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#the azzurra ii
simon-x-billy · 2 years
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juliepunkbabe · 2 years
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Rapallo, May 2019. Olympus mju II, kodak gold 200
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fimproda · 6 days
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Ok! Then without being too personal, name 5 places you would love to visit, or places people have talked to you about them very well and are excited to see
Oooh, this is nice!
The Cristo Velato in the Sansevero chapel in Naples. There's a superstition that, if you're a Federico II University student, you can't go and see the Cristo Velato before graduating or you'll never graduate. I'm not a very superstitious person, but I don't want to tempt fate. The Sansevero chapel also has many other great statues and works of art, and Sansevero himself was an interesting figure who dabbled in alchemy and the occult. My cup of tea, basically.
Syracuse in Sicily, with going to the Greek theater as conditio sine qua non. I can't die without watching a play in a Greek theater, it would be unbecoming for a person with my kind of education.
The Grotta Azzurra in Capri. I actually visited Capri in 2015, but meteorological conditions weren't great and entrance to the Grotta was forbidden.
Bran Castle in Romania. It's Dracula's castle, and I think this is reason enough.
A Cirque du Soleil show. I don't care which one, I just want to see acrobats doing tricks and flying through the air and reaffirming my bisexuality.
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youtube
Giuseppe Valentini (1681-1753) : Concerto for 4 violins, viola and basso continuo in A minor, Op. 7 No. 11
Largo: 0:00 Allegro: 3:49 Grave: 9:32 Allegro: 10:23 Grave: 13:01 Presto: 13:30 Adagio: 15:00 Allegro assai: 18:30
Bremer Barockorchester:
Violin I: Stefano Rossi (solo), Javier Lupiáñez Violin II: Meelis Orgse (solo), Isidro Albarreal Violin III: Annie Gard (solo), Anna Stankiewicz Violin IV: Katia Viel Viola: Alice Vaz (solo), Luis Miguel Pinzón Acosta Violoncello: Néstor Fabián Cortés Garzón (solo), Azzurra Raneri Double bass: Juan Díaz Bassoon: Marit Darlang Lute, Guitar: Hugo Miguel de Rodas Sánchez Harpsichord, Organ: Nadine Remmert
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scienza-magia · 4 months
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Il business immobiliare miliardario nei paradisi fiscali
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Intrigo a Montecarlo, tre famiglie (italiane) in guerra per il business degli immobili. Dietro le rivelazioni dell’ex gestore del patrimonio del principe Alberto una lotta senza quartiere per un mercato miliardario dove un metro quadro si vende anche a 80mila euro. Questa è una storia di quattrini e di colpi bassi. Di avidità e di vendette. Ma all’origine di tutto ci sono solo i soldi, un fiume di denaro che arriva a Montecarlo e gonfia le casse di un pugno di società immobiliari controllate da miliardari italiani o di origine italiana. Dietro l’intrigo di palazzo che sta destabilizzando il Principato di Monaco e la famiglia Grimaldi - finito sulle prime pagine dei giornali francesi - ci sono gli interessi del colossale business delle costruzioni nel paradiso fiscale sulla Costa Azzurra. Un business dominato da tre famiglie: i Pastor, i Marzocco e i Caroli. La storia ha preso una piega imbarazzante per la dinastia del principe Alberto II quando il suo ex gestore del patrimonio personale, Claude Palmero, 67 anni, ha cominciato a raccontare al giornale francese Le Monde alcuni particolari che dovevano rimanere riservati sui beni di Sua altezza serenissima e della sua famiglia, valutati in circa un miliardo di euro. Un racconto fatto di spese pazze, di società fantasma e di prestanome. Così, il principe Alberto è stato tirato con forza dentro una specie di spy story che non è andata in scena sul palco dell’Opéra de Monte Carlo ma su un misterioso sito internet comparso dal nulla e il cui copione – almeno finora - aveva previsto per l’esponente dei Grimaldi un ruolo di semplice comparsa. Una trama che ricorda da lontano quella del romanzo di Tom Wolfe, “Il falò delle vanità”. I dossier della Rocca Tutto è cominciato alla fine del 2021, quando su un sito ospitato dalla piattaforma Substack sono stati pubblicati decine di documenti hackerati dalla posta elettronica di alcuni componenti dell’entourage di Alberto II e denominati con intuizione scenica “Les Dossiers du Rocher”. Sottotitolo: “Fughe di notizie e documenti su politici e imprenditori corrotti a Monaco”. L’obiettivo, anzi gli obiettivi di questa campagna di veleni - insolita per Montecarlo - erano i quattro membri del “cerchio magico” di Alberto II: il suo capo di gabinetto Laurent Anselmi, il suo avvocato e amico d’infanzia Thierry Lacoste, il presidente del Tribunale supremo Didier Linotte e Claude Palmero, il commercialista che per circa vent’anni ha gestito gli affari personali del principe prima di essere licenziato nel luglio 2023 dallo stesso Alberto II. Il gruppo veniva definito con l’appellativo di “G4” o di “Gruppo dei quattro” e veniva accusato – documenti alla mano – di aver tramato per condizionare i grandi appalti pubblici del Principato. Ma chi è il “corvo” che si nasconde dietro queste rivelazioni? Palmero – che dopo il suo licenziamento si è sentito tradito dal principe e ha deciso di far leggere i suoi documenti ai giornalisti di Le Monde, Gérard Davet e Fabrice Lhomme – sospetta neppure tanto velatamente che dietro i “Dossiers du Rocher” ci sia Patrice Pastor, l’uomo che viene soprannominato “il re di Montecarlo” per la sua ricchezza enormemente superiore a quella di Alberto II. Ma lui smentisce decisamente, sostenendo di non aver bisogno di ricorrere a mezzi del genere per far valere le sue ragioni. E allora, cosa c’è dietro questo scandalo che fa tremare il Palazzo dei Principi sulla rocca di Montecarlo? Monaco come Dubai Per capirlo basta un colpo d’occhio alla skyline del piccolo paradiso fiscale. I due chilometri quadrati di territorio su cui sorge Monaco sono costellati da decine di gru lungo la costa ma anche nei quartieri più interni. Montecarlo sembra una piccola Dubai. E come Dubai sta rubando spazio al mare per trovare nuove superfici su cui costruire appartamenti e strutture di lusso. Perché i super ricchi che diventano sempre più ricchi hanno molti soldi da investire e Montecarlo è una delle località più ambite. Tranquilla, in un luogo baciato dal sole e, soprattutto, in Europa. Così, è solo camminando per le strade del Principato che si notano gli effetti concreti dei fenomeni mondiali raccontati dalle indagini sulla concentrazione della ricchezza diffuse da Oxam al vertice di Davos. A Montecarlo i metri quadrati sono oro. Gli appartamenti vengono venduti a un prezzo medio di oltre 50mila euro al metro ma per le nuove strutture si può arrivare vicini al raddoppio. Dunque, accaparrarsi un progetto per una nuova area o per un semplice grattacielo significa guadagnare centinaia di milioni di euro. Ed è proprio questo il punto. Le email e i documenti contenuti nei “Dossiers du Rocher” riguardano alcuni progetti immobiliari milionari che sono stati sviluppati negli ultimi anni nel Principato. È il business d’oro delle costruzioni, infatti, l’oggetto attorno al quale ruotano i veleni e le accuse al “Gruppo dei quattro” di aver condizionato i grandi appalti pubblici a Montecarlo. L’obiettivo dell’anonimo “corvo” era quello di dimostrare che l’entourage di Alberto II tramava a favore dei Marzocco e dei Caroli, le due famiglie che nel Principato si sono ritagliate una corposa fetta del business immobiliare a scapito dello storico monopolista: la famiglia Pastor. Paradossalmente, lo stesso ex gestore dei beni di Alberto II, Claude Palmero, ha confermato ai giornalisti di Le Monde che la fine del monopolio dei Pastor era uno dei suoi obiettivi per fare in modo che le entrate del Principato aumentassero. Tutto questo era dunque nell’interesse dei Grimaldi. Da Imperia a Montecarlo Patrice Pastor, monegasco, 51 anni, appartiene alla quarta generazione della famiglia di costruttori che controlla una grossa percentuale degli edifici di Montecarlo. Capelli lunghi e neri, un po’ ingrigiti dall’età, fisico asciutto e occhiali di cornice nera, Patrice è figlio di Victor Pastor e nipote di Gildo, a sua volta figlio del capostipite Giovanni Battista Pastor, un ex minatore e scalpellino nato in provincia di Imperia che nel 1880 era emigrato a Montecarlo per lavorare alla costruzione della chiesa di San Carlo. Giovanni Battista (che cambiò nome in Jean Baptiste) costruì il vecchio stadio di calcio Louis II e con i soldi ricavati acquistò intere aree di territorio nella zona del Larvotto, in un periodo in cui i terreni a est del Casinò non erano ancora edificati. Ma quando il principe Ranieri trasformò Montecarlo in paradiso fiscale, Pastor cominciò a costruire condomini di lusso nell’area che oggi è tra le più esclusive del Principato e pose le basi di un impero immobiliare che non ha pari nel piccolo Stato. Il suo pronipote Patrice oggi è presidente della J.B. Pastor & Fils, la capogruppo di famiglia. Stando agli appunti di Claude Palmero, i Pastor hanno quasi il monopolio delle proprietà immobiliari di Monaco. Forse è per questo che l’ex amministratore di Alberto II apostrofava Patrice Pastor con il nomignolo “P2”, una sigla che si riferisce alle iniziali del nome dell’imprenditore ma con un ovvio riferimento negativo alla ex loggia massonica italiana. Il progetto conteso È probabile che a innescare la guerra tra i miliardari sia stato l’appalto per il progetto della Esplanade des pêcheurs, uno sviluppo immobiliare accanto a Port Hercule, la rada dove attraccano i megayacht dei Paperoni del Principato. Il progetto iniziale si estendeva su una superficie di circa 13mila metri quadrati ed era entrato nelle mire dei Pastor. Ma nel 2014 il governo aveva assegnato il piano al gruppo Caroli, salvo poi cambiare idea sostenendo che i cantieri avrebbero impedito lo svolgimento del Gran Premio di Formula 1. Gli accordi vennero cancellati. Così Antonio Caroli si era rivolto alla giustizia e nel 2018 aveva ottenuto un risarcimento di 157 milioni di euro dallo Stato monegasco. Ma chiedere 157 milioni al Principato sarebbe stato troppo per un imprenditore che fa affari soprattutto grazie agli appalti pubblici. Un comportamento quantomeno indelicato. E allora Caroli ha raggiunto un accordo con il governo. Il costruttore ha rinunciato al risarcimento ma curerà il progetto, che sarà ridimensionato e non provocherà problemi all’evento più importante di Monaco. La controversia però non è finita qui, perché Patrice Pastor si è opposto a questa decisione e nel contenzioso giudiziario aperto per accaparrarsi il progetto, ha chiesto la ricusazione del presidente del Tribunale supremo, Didier Linotte, appoggiandosi proprio ai “Dossier du Rocher”, secondo i quali tra il giudice e il gruppo Caroli ci sarebbero stati legami che avrebbero leso l’imparzialità di Linotte. Ma la corte non gli ha dato ragione. Il “re di Monaco”, detentore di una fortuna valutata in 20 miliardi di euro si è dovuto piegare al gruppo concorrente. Un romano in Costa Azzurra L’uomo che lo ha battuto è Antonio Caroli, il secondo dei tre miliardari italiani (o di origine italiana) veri protagonisti di questa storia. Caroli è nato a Roma 76 anni fa. Nel 1974, quando aveva 27 anni, ha sposato a Helsinki, in Finlandia, la moglie Ulla Soderholm, e nel 1978 ha fondato a Montecarlo la prima società immobiliare di un gruppo che oggi conta più di 22 realtà. In questi anni il Groupe Caroli – il nome sotto il cui cappello sono raggruppate tutte le entità - ha realizzato 80 operazioni immobiliari a Monaco e in Francia, dove Caroli è il beneficiario effettivo di almeno altre sei imprese. Il primo edificio costruito è in realtà del 1976 ma da allora la famiglia italiana ha realizzato anche il Loews Hotel, oggi Fairmont, che gli appassionati di Formula 1 conoscono perché si trova esattamente accanto alla più famosa curva a gomito del circuito monegasco. E poi La Réserve e Le Mirabeau al Larvotto, il Monte-Carlo Palace sul Boulevard des Moulins, il Soleil d’Or alla Condamine, le Terrasses du Port a Fontvieille e lo Yacht Club, uno strano edificio che ha la forma di una nave. Una delle sue società, la Société Monégasque d’études et de travaux (Smetra) prenderà il nome di Caroli Bat nel 2017. A poco a poco ma con determinazione, Caroli – divenuto ormai miliardario – ha esteso il suo raggio d’azione nel Principato. Oggi il suo gruppo pubblica due giornali, Monaco Hebdo e l’Observateur de Monaco, ha un impianto per la stampa, si occupa di pubblicità e di comunicazione, di installazioni per eventi, di gastronomia e di sicurezza privata. I tentacoli dell’imprenditore romano arrivano quasi dappertutto e gran parte degli affari derivano dagli ottimi rapporti con lo Stato. Ecco perché sarebbe stato inopportuno per uno come lui accettare il risarcimento di 157 milioni e voltare le spalle – probabilmente – agli appalti pubblici nel Principato. Fuga da Sanremo E poi ci sono i Marzocco. Anche di loro c’è traccia praticamente dappertutto a Montecarlo. Davanti al Monte Carlo Bay Hotel & Resort, ad esempio, il gruppo Marzocco sta terminando la costruzione dell’enorme progetto immobiliare Testimonio II. Il nuovo quartiere comprende due torri alte rispettivamente 100 e 110 metri, con 378 appartamenti di proprietà statale. E poi altre 56 proprietà con cinque ville e una nuova sede della Scuola internazionale di Monaco che accoglierà 700 studenti. Costruzioni di extra-lusso, naturalmente. Il capostipite, Claudio Marzocco, famiglia di costruttori, fu rapito dalla ‘ndrangheta nel suo ufficio di Sanremo il 22 gennaio 1988. Ritornerà libero 15 giorni dopo. Aveva 29 anni e insieme alla famiglia decise di trasferirsi immediatamente a Montecarlo, dove fondò il gruppo che guida ancora oggi insieme al fratello, ai figli e ai nipoti. I Marzocco hanno legato il loro nome alla costruzione della Tour Odéon, l’edificio più alto di Montecarlo, una torre di 49 piani con la penthouse più cara del mondo, venduta a 300 milioni di euro. La famiglia ligure vanta ottimi rapporti con Flavio Briatore, con il quale era socia nella società lussemburghese Splendor Investments (chiusa alla fine del 2023), partecipata anche da Bioera, società italiana finita al centro delle cronache per i suoi problemi finanziari. Sempre con Briatore e con l’imprenditore Gabriele Volpi, i costruttori di Monaco erano soci in un’altra società lussemburghese, la Starfly. Più recente, sempre nel Granducato, è invece l’alleanza dei soliti Marzocco e Briatore con l’armatore Gianluigi Aponte (attraverso la Sas Shipping Agencies Services), con il manager Claudio Costamagna e con l’imprenditore Danilo Iervolino. Il gruppo di imprenditori è azionista della holding Cfh che controlla il 100% di Unopiù, brand di design nel settore dei mobili outdoor di alta gamma, uscito dal concordato preventivo nel 2022. Guadagni milionari Nella contesa fra i miliardari dell’immobiliare monegasco un punto a favore è andato alla famiglia Pastor. Perché alla fine il “Gruppo dei quattro” è stato disgregato. Claude Palmero è stato licenziato ma anche il capo di Gabinetto, Laurent Anselmi, ha lasciato l’incarico. Il presidente del Tribunale supremo, Didier Linotte, è ancora al suo posto, così come Thierry Lacoste, l’amico d’infanzia e avvocato. Ma Alberto II, che all’inizio non pareva convinto dalle accuse dei “Dossiers du Rocher”, sembra oggi schierato dalla parte opposta e avrebbe incontrato in segreto Claude Pastor due mesi prima del licenziamento di Palmero. Nel frattempo, è scoppiata anche guerra del web. Il contro-sito “Les Vrais Dossiers Du Rocher”, contesta la campagna del misterioso portale che ha dato il via allo scandalo. Non poteva mancare neppure il fronte giudiziario, con procedimenti contrapposti aperti fra Parigi e Montecarlo. La battaglia dei miliardari infuria ormai dappertutto. E si capisce il perché. In un documento dei “Dossiers du Rocher” si spiega che il costo di costruzione di un nuovo edificio è di 10mila euro al metro quadrato ma quello di vendita raggiunge i 60-80mila euro. Dedotte l’Iva e gli oneri di commercializzazione, il margine netto per ogni metro quadrato costruito è di almeno 35mila euro. Montecarlo è seduta sull’oro. E forse la spy story sulla Costa Azzurra non è ancora finita. Read the full article
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lamilanomagazine · 11 months
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Cagliari: esordisce con i saldi di giovedì 6 luglio Shopping sotto le stelle 2023
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Cagliari: esordisce con i saldi di giovedì 6 luglio Shopping sotto le stelle 2023. Il 6, 13, 20 e 27 luglio 2023 nelle vie Manno e Garibaldi e, novità 2023, corso Vittorio Emanuele II, i negozi restano aperti sino a mezzanotte. In occasione dell'inizio dei saldi estivi, Cagliari rinnova dunque l'appuntamento con “Shopping sotto le stelle”. Patrocinata dal Comune e realizzata dagli esercenti dello storico centro commerciale naturale cittadino, “oltre alla possibilità di fare buoni acquisti, la manifestazione offre, anche ai tanti visitatori e turisti che trascorrono a Cagliari le vacanze, spettacoli, musica, intrattenimento e visite guidate”, ha spiegato l'assessore Alessandro Sorgia. Infatti, il 7 e 9 luglio la piazza Del Carmine ospita Notti colorate, il cartellone (link più sotto) di spettacoli e animazione organizzato da Il crogiuolo, che si inserisce, appunto, nella manifestazione Shopping sotto le Stelle, voluta dall'Assessorato alle Attività Produttive e Turismo del Comune. “L'obiettivo è quello di rivitalizzare e valorizzare una spazio urbano multietnico, uno spazio urbano delle famiglie, uno spazio urbano dei bambini” ha rimarcato Rita Atzeri. Il programma dell'evento: Si parte, dunque, venerdì 7 luglio, alle 19.30, con NOTTE AZZURRA. A MUSICA SULLE RUOTE, con il sassofonista Juri Deidda (una produzione Palazzo d’Inverno in collaborazione con l’Ape Calessino Cagliari Touring), il compito di rompere il ghiaccio. “Musica sulle ruote’ è un progetto pensato per animare la città e portare artisti e concerti direttamente nel cuore del centro urbano. Un tour che sfrutta il palco mobile dell’Ape Calessino, un mezzo originale ed efficace per veicolare ovunque spettacoli e musica. Deidda è musicista, diplomato al Conservatorio di Cagliari, dal vasto repertorio, che spazia dalla musica pop alla classica, dal jazz allo swing. Alle 20 TRA IL SERIO E IL FACETO..., libero percorso narrativo scritto e interpretato da Manuela Loddo, che, prendendo spunto da testi arcaici e poco conosciuti o sconosciuti, lo rappresenta con forme espressive in stile di “giullarata”, assumendo modi e tempi narrativi per raccontar storia di storie remote, ma sempre attuali (produzione Art’In). A seguire, alle 20.30, SAPIENZE IN TRANSITO, un progetto realizzato con il sostegno dell’Arcidiocesi di Cagliari, Caritas Diocesana, nell’ambito del programma “Emergenza Ucraina”, una produzione per SdiT (Stazioni di Transito) PRM (Performing Radio Multiculturale) di Carovana SMI, con la direzione artistica e regia di Ornella D’Agostino. I laboratori multidisciplinari del programma “Sapienze in Transito” coinvolgono professionisti della comunità ucraina rifugiata in Sardegna, sono aperti a tutti e si svolgono in italiano, ucraino e inglese, per favorire l’interazione e lo scambio multiculturale. L’esito dei laboratori prevede la realizzazione di un’installazione performativa multidisciplinare da presentare in paesaggi urbani suggestivi di Cagliari. La città si trasforma grazie alle storie e alle sapienze in transito delle nuove cittadinanze che abitano la Sardegna contemporanea. In Piazza del Carmine si esibirà il gruppo “Danze in transito”, guidato da Fatima Dakik e Anastasiya Bogach. Si continua alle 21, per poi chudere la serata, con ECO DEL MONDO, performance site specific di Francesca Cinalli e Paolo De Santis, anche performer con Amalia Franco, musiche e paesaggi sonori live di De Santis, mentorship a cura di Ornella D’Agostino, una produzione della Compagnia Tecnologia Filosofica di Torino (oggetti di scena e costumi di Francesca Cinalli, marionetta realizzata da Amalia Franco, oggetti animati realizzati da Gianluca Vigone). Nell'eco della piazza di una città ideale, metafisica, un caleidoscopio sull'Adesso e sul senso del fare arte oggi, un’azione scenica fra poesia, musica, danza, movimento. In scena tre performer, Arlecchino senza parole che si specchia come nel celebre dipinto di Picasso, invitandoci a riflettere sulla fragilità della condizione umana dinanzi ai crocicchi della vita. Che fare davanti allo spettacolo del mondo frantumato? Ricostruire? Cosa può rinascere dalle macerie? Il progetto è stato selezionato dal Bando Cura 2022, che incentiva la crescita di artisti e artiste, con il sostegno di Officine CAOS/Residenza Arte Transitiva, Cross Project, Teatri di Vita. Domenica 9 luglio sarà NOTTE ROSSA. Alle 18 si comincia con ALTRO CHE WALT DISNEY, di e con Gloria Uccheddu, contrappunto musicale di Alberto Balia (produzione Le voci di Astarte). Un concerto dai sapori nostrani allieta il pubblico con musiche che richiamano suoni e ricordi della nostra Isola. Il musicista Alberto Balia è impegnato in un concerto che viene però improvvisamente interrotto… Una simpatica pantegana, attratta dai profumi che sente arrivare dalle strade della città e dalla gente, irrompe sulla scena, creando non poco disagio al musicista. L'animaletto racconta quello che le è accaduto proprio quella mattina al mercato quando, per saziare la fame incombente, decide di afferrare una preda, ma in un istante l’occhio della pescivendola cade su di lei e scoppia il pandemonio… Un soliloquio dell'animale meno amato dalla nostra civiltà pone il mirino dello sguardo del pubblico su un tema ricorrente ai nostri tempi: il razzismo. Uno spettacolo che fa divertire e contemporaneamente riflettere. Alle 19 sarà la volta di FABRIZIO DE ANDRE’: LE CANZONI DI UN POETA, un reading, su musiche di Faber, di e con Ivano Cugia, (Produzione La Bottega dei Teatranti). Lo spettacolo è una breve presentazione di un artista che ha lasciato un'impronta indelebile nella musica italiana. De Andrè è stato un cantautore, musicista e poeta che si è imposto con la sua voce intensa e malinconica e le sue liriche profonde e significative; ha abbracciato diversi generi musicali, spaziando dal folk al rock, dal jazz al blues, riuscendo a creare, con le sue melodie spesso semplici ma fortemen - te evocative, un suono unico che lo ha contraddistinto dagli altri artisti. Come è noto, le sue canzoni hanno affrontato temi universali come l'amore, la guerra, la povertà, l'emarginazione sociale, i diritti umani, sono state veicolo per esprimere il suo dissenso nei confronti dell'oppressione e delle ingiustizie e per far sentire la sua voce in difesa dei più deboli. LA DISTANZA DELLA LUNA è lo spettacolo con Marta Proietti Orzella che andrà in scena alle 20, tratto da Le cosmicomiche di Italo Calvino, musiche a cura di Alessandro Melis (produzione Teatro del Sale). In un altro tempo, in un universo dove comandano leggi di un’altra fisica, una terra e una luna sono tanto vicine da potersi quasi toccare. Gli abitanti di quel mondo salgono e scendono dal satellite giocando con una gravità un po' bislacca, a tratti simile, ma in fondo completamente diversa dalla nostra. Il protagonista di questa storia si chiama Qfwfq. Altro non si sa, non è nemmeno detto che sia un uomo. Non viene mai chiaramente detto chi era e com'era, ma solo che c'era, che era lì. Quanti anni ha? Dato che non c'è avvenimento di milioni o di miliardi di anni fa cui non abbia assistito, si deve calcolare che ha più o meno l'età dell'universo. Qfwfq non è nemmeno un personaggio, è una voce, un punto di vista, un occhio umano proiettato sulla realtà di un mondo che pare sempre più refrattario alla parola e all'immagine. La trama è semplice e bella. La Luna è vicina alla Terra, “L’avevamo sempre addosso, la Luna, smisurata”, così vicina che quando era plenilunio quasi si bagnava nel mare, perché anche le maree erano particolarmente alte, non quelle poche decine di centimetri a cui siamo abituati oggi. E se Terra e Luna si sfiorano, che cosa c’è di più naturale per Qfwfq se non prendere una scaletta, andar sotto la Luna con una barca e, proprio quando il satellite è alla massima vicinanza, salirvi agilmente sopra? Seguirà alle 21 BENEDETTA JUDIKISSA DI CAGLIARI, il reading/presentazione del libro di Rossana Copez (pubblicato da Janus Editore), lettura scenica di Elena Pau, accompagnata dalla chitarra di Roberto Deidda (produzione La fabbrica illuminata). Era il secolo tredicesimo. Benedetta, dei marchesi Obertenghi di Massa, era nata nel 1194 a Santa Igia. Sua madre era Adelasia, figlia del marchese Moroello Malaspina. Suo padre era Guglielmo, marchese di Massa e giudice cagliaritano. I primi “signori” continentali, che di fatto e di diritto si impossessarono di un giudicato sardo. “Re in Sardegna e cittadini a Pisa”, chiamò quei Pisani il poeta Giosuè Carducci. Benedetta è stata la prima donna Judikissa del Giudicato di Cagliari, e della storia della Sardegna. Aveva la sua capitale a Santa Igia e nel castello regnava con il marito e la corte. Aveva appena vent’anni quando, orfana di un padre severo e un po’ tiranno, in mancanza di fratelli maschi, si dovette accollare un compito così gravoso: reggere il giudicato di Cagliari. Pare di sentirla, la sua voce, un po’ tremolante, che grazie all’incresparsi della laguna, ogni sera, appena soffia un filo di vento, racconta una storia di amore e di folle passione, ma anche di subordinazione e di fragilità femminile. Era stata unita in matrimonio con Barisone de Serra, figlio del giudice Pietro d’Arborea. Erano l’unica speranza, quelle nozze, perché finissero le lotte che insanguinavano ormai da troppo tempo il territorio tra l’Arborea e il Cagliaritano. BAMBOLO DI BABBO, spettacolo comico-satirico di e con l’attore nuorese Mauro Salis (produzione Ilos Teatro), metterà il sigillo, alle 22, a NOTTI COLORATE in Piazza del Carmine 2023. Lo spettacolo esplora un mondo conosciuto, quello della coppia alle prese con la gestazione e la nascita di un figlio, facendolo osservare con occhi diversi e divertiti e spingendo ad afferrare il senso di un mondo reale che diventa surreale. Affrontare, in modo ironico e leggero, temi drammaticamente seri, non è mai facile. Salis ci riesce, conducendo, con un sorriso e una risata, a una seria riflessione, anche su argomenti delicati, legati alla storia delle donne. Partendo dalle false verità e le false credenze che esistono fin dai primissimi momenti della gravidanza (“se la pancia è a punta sarà sicuramente un maschio”), cerca di far emergere ed enfatizzare le contraddizioni e gli aspetti paradossali che costituiscono la base di un’educazione, una cultura e una società come la nostra che ancora fatica a riconoscersi e mostrarsi tollerante. Dal 13 luglio sono inoltre disponibili per chi volesse approfondire la conoscenza della città, visite guidate attraverso i quattro quartieri storici di Villanova, Stampace, Marina e Castello. Gli itinerari sono disponibili nel sito di http://www.nadirsardinia.com . Alla conferenza stampa di oggi, mercoledì 5 luglio 2023, in piazza Del Carmine anche Stefano Rolla. “Probabilmente estenderemo la manifestazione anche al mese di agosto" ha annunciato il presidente dell'associazione Strada facendo che riunisce esercenti del Centro commerciale naturale di Cagliari Novità di questo 2023 “i negozi resteranno aperti sino a mezzanotte anche nel Corso Vittorio Emanuele II”.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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redsnowdrop · 1 year
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Storia vera.
Esco di casa, in un pomeriggio che quasi si vergogna a darsi l'aria da estate, con il computer nello zaino.
Da qualche giorno, ha una ventola che soffia come il motore della Ritmo azzurra dei miei nonni. Quel gioiellino che passavi per Mazzetta e si giravano tutti, manco fosse una Lamborghini.
Lo porto al rivenditore autorizzato, dopo aver controllato attentamente su internet. Questo computer mi è costato molto. "Ci lavoro" mi sono detto, comprandolo. Per questo, voglio che sia sempre in ordine. Più in ordine del portafoglio, dunque.
"Buonasera" dico. "Ho visto che siete rivenditori autorizzati ASUS..
II
"Sì"
"Bene, ho il pc con qualche problema. La ventola fa un rumore tremendo e si è molto rallentato. L'ho comprato lo scorso anno. E ancora in garanzia...
Il tipo annuisce.
lo intanto mi levo lo zaino dalle spalle. Apro la cerniera.
Afferro il computer e lo metto sul bancone.
"Ma è un HP..." mi dice.
Lo riprendo, lo rimetto nello zaino. Chiudo la cerniera.
"Mi scusi. Questa conversazione facciamo che non è mai esistita. Grazie.
Ed esco.
Fonte: spezzino vero
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Sulle alture di Bordighera e Sanremo si trova uno dei borghi più caratteristici e ricchi di storia di tutta la Liguria, si tratta di Seborga, la sua storia affonda le radici nel medioevo e da anni rivendica la sua indipendenza dichiarandosi Principato.
La prima traccia storica di Seborga si ha con un atto del 954 in cui il Conte di Ventimiglia cede il territorio di Seborga all’abazia che sorge sulle isole Lerino di fronte a Cannes in Costa Azzurra.
I monaci furono i Principi di Seborga fino al 1700 quando il territorio fu venduto all’allora Re di Sardegna Vittorio Amedeo II il quale acquistò Seborga come possedimento personale e non per annetterla al Regno di Sardegna.
Giorgio Carbone, appassionato di storia si accorse che gli atti di annessione di Seborga al Regno d’Italia prima e alla Repubblica Italiana dopo non erano legittimi e dagli anni ’60 portò avanti la causa dell’indipendenza del Principato di Seborga prendendo il nome di Giorgio I Principe di Seborga.
Ad oggi il Principato di Seborga continua la sua battaglia per venir riconosciuto grazie all’impegno della Principessa Nina, prima donna a ricoprire questo ruolo.
Edificata nel 1615 in chiaro stile Barocco è un piccolo gioiello di architettura ligure, fu infatti progettata dall’architetto Genovese Arturo Fieschi, sul sagrato antistante la chiesa, realizzato con piccole pietre e visibile la croce dell’ordine dei Cavalieri Templari.
Buongiorno e buon venerdì a tutti voi, cari amici, da Seborga!! 🇮🇹❤👏👋
On the heights of Bordighera and Sanremo there is one of the most characteristic villages rich in history in all of Liguria, it is Seborga, its history has its roots in the Middle Ages and for years it has claimed its independence by declaring itself a Principality.
The first historical trace of Seborga can be found in a deed dated 954 with which the Count of Ventimiglia ceded the territory of Seborga to the abbey which stands on the Lérins islands opposite Cannes on the French Riviera.
The monks were Princes of Seborga until 1700 when the territory was sold to the then King of Sardinia Vittorio Amedeo II who bought Seborga as a personal possession and not to annex it to the Kingdom of Sardinia.
Giorgio Carbone, a history buff, realized that the acts of annexation of Seborga first to the Kingdom of Italy and then to the Italian Republic were not legitimate and from the 1960s he carried on the cause of the independence of the Principality of Seborga taking the name of Giorgio Prince of Seborga.
To date, the Principality of Seborga continues its battle to be recognized thanks to the commitment of Princess Nina, the first woman to hold this role.
Built in 1615 in clear Baroque style, it is a small jewel of Ligurian architecture, it was in fact designed by the Genoese architect Arturo Fieschi, in the churchyard in front of the church, built with small stones and the cross of the order of the Knights Templar is visible.
Good morning and happy Friday to all of you, dear friends, from Seborga!! 🇮🇹❤👏👋
Grazie: Complimenti a📷@instagram.com/francescabologni 💚🤍❤️
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jacopocioni · 1 year
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Tutti gli UFO sopra Firenze dalla guerra ad oggi: 1954 6° parte
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Ci credete? Non ci credete? Poco importa. Il fenomeno ufologico è vecchio quanto il mondo. Gli avvistamenti, reali, finti, "costruiti" nel mondo sono innumerevoli e su Firenze e provincia non mancano. Questa è un piccola rubrica per citare gli avvistamenti registrati su Firenze e provincia dal 1946 al 1980, se poi qualcuno ha a disposizione anche quelli successivi, e ce li fornisce, potremmo pubblicare anche quelli dal 1980 in poi. Questo l'articolo precedente: Tutti gli UFO sopra Firenze dalla guerra ad oggi: 1954 5° parte Il 1954 è stato un anno particolarmente prolifico per gli avvistamenti UFO su Firenze e provincia, tanto da dividere in più parti la loro segnalazione. Questa è la sesta parte ed ultima. Il 29 ottobre 1954 dalle 15.30 alle 16.45 sopra il cielo di Settignano caduta di bambagia, lo riporta AA. VV., UFO in Italia - vol. II - L'ondata 1954, Tedeschi 1980, p. 275. Svariate persone, ma lo riporta il signor Bruno Sarti residente a Settignano, osservarono per oltre un'ora una ininterrotta caduta di "bambagia vitrea" di colore bianco. I batuffoli di bambagia appena toccavano terra si contraevano e cambiavano forma.  Talvolta assumevano la forma di una "palla da gioco". Coloro che hanno provato a toccarli raccontano che la bambagia si rimpiccioliva diventando sempre più impalpabile fino a volatilizzarsi. Contemporaneamente fu segnalata una pioggia simile a Rifredi, Prato e Campi Bisenzio, dove caddero "agglomerati" spiraliformi che si modificavano appena giunti a contatto con il suolo o con gli alberi.[ Sempre il 29 ottobre 1954 verso le 18.10 sopra il cielo di Firenze nella zona di Rifredi viene avvistato un oggetto, lo riporta AA. VV., UFO in Italia - vol. II - L'ondata 1954, Tedeschi 1980, p. 276 Viene avvistato un oggetto di colore rossastro. Il 30 ottobre 1954 sopra il cielo di Firenze furono visti svariati oggetti volanti, lo riporta La Nazione del 31-10-1954. In quella giornata furono segnalati i passaggi di diversi oggetti volanti sul cielo fiorentino. Alcuni isolati altri a coppie ed altri ancora in formazione serrata. Sono state descritte come "uova bianchissime", da una voce femminile che  telefonò alla redazione de La Nazione. Sembra anche che un operatore cinematografico sia riuscito a riprendere gli strani ordigni che solcavano il cielo. Il 3 novembre 1954, nella notte verso le 5.30, sopra il cielo di Firenze furono avvistati degli "arnesi", lo riporta La Nazione del 03-11-1954; AA. VV., UFO in Italia - vol. II - L'ondata 1954, Tedeschi 1980, p. 313 Piero Giampieri che era assieme ai genitori attraversava, su una motocicletta, il ponte alla Carraia e vide due o tre di "quegli arnesi" o di "quelle cose" luminose, fatte come "bachi di color bianchiccio" volare al di sopra del cielo delle Cascine. A velocità vertiginosa gli oggetti passarono in pochi secondi su Firenze dirigendosi verso San Niccolò quindi da Ovest ad Est). Al La Nazione viene anche riferito che diverse persone avevano notato dei "dischi" mentre si trovavano in piazza Stazione. Il 4 novembre 1954, verso le ore 18.45, sopra il cielo fiorentino furono visti oggetti rossi, lo riporta Spazio e Vita, vol. II, n. 1 - genn./febbr. 1959, p. 5; AA. VV., UFO in Italia - vol. II - L'ondata 1954, Tedeschi 1980, p. 317. Il pittore Mario Romoli, che nel 1974 abitava in via dei Serragli 113, vide uno o più oggetti di colore rosso attraversare il cielo da nord a sud con velocità vertiginosa, lasciando una scia argentea o azzurra chiara. Dell'avvistamento il Romoli scattò anche delle fotografie. Al fatto assistettero numerose altre persone, che descrissero più o meno le stesse cose in riguardo all'avvistamento. Tra queste vi erano: il maestro Alberto Cocchieri e il signor Pettini, i quali videro un "sigaro" luminoso in via dei Pucci; il giovanissimo Paolo Muci, residente in viale Mazzini 59, il quale vide da via Mannelli il "disco" descritto come "un fuoco d'artificio"; Attilio Pluda segnalò l'osservazione da via Mameli; la moglie di un capo stazione mentre attendeva il filobus in piazza San Marco; Gianfranco Valloni, residente in via del Ghirlandaio 70 ed Alberto Dolara, residente in via Sella 5, che lo osservarono da piazza della Stazione; la signora Titti Cunoli e la signora Salmon da piazza SS. Annunziata; Paolo Pagni da via Massaia; la signorina Liliana Bruni nell'atto di guardare verso il piazzale Michelangelo; un certo Bertagna da via della Fonderia; Mario Beda mentre percorreva via Landucci; il rag. Franciolini dall'autostrada, in ritorno da viareggio verso Firenze; Sergio Innocenti da piazza del Duomo; l'ing. Giuseppe Checcucci, residente in viale Lavagnini 24, mentre rientrava da Empoli percorrendo via Pisana e la signora Giuseppina Trombetti, dimorante in via Ghibellina 32, i quali, tutti, resero analoga testimonianza. Il 23 novembre, verso le 15.00 sopra il cielo di Firenze furono visti dei "dischi", lo riporta Il Mattino del 24-11-1954; Dossier UFO 1954 del gruppo di ricerca Solaris di Napoli. Numerose persone che si trovavano sui lungarni, osservarono, in una giornata limpidissima, il passaggio nel cielo di cinque dischi provenienti da Nord-Est e diretti verso Sud. I dischi apparvero improvvisamente dalla parte di Prato, volando in perfetta formazione a 4000 metri di quota e lasciando dietro di loro una scia bianchissima. Ad un certo punto, quando si trovarono sul piazzale Michelangelo, due di essi dirottarono ed in seguito ripresero il loro posto. L'aeroporto di Peretola non rilevò nessuna segnalazione relativa al transito di aerei, mentre l'osservatorio astrofisico di Arcetri osservò il passaggio dei corpi. Il 28 novembre sopra il cielo di Figline Valdarno fu visto un oggetto, lo riporta Perego Alberto, Rapporto sull'aviazione elettromagnetica, Alper, Roma 1957. Avvistato oggetto volante non identificato. Nessun dato. Il 3 dicembre 1954 sopra il cielo di Firenze fu avvistato un "pallone", lo riporta AA. VV., UFO in Italia - vol. II - L'ondata 1954, Tedeschi 1980, p. 465. In un giardino di via Celso, appartenente alla signora Lisa Ciolli, una certa Marilena Gori, che abitava al n. 7 della stessa strada, vide cadere su un pero un "grosso pallone di gomma plastica, bianchissimo e trasparente come nylon", avente il diametro di circa 3 metri. Ancora gonfio, l'oggetto fu portato dal dr. Trodella, dirigente del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Rifredi, e fu constatato che si trattava di un sottile tessuto di gomma non recante però, come d'uso per i palloni sonda, numeri o iniziali di enti militari e nemmeno la dicitura "Esercito Italiano". Gli addetti all'aeroporto di Peretola dissero che in Toscana non era stato lanciato di recente nessun pallone sonda. Si sparse comunque la voce, senza peraltro conferma alcuna, che un "disco volante" avvistato a Milano, passando su Firenze, avesse sganciato tale specie di pallone. Read the full article
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VENERDÌ 07 OTTOBRE 2022 - 🔸 BEATA VERGINE MARIA DEL ROSARIO 🔸 La Madonna del Rosario è una delle tradizionali e più celebri e importanti raffigurazioni nelle quali la Chiesa cattolica venera Maria: la Vergine è rappresentata con una veste azzurra e una corona del Rosario tra le mani. Si tratta di una rappresentazione particolarmente frequente nella devozione dopo la Controriforma, la cui iconografia è ripresa da quella, più antica, della Madonna della cintola. L'origine della Madonna del Rosario è stata attribuita all'apparizione di Maria a San Domenico nel 1208 a Prouville, nel primo convento da lui fondato. La Chiesa cattolica celebra la festa della Madonna del Rosario il 7 ottobre di ogni anno. Questa festa fu istituita con il nome di "Madonna della Vittoria" da papa Pio V a ricordo della battaglia di Lepanto, svoltasi appunto il 7 ottobre del 1571, nella quale la flotta della Lega Santa (formata da Spagna, Repubblica di Venezia e Stato della Chiesa) sconfisse quella dell'Impero ottomano. Il successore, papa Gregorio XIII, la trasformò in festa della "Madonna del Rosario": i cattolici attribuirono il merito della vittoria alla protezione di Maria, che avevano invocato recitando il Rosario prima della battaglia. Nella basilica di Pompei – città la cui patrona è proprio la Madonna del Rosario – si conserva una tela attribuita alla scuola di Luca Giordano, di non eccelso valore artistico e restaurata, ma di notevolissimo valore spirituale e taumaturgico poiché oggetto di culto molto intenso e diffuso, con pellegrinaggi che si concentrano durante le due suppliche: l'8 maggio (l'8 maggio 1876 ebbe inizio la costruzione della basilica) e la prima domenica di ottobre. Il noto Santuario è mèta di oltre 4 milioni di pellegrini l'anno che giungono a Pompei per venerare la Madonna del Rosario. Sia papa Giovanni Paolo II, sia papa Benedetto XVI, sia papa Francesco si sono recati a Pompei per dimostrare il loro affetto e il loro amore verso la Madonna del Rosario. Altro Santuario un tempo meta di molti pellegrinaggi, è quello di Cruillas (Palermo) dedicato anch'esso alla Madonna del Rosario. #Tradizioni_Barcellona_Pozzo_di_Gotto_Sicilia #Sicilia_Terra_di_Tradizioni (presso Pozzo di Gotto) https://www.instagram.com/p/CjaRot9MbdZ/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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ochoislas · 2 years
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DESDE LA PLAYA
I
Hay sobre el mar del todo abonanzado un tremolar que casi es una urdimbre, y en el confín un atrio desolado, albas columnas de un candor que ofusca:
una ruina blanca y solitaria donde el aire y agua son un mismo azul.
Despacio, el mar en calma del verano canta su historia en dilatados sorbos.
II
¡Oh blanco templo que a la luz diáfana creí distinguir! ¿adónde te escondiste? Negras e inertes, dos barcas se tienen, las dos al pairo en medio de lo inmenso.
Y las dos barcas son dos ataúdes a la deriva por el mar sin término;
y el mar resbala tenue en la ribera, plañéndolas en la estival bonanza.
*
DALLA SPIAGGIA
I
C’è sopra il mare tutto abbonacciato il tremolare quasi d’una maglia: in fondo in fondo un ermo colonnato, nivee colonne d’un candor che abbaglia:
una rovina bianca e solitaria, là dove azzurra è l’acqua come l’aria:
il mare nella calma dell’estate ne canta tra le sue larghe sorsate.
II
O bianco tempio che credei vedere nel chiaro giorno, dove sei vanito? Due barche stanno immobilmente nere, due barche in panna in mezzo all’infinito.
E le due barche sembrano due bare smarrite in mezzo all’infinito mare;
e piano il mare scivola alla riva e ne sospira nella calma estiva.
Giovanni Pascoli
di-versión©ochoislas
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juliepunkbabe · 2 years
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Liguria, amore mio. Olympus mju II, kodak gold 200, Rapallo, May 2019.
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unmra · 2 years
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UNMRA’S BLOG
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— im azzurra, i go by she/they, english is not my first language, i opened this blog just because i was bored so i don’t really pressure myself to post.
RULES — i.
MASTERLIST — i. ii. iii.
WORKS IN PROGRESS — [ three ]
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thebeautycove · 3 years
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CHANEL - CUIR DE RUSSIE - Les Exclusifs de Chanel - Eau de Parfum -
No one can judge me. I’m history. But here and now I’m in glory.Time and space are blurred. Do not assume you’re wearing this fragrance. Cuir de Russie wears you. According to Chanel grandniece Gabrielle Palasse-Labrunie, Coco favorites fragrance were N.5 and Cuir de Russie.Well, how to blame her?
•••••
CUIRS | CAPITOLO V
Chanel. Cuir de Russie. Il sublime reso fragranza.Poche parole per definire questo capolavoro. Nessun giudizio, solo la storia che lo accompagna e un invito a voi che leggete. Fatelo vostro.È arte. È storia. È il migliore investimento che possiate fare per compiacervi e sentire l’emozione in un respiro. Cuir de Russie vide la luce nel 1927, creato da Ernest Beaux dopo il mitico 5 del 1921, il 22, Gardenia e a seguire Bois des Iles. All’epoca Coco frequentava una ristretta cerchia di amici russi, da Diaghilev a Stravinsky e fu il granduca Dimitri Pavlovich, cugino dello Zar Nicola II, a presentarle Beaux nell’estate del 1920 in Costa Azzurra. Incontro fatale che segnerà la storia della Profumeria. Per Cuir de Russie immaginò l’estasi amorosa di Coco e Dimitri, i loro incontri passionali, le lenzuola profumate col 5 e gli stivali di cuoio di lui lustri di catrame di betulla con il loro aroma penetrante. Come in un turbinio osmotico di pelle e sensi le aldeidi bucavano l’aria scintillando su fiori vellutati sottilmente indolici, l’iris trapelava nostalgico, la nota cuoio morbida balsamica ambrata schiudeva orizzonti infiniti, tabacco e resine definivano l’allure animalica, provocante, calda e sensuale ma al contempo di rara raffinatezza. Jacques Polge ha attualizzato la composizione nel 1983, rimanendo fedele alla partitura di Beaux, precise e splendenti le aldeidi nel bouquet di fiori bianchi soavemente carnali, più tono all’iris dall’aura maliziosa e romantica. Appare chiarissima e nobile l’eleganza del cuoio, scuro morbido tattile, una nappa extrafine che pare spalmata sulla pelle mentre, nel sontuoso finale, dove legni, tabacco e resine odorano di mistero e voluttà, ci si perde per incantamento. Toccante e suggestiva, sa di crepuscolo, di cieli ambrati dove far galoppare i pensieri, racconta passioni ancora vive e promesse che sono state mantenute. Da brivido caldo. Come tutte le fragranze della collezione Les Exclusifs de Chanel, Cuir de Russie è disponibile nel formato 75ml e 200ml presso le Fragrance & Beauty Boutique Chanel e online
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Il Cuoio di Russia, perchè è così pregiato?  
il mitico cuoio russo, cuoio imperiale amato dagli zar e dalla nobiltà europea, veniva, come si evince dal nome, prodotto in Russia nei territori di Kazan e Astrakan.  Le pelli bovine erano sottoposte ad una concia vegetale a base di tannini e cortecce (quercia, betulla e altre specie endemiche) che rilasciava un odore pungente molto caratteristico, dovuto alle essenze contenute nella corteccia di betulla e all'utilizzo di catrami vegetali. Il cuoio di russia richiede lunghi tempi di lavorazione, anche oltre l'anno, viene sottoposto a maturazione in fossa per circa sei mesi in un'infusione alcolica con betulla, salice e quercia da cui si ottiene un pellame unico e inimitabile. Robusto, durevole nel tempo, flessibile, resistente, idrorepellente, antimuffa e anti-insetti, questo nobile cuoio fu impiegato per molteplici usi, dagli interni delle carrozze, alla valigeria e persino per accessori e stivali dell'esercito russo.Spazzato via dalla Rivoluzione Russa e industriale (1917), è ancora oggi ritenuto un pellame di assoluto pregio, inconfondibile per la solidità, la trama robusta e il suo aroma sottilmente catramoso. Pelle da intenditori.
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©thebeautycove
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winckler · 3 years
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Don Chisciotte
I
Sulla città silenzi improvvisi.
Varchi con un sorriso indefinibile i confini: sai le spine di tutte le siepi.
E vai, oltre i fiati caldi degli uomini, il sonno dopo gli amori, l’affanno e la prigionia.
Su la petraia che è azzurra come le corolle del lino, liberata canti correndo:
ma chiudi gli occhi se in fondo al cielo le ali bianche dei mulini si dilacerano al vento.
II
Fioche dalla terra brulla ti giungono grida atterrite:
mentre seguita su l’ala immensa a rotare la tua crocefissione.
– Antonia Pozzi
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chez-mimich · 3 years
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OUVERTURE”, BOURSE DE COMMERCE, COLLECTION PINAULT (II PARTE)
(Segue) Dopo la gigantesca tela di Martial Raysse con una delle sue mitologie contemporanee, in questo caso una spiaggia della Costa Azzurra, cominciamo a salire nei piani della rotonda per calarci nel cuore della collezione cominciando dal livello uno con una strabiliante serie fotografica di Michel Journiac le “24 heures d’une femme ordinaire”, che in realtà di ordinario non ha proprio nulla, poiché la donna colta nei vari momenti di una giornata, è in realtà un uomo. Ma è chiaro che se siete visitatori alla ricerca dell’ordinarietà, questo luogo non fa per voi. Lo si percepisce benissimo anche dalle glaciali fotografie di bicchierini di plastica per il caffé di Louise Lawler, uno per ogni rappresentante dei deputati di Capitol Hill eletti sotto l’amministrazione Regan: identici, conformi e uniformi, “Helms Amendament”, prende il nome dal senatore americano che con un emendamento abolì l’assistenza agli stranieri per l’aborto. Come si vede cambiano i tempi, ma le ingiustizie razziste sembrano essere sempre le stesse. Altrettanto straordinarie, anche se molto più narrative le fotografie di Sherrie Levine, le inquiete ed inquietanti donne di Cindy Sherman, il West di Richard Prince, il glamour poco glamour di Martha Wilson. Col secondo livello si apre una grandiosa visione sulla “pittura” contemporanea, ne avevo fatto cenno in un precedente post: la pittura è tornata con rinnovata forza sulla scena dell’arte internazionale e non da ora. La Collection Pinault contiene pezzi incantevoli della “nuova pittura mondiale”. A cominciare dal pittore fotografico (o fotografo pittografico), Rudolph Stingel, con le sue grandissime tele che ammiccano ad un “sublime” tutto contenuto nella figura umana. Ci accompagnano lungo il percorso le poltroncine elaborate di Tatiana Trouvé, sulle quali sono appoggiati oggetti che sembrano abbandonati o dimenticati. Impossibile citare tutti gli autori, Xinyi Cheng, l’immenso Peter Doig con la sua pittura iconica, le figure spettrali e le variazioni sul teschio umano di Marlene Dumas. Poi le “nigrizie” pittoriche di Kerry James Marshall, le anatomie grossolane dei nudi di Ser Serpas, tanto ammiccanti a Lucien Freud e allo stesso tempo così pregne di novità stilistica, le adolescenze incerte di Claire Tabouret, gli umani astratti di Lynette Yiadom-Boakye, le fantasmatiche apparizione delle “sinopie” pittoriche di Miriam Cahn, il simbolismo primitivo di Antonio Oba, gli sguardi vacui e inutili del grande Luc Tuymans, e poi ancora l’iperrealismo sfatto di Martin Kipperberger, le desolazioni umane di Florian Krewer, le sculture fuori misura di Thomas Schütte, che per qualità nulla hanno da invidiare a quelle della concorrente collezione della Fondation Vuitton. È tutto? No, resta la fantastica mostra temporanea con l’opera di quel raccoglitore di reperti umani che è David Hammons, che occupa una buona fetta del piano terra. Ma manca ancora qualcosa: i piccioni di Maurizio Cattelan che anche qui, come nello spazio del Pirelli Hangar Bicocca, guardano i visitatori stando appollaiati sul un cornicione interno dell’immensa cupola. È tutto? Non ancora, l’installazione iper tecnologica di Pierre Huyghe e per finire l’antica colonna-faro all’eterno della Bourse affidata ad un genio della luce quale è Philippe Parreno. Ora non avete più alibi: se da troppi anni non siete tornati a Parigi, approfittate di questa ennesima meraviglia per programmarvi un soggiorno. Se Parigi non la conoscete, allora anche le mie parole sono inutili…
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