con il ticchettio dell’orologio che rimbomba nello scintillio falsamente allegro della luce elettrica. E se non hai né passato né futuro, che a ben vedere costituiscono il presente, allora puoi benissimo sbarazzarti del guscio vuoto del presente e suicidarti. Ma la fredda, razionale materia grigia che ho nel cranio e che ripete a pappagallo 'penso, dunque sono' mi sussurra che ci sono sempre un’alternativa, un miglioramento, una nuova svolta. Così aspetto. A cosa serve un certo fascino? A garantirsi una sicurezza temporanea? A cosa serve il cervello? Semplicemente a dire: 'Ho visto, ho compreso'? Oh, si, mi odio perchè non sono scesa di sotto senza tante storie a cercare conforto in mezzo alle altre. Mi odio perchè me ne sto qui seduta a lacerarmi per non so nemmeno io che cosa dentro di me. Me ne sto qui, fascio di ricordi del passato e di sogni futuri racchiuso in un fascio di carne passabile. Ricordo quello che questa carne ha vissuto; sogno quello che potrà ancora vivere. Annoto qui il funzionamento dei nervi ottici, delle papille gustative, delle percezioni sensorie. E penso: non sono che un'altra goccia nel grande mare della materia, ben definita, con la capacità di realizzare la mia esistenza. Come milioni di altre, alla nascita anch'io in potenza ero tutto. Come le altre, anch'io sono stata ostacolata, soffocata, alterata dall'ambiente, dalle tare ereditarie. Anch’io troverò una serie di ideali, di modelli di vita, però l’intima soddisfazione di questa scoperta sarà rovinata dal fatto di aver raggiunto lo stadio estremo di una vita scialba, bidimensionale - una collezione di valori. Senza dubbio domani, quando m'immergerò di nuovo nelle lezioni, nella necessità di studiare per gli esami, questa solitudine si affievolirà, diminuirà. Ma per il momento non sento l'obbligo di quell'inutile obiettivo e giro a folle nel vuoto temporale. A casa mi sono riposata, divertita; qui, dove lavoro, la routine è momentaneamente sospesa e io mi sento perduta. In questo istante, sulla terra non c’è un solo essere vivente all’infuori di me. Posso percorrere tutto il college e le aule vuote come sbadigli mi si faranno intorno beffarde. Dio, la vita non è proprio altro che solitudine, malgrado tutti gli oppiacei, malgrado la stridula, posticcia allegria delle 'feste' senza scopo, malgrado il sorriso falso che tutti indossiamo. E quando infine trovi qualcuno in cui senti di poter riversare la tua anima, ti blocchi di colpo davanti alle tue stesse parole - le hai tenute dentro così a lungo, contratte nel buio, che sono ormai sbiadite, brutte, banali e fiacche. Sì, c’è l’allegria, l’autorealizzazione, lo stare insieme: ma la solitudine dell’anima, nella sua spaventosa autoconsapevolezza, è insopportabile, soverchiante.
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orbiscomunication · 2 months
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Elezioni amministrative di Gricignano 2024: è Gianluca di Luise il candidato a sindaco della coalizione ‘Progetto Gricignano’ e ‘Gricignano in Movimento’
GRICIGNANO DI AVERSA. Nella mattinata di giovedì 18 aprile, i gruppi politici ‘Progetto Gricignano’ e ‘Gricignano in Movimento’ hanno annunciato di aver raggiunto non solo una intesa politica programmatica sulle linee guida da seguire per il bene comune, ma anche quella, di fondamentale importanza, relativa all’individuazione della figura che dovrà ricoprire la carica di candidato a Sindaco della coalizione, in occasione della prossima tornata elettorale.
“È una scelta di elevato profilo politico ed amministrativo giunta al termine di un ampio confronto tra gli esponenti dei circoli politici e le espressioni migliori della società civile. Il dottore Gianluca di Luise - si legge nella nota -, stimato professionista nonché attuale consigliere comunale, è il candidato Sindaco giusto per guidare una coalizione vincente capace di assicurare il buon governo di Gricignano per gli anni a venire”. La riflessione ed il confronto, che hanno portato all’unanime scelta di Gianluca di Luise, hanno fatto emergere una grande passione civile e politica riconosciuta da tante donne e tanti uomini che saranno protagonisti di una campagna elettorale ricca di entusiasmo, mobilitazione e partecipazione”.
“Esprimo profonda gratitudine alla coalizione politica che mi ha indicato come candidato sindaco di Gricignano di Aversa – ha commentato il commercialista all’esito di una serie di incontri tenutisi nel suo studio  – . Ringrazio di cuore ed accetto con commozione un’indicazione che ritengo un grande onore e che mi riempie di gioia. Sono consapevole, fermo e determinato nell’affermare che svolgere al meglio il ruolo a cui ambisco, richiede un profondo impegno che condizionerà, in maniera alienante, il mio futuro al servizio della comunità”.
A sostegno di tale candidatura spiccano i nomi di importanti figure legate alla scena politica del paese e alla società civile, che ricopriranno il ruolo di aspiranti candidati a consigliere e che verranno presentati nei prossimi giorni negli incontri pubblici.  In tale occasione, insieme alla presentazione del simbolo, si riceveranno le istanze dei cittadini necessarie a rendere più partecipativo possibile  il  programma elettorale futuro.
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notizieoggi2023 · 3 months
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"Questa è la mia vocina". Dopo 48 ore Chiara Ferragni rompe il silenzio sui social Dopo alcuni giorni di silenzio, a causa dei i quali i suoi fan più accaniti avevano iniziato a preoccuparsi e a domandarsi che fine avesse fatto, Chiara Ferragni è tornata sui social network per spiegare i motivi per cui è stata costretta a rinunciare a postare con la sua solita frequenza. Di sicuro nell'ultimo periodo l'influencer è stata particolarmente impegnata nell'organizzare la festa di compleanno del suo primogenito Leone, che ha compiuto sei anni festeggiando insieme a compagni di classe e amici. Un "party a tema" ispirato a Sonic, protagonista della fortunata serie di videogiochi prodotta da Sega, documentato dall'imprenditrice cremonese con una serie di scatti sui suoi profili social. "Auguri all’amore della mia vita che oggi compie sei anni", ha scritto sul post la Ferragni."Ricordo ancora la prima volta che ti ho visto e tenuto tra le mie braccia: penso che quello sia stato il momento più magico della mia vita. Grazie di avermi reso una mamma, la tua mamma per sempre", ha concluso. Ma quel messaggio ha lasciato l'amaro in bocca alle ammiratrici dell'influencer, che si sono dette sconfortate per il fatto che per la prima volta nella vita del bambino non ci sia uno scatto di famiglia come accaduto fino allo scorso anno ma due foto distinte pubblicate sui rispettivi social da Fedez e Ferragni. Non è stato, tuttavia, questo il motivo a creare più agitazione tra i fan dell'imprenditrice, quanto il fatto che per qualche giorno non abbia più postato alcuna storia su Instagram. L'attesa è finita nella giornata di oggi, quando l'influencer ha esaudito il desiderio dei suoi followers più sfegatati riapparendo in video. Seduta sui sedili posteriori di un'autovettura e sorridente, la Ferragni ha parlato a tutti i fan proprio con una storia caricata sul celebre social targato Meta."Ciao ragazzi, è da due giorni che non parlo nelle storie perché questa è la mia voce", spiega l'imprenditrice cremonese, raccontando il perché di quel tono. "Mi sono presa un mega raffreddore e basta, questa è la mia vocina soave", aggiunge, postando anche l'emoticon con le risate a lacrime. Pare, quindi di poter cogliere un attimo di distensione nella Ferragni, almeno fino al momento in cui Fedez non vuoterà il sacco, stando a quanto da lui stesso annunciato, nel corso di un'intervista concessa a "Belve" che andrà in onda il prossimo 2 aprile. Un evento che ha agitato la Ferragni e il suo entourage, dato che pare che l'influencer abbia intimato al cantante di non rivelare dettagli sul loro matrimonio e sulla questione relativa alla presunta separazione.
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tarditardi · 8 months
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Leti Dafne sul palco del Premio Tenco con Jaywork Music Group il 21 ottobre 
Il Premio Tenco, senz'altro la più importante manifestazione italiana per quel che riguarda la musica d'autore, torna in scena al Teatro Ariston di Sanremo dal 19 al 21 ottobre. Tra gli artisti sul palco, insieme a star del nostro panorama musicale come Alice, Angelo Branduardi, Carmen Consoli e Vinicio Capossela, c'è anche Letizia Sperzaga, in arte Leti Dafne, che è stata per 20 anni cantante lirica, e che oggi esplora territori musicali molto diversi tra loro. Ad esempio, l'hip hop: con ED Music, una delle label di Jaywork Music Group ha pubblicato "Sono Tornata". Per il gruppo discografico ed editoriale guidato da Luca Peruzzi e Luca Facchini è un risultato importante, che testimonia come Jaywork pubblichi musica di ogni genere, puntando sempre sulla qualità.
In particolare, Leti Dafne si esibisce sabato 21 ottobre, proprio con Vinicio Capossela, Flavio Giurato, Tosca e Tom Tzè. L'artista è stata selezionata grazie a Tenco Ascolta, una serie di live organizzati dal Club Tenco in giro per l'Italia durante i quali vengono selezionati i cantautori ritenuti più interessanti. Nata a Cremona nel 1974, Leti Dafne è diplomata in canto lirico presso il Conservatorio "A. Boito" di Parma, e laureata presso l'Istituto di Alta Formazione Artistica a Parma. Ha frequentato l'Accademia di Arte Scenica per cantanti lirici a Modena. Ha insegnato canto lirico e leggero in numerose scuole e accademie musicali.  È anche autrice teatrale, e ha vinto numerosi premi letterari.  
Nonostante la formazione classica è sempre stata molto aperta alle novità e alla sperimentazione.  Ha sempre amato il rap fin da ragazzina, sentendosi costretta quasi a vergognarsene, perché gli ambienti musicali e culturali che frequentava snobbavano un po' questo genere.  A un certo punto però, pur amando molto l'Opera lirica, ha sentito l'esigenza di creare qualcosa di nuovo, qualcosa di originale, che "svecchiasse" la Lirica pur nel rispetto della tradizione.  Dal 2015 scrive canzoni sue.  Si può dire che sia l'unica musicista al mondo a mischiare due generi molto lontani: il rap e la lirica. È convinta che attraverso il rap e la buona metrica si possa veicolare qualsiasi tipo di messaggio: anche sociale, politico e culturale.
Leti Dafne, attraverso l'irriverenza del rap ma anche con la drammaticità della lirica, tocca i temi più disparati. Dai temi più sociali come l'omofobia e la violenza di genere, a quelli più personali e privati. Di fondo però nei suoi testi viene raccontato spesso l'amore per l'Arte, per la Cultura e per la Musica, perché in una società folle come la nostra, la Bellezza può essere davvero una via di rinascita e conoscenza di sé.  Nel 2017 esce il primo videoclip esperimento: "RIP Callas", una canzone ironica sul mondo dell'Opera. Nel 2018 esce il primo EP "Perle ai porci" (dando vita alla collaborazione con il producer e arrangiatore Egiuann con cui tuttora collabora). Leti Dafne attualmente collabora con le etichette ED Music e Jaywork. Da luglio 2023 collabora con Mattia Mugnai, violinista e amico storico, con cui ha sempre condiviso passioni come filosofia, kabbalah, spiritualità, mentalità finanziaria e molto altro. Una collaborazione che è iniziata per gioco e totalmente in amicizia, ma che si è rivelata invece un perfetto sostegno professionale, soprattutto per le performance dal vivo.
Leti Dafne - Sono Tornata (ED Music / Jaywork Music Group)
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djs-party-edm-italia · 8 months
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Leti Dafne sul palco del Premio Tenco con Jaywork Music Group il 21 ottobre 
Il Premio Tenco, senz'altro la più importante manifestazione italiana per quel che riguarda la musica d'autore, torna in scena al Teatro Ariston di Sanremo dal 19 al 21 ottobre. Tra gli artisti sul palco, insieme a star del nostro panorama musicale come Alice, Angelo Branduardi, Carmen Consoli e Vinicio Capossela, c'è anche Letizia Sperzaga, in arte Leti Dafne, che è stata per 20 anni cantante lirica, e che oggi esplora territori musicali molto diversi tra loro. Ad esempio, l'hip hop: con ED Music, una delle label di Jaywork Music Group ha pubblicato "Sono Tornata". Per il gruppo discografico ed editoriale guidato da Luca Peruzzi e Luca Facchini è un risultato importante, che testimonia come Jaywork pubblichi musica di ogni genere, puntando sempre sulla qualità.
In particolare, Leti Dafne si esibisce sabato 21 ottobre, proprio con Vinicio Capossela, Flavio Giurato, Tosca e Tom Tzè. L'artista è stata selezionata grazie a Tenco Ascolta, una serie di live organizzati dal Club Tenco in giro per l'Italia durante i quali vengono selezionati i cantautori ritenuti più interessanti. Nata a Cremona nel 1974, Leti Dafne è diplomata in canto lirico presso il Conservatorio "A. Boito" di Parma, e laureata presso l'Istituto di Alta Formazione Artistica a Parma. Ha frequentato l'Accademia di Arte Scenica per cantanti lirici a Modena. Ha insegnato canto lirico e leggero in numerose scuole e accademie musicali.  È anche autrice teatrale, e ha vinto numerosi premi letterari.  
Nonostante la formazione classica è sempre stata molto aperta alle novità e alla sperimentazione.  Ha sempre amato il rap fin da ragazzina, sentendosi costretta quasi a vergognarsene, perché gli ambienti musicali e culturali che frequentava snobbavano un po' questo genere.  A un certo punto però, pur amando molto l'Opera lirica, ha sentito l'esigenza di creare qualcosa di nuovo, qualcosa di originale, che "svecchiasse" la Lirica pur nel rispetto della tradizione.  Dal 2015 scrive canzoni sue.  Si può dire che sia l'unica musicista al mondo a mischiare due generi molto lontani: il rap e la lirica. È convinta che attraverso il rap e la buona metrica si possa veicolare qualsiasi tipo di messaggio: anche sociale, politico e culturale.
Leti Dafne, attraverso l'irriverenza del rap ma anche con la drammaticità della lirica, tocca i temi più disparati. Dai temi più sociali come l'omofobia e la violenza di genere, a quelli più personali e privati. Di fondo però nei suoi testi viene raccontato spesso l'amore per l'Arte, per la Cultura e per la Musica, perché in una società folle come la nostra, la Bellezza può essere davvero una via di rinascita e conoscenza di sé.  Nel 2017 esce il primo videoclip esperimento: "RIP Callas", una canzone ironica sul mondo dell'Opera. Nel 2018 esce il primo EP "Perle ai porci" (dando vita alla collaborazione con il producer e arrangiatore Egiuann con cui tuttora collabora). Leti Dafne attualmente collabora con le etichette ED Music e Jaywork. Da luglio 2023 collabora con Mattia Mugnai, violinista e amico storico, con cui ha sempre condiviso passioni come filosofia, kabbalah, spiritualità, mentalità finanziaria e molto altro. Una collaborazione che è iniziata per gioco e totalmente in amicizia, ma che si è rivelata invece un perfetto sostegno professionale, soprattutto per le performance dal vivo.
Leti Dafne - Sono Tornata (ED Music / Jaywork Music Group)
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sounds-right · 8 months
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Leti Dafne sul palco del Premio Tenco con Jaywork Music Group il 21 ottobre 
Il Premio Tenco, senz'altro la più importante manifestazione italiana per quel che riguarda la musica d'autore, torna in scena al Teatro Ariston di Sanremo dal 19 al 21 ottobre. Tra gli artisti sul palco, insieme a star del nostro panorama musicale come Alice, Angelo Branduardi, Carmen Consoli e Vinicio Capossela, c'è anche Letizia Sperzaga, in arte Leti Dafne, che è stata per 20 anni cantante lirica, e che oggi esplora territori musicali molto diversi tra loro. Ad esempio, l'hip hop: con ED Music, una delle label di Jaywork Music Group ha pubblicato "Sono Tornata". Per il gruppo discografico ed editoriale guidato da Luca Peruzzi e Luca Facchini è un risultato importante, che testimonia come Jaywork pubblichi musica di ogni genere, puntando sempre sulla qualità.
In particolare, Leti Dafne si esibisce sabato 21 ottobre, proprio con Vinicio Capossela, Flavio Giurato, Tosca e Tom Tzè. L'artista è stata selezionata grazie a Tenco Ascolta, una serie di live organizzati dal Club Tenco in giro per l'Italia durante i quali vengono selezionati i cantautori ritenuti più interessanti. Nata a Cremona nel 1974, Leti Dafne è diplomata in canto lirico presso il Conservatorio "A. Boito" di Parma, e laureata presso l'Istituto di Alta Formazione Artistica a Parma. Ha frequentato l'Accademia di Arte Scenica per cantanti lirici a Modena. Ha insegnato canto lirico e leggero in numerose scuole e accademie musicali.  È anche autrice teatrale, e ha vinto numerosi premi letterari.  
Nonostante la formazione classica è sempre stata molto aperta alle novità e alla sperimentazione.  Ha sempre amato il rap fin da ragazzina, sentendosi costretta quasi a vergognarsene, perché gli ambienti musicali e culturali che frequentava snobbavano un po' questo genere.  A un certo punto però, pur amando molto l'Opera lirica, ha sentito l'esigenza di creare qualcosa di nuovo, qualcosa di originale, che "svecchiasse" la Lirica pur nel rispetto della tradizione.  Dal 2015 scrive canzoni sue.  Si può dire che sia l'unica musicista al mondo a mischiare due generi molto lontani: il rap e la lirica. È convinta che attraverso il rap e la buona metrica si possa veicolare qualsiasi tipo di messaggio: anche sociale, politico e culturale.
Leti Dafne, attraverso l'irriverenza del rap ma anche con la drammaticità della lirica, tocca i temi più disparati. Dai temi più sociali come l'omofobia e la violenza di genere, a quelli più personali e privati. Di fondo però nei suoi testi viene raccontato spesso l'amore per l'Arte, per la Cultura e per la Musica, perché in una società folle come la nostra, la Bellezza può essere davvero una via di rinascita e conoscenza di sé.  Nel 2017 esce il primo videoclip esperimento: "RIP Callas", una canzone ironica sul mondo dell'Opera. Nel 2018 esce il primo EP "Perle ai porci" (dando vita alla collaborazione con il producer e arrangiatore Egiuann con cui tuttora collabora). Leti Dafne attualmente collabora con le etichette ED Music e Jaywork. Da luglio 2023 collabora con Mattia Mugnai, violinista e amico storico, con cui ha sempre condiviso passioni come filosofia, kabbalah, spiritualità, mentalità finanziaria e molto altro. Una collaborazione che è iniziata per gioco e totalmente in amicizia, ma che si è rivelata invece un perfetto sostegno professionale, soprattutto per le performance dal vivo.
Leti Dafne - Sono Tornata (ED Music / Jaywork Music Group)
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tempi-dispari · 10 months
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Laika nello spazio, tutto bene sul fronte occidentale
Abbiamo lasciato i Laika nello spazio a febbraio con la pubblicazione del loro nuovo disco Macerie. A sei mesi da quella chiacchierata li incontriamo di nuovo per fare il punto della situazione circa la promozione del cd, il tour ed eventuali novità di prossima uscita.
Come sta andando la distribuzione?
La distribuzione sta’ procedendo bene, diciamo che vediamo un maggior “movimento” sulle varie piattaforme di ascolto piu’ che sulle vendite delle copie fisiche.
Il riscontro è secondo le vostre aspettative?
Il riscontro e’ decisamente al di sopra delle nostre aspettative!
stiamo vedendo che da parte del pubblico c’è un interesse attivo nel sentirci live, sembrano molto incuriositi e interessati durante i nostri show.
Stiamo notando anche un bellissimo riscontro da parte degli addetti ai lavori, e’ capitata in piu’ di un occasione che il fonico resident si offrisse volontario per poter lavorare insieme per le date a venire.
Ovviamente questo ci gratifica moltissimo!
Come sono i riscontri dalla stampa specializzata?
Per quanto riguarda la stampa specializzata sono uscite e stanno continuando a uscire delle belle recensioni, inutile dire che ne siamo entusiasti!
Alla pubblicazione ha fatto seguito un tour?
Si, è seguito un tour che è tuttora in corso, ci siamo presi il mese di agosto di pausa per riprendere il fiato, ma da settembre saremo nuovamente in batteria!
Come è andato?
Il tour è andato e sta andando molto bene, abbiamo girellato un po’ in tutta Italia, abbiamo avuto la fortuna di suonare in posti bellissimi come l’auditorium 900 a Napoli e avuto la possibilità di aprire a dei musicisti che sono stati un po’ la colonna sonora delle nostre vite.
Il vostro è un genere piuttosto particolare, come è stata la riposta del nuovo pubblico?
La risposta del pubblico come detto prima e’ stata buona, in generale abbiamo notato che piu’ che un pubblico “rumoroso” che si scatena in poghi devastanti rimangono molto rapiti e/o incuriositi da quello che stanno vedendo e ascoltando da due bassi e una batteria..
Direi in generale un pubblico attento.
Avete preso parte a qualche festival?
Si, abbiamo preso parte ultimamente a dei festival come il Dlen Dlen in Abruzzo dove abbiamo condiviso il palco con i Marlene Kuntz e il Villachiara in fermento in apertura aia Modena City Ramblers.
Che cosa avete notato di diverso rispetto al pre pandemia?
All’ inizio sembrava quasi strano tornare sui palchi, nei club, poi pian piano è tornata la “vecchia normalità”. Nulla di eclatante oltre questa cosa. Molte dinamiche sono rimaste le stesse.
Avete apportato modifiche ai show live?
Ci siamo cimentati in una serie di live in acustico, un po’ per necessità tecniche e un po’ per nostra curiosità personale…
E devo dire che in alcuni show si sono creati dei momenti semplicemente unici!
Ricordo un apertura fatta ad un reading di Pierpaolo Capovilla in un piccolo teatro a Imperia che è stato qualcosa di meraviglioso, il passaggio dai forti volumi a delle dinamiche più morbide ha creato un’ atmosfera davvero magica.
Vi è capitato di condividere il palco con qualche band che non conoscevate?
Si abbiamo condiviso il palco con moltissimi progetti che non conoscevamo, alcuni dei quali sono nostri colleghi di booking, Anthill booking e la nostra label Overdub recordings, che stanno facendo un lavoro spettacolare!
Cosa è mancato per i vostri concerti? Promozione, pubblico o cos’altro?
In alcune situazioni abbiamo notato che la mancanza più evidente era quella del pubblico, a volte ci siamo ritrovati in contesti dove erano più gli addetti ai lavori che dei “normali” spettatori.
Avete idee per il prossimo disco?
Per il prossimo disco abbiamo un po’ di idee su quando riguarda il piano sonoro che vogliamo ottenere e di conseguenza anche la direzione da prendere.
Quali potrebbero essere i temi che tratterete?
Questa risposta la lasciamo in sospeso. Il nostro è sempre un “work in progress” anche per quanto riguarda i testi.
State già scrivendo nuovo materiale?
Si stiamo scrivendo del nuovo materiale, abbiamo circa 6/7 pezzi che sono ancora in fase embrionale, che vanno rese del tutto Laika diciamo!
Il cantiere e’ comunque aperto…
Cosa c’è nell’immediato futuro?
Ah quello e’ semplice, il dominio indiscusso del mondo!!!
Vostri prossimi eventi live?
I nostri prossimi live saranno il 12 settembre al Hard rock cafe di Milano e il 29 Settembre al Piroka a Toscolano Maderno in apertura a Succi dei Bachi da Pietra.
Grazie mille per l’impegno profuso nel supportare sempre in maniera decisa l’underground italiano!
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:: Trama Indiana Jones e il Quadrante del Destino ::
Indiana Jones ha appeso il cappello e da qualche anno insegna archeologia all'università di New York. In attesa di un divorzio, che pesa come il lutto del figlio, il professor Jones si trascina al lavoro e dentro una vita ordinaria 'scossa' soltanto dagli schiamazzi dei vicini. Alla vigilia della conquista della Luna, riceve la visita di Helena Shaw, figlia di un vecchio amico 'ucciso' dalla sua ossessione: la macchina di Anticitera, congegno meccanico concepito da Archimede per trovare buchi temporali. La metà del quadrante riposa da anni negli archivi di Indiana Jones, dopo averlo sottratto ai nazisti sconfitti nel 1944. Tornata dal suo passato, Helena vorrebbe recuperare il curioso reperto per venderlo a un'asta in Marocco. A pedinarla, bramando lo stesso bene, è Jürgen Voller, ex nazista che ha partecipato al progetto Apollo 11 sotto falso nome. (Ab)battuto anni prima da Indiana Jones su un treno in corsa, vuole rintracciare le due parti del quadrante e viaggiare nel tempo cambiando il corso della Storia. Una sparatoria in piena 'parata lunare' avvia la ricerca del prezioso oggetto. Tra Marocco e Sicilia, nazisti e antichi romani, l'avventura è servita.
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
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Indiana Jones ha appeso il cappello e da qualche anno insegna archeologia all'università di New York. In attesa di un divorzio, che pesa come il lutto del figlio, il professor Jones si trascina al lavoro e dentro una vita ordinaria 'scossa' soltanto dagli schiamazzi dei vicini. Alla vigilia della conquista della Luna, riceve la visita di Helena Shaw, figlia di un vecchio amico 'ucciso' dalla sua ossessione: la macchina di Anticitera, congegno meccanico concepito da Archimede per trovare buchi temporali. La metà del quadrante riposa da anni negli archivi di Indiana Jones, dopo averlo sottratto ai nazisti sconfitti nel 1944. Tornata dal suo passato, Helena vorrebbe recuperare il curioso reperto per venderlo a un'asta in Marocco. A pedinarla, bramando lo stesso bene, è Jürgen Voller, ex nazista che ha partecipato al progetto Apollo 11 sotto falso nome. (Ab)battuto anni prima da Indiana Jones su un treno in corsa, vuole rintracciare le due parti del quadrante e viaggiare nel tempo cambiando il corso della Storia. Una sparatoria in piena 'parata lunare' avvia la ricerca del prezioso oggetto. Tra Marocco e Sicilia, nazisti e antichi romani, l'avventura è servita.
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
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Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
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CB01~! » Indiana Jones e il quadrante del destino Streaming ITA | in Altadefinizione
Un film Da vedere 2023 con Harrison Ford, Phoebe Waller-Bridge, Antonio Banderas, John Rhys-Davies, Toby Jones. Cast completo Titolo originale: Indiana Jones and the Dial of Destiny. Genere Avventura, Azione, - USA, 2023, durata 142 minuti.
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Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
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Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
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3 novembre 2022
Piccolo piantino stamattina per la frustrazione e subito si parte. Sono sulla mia panchina preferita con la borraccia dell’acqua appena riempita a scrivere mentre sento le newjeans. Piano della giornata è:
- andare a mangiare la mela per colazione
- prendere integratore post colazione
- aggiustare parte della metodologia della tesina
- tagliare i conci dietro i cavi del prospetto O di Rambo
- continuare a disegnare J e magari finirlo oggi
- vedere gli spessori con Daniele (se viene)
- lavare i capelli una volta tornata a casa
- continuare a scrivere la tesina
Alla fine Daniele è venuto e non gli ho dato neanche il tempo di fare colazione che l’ho sia bombardato di cose su cui doveva essere aggiornato sia ci siamo messi subito a capire il volume dei tetti così poi possiamo disegnarceli in pace sto weekend. Poi gli ho detto pacatamente che non doveva rispondere così a Rambo sul gruppo e tutto il resto. Si è pure deciso finalmente a fare i conci alla cattedrale. Poi Rambo è tornato (se ne era andato in auletta esn) e siamo stati a lavorare pacificamente. Ho accompagnato Daniele nella sua pausa sigaretta e a prendere il pranzo e abbiamo parlato un altro po’ e chiarito un altro po’. Ile mi ha pure scritto nel pomeriggio, sempre su cose delle tavole, ma la conto come una vittoria dato che poi quando ero in treno mi ha mandato una foto del suo teschio brutto e ci siamo messe a ridere. Poi quando Rambo se ne voleva andare, io e Daniele abbiamo chiuso i pc insieme a lui. Mentre poi ci siamo divisi e io stavo per andare in stazione stavamo parlando e Daniele ha detto vabbè non prendo il pullman (avrebbe dovuto girare e ci saremmo separati) ma prendo il treno (aka faceva la strada con me). Abbiamo parlato di cose serie e di cose idiote, di come abbiamo passato questa settimana terribile. Poi arrivati in stazione manco aveva visto a che ora stava il suo treno e ha scoperto di averlo dopo un’ora, allora dato che io avevo più scelte gli ho detto che potevo aspettare mezz’ora con lui. Ha proposto la prima idea buona della giornata, ovvero prendere un gelato dal mcdonald a 5 min dalla stazione, e l’ho sfottuto per questo è lui è stato al gioco. Mi ha offerto il gelato e siamo stati seduti per mangiarlo. Mi ha sfottuto lui poi sul fatto che avevamo finito prima di lui dato che di solito sono una lumaca a mangiare. Mi ha raccontato di cosa fa alle riunioni a cui va il mercoledì pomeriggio e io ancora non ne capisco il nesso ma è stato divertente ripoter parlare così con lui. Poi niente ci siamo separati e ognuno è andato al proprio binario.
La sfiga però mi perseguita perché salgo sul treno e vedo che mi tocca stare in piedi, ma il treno veloce invece che partire decide di accumulare ritardi ogni 10 minuti. Nell’attesa mi metto a messaggiare con lui anche se l’ho lasciato neanche 5 minuti fa e lui si mette a fare pure quello preoccupato perché ha visto in che stato di stanchezza e stress sto e mi intrattiene per tutti i 55 min di ritardo del treno.
Quando fa così mi fa venire i sensi di colpa. A lavorarci insieme a volte se ne esce con certe idee/argomentazioni che non stanno né in cielo né in terra, è terribile litigare con lui ed è egoista. Ma poi si calma ed è la persona più tranquilla e perfetta per parlarci, abbiamo tante cose in comune, non fa altro che aprirmi porte per farmi passare o portare lui oggetti pesanti o tenermi aperto il suo ombrello così non mi prendo la pioggia. (Questa cosa degli act of service come suo love language mi manda a volta in bestia perché ci sono io dall’altro lato che in questi casi sono indipendent ™️ e non ho bisogno di altra gente per queste cose (anche perché nessuno si è mai dato la briga di farle per me ma questo è un altro discorso) e allora da quando ho notato questa cosa mi sto impegnando a lasciarlo fare e a non intestardirmi a fare per conto mio). Quindi niente, spero di imparare a gestire questa dualità di comportamento.
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