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#Ed Regine
moviesandmania · 2 years
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END OF LOYALTY (2023) Review, trailer and release news
‘Loyalty is either earned, bought or lost’ End of Loyalty is a 2023 American action crime thriller film about the son of a gangster family seeking vengeance for his father’s murder. Directed by Hiroshi Kitagari from a screenplay written by Chris Preyor based on Kitagari’s storyline. Produced by Mitsuaki Munegumi, John Pleasant and Paul Tanter. The Aiki Master Productions-Nine10 Productions movie…
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fashionbooksmilano · 4 months
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Rara Avis
Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane
a cura di Sofia Gnoli 
testi di Emanuele Coccia, Karen Van Godtsenhoven, Peter McNeil, Natsumi Nonaka e Simona Segre-Reinach
Marsilio Arte, Venezia 2024, 129 pagine, 17x24cm, ISBN 9791254632086
euro 24,00
email if you want to buy [email protected]
Di magia e metamorfosi parlano gli abiti e gli accessori protagonisti della mostra Rara Avis. Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane, dedicata all’arcana corrispondenza che lega la moda al mondo ornitologico. In occasione dell’esposizione visitabile dal 24 aprile al 21 luglio 2024 alle Uccelliere Farnesiane sul Palatino, Marsilio Arte pubblica il catalogo Rara Avis. Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane a cura di Sofia Gnoli, studiosa di moda e curatrice della mostra. Grazie alle ricche illustrazioni e ai testi di Emanuele Coccia, Karen Van Godtsenhoven, Peter McNeil, Natsumi Nonaka e Simona Segre-Reinach, il volume accompagna il lettore alla scoperta di una vera e propria ornitologia della couture, in un creativo e fantasioso dialogo tra mondo umano e mondo animale.
Inquietanti o benevoli, comunque metaforici, gli uccelli fanno parte del lessico delle apparenze sin dall’antichità. Pappagalli, aquile, struzzi e pavoni hanno periodicamente incantato cavalieri e regine, principesse e muse del gusto. Attraverso le stupefacenti creazioni di celebri e innovativi designer, da Dior a Gucci, da Jean-Paul Gaultier a Thierry Mugler, da Chanel a Schiaparelli, come una contemporanea Wunderkammer Rara Avis. Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane racconta un percorso suggestivo che si snoda tra abiti-uccello visionari ed eccentrici e accessori piumati.
Apre il volume il contributo Rara Avis. Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane della curatrice Gnoli, in cui un excursus storico sul rapporto tra moda e mondo ornitologico fa da spunto per un approfondito racconto della mostra e del percorso espositivo. La storica dell’arte Natsumi Nonaka in Le Uccelliere Farnesiane sul Palatino a Roma analizza questi due padiglioni gemelli che sorgono sul colle romano, ripercorrendone la storia e gli utilizzi. Livree da sogno. L’abito come luogo di metamorfosi è il saggio del filosofo Emanuele Coccia, una riflessione storico-antropologica sul rapporto tra moda, metamorfosi e mondo ornitologico. Karen Van Godtsenhoven firma Donne alate, moda e femminismo, testo in cui l’autrice indaga sull’immagine metaforica della donna-uccello come riflesso del fluttuante status del femminile nella società per le sue associazioni con purezza, sessualità, vizio, fragilità, morte, rinascita e immortalità. Segue il contributo Leggera come una piuma: la moda tra desiderio e disgusto dello studioso Peter McNeil, in cui viene affrontata la funzione sociale e culturale delle piume nel promuovere idee sull’abbigliamento e sul corpo umano. Volare alto. Verso un’industria più etica e responsabile è il testo di Simona Segre-Reinach che descrive la il progresso e le conquiste raggiunte nel campo della protezione degli animali impiegati nella moda, dagli uccelli a quelli da pelliccia. Completa il catalogo l’elenco delle opere in mostra.
10/05/24
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ma-pi-ma · 4 months
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Ora so
che la passione
è blu e coronata
come il sangue e le teste
delle regine. Che ha
il nome di un fiore
ed è unica. Perché
se così non fosse,
non sarebbe passione.
Albano Martins, Fiore della passione, da Castalia e altre poesie, 2001
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papesatan · 1 year
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Di regine, baci, fanti e re
L’universo, si sa, ha un suo modo sarcastico e piuttosto fantasioso d’inviare messaggi ed è in grado di mutare per sempre le sorti d’una serata trita e malinconica in qualcosa di nuovo e misterioso. Così, mentre discuto le doti paranormali del mio amato sodale @same-deep-water, poeta e alchimista, noto qualcosa di strano sulla via del nostro oblioso errare. Un fante di picche ci attende sperso per terra, vicino ai bidoni dell’immondizia. 
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Cerco dagli occhi di Angelo un senso, ma lui è già altrove, pochi passi più avanti, chino su un’altra carta, come un detective sulla scena del crimine, il corpo stavolta è quello d’una donna, regina di picche. 
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Si mette male, penso, mentre fissiamo muti il fante e la donna, indagatori dell’occulto. Nella cartomanzia, mi par di capire, il fante di picche è una figura piuttosto negativa che non porta nulla di buono, un essere meschino che si comporta in modo subdolo ed egoista al solo scopo di nuocere e mettere a frutto il suo rancore. In definitiva, “una carta di cattivo auspicio che annuncia un periodo di depressione e disillusione”. Proprio ciò di cui avrei bisogno. La donna invece è anche peggio: “la regina di picche rappresenta una donna perfida e invidiosa che cerca di danneggiarti per desiderio di vendetta, una malalingua che potrebbe fingersi tua amica per carpire segreti e fiducia, ma le cui intenzioni sono tutt’altro che sincere”. Di bene in meglio. Mentre mi chiedo a chi di noi due sian diretti gli ammonimenti del destino, Angelo mi richiama sogghignando folle: “Giu, questa serata potrebbe diventare qualcosa di epico!” Lo raggiungo in corsa, non sapendo più cosa attendermi. Più avanti una carta coperta, stavolta, la terza, ci sfida a svelarci. Angelo, da buon tipster, mi propone una scommessa: secondo lui può trattarsi solo di un 9 o di un 10, a questo punto. Io invece ci vedo una scala ascendente, un re, climax di follia (scrivetemi poi nei commenti cosa vi sareste aspettati voi, invece).
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Sta a me scoprirla (questo dovrebbe far di me il consultante?), la tiro su piano, me la adagio sul petto, la porto dinanzi agli occhi e osservo: 
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Un re di fiori. Una carta finalmente positiva: si tratta, infatti d’una figura anziana, decisa a darci tutto il suo sostegno per proteggerci da livori e pericoli, preservandoci - ciò che più conta - dai cattivi presagi delle carte di picche. Mentre ci allontaniamo pensosi, scorgo qualcos’altro nell’ombra, e so che non è ancora finita. Una cartolina strappata, un messaggio scritto a penna: "Baciami Neva". Sul retro il Ponte degli Alpini di Bassano del Grappa. Chi ha strappato la cartolina? Perché l’ha fatto? E soprattutto chi è Neva? Un cane? Una bimba, forse? La cartolina sembra molto vecchia e vissuta, perché prendersi la briga di spezzarla in due dopo tanti anni? Cosa può aver fatto questa persona di tanto orribile? Quel bacio era forse il suo modo di svanire? O magari dovrei leggervi una virgola: "Baciami, Neva", un invito, un’ultima preghiera, forse, un sogno, o chissà che quella sia la sua firma, un’ultima speranza, "Baciami". Nascondo la cartolina in tasca e raggiungo il caro Angelo, pronto a custodire per sempre in me gli assurdi tesori di questa notte.
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thenightling · 3 months
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Queer Horror
It's pride month so here is a (NOT complete) list of horror icons real and fictional who are of the LGBTQAI+ community. Writers / directors / Actors Oscar Wilde Clive Barker Caitlin R. Kiernan William Joseph Martin James Whale (director of Frankenstein) Ernest Thesiger (Doctor Pretorius in Bride of Frankenstein) Anthony Perkins Vincent Price David Geffen (producer of Interview with the vampire movie and Beetlejuice) Jonathan Frid (Dark Shadows) Louis Edmonds (Dark Shadows) Ed Wood Elvira (Casandra Peterson) Amanda Beares (Fright Night, 1985) Merritt Butrick (Fright Night Part 2) Roddy McDowall (Hell House, Fright Night, Fright Night: Part 2, and Carmilla) _________________________ Characters Mephisto (Faust, 1922) Countess Zeleska (Dracula's Daughter) Carmilla (The Vampire Lovers, 1970 and all film adapations of Carmilla) Louis, Lestat, Daniel Malloy, Armand (Interview with the vampire movie and show and The Vampire Chronicles book series) Claudia, Madeleine, Nicolas (Interview with the vampire TV series) Jerry Dandridge, Billy Cole, Peter Vincent, Evil Ed, and possibly Amy (Fright Night, original 1985 version) Regine and Belle (Fright Night part 2, 1988) Miriam Blaylock (The Hunger movie and novel by Whitley Streiber, along with its sequels) Marius (Queen of the damned movie and novels) Glen / Glenda (Seed of Chucky) Dracula (Marvel comics, Dario Argento's Dracula, Steven Moffat's Dracula, Frank Wildhorn's Dracula The musical) Alucard, Striga, Morana, (Castlevania) The Corinthian, Hal Carter, Wanda, Judy, Donna (Foxglove), Hazel, Alexander Burgess, Paul McGuire, Cluracaun, Mazikeen, Lucifer, Loki, Desire, Johanna Constantine, John Constantine, Rachel, Chantel, Zelda, Aristaeus the Satyr, Jim / Peggy, (Neil Gaiman's The Sandman) Echo, Ruin, Heather After (From Sandman spin-off comics) April Spink and Miriam Forcible (Coraline) Angela and Sera (Marvel comics) Sam Black Crow (American Gods) EVERYONE! - Anne Rice's Vampire Chronicles EVERYONE! - Lost Girl (TV series)
Snow White (Sleeper and the Spindle by Neil Gaiman) Dorian Gray, Lord Henry Wotton, and Basil Hallward (The Picture of Dorian Gray) Captain Shaekespeare (Stardust) Loki (all incarantions) John Constantine (All versions) Aziraphale and Crowley (Good Omens) Renfield (Original Dracula novel, speculated by scholars) Mephistopheles, Faust, and Satan - Dr. Faustus by Christopher Marlowe and Faust by Goethe. Carmilla and Laura (All versions of Carmilla) Eli and Oskar (Let the Right One In) Lily and The mermaid Queen (She-Creature, 2001 version) Radu (Dark Prince: The True Story of Dracula) Lexington (Disney's Gargoyles, not canon until the comics) Dorothy and Ruby AAK Red (Once Upon a Tme) Tara and Willow (Buffy The Vampire Slayer TV series) Lorne (Angel) Ethan, Dorian Gray, Angelique, and Professor Lyle (Penny Dreadful) Thelma Bates (Hex) Joe (Midnight Texas) Skully (Scary Godmother) Mitch (ParaNorman) Henry Fitzroy (Blood Ties) Thomas Jerome Newton (The Man who fell to Earth) Any Clive Barker character NOT confirmed to be straight is presumed LGBTQAI+. There are many, many more but my fingers are starting to ache and these are the ones I could think of off the top of my head.
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multiverseofseries · 2 months
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House of the Dragon 2, Episodio 5 (Regent): il dolore di una Regina
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Rhaenyra e Alicent sono protagoniste del quinto episodio della seconda stagione di House of the Dragon dopo lo sconvolgente finale del precedente: tocca a loro provare a muovere i rispettivi Concilii, ma hanno difficoltà a venire ascoltate: chi la spunterà?
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Dopo un episodio di (tali) azioni ci voleva una puntata di strategia per provare a riprenderci dopo lo sconvolgente epilogo e provare a raccogliere i cocci. Rhaenys ha sacrificato la propria vita (e il proprio drago) per la causa della Regina legittima erede, e la stessa sorte sembra essere toccata ad Aegon nell'altra fazione con un tradimento interno (e fraterno).
Due Regine
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Olivia Cooke è un'affascinante Alicent
La puntata ci mostra quanto i Targaryen, e per traslato tutto il Regno, siano due facce della stessa medaglia, siano essi Verdi o Neri: entrambi i Concili Ristretti non sembrano pronti per davvero ad accettare una donna sul Trono di Spade, anche se hanno giurato fedeltà alla Corona insieme alle proprie famiglie. Rhaenyra (una sempre più strepitosa Emma D'Arcy) viene tacciata di non avere abbastanza esperienza per una guerra, ma del resto il regno di Viserys è stato caratterizzato principalmente dalla pace anche per gli altri suoi membri. Dall'altra Alicent (una sempre meravigliosa Olivia Cooke), ora che Aegon non è morto (sorpresa!) ma si trova in difficile via di guarigione per le ferite e le bruciature riportate in battaglia - nella quale ufficialmente, conferma anche Ser Criston, Aemond (Ewan Mitchell) non ha avuto parte - vorrebbe prendere temporaneamente il posto del figlio come aveva fatto quando Viserys era malato. "Ma così sembrerebbe che anche noi stiamo preparando una donna a salire sul Trono" ribattono i membri del suo Consiglio, il motivo principale sarebbe in più di un senso l’inficiazione del diritto di regnare di Aegon stesso ammettendo in un certo senso l’usurpazione. Ma questo atteggiamento patriarcale e maschilista ci dice molto sulla società contemporanea, che è uguale da qualsiasi parte politica, pur parlando di un mondo immaginario e ambientato in un ipotetico passato fantastico.
La Regina che Non Fu Mai
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Lord Corlys piange la morte della moglie
I am blood and fire. Driftmark must pass to salt and sea.
I personaggi femminili di House of the Dragon sono ancor più affascinanti e centrali rispetto alla serie madre, confermando come il reparto sceneggiatori abbia catturato un trend narrativo contemporaneo per inserirlo in modo intelligente in un prequel, quindi in una trama ambientata molti anni prima quella originale, ma in teoria "più avanti" in tutti i sensi. Ma la Storia ci insegna diversamente. Ecco perché in questo episodio sono le donne a farla da padrone, anche quando non ci sono più. Come Rhaenys, la Regina Che Non Fu Mai, deceduta insieme al proprio drago Maelys nel finale dello scorso episodio in modo epico e poetico dopo uno scontro con due avversari alati. Ora sia Lord Corlys (Steve Touissant), che ha già perso una figlia e un figlio (non morto, ma fuggito lontano in segreto, anche se dal comportamento di Seasmoke si può forse dedurre che adesso Lenor Velaryon sia morto), sia le sue nipoti Baela (Bethany Antonia) e Rhaena (Phoebe Campbell) devono affrontare quella perdita, ed è proprio la prima a dimostrarsi forte e coraggiosa tanto con lui quanto con il promesso sposo Jace (Harry Collett), che acquisisce sempre più rilevanza così come i tanti eredi sulla scacchiera di questo Trono sempre più scomodo e soprattutto affollato. Proprio il prossimo in linea di successione "legittima" potrebbe avere un'idea rivoluzionaria che ben si sposa con la tematica generale della successione di sangue nello spin-off. E ancora Mysaria (Sonoya Mizuno) si afferma ancora di più come ottima alleata per Rhaenyra mentre Alys Rivers (Gayle Rankin) insieme alla sempre più spettrale Harrenhal sembra sempre più indaffarata nel ruolo di psicoterapeuta per il principe Daemon che ora vuole essere chiamato re.
Il potere del drago
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I draghi sono creature mitologiche nel mondo di Martin e per la prima volta il popolo ne vede una cadere dopo la battaglia dello scorso episodio, guardandolo in realtà come un presagio negativo proprio per l'aura che li ha sempre circondati. "It's just meat" dirà qualcuno dei sudditi per riportare alla realtà il fascino verso questi esseri fantastici volanti e sputafuoco. Non c'è da stupirsi quindi che si parli del rapporto tra le creature e gli esseri umani loro cavalieri, di come li hanno reclamati e della loro importanza per il futuro. Fanno anche parte dei calcoli di attacco nella guerra incombente che oramai si è fatta largo tra i Targaryen. Come dimostra Rhaena e il suo dover gestire le uova e due piccoli draghi ( Tyraxes e Stormcloud) che ha portato con sé e che Lady Arryn non vede realmente come una protezione per Nido dell'Aquila.
Il fattore Daemon
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Daemon rivela la sua vera natura
Mentre continua in modo sempre più horror la storyline dedicata a Daemon (Matt Smith), coi suoi fantasmi e il suo darsi da fare tra le mura di Harrenhal, emerge anche il suo far parte della mentalità retrograda di Westeros alla quale si accennava all’inizio e che si era già intuito nel suo duro confronto qualche episodio fa con la moglie (e nipote). Il Principe si è barricato tra quelle mura e da lì prova a continuare il proprio piano di conquista del Regno: nel nome della Regina ma in realtà di se stesso. Non ha davvero mai accettato che Rhaenyra prendesse il suo posto come erede e non riesce a vederla nel futuro dei Sette Regni, tanto da piccarsi quando viene chiamato Re Consorte come gli spetta, anche se forse il titolo giusto dovrebbe essere principe consorte, (ma forse questo dubbio ce lo leverà Martin quando deciderà di lamentarsi nuovamente di piccolezze inutili, invece di continuare il suo lavoro di scrittura della saga); in questo non può che richiamare quanto visto in The Crown e soprattutto nella realtà della famiglia reale inglese tra Elisabetta e Filippo. Chi ancora afferma che House of the Dragon parli di un universo inesistente e "fuori dal mondo", dovrebbe davvero farsi un esame di coscienza o forse aprire meglio gli occhi sul mondo che ci circonda.
Conclusioni
Dopo la battaglia dei draghi spazio a quella dei Concili Ristretti nel quinto episodio della seconda stagione di House of the Dragon (2x05). I personaggi femminili sono assolutamente centrali, mentre gli uomini continuano con la propria mentalità chiusa e retrograda, legata alle credenze secolari. A proposito di credenze, non manca la mitologia legata ai draghi e un’importante rivelazione su Daemon: oramai è chiaro da che parte stanno i vari pedoni sulla scacchiera. Ora vedremo chi muoverà per primo.
👍🏻
Emma D’Arcy e Olivia Cooke, vorremmo sempre più scene con loro.
Il cast giovane si fa sentire.
L’elaborazione del lutto vista attraverso tutti i personaggi coinvolti.
Il fascino dei draghi e i parallelismi col presente e la nostra realtà.
👎🏻
Tante storyline a cui stare dietro.
Matt Smith e il suo Daemon, la sua storyline comincia a risultare ripetitiva e sempre di più una seduta di psicoterapia, non ci voleva Harrenhal e Alys Rivers per sapere che il principe ribelle non aveva mai del tutto digerito il suo essere rimpiazzato come erede da Rhaenyra.
Dopo l’azione dello scorso episodio, questa puntata potrebbe sembrare di stasi e passaggio (ma in realtà non lo è).
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mucillo · 1 year
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Afferra la mia mano
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Afferra la mia mano. Ti porterò via da questo mare che inghiotte nell’indifferenza del privilegio e nelle retoriche responsabilità statali di chi doveva tendere le sue braccia per salvarti.
Afferra la mia mano. Ti porterò lontano da quei lager, da quelle guerre, da quelle torture e stupri che ti hanno squarciato il cuore e il corpo. Proverò a curarle senza nulla in cambio. Ce la metterò tutta.
Afferra la mia mano. Non curarti di chi pensa che esistono esseri umani legali ed illegali, non temerli. Li troveremo ancora sedute e seduti sui loro troni d’ossa ma insieme li detronizzeremo e un giorno non ci saranno più re o regine, te lo prometto.
Afferra la mia mano. Ti darò un pasto caldo, un letto e se ne avrai bisogno le cure necessarie per farti tornare a camminare. Mangeremo insieme, se vorrai. Bevi il caffè dopo?
Afferra la mia mano. Raccontami ciò che ti senti di voler condividere. Spiegami dove vorresti andare e ti accompagnerò laggiù da chi ti aspetta per ballare insieme ancora una volta.
Afferra la mia mano. Ed insieme aspetteremo il domani, osservando quel mare laggiù che tempo fa era la tomba dell’indifferenza ed invece oggi ci pizzica dolcemente le guance con la spuma delle sue onde sugli scogli.
E sarà un mondo nuovo.
"Militanza Grafica".
Militanza Grafica nasce dalla strada, senza volto e senza tessere di partito. Racconta storie di militanza attraverso i social media.
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vento-del-nord · 3 months
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Ora so
che la passione
è blu e coronata
come il sangue e le teste
delle regine. Che ha
il nome di un fiore
ed è unica. Perché
se così non fosse,
non sarebbe passione.
A. Martins
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Le mani addosso ad una donna, danno vita al peggior Olocausto di sempre. E ci ricordano che la battaglia non è ancora finita. Oggi come allora, vi protegge un infimo e maleodorante silenzio. Ed è lì che marcite voi, miserabili esseri. In una voragine di vergogna, più profonda dell’inferno. “Voi che avete reso le ‘vostre’ regine schiave d’un mondo inesistente e malato fregiandovi del lusso di chiamarle mamme, amanti, sante e puttane ma sempre combattenti, contrabbandiere - loro - orgogliose di sventolare un unico vessillo chiamato libertà, capaci di abbracciare con un sorriso i colori del mondo intero; voi che avete prodigato nei vostri abbracci, con orgoglio d’infamia e senza alcuna pietà, la più bieca forma di calore che la vostra stessa anima - ammesso che ne abbiate mai posseduta una - vi rinfaccia e vi ripudia.” Voi analfabeti del sentimento. Perdenti nella sfida dell’amore. Che offendete la notte sognando. Per sempre resterete macchiati della vostra inesistenza.
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gregor-samsung · 2 years
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“ Nella mia camerata, che era la migliore e aveva due panorami, stettero per qualche giorno i capi fascisti, avvocati e dottori, dopo il 18 Settembre; qui vennero alcuni grossisti di olio e di grano negli anni delle leggi sui granai e sugli oleari del popolo: uno di questi, anzi, guardando fuori dalla finestra, comodamente perché la persiana un giorno si trovò asportata o cadde e le pratiche per rimetterla andarono per le lunghe, s’innamorò di una sontuosa fanciulla che si affacciava al suo balcone ad innaffiare le piante grasse sulle lastre di marmo, e che per la prima volta alzava gli occhi al nido dei serpenti, quando il giovane grossista cantava. Dopo pochi giorni si sposarono. Con i fascisti entrarono piatti in quantità, il maresciallo chiese aumento di forza, tanto le guardie erano occupate. “Uscirete presto, la galera non è fatta per voi”. Dicevano i comuni che s’ingrassarono in quei giorni. Io ero tenuto come quelli dai contadini e dagli altri: un calzolaio, un camionista, un ambulante, un piccolo proprietario. Il camionista che disse al commissario: «Non so niente. Sono stato chiamato a caricare paglia». La paglia se n’era caduta alla grande velocità che lui andava ed erano spuntate sul carro le corna dei buoi rubati, lui però non ne sapeva niente. Anche lui mi diceva: «Uscirai presto, la galera non è fatta per te!». Volevo che non fosse così. Non c’erano certi miei signori che avevano ucciso, sia pure per colpa, avevano rubato, violentato la servetta di dodici anni? Stavano protetti nel loro castello e ricevevano le autorità in salotto con la fotografia del genitore, il defunto senatore del Regno, secondo istruttore del processo Matteotti. Il maresciallo non sarebbe venuto qui per i suoi soprusi, i suoi reati, nemmeno il maresciallo del carcere se io l’avessi denunciato per concussione continuata offrendo le prove, l’Esattore mai più, che guadagnava cinque milioni all’anno per legge, i veterinari, che denunciavano l’afta epizootica quando avevano bisogno di soldi, i segretari comunali, il dottore delle prefetture, che, per un sopraluogo finito in un’ora, si faceva pagare tre giorni di trasferta e il segretario asseriva essere doveroso e solito da parte dei sindaci liquidare, il medico che non visitava il giovane, presunto omicida, ridotto con la carne nera in caserma per tre giorni fino alla scoperta del vero autore. E tanti, ma chi può nominarli? Degli Enti, dei Consorzi, degli Istituti, delle Banche. Se quelli commettono un reato, sono trasferiti di autorità con le spese di trasporto a carico del denaro pubblico: così girano anche l’Italia da una provincia all’altra. E se sono licenziati, prendono una liquidazione che li fa milionari. E se restano allo stesso posto, nella stessa città, prendono la tredicesima, la quattordicesima e la quindicesima mensilità perché l’anno lo allungano loro come vogliono. E, ripresi, sanno difendere la causa dei figli e della famiglia piangendo e furiosamente accusando le api regine, gl’intoccabili superiori d’ufficio. Quando quei signori sono colpiti, diventano tutt’al più comunisti per il tempo necessario a rimettere le cose a posto nella santità del lavoro, dello Stato, dello straordinario, della pubblica funzione. Ogni giorno, solo al paese mio, si dicono dieci messe nelle chiese nello stesso momento in cui la carovana dello Stato inizia la sua giornata di crimini e gli uomini forti calpestano le strade. “
Rocco Scotellaro, L' uva puttanella-Contadini del Sud, Laterza (collana Universale, n° 4; prefazione di Carlo Levi), 1977⁴, pp. 92-94.
[Prime Edizioni originali, postume: Laterza (collana Libri del tempo), 1956-1954]
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lilith-brn · 2 years
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Ogni bambina da piccola sognava di essere la principessa di un regno incantato, la sovrana di un regno magico abitato da piccole fate e da elfi simpatici. La maggior parte delle bambine ha sempre realizzato il suo sogno di diventare principessa perché in fondo lo erano sempre state, loro erano le principesse dei suoi genitori e le regine della loro casa grande o piccola che fosse.
Io invece non mi sono mai immaginata vestita di rosa con uno scettro ed una corona scintillanti, anzi, ho sempre sognato di essere una guerriera che difende se stessa ed il suo piccolo paese dal male esterno, ed ovviamente accanto a me non immaginavo di certo un principe dalla scintillante armatura, io sognavo un uomo magico che si potesse trasformare in un enorme drago per portarmi a volare nel cielo, sognavo un uomo alto, possente e sicuro di sé che potesse aiutare gli altri e che non fosse egoista. Sognavo una spalla che mi sorreggesse nei brutti momenti della vita e che correggesse i miei errori senza urlare che per lui io fossi un fallimento. Sognavo un uomo magico che mi aiutasse a liberare la mia mente dai brutti pensieri e che mi salvasse dalle brutte situazioni.
Io sognavo solo un uomo al mio fianco ed invece ne sono apparsi due.
Se vi può interessare mi trovo su wattpad, basta cliccare il link che trovate qui sotto:
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lunamagicablu · 2 years
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Un Old Soul Starseed (o Starseed ‘Anima Antica’) ha già sperimentato di solito centinaia di vite sulla Terra, cominciate ai tempi dell’origine dell’umanità e a volte addirittura fin dalle origini del pianeta. Sono i Guardiani della Terra ed hanno un contatto diretto con Sirio, che è il guardiano spirituale del pianeta e dell’umanità. La loro Life Mission è legata all’evoluzione a lungo termine di tutti gli esseri ed è per il completamento di questo lungimirante e grande progetto che si sono incarnati volontariamente così tante volte. La storia li ha conosciuti nei ruoli di maestri spirituali, insegnanti, sciamani, profeti, operatori di luce (specialmente nei luoghi sacri), guardiani del Tempio, guaritori, re e regine, e alti ministri del culto. Detengono la saggezza e l’antica conoscenza spirituale così come è stata utilizzata sulla Terra per millenni: ciò include astronomia, astrologia, rune, numerologia, alcune modalità di guarigione, lightwork e cerimonie spirituali. Per molti di essi, cioè per coloro che sono riusciti a completare il loro ciclo di vite terrestri e tutti i progetti annessi e previsti per questo ciclo planetario di evoluzione, questa sarà l’ultima vita come essere umano. Questi Starseed sono molto abili nel padroneggiare l’equilibrio fra il radicamento alla materia e lo slancio spirituale. Ciò è dovuto all’allineamento con le loro origini extraterrestri che non si è mai attenuato nonostante le moltissime incarnazioni.
by Arn Allingham
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An Old Soul Starseed (or Starseed 'Old Soul') has usually already experienced hundreds of lives on Earth, beginning at the time of humanity's origin and sometimes even as far back as the planet's origins. They are the Guardians of the Earth and have direct contact with Sirius, which is the spiritual guardian of the planet and of humanity. Their Life Mission is related to the long-term evolution of all beings and it is for the completion of this far-sighted and grand project that they have voluntarily incarnated so many times. History has known them in the roles of spiritual teachers, teachers, shamans, prophets, light workers (especially in sacred places), Temple guardians, healers, kings and queens, and high ministers of religion. They hold wisdom and ancient spiritual knowledge as it has been used on Earth for millennia: this includes astronomy, astrology, runes, numerology, some healing modalities, lightwork, and spiritual ceremonies. For many of them, that is, for those who have managed to complete their cycle of terrestrial lives and all the related projects foreseen for this planetary cycle of evolution, this will be the last life as a human being. These Starseeds are very adept at mastering the balance between grounding in matter and spiritual momentum. This is due to the alignment with their extraterrestrial origins which has never diminished despite the very many incarnations.
by Arn Allingham
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a-tarassia · 2 years
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A casa ho un piccolo essere a quatto zampe peloso e grigio che per lo più distrugge cose, nel tempo libero, tra una cosa distrutta e l’altra, dorme anche.
È una femmina con un forte desiderio di acchiappare e uccidere tutto ciò che oscilla, il desiderio diventa quasi incontenibile se la detta cosa è il latte, se odora di menta o se è fuori dalla finestra.
Noi l’intenzione di lasciarla uscire ce l’abbiamo dobbiamo solo aspettare perché è piccola, vaccinata, ma non sterilizzata e io figli non ne voglio, figuriamoci prendermi cura di figli di altri. Quindi nel mentre perché la odio, ma un po’ la amo anche, le abbiamo comprato un guinzaglio e la portiamo fuori noi.
Oh se portare fuori un gatto a passeggiare non è un’esperienza amici miei, se non lo è. Innanzitutto non è un cane, i gatti camminano su ogni superficie ad ogni altezza e grado di inclinazione e camminano in silenzio perché loro predano. Camminano di soppiatto e si infilano, stanno fermi ad ascoltare, pazienti, immobili come delle statue e poi scattano all’improvviso, loro vedono e sentono tutto e sono ricettivi ad ogni cosa che sia un suono, un odore o una cosa che si muove.
Io esco col gatto e cammino in punta di piedi per non rovinarle l’esplorazione, cerco di tenerle il guinzaglio sempre morbido e quindi camminiamo sui muretti in equilibrio, ci fermiamo per minuti interi ad osservare le foglie che si muovono, ieri abbiamo scoperto che la salvia è malata.
L’altro giorno abbiamo sgamato un nido di piccioni. Abbiamo camminato in mezzo ai cespugli e abbiamo trovato una piccola pallina mai vista prima. Quando non conosciamo bene il posto camminiamo piano rasente i muri e poi se vediamo una cosa che si muove ci fermiamo, fissi, rigidi e con religioso silenzio ci avviciniamo per sorprenderla all’improvviso. Seguiamo ogni moscerino, mangiamo fili d’erba, ci arrampichiamo sui muri dei vicini e facciamo amicizia coi gatti del quartiere allungando piano le zampette al di là della rete. Lei fuori sta zitta, in casa con noi comunica spesso, a modo suo, miagola per manifestare cose, bisogni o semplicemente felicità, fuori invece non ha bisogno di parlare, lei sta muta ad osservare e curiosare, non deve, non può fare rumore. E io ho scoperto che posso non fare rumore insieme a lei se voglio.
Giochiamo con ogni pozza d’acqua che troviamo e ci infiliamo le zampette per schizzare lontano, è divertentissimo. I rumori forti un po’ ci spaventano, anche il cane dei vicini non ci piace molto, ma piano piano prenderemo confidenza e diventeremo le regine del quartiere.
Il momento in cui sarà pronta ad uscire da sola un po’ mi spiacerà, è giusto che esca senza guinzaglio, è un gatto e deve portarmi a casa carogne di altri animali, vedere però il mondo dal suo punto di vista è così poetico e stranamente semplice che certe volte penso vorrei prendere il suo posto ed esplorare tutto coi suoi occhietti piccoli e immacolati.
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weirdesplinder · 1 year
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Saga di Riftwar di Raymond E. Feist
Oggi voglio presentavi una saga fantasy di cui negli ultimi anni si parla molto poco, il CICLO DI RIFTWAR, dell’autore  Raymond E. Feist.
Questa ciclo formato da 10 serie in tutto e da una trentina circa di libri, scritti a partire dal 1982 fino al 2013, è ambienttao nel mondo di Midkemia, e in particolare, per buona parte, nel regno delle Isole, uno dei regni di questo mondo. Un mondo pieno di magia, valorosi guerrieri, principi, regine, draghi, elfi, nani, demoni....tutto ciò che il fantasy classico domanda ed è ispirato ai mondi delle campagne dei giochi di ruolo Dungeons&drangons a cui l’autore giocava durante l’università quando ebbe l’idea per il primo romanzo della saga. Protagonista della saga è il mago Pug dall’aspetto normale, quasi insignificante, ma dai grandi poteri, che insieme con i suoi amici e alleati, dovrà affrontare durante un periodo di circa un secolo ben 5 guerre causate da 5 rift, da cui il nome della saga. I rift sono passaggi interdimensionali che purtroppo permetteranno ai popoli di lontani pianeti e dimensioni di invadere Midkemia.
I primi tre libri della Saga di Rftwar mi sono piaciuti. Lo stile usato  è chiaro e scorrevole e i personaggi interessanti. Forse mi è mancata  un pò di introspezione psicologica, i personaggi a volte sono fin troppo perfetti o forti, ma al tempo stesso l’autore non ha paura di uccidere anche persone importanti a livello di trama e riesce a sorprendere il lettore o a commuoverlo. Anche se prevale l’intrattenimento sopra il sentimentalismo. Tutto è ben dosato, forse persino troppo. Quello che probabilmente mi è mancato di più in questi libri è l’imperfezione che a volte fa sì che il lettore possa capire chi era il personaggio preferito dell’autore o chi o cosa si era divertito di più a scrivere e decrivere. Le scene sono belle, l’azione è descritta benissimo, ma questa è una delle poche serie fantasy di cui non ricordavo praticamente nulla.
Nella mia vita ho letto molte serie fantasy, e naturalmente non posso ricordarmi la trama particolareggiata di tutti i libi di una serie letta decine di anni fa, ma alcune scene sono indelebili. Dei libri di Tolkien o Terry Brooks, o Lois Mac Master Bujold o  Marion Zimmer Bradley ricordo molte cose, di alcuni quasi tutto, ma della saga di Rftwar non ricordavo nulla. Perciò prima di preparre questo post ho dovuto rileggere la recensione che ne avevo fatto, rileggere i libri, ristudiare la saga nella sua totalità e i vari seguiti, perchè avevo veramente tabula rasa. Nemmeno una singola scena era rimsta nella mia memoria. Eppure la mia recensione di allora era stata molto buona mi era piaciuta, ma ahimè non ha lasciato alcun segno su di me. E quetso a mio avviso significa qualcosa.
Probabilmente non mi ha colpito o coinvolto abbastanza mi ha solo intrattenuto, e nemmno in modo memorabile. Naturalmente tutto questo è soggettivo, resta il fatto che è una serie fantasy molto famosa e acclamata che consiglio comunque a tutti gli amanti del fantasy classico di leggere assolutamente
La magia è molto presente non toglie spazio alle azioni militari, ma è  veramente importante e decisiva in quasi ogni libro e soprattutto è  molto forte in Pug. e molto vasta, non viene limitata da così poi tante  regole o vincoli e forse questa sua poca specificità è una delle cose  che la rende meno personale meno memorabile. Allo stesso modo abbiamo  tutti gli elementi classici del fantasy: il maghi, le sacerdotesse, gli  elfi, i predecessori degli Elfi,   gli dei, i nani, gli artefatti, i dragi e chi più ne ha più ne metta, ogni elemento classico del fantasy è presente così come l’impronta di Tolkien. Ma nulla prevale nulla spicca tutto è egualmente bello e interessante. I draghi ci sono ma non sono findamentali sempre solo in alcune occasioni,gli elfi idem....quasi tutti sono coraggiosi, quasi tutti sono potenti....non che non ci siano i cattivi ci sono eccome e anche loro sono forti e ben dectti con motivazioni veramente sensate e chiare ma....nessuno spicca. A parte Pug, che sovrsta tutti per importanza e presenza in quasi ogni libro e per essere spesso decisivo....ma anche lòui è persino troppo forte e importante per il suo aspetto che viene decritto come assolytamente normale. E’ potente ma anche piuttosto umile. ....e’ il protagonista ma sempre insieme a altri. Spicca ma al tempo stesso è come se l’autore nopn volesse farlo spccare troppo  e questo non me lo ha reso simpatico o affascinante credetemi. Sono rimasta coinvolta dalla sua storia personale, non mi stava antipatico, anzi mi sono commossa per lui....ma non è mai stato affascinante o sorprendete ai miei occhi.
Ai miei occhi era molto più interessante il suo amico Thomas e tutta la sua storia con gli elfi che per carità è importante nella saga principale  ma non viene super approfondita. come arei voluito Per me la parte affascinante di questa serie sono stati gli elfi e l’dea che due dimensioni entrino in  comunicazione. Due mondi, diversi e distanti entrano in contatto e  scoppia la guerra. Questo sì era qualcosa di nuovo o comunque di così non tanto già visto in altre saghe fantasy.
Comunque la trama della serie è avvicente e se amate il fantasy classico non potrete non apprezzarla. Vi sconvolgerà la vita? Probabilmente no, ma ricordiamo che è una serie nata nella mente dell’autore mentre andava all’università e giocava a Doungeons&Dragons con i suoi amici. Tutto parte da questi giochi di ruolo e soprattutto nei primi libri della saga si sente, è inutile negarlo. Poi l’autore col passare degli anni è cresciuto con essa è maturato e socuramente i libri più belli sono quelli più recenti.
All’interno di questo ciclo la prima serie da leggere, la serie pricipale da cui tutto ha inizio è la SERIE di RIFTWAR, una trilogia fortunatamente tradotta anche in italiano.
SERIE DI RIFTWAR:
1.Il signore della magia (1982)
Autore: Raymond E. Feist
Titolo originale: Magician
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Trama:  Sulle rive di Crydee, un tranquillo avamposto di frontiera del Regno  delle Isole, su Midkemia, un orfanello di nome Pug si sforza di  apprendere i segreti dei grande Mago Kuigan. Il giovane - che grazie al  suo coraggio si è conquistato un posto a corte e le simpatie di una  giovane principessa dimostra un notevole talento magico, però si trova  misteriosamente a disagio con gli incantesimi più comuni e consueti.  Poi, un giorno, in modo del tutto inatteso, le annate di un popolo  proveniente da un altro mondo si affacciano alle porte del Regno,  minacciandone il futuro… Neanche l’inesperto Pug potrà sottrarsi ai  conflitto e, insieme con l’amico guerriero Tomas, affronterà una lunga  serie di avventure, che lo porteranno a ottenere il controllo di una  magia mai vista, eppure da sempre presentita, nonché a scoprire il  segreto dei misteriosi nemici e dello scontro in atto tra Midkemia o  l’oscuro mondo di Kelewan…
2. L’incantesimo di Silverthorn (1985)
Autore: Raymond E. Feist
Titolo originale: Silverthorn
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Trama: La  guerra tra i mondi di Midkemia e Kelewan si è conclusa: il Regno delle  Isole si prepara a vivere un periodo di pace e a festeggiare il  matrimonio tra il principe Arutha di Krondor e la principessa Anita. Ma  la tragedia è in agguato: nel giorno delle nozze, la principessa e  colpita da una freccia imbevuta di un’erba velenosa nota come  Silverthorn, così rara e misteriosa che tutti i rimedi conosciuti per  contrastare i suoi effetti risultano inutili. E mentre la vita della  giovane si spegne lentamente, Arutha si convince che l’unica speranza  per salvarla sia spingersi fino nella lontana Sarth, dove sorge  un’antica abbazia che custodisce più conoscenze di qualsiasi altro luogo  del Regno. Così, in compagnia di un mercenario. di un menestrello e di  un giovane ladro, il principe si mette in cammino…
3. Scontro a Sethanon (1986)
Autore: Raymond E. Feist
Titolo originale: A Darkness at Sethanon
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Trama:  Le legioni delle tenebre si sono risvegliate per annientare il Regno  delle Isole. Il mago Pug e Tomas devono scoprire l’origine della forza  malefica che rischia di inghiottire il loro mondo. Dal tempo dei Signori  dei Draghi di Midkemia, mai le forze del Caos hanno raggiunto tanto  potere, quindi Pug e Tomas devono intraprendere l’ultima impresa che li  porterà dalle remote terre di Kelewen fino all’alba del tempo, per  combattere la battaglia finale contro chi vuole annientare il loro  mondo.
A QUESTA TRILOGIA SI SONO POI AGGIUNTE TANTE ALTRE SERIE CHE SONO SIA SEQUEL DELLA SAGA PRINCIPALE SIA SPIN OFF MENO DIRETTTAMENTE E CRONOLOGICAMENTE COLLEGATI AD ESSA.
MA IO RITENGO CHE SOLO 4 di queste serie arricchiscano la serie principale in modo importante, introducendo nuove figure che si riveleranno fondamentali ai fini della trama e raccontando eventi muteranno per sempre le vite dei personaggi della serie, e sono naturalmente le 4 serie corrispondenti ai 4 RIFT che avvengono nel ciclo dopo la serie princpale, poichè ogni volta che un rift, un passaggio verso un’altra dimensione, si apre ne segue sempre caos e guerra:
The Serpentwar Saga
Ambientata circa 50 anni dopo la trilogia principale, dopo un secondo Rift, dopo che si è creato un secondo pasaggio con un altra dimensione. Midkemia è invasa da uomini lucertola, che stanno sfuggendo a un invasione di demoni sul loro mondo d’origine.
Shadow of a Dark Queen, 1994
Rise of a Merchant Prince, 1995
Rage of a Demon King, 1997
Shards of a Broken Crown, 1998
The Darkwar Saga
Ambientata poco dopo la serie Conclave e quindi circa 30 anni dopo il Secondo Rift, e la serie Serpentwar. Accade un Terzo Rift e stavolta la Conclavedelle ombre deve cercare di fermare l’invasione dei Dasati; una razza proveninte da un altra dimensione dominata dalle forze del male.  
Flight of the Nighthawks,2005
Into a Dark Realm,2006
Wrath of a Mad God,2008
The Demonwar Saga
Solo 10 anni dopo il Terzo Rift, ecco aprirsi un Quarto Rift, e stavolta dal passaggio pronti a invadere Midkemia arrivano degli elfi guerrieri in fuga da forze demoniache che finiscono pure loro per arrivare su Midkemia.
Rides a Dread Legion, 2009
At the Gates of Darkness, 2010
The Chaoswar Saga
Ambientata dopo un Quinto Rift subito dopo la Demonwar serie di cui è un diretto seguito vede l’invasione del Regno delle Isole da parte dell’Impero Kesh.
A Kingdom Besieged, 2011
A Crown Imperiled, 2012
Magician's End, 2013
LE ALTRE 5 SERIE che FEIST ha scritto, arricchiscono certamente la serie, ma li vedo come più degli spin off che potrebbero anche venir saltati senza togliere poi molto alla trama principale. Opinione mia e vi consiglierei di leggerli solo se avete amatoin modo particolare alcune parti dei libri principali.
Ad esempio vi appassionano le lotte politiche di Midkemia, gli intrighi di corte, L’impero Kelean e Krondor, allora certamente vi consiglio di leggere le serie:
Kelewan Empire
con Janny Wurts, Daughter of the Empire, 1987
con Janny Wurts, Servant of the Empire, 1990
con Janny Wurts, Mistress of the Empire, 1992
Krondor's Sons
Prince of the Blood, 1989
The King's Buccaneer, 1992
The Riftwar Legacy
Krondor: The Betrayal, 1998
Krondor: The Assassins, 1999
Krondor: Tear of the Gods, 2000
Vi interessa invece di più il lato magico della storia, i maghi, la scuola di magia? Allora dovete certamente leggere la serie:
Il Conclave delle ombre:
L'artiglio del falco d'argento (Talon of the Silver Hawk, 2002), Nord, 2003
Il re delle volpi (King of Foxes, 2003), Nord, 2004
L'esilio del tiranno (Exile's Return, 2004), Nord, 2006
Per quanto riguarda la serie Legends of RIftwar, questa poi non la chiamerei neppure serie sequel, è proprio uno spin off ed è formata da libri tra loro scollegato tra l’altro che invece si legano da ltri libri della saga approfondendone alcuni personaggi molto secondari. Quindi la lettura di questa potete saltarla a meno che siate veri fan di questa serie e volete leggere tutto ciò che c’è da leggere su questo universo.
Legends of the Riftwar
con William R. Forstchen, Honoured Enemy, 2001 (pubblicato anche come Honored Enemy)
con Joel Rosenberg, Murder in LaMut, 2002
con S. M. Stirling, Jimmy the Hand, 2003
Jimmy and the Crawler, 2013
SE INVECE VOLETE IMMERGERVI TOTALMENTE IN QUESTO MONDO e LEGGERE L’INTERA SAGA IN ORDINE CRONOLOGICO DEGLI AVVENIMENTI NARRATI, L’ORDINE GIUSTO E’ QUESTO
1. Serie di Riftwar (la serie principale il fulcro del ciclo)
2. Serie  Legends of the Riftwar  (ambientata tra il primo e il secondo libro della trilogia principale)
3. Serie Kelewan Empire (ambientata durante la prima trilogia principale)
4. The Riftwar Legacy (ambientata 10 anni dopo gli avvenimenti di Scontro a Sethanon)
5. Serie Krondor's Sons  (dedicata alle avventure dei figli del principe Arutha e ambientata 20-30 anni dopo la trilogia principale).  
6. Serie  The Serpentwar Saga (ambientata 50 anni dopo la fine della trilogia principale dopo il secondo Rift)
7.  Serie  ll Conclave delle ombre (ambientata circa 30 anni dopo la serie Serpentwar)
8.  Serie  The Darkwar Saga (ambientata  qualche anno dopo il Conclave dopo il terzo rift)
9.  Serie  The Demonwar Saga (ambientata  dopo il quarto rift, 10 anni dopo Darkwar)
10.  Serie  The Chaoswar Saga (ambientata  dopo il quinto rift poco dopo la Demonwar serie)
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tatuagemarte · 16 days
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thenightling · 2 years
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How a 1985 horror film addresses the importance of true names and gave a cis character a dead name
I happen to love the original 1985 horror film Fright Night (not so much the remake).   In the original Fright Night a teenage boy named Charley Brewster discovers that his new neighbor is a vampire.  
Not knowing what to do, Charley seeks the aid of has-been horror actor, Peter Vincent.  Peter Vincent hosts a TV show also called Fright Night where he shows classic monster movies (usually featuring himself.) Now Peter Vincent happens to be the character’s stage name based on Peter Cushing (Hammer Horror actor who played Dr. Van Helsing in Hammer’s Dracula movies), and Vincent Price (classic horror actor). It was actually the name of the character he played in his old monster movies “Peter Vincent The Great Vampire Killer.”  Imagine if Sarah Michelle Geller couldn’t find work after Buffy, started hosting late night monster movies and began answering to the name Buffy Summers.  That’s pretty much what happened here. At first Peter is reasonably skeptical to Charley’s claims that his neighbor is a real vampire but after seeing the man doesn’t cast a reflection in a mirror Peter is forced to face the reality that vampires are real.
From this point on the character experiences intense character growth.  He goes from cowardly-has-been horror actor to becoming the hero he always pretended to be. One major catalyst for this is when Peter is forced to defend himself against a recently created vampire “Evil” Ed.  Seeing that poor boy die as a vampire is both heart breaking and terrifying and Peter realizes he has to become the hero he always pretended to be. While trying to encourage himself he repeats again and again the words ”I am Peter Vincent, the great vampire Killer.  I am Peter Vincent, the great vampire killer!”
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Earlier in the movie when Charley had tried to encourage Peter (after he had panicked at learning vampires are real) Charley had said something very similar to which Peter had responded with “That’s a character in a movie!  That’s not even my real name!” Well, Peter finally becomes the hero he always pretended to be.  His “real” name never comes up again.  In fact his character is credited as Peter Vincent on the end credits.  And he answers to Peter Vincent all through the sequel.  At this point his original name has become a deadname. He sees himself as Peter Vincent and that is who he has become. The deadname no longer matters.   His stage name, his character name has become his true name.  This is a great symbolism to show how a chosen name can be a true name and a birth name is not necessarily your true name or who you are meant to be, and yes, you can learn who you truly are later.
There’s a lot of LGBTQ+ overtones in the original Fright Night (again, not so much the remake).  Amanda Beares (who played Amy, Charley’s love interest) was a lesbian in real life. Stephen Geoffreys (who played Ed) was gay in real life.  Roddy McDowall (Peter Vincent) was gay in real life.  Not only that but the character was half-inspired by Vincent Price (who was bisexual). The character Jerry Dandridge (the main vampire) had a live-in male companion that was implied to be a lover even though he also felt Amy looked like a lost lost.   And Fright Night Part 2 also featured several gay actors, including one who was dying of AIDS, Merritt Butrick (it would be his final role).  The character Regine was also implied to be bisexual.  And there was a one trans character named Belle.  
Though deadnaming wasn’t (by the majority) considered an issue yet in 1985 I would like to believe that Peter Vincent’s self-acceptance and discovering who he truly was is something powerful for many in the LGBTQ+ community.
There’s virtually no LGTBTQ+ content in the remake. Come to think of it, I don’t even remember there being any black actors in the remake either for that matter. Meanwhile in the original Fright Night the club bouncers and the homicide detective were black.  Jerry’s sister in Fright Night: Part 2 (1988) was of mixed race, and Belle (the transwoman vampire) was black.       
Fright Night (1985) deserves a more respectful remake, embracing the LGBTQ+ overtones of the original, not changing everything to try to make it be the anti-Twilight that the 2011 Fright Night tried to be.
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