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#L'ora di tutti
gregor-samsung · 2 years
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“ Le campane di Otranto suonavano a piena festa, mentre da ogni quartiere della città uomini e donne, vestiti di mille colori, con andatura disinvolta, gioiosa e spedita, che dava a tutti un piglio di giovinezza, avanzavano verso la piazza della cattedrale, raccontandosela e ridendo, sotto i raggi del sole ottobrino rimbalzanti con tanta leggiadria dalla terra al mare che il mondo sembrava improvvisamente piombato in una eccezionale pausa di felicità. Spiccavano tra gli uomini di guerra dame di fattura delicata, di carne fresca, in sopravveste di broccatello, belle più che mai e fiere come se fossero state la gloria stessa dei soldati vincitori fattasi persona. Qua e là invece qualche vecchio nobile salentino camminava da filosofo de contemnenda gloria, sguardando la folla festosa, in mezzo a cui ufficiali napoletani caracollavano su bestie snelle e capricciose, ornate di frange d’oro, eccitate dalla novità. Erano i primi di ottobre dell’ anno 1481 e a Otranto si festeggiava solennemente con un Te Deum nella cattedrale la liberazione della città, avvenuta il 13 settembre dello stesso anno ad opera delle milizie di don Alfonso d’Aragona. Dai tempi della giovinezza io non vedevo Otranto in un giorno di festa, gli stendardi sulla torre gialla, il dragone, il crocefisso con la scritta d’oro "Recordatus sum virtutis eius" e le sbarre rosse di casa d’Aragona, da quando la mia famiglia s’era trasferita a Napoli e io avevo vent’anni. Era dunque passata una decina d’anni, durante i quali la distanza dalla città nativa, la vita della capitale e della corte avevano trasformato Otranto in una di quelle realtà interiori che assomigliano più a un fatto dell’immaginazione che a una somma di cose vere: le piccole case bianche dei pescatori nei paraggi del porto, complici dei miei avvenimenti infantili e delle fantasie d’allora, vivevano entro la mia anima di una vita specialissima, intermittente, legata alle occasioni della solitudine e del profondo raccoglimento. Quando il duca Alfonso radunò le truppe per liberare la città dall’occupazione turchesca, mi trovai di mezzo fra gli agi pacifici della vita napoletana e il richiamo sottile della mia giovinezza; optai per il secondo e presi parte alla spedizione. “
Maria Corti, L'ora di tutti, con un saggio di Oreste Macrì, Bompiani (collana Tascabili n° 164), 2008¹⁷; pp. 312-313.
[1ª Edizione originale: 1962]  
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gotaholeinmysoull · 10 months
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su tiktok vedo gente incinta
su ig mi escono post su gravidanze bambini e donne incinte
in grey's anatomy tutte voglio avere figli
io, la stronza che non li ha mai voluti e continua a non volere bambini che deve sopportare tutta 'sta roba
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hemlockdrunk · 6 months
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durante la giornata per la consapevolezza sull'autismo facciamo tutti i progressisti e mandiamo in onda servizi condiscendenti strappalacrime ma nessuno si fa problemi a definire greta thumberg "malata" o "rit4rdata" o a minacciarla letteralmente di morte in televisione.
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heresiae · 2 years
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Consumismo non mi avrai (non in questo caso almeno)
Ho uno Xiaomi Mi Band 2.
Preistoria, lo so, ma non l'ho comprato perché sono una fan degli smart watch. Onestamente, tutti gli smartwacht che ho visto fin'ora fanno solo due o tre cose che mi servono, di tutto il resto fotte sega.
Questo lo comprai nel paleozoico per due motivi:
volevo andare in vacanza con un orologio che potesse essere distrutto senza spendere l'ira d'iddio (20 euro all'epoca, ed è pure impermeabile; ancora non l'ho distrutto);
mi serviva una sveglia per quando usavo i tappi per le orecchie (vibra sul polso; è pure piacevole come metodo per svegliarsi).
Ora è estate e, a differenza dell'anno scorso, mi avventuro di nuovo fuori dai confini dei territori di famiglia, quindi l'ho recuperato.
Peccato che in due anni di incuria io non sappia più dov'è il caricabatterie.
Nessun problema, c'è Schiavazon.
Schiavazon consegna.
Peccato che ormai l'app ufficiale Xiaomi non supporti più i suoi reperti preistorici, quindi il mio Mi Band 2 non lo percepisce nemmeno.
Diocane.
Però siamo nel 2022 e il web è sempre stato pieno di gente che, una volta che un brand decideva di rendere obsolete delle cose, trovata soluzioni.
Ebbene, anche il web ha consegnato la soluzione.
Certo, ci ho messo più tempo a togliere la ricezione di tutte le notifiche che a connetterlo al telefono a riaverlo funzionante, ma ora è di nuovo sotto il mio controllo.
Che poi lo schermo ormai abbia una luminosità per la quale è impossibile da leggere se non al buio non è esattamente un gran problema. Lo userò solo come sveglia.
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falcemartello · 3 months
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(image by: chopped-peace-collection.tumblr.com)
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Repetita iuvant
Con i soldi stanziati dal 2014 ad oggi per l'Ucraina, l'Unione europea avrebbe potuto erogare un reddito al minimo salariale di 7,5€ l'ora a TUTTI coloro che in Europa si collocano sotto la soglia di povertà.
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s-a-f-e-w-o-r-d--2 · 4 months
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Non vedo l'ora che finisca quest'anno di merda costellato da persone di merda... Con l'anno nuovo si cambia tutto... Atteggiamenti... Sentimenti... Modi di pensare... Si chiude un ciclo e se ne apre un'altro... Una vera liberazione insomma... Tutto ciò che non è in linea con i miei desideri sparirà... Resterà soltanto il poco ma buono... Il vero... Il concreto... Auguro a tutti di riuscire a farlo... Auguro a tutti di mettersi al centro dei propri desideri... L'amore... L'amicizia... La sincerità... La lealtà... Non si chiedono... Devono arrivare dirette e spontanee... Spontanee come il vaffanculo che dobbiamo far uscire quando tutto ciò non arriva!!!!
~ Virginia ~
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yomersapiens · 4 months
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Ratti auguri di buon Rattale!
A Vienna si calcola esistano una cosa come tre milioni di ratti che vivono nel sottosuolo della città. C'è un tour che ti fa esplorare le complesse linee fognarie dove ti raccontano di tutti questi ratti che girano. Tre milioni di ratti sono quasi due ratti a testa per ogni abitante della città. Quindi, in un mondo perfetto, questo Natale in casa saremmo in quattro: io, Ernesto e due ratti. I due ratti durerebbero poco. Uno Ernesto se lo mangerebbe in un secondo. L'altro lo difenderei a spada tratta e diventerebbe il mio alleato eterno e lo chiamerei Ratteo, così, per avere un essere vivente a cui tramandare quello che ho imparato durante la mia esistenza.
Ho deciso di passare il Natale lontano dall'Italia perché negli ultimi mesi sono stato troppo in giro e mi stavo dimenticando di uno dei valori principali su cui è fondata la mia stabilità: la solitudine. Ho fatto in modo di andare a cena da mio fratello molto molto presto, per essere in grado di finire prestissimo e tornare a casa quando il resto delle famiglie si stanno sedendo a tavola. È stupenda Vienna quando in giro non c'è anima viva. O per meglio dire, quando in giro ci siamo solo noi immigrati, senza famiglia, senza nessuno. No ok io ho un gatto e un ratto a cui sto insegnando tutto di me e che spero un giorno prenda il mio posto nella società. Lo vestirei con i miei stessi abiti. Forse gli farei pure gli stessi tatuaggi.
Vienna di per sé non è mai troppo affollata, c'è da dire. Ma vederla ancora più deserta del solito è rinvigorente. La solitudine che tanto mi manca è ovunque. Il bus si muoveva sinuoso tra le strade senza l'ombra di una macchina in movimento. I semafori lampeggiavano sincronizzati con le luci degli alberi negli appartamenti di chi non vedeva l'ora di festeggiare. Tante lingue diverse. Del tedesco neanche una lontana eco. Prima di rientrare sono passato dal supermercato turco, loro sono sempre aperti. Ecco un altro pilastro della mia stabilità. Due ragazzini prima di me stavano comprando quella che penso fosse la loro cena natalizia. Una confezione di pane da toast, del formaggio già tagliato a fette, del prosciutto, qualche sacco di patatine e una marea di coca zero. Quanto li ho invidiati. Non dovevano essere di qua, intendo abitanti della zona. Avevano l'aspetto dei turisti. Erano giovani, vestiti male, capelli orrendi, con pochissimi soldi ma stavano avendo la serata che vorrei tanto aver avuto io con te. In una città di cui non sappiamo niente, in un momento in cui tutti si ricongiungono con i familiari, noi, andare via da tutto e avere tutto quello che ci serve tra i filamenti del formaggio sciolto del toast. Unica differenza, lo si farebbe senza prosciutto, che lo diamo a Ernesto e Ratteo.
Quando ottieni quello che hai sempre voluto è il momento in cui ti rendi conto di quanto era bello semplicemente desiderare, senza le responsabilità che derivano dall'ottenere. La felicità è un atto di responsabilità e va difesa. Devi lavorare ancora più di prima per mantenerla. Consuma un sacco. Ha sempre fame. Ci mette un attimo ad ammalarsi e deperire e mutare e non appena diventa anche solo di un gradiente meno luminosa ecco che pensi di averla persa. Sono successe tante cose in questo anno terribile che mi hanno reso felice e solo dire la parola "felice" mi fa sentire sporco perché quella voce che costantemente urla in testa "tu non meriti di essere felice!!!" non è che ha smesso di urlare eh, continua a farlo, ma vedendo che un pochino io sono sereno ha fatto il broncio, incrociato le braccia, sbattuto forte i piedi per terra e si è andata a mettere in un angolo del cranio a escogitare un piano per farmela pagare.
Ho lavorato tanto in questi anni e neanche me ne sono reso conto. Tutte le volte che venivo qua a scrivere mi stavo preparando per fare qualcosa che non avrei mai pensato potesse accadere. Non ho la forza ahimè, per raccontare la mia storia a tutti, ancora, cosa che dovrei fare dato che devo andare in giro e promuovere la mia carriera di autore e spiegare pure tutte le altre attività che svolgo e cercare di sembrare interessante e intelligente e sagace e invece sono solo a pezzi e la socialità mi esaurisce.
Questo Natale lo sto passando come John McClane. Decisamente lurido e unto, senza scarpe, con un gran mal di testa, chiuso nel condotto di areazione mentre scappo da tutti. Mi farei portare di tanto in tanto qualche biscottino da Ratteo ma poi come cacchio riesco a strisciare fuori da qua dentro. La mia pancia ha raggiunto livelli che mai avrei pensato potesse raggiungere e il bello è che non mi interessa minimamente. Solo quando mi allaccio le scarpe dai, lì un po' intralcia. Non mi interessa perché sono entrato nei quaranta e finalmente "ho dato". Posso dirlo con fierezza. Ho dato. Ora tocca a qualcun altro darsi da fare ed essere bello e atletico e magro e muscoloso e pieno di talento io, ho dato. C'ho provato. Ha funzionato per un frangente e poi ha smesso e ho passato anni a cercare di rimanere come nei miei ricordi finché non mi sono reso conto che ero rimasto fermo. Bloccato. E non nel sistema di areazione come questa notte.
Ernesto non è più abituato a guardarmi scrivere, in effetti sono passati parecchi mesi. Non riuscivo più ad avvicinarmi a una tastiera se non per piccoli frangenti di tempo. Per rispondere a delle mail o per digitare nel motore di ricerca la categoria con la quale mi piacerebbe masturbarmi. Ernesto mi ha attaccato un piede, segnale che non accetta io sia distratto e che non lo stia degnando delle attenzioni che ritiene di meritare e meno male che non mi stavo adoperando per masturbarmi altrimenti sai che dolore se mi avesse addentato altro. Tipo il piccolo Ratteo che ho tra le gambe e che, nonostante la pancia sia cresciuta, resta sempre delle stesse dimensioni contenute.
Lo psicologo l'altro giorno mi ha chiesto cosa vorrei fare se scoprissi che in sei mesi tutto sarebbe finito. Gli ho chiesto cosa intendesse con tutto. Ha risposto tutto. Tu, il mondo. L'umanità: tutto. Anche la mia famiglia? Sì, anche la tua famiglia. No aspetta ma quindi anche mio nipote? Sì, anche tuo nipote. Cercherei di salvare la mia famiglia. Ha detto che non potrei farci nulla. Allora ho detto che andrei per strada e urlerei a tutti che il mondo sta per finire e che mancano solamente sei mesi anche se poi sembrerei uno di quei pazzi che urlano che siamo fottuti con un cartello scritto male e un cappello di stagnola e che quando li becchi mica gli dai retta, pensi che siano pazzi e torni a casa e te ne dimentichi mentre cerchi qualcosa di nuovo con qui masturbarti. Mi ha detto che non posso dirlo a nessuno, che sono l'unico ad essere informato e devo tenermelo per me. Allora ho pensato davvero a cosa avrei voluto fare, ma c'era un'altra domanda da porgli. Dovrei continuare a prendere farmaci oppure sarei senza la mia malattia? Ci ha riflettuto un attimo e poi mi ha fatto un grande dono. Saresti senza. Allora ho elencato tutti i posti che vorrei vedere e le cose che vorrei fare e il Giappone e nuotare con le balene e i cibi che vorrei mangiare e le droghe che vorrei provare per poi finire dicendo che un mese lo vorrei passare abbracciato a mio nipote, che non capirebbe e anzi, probabilmente mi caccerebbe via dicendo "zio Pattejo coza fuoiii" però a me andrebbe bene lo stesso. Voi cosa fareste, se rimanessero solo sei mesi?
Mi mancava la solitudine e sentirmi solo e parlare da solo e scrivere in questa condizione di silenzio totale. Nel palazzo di fronte non c'è nessuna luce accesa. Forse sono tutti usciti per cena o forse sono tutti rientrati nei loro paesi di appartenenza. Se ancora sono a Vienna è per questo motivo, da nessuna altra parte del pianeta riesci a sentirti così solo come qua. Per questo poi ti affidano due ratti.
Ernesto si è appallottolato sul divano. Ratteo si è addormentato sulla mia spalla. Spengo le luci, apro i regali che mi sono fatto e aspetto sia domani. È un Natale bellissimo ma sarà ancora più bello quando potremo farci dei toast insieme e raccontarci cosa ci ha insegnato il silenzio.
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comunque geolier sollevato perché non ha vinto io l'ho visto siete dei cessi tutti lui non vede l'ora di tornare a napoli
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firewalker · 3 months
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Immagino che sappiate tutti che esiste un punto, nei pressi del gomito, che se colpito fa un male boia, con scosse che arrivano fino alla mano. Credo che più o meno sia qui, dove c'è la X rossa
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Ecco, con mio sommo gaudio e amplissima felicità ho scoperto che esiste un punto analogo, che non saprei ritrovare con esattezza perché è la prima volta che lo trovo, sul ginocchio.
Un passo. Un semplice passo, anche relativamente lento, per spostarmi di 40 centimetri verso la mia sinistra e alla smodata velocità di... boh? 8 metri l'ora, probabilmente, lo spigolo appuntito della sedia mi si pianta in quel punto del ginocchio.
Sono praticamente caduto a terra, con l'istinto di allungare la gamba il più possibile e la voglia di piangere come se fossi stato colpito con una Morning Star.
Se Dio esiste, è un sadico bastardo. Se non esiste, allora è colpa della selezione naturale. Comunque qui, qualcuno, è un sadico bastardo.
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gelatinatremolante · 2 months
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Provando una felicità incredibile che mi fa andare in giro con il sorriso stampato sulla faccia e il merito è tutto della nascita di una nuova bambina di nome Eleonora e della sua mamma. Non vedo l'ora di scoprire quanto mi farà piangere vederla per la prima volta dopo tutti questi mesi passati vedendola soltanto nelle ecografie.
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gregor-samsung · 2 years
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“ A volte al vespro don Felice ed io passeggiavamo in direzione della Rocamatura, fra ameni aranceti, il cui verde contrastava con la terra rossa; dalla Punta il panorama era di una vaghezza quasi pungente; Otranto appariva un grande castello, cinto di solidi bastioni, poggiato sul mare. «Chissà,» io dissi una sera, «se qualche sventura sovrasta questa terra.» «Sventura?» domandò don Felice, che era intento a guardare due giovani popolane, le quali attingevano acqua a un pozzo per innaffiare la cicoria degli orti. «I turchi non si fermeranno a La Valona,» dissi, «in qualche posto d’Italia cercheranno di sbarcare. In quale? Questo è il fatto.» «Mah!» disse appena don Felice, che non riusciva a togliere gli occhi dalle mosse lente, composte ed eleganti di una delle due ragazze che, postasi la quartara dell’acqua sulla spalla destra e, reggendola con il braccio sinistro incurvato ad arco sopra il capo, avanzava silenziosa a piedi nudi per la campagna. Don Felice soggiunse: «Speriamo che tutto si svolga per il meglio.» «Otranto?» io insistetti. «Brindisi? Taranto?» «Perché Otranto? Così piccola,» disse don Felice. «Ma sul canale,» io risposi. Dopo aver fatto per un po’ di tempo ipotesi e controipotesi ci trovammo al di là della Punta, in vista dei boschi dell’Alìmini. Don Felice si sedette su uno scoglio, respirò col fiato grosso per lo sforzo di aver portato in giro il suo corpo pesante, disse: «Voi mi state contagiando, amico, con le vostre angustie, con le vostre previsioni. Se i turchi verranno o non verranno io non lo so; quello che so è che intorno a noi in questo momento ci sono colori, profumi, donne, e voi non siete riuscito ad accorgervene un istante perché i turchi hanno invaso la vostra testa. Cacciateli stasera, vi prego, cacciateli.» Tacque, si asciugò il sudore sul collo, sulla fronte; disse: «Amico, occupiamoci delle cose che contano a distanza; guardate, per esempio, la bellezza sparsa qui attorno in questo tramonto.» Le sue pupille giravano nell’orbita, piene di una sottile felicità. “
Maria Corti, L'ora di tutti, con un saggio di Oreste Macrì, Bompiani (collana Tascabili n° 164), 2008¹⁷; pp. 135-137. [1ª Edizione originale: 1962]
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francescosatanassi · 3 days
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A OGNI COSTO
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"Aldo dice 26 x 1". Era questo il messaggio in codice diramato il 24 aprile 1945 dal CLNAI con l'ordine di insurrezione generale. L'ora X fu fissata per l'una di notte del 26 aprile. Già il 10 del mese il Comando delle Brigate Garibaldi aveva messo in allerta tutti i combattenti per prepararsi all'insurrezione del nord Italia e precedere l'arrivo degli Alleati. L'insurrezione era da effettuarsi a ogni costo, senza accettare accordi o tregue con il nemico. Furono stesi piani per entrare nelle città, per salvaguardare le fabbriche e impedire la fuga dei nazifascisti. Così, le brigate partigiane di montagna scesero in pianura e marciarono sui centri principali, mentre in città iniziarono gli scioperi e l'occupazione dei palazzi principali con i reparti GAP e SAP a coordinare la lotta popolare. Iniziava così la Liberazione d'Italia.
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mermaidemilystuff · 4 months
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Natale per me finisce nell'esatto momento in cui all'una del mattino del 26 esco dalla porta di casa dei parenti. Punto. A casa mi aspetta il freddo, nulla di nuovo regalato da sfoggiare o guardare o provare e una montagna di piatti da lavare. Provo a dormire e il 26, sola, mi alzo tardi. Niente pandoro o panettone per me per una colazione al posto del pranzo o per qualunque momento dal 26 in poi. Di questi, quest'anno, ho mangiato in totale due fette. Cucino ininterrottamente da tre giorni e di nuovo devo pensare al pranzo.
Il Natale per me è morto e anche finito. Non vedo l'ora finisca anche per tutti gli altri perché stare in mezzo a tutto questo fa male.
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falcemartello · 2 months
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🟡 Breaking I'm pulling your leg News 🟡
(Ti sto prendendo in giro News)
Pare che i partiti siano praticamente tutti d'accordo: avremo altri cinque anni di Ursula von der Leyen in Europa (qualcuno di noi avrà rotto uno specchio?) e probabilmente sette anni di Draghi presidente della Repubblica in Italia. Decisum est.
Chi ha detto che votare non serve?
Io già spunto i giorni sul calendario...
Non vedo l'ora di dare anche il mio appoggio alle scelte della massoneria e della grande finanza mondiale...
Meglio non potevano decidere!
Non fosse che per le vaccinazioni forzate e le migliaia di effetti avversi, il terrorismo climatico e le misure contro gli agricoltori, la guerra in Ucraina, con decine di miliardi spesi e centinaia di migliaia di morti, il genocidio in Palestina, l'inflazione prima e la recessione ora, per tutto il resto quei leader ci hanno assicurato anni felici, tra i migliori della nostra vita. Mancherebbe l'asteroide in rotta di collisione, ma non si può avere tutto!
(Massimo Montanari)
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conte-olaf · 5 months
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31 dicembre, perché sia un anno nuovo, non solo il nuovo anno
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Sono loro a dover temere l'ora x, non noi.
PROGRAMMA IN DEFINIZIONE, EVENTO FACEBOOK: https://fb.me/e/4FICkBye7
1. L'ora x è quella dei licenziamenti definitivi, quando Gkn verrà trasformata in una pura operazione immobiliare. E' il completamento della delocalizzazione.
2. L'ora x ad oggi arriva il primo gennaio 2024. Sono così cinici da licenziare il primo gennaio. Questo ci obbliga all'ennesimo miracolo: un atto di lotta, veglia, analisi, raduno di fronte ai cancelli della fabbrica il 31 dicembre. Per affermare che: siamo tutti Gkn e che l'ora più buia e più fredda va passata insieme.
Il contesto è proibitivo: stupiamoli. Continuiamo a scrivere la storia
3. Faremo di tutto per respingere i licenziamenti, ma comunque il 31 dicembre sarà un crocevia fondamentale. Perché - licenziamenti o no - il nostro tempo sta scadendo. O la lotta per Gkn diventa una lotta per la fabbrica socialmente integrata, per la reindustrializzazione dal basso, o presto o tardi la speculazione finirà per avere il sopravvento.
4. Un territorio esondato e alluvionato non può permettersi di non sapere cosa sarà di 80mila metri quadri. Contro la cementificazione e il cambiamento climatico, per una fabbrica che sia polo delle rinnovabili e della mobilità leggera.
5. Da anni gli operai sono gli unici a tenere la discussione sulla progettualità industriale. Probabilmente perchè da anni le diverse proprietà hanno avuto ben chiaro che lì vogliono distruggere una storia industriale, sindacale, territoriale. Abbiamo un progetto industriale, ma senza intervento pubblico questo progetto rischia di rimanere sulla carta. Chiediamo che Regione e Comune intervengano sullo stabilimento.
6. Il Governo ha dato soldi pubblici a un'azienda in liquidazione, senza fare ritirare la liquidazione e senza nemmeno dire una parola sui licenziamenti. Il Governo ha chiarito da che parte sta.
7. Portate tutto, voce, gazebi, robe da bere e mangiare da distribuire, chiedete alle vostre realtà organizzate di concentrare la propria presenza il 31, aiutateci con il servizio di volontariato, diffondete la voce. Che l'ora x ci faccia trovare insieme come una barricata festosa, come "geniali dilettanti in selvaggia parata".
Form volontari. https://forms.gle/Ubp54M8FYYXAtjTc7
8. 13 dicembre, h 19, presso presidio ex Gkn, riunione operativa delle realtà solidali, gruppo di supporto verso i successivi giorni di lotta e verso il 31 dicembre.
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ross-nekochan · 8 months
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Soffro di eco-ansia.
Penso da sempre, però negli ultimi tempi si era fatta più stringente. L'ho capito quando ero a Rovigo: mi era comparso un reel in cui una ragazza diceva di aver provato ansia per l'uso del condizionatore e io in quel periodo chiudevo spesso i caloriferi perché per me non ce n'era bisogno.
Ancora ne soffro: ogni notte sudo sette camicie in questa terra dall'umidità asfissiante eppure accendo il condizionatore solo se mi sveglio durante la notte e non ne posso più. Tutti gli altri lo hanno fisso acceso 24/7 anche a 20 gradi senza nessun senso di colpa.
Mi fa molto ridere quando leggo tantissimi post sul cambiamento climatico e leggo i commenti di italiani giustamente apprensivi che fanno del loro meglio dichiarando di accendere l'aria condizionata poche ore al giorno, di fare la raccolta differenziata ecc.
Rido perché non sanno che sono formiche nell'oceano. L'Europa sta (almeno in parvenza) cercando di attuare qualche strategia per la salvaguarda dell'ambiente.
Ma in Asia se ne sbattono grandemente il cazzo tutti, nessuno escluso. Si capisce dai pochi esemplari di indiani che sono qui che nel loro stato la parola "raccolta differenziata" è come parlare una lingua diversa. Qui non è molto diverso: a parte lattine di alluminio, bottiglie di plastica e indifferenziato, si brucia tutto. L'aria condizionata è parte integrante della vita di tutte le case, di tutti gli uffici e dei supermercati 24/7 a temperature per cui io spesso ho bisogno di una giacca addosso tanto è il freddo.
Il sole sorge alle 4:00 del mattino e tramonta alle 18:30 in estate eppure non è mai venuto in mente a nessuno di cambiare l'ora per risparmiare elettricità. Che ce ne fott.
Qualsiasi organizzazione governativa e non, sostiene della necessità di un consumo saltuario di carne. In questo spicchio di nazione sovrappopolato non esiste un solo piatto tipico o tradizionale in cui non sia presente la carne e la stessa cosa penso accada nei paesi vicini.
Per questo rido. Perché forse in Europa, seppur in maniera un po' ipocrita, pensiamo ancora che con l'impegno possiamo avere qualche chance, quando invece in Asia a malapena si conosce la parola e la responsabilità individuale (seppur minima) nelle abitudini non è assolutamente contemplata.
Nel frattempo, ancora indossano la mascherina per paura che il covid possa tornare per sterminarci tutti. Sono così stupidi e arretrati che manco se ne accorgono che si stanno sterminando da soli... continuate pure così, in nome dell'avanzamento e del progresso che giustamente avete finalmente raggiunto e che non vi volete perdere. Tanti auguri.
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