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#statua equestre
popolodipekino · 11 months
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l'astrologo e l'alchimista
- Le fait est que mes coffres sont vides et que je vais bientôt en être réduit à casser la tire-lire de mon héritier éventuel, ce qui me fait penser que j'aurais peut-être mieux fait de garder l'astrologue. Il m'aurait coûté moins cher et la duchesse eût été contente. - Bah, fit Sthène, tout ce gens-là se valent. - Serais-tu sceptique, mon bon Démo? - Si vous voulez que je vous dise le fin fond de ma pensée, moi, aux horoscopes, je n'y crois pas. - Et moi guère. - A la pierre philosophale non plus. - Ah, dit le duc, si tout autre que toi me disait une chose pareille, je lui morniflerais les ganaches. - Je n'y crois pas, dit Sthène, mais je ne vous empêche pas d'y croire. - J'espère bien! Ah, si tu nous voyais, Timoleo et moi, au milieu des athanors et des aludels, des pélicans et des matras, des cornues et des alambics, manipulant les sels et les métaux, les uns violets, les autres indigo, les uns bleus, les autres verts, les uns jaunes, les autres orangés et certains rouges, sans parler des blancs et des noirs, les observant passer d'une couleur à l'autre, de solides devenir liquides et de liquides devenir solides, de palpables devenir impalpables et d'impalpables devenir palpables, et je ne te parle que de l'aspect le plus superficiel, de nos opérations, alors, mon bon Démo, tu te dirais que ce n'est sûrement pas en vain que ton maître et son alchimiste se donnent tant et tant de mal. Le jour viendra où les anges récompenseront nos oeuvres et ce n'est plus en bronze mais en or massif que je ferai fondre ma statue. - Notre statue. da R. Queneau, Les fleurs bleues
[trad. - Il fatto è che le mie casse sono vuote e presto mi ridurrò a rompere il salvadanaio del mio eventuale erede, il che mi fa pensare che avrei fatto meglio a tenermi l'astrologo. Mi sarebbe costato meno e la duchessa sarebbe stata felice. - Bah, disse Sthène, quei personaggi, uno vale l'altro. - Sei forse scettico, mio buon Démo? - Se proprio volete saperlo, il mio parere personale è che non credo agli oroscopi. - Ed io nemmeno. - E neanche alla pietra filosofale. - Ah, disse il duca, se qualcuno che non sia tu mi dicesse una cosa del genere, lo prenderei a schiaffi. - Non ci credo, disse Sthène, ma non vi impedisco di crederci. - Lo spero proprio! Ah, se potesssi vedere Timoleo e me, tra gli athanor e i vasi ermetici, i pellicani e i matracci, le storte e gli alambicchi, manipolare i sali e i metalli, alcuni violetti, alcuni indaco, alcuni blu, alcuni verdi, alcuni gialli, alcuni arancioni e alcuni rossi, per non parlare dei bianchi e dei neri, guardandoli passare da un colore all'altro, da solidi a liquidi e da liquidi a solidi, da palpabili a impalpabili e da impalpabili a palpabili, e sto parlando solo dell'aspetto più superficiale delle nostre operazioni, allora, mio buon Demo, ti diresti che non è certo invano che il tuo maestro e il suo alchimista si danno tanto da fare. Verrà il giorno in cui gli angeli premieranno le nostre opere, e non sarà più in bronzo ma in oro che farò fondere la mia statua. - La nostra statua. da R. Queneau, I fiori blu]
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In Biblioteca puoi scoprire autori e opere che non conoscevi o di cui avevi sentito parlare ma che ancora non avevi avuto modo di leggere. Ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare un angolo alla scoperta di questi "tesori nascosti".
Oggi l'opera prescelta è "La misura dell’uomo" di Marco Malvaldi.
Ottobre 1493. Firenze è ancora in lutto per la morte di Lorenzo il Magnifico. Le caravelle di Colombo hanno dischiuso gli orizzonti del Nuovo Mondo. Il sistema finanziario contemporaneo si sta consolidando grazie alla diffusione delle lettere di credito. E Milano è nel pieno del suo rinascimento sotto la guida di Ludovico il Moro.
A chi si avventura nei cortili del Castello o lungo i Navigli capita di incontrare un uomo sulla quarantina, dalle lunghe vesti rosa, l’aria mite di chi è immerso nei propri pensieri. Vive nei locali attigui alla sua bottega con la madre e un giovinetto amatissimo ma dispettoso, non mangia carne, scrive al contrario e fatica a essere pagato da coloro cui offre i suoi servigi. È Leonardo da Vinci: la sua fama già supera le Alpi giungendo fino alla Francia di re Carlo VIII, che ha inviato a Milano due ambasciatori per chiedere aiuto nella guerra contro gli Aragonesi ma affidando loro anche una missione segreta che riguarda proprio lui. Tutti, infatti, sanno che Leonardo ha un taccuino su cui scrive i suoi progetti più arditi - forse addirittura quello di un invincibile automa guerriero - e che conserva sotto la tunica, vicino al cuore. Ma anche il Moro, spazientito per il ritardo con cui procede il grandioso progetto di statua equestre che gli ha commissionato, ha bisogno di Leonardo: un uomo è stato trovato senza vita in una corte del Castello, sul corpo non appaiono segni di violenza, eppure la sua morte desta gravi sospetti... Bisogna allontanare le ombre della peste e della superstizione e in fretta! E Leonardo non è nelle condizioni di negare aiuto al suo Signore.
A cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci, Marco Malvaldi gioca con la lingua, la scienza, la storia, il crimine e ridà vita al suo genio tra le pagine immaginando la sua multiforme intelligenza alle prese con le fragilità e la grandezza dei destini umani. Un romanzo straordinario, ricco di felicità inventiva, di saperi e perfino di ironia, un’indagine sull'uomo che più di ogni altro ha investigato ogni campo della creatività, un viaggio alla scoperta di qual è - oggi come allora - la misura di ognuno di noi.
Marco Malvaldi si cimenta con il giallo storico e lo fa a suo modo, con la sua ironia e con un dialogo diretto tra narratore e lettore, facendo emergere il contrasto tra il periodo storico raccontato e l’attualità del linguaggio moderno, dove dissemina termini anacronistici ma azzeccati, come internet o influencer, sondaggi o statistiche. Gli stessi personaggi descritti sono a tratti ironici e lontani dall'immaginario collettivo ma, del resto, lo stesso autore afferma che “è sbagliato pensare che i personaggi storici fossero consapevoli di essere personaggi storici”. Anch'essi sono stati esseri reali, quindi caratterizzati da sentimenti e passioni e vizi naturalmente umani. C'è spazio per amori, tradimenti, parolacce e anche un Leonardo da Vinci un poco svampito e distratto che si aggira con aria da sognatore. Tutto questo non rende meno credibile la storia, anzi! Si percepisce chiaramente che dietro “La misura dell’uomo” si cela un approfondito lavoro di ricerca sul periodo storico e, in particolare, sulla Milano di quel tempo. Insomma, siamo molto lontani dalle atmosfere del Bar Lume a cui Malvaldi ci aveva abituato.
Marco Malvaldi (1974) è uno scrittore italiano. Ricercatore presso l’Università di Pisa (Dipartimento di Chimica biorganica), nel 2007 ha pubblicato “La briscola in cinque”; accolto con favore da critica e lettori, il romanzo è il primo di una serie di gialli (nota come ciclo del BarLume) di cui fanno parte “Il gioco delle tre carte” (2008), “Il re dei giochi” (2010), “La carta più alta” (2012) e “Il telefono senza fili” (2014). Nel 2011 sono usciti “Scacco alla Torre” (un’atipica guida alla scoperta di Pisa) e il giallo storico Odore di chiuso, mentre sono del 2012 “Come i fumi confusi” e “Milioni di milioni” e del 2013 “Argento vivo”. Nel 2014 ha pubblicato la guida enogastronomica letteraria “La famiglia Tortilla” e, in collaborazione con D. Leporini, il saggio “Capra e calcoli. L'eterna lotta tra gli algoritmi e il caos” e ha scritto uno dei racconti contenuti nel volume “Vacanze in giallo”, mentre sono del 2015 il testo “Leonardo e la marea”, realizzato in collaborazione con S. Bruzzone, il thriller “La tombola dei troiai”, il saggio “Le regole del gioco. Storie di sport e altre scienze inesatte” e il romanzo “Buchi nella sabbia”. Dal 2015 collabora con il Domenicale de “Il Sole 24 ore”. Tra i suoi lavori più recenti vanno segnalati, tutti pubblicati nel 2016, il romanzo “La battaglia navale”, il saggio “L'infinito tra parentesi. Storia sentimentale della scienza da Omero a Borges”, la raccolta di racconti “Sei casi al BarLume” e uno dei racconti dell'antologia “Il calcio in giallo”; nel 2017, “Le due teste del tiranno. Metodi matematici per la libertà”, “Negli occhi di chi guarda” e “L'architetto dell'invisibile ovvero come pensa un chimico”; nel 2018, i romanzi “A bocce ferme” e “La misura dell'uomo” e il saggio sull'umorismo “Per ridere aggiungere acqua”; nel 2019, “Vento in scatola” (con G. Ghammouri) e “Caos. Raccontare la matematica” (con S. Marmi); nel 2020, “Il borghese Pellegrino” e “La direzione del pensiero. Matematica e filosofia per distinguere cause e conseguenze”; nel 2021, con P. Cintia, “Rigore di testa” e “Chiusi fuori” (con S. Bruzzone, 2022).
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agrpress-blog · 1 month
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Da schiavo a eroe: Andrés Aguiar celebrato con un busto al Gianicolo Oggi, il Gianicolo ha visto l'inauguraz... #AndrésAguiar #Gianicolo #GiuseppeGaribaldi #paolomasini #risorgimento #romabpa https://agrpress.it/da-schiavo-a-eroe-andres-aguiar-celebrato-con-un-busto-al-gianicolo/?feed_id=5369&_unique_id=664ca19cec7ae
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trasimenoviaggi · 4 months
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Tirana: Un'Esplorazione di Colori, Cultura e Rinascita
Tirana, la vivace capitale dell'Albania, si presenta come una città in costante evoluzione, con il suo passato storico che si fonde armoniosamente con una nuova vitalità urbana. Il mio viaggio attraverso Tirana è stato un'esperienza di scoperta dei suoi colori vivaci, della sua cultura unica e della sua rinascita in corso.
Il cuore pulsante di Tirana è la sua piazza principale, la Piazza Skanderbeg, intitolata all'eroe nazionale dell'Albania. Qui, ho ammirato la statua equestre di Skanderbeg che domina la piazza, circondata da edifici storici e caffetterie accoglienti. La piazza è diventata un luogo di incontro per i cittadini e i visitatori, un punto di partenza ideale per esplorare la città.
Il quartiere di Blloku è stato una piacevole sorpresa, trasformandosi da ex zona di residenza dei membri del Partito Comunista in un vivace distretto alla moda. Le strade sono fiancheggiate da caffetterie alla moda, ristoranti alla moda e negozi di design, creando un'atmosfera cosmopolita che riflette la nuova energia di Tirana.
La cultura albanese si rivela attraverso la sua arte e architettura unica. Ho visitato la Galeria Kombëtare e il Muzeu Historik Kombëtar per immergermi nella storia e nell'arte dell'Albania, scoprendo opere d'arte contemporanea e reperti storici che raccontano la ricca eredità culturale del paese.
Il colorato mercato di Tirana, il Pazari i Ri, è un altro luogo imperdibile, dove ho esplorato bancarelle di frutta fresca, verdura, spezie e prodotti locali. L'atmosfera vivace e l'odore invitante di cibo mi hanno catturato, permettendomi di assaporare autentici sapori albanesi.
La natura non è lontana da Tirana, e ho approfittato di escursioni nelle vicine colline di Dajti per godere di panorami mozzafiato sulla città e sulla campagna circostante. Il Dajti Express, una funivia che sale fino alla cima della montagna, offre una vista panoramica spettacolare e un'esperienza indimenticabile.
La cucina albanese mi ha sorpreso con la sua semplicità e autenticità. Ho assaggiato piatti tradizionali come il tavë kosi (un piatto a base di carne e yogurt) e il qofte të fërguara (polpette di carne), apprezzando la freschezza degli ingredienti e la ricchezza dei sapori.
Infine, la calorosa accoglienza degli abitanti di Tirana ha reso il mio viaggio ancora più speciale. Ho incontrato persone gentili e ospitali che hanno condiviso con me la loro cultura e la loro storia con orgoglio e passione.
In conclusione, Tirana è una città in rapida evoluzione che incanta con la sua vivacità, la sua cultura e la sua bellezza unica. Il suo mix di tradizione e modernità, unito all'ospitalità del suo popolo, rende Tirana una destinazione imperdibile per chiunque desideri scoprire il cuore pulsante dell'Albania.
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jacopocioni · 4 months
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Andrea del Castagno, pittore
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Andrea del Castagno è stato un grande pittore italiano, nacque nel 1419 in Toscana nell'Alto Mugello nel paese chiamato Castagno Comune di San Godenzo, di cui in seguito lo userà come cognome, facendosi conoscere come Andrea del Castagno. Era figlio di Bartolo di Simone di Bargilla e di Lagia. La famiglia viveva del loro lavoro di contadino. In quel tempo vi furono le guerre fra Firenze e Milano, per l'egemonia del Nord Italia. Nel 1423 Firenze si alleò con la Repubblica di Venezia contro il Ducato di Milano per contrastare l'espansionismo dei Visconti. In seguito si unì con Francesco Sforza contro la crescente minaccia di Venezia. Il pittore per non subire le scorrerie degli eserciti in lotta deve lasciare la sua terra trasferendosi nella fortezza di Belforte. Poterono ritornarci dopo la pace effimera del 1427. E' stato uno dei protagonisti della pittura fiorentina del XV° secolo. Si trova annoverato insieme ad altri artisti presenti in quel tempo a Firenze: Giovanni da Fiesole detto "il Beato Angelico", Filippo Lippi, Domenico Veneziano e Paolo di Dono detto "Paolo Uccello". Il suo stile subì l'influenza di altri due grandi artisti Tommaso di Mone di Antonio Cassai detto "Masaccio" e Donato di Betto Bardi detto "Donatello". Da loro sviluppò la resa prospettica, il chiaroscuro, drammatizzato nei personaggi rappresentati. Andrea arrivò a Firenze nel 1440 sotto la protezione di Bernardetto dè Medci  esponente del ramo cadetto della famiglia Medici di Ottajano. E' conosciuto con il soprannome di Andrea degli impiccati, gli fu dato quando ebbe l'incarico di dipingere sulla facciata del Palazzo del Podestà l'immagine dei fuggiaschi Rinaldo degli Albizi e Ridolfo Peruzzi condannati per aver ordito una congiura contro Cosimo "il Vecchio" dè Medici.
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Lavorò con Domenico Veneziano insieme a Piero della Francesca e altri assistenti, alla realizzazione degli affreschi andati perduti delle Storie della Vergine, che si trovavano nella chiesa di Sant'Egidio. Per lo Spedale di Santa Maria Nuova realizza una crocifissione e santi, dove nella sua opera si nota un influenza masaccesca. Trasferitosi a  Venezia realizza insieme a Francesco da Faenza nell'abside della cappella di San Tarasio, nella chiesa di San Zaccariali affreschi con Dio Padre, Santi e i quattro Evangelisti. Lavora anche nella Basilica di San Marco realizzando i cartoni per i mosaici con le storie della Vergine (Visitazione e morte della Vergine) negli anni 1442/1443. Rientrato a Firenze lavora nel convento delle benedettine di Sant'Apollonia, fra (forse) il 1445 e il 1450, alle scene della passione di Cristo, la Crocifissione, la Deposizione dopo la morte, la resurrezione e l'Ultima Cena. Alcuni di questi affreschi sono stati staccati e conservati nel Museo a lui dedicato nel paese di Castagno Comune di San Godenzo. Gli affreschi rimasti nel luogo in cui sono stati realizzati, sono molto rovinati ma ancora leggibili.
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Per la villa del Gonfaloniere di Giustizia Filippo Carducci, dipinge ritratti di uomin e donne illustri. Molti sono stati staccati e conservati al Museo degli Uffizi, mentre altri sono rimasti alla villa. I ritratti sono: Madonna con Bambino Angeli e Adamo ed Eva, un altro di Eva, Davide con ai piedi la testa del gigante Golia e di Pippo Spano. Agli Uffizi è conservato un affresco rappresentante il Vate Dante Alighieri e la Madonna di casa Pazzi facente parte della collezione Contini Bonacossi.
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Nel 1455 torna a lavorare per i frati Serviti, alla Basilica della Santissima Annunziata, dipinge degli affreschi con la Trinità, San Girolamo Due Sante San Giuliano e i Redentore. Nella Loggia dei Servi di Maria dove si trova l'Oratorio di San Francesco Poverino, per la confraternita di San Girolamo e San Francesco Poverino in San Filippo Benizi. Per la compagnia del Santo Benizi, realizza una statua in terracotta rappresentante San Girolamo. Per i Duomo di Santa Maria del Fiore, dipinge un monumento equestre dedicato al Capitano della Repubblica nel 1432 durante la battaglia di San Romano Niccolò Mauruzi da Tolentino, accanto a quello dedicato al Capitano John Hawkwood detto "Giovanni Acuto" di Paolo Uccello. Andrea del Castagno morì giovanissimo di peste il 19 agosto 1457 e sepolto nella Basilica della Santissima Annunziata. Il Vasari nel suo capolavoro "Vite" scrisse che Andrea del Castagno aveva ucciso il suo amico e maestro Domenico Veneziano in un impeto di gelosia, ma erano solo chiacchiere raccolte qua e la, con le quali screditò Andrea già morto quando nel 1461 morì Domenico. L'errore che smontò la falsa accusa venne scoperto tempo dopo, quando dai registri mortuari furono trovati un altro Andrea e un altro Domenico, protagonisti di quel delitto di cui era stato accusato l'Andrea pittore.
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Alberto Chiarugi Read the full article
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ilsimplicissimusblog · 9 months
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Merkel caduta da cavallo
Mi era sfuggito che un povero cortigiano dei nostri tempi, dotato di infallibile malgusto, avesse realizzato nel 2021 una statua equestre della Merkel, posta sul terreno del Museo Tempel di Etsdorf. L’autore di questo capolavoro, è  “designer della comunicazione”  Wilhelm Koch il quale con questa patacca ha voluto rendere omaggio alla democrazia e all’idea europea. Certamente è uno che ha capito…
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lamilanomagazine · 1 year
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Milano: iniziati lavori di restauro della statua equestre dedicata a Vittorio Emanuele II in Piazza Duomo
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Milano: iniziati lavori di restauro della statua equestre dedicata a Vittorio Emanuele II in Piazza Duomo. L’intervento, necessario dopo l’imbrattamento del 9 marzo, comporterà cinque settimane di lavori realizzati con il supporto di Vox Media srl Milano, 29 giugno 2023 – Sono cominciati nella mattinata di oggi i lavori di pulizia e restauro della statua equestre dedicata a Vittorio Emanuele II in piazza Duomo. Grazie al supporto di un team di professionisti e a un progetto condiviso con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano il monumento sarà ripristinato con l'eliminazione della vernice dalla superfice. L’intervento si è reso necessario dopo il danneggiamento, avvenuto lo scorso 9 marzo, che ha determinato l’imbrattamento di una parte rilevante delle superfici del monumento. Nelle ore immediatamente successive all'atto vandalico era stata effettuata un’operazione di pulizia ad acqua che non è andata a buon fine. I tecnici del Comune, considerato l’alto valore storico e artistico del monumento e la conseguente tutela a cui è sottoposto, si sono confrontati con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano. A seguito di sopralluoghi tecnici è stata stabilità l’impossibilità di procedere con una pulizia ordinaria. La vernice utilizzata, di colore giallo, non è risultata in alcun modo lavabile ed è stata quindi confermata la necessità di effettuare un’operazione di pulizia a cura di un team specializzato di restauratori con l’installazione di ponteggi attorno alla statua equestre. Il Comune di Milano ha perfezionato la consegna del monumento alla società Vox Media Srl che ha donato alla città l’intervento per un valore economico complessivo pari a 28.950 euro e una durata stimata dei lavori di cinque settimane.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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storiearcheostorie · 1 year
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RESTAURI / A tu per tu con Cosimo I: al via a Firenze le visite guidate al cantiere della statua, opera del Giambologna
#RESTAURI / A tu per tu con #Cosimo I: al via a #Firenze le visite guidate al cantiere della statua, opera del #Giambologna
Un’occasione unica per vedere da vicino la rinascita di una delle principali opere di Piazza della Signoria. Fino al termine dei lavori, sarà possibile visitare il cantiere degli interventi di restauro alla statua equestre di Cosimo I de’ Medici, opera bronzea del Giambologna, commissionata da Ferdinando I de’ Medici. Sotto la guida degli esperti di Cooperativa Archeologia, esecutori dei lavori…
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semoromani · 2 years
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Il 20 settembre del 1895 venne inaugurato il Monumento a Giuseppe Garibaldi, un'imponente statua equestre situata sul punto più alto del Gianicolo.
Venne realizzato da Emilio Gallori, in occasione del venticinquesimo anniversario della presa di Roma
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antiquitatesromanae · 4 years
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🗓ACCADDE OGGI🗓
Il 26 aprile del 121 d.C. nacque a Roma il futuro imperatore Marco Aurelio Antonino Augusto, meglio noto semplicemente come Marco Aurelio.
"Marco Aurelio vide la luce a Roma, nei giardini situati sul Celio di proprietà della madre, Domizia Lucilla Minore, che a sua volta doveva averli ereditati da Domizia Lucilla Maggiore. [...] Questi giardini si estendevano in uno dei più ameni quartieri della città, sulla lunga collina, o meglio sul pianoro del Celio, lontano dalla congestione della Suburra e dalle nebbie che stagnavano frequentemente sui quartieri bassi".
"Nel libro I dei Pensieri, in cui rievoca le persone che ha avuto intorno nell'infanzia e che hanno influito su di lui, Marco Aurelio esprime la riconoscenza al bisnonno per non averlo costretto a frequentare le scuole pubbliche e per avergli procurato invece i migliori maestri. Sappiamo d'altronde che, nella sua fanciullezza, portò il nome del nonno, Catilio Severo. In quel periodo il bambino viveva nel giardini del Celio, che amava molto e che dovette lasciare, quando fu adottato da Antonino Pio, nel 138; lì considerò sempre come la sua piccola patria molto tempo dopo aver superato i vent'anni".
"In apparenza niente designava il giovane Marco a diventare imperatore. Grazie alla sua discendenza dagli Annii della Betica egli apparteneva a quella stessa aristocrazia provinciale spagnola che aveva già dato all'Impero Traiano e Adriano. Ma non risulta che fra i senatori originari della Spagna si sia formato un gruppo politico particolare. Le sue origini provinciali dunque non furono decisive. Contarono di più i legami familiari".
(I passi sono tratti dalla monagrafia di Pierre Grimal: Marco Aurelio, l'imperatore che scoprì la saggezza, Garzanti, Milano, 2013)
(Nell'immagine: statua equestre dell'imperatore inizialmente posta in Piazza del Campidoglio a Roma, oggi conservata nel vicino Palazzo dei Conservatori)
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art-mysecondname · 7 years
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Statua equestre di Marco Aurelio, Musei Capitolini, Roma - Dettaglio.
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neapolis-neapolis · 2 years
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Statua equestre di Marco Nonio Balbo (metà I sec.), dal Foro di Ercolano, Museo Archeologico Nazionale, Napoli.
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iphisesque · 3 years
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A MILANO PER DIPINGERE????? DIPINGERE??????? PORCO LUDOVICO IL MORO E LA SUA STATUA EQUESTRE
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Riccardo Pellegrini, Nel Parco con Statua Equestre
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rob964 · 3 years
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Giardini del Quirinale Statua equestre di #CarloAlberto 3 settembre 2021 (presso Rome, Italy) https://www.instagram.com/p/CTbi93hoJ_I/?utm_medium=tumblr
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jacopocioni · 9 months
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La conta delle api.
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Potete provarci ma non ci riuscirete, ad un certo punto vi si incrocia lo sguardo e il conto è perduto. Questa è la ragione per cui, si racconta, porti fortuna contare tutte le api senza indicarle o toccarle, stando semplicemente fermi in piedi davanti al monumento equestre di Ferdinando I. Stiamo parlando del monumento equestre presente in piazza Santissima Annunziata, davanti al museo degli Innocenti di sbieco a palazzo Grifoni. Ferdinando I de' Medici nato a Firenze 30 luglio 1549 e morto sempre a Firenze il 7 febbraio 1609 è stato prima  cardinale di Santa Romana Chiesa dal 1562 al 1587 e poi Granduca di Toscana dal 1587 al 1609. Ferdinando I fu un Granduca illuminato, dimostrò in più occasioni di desiderare il bene dei suoi concittadini e le sue opere furono tutte dirette alla corretta organizzazione del Granducato e alla suo sviluppo agricolo. Sarebbero da citare molte opere sue, anche in capo artistico e di politica estera, ma citerò solo la sua azione nel promuovere la formazione di una marina da guerra per sconfiggere le flotte dei pirati. Perchè citare questo merito fra tanti? Per la semplice ragione che è direttamente legata alla sua statua equestre in piazza Santissima Annunziata.
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Quando la statua fu commissionata al Giambologna e poi portata a termine dal suo allievo Pietro Tacca nel 1607, il bronzo per realizzarla fu ottenuto da tutti i cannoni delle galee turche conquistate dall'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, istituzione nata proprio per combattere la pirateria. Questo viene ricordato con una scritta nel sotto-sella dove è inciso "DE METALLI RAPITI AL FERO TRACE". Tornando alle api queste rappresenterebbero l'allegoria del potere fiorentino centrato nel Granduca (ape regina centrale), ma possibile grazie a tutti i fiorentini che lo proteggano e sostengono, sulla scultura è infatti indicato il termine "MAIESTATE TANTUM". Adesso andate a contare le api perchè solo contandole sul posto, senza perdere il conto e senza indicarle, attirerete la fortuna dalla vostra parte, conta poco sapere che sono 90 più il Granduca centrale, vanno contate.
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Jacopo Cioni Read the full article
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