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#GIUSTIZIA
apropositodime · 3 months
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Buongiorno.
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gregor-samsung · 7 months
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Il signore delle formiche (Gianni Amelio, 2022)
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donaruz · 8 months
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15 Gennaio 1988
Gennaio/Febbraio 2016
Oggi sarebbe stato il suo compleanno,
penso a una figlia che ha la sua stessa età,
penso che oggi è il compleanno della Giorgia nazionale,
penso che nessuno ha mai fatto abbastanza per fare giustizia su di una morte assurda.
Probabilmente Giulio non era abbastanza importante, probabilmente se fosse stato un politico, un console, un calciatore… avrebbe avuto tutte le migliori attenzioni.
Invece Giulio era uno qualunque, un povero cristo, così è morto in croce, dopo terribili torture e sevizie, senza che nessuno abbia mai saputo condannare fermamente questo delitto.
Ciao Giulio, noi non dimentichiamo! Auguri per questo tuo giorno.💔
MIB
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ilgiardinodivagante · 21 days
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Cos'è davvero l'uguaglianza? È come una chimera, un ideale che sfugge, un concetto che ognuno interpreta a modo suo. Da una parte, c'è chi grida al merito, alla gerarchia, a una sorta di legge della giungla dove vince il più forte. Ma il merito è davvero così oggettivo? Non è che spesso è il frutto di un gioco di carte truccato, dove alcuni nascono già con un asso nella manica? E poi, c'è chi, all'opposto, sostiene che siamo tutti uguali, punto e basta. Ma se siamo tutti uguali, che senso ha valorizzare le differenze? È come dire che un Picasso e un bambino di tre anni che scarabocchia un foglio sono sullo stesso piano.
Io credo che l'uguaglianza sia il fondamento di una società sana, ma non nell'accezione di un livellamento che annulla le individualità. È il diritto di ogni essere umano a partire da una linea di partenza equa, a poter sviluppare i propri talenti, a non essere giudicato per l'origine, il colore della pelle o le preferenze sessuali. Ma questo non significa che tutti debbano fare lo stesso lavoro o raggiungere gli stessi traguardi. Un medico e un poeta hanno ruoli diversi, ma entrambi sono essenziali per la nostra società.
Il problema nasce quando confondiamo l'uguaglianza con l'uniformità. È come se volessimo tutti indossare la stessa taglia di scarpe, senza renderci conto che ognuno ha un piede diverso. Certo, possiamo creare delle scarpe standard, ma poi ci saranno sempre quelli a cui stringono e quelli a cui sono larghe.
La meritocrazia, se intesa nel modo giusto, può essere un motore di crescita. Ma deve essere una meritocrazia inclusiva, che non lasci indietro nessuno. È illogico pensare che un bambino cresciuto in un ambiente privo delle risorse fondamentali possa, senza alcun supporto, raggiungere gli stessi risultati di un suo coetaneo cresciuto in un contesto privilegiato. Dobbiamo creare delle reti di sostegno, delle rampe di lancio per chi parte svantaggiato.
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E poi c'è la questione della libertà di espressione. Certo, ognuno ha diritto a dire la sua, ma non tutte le opinioni hanno lo stesso valore. Un'idea ben argomentata, frutto di una profonda riflessione, è diversa da un'opinione buttata lì tanto per dire. E non dimentichiamo che la libertà di espressione ha dei limiti. Non possiamo gridare al fuoco in un cinema, né diffondere notizie false che possano danneggiare gli altri.
Per costruire una società più giusta ed equa, dobbiamo prima di tutto affrontare le contraddizioni e le sfide che ci troviamo ad affrontare. Come possiamo conciliare il principio di uguaglianza con quello di meritocrazia? Viviamo in un'epoca contraddittoria, dove si invocano i valori di pace e fratellanza, ma si perpetuano le disuguaglianze. Più parliamo di uguaglianza, più il divario tra ricchi e poveri sembra allargarsi.
Ci chiediamo allora: vogliamo davvero una società più equa? E se sì, perché le nostre azioni non corrispondono a questo desiderio? Siamo disposti a mettere in discussione i nostri privilegi per costruire un futuro più giusto? Le risposte a queste domande sono fondamentali per definire le azioni concrete che dobbiamo intraprendere.
Insomma, la strada verso l'uguaglianza è lunga e tortuosa. È un percorso che richiede impegno, dialogo e soprattutto onestà intellettuale. Dobbiamo essere disposti a mettere in discussione le nostre convinzioni, a uscire dalla nostra comfort zone e ad ascoltare le ragioni degli altri. Solo così potremo costruire una società più giusta e più equa, dove ognuno possa realizzarsi e trovare il proprio posto.
Questo blog è il mio piccolo angolo creativo. Ogni parola e ogni immagine presente in questo post è frutto della mia immaginazione. Se ti piace qualcosa, condividi il link, non copiare.
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Ci sentiamo persi perché ci hanno convinti che esista una sola direzione giusta e che sono pochi quelli che riescono ad intraprenderla. Io non sono d'accordo: penso che esistano strade sbagliate necessarie che poi sfociano sul percorso giusto per te e che ci siano le famose "strade giuste" che non sempre ti rendono felice come ti aspetteresti e che non ti portano proprio da nessuna parte.
zoe, 11aprile22
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rideretremando · 8 days
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Quel verme ripugnante schiaccerebbe farfalle con lo stivale e direbbe che sta proteggendo la casa. E i dementi che lo seguono parlano di confini senza capire nulla.
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scogito · 1 year
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Mala tempora currunt.
(Torino, 2023)
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guidosaraceni · 3 months
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I reati prioritari
(Roma) – Ci siamo. Il governo sta preparando la lista dei reati prioritari, per limitare, gravemente e di fatto, la libertà e la discrezionalità dei PM. Bisognerà perseguire prima i furti, gli stupri, le rapine… Poi, con calma, se proprio resta tempo, la corruzione, la concussione e i reati contro la pubblica amministrazione. Questa classe politica si auto-assolve dei suoi peggiori reati,…
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superfuji · 1 year
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C’è uno sketch di Corrado Guzzanti del 2001, realizzato per il programma L’ottavo nano, in cui viene associato il centrodestra al menefreghismo e al desiderio di infrangere tutte le regole. La casa delle libertà di Guzzanti prende il nome dalla coalizione guidata da Silvio Berlusconi in quegli anni e raccoglie sketch esilaranti in cui la gente piscia su un divano o rutta durante una cena, per poi concludersi con una musica gioiosa e la frase “Facciamo un po’ come cazzo ci pare”. Credo che questa sia la principale eredità del berlusconismo assimilata dal governo Meloni, e leggendo il ddl Nordio per la riforma della Giustizia sembra che la parodia guzzantiana sia ancora tremendamente attuale.
Apricena, in provincia di Foggia, è il primo comune italiano a intitolare una via a Silvio Berlusconi. Per svariate ragioni può sembrare grottesco, ma mai come il fatto che il governo gli abbia dedicato addirittura la riforma della Giustizia, che non a caso sembra scritta dall’ex leader di Forza Italia. Se fosse ancora vivo, lui ci taccerebbe di essere dei poveri comunisti, e già a destra – ma anche dalle parti del Terzo Polo – c’è chi sta tentando di ridurre tutto a un’improbabile faida tra garantisti e giustizialisti. In realtà il ddl Nordio non rientra nella sfera del garantismo, ma in quella delle proposte tragicomiche. Per capirlo c’è soltanto una cosa da fare: leggerlo.
LA LEGGE NORDIO SERVIRÀ ANCHE A SNELLIRE LA BUROCRAZIA, MA SEMBRA PIÙ UNO SCUDO PER MOLTI REATI
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aitan · 8 months
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Quino, senza null'altro aggiungere.
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ragazzoarcano · 5 months
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“Il mondo è davvero pieno di pericoli, e in esso ci sono molti luoghi oscuri; ma c’è ancora molto di giusto.”
– JRR Tolkien, La compagnia dell’anello
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Io rimarrò sempre ferma sui miei principi di correttezza e giustizia, sempre e mi batterò nel mio piccolo perché vengano rispettati ogni volta che mi troverò davanti ad una via che è una scorciatoia scorretta, anche e soprattutto a costo di venire odiata per questo.
L'unico mio sbaglio nell'aver espresso il mio concetto è quello di aver alzato la voce ma ci tengo a precisare che comunque ho ribadito che anche le altre avevano il diritto di parola e che se fossi rimasta in minoranza avrei dovuto accettare la loro decisione. Nessuna ha parlato quindi si è fatto come ho detto io ma ai loro occhi è stato solo come accontentare un mio capriccio e non effettivamente fare la cosa giusta.
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gregor-samsung · 3 days
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" Non ho mai visto in mano a un contadino un libro popolare sull'unità italiana: ho visto spesso, insieme ai Reali di Francia, la rapsodia dell'abate Cesare e la bellissima istoria di Angiolillo, e tuttavia il dramma di Peppe Mastrilli appassiona ed esalta le menti. Ancora adesso, nelle lunghe sere d'inverno, nelle notti vegliate, nelle soste del lavoro, trasformate e ingigantite dalla leggenda si ripetono con compiacenza le storie dei briganti. È tutto questo un male? lo non vorrei dire e non saprei. Le cause che hanno prodotto per tanti secoli il brigantaggio non sono ancora del tutto rimosse e il male è che esistano, non che esistendo operino e, scomparso il brigantaggio, producano effetti di altra natura, ma sempre egualmente dolorosi. "
———
Brano tratto dal saggio breve Briganti (1899) raccolto in:
Francesco Saverio Nitti, Eroi e briganti, Edizioni Osanna (collana Biblioteca Federiciana n° 3), Venosa (PZ), 1987¹; p. 34.
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donaruz · 6 months
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Il 20 Marzo del 1994 vengono uccisi in un agguato a Mogadiscio Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
Questa foto è stata scattata pochi giorni prima dell’agguato dal fotografo inviato del Corriere della Sera Raffaele Ciriello ucciso il 13 marzo del 2002 in Cisgiordania da un tank israeliano.
A queste persone a questi tre reporter lo stato italiano non hanno mai voluto dare giustizia ai familiari per le loro morti.
Noi non dimentichiamo Ilaria, Miran e Raffaele.
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Quante volte diamo per scontato che le parole abbiano lo stesso peso per tutti? Amore, rabbia, dolore... Sembrano concetti universali, eppure ognuno di noi li vive in un modo così personale. Quando diciamo "ti amo" non stiamo pronunciando una formula magica univoca. Stiamo eseguendo un complesso rituale, fatto di intenzioni, ricordi, sensazioni, paure e speranze. Un rituale specifico e personale che è diverso per ciascuno di noi.
Quanti fraintendimenti nascono da questa illusione di una comunicazione perfetta? Quanti muri invisibili si alzano tra le persone perché diamo per scontato di capirci, senza fermarci ad ascoltare davvero.
Spesso tendiamo a proiettare le nostre esperienze sugli altri, a interpretare le loro emozioni attraverso la lente della nostra vita. Vediamo un sorriso e pensiamo subito a felicità, una lacrima e associamo automaticamente dolore. Ma dietro quel sorriso potrebbe nascondersi una stanchezza infinita, e dietro quella lacrima una liberazione. La comprensione profonda non è una semplice deduzione, è un'immersione delicata nel mondo dell'altro.
Ricordo quando credevo che condividere le canzoni fosse un modo infallibile per creare un legame con gli altri. Se a entrambi piaceva la stessa canzone, pensavo che automaticamente condividessimo anche le stesse emozioni, le stesse esperienze. Come se quella melodia fosse una sorta di codice segreto che solo noi due conoscevamo. Ma poi ho capito che non è così semplice. La stessa canzone può risuonare in modo profondamente diverso in ognuno di noi, evocando ricordi, sensazioni e interpretazioni personali che spesso non hanno nulla in comune.
E allora ho iniziato a chiedermi: come facciamo a conoscerci veramente, se non scavando oltre le apparenze? Se non ci mettiamo a nudo, senza paura di mostrare le nostre fragilità? Se non impariamo ad ascoltare con il cuore, oltre le parole?
Ogni esperienza della nostra vita è come una grande foresta, piena di sentieri nascosti e di pericoli da superare. Ognuno di noi la percorre, inciampa, si perde, trova la via. Ma anche se due persone escono dalla stessa foresta, è impossibile affermare con certezza che abbiano attraversato gli stessi sentieri, visto gli stessi panorami, provato le stesse emozioni, imparato le stesse lezioni.
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Eppure, tendiamo a semplificare tutto, a cercare punti in comune, a creare delle scorciatoie affettive, basandoci spesso su supposizioni, su un'idea precostituita di ciò che gli altri provano o pensano. Ci accontentiamo di sfiorare la superficie, di riconoscere i punti in comune più evidenti. Ma è proprio lì che perdiamo l'opportunità di scoprire qualcosa di veramente profondo. Perché la vera connessione non nasce dalle somiglianze, ma dalla curiosità di esplorare le differenze.
Quando impariamo ad ascoltare davvero, senza giudicare né paragonare, apriamo una porta su un mondo nuovo. Un mondo in cui le differenze non sono un ostacolo, ma una ricchezza. Un mondo in cui possiamo scoprire aspetti di noi stessi che non sospettavamo nemmeno di avere.
È come se ognuno di noi fosse un diamante grezzo, con mille sfaccettature ancora da scoprire. E ogni relazione è un'opportunità per far brillare una nuova luce su quelle sfaccettature, per rivelare la nostra complessità e la nostra unicità.
Forse è proprio questa la vera bellezza delle relazioni umane: la possibilità di crescere insieme, di scoprire nuove profondità in noi stessi e negli altri.
Questo blog è il mio piccolo angolo creativo. Ogni parola e ogni immagine presente in questo post è frutto della mia immaginazione. Se ti piace qualcosa, condividi il link, non copiare.
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elenascrive · 8 months
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È così!
Ho voglia di staccare da tutto e da tutti,
far perdere le Mie tracce
andando via per un po’
per vagare lontana
verso posti e persone sconosciuti,
per ritrovare la serenità messa a dura prova
da menti ottuse e furbe
A ritrovarmi intera
senza più ansie e né preoccupazioni,
per ritornare poi
con maggiore forza di andare avanti
nonostante i casini
Riprendere tra le mani la battaglia
per far trionfare la verità e la giustizia
ai quali, cascasse il Mondo,
non smetterò mai di credere
perché Voi
non l’avrete vinta mai!
@elenascrive
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