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#Draghi Mario
anchesetuttinoino · 9 days
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dadsinsuits · 7 months
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Mario Draghi
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pettirosso1959 · 9 days
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https://youtu.be/9G0YcSJRvuM?si=MRKQQbdnKDHAmziS
KruKKOlandia:
1) Hanno imposto controlli alla frontiera , ciao Schengen! Era quello che sosteneva AFD accusati fino a ieri di essere ….isti ! Adesso no sono piú …isti ?
2) La Van der Stronzen, ri-imposta agli europei solo 2 mesi fa, incarica Draghi di fare un rapporto sulle cause del declinio europeo…… perché lei, poverina , non le conosce pur essendone in buona parte l’artefice !
3) Draghi sostiene un massiccio piano d’investimenti finanziato da debito pubblico comune (Eurobonds) gestito da Bruxelles, ossia economia pianificata centralizzata, piani quinquennali……. ti ricorda qualcosa ? Benvenuti nell’Unione Repubbliche Socialiste SOVIETICHE Europee!
4) Ma guarda Draghi scrive anche che bisogna ripartire con l’energia nucleare ! Ma come se i KruKKI le hanno appena chiuse!
5) Nota cosa diceva il buon Draghi solo 2 anni fa….. Cambiare la parola “Russia” con la parola “Europa”!
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Former Italian President and Senator Giorgio Napolitano has passed away today at 98 years old. He's been the first (and for now only) member of the Italian Communist Party to become president of the republic. He's also been the first president to be re-elected after the end of his first mandate. I genuinely believe he, as president of the republic, has saved Italy from crashing down in a phase of profound crisis. I named one of my plushies after him (a dolphin).
Goodbye President 🇮🇹
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girljeremystrong · 11 months
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okay nobody cares but something so funny and unhinged and pathetic is happening in italian politics which is that our first woman prime minister is a literal evil fascist who is super catholic and devoted to the idea that family is a man and a woman to the point that basically the first thing she did when she got into office was fight the rights homosexual couples have on their children (evil evil) but then she has a 7 year old child with a man she is not even married to. anyway her boyfriend is also an evil fascist and he hosts a political tv show and some tapes have resurfaced of him being nasty and horrible behind the scenes of this tv show so of course our PM has promptly tweeted that they're no longer together and haven't been for a while and that the people want to tear her down but they won't succeed! anyway elon musk liked the tweet
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misspeppermint2003 · 5 months
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Coloured drawings of World Politicians 3
I made more drawings of World politicians, but there are ten more politicians from different countries:
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Left: Former Prime Minister Mario Draghi of Italy
Middle: Prime Minister Benjamin Netanyahu of Israel
Right: Former Prime Minister Sanna Marin of Finland
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Left: VVD party leader Dilan Yeşilgöz of the Netherlands
Right: Former Chancellor Angela Merkel of Germany
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Left: President Vladimir Putin of Russia
Middle: President Aleksandar Vučić of Serbia
Right: Prime Minister Ulf Kristersson of Sweden
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Left: President Recep Tayyip Erdoğan of Turkey
Right: Former Prime Minister Yulia Tymoshenko of Ukraine
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gregor-samsung · 2 years
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“ Diceva Eschilo che «la prima vittima della guerra è la verità». Ma la seconda è la logica. Putin affermava di voler «denazificare l’Ucraina», ma usava le bombe e i carri armati, cioè gli stessi metodi con cui Hitler nazificava l’Europa. Gli atlantisti ribattevano che «non si tratta col nemico»: semmai si tratta con l’amico, ma su cosa? Boh. Joe Biden dava del «macellaio» e del «genocida» a Putin, epiteti decisamente appropriati, soprattutto il primo. Ma un tantino indeboliti dal pulpito da cui provenivano: quello del padrone della macelleria (che ha fatto molte più guerre e molti più morti di Putin e al massimo potrebbe assumerlo come garzone). Bill Clinton coglieva l’occasione della guerra di Putin per vantarsi di aver allargato la Nato a Est «pur consapevole che i rapporti con la Russia potevano tornare conflittuali», perché «l’invasione russa dell’Ucraina dimostra che era necessario». Che è un po’ come dire: l’ho preso a calci in culo e lui mi ha spaccato la faccia, quindi avevo ragione io a prenderlo a calci in culo. I trombettieri delle Sturmtruppen ripetevano due mantra. 1. «La Nato è un’alleanza difensiva» (ma non spiegavano come mai nella sua storia abbia aggredito mezzo mondo). 2. «La Nato difende i valori della democrazia» (ma non spiegavano perché vanti tra i suoi soci la Turchia di Erdoğan e abbia appena fomentato un golpettino in Pakistan per cacciare un premier non gradito). Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intimava all’Ue di rinunciare al gas russo «sporco di sangue», «finanziando il genocidio»: lui però continuava ad acquistarlo tramite Paesi vicini e società svizzere, pagandolo profumatamente, «finanziando il genocidio» e per di più incassando da Putin 1,4 miliardi l’anno «sporchi di sangue» per i diritti di transito del gasdotto russo sotto il suolo ucraino.
L’Onu espelleva la Russia dal Consiglio per i Diritti Umani, presieduto dall’Arabia Saudita (nota culla dei diritti umani, apprezzata da Matteo Renzi, ma soprattutto da Jamal Khashoggi, da ottanta giustiziati nel mese di marzo, nonché dai 370mila morti e dai venti milioni di affamati nello Yemen). Per non dipendere dal gas e dal petrolio dell’autocrate Putin, Draghi firmava contratti per far dipendere l’Italia dall’autocrate algerino Abdelmadjid Tebboune (che reprime partiti di opposizione e sindacati, fa arrestare attivisti per i diritti umani ed è fra i migliori partner militari di Mosca) e di altri regimi autocratici che hanno rifiutato di condannare la Russia all’Onu: Qatar, Egitto (vedi alle voci Regeni e Zaki), Congo (vedi alla voce Attanasio), Angola e Mozambico. E continuava a vendere armi all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti (i macellai dello Yemen), all’Egitto e al Qatar. A supporto del ribaltamento della logica, si provvedeva a ribaltare anche il vocabolario, secondo i dettami del ministero della Verità in 1984 di George Orwell: «La guerra è pace», «La libertà è schiavitù», «L’ignoranza è forza». Putin vietava di parlare di «guerra» perché la sua era solo un’«operazione militare speciale». E chi diceva il contrario finiva in galera. Ma in passato anche i buoni occidentali, quando aggredivano militarmente questo e quello, la guerra non la nominavano mai: meglio “missione umanitaria”, “esportazione della democrazia”, “peacekeeping”. A ogni strage di civili – regolarmente attribuita ai russi, anche nei casi in cui era opera delle truppe ucraine o dei loro fiancheggiatori neonazisti del Battaglione “Azov” – si ricorreva a termini impropri come “genocidio” (distruzione sistematica di un popolo, di un’etnia, di un gruppo religioso) e a paragoni blasfemi con l’Olocausto, la Shoah, la Soluzione Finale (termini finora usati da tutti, fuorché dai negazionisti, esclusivamente per quell’unicum storico che fu lo sterminio nazista degli ebrei). Ma bastava leggere i libri di Gino Strada per sapere che le stragi di civili sono una costante di ogni conflitto e si chiamano precisamente “guerra”, visto che in ciascuna il rapporto fra vittime civili e militari è invariabilmente di 9 a 1. E quella in Ucraina purtroppo non faceva eccezione, malgrado l’indignazione selettiva dei fanatici atlantisti che – per bloccare sul nascere qualunque tentativo di portare Putin al tavolo del negoziato – si affannavano a dipingere quel conflitto come diverso da tutti gli altri per le vittime civili, le fosse comuni, le torture, le violenze gratuite e le armi proibite (anch’esse caratteristiche costanti di tutti i conflitti, inclusi quelli scatenati dai “buoni”). “
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Dalla prefazione di Marco Travaglio a:
Franco Cardini, Fabio Mini, Ucraina. La guerra e la storia, Paper First, Maggio 2022 [Libro elettronico]
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scogito · 2 years
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Forse a qualcuno può interessare.
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u-more · 1 year
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La solitudine dei numeri primi.
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cultml · 1 year
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toscanoirriverente · 2 years
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Superbonus, accise, Ucraina. Su alcune scelte fondamentali di politica economica ed estera più la premier si ispira all'ex presidente della Bce, tanto più il Pd insegue quella del M5s 
Enrico Letta ha condotto una campagna elettorale sostenendo che Giorgia Meloni fosse un pericolo per la democrazia italiana. Forse non ha completamente cambiato idea, ma ha dovuto ammettere al New York Times che la premier “è stata meglio di quanto ci aspettassimo”, attirandosi dure critiche nel suo stesso partito a partire dal suo vice alla guida della segreteria Peppe Provenzano. Ma se le parole del segretario del Pd descrivono l’evoluzione di Meloni, la reazione alle parole di Letta mostra anche l’involuzione del Pd.
Se Meloni da un lato per poter governare il paese in un periodo di crisi e acquisire credibilità sul piano internazionale ha dovuto abbandonare le scorie populiste e molte promesse insostenibili, dall’altro lato nel principale partito dell’opposizione c’è chi nel tentativo di mostrarsi più credibile agli occhi dell’elettorato ha iniziato a rinnegare alcune posizioni prese al governo e ad abbracciare una retorica populista. È come se l’Agenda Draghi, che Enrico Letta ha orgogliosamente sventolato in campagna elettorale, sia stata abbandonata dal Pd e sia finita negli “Appunti di Giorgia”, la rubrica sui social network in cui Meloni spiega l’azione di governo. E questa inversione dei ruoli è evidente su alcune delle principali questioni di politica economica ed estera.
L’ultimo caso è il Superbonus. Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sono dovuti intervenire per tamponare la falla nei conti pubblici (all’incirca 50 miliardi più del previsto, tra Superbonus e Bonus facciate) prodotta dal mega credito d’imposta a cessione illimitata introdotto dal governo Conte II. Mario Draghi ha ripetutamente descritto le enormi distorsioni prodotte da quella misura, che ha fatto lievitare i costi perché non ha alcun incentivo alla trattativa sul prezzo e che ha prodotto truffe che il solitamente pacato ex ministro dell’Economia Daniele Franco definì “le più grandi della storia della Repubblica”. Draghi e Franco, anche con l’appoggio del Pd, ma sotto enormi critiche e resistenze di M5s centrodestra, iniziarono a chiudere il rubinetto ed eliminare le distorsioni più visibili. Draghi sarebbe andato oltre, come ha chiaramente manifestato nel suo ultimo intervento al Senato, ma la maggioranza non esisteva più.
Meloni e Giorgetti, che si sono ritrovati a gestire questa bomba a orologeria sui conti pubblici e delle imprese, hanno proseguito su quella strada in maniera più incisiva: ridurre l’agevolazione del 110 al 90 per cento (per introdurre un minimo di contrasto di interesse) e bloccare la cessione dei crediti, per limitare l’impatto sul bilancio. Il Pd, responsabile di questo disastro perché con Roberto Gualtieri guidava il Mef quando venne realizzato, è ora passato dall’Agenda Draghi all’Agenda Conte accusando Meloni di “affondare il Superbonus”.
Qualcosa di analogo era accaduto con le accise. Meloni si è rimangiata le promesse populiste di tagliare le tasse sui carburanti e, molto opportunamente, come pure sosteneva Draghi, ha tagliato lo sconto da 30 centesimi sulle accise che era molto costoso (circa 1 miliardo al mese) e generalizzato (quindi regressivo) in una fase di discesa dei prezzi dei carburanti per tenere in equilibrio i conti pubblici in una fase critica. Il Pd, che pure ha una forte vena ambientalista e anti-fossile, guidato dal responsabile economico ed ex viceministro Antonio Misiani si è lanciato in una campagna per la proroga dello sconto sui carburanti che è tecnicamente un sussidio ambientalmente dannoso (Sad) e che, peraltro, avrebbe compromesso i conti pubblici. Dannoso per l’ambiente e per il bilancio, quindi.
Un discorso simile lo si può fare sulla politica estera. Giorgia Meloni ha raccolto il testimone di Draghi e mantenuto l’Italia su una salda linea pro Ucraina, la stessa che peraltro ha assunto sin dall’inizio e in maniera convinta Enrico Letta. Ma con il passaggio all’opposizione il Pd ha iniziato a sfumare la propria posizione, rendendola più ambigua nel sostegno anche militare a Kyiv, con diversi voti in dissenso sia nel Parlamento europeo sia in quello nazionale. Pierfrancesco Majorino, leader del Pd in Lombardia, è arrivato ad attaccare il governo Meloni per “l’aumento delle spese militari secondo l’accordo farsa realizzato in sede Nato”. Evidentemente per il Pd non conta che quegli impegni siano stati presi dal Pd e che il ministro della Difesa Guido Crosetto non stia facendo altro che portare avanti il piano di investimenti del suo predecessore Lorenzo Guerini. Che è uno dei massimi esponenti del Pd e attuale presidente del Copasir.
Evidentemente dopo le elezioni nel Pdsi è diffusa la convinzione che l’Agenda Draghi non porti tanti voti, ma lasciarla a Meloni per allinearsi all’Agenda Conte non è detto che produca risultati migliori.
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anchesetuttinoino · 9 days
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Marco Rizzo a Coffee Break: «Questo Draghi chi lo ha votato? Qualcuno di voi mi può spiegare perché da ordini? È una vergogna. Nessuno lo dice.»
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dweemeister · 1 year
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June 12, 2023
By Jason Horowitz and Rachel Donadio
ROME (The New York Times) — Silvio Berlusconi, the brash media mogul who revolutionized Italian television using privately owned channels to become the country’s most polarizing and prosecuted prime minister over multiple stints in office and an often scandalous quarter-century of political and cultural influence, died on Monday at San Raffaele Hospital in Milan. He was 86.
His death was confirmed in a statement by Prime Minister Giorgia Meloni, with whom he was a coalition partner in the current Italian government. No cause of death was given, but he was hospitalized last week as part of his treatment for chronic leukemia and other ailments.
To Italians, Mr. Berlusconi was constant entertainment — both comic and tragic, with more than a touch of off-color material — until they booed him off the stage. But he kept coming back. To economists, he was the man who helped drive the Italian economy into the ground. To political scientists, he represented a bold new experiment in television’s impact on voters. And to tabloid reporters, he was a delicious fount of scandal, gaffes, ribald insults and sexual escapades.
A gifted orator and showman who sang on cruise ships as a young man, Mr. Berlusconi was first elected prime minister in 1994, after the “Bribesville” scandals, which had dismantled Italy’s postwar power structure and removed his political patron, former Prime Minister Bettino Craxi, from office. Mr. Berlusconi famously announced that he would “enter the field” of politics to deliver business-minded reforms, a move that his supporters framed as a selfless sacrifice for the country but that his critics considered a cynical effort to protect his financial interests and secure immunity from prosecution related to his business affairs...
... He built an elaborate tomb for his family and friends at his villa in Arcore, outside Milan. He had a lifetime of epitaphs to choose from, uttering one candidate on one of his TV channels in 2009.
“The majority of Italians in their hearts,” he said, “would like to be like me.”
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pettirosso1959 · 13 days
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Fondamentalmente il rapporto di Draghi è stato una fantastica doccia fredda per tutti i sonori imbecilli, i conclamati imbecilli, i solennissimi imbecilli, che lo venerano come un semidio, quello che varrebbe più di un Di Maio, in virtù di un mitologico curriculum.
In estrema sintesi ha detto che:
- l'Europa è indietro rispetto a USA e Cina su tutte le tecnologie che contano
- l'Europa non produce e deve comprare all'esterno tutte le materie prime, da quelle energetiche, ai minerali più necessari per le nuove tecnologie
- l'Europa paga sempre di più l'energia
- l'Europa è in declino su qualsiasi altro indicatore socio economico, tipo l'istruzione
- tutto ciò pare non sia per niente colpa sua, dei suoi scagnozzi, del governo che ha presieduto, delle scelte che ha fatto, degli amici americani, e del modo in cui è stata costruita l'unione europea
- però, con iniezioni colossali della magica spesa pubblica, a tutto ciò può essere posto rimedio
Stante che i primi 4 punti sono autoevidenti, e stante che il quinto punto non si può mica pretendere, il sesto punto, il magico rimedio della magica spesa pubblica (senza una parola sulla competitività fiscale, sulla necessità di liberalizzare i commerci, togliere lacci e lacciuoli alla finanza, a costo di indispettire lo zio sam), sarebbe capace di dirlo non dico un Di Maio, ma persino il primo pirla al bar, arrivato al sesto bianchino.
E con questo non voglio dire che Di Maio sia meglio (sebbene nella sua vita sia stato assai meno dannoso), ma mitizzare il curriculum di Draghi, la carriera di Draghi, la competenzaaaaa di Draghi... è sempre più da perfetti imbecilli patentati.
[Franc. Tedeschi]
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itsnothingbutluck · 2 days
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Der ehemalige EZB-Chef Mario Draghi schlägt der EU in einem von der Kommission beauftragten Bericht eine massive Investitionsinitiative vor. Es brauche jährliche Investitionen von 750 bis 800 Milliarden Euro - verhältnismäßig mehr als im Marshallplan nach dem Zweiten Weltkrieg - und raschere Entscheidungen.
Die Europäische Union (EU) laufe Gefahr, wirtschaftlich ins Hintertreffen zu geraten, vor allem im Vergleich zu China und den USA. Davor warnt der Ex-EZB-Chef Mario Draghi in seinem Bericht zur EU-Wettbewerbsfähigkeit, der am Montag in Brüssel vorgestellt wird. Als Hauptproblem wird eine mangelnde Produktivität in Europa ausgemacht. ….Abhängigkeiten verringern Laut Draghi hat die EU nach dem Verlust des Zugangs zu billigem russischem Gas mit höheren Energiepreisen zu kämpfen und kann sich nicht länger auf offene ausländische Märkte verlassen. Der frühere italienische Regierungschef erklärte, die EU müsse Innovationen ankurbeln, die Energiepreise senken und gleichzeitig die grüne Transformation vorantreiben. Zudem gelte es, die Abhängigkeit von anderen Ländern, insbesondere von China bei wichtigen Mineralien, zu verringern und die Investitionen in die Verteidigung zu erhöhen.
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lejournaldupeintre · 7 days
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Mario Draghi’s competitiveness report sets a political test for the EU
The report released by Mario Draghi in Brussels on 9 September, ‘The future of European competitiveness’. The diagnosis is scathing and the medicine is strong. The report released by Mario Draghi in Brussels on 9 September, ‘The future of European competitiveness’, warns the European Union that it faces lasting sluggish economic growth – which could end up threatening Europeans’ prosperity and…
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