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#Oppositori
unfogging · 3 months
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Alexej Navalny morto in prigione
Alexey Navalny, leader di opposizione al regime di Putin, è morto. A riferirlo in una nota, è il Servizio penitenziario federale russo. Navalny “si è sentito male dopo una passeggiata e ha perso conoscenza quasi immediatamente”. “Sono state effettuate tutte le misure di rianimazione necessarie, che non hanno dato risultati positivi. Il personale medico di emergenza ha confermato la morte del…
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mymidena · 1 month
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sauolasa · 1 year
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Myanmar, raid aereo contro gli oppositori della giunta militare
Cento vittime, anche bimbi, nel villaggio colpito dalle bombe
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dolianet2022 · 2 years
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generalevannacci · 4 months
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Maddai che Benny non ha fatto poi granché di brutto, se togliamo:
- omicidi e aggressioni degli oppositori prima e dopo la Marcia su Roma: Giacomo Matteotti, Don Giovanni Minzoni e i Fratelli Carlo e Nello Rosselli solo per ricordarne qualcuno
- marcia su Roma e instaurazione della dittatura
- abolizione del diritto di voto e della libertà di stampa
- ruolo della donna relegato a fattrice di figli e casalinga
- istituzione del Tribunale Speciale e conseguente fucilazione di 42 antifascisti e 28.000 anni di carcere e/o confino comminati agli stessi
- aggressione alla Spagna Repubblicana
- aggressione a Libia (circa 80.000 morti) ed Etiopia (circa 700.000 morti) con uso dei gas tossici nei bombardamenti
- stipula dei Patti Leteranensi
- emanazione delle Leggi Razziali
- aggressione (tentata) alla Francia ed entrata in guerra al fianco della Germania Hitleriana
- aggressione all'Albania, alla Jugoslavia e alla Grecia
- aggressione all' URSS e successiva disfatta dell'Armir
- 45.000 deportati politici e/o razziali nei lager nazisti dove ne morirono 15.000
350.000 soldati italiani morti o dispersi, più altri 640.000 prigionieri in giro per il mondo
- complicità con l'esercito tedesco nelle stragi avvenute durante l'occupazione nazista della penisola: Sant'Anna di Stazzema e Marzabotto, solo per ricordarne due delle più atroci
- Guerra persa e Paese distrutto.
Probabilmente ho dimenticato qualcosina ma voi mi perdonerete.
Ecco, se togliamo le inezie sopraelencate cosa resta ?
Non resta che lo statista che governò l'Italia dal 1922 al 1943.
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abr · 7 months
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Senza sarebbe disastro epocale. Ma gli oppositori gli immobilisti e i detrattori, cinque minuti di vergogna pubblica auto amministrata, mai?
Qui è già diventato "normale" (adesso); mettici in più il tipico understatement veneto (niente chiagni-e-fotti: roba da arabi), non se ne parla né da noi né tantomeno all'estero, dove si bevono le lagne del mainstream media sponsorizzato sinistro, come noi facciamo con quelle di Hamas. Esponiamo solo i nostri guai o fronti basse, mi raccomando.
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curiositasmundi · 2 years
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"L'unico errore di Mussolini fu quello di allearsi con Hitler"
E la marcia su Roma. E l'assalto di Palazzo d'Accursio. E l'olio di ricino. E il confino per oppositori politici, intellettuali, slavi e omosessuali. E lo squadrismo. E le redazioni dei giornali date alle fiamme. E la soppressione della libertà di stampa. E il certificato di "buona condotta politica" per potersi iscrivere all'Ordine dei giornalisti. E le leggi razziali. E i campi di concentramento. E la deportazione degli ebrei. E le spedizioni contro le camere del lavoro, le case del popolo e le leghe agrarie. E l'assassinio di Giacomo Matteotti. E l'omicidio dei Fratelli Rosselli. E la prigionia di Antonio Gramsci. E i pestaggi su Piero Gobetti e Giovanni Amendola. E la persecuzione di militanti, parlamentari, dirigenti comunisti, socialisti, azionisti, popolari, repubblicani, liberali. E l'istituzione del Tribunale speciale per la difesa dello Stato. E l'introduzione della pena di morte per gli oppositori politici. E il progetto totalitarista. E il controllo dei testi scolastici. E il giuramento di fedeltà al regime imposto agli insegnanti. E l'abolizione dei sindacati. E l'abolizione del diritto di sciopero. E la soppressione del Parlamento. E l'eliminazione dei partiti politici (eccetto uno). E la Camera dei fasci e delle corporazioni. E il Gran Consiglio del fascismo. E l'invasione della Grecia. E l'invasione dell'Albania. E l'invasione della Jugoslavia. E l'uso delle armi chimiche in Etiopia. E i 12.000 cirenaici giustiziati. E i 30.000 civili bruciati vivi, impiccati, ammazzati di botte, fucilati nel massacro di Addis Abeba. E la deportazione nei campi di concentramento di migliaia e migliaia di libici, eritrei, somali, etiopi. E l'eccidio dei fratelli Cervi. E 'eccidio di Sant'Anna..
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unfogging · 8 months
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L'anarchico Azat Miftakhov arrestato immediatamente dopo il rilascio dalla colonia penale
Il 4 settembre scorso, Azat #Miftakhov era stato rilasciato da una colonia penale. Lo stesso giorno, lo #FSB ha accusato Miftakhov di " giustificazione del #terrorismo "
Il 4 settembre scorso, Azat Miftakhov era stato rilasciato da una colonia penale. Lo stesso giorno, il Servizio Federale di Sicurezza (FSB) ha accusato Miftakhov di “giustificazione del terrorismo”. Secondo il FSB, Azat ha discusso con altri detenuti della guerra in Ucraina e delle azioni dell’anarchico Mikhail Zhlobitsky, morto nel 2018, responsabile dell’esplosione avvenuita in un edificio del…
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gregor-samsung · 1 year
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“ In Ucraina i nazisti, che sono parte dell’apparato statale, ammazzavano tutti quelli che erano contrari alle loro idee, principalmente persone di sinistra. Alcuni forse potevano essere d’accordo con la politica di Putin, però chiamarli “putiniani” è un insulto alla loro memoria, perché molti di loro non erano d’accordo con la Russia; volevano un’Ucraina indipendente, comunista oppure liberale, ma senza il nazismo e gli oligarchi. Per questo uso il termine “di sinistra”. Anche il mio amico Oles Busina era di sinistra, ma non sopportava Putin, lo criticava sempre e voleva un’Ucraina indipendente sia dai russi sia dagli occidentali, e soprattutto era antifascista e denunciava la deriva nazista in Ucraina. Proprio in nome dei nostri amati diritti civili non è ammissibile l’uccisione del mio amico Oles Busina, grande patriota ucraino, antropologo e storico, scrittore e poeta. Colpevole di essersi schierato contro la glorificazione del nazismo da parte del governo golpista di Kiev e per questo freddato a colpi di pistola davanti a casa propria. Nessuno dei nostri difensori dei diritti umani che spesso accusano la Russia di Putin di mancanza della libertà si è mai esposto contro il regime golpista attualmente al potere in Ucraina, colpevole dell’uccisione di Olga Moroz, caporedattore di «Neteshinskij Vestnik», giornale dalle cui pagine lei e i suoi colleghi si esprimevano contro il regime. Nessuno si scandalizza per l’uccisione del deputato del parlamento ucraino Oleg Kalashnikov, organizzatore delle manifestazioni in sostegno del governo legittimo ucraino, oppositore del golpe. Nessuno qui in Occidente chiede al governo ucraino perché sono stati impunemente massacrati come oppositori del regime il procuratore Oleg Melnichuk, Oleksandr Peklushenko, già governatore dell’oblast di Zaporizhya, il capo del consiglio regionale di Kharkiv Aleksei Kolesnik, il segretario del Partito comunista della provincia di Starobeševe Vyacheslav Kovshun, il vicedirettore delle ferrovie ucraine Nicolai Sergienko e molte, moltissime altre persone colpevoli soltanto di aver espresso idee contrarie al governo. L’Occidente preferisce ripetere a sfinimento il mantra sulla presunta “democraticità” dell’Ucraina, anche se si tratta del paese più corrotto tra le repubbliche ex sovietiche, e per comprendere questo non serve prestare ascolto a nessuna propaganda russa, basta leggere i rapporti delle organizzazioni internazionali che monitorano la situazione in Ucraina, dai quali emergono denunce pesantissime, da far gelare il sangue anche al più insensibile tra gli esseri umani. I politici occidentali, però, preferiscono buttare miliardi di euro strappati ai propri contribuenti in quel contenitore contaminato irrimediabilmente dall’illegalità, dalla propaganda e dall’odio che è l’Ucraina di oggi, pur di sfruttarla come un campo di battaglia contro la Russia di Putin. L’Occidente, ovvero gli USA, non vuole perdere la sua egemonia militare ed economica nel mondo, che da unipolare di una volta ormai è diventato multipolare. In tutto questo, le vere vittime sono gli ucraini, che indottrinati dalla propaganda trentennale, che gli ha raccontato di tutto pur di cementificare nelle loro coscienze tre elementi: l’odio per la Russia, la fiducia negli oligarchi pro occidentali e soprattutto un nazionalismo radicale ed estremo che si basa non sull’amore verso la propria nazione, ma sull’odio nei confronti degli altri. Un nazionalismo macchiato dagli episodi più drammatici e più bui della storia ucraina. “
Nicolai Lilin, Ucraina. La vera storia, Piemme (collana Saggi PM), Novembre 2022¹; pp. 109-111.
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colonna-durruti · 5 months
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" L''Orco volante"
20/12/'73 Operación Ogro
Non fu una decisione facile da prendere, ma alla fine le lunghe notti negli scantinati di Bilbao portarono a una scelta, basta comprimari, stavolta si mirava al bersaglio grosso, anzi al più grosso di tutti, perché rappresentava meglio di chiunque altro l'essenza del franchismo, perché destinato alla successione dell'oramai vecchio Franco e perché grosso lo era davvero l'ammiraglio Carrero Blanco, talmente grosso e spietato da meritarsi l'appellativo di Ogro (orco).
Da diversi anni ormai, la dittatura fascista del generale Francisco Franco è scossa da un crescente malcontento sociale, che trova nelle mobilitazioni operaie la valvola di sfogo nei confronti di quello che è diventato il più longevo stato europeo guidato da un esecutivo dichiaratamente reazionario e conservatore.
La lettura di quegli anni, propagandata dal regime, parlava infatti di una crescente tolleranza nei confronti dei conflitti sociali.
Al contrario però, mai come in quegli anni, Franco decide di attuare una feroce repressione contro tutti i suoi oppositori politici, concentrandosi con particolare accanimento sulla popolazione basca.
Dal 1961 fino alla morte del Caudillo, il Paese Basco viene sottoposto ben 9 volte allo stato di emergenza nel giro di neanche 13 anni, vivendo un totale di 4 anni e due mesi in condizioni di completa sospensione di ogni diritto civile fondamentale, con un potere di vita e di morte affidato alle Forze di Sicurezza dello Stato.
È in questo clima che Euskadi Ta Askatasuna decide di entrare in azione.
L'operazione dura quasi nove mesi e porta la firma del «Commando Txikia» di ETA.
I quattro giovani baschi ai quali è affidata l'azione cominciano a seguire le mosse dell'ammiraglio nell'aprile del '73, dopo aver affittato un seminterrato al n. 104 di calle Coello a Madrid, dove fingono di svolgere il mestiere di scultori.
Il lavoro si rivela però più lento e dispendioso del previsto, dal momento che impegna tutti i componenti della squadra nello scavo dalla casa fino al centro della strada, dove sarà sistemata la carica più grossa.
L'operazione, prevista per il 19 dicembre, viene posticipata al giorno successivo. Poco prima dell'ora stabilita, uno degli "scultori" parcheggia, in seconda fila una "Morris" carica di dinamite. Quando l'auto dell'ammiraglio raggiunge la zona "ideale", al segnale stabilito il contatto elettrico fa saltare in aria la macchina.
L'automobile di Carrero Blanco vola per sei piani, oltrepassa il tetto di un palazzo e finisce su un balcone interno al terzo piano. Le guardie del corpo, scese malconce dall'automobile di scorta finita contro un muro, non si rendono conto dell'accaduto per molto tempo, mentre i quattro "etarras" hanno tutto il tempo per fuggire in tranquillità dalla capitale.
Nei giorni successivi, il Partito Comunista e vari esponenti dell'opposizione antifranchista e democratica, parlarono di provocazione, di possibile azione di "ultrà" fascisti, poi, di fronte alla circostanziata rivendicazione dell'attentato da parte di ETA, di atto irresponsabile che avrebbe fatto il gioco del regime. La realtà fu che tutto il popolo spagnolo, e non solo gli abitanti di Euskal Herria, furono ben felicissimi della morte di colui che, a tutti gli effetti, si era dimostrato degno continuatore delle politiche del regime franchista.
Rispetto per i compagni di Txikia :
José Ignacio Abaitua Gomeza “Marquín”,
José Miguel Beñarán Ordeñara “Argala”,
Pedro Ignacio Pérez Beotegui “Wilson”,
Javier María Larreategui Cuadra “Atxulo”,
José Antonio Urruticoechea Bengoechea “Josu” e Juan Bautista Eizaguirre Santi esteban. “Zigor”)
Gora Euskadi Ta Askatasuna
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scogito · 1 year
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L'opposizione famosa è un'illusione, è l'ennesimo strumento del Sistema.
I veri oppositori sono sempre tenuti all'ombra, discriminati, presi di mira, ostacolati, ridicolizzati, ammazzati.
Stesso processo che subiscono anche coloro che prima accettano il diktat e poi tentano di uscirne.
Da sempre.
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sauolasa · 2 years
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A fuoco la prigione degli oppositori politici a Teheran
Un funzionario del governo ha sostenuto che il fuoco è divampato da un magazzino dove erano stoccate uniformi carcerarie. Gli sconti sono stati avvertiti fino a notte fonda
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b0ringasfuck · 3 months
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A quando i manicomi per gli oppositori politici?
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e comunque se funzionano come quelli che fanno per entrare nelle FDO o avere il porto d'armi...
Giusto da poco, s'è dato fuoco un militare USA in protesta contro il genocidio in Palestina e ovviamente il problema è stato spostato dal genocidio alla sua sanità mentale...
Che poi non è che essere matti precluda la possibilità di far bene il proprio lavoro e comunque TUTTI i posti di lavoro dovrebbero essere preparati alla graceful failure... tipo... il potere esecutivo non deve avere il controllo di quello giudiziario.
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klimt7 · 3 months
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La lucidità non ha età
Grazie Liliana!
Dal Corriere della Sera, di oggi 21/02/2024.
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Gentile Senatrice,
la notizia della morte di Aleksei Navalny mi ha sconvolto. Non solo per la fine terribile ma perché mi pare testimoni l’inerzia con cui la comunità internazionale ha assistito alla sua lenta uccisione da parte del regime di Putin. Resta un senso di impotenza.
Risposta di Liliana Segre :
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Il dissidente russo questo lo ha dimostrato in ogni decisione. Non ultima quella di tornare in Russia, nel 2021, consapevole del fatto che lo aspettava una detenzione lunga, ingiusta e spietata. Nel 2021, Navalny aveva la possibilità di restare in Germania, dove gli era stata salvata la vita dopo l’avvelenamento da Novichok di cui era stato vittima (come altri oppositori di Putin) e che lo aveva costretto a un mese di coma. Non lo ha fatto, non riuscendo a concepire l’idea di poter essere libero solo lontano dal suo Paese e lasciando che i russi continuassero a veder erodere le proprie libertà. Perché la libertà o è per tutti, o non è. Ed è proprio questa idea la più dirompente forma di dissidenza a un autocrate come Putin. Un’idea che pare anacronistica in un tempo e in un mondo dominato da convenienze personali. Navalny avrebbe potuto, come altri dissidenti, continuare la sua battaglia anti Putin da fuori, protetto da distanza e leggi. Invece, come ha scelto di fare l’attivista iraniana Nobel per la Pace 2023 Narges Mohammadi, ha messo in salvo in Occidente la propria famiglia ed è tornato lì dove la sua battaglia avrebbe avuto più senso e valore. E quel che è accaduto alla sua morte gli ha dato ragione: migliaia di russi, da Mosca a San Pietroburgo, sfidando la polizia, hanno reso omaggio a Navalny. A Mosca, in piazza della Lubjanka, davanti alla Pietra Soloveckij, che celebra le vittime della repressione politica. Una prova che la lotta per la libertà è vittoriosa anche quando il suo esito è il più nefasto. Mi hanno colpita infine le ultime immagini che abbiamo di Navalny, in cui si rivolge ironicamente al suo giudice-carnefice il giorno prima di morire. 
Mi hanno ricordato la definizione che dell’ironia diede lo scrittore lituano Romain Gary:
«È una dichiarazione di dignità. È l’affermazione della superiorità dell’essere umano su quello che gli capita».
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arcobalengo · 11 months
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2101.07993.pdf
In uno studio del 2021 il MIT conferma che gli anti-mascheratori comprendono i dati meglio dei loro oppositori (politici)
Lo studio è stato pubblicato questo mese e ha analizzato la reazione degli scettici e degli anti-masker nei confronti della pandemia da marzo a settembre 2020, durante gran parte del fasi iniziali del breakout e poi della sua espansione.
L'interpretazione dei dati e della scienza da parte degli anti-mascheratori mostra che sono "più sofisticati nella loro comprensione di come la conoscenza scientifica è socialmente costruita rispetto ai loro avversari ideologici, che sposano un realismo ingenuo sulla verità 'oggettiva' dei dati sulla salute pubblica". Semplicemente "fidarsi della scienza" significa ignorare il fatto che "le visualizzazioni dei dati non sono una finestra neutra su una realtà indipendente dall'osservatore" e che "durante una pandemia sono un'arena di lotta politica".
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@monicaelis
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abr · 7 months
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L’attuale situazione è frutto del fallimento del progetto che prevedeva la cessione di territori da parte di Israele, tra 2000 e 2005, per ottenere in cambio la pace. Gaza fu uno di quelli. Ora quei territori sono il punto di partenza di attacchi agli israeliani. (...)
Il progetto “Territori in cambio di pace”, fu iniziato da da Ehud Barak, laburista, lasciando il Sud del Libano nel 2000. Lo fece in cambio della garanzia che nessuno avrebbe attaccato Israele. In realtà Hezbollah prese il controllo del confine e continuò a colpire.
Il ritiro da Gaza, nel 2005, aveva la stessa pretesa: lasciare quel territorio all’ANP ottenendo in cambio la pace. Gli abitanti di Gaza ebbero accesso alle aree che erano state degli israeliani evacuati, diedero fuoco alle sinagoghe e ad infrastrutture varie (del valore di circa 10 milioni di dollari), fra cui serre per coltivazioni.
Nel 2007 vi fu il “colpo di Stato” di Hamas che prese il controllo di Gaza impiccando e fucilando tantissimi palestinesi oppositori. Hamas in questi anni ha ucciso più palestinesi di quanti ne abbiano mai uccisi gli israeliani. Non solo, utilizza la popolazione di Gaza come scudo umano: i soldati sparano dai palazzi e impediscono ai civili di evacuarli.
Hamas è sopravvissuta sinora mostrando al mondo le immagini dei civili uccisi (anche quelli usati come scudo umano) dal fuoco israeliano, producendo una pressione sull’opinione pubblica mondiale e una valanga di aiuti, che gestisce per armarsi.
Il 1º marzo 2008 dopo il lancio di razzi da Gaza, l'esercito di Israele invase direttamente l'area con forze blindate ed aeree. Hamas accettò di porre fine al lancio dei razzi in cambio di un alleggerimento del blocco. Di nuovo, il 27 dicembre 2008 gli israeliani lanciarono l'operazione Piombo fuso per fermare i nuovi lanci di razzi di Hamas. I militanti posizionavano tali rampe in prossimità di scuole, abitazioni civili, ospedali, sedi televisive. Entrambe le operazioni furono fermate. Successivamente i lanci di razzi continuarono ma Israele faceva totale affidamento sul sistema missilistico anti missile Iron Dome, con successo. Fino alla crisi di ottobre 2023.
Ricostruzione storica per quelli che bisogna trattare, mediare, ragionare, di Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa su https://www.ilsussidiario.net/news/israele-a-gaza-rischio-vietnam-netanyahu-vuole-la-striscia-e-il-sud-libano-liran-stara-fermo/2603927/
L'unico Hamas buono è l'Hamas morto.
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