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#Comune di Torino
italian-malmostoso · 5 years
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Ma che bella la decrescita felice!
Ma quanti posti di lavoro e di nuove opportunità sta portando a Torino, Roma ed alle altre città amministrate dai 5 Stelle!
Ma, soprattutto, quanti numerosi consensi questa politica sta portando al movimento partito dei no, no sempre, no senza se e senza ma!
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ultimavoce · 5 years
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Macachi di Torino, Università accusata da Lav ed Essere Animali
Cosa sta dietro alla sperimentazione dei macachi di torino? Violenza, crudeltà ed egoismo.
Mobilitazioni e indegno dopo la scoperta delle sperimentazioni e dei maltrattamenti subiti da alcuni macachi presenti nel dipartimento di psicologia dell’Università di Torino.
A scoprire queste violenze sono state le associazioni Essere Animali e Lav, le quali, dopo aver ricevuto varie segnalazioni, hanno deciso di mandare alcuni collaboratori sotto copertura per riprendere e fotografare ciò che…
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gaiaitaliacom · 7 years
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Chiara Appendino: "In piazza San Carlo qualcosa non ha funzionato". Se n'è accorta...
Chiara Appendino: “In piazza San Carlo qualcosa non ha funzionato”. Se n’è accorta…
di Giancarlo Grassi         Chiara Appendino si è accorta, il maledetto sonno che genera mostri!, che “qualcosa non ha funzionato”. E meno male che è stato solo qualcosa sennò i feriti invece di 1500 sarebbero stati 30mila, ed ha dichiarato, la buona Sindaca che ha restituito la delega alla Sicurezza. Ci “assumeremo le nostre responsabilità”, perché il plurale maiestatis è d’obbligo. Appendino…
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elettrisonanti · 3 years
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🎥#elettritv💻📲 #NOTAV #Valsusa: Per difendere gli interessi della TELT Tunnel Euralpin Lyon Turin SAS, societa’ anonima con sede a Le Bourget-du-Lac, presieduta da Hubert Du Mesnil, 50% dello Stato della Repubblica Francese (Ministère de l'Économie et des Finances) e il 50% delle Ferrovie dello Stato Italiane, che si occupa dei lavori per la costruzione della galleria di base di 57,5 Km – Tunnel Euroalpin – sotto al Mont Cenisio, i dipendenti statali della pubblica sicurezza dei reparti antisommossa dei Carabinieri del 3° Reggimento Lombardia e della Polizia di Stato della questura di Torino hanno sgomberato con violenza nella notte tra Lunedi e Martedi 12 aprile 2021 il Presidio ex-autoporto di San Didero abbandonato da 40 anni, dove tra l’altro sarebbero occultati rifiuti tossici in fusti nel terreno, nel comune di San Diderio, occupato dagli attivisti #NoTav dal 2005. Per militarizzare i cantieri TELT ha chiesto 5.156 953.00 € MILIONI DI EURO PUBBLICI per interventi di sicurezza, durante lo sgombero e' gia' stata disboscata l'area dell'ex autoporto, presumibilmente con mezzi meccanici. I reparti antisommossa della Polizia di Stato e dei Carabinieri hanno sparato gas lacrimogeni tossici per la salute umana ad altezza uomo, tra le abitazioni, caricando violentemente il corteo No Tav Notavinfo Notav anche con idranti senza considerare le basse temperature invernali dovute al cambiamento climatico e l’emergenza sanitaria Covid19. Nel comune di San Didero in Valsusa al presidio dell’autoporto lacrimogeni sparati ad altezza uomo, avrebbero colpito il volto di Giovanna Saraceno attivista del Centro Sociale, Spazio Antagonista Newroz di Pisa, provocandole due emorragie cerebrali e plurime fratture al volto.
Dana Lauriola, storica esponente del centro sociale Askatasuna, portavoce del movimento No Tav e' agli arresti domiciliari, stava scontando in carcere da alcuni mesi, 2 anni di condanna definitiva per l’iniziativa No Tav del 2012 chiamata “Oggi Paga Monti" insieme a Nicoletta Dosio. Fabiola de Costanzo, attivista No Tav, anchessa condannata si trova ancora nella casa circondariale Le Vallette di Torino.
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killiandestroy · 4 years
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il mistero di come in sala puntualmente prendiamo o tg piemonte o lazio ma mai MAI lombardia - ovvero la regione dove a quanto pare in teoria vivo
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Come già avevo anticipato......
Come già avevo anticipato……
Elezioni politiche, accordo tra Mattarella e i partiti: scioglimento Camere dopo Natale e si andrà al voto il 4 marzo
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Gentiloni non si dimetterà: resterà in carica per gli affari correnti. Pronto a rimanere a Palazzo Chigi nel caso in cui dopo le urne risulti difficile la formazione di un nuovo governo.
La tappe ora sono decise. Scioglimento delle Camere tra Natale e Capodanno, dopo il varo…
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madziy · 2 years
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Cesare Pavese, Lettera a E. (1932)
Sono stato male tutto il giorno a non vederti sulla strada di Crevacuore. E., com’è brutta Torino. E il più triste di tutto questo è che ci dimenticheremo, senza esserci quasi nemmeno conosciuti. Non so quel che tu veda in me, ma io indovino in te un miracolo di femminilità e di tenerezza, che, come si è formato avanti agli occhi a poco a poco in tutta l’estate, così ora colla medesima lentezza andrà svanendomi nelle nostre lettere. E., ho paura che i nostri ultimi giorni di * – li dimenticheremo mai? – siano stati come una crisi, un punto massimo, oltre il quale non andremo.
Questo per ora è un pensiero che mi dispera, ma il giorno in cui mi lascerà indifferente ci pensi, E.? Non è la disperazione, la sofferenza, che ci deve far paura – questo è nulla, è anzi ciò che ci può rendere più meraviglioso un altro incontro – ma il momento che non soffriremo più, che non ce ne importerà più, questo è il terribile.
E pensare che probabilmente noi tra poco dovremo perderci, senza quasi esserci conosciuti, senza sapere di noi più che uno sguardo, un bacio alle dita, qualche carezza.
Che cosa pensi tu, E.? Perché tremi quando sono con te? Cosa c’è dentro ai tuoi occhi quando mi guardi sorridendo e poi ti fai seria, quasi ostile, e poi torni a sorridere? Queste cose le perderò senza averle mai conosciute.
Io d’amore non so piangere E. – piango a sentire un’ingiustizia, una crudeltà, un dolore di bambino – e non posso nemmeno consacrarti delle lacrime per tutto il dono immenso che hai fatto a me in questi giorni. Piangerò forse quando ripenserò – e sarà tardi – al tesoro di quell’amore sprecato così, per uno che non ne vale la pena: tant’è vero che lo lascia ora morire senza nemmeno commuoversi, senza tentare di far nulla per conservarselo, meritarselo.
Ma che altro potremmo fare? È inutile mentire: in amore conta il corpo e il sangue, conta la stretta, la vita, e noi dobbiamo star staccati, dobbiamo avere giudizio, ragionare; mentre la ragione non conta dinanzi alla vita.
Tu sprechi il tuo amore, E. Io non so di volerti bene se non ti sono stretto vicino, e questo temo voglia dire che non ti voglio quel bene che tu desideri.
Ma di una cosa sarò gioioso, se non temessi che tutto fosse per finire con quello: i nostri pomeriggi a * a guardarci negli occhi e carezzarci. Quelli non li dimenticherò mai. Fa, E., che tutto non finisca qui: dammi una probabilità di amarti meglio, di esserti più fedele nei miei pensieri, più degno di te!
Se mi scriverai, devi giurarmi che a Bra staremo sempre insieme senza stancarci.
Ma dove andremo a finire E.? C’è qualcosa di più assurdo dell’amore? Se lo godiamo fino all’ultimo, subito ce ne stanchiamo, disgustiamo; se lo teniamo alto per ricordarlo senza rimorsi, un giorno rimpiangeremo la nostra sciocchezza e viltà di non avere osato. L’amore non chiede che di diventare abitudine, vita in comune, una carne sola di due, e, appena è tale, è morto. A pensarci, si viene matti! È inutile, l’amore è vita e la vita non vuole ragionamenti. Ma possiamo noi lasciarci andare giù così alla disperata? Dove andiamo a finire? Non so trovare parole di conforto per te che valgano, se non ricordarti quel giorno che eravamo stretti insieme, in piedi, e pareva che uno dei due dovesse condurlo a fucilare e invece era tutta gioia. Ricordami quell’attimo, E., se mi scrivi, e dimmi di quando saremo a Bra.
Ti bacio così, come vuoi tu, anche se sei stata cattiva a non venire sulla strada di Crevacuore.
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sayitaliano · 2 years
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Regioni, Province, Comuni
Italy is a Republic made of 5 constitutive elements: Regioni, Comuni, Stato, Province and Città Metropolitane.
The Stato Italiano (Italian Nation/Country) is divided into 20 Regioni, basically 20 big districts (see pic below): Valle d'Aosta, Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Trentino-Alto-Adige, Friuli-Venezia-Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, and the two big islands Sicilia and Sardegna.
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Each of these Regioni has a Capoluogo di Regione (Chief place of the region/district), which generally is the most important city of that district (the most populated as well) in which there are the all the offices that control the whole area and connect it directly with the Stato's ones.
Here the Capoluoghi di Regione for each region:
Valle d'Aosta (Aosta), Lombardia (Milano), Piemonte (Torino), Liguria (Genova), Veneto (Venezia), Trentino-Alto-Adige (Trento), Friuli-Venezia-Giulia (Trieste), Emilia-Romagna (Bologna), Toscana (Firenze), Marche (Ancona), Umbria (Perugia), Lazio (Roma), Abruzzo (L'Aquila), Campania (Napoli), Molise (Campobasso), Puglia (Bari), Basilicata (Potenza), Calabria (Catanzaro), Sicilia (Palermo) and Sardegna (Cagliari).
There are 5 Regioni a Statuto Speciale (meaning that they can control themselves also in order to provide to the minorities on their soil. They basically can keep a bigger amount of taxes and can use it for school, health and other needs, while the other Regioni have to ask the State). These Regioni are Sicilia, Sardegna, Friuli-Venezia-Giulia, Trentino-Alto-Adige (also to protect the German speaking minority; btw it has the two Province autonome Trento and Bolzano as well, meaning those two are quite indipendent from the Region too), and Valle d'Aosta (also to protect the francophone minority - there's also a german minority as well here btw, on the part halfway with Piedmont: the Walsers).
Inside of each Regione, there are smaller areas/district called Province. Each Provincia has a Capoluogo di Provincia, which is basically, as the Capoluogo di Regione, the most important city of that small area (all this is made to control more easily and accurately each area). Check this:
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The number of the Capoluoghi di Provincia, as you can see, can vary according on how big each Regione is.
In Piedmont, for example, we have 8: Torino (which has, as the other Capoluoghi di Regione, a "double job" let's say), Asti, Alessandria, Biella, Cuneo, Novara, Verbano-Cusio-Ossola (Verbania: the noun VCO is bc it's the whole area's name, the capoluogo is Verbania, which is made of two smaller city on the Lake Maggiore... yeah not easy to grasp but it's basically an exception and you don't have to remember it) and Vercelli.
Inside of each Provincia there are the Comuni: Comuni are even smaller areas, and are basically... infinite? I mean, there could be a hundred even in the smallest Provincia. Take this last pic and imagine to divide it all into even smaller parts. Some Comuni are so small, they're made of a few inhabitants, but if a place it's too far from another, it is better controlled by making a different Comune out of it (connecting the two could let you have a bigger amount of people together but that's not what we aim to do). We rather keep it small, let's say. Also to not mess up with the different identities on the territory (there could also be a different "dialect" spoken between two very close villages/Comuni).
Città Metropolitane: are some of the Capoluoghi di Provincia (but also di Regione) that have very important powers. They are all kinda big cities that are basically made of more different Comuni (districts) and work on them all as if they were one single thing.
The Città Metropolitane are Roma Capitale (Roma has often the noun "Capitale" in its name because it's Italy's capital city), Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli and Reggio Calabria, with the recent adds of Cagliari, Sassari, Palermo, Catania and Messina. (read here for more)
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oramicurcu · 3 years
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Ieri mia mamma mi ha detto che è arrivata una chiamata a casa, al telefono fisso. Un signore di Torino cercava un omonimo di mio padre, lo cerca ormai da un po’ di tempo, avevano fatto il militare insieme da giovani e quella probabilmente era l’ennesima chiamata. Mia mamma gli ha chiesto anno di militare e caserma e alle risposte del signore gli ha detto “allora glielo posso passare, l’ha trovato!”.
Lui super incredulo, emozionato. Hanno parlato tanto, mio padre ovviamente l’ha invitato da noi perché lui invita davvero tutti ed era contento. Dopo il militare hanno avuto esperienze simili e così hanno trovato cose in comune, entrambi sono stati autisti di camion, mio padre fa il vino e lui è sommelier.
Che figata, ho pensato. Che forza, mi sono emozionata.
Dopo 44 anni andare a cercare una persona che evidentemente ti è rimasta dentro. Chissà le risate, i discorsi, le serate fuori della caserma insieme, le paure condivise di quei ragazzini presi da casa e portati fuori, dentro una caserma che hanno letteralmente ricostruito loro improvvisandosi muratori tra calce e struzzo.
Ora siamo perennemente collegati, vediamo le foto di nostri ex compagni e magari nascondiamo, perdiamo i contatti e li tagliamo volontariamente.
Ma voi vi immaginate la magia di una chiamata a casa dopo 44 anni? Ricordarsi entrambi, ritrovarsi come se fosse passato solo un giorno.
Che forza.
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blogitalianissimo · 3 years
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(Premetto che sono contentissima per Torino)
Imho, non capisco perché tutti questi sfottò verso Milano per Eurovision, visto che ne derivano solo vantaggi? Era palese che la candidatura di Milano fosse solo per non sfigurare, sono troppo presi per le Olimpiadi invernali e altri grossi eventi, gestire ancbe Eurovision sarebbe stato assurdo. Ed è anche abbastanza ovvio che Milano stessa abbia spinto per Torino, visto che sono abbatanza vicine e ben collegate e che ci guadagna tantissimo in flusso turistico, soprattutto dall'estero (se vai a Torino per lavorare o assistere ad Eurovision e hai la possibilità di stare più giorni sicuramente ti vai a vedere anche Milano o la Liguria). Che poi, vuoi che non sfruttino la vicinanza Torino-Milano per fare promozione?
Premettendo che sono d'accordo col fatto che Milano si sia candidata tanto per, e che probabilmente Torino sfrutterà la vicinanza con Milano, però: mi risulta che Bologna sia "vicina" sia a Milano che a Firenze che alla regione Veneto (che a prescindere è amata dai turisti più di qualsiasi altra regione italiana).
Quindi no, non credo affatto che Torino sia stata scelta perché """vicina""" a Milano, perché Bologna sarebbe stata molto più vantaggiosa da questo punto di vista.
Torino è stata scelta, oltre che per le caratteristiche adeguate, anche perché ha il PalaSport inutilizzato dalle Olimpiadi, ed è dal lontano 2017 che il comune di Torino sta pregando la rai di poter ospitare un eventuale esc italiano.
Quindi mi spiace Milano, ma non sei stata la discriminante che ha portato alla scelta di Torino, ma è già dall'anno di Gabbani che ci pensavano.
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libriaco · 2 years
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Al tempo!
Viviamo nel tempo; il tempo ci forgia e ci contiene, eppure non ho mai avuto la sensazione di capirlo fino in fondo. Non mi riferisco alle varie teorie su curvature e accelerazioni né all’eventuale esistenza di dimensioni parallele in un altrove qualsiasi. No, sto parlando del tempo comune, quotidiano, quello che orologi e cronometri ci assicurano scorra regolarmente: tic tac, tic toc. Esiste al mondo una cosa piú ragionevole di una lancetta dei secondi? Ma a insegnarci la malleabilità del tempo basta un piccolissimo dolore, il minimo piacere. Certe emozioni lo accelerano, altre lo rallentano; ogni tanto sembra sparire fino a che in effetti sparisce sul serio e non si presenta mai piú.
J. Barnes, [The Sense of an Ending, 2011], Il senso di una fine, Torino, Einaudi, 2012 [Trad.  S. Basso]
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italian-malmostoso · 6 years
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Pubblicità sul Corriere della Sera del 1° luglio 2018.
Pecunia non olet (il denaro non puzza), diceva Vespasiano, riferendosi alla tassa sull’orina raccolta nelle latrine, destinata poi al ciclo della concia delle pelli.
E mi viene anche in mente, ma non trovo la citazione, di quello che diceva che i capitalisti venderanno ai comunisti anche la corda con cui questi li impiccheranno.
Ecco, queste sono le mie impressioni alla 3° (terza...) edizione di questa, ahem, mi fa difficoltà a dirlo e scriverlo, “settimana della moda”.
«Il Modest Fashion si riconferma esempio di moda interculturale che interessa trasversalmente tutto il mondo ed interpretata in modi diversi a seconda della latitudine». Interculturale? Direi monoculturale, con le minime differenze tra hijab e burqa, tutti abbigliamenti che contraddistinguono il ruolo attivo e sottolineano la libertà della donna nel mondo islamico.
P.s.: scusate, che ho la memoria labile: chi è il sindaco di Torino?
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abr · 2 years
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Breaking News - Crisi al comune di Torino, il PD ha chiesto al proprio neoeletto sindaco Stefano LO RUSSO di cambiare cognome, altrimenti ritiravano la fiducia.
Il compromesso proposto ad interim è chiamarlo col suo codice fiscale. 
 Anche ‘Gnazio LA RUSSA non se la passa troppo bene ... 
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gaiaitaliacom · 7 years
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Il manganello di Appendino per far rispettare le delibere
Il manganello di Appendino per far rispettare le delibere
Le prima tensioni in piazza Santa Giulia a Torino nella foto di Repubblica.it di G.G.         Forse inviare gli agenti in tenuta anti sommossa per verificare che un’ordinanza sia rispettata non è proprio una buona idea; nemmeno è buona idea quella cdi circondare i poliziotti che controllano per intimidirli. Fatto sta che la Torino perfetta vaticinata, e venduta a scopi elettorali, dalla…
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Brano da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO SECONDO - di Gianpiero Menniti
https://www.amazon.it/Sguardi-SullArte-Libro-Secondo-Short/dp/B096TW89BJ/ref=tmm_pap_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=&sr=
UN ALTRO REALE
Si può ancora oggi, discorrendo d’arte, essere platonici o aristotelici: ridurre la rappresentazione a imitazione di un’imitazione delle idee; ovvero considerare l’espressione artistica un accrescimento delle capacità di conoscenza del reale. Non ho usato a caso le parole “rappresentazione” e “espressione”. Platonicamente, la rappresentazione imita: la repraesentatio come ri-presentazione di un’immagine, re-ad-praesentare, rendere di nuovo presente. Espressione, invece, è exprimere da cui deriva expressio che indica lo spremere, il fare uscire qualcosa da qualcos’altro. Dunque, imitare oppure trarre, trarre da sé, trarre rielaborando il fenomeno sensibile portandolo in una nuova forma alla percezione dei sensi, una forma che non è comune, che non è mera imitazione ma realtà nuova.  Il ritratto di una persona non è quella persona: è un’altra cosa, è un’altra essenza, è il percepito proposto in una nuova forma, è altro anche dall’oggetto imitato. Lo stile diviene così il modo in cui un supporto (la tela) viene utilizzato per tracciare un segno originale. Solo chi copia un dipinto imita: imita lo stile mediante la perfetta riproposizione di linee e colori. Ma il dipinto originale non imita.  È.
 -     Jan van Eyck (1390 - 1441): "Ritratto del cardinale Niccolò Albergati", 1431/32, Kunsthistorisches Museum, Vienna
-     Antonello da Messina (1430 - 1479): "Ritratto d'uomo" o "Ritratto Trivulzio", 1476, Museo civico d'arte antica, Torino
-     Raffaello Sanzio (1483 - 1520): "Ritratto di Bindo Altoviti", 1515, National Gallery of Art, Washington
-     Tiziano Vecellio (1488 - 1576): "Ritratto d’uomo detto l’Ariosto", 1515, National Gallery, Londra
-     Pieter Paul Rubens (1577 - 1640): "Dama delle licnidi", 1602, Museo di Castelvecchio, Verona
-     Pablo Picasso (1881 - 1973): "Ritratto di Gertrude Stein", 1905/1906, Metropolitan Museum of Art, New York
-     Umberto Boccioni (1882 - 1916): "Ritratto della madre", 1906, collezione privata
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gregor-samsung · 2 years
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“ Horacio Verbitsky, il grande giornalista argentino accusatore del regime di Videla e autore delle più scioccanti rivelazioni sul destino dei desaparecidos, ha dato del giornalismo una definizione radicale: “giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole che si sappia, il resto è propaganda”. Si potrebbe sostenere, con un po’ di impudenza, che ciò che il giornalismo militante fa contro la repressione, la letteratura lo fa contro la rimozione inconscia (“letteratura è esprimere ciò che l’io non vuole che si sappia…”) – intendendo per “io”, naturalmente, anche l’io sociale e collettivo. La verità letteraria è la verità del desiderio, cioè non è verità: è un campo di tensioni in cui ogni asserzione può essere rovesciata, ogni no può valere come un sì, dietro ogni oggetto può apparire la sua derisione, il mito più sanguinario può essere salvifico o viceversa, ogni minima procedura può trasformarsi in un rito, il tempo può ristagnare o cessare di esistere. Tutto questo si ottiene con la Forma, ovverosia con la Bellezza – che non è estetismo ma quasi il suo contrario, attacco a qualunque Bellezza precedente, ricerca di una parola (o di una struttura, o di una figura) profonda, plurivalente, nemica di se stessa; una lingua che non può ospitare nessun luogo comune, se non “mettendolo in situazione” e sfruttandolo narrativamente. Nonostante l’equazione ipnotica di Keats, e la disperata opposizione di Leopardi, forse bisogna ragionevolmente concludere che Vero e Bello né coincidono né si oppongono: stanno su piani logici inconfrontabili, hanno due “statuti” diversi. Il Bello non ha a che fare col Vero, e nemmeno col Bene – la letteratura può dare cittadinanza a Satana, mentre il giornalismo non può permetterselo. Anche il giornalismo, è ovvio, deve utilizzare una logica emotiva per attuare quella che di solito si chiama la “mozione degli affetti” – ma deve controllare bene questa possibilità retorica per evitare contraccolpi indesiderati. La suggestione è pericolosa sui giornali: se scrivo che Carminati ha telefonato al compagno di Ornella Muti, avvocato, per chiedergli una consulenza che quello per altro ha rifiutato, devo stare attento che una lettura frettolosa, o il passaggio in un sito distratto, non faccia giungere alla conclusione che la Muti è coinvolta in Mafia Capitale. E devo calibrare le parole trattando di cronaca nera, per non incoraggiare fenomeni imitativi e non creare fake characters, surrogati parodici del mito che durano lo spazio di dieci o venti talk show (Bossetti mostro, Brizzi maiale, Stacchio eroe). Altro che eternità e archetipi, stereotipi con la miccia corta. Non so dove, né quando, ho ascoltato Gad Lerner raccontare un aneddoto del periodo in cui era vicedirettore della «Stampa» di Torino: Yitzhak Rabin fu assassinato la sera del 4 novembre 1995 e l’inviata per «La Stampa» in Israele (Fiamma Nirenstein) gli telefonò sconvolta, piangendo; Lerner ricorda di averle detto “prima scrivi, poi piangi”. Così, credo, deve fare un giornalista: garantire l’informazione immediata e non lasciarsi vincere dalle emozioni. Ma credo anche che a uno scrittore (poniamo, un romanziere), in una situazione analoga si dovrebbe dare il consiglio opposto: “prima piangi tutte le tue lacrime, e solo quando sarai certo di non averne più puoi cominciare a scrivere”. “
Walter Siti, Contro l’impegno. Riflessioni sul Bene in letteratura, Rizzoli (collana Narrativa italiana), 2021. [Libro elettronico]
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