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#Giuseppe Paolo Di Maggio
perfettamentechic · 4 months
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8 marzo … ricordiamo …
8 marzo … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2023: Chaim Topol, noto anche semplicemente come Topol, attore israeliano noto per la sua interpretazione del lattaio Tevye in Il violinista sul tetto (1971). Nelle produzioni israeliane, uno dei suoi ruoli più noti è nel controverso Sallah (1964). Topol ha illustrato circa 25 libri sia in ebraico che in inglese. Ha sposato nel 1956 Galia Finkelstein e ha avuto tre figli. Topol muore per…
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libriaco · 22 days
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Nel nome dei Padri
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Il Presidente De Nicola firma la Costituzione. Alla sinistra dell'immagine: De Gasperi, alla destra: Terracini.
Qui sotto l'elenco dei membri della Commissione per la Costituzione (o Commissione dei 75).
Gruppo democristiano (26 membri)
Gaspare Ambrosini
Giuseppe Maria Bettiol (sostituisce dal 10 aprile 1947 Giacinto Froggio, dimissionario, che il 6 febbraio 1947 aveva sostituito Ezio Vanoni, divenuto ministro)
Pietro Bulloni
Giuseppe Cappi
Giuseppe Caronia (sostituisce dal 22 febbraio 1947 Giuseppe Togni, divenuto sottosegretario di stato)
Giuseppe Codacci Pisanelli
Camillo Corsanego
Luigi De Michele
Francesco Dominedò
Giuseppe Dossetti
Maria Federici
Giacinto Froggio (sostituisce dal 2 luglio 1947 Umberto Tupini, divenuto ministro)
Giuseppe Fuschini
Angela Gotelli (sostituisce dal 6 febbraio 1947 Carmelo Caristia, dimissionario)
Giorgio La Pira
Giovanni Leone
Salvatore Mannironi
Giuseppe Micheli (sostituisce dal 22 febbraio 1947 Umberto Merlin, divenuto sottosegretario di stato)
Aldo Moro
Costantino Mortati
Attilio Piccioni
Giuseppe Rapelli
Ferdinando Storchi (sostituisce dal 2 luglio 1947 Amintore Fanfani, divenuto ministro)
Emilio Paolo Taviani
Egidio Tosato
Giovanni Uberti (sostituisce dal 24 luglio 1946 Giovanni Ponti, dimissionario)
Gruppo comunista (13 membri)
Giuseppe Di Vittorio (sostituisce dal 10 dicembre 1946 Mario Assennato, dimissionario, che il 24 settembre 1946 aveva sostituito lo stesso Di Vittorio, dimissionario)
Edoardo D'Onofrio (sostituisce dal 27 febbraio 1947 Umberto Terracini)
Antonio Giolitti (sostituisce dal 29 maggio 1947 Riccardo Ravagnan, dimissionario)
Ruggero Grieco (Vice Presidente)
Nilde Iotti
Vincenzo La Rocca
Renzo Laconi (sostituisce dal 19 settembre 1946 Fabrizio Maffi, dimissionario)
Concetto Marchesi
Guido Molinelli (sostituisce dal 30 maggio 1947 Carlo Farini, dimissionario, che il 19 settembre aveva sostituito Giorgio Amendola, dimissionario)
Umberto Nobile
Teresa Noce
Antonio Pesenti (sostituisce dal 10 dicembre 1946 Bruno Corbi, dimissionario, che il 24 settembre 1946 aveva sostituito lo stesso Pesenti, dimissionario)
Palmiro Togliatti
Partito Socialista Italiano (7 membri)
Leonetto Amadei (sostituisce dal 10 dicembre 1946 Giovanni Lombardi, deceduto, che il 25 luglio 1946 aveva sostituito Alessandro Pertini, dimissionario)
Lelio Basso
Michele Giua
Ivan Matteo Lombardo
Pietro Mancini
Angelina Merlin
Ferdinando Targetti
Partito Socialista Lavoratori Italiani (6 membri)
Alessandro Bocconi
Emilio Canevari
Eduardo Di Giovanni (sostituisce dall'11 settembre 1946 Alberto Simonini, dimissionario)
Gustavo Ghidini (Vice Presidente)
Edgardo Lami Starnuti
Paolo Rossi
Gruppo Repubblicano (4 membri)
Giovanni Conti
Francesco De Vita (decaduto perché sottosegretario dal 22 dicembre 1947)
Tomaso Perassi (Segretario)
Oliviero Zuccarini
Unione Democratica Nazionale (4 membri)
Aldo Bozzi
Giuseppe Paratore
Giovanni Porzio
Vito Reale (sostituisce dal 16 giugno 1947 Giuseppe Grassi, divenuto ministro)
Gruppo Autonomista (3 membri)
Giulio Bordon
Piero Calamandrei
Emilio Lussu
Fronte liberale democratico dell'Uomo Qualunque (3 membri)
Francesco Colitto
Francesco Marinaro (Segretario)
Ottavio Mastrojanni
Gruppo Liberale (3 membri)
Bartolomeo Cannizzo (sostituisce dal 14 dicembre 1946 Gennaro Patricolo, dimissionario, che il 24 luglio 1946 aveva sostituito Ottavia Penna Buscemi, dimissionaria)
Orazio Condorelli (sostituisce dal 17 ottobre 1947 Roberto Lucifero d'Aprigliano, dimissionario)
Guido Cortese (sostituisce dal 27 giugno 1947 Luigi Einaudi, divenuto ministro)
Gruppo Misto (3 membri)
Gustavo Fabbri
Andrea Finocchiaro Aprile
Meuccio Ruini (Presidente)
Democrazia del Lavoro (2 membri)
Mario Cevolotto
Enrico Molé
Unione Nazionale (1 membro)
Pietro Castiglia
Fonte: Wikipedia.
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curiositasmundi · 1 month
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[...]
Tutto accade nella settimana del 23 maggio quando il paese ricorda il sacrificio del giudice Giovanni Falcone, di Francesca Morvillo, degli agenti di scorta, uccisi dal tritolo mafioso a Capaci.
Ribadiamo un fatto non trascurabile, l’ex direttore del Sisde è stato processato nell’indagine trattativa stato-mafia, per la mancata cattura di Bernardo Provenzano e la perquisizione mai avvenuta del covo di Totò Riina, ma è sempre stato assolto. Alcuni elementi contenuti nell’invito a comparire erano già emersi negli altri procedimenti, ma nell’indagine fiorentina ce n’è sono di nuovi che saranno oggetto dell’interrogatorio di Mori, per ora rinviato. Secondo i pm Mori era al corrente del rischio stragista avendo avuto plurime anticipazioni, ma non ha fatto niente per evitarlo.
Lo avrebbe saputo «dal maresciallo Roberto Tempesta, del proposito di cosa nostra, veicolatogli dalla fonte Paolo Bellini, di attentare al patrimonio storico, artistico e monumentale della Nazione e, in particolare, alla torre di Pisa e, successivamente, da Angelo Siino, che lo aveva appreso da Antonino Gioè, da Gaetano Sangiorgi e da Massimo Berruti (ex manager berlusconiano e poi parlamentare di Forza Italia, morto nel 2018, ndr), durante il colloquio investigativo intercorso a Carinola il 25 giugno 1993, il quale gli aveva espressamente comunicato che vi sarebbero stati attentati al Nord», si legge nell’invito a comparire.
Quello che è chiaro in maniera esplicita e sarà oggetto dell’interrogatorio, Mori è già sentito un anno fa come persona informata sui fatti, è che i pm si sono rimessi a cercare riscontri intorno alla cosiddetta pista nera che vede convergere nella strategia stragista la mafia, l’eversione neofascista, i servizi deviati e la massoneria di Licio Gelli. Una pista già battuta, ma che non ha portato giudiziariamente a nulla di accertato.
Cosa c’è nel passato che unisce i mondi e incrocia Mori? Lo dettaglia il magistrato Roberto Tartaglia (dal 2022 distaccato a palazzo Chigi), nel 2018, durante il processo sulla trattativa stato-mafia (poi naufragato con l’assoluzione) descrivendo la carriera di Mori come costantemente contro le regole.
«I risultati “inimmaginabili” ai quali siamo arrivati su vicende, risalenti, ma importanti del passato di Mori servono a definire in maniera chiara e forte la geometria di un personaggio che poteva e può compiere di tutto». Il magistrato ricordava poi la carriera di Mori al Sid allora guidato da Vito Miceli, descritto come un servizio deviato e parallelo. Con il suo brusco allontanamento da Roma che, per il pm, era da ricondurre alla vicinanza di Mori, poi scoperta, con le azioni dell’organizzazione eversiva di destra Rosa dei Venti. Una ricostruzione che resta curriculum parallelo dell’ex generale, il quale, al contrario, ha sempre rivendicato la correttezza delle sue condotte.
C’è un ultimo incrocio, un’altra coincidenza che ci porta sempre a Firenze. I magistrati vogliono capire chi c’era dietro la fuga di notizie sulle rivelazioni del pentito Salvatore Cancemi che «parlava di quelli di sopra», chiaro riferimento a Silvio Berlusconi. Lo scoop fu pubblicato da Attilio Bolzoni e Giuseppe D’Avanzo su Repubblica nel 1994.
L’allora magistrata Ilda Boccassini, ora indagata per false informazioni ai pm, perché non ha rivelato quella fonte, aveva delegato l’indagine ai Ros, al comandante, Mario Nunzella, e al suo numero due, Mario Mori. Certi nomi, come i misteri, non passano mai.
Via - Infosannio
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raffaeleitlodeo · 2 years
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Paolo Marangon, sessantasettenne, è morto dopo il pugno sferratogli da un pregiudicato sabato scorso in via Alga a Chioggia. 
Sabato sera Paolo era andato a prendere la sua amica Daniela per andare a mangiare una pizza. L'omicida era seduto sui gradini del condominio in cui abita Daniela.  Paolo, per farsi strada tra le biciclette abbandonate, lo ha urtato involontariamente. L'omicida ha reagito rincorrendolo e sferrandogli un colpo secco al volto, facendogli sbattere il capo a terra in modo violentissimo. Dopo 2 giorni di agonia, Paolo è morto. L'omicida, pregiudicato, é libero. Il pm di turno che lo ha iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio preterintenzionale, ha ritenuto non ci fosse pericolo di fuga, pertanto lo ha denunciato a piede libero. Non sono un forcaiolo né ho interesse che qualcuno vada in galera. Constato che l'unica testimone vive nello stesso palazzo dove risiede l'omicida. Lei, l'amica della vittima, è comprensibilmente terrorizzata.
Perché parlo di questo fatto di cronaca avvenuto qualche giorno fa in provincia di Venezia? Per raccontare la storia di 4 studenti ventenni universitari di Torino, tutti incensurati, che, per avere manifestato davanti al palazzo di Unindustria di Torino contro l'alternanza scuola lavoro e la morte di 2 ragazzini, sono da 7 mesi sottoposti a misure cautelari – prima in carcere poi ai domiciliari – per resistenza a pubblico ufficiale durante una manifestazione avvenuta il 18 febbraio scorso. Sono Emiliano, Jacopo, Francesco e Sara, agli arresti dal 12 maggio.
Le manifestazioni dello scorso febbraio erano state indette dopo le morti, durante gli stage gratuiti, di due giovani studenti, Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci, a Udine e Ancona. La ragazza, Sara, non ha mai partecipato ad alcuno scontro, teneva il megafono in mano: per questo le è stato contestato il concorso morale. Per fare gli esami questi ragazzi devono essere autorizzati dal Gip. Uno di loro è figlio di genitori separati. Nonostante fosse agli arresti domiciliari non ha potuto vedere il padre sino a quando il tribunale non l'ha autorizzato. 
Non ho parole. Non ho più parole. Bisognerebbe essere in piazza, ogni giorno, sino a quando non li liberano. Tutti
Daniele Leppe - Facebook
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b0ringasfuck · 1 year
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I terroni sono tutti mafiosi. Per 30 anni l'hanno protetto
Gli anonimi sono tutti stronzi, mi scrivono sempre delle grandi cazzate.
Salvatore Carnevale (Galati Mamertino, 23 settembre 1923 - Sciara, 16 maggio 1955)
Domenico Barranco (Cefalù, 12 gennaio 1922 - Cattolica Eraclea, 18 maggio 1955)
Giuseppe Spagnolo (Cattolica Eraclea, 28 settembre 1900 - Cattolica Eraclea, 13 agosto 1955)
Pasquale Almerico (Camporeale (PA), 2 luglio 1914 - Camporeale (PA) 25 marzo 1957)
Vincenzo Di Salvo (Licata (AG), 5 novembre 1922 - (Licata (AG), 18 marzo 1958)
Vincenzo Savoca (N.D., 1924 - Palermo, 5 novembre 1958)
Clemente Bovi (N.D., 1926 - Corleone, 8 settembre 1959)
Cosimo Cristina (Termini Imerese, 11 agosto 1935 – Termini Imerese, 5 maggio 1960)
Paolo Bongiorno (Cattolica Eraclea, 30 luglio 1922 – Lucca Sicula, 27 settembre 1960)
Giovanni Marchese (Alcamo, 22 ottobre 1922 - Alcamo, 18 febbraio 1962)
Carmelo Battaglia (N.D.– Tusa, 24 marzo 1966)
Orazio Costantino (Castroreale Terme (ME), 24 gennaio 1931 – Casteldaccia (PA), 27 aprile 1969)
Pietro Scaglione (Palermo, 2 marzo 1906 – Palermo, 5 maggio 1971)
Giovanni Spampinato (Ragusa, 6 novembre 1946 - Ragusa, 27 ottobre 1972)
...
prevalentemente sindacalisti, giornalisti, politici, magistrati e FDO...
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arcobalengo · 2 years
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«Qui adesso cambia tutto e per capirne di più dobbiamo aspettare l’esito delle prossime elezioni politiche. Non si uccide la gallina dalle uova d’oro se non ce n’è già pronta un’altra che ne fa di più». Giovanni Falcone stava riflettendo con il collega e amico Piero Grasso, e il riferimento era all’omicidio di Salvo Lima, avvenuto due mesi prima. Il rientro a Palermo di Falcone con la moglie Francesca Morvillo era previsto per venerdì 22 maggio. Ma la magistrata venne bloccata, aveva una riunione la mattina successiva convocata dal presidente della commissione d’esame per uditori giudiziari, di cui faceva parte. Il volo fu rinviato al sabato pomeriggio.
[.....]
Alle 17.43 il Falcon 50 noleggiato dal Sisde atterrò sulla pista di Punta Raisi. Antonio Montinaro, caposcorta del giudice, si avvicinò al velivolo. Gli altri agenti di scorta della polizia di Stato attendevano davanti alle tre auto blindate. Giuseppe Costanza aprì il cofano e sistemò i bagagli. Poi salì dietro e lasciò le chiavi dell’auto al giudice, che aveva deciso di guidare. Accanto a Falcone si sedette la moglie. Ad aprire il corteo diretto a Palermo la Fiat Croma marrone guidata da Vito Schifani. Insieme a lui in auto c’erano Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. A seguire la Croma azzurra guidata da Gaspare Cervello, dove a bordo c’erano anche gli agenti Paolo Capuzza e Angelo Corbo. Nel frattempo, il boss di Altofonte Gioacchino La Barbera stava percorrendo in macchina la stradina parallela all’autostrada, seguendo le tre blindate del giudice con il telefonino sempre acceso. Era in contatto con i mafiosi che da un paio di ore erano in attesa sulla collinetta di Capaci: Giovanni Brusca, Antonino Gioè, Santino Di Matteo, Salvatore Biondino, Mariano Tullio Troia, Giovanbattista Ferrante. Ad azionare il radiocomando fu Brusca (o almeno lui credette così), che per qualche istante esitò. «Via, via, via», lo esortò Nino Gioè, per ben tre volte. E alla terza Brusca pigiò il tasto. Ma come spesso accade in questa storia, spesso la realtà si discosta dalla narrazione ufficiale e ancora più spesso le cose sono sempre più complesse di quanto appaiono. Durante il processo d’appello sulla strage di Capaci che si svolse dinanzi alla Corte d’Assise di Appello di Caltanissetta, Pietro Riggio (ex agente del corpo della polizia penitenziaria e contemporaneamente affiliato alla cosca mafiosa di Caltanissetta, per conto della quale svolgeva il ruolo di esattore della mafia) dichiarò che il suo compagno di cella, l’ex appartenente alla polizia di Stato Giovanni Peluso, gli avrebbe confidato di aver lavorato per il Sisde e di aver partecipato alle fasi esecutive della strage insieme a un altro appartenente alla polizia di Stato, denominato “il turco”. Sempre nel corso delle stesse udienze, la genetista Nicoletta Resta (perita nominata dalla Corte d’Assise d’Appello) affermò che nel luogo in cui fu preparata la strage c’era stata e si era trattenuta certamente una donna in quanto resti di Dna femminile furono estratti dai reperti rinvenuti nei pressi del luogo dell’esplosione. La mafia non aveva mai acconsentito che una donna partecipasse a una qualsiasi sua azione, per cui tale donna doveva necessariamente provenire da un ambito non mafioso. Qualche anno dopo si svolse (sempre a Caltanissetta) il processo “Capaci bis”. Nel corso delle udienze questa volta Riggio venne preso sul serio e fu organizzato un confronto tra lui e Peluso, questa volta indagato per la strage del 23 maggio 1992. Riggio: «Peluso mi disse: “Ma tu sei sicuro, credi ancora che il tasto del telecomando l’abbia premuto Brusca?” Io rimasi spiazzato. “Mah – dissi - non lo so perché mi dice questo”. Però ho intuito subito, nell’immediatezza dei fatti, che sicuramente conosceva, sapeva qualche cosa, o diretta o de relato o non so come, che gli facesse affermare questa cosa che Brusca effettivamente non avesse premuto lui».
Franco Fracassi - The Italy Project
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sartileonardo · 2 days
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Il mondo ha perso la bussola
Il 31 maggio è uscito: "Il mondo ha perso la bussola", a cura di Mario Deaglio con i contributi di Giorgio Arfaras, Giuseppina De Santis, Paolo Migliavacca, Giuseppe Russo. L'antifragilità è una caratteristica che dovremmo riscoprire, a livello non solo personale ma anche politico. È la caratteristica per cui un sistema complesso come l'economia a fronte di squilibri inattesi, caotici, tipici di quando «si perde la bussola» riesce ad apportare adattamenti, a individuare le cause delle crisi e a volgere in positivo ciò che sta accadendo. Un sistema antifragile migliora quando è esposto a sfide: è la scommessa del nostro mondo postglobale. Ci sono ancora punti cardinali sicuri a cui guardare per orientarsi? Deaglio scandaglia temi e scenari del mondo postglobale in cui ci troviamo a vivere, alla ricerca di una nuova bussola, perché quando l'ago non punta verso una direzione precisa è il momento, per imprese, banche e governi, di guardare al proprio interno e di dimostrare la propria antifragilità. Dal livello dell istruzione che non cresce più a come cambia il modo di vivere, dalla guerra industriale (e pacifica) dell auto elettrica come metafora dei problemi europei, dalla Germania ormai panzer in riparazione all analisi di un mondo devastato dai conflitti: sono solo alcuni dei temi messi a fuoco dagli autori. Consapevoli che i meccanismi che ci hanno condotto ai decenni straordinari della globalizzazione si sono ormai inceppati, è necessario comprendere le sfide del nostro tempo e continuare a navigare con saggezza verso un futuro di crescita sostenibile.
Ne abbiamo parlato con Mario Deaglio, docente Economia Internazionale Università di Torino.
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realnews20 · 28 days
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Nove mostre inedite tra cui 'O partigiano, portami via' per celebrare la carriera di Baru, padre nobile del graphic novel francese, voce delle classi operaie, degli immigrati, dei disgraziati e degli ultimi. Dal 24 al 26 maggio la Pelanda del Mattatoio e la Città dell'Altra Economia di Testaccio, a Roma, si anima con la decima edizione di ARF! "La festa di chi ama, scrive, disegna, legge e respira fumetti". Baru, assieme a Vittorio Giardino, sarà anche protagonista di una Lectio Magistralis.     Tra le altre mostre, c'è innanzitutto 'Più di 100 proiettili' dell'argentino Eduardo Risso, esposizione con cui Arf! rinnova la partnership con l'Istituto Cervantes di Roma, che si terrà dal 17 maggio al 6 luglio 2024 alla Sala Dalì di Piazza Navona.  Ci sarà poi 'Xtraordinarie! dedicata all'arte di Silvio Camboni, autore del manifesto di Arf! 2024, e uno dei fumettisti più eclettici, talentuosi e prestigiosi di Disney e Glénat. Alle visioni del fumettista, illustratore, fotografo, regista e grafico, l'inglese Dave McKean, è poi dedicata l'immaginifica 'I dreamed a dream', esposizione antologica che attraverso tavole e illustrazioni originali ci racconterà questo gigante della Nona Arte, che ha realizzato tutte le copertine e il design del leggendario Sandman di Neil Gaiman (di recente trasposto in adattamento televisivo per Netflix) e capolavori come Batman. In mostra anche i due street artist Solo & Diamond con un'esposizione/racconto della loro attività di respiro europeo, spesso iconograficamente ispirata al Fumetto, oltre che autori della versione variant del manifesto di Arf! 2024, dipinta su una delle pareti del Mercato Testaccio. ARF Fumetti   Ideato e organizzato da Daniele "Gud" Bonomo, Paolo "Ottokin" Campana, Stefano "S3Keno" Piccoli, Mauro Uzzeo e Fabrizio Verrocchi, anche per l'edizione del decennale, Arf! sarà sinonimo di solidarietà: "Nel protrarsi dei tragici scenari di emergenza umanitaria nella Striscia di Gaza - comunicano - il partner solidale del Festival è Assopace Palestina, l'organizzazione di volontariato fondata dalla ex deputata e vicepresidente del Parlamento europeo Luisa Morgantini". Tra gli ospiti internazionali annunciati, ci saranno, oltre a Baru, anche Dave McKean dal Regno Unito e Lâm Hoàng Trúc dal Vietnam.  Tra gli italiani, Alessandro Baronciani, Helena Masellis, Martoz, Gloria Pizzilli, Emiliano Pagani, Agnese Innocente, Lrnz, Matteo De Longis e Isabella Mazzanti. Nella sala Talk Margherita Vicario, Stefano Rapone, Francesco Lettieri, Giorgio Testi, Lorenzo Ceccotti e Giuseppe Squillaci, registi del film "Il segreto di Liberato", Alessandro Baronciani, Lorenzo Ceccotti e Rita Petrucciolii Gigaciao    Riproduzione riservata © Copyright ANSA [ad_2] Sorgente
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giancarlonicoli · 2 months
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3 mag 2024 16:21
“SANTA” E DANNATA! LA PROCURA DI MILANO HA CHIESTO IL RINVIO A GIUDIZIO PER DANIELA SANTANCHÈ E PER ALTRE DUE PERSONE, TRA CUI IL COMPAGNO DIMITRI KUNZ, NEL FILONE DEL CASO VISIBILIA SULLA PRESUNTA TRUFFA AGGRAVATA AI DANNI DELL'INPS SULLA GESTIONE DELLA CASSA INTEGRAZIONE COVID – LA RICHIESTA SEGUE LA CHIUSURA DELLE INDAGINI, AVVENUTA LO SCORSO 22 MARZO… -
(ANSA) - La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Daniela Santanchè e per altre due persone, tra cui il compagno della ministra Dimitri Kunz, e per due società nel filone del caso Visibilia sulla presunta truffa aggravata ai danni dell'Inps sulla gestione della cassa integrazione nel periodo covid.
La richiesta di processo segue la chiusura delle indagini su questa tranche del "pacchetto Visibilia" che era arrivata il 22 marzo. Così come l'avviso di conclusione indagini, la richiesta di rinvio a giudizio riguarda, oltre alla senatrice di FdI e ministra del Turismo, il compagno Kunz e Paolo Giuseppe Concordia, collaboratore esterno con funzioni di gestione del personale di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, oltre alle due stesse società.
Secondo l'accusa, non solo in quel periodo, dal "31 maggio 2020 al 28 febbraio 2022", ad amministrare Visibilia Editore e Concessionaria, ossia a prendere le decisioni, erano Santanchè e Kunz, ma entrambi, assieme a Concordia, sarebbero stati consapevoli di aver richiesto e ottenuto "indebitamente", per un totale di 13 dipendenti, la cassa integrazione in deroga "a sostegno delle imprese colpite dagli effetti" della pandemia Covid.
L'aggiunto Laura Pedio e i pm Marina Gravina e Luigi Luzi della Procura guidata da Marcello Viola nelle indagini hanno raccolto a verbale le parole dei dipendenti, i quali avrebbero confermato che la ministra sapeva: sarebbe stata a conoscenza del fatto che i dipendenti stavano continuando a lavorare, mentre l'istituto pensionistico versava oltre 126mila euro, per un totale di oltre 20mila ore, "direttamente ai dipendenti o a conguaglio alla società".
In particolare, come si legge negli atti delle indagini condotte dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, oltre 36mila euro "a vantaggio della Visibilia Editore", per sette dipendenti, e quasi 90mila euro a favore della Concessionaria su sei lavoratori.
A Santanchè, così come agli altri due, viene contestato di aver "dichiarato falsamente" che quei dipendenti fossero in cassa "a zero ore", quando invece svolgevano le "proprie mansioni" in "smart working", come Federica Bottiglione, l'ex manager che con la denuncia ha fatto scattare le indagini. Nel mirino dei pm pure le integrazioni che sarebbero state date per compensare le minori entrate della Cig rispetto a quelle dello stipendio: una "differenza", scrivono i pm, che sarebbe stata corrisposta con "finti rimborsi per 'note spese'".
L'unico a farsi interrogare dopo la chiusura indagini è stato Concordia. La senatrice di FdI è accusata anche di falso in bilancio, assieme ad altre 16 persone e tre società, nella seconda tranche del "pacchetto Visibilia", anche questa già chiusa e per la quale nelle prossime settimane ci sarà la richiesta di processo.
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lamilanomagazine · 2 months
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Monreale: commemorazione dell'eccidio del Capitano Emanuele Basile, medaglia d'oro al valore civile
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Monreale (PA): commemorazione dell'eccidio del Capitano Emanuele Basile, medaglia d'oro al valore civile Il 4 maggio 2024 è stato il 44° anniversario dell'omicidio del Capitano dei Carabinieri Emanuele Basile. Durante la notte del 1980, giornata di festa a Monreale per la ricorrenza del Santissimo Crocifisso, il Capitano Basile, mentre era di ritorno in caserma con la moglie Silvana e la figlioletta Barbara in braccio dopo i festeggiamenti cittadini, veniva barbaramente ucciso da tre sicari di 'Cosa Nostra', subito arrestati dai Carabinieri intervenuti. Il 4 maggio, alle ore 10:15, si è svolta una cerimonia commemorativa presso la sede del Gruppo Carabinieri di Monreale, alla presenza del Comandante della Legione Carabinieri "Sicilia", il Gen. D. Giuseppe Spina, del Comandante Provinciale, il Gen. B. Luciano Magrini e di una rappresentanza del personale dipendente, con la deposizione di un mazzo di fiori al busto dedicato al caduto. Alle successive ore 11:00, in corso Pietro Novelli, luogo dell'eccidio, alla presenza dei familiari del caduto, delle Autorità civili e militari, il Prefetto di Palermo, Dott. Massimo Mariani, insieme al Generale Spina e al Sindaco di Monreale, Dott. Alberto Arcidiacono hanno deposto una corona d'alloro davanti alla lapide commemorativa e all'alto rilievo raffigurante il volto del Capitano Basile. Nel corso del suo intervento, il Gen. D. Giuseppe Spina ha definito il Capitano Basile vittima di un vile e feroce agguato mafioso nonché servitore dello Stato che si era opposto a Cosa Nostra accettando di mettere a rischio la propria vita e, citando le parole del Giudice Paolo Borsellino che testualmente disse: "Il Capitano Emanuele Basile è morto per quello che ha fatto e per quello che ancora avrebbe dovuto fare", ha sottolineato inoltre che ricordare il Capitano Basile significa anche rinnovare il suo impegno, riproponendone il coraggio e la determinazione.        ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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carmenvicinanza · 2 months
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Laura Betti
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«Sono comunque un’attrice ed ho una necessità fisica di perdermi nel profondo degli intricati corridoi dove si inciampa tra le bave depositate da alieni, tele di ragno luminose e mani, mani che ti spingono verso i buchi neri screziati da lampi di colore, infiniti, dove sbattono qua e là le mie pulsioni forse dimenticate da sempre oppure taciute… per poi ritrovare l’odore della superficie e rituffarmi nel sole dei proiettori, nuova, altra».
Laura Betti è stata un’attrice talentuosa, vivace e intensa. La cattiva per antonomasia delle grandi dive del cinema italiano.
Ha recitato in circa settanta film, diretta dai più grandi registi e registe del Novecento come Federico Fellini, Roberto Rossellini, Mario Monicelli, Bernardo Bertolucci, Pier Paolo Pasolini, Gianni Amelio, Francesca Archibugi, i fratelli Taviani, in capolavori come La dolce vita, Teorema, Sbatti il mostro in prima pagina, Nel nome del padre, Il grande cocomero e molti altri ancora.
Tra le interpretazioni più memorabili c’è sicuramente quella in Novecento di Bertolucci (1976) in cui ha interpretato Regina, personaggio dall’aria sinistra, quasi stregonesca, amante del fascista Attila, interpretato da Donald Sutherland.
Sul suo modo di esprimersi con le parole, il linguaggio, la voce roca e impastata, la fisicità, ci sono stati anche diversi studi accademici.
Artista a tutto tondo, ha recitato a teatro, cinema, televisione e lavorato a lungo come doppiatrice.
Soprannominata giaguara per la sua vitalità aggressiva e incontenibile associata a un passo felpato, quello con cui entrava in un film con un ruolo non da protagonista, per poi rubare la scena a tutti gli altri.
Nata col nome di Laura Trombetti a Casalecchio di Reno, Bologna, il 1º maggio 1927, ha esordito come cantante jazz, per poi passare al cabaret con Walter Chiari ne I saltimbachi. 
Nel 1955 ha debuttato in teatro ne Il crogiuolo di Arthur Miller, con la regia di Luchino Visconti, seguito poi da spettacoli storici come il Cid di Corneille, in coppia con Enrico Maria Salerno e I sette peccati capitali di Brecht e Weill.
Il recital Giro a vuoto, del 1960, realizzato in collaborazione dei più grandi talenti letterari dell’epoca che amavano riunirsi nella sua casa romana, a Parigi venne recensito positivamente dal fondatore del movimento del surrealismo, André Breton.
Al cinema ha esordito nel 1956, in Noi siamo le colonne di Luigi Filippo D’Amico. Le prime parti importanti sono state in Labbra rosse di Giuseppe Bennati, Era notte a Roma di Roberto Rossellini, e soprattutto ne La dolce vita di Federico Fellini, dove interpretava una giovane saccente che nella scena finale della festa si vede rovesciare un bicchiere d’acqua in faccia da Marcello Mastroianni.
Fondamentale è stato il sodalizio con Pier Paolo Pasolini, che l’ha diretta in diverse opere teatrali e cinematografiche, tra cui svetta Teorema, che le è valso la Coppa Volpi come miglior attrice al Festival del Cinema di Venezia. 
È stata la sua musa, definita da lui “una tragica Marlene Dietrich, una vera Greta Garbo che si è messa sul volto una maschera inalterabile di pupattola bionda”. Meglio di chiunque, è riuscito a sfruttare la sua capacità di caratterizzare i personaggi con la sua fisicità intensa, il forte segno caratteriale, spesso aspro, e la sua voce dal timbro pastoso.
A partire dagli anni ’70 ha cominciato a interpretare soprattutto ruoli da cattiva, scomodi e sgradevoli che, seppur secondari, restavano impressi nella memoria del pubblico.
Dopo la morte di Pasolini, nel 1975, ha tentato in tutti i modi di fare giustizia all’amico, sporse anche denuncia contro la magistratura per come erano state svolte le indagini sull’omicidio, le cui cause ancora oggi, restano oscure.
Ha continuato a farlo vivere, ricordandolo, scrivendone, dirigendo documentari su di lui.
Con Giovanni Raboni, ha pubblicato, nel 1977 Pasolini cronaca giudiziaria, persecuzione, morte seguito, due anni dopo, dal romanzo Teta Veleta il cui titolo è un riferimento a uno scritto giovanile del grande intellettuale.
Nel 1983 ha ideato e diretto il Fondo Pier Paolo Pasolini che per oltre vent’anni ha avuto la sede a Roma, poi spostato a Bologna, quando, nel 2003, ha creato il Centro Studi Archivio Pier Paolo Pasolini, con oltre mille volumi e altro materiale relativo alle opere dello scrittore e regista.
Nel 2001, con Paolo Costella, ha diretto il documentario Pier Paolo Pasolini e la ragione di un sogno.
È stata anche la protagonista del libro di Emanuele Trevi Qualcosa di scritto, che evidenzia come lei sia stata la vera erede spirituale di Pasolini e incontrarla è come incontrare lo scrittore, perché rimasta plasmata e posseduta dalla sua vivida presenza.
In Francia, paese che l’ha adorata e riverita molto più dell’Italia, nel 1984 è stata nominata Commandeur des Arts et Lettres.
Laura Betti si è spenta a Roma il 31 luglio 2004.
Dopo la sua morte, il fratello, ha donato al Centro Studi Archivio Pier Paolo Pasolini anche tutti i documenti personali della carriera della sorella, raccolti sotto il nome Fondo Laura Betti, inoltre la sua città di origine, Casalecchio di Reno, nel 2015, le ha intitolato il Teatro Comunale.
Del 2011 è il documentario La passione di Laura, diretto da Paolo Petrucci, in cui viene ripercorsa la carriera dell’attrice raccogliendo anche le testimonianze di registi e intellettuali come Bernardo Bertolucci, Francesca Archibugi, Giacomo Marramao e Jack Lang. Il film è stato candidato ai Nastri d’Argento del 2012 tra i migliori documentari.
Laura Betti ha concentrato la sua esistenza nella ricerca della verità. Nell’arte, nella vita, tra la poesia che ha frequentato, nella sua recitazione.
Aveva carisma e fascino, sapeva sperimentare e aveva uno straordinario dinamismo dell’intelletto. 
Ha avuto ruoli fuori dai canoni e per questo è stata difficilmente inquadrabile.
Ha saputo intrecciare linguaggi differenti come il cabaret, la canzone, il teatro, il cinema, la rivista.
Dipinta con tratti alterni, di sicuro ha saputo lasciare la sua impronta decisa e precisa nella storia della cultura italiana.
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fedelando · 3 months
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L’ASD Maratona Del Matesannio avrà una squadra di 10 ciclisti, sabato la presentazione
Melillo Claudio Emilio; Cassella Alessandro Davide; Di Girolamo Ignazio; Di Bartolomeo Gianluigi; Ferrarro Claudio Benedetto; Leonardo Gianni Paolo; Mancino Alessio; Montalto Maurizio; Peluso Antonio e Rossi Filippo. Questi sono i nomi dei dieci ciclisti che vestiranno la maglia della squadra “Maratona Del Matesannio”.
L’atteso evento si terrà sabato 23 marzo a partire dalle ore 10:00 presso la Casa Municipale di Gioia Sannitica (CE).
Saranno 5 gli sponsor che supporteranno gli atleti prossimi al loro debutto in occasione della undicesima “Matesannio Marathon”, in programma per il 26 maggio, e che interverranno alla presentazione: Filippo Liverini della Mangimi Liverini SpA; Alfredo Minieri della Impresa Minieri SpA; Ivano Fattore della Top Car Srl; Tina Imperadore del Castello Ducale di Faicchio e Marco Audino della Lumia Srl.
Dopo i saluti del sindaco di Gioia Sannitica Giuseppe Gaetano interverrà il presidente dell’ASD Matesannio MDM Claudio E. Melillo, mentre a moderare ci sarà la giornalista Adele Consola.
Un grande lavoro di squadra quello fatto dall’ASD MDM che negli anni ha raggiunto vette altissime nel panorama ciclistico italiano. Un lavoro di squadra che culmina con la presentazione di un vero e proprio Team che avrà l’onere e l’onore di rappresentare il Matese in tutta Italia.
“La Matesannio Marathon quest’anno sarà Circuito Volchem, e cioè entrerà a far parte di quelle che sono le più belle Granfondo del centro/sud Italia, ovvio che questa è una delle più importanti novità dell’11˚ edizione ma l’aver finalmente realizzato il sogno di riformare una nuova vera squadra, supportata da sponsor così importanti per il nostro territorio, ci riempie il cuore di gioia”. Ha dichiarato il presidente Claudio E. Melillo. 
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cinquecolonnemagazine · 6 months
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4 festività soppresse: cosa accade con la busta paga
In Italia ci sono 4 festività soppresse che però ancora fanno sentire la loro presenza nel mondo del lavoro. Le festività non godute, infatti, hanno un certo peso nel calcolo della retribuzione mensile. Quando poi non si interviene economicamente si può usufruire di alcuni benefit. Festività soppresse: i 4 giorni dell'anno diventati uguali agli altri San Giuseppe (19 marzo), Ascensione (40 giorni dopo la Pasqua), Festa dell'Unità nazionale (4 novembre) e Corpus Domini (60 giorni dopo la Pasqua) sono le ricorrenze che fino al 1977 erano considerate giorni di festa per i lavoratori. La legge 269/1949, che le aveva istituite, aveva incluso, in realtà, anche il giorno in cui si celebrano i Santi Pietro e Paolo (29 giugno). Quest'ultima ricorrenza è rimasta come festività, cioè come astensione dal lavoro, per i soli cittadini di Roma. La legge 54/1977, poi, le ha abrogate trasformandole in giorni feriali. Da allora, dunque, in quei giorni il lavoratore non ha più il diritto all'astensione lavorativa. Il legislatore, però, non ha voluto cancellarle completamente e ha previsto un trattamento diverso. I permessi retribuiti Il trattamento riservato ai lavoratori in occasione delle ex festività è la possibilità di continuare a usufruirne anche se in modalità diversa. Molti contratti di lavoro prevedono la possibilità di richiedere nei giorni delle ex festività un permesso retribuito. Tale possibilità è data solo nel caso in cui la ex festività cade in un giorno feriale. Vediamo, allora, per quali ex festività si potrà chiedere un permesso retribuito il prossimo anno. La prima festività soppressa del 2024 sarà la festa del papà, il 19 marzo. Nel 2024 il 19 marzo cadrà di martedì per cui via libera. Lo stesso dicasi per la seconda festività soppressa, quella dell'Ascensione, che nel 2024 cadrà di giovedì 9 maggio. Disco giallo per il 29 giugno che l'anno prossimo cadrà di sabato. Ad eccezione dei romani che usufruiranno della festività patronale, gli altri lavoratori potranno godere di un permesso retribuito solo se lavorano anche di sabato. Curiosa coincidenza per la terza delle festività soppresse: il Corpus Domini. L'anno prossimo, infatti, questa ricorrenza religiosa cadrà il 2 giugno, in concomitanza con la ricorrenza civile della Festa della Repubblica, festa attualmente in vigore con tanto di astensione dal lavoro. Se il vecchio detto "mal comune, mezzo gaudio" vale anche in questa occasione sappiate che non sarà festa per nessuno: il 2 giugno 2024 sarà domenica. Disco verse, invece, per l'ultima delle 4 festività soppresse: la festa dell'unità nazionale. Il prossimo anno il 4 novembre cadrà di lunedì. Festività in corso Vediamo, invece, quali sono le festività in vigore e quanto riusciremo a usufruirne il prossimo anno. Le festività in corso per le quali si ha diritto all'astensione dal lavoro sono: Capodanno (1° gennaio), Epifania (6 gennaio), Pasqua (nel 2024 sarà il 31 marzo), Pasquetta (nel 2024 sarà il 1° aprile), Ferragosto (15 agosto), Ognissanti (1° novembre), Festa dell'Immacolata (8 dicembre), Natale (25 dicembre) e Santo Stefano (26 dicembre). Per sapere quando cadono e se ci sono ponti per il prossimo anno leggete qui. In copertina foto di StockSnap da Pixabay Read the full article
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agrpress-blog · 8 months
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È morta a Roma all’età di ottantanove anni la produttrice Marina Cicogna, produttrice di film quali C’era una volta il West di Sergio Leone, Il giorno della civetta di Damiano Damiani, Teorema e Medea di Pier Paolo Pasolini, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto e La classe operaia va in paradiso di Elio Petri, e molti altri. Nata nel maggio 1934, a Palazzo Volpi di Misurata, dal conte Cesare Cicogna Mozzoni e dalla contessa Annamaria Volpi di Misurata, Marina Cicogna Mozzoni Volpi di Misurata consegue la maturità classica e frequenta il Sarah Lawrence College di New York - avendo come insegnante Marguerite Yourcenar -, prima di optare per una scuola di fotografia.  Prima donna produttrice in Europa, nel ’67 diventa titolare, insieme al fratello Ascanio - detto “Bino” - della casa di produzione e distribuzione Euro International Films - portando in Italia importanti film stranieri come L’uomo del banco dei pegni (1965) di Sidney Lumet, con Rod Steiger e Bella di giorno (1967) di Luis Buñuel, con Catherine Deneuve - e si afferma fin da subito con opere importanti e di successo, fra cui C’era una volta il West (1968) di Sergio Leone, con Claudia Cardinale, Charles Bronson, Henry Fonda e Jason Robards, Il giorno della civetta (1968) di Damiano Damiani, tratto dal libro omonimo di Leonardo Sciascia (fu il secondo libro di Sciascia ad esser portato al cinema dopo A ciascuno il suo di Elio Petri, uscito l’anno avanti) ed interpretato da Franco Nero, C. Cardinale, Lee J. Cobb, Nehemiah Persoff e Tano Cimarosa, Teorema (1968) di Pier Paolo Pasolini, Metti una sera a cena (1969) di Giuseppe Patroni Griffi, Medea (1969) di P. P. Pasolini, con Maria Callas, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970) di Elio Petri, con Gian Maria Volonté e Florinda Bolkan, e che vince l’Oscar come Miglior Film Straniero, La classe operaia va in paradiso (1971) di E. Petri, con G. M. Volonté, Mariangela Melato, Salvo Randone, Luigi Diberti e Flavio Bucci, Lo chiameremo Andrea (1972) di Vittorio De Sica, con Mariangela Melato, Nino Manfredi ed un giovane Gigi Proietti, Fratello sole, sorella luna (1972) di Franco Zeffirelli, Un uomo da rispettare (1972) di Michele Lupo, con Giuliano Gemma e Kirk Douglas (in uno fra i suoi pochi film in Italia), Una breve vacanza (1973) di V. De Sica, Le orme (1974) di Luigi Bazzoni. Grande appassionata di fotografia, negli anni della cosiddetta “Dolce vita” immortala personalmente, perlopiù in contesti informali, Gianni Agnelli, Brigitte Bardot, Richard Burton, Yul Brynner, Claudia Cardinale, Charlie Chaplin, Federico Fellini, Henry Fonda, Greta Garbo, Ava Gardner, Maria Callas e Onassis, Audrey Hepburn, Herbert von Karajan, Louis Malle, Silvana Mangano, la principessa Margaret, Jeanne Moreau, Ezra Pound, Elizabeth Taylor, Luchino Visconti. La maggior parte fra tali istantanee è poi confluita nel libro Scritti e Scatti (Mondadori Electa, 2009), da cui fu tratta anche un’apprezzata mostra fotografica. Un secondo libro fotografico, La mia Libia (Edimond, 2012), raccoglie foto degli anni parzialmente vissuti a Tripoli - fra il ’57 e il ’67 - nella settecentesca villa di famiglia. Con Gucci realizzato il libro d’arte e fotografia Imitatio Vitae (Marsilio/Gucci, 2019), sui capitelli di Palazzo Ducale. Nel 2021 è protagonista del documentario che ripercorre le tappe della sua vita: Marina Cicogna - La vita e tutto il resto di Andrea Bettinetti. Nel 2023 è uscita la sua autobiografia, intitolata Ancora spero. Una storia di vita e di cinema (Marsilio) e scritta con Sara D’Ascenzo. Nello stesso anno riceve il David di Donatello alla Carriera.
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reginadeinisseni · 8 months
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Amarcord Trailer (Federico Fellini, 1973)
TONINO GUERRA
Amarcord, univerbazione della frase in lingua romagnola "a m'arcord", cioè "io mi ricordo"
lo zio paterno Teo, ricoverato in manicomio e il nonno che scoppia di salute e che tra un detto moraleggiante e l'altro non si fa mancare delle libertà con la domestica.
Federico Fellini
ProduttoreFranco
Giuseppe Rotunno
MontaggioRuggero Mastroianni
Effetti specialiAdriano Pischiutta
Musiche  Nino Rota
ScenografiaDanilo Donati
TruccoRino Carbone
Interpreti e personaggi    Pupella Maggio: Miranda Biondi
Armando Brancia: Aurelio Biondi
Magali Noël: Ninola detta "Gradisca"
Ciccio Ingrassia: Teo
Nando Orfei: Lallo
Luigi Rossi: Avvocato
Bruno Zanin: Titta Biondi
Gianfilippo Carcano: Don Balosa
Josiane Tanzilli: Volpina
Maria Antonietta Beluzzi: tabaccaia
Giuseppe Ianigro: nonno
Marcello Di Falco: principe
Alvaro Vitali: Naso
Ferruccio Brembilla: capo fascista
Doppiatori originaliAve Ninchi: Miranda Biondi
Corrado Gaipa: Aurelio Biondi
Adriana Asti: Ninola detta "Gradisca"
Enzo Robutti: Teo
Paolo Carlini: Lallo
Piero Tiberi: Titta Biondi
Solvejg D'Assunta: tabaccaia
Fausto Tommei: nonno
Logo ufficiale del film
Amarcord è un film del 1973 diretto da Federico Fellini.
È uno dei film più noti del regista, al punto che la parola Amarcord, univerbazione della frase in lingua romagnola "a m'arcord", cioè "io mi ricordo", è entrata nella cultura popolare diventando un neologismo della lingua italiana, con il significato di rievocazione in chiave nostalgica[1][2].
Indice
l'altro non si fa mancare delle libe
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pleaseanotherbook · 8 months
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Indagine sulla felicità di Paolo Giuseppe Alessio
Che cos'è quella cosa che tutti inseguono e che nessuno riesce mai ad afferrare, se non per qualche istante? La sua ricerca può essere un rompicapo, un'ossessione o più semplicemente un divertimento. Ad alcuni riesce del tutto naturale, come fermarsi a comprare il latte dopo il lavoro, per altri è un gioco mai imparato o uno sport per cui si è negati. Morganti, come spesso gli capitava, si sentiva a proprio agio più con la teoria che con la pratica. Sì, perché sebbene avesse osservato decine di persone impegnate in quella ricerca, per quanto lo riguardava non era mai riuscito ad apprendere molto e aveva trovato ancora meno.
Se sono ancora presente in questo spazio di web lo devo anche alle occasioni che arrivano a sorprendermi nel mezzo della mia quotidianità. Anche se il tempo per leggere si è ridotto notevolmente e sono sempre più risucchiata in altro, pure rinunciare completamente alle mie vite di carta mi risulta difficile. Sono qui a tenermi stretti i momenti in cui mi immergo in storie e disegno con la mente le parole che leggo tra le pagine. Ma quando puoi avere l'occasione per incontrare dal vivo gli autori dei libri che leggi allora diventa ancora più speciale l'esperienza di lettura, perché confrontarsi su quello che pensi, su quello che hai carpito, su quello che hai ipotizzato è qualcosa a cui spero di non rinunciare mai. Ed ecco allora che non solo mi sono ritrovata a maggio a seguire di nuovo le orme del metodo di una nostra vecchia conoscenza ma anche quella di una mia cara amica. Amaranth de "Le Belle Recensioni" è di nuovo in giro per Torino a dialogare con Paolo Alessio della sua nuova produzione narrativa "Indagine sulla felicità" seconda avventura dell'Ispettore Morganti con uno spirito nuovo e un'evoluzione che neanche ci potevamo immaginare dopo aver chiuso il volumetto de "La rabbia".
Ho avuto il piacere di assistere a ben tre presentazioni: una il 20 aprile a Binaria in un pomeriggio piovoso e grigio in un clima da prepartenza per me perché poi sarei andata dai miei.
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In un lunedì scappata da lavoro, il 15 maggio, ho raggiunto il magico duo nell'ottica TooB.
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E sono riuscita ad assistere anche a quella a Spazio4 in pieno quartiere San Donato in un assolato pomeriggio di giugno, il 17.
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Questo tour è stato davvero molto interessante perché ogni volta approfondisce aspetti diversi della storia raccontata da Alessio. E forse è questo che rende le vicende di Morganti ancora più affascinanti, questo scoprire delle intenzioni che ogni volta vengono scoperte come in un gioco di carte dal suo autore, che racconta e si racconta entrando in contatto con tanti diversi lettori e prospettive.
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Che cosa succede quando la felicità si trasforma nel movente perfetto per una serie di crimini condotta senza colpo ferire ma seminando il panico con spietata astuzia? L’ispettore Morganti è colto come sempre del tutto alla sprovvista e si trova alle prese con una vicenda di cronaca nera subito battezzata dai giornali come “il caso dei birilli”, per il modo spietato e inappellabile con cui le vittime escono di scena: lanciandosi nel vuoto, come colpite da un’inesorabile palla da bowling, spesso a pochi passi dall’estasi completa. Che cosa spinge i suicidi a compiere un gesto così estremo? Qual è il motore che innesca questa imprevedibile caduta di uomini e donne qualunque? Morganti indaga, con l’aiuto del fidato assistente Giosafatte, e si accorge con qualche imbarazzo di essere sovente più spettatore che protagonista, più agito che agente, sorretto soltanto da un umano e disperato desiderio di ritrovare, nell’immane matassa che avvolge vicende e persone, l’esile bandolo di un senso.
Della trama come sempre non svelerò molto d'altronde sapere il minimo indispensabile rende l'esperienza di lettura più affascinante, i temi trattati infatti forniscono prospettive che mettono in discussione le convinzioni del lettore. La vicenda si apre con un quadro chiaro, nitido, una fotografia di un momento di perfetta felicità: va tutto bene, gli spiriti sono sereni, gli incastri possibili, la realizzazione personale a portata di mano. La città è circondata da quest'aura di perfezione che si colloca perfettamente al centro della scena. Ma ad un certo punto l'equilibrio si spezza, i "birilli" iniziano a cadere e una catastrofe si abbatte tra gli abitanti increduli, non ci vuole molto un pezzo di carta. Morganti, l'ispettore che sembra trovarsi sempre al momento giusto al posto giusto indaga, incalza, si interroga, ma soprattutto è anche lui alla ricerca della felicità. Al contrario di quanto succede per "La rabbia" in questo secondo volume non ci si concentra sull'emozione quanto più alla sua ricerca e in qualche caso alla sua mancanza. E' quindi l'indagine del titolo al centro, in un ripiegarsi sul piano reale delle vicende e quello emozionale del movente. Anche l'appuntato senza grazia che accompagna Morganti diventa catalizzatore della ricerca e improvvisamente spalanca sul lettore il suo mondo interiore che di fatto sfugge alle logiche che fino a quel momento gli sono state attribuite. Rispetto al primo libro vengono introdotti nuovi personaggi che contribuiscono a mettere insieme un insieme eterogeneo di aspirazioni e concretezze che spingono ad analizzare diverse sfaccettature dell'animo umano. Assistiamo curiosi al conflitto con la scrittura e la vastità del primo amore, con il rancore covato per una società che non lascia spazio ai diversi e ai deboli e alle conseguenze di una perdita che si incancrenisce fino a diventare insopportabile. Al centro però c'è anche l'ambientazione, questa città che viene nominata con il suo nome solo una volta, questa Torino che risulta "più prospera e pratica, che felice", la città industriale, la signora elegante, la custode dei crucci e dei drammi. Torino che emerge chiara anche quando viene citata di sfuggita, il labirinto del Quadrilatero che fa da scrigno dei segreti più inconfessabili.
Il particolare da non dimenticare? Una polverina rossa...
Un'indagine che sfugge i confini del delitto e si sublima nei confini delle esperienze dell'umanità che ci rappresenta tutti in una corsa verso la felicità che resta ancorata al dolore che ci consuma quotidianamente. Ogni tassello diventa il pretesto di una ricerca che supera i confini della pagina e arrivare direttamente al lettore.
Buona lettura guys!
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