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officialpenisenvy · 28 days
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sì ma diocanw parlate italiano
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bee-in-a-box · 2 years
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He has children in his basement
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pinazee · 10 months
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i know we can’t have Bones, at least for awhile, but i want this asshole to play him
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-is a southerner
-has worked with wesley before and has chemistry with him (also owns a distillery with him apparently?!!?)
-has great sarcastic intensity
-not to mention those damn blue eyes
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strawdool · 2 months
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Someone hit my head please im falling asleep in history class
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soleberlandieri · 3 months
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Hold onto me - Too weak (on Wattpad) https://www.wattpad.com/1328594051-hold-onto-me-too-weak?utm_source=web&utm_medium=tumblr&utm_content=share_reading&wp_uname=ChiccaTiaKiki Questa è una NaruIta. ItaNaru. Naruto X Itachi. Modern AU. Accenni di Zabuza X Itachi, Jugo X Itachi , Sasuke X Sakura, Kakashi X Iruka, Karin X Itachi e Suigetsu X Itachi. Naruto è un ragazzo orfano che è dovuto crescere completamente abbandonato a sé stesso. Per poter sopravvivere è dovuto ricorrere anche a metodi poco ortodossi. Vittima di solitudine e bullismo, inizia a farsi degli amici solo al liceo dopo aver smesso di lottare per avere la comprensione degli altri. Un solo ragazzo lo aveva capito, uno sconosciuto incontrato all'età di otto anni e mai più visto. Nonostante quel ragazzo avesse sia casa che famiglia, non voleva tornarci. Naruto capirà il perché solo molti anni dopo. Allerta trigger: Abusi sia su minore che in età adulta. Violenza. Pratiche illegali. Incesto padre / figlio. Omicidio. Suicidio. Bullismo. Uso di alcol e sostanze.
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cruelsister-moved2 · 1 year
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been cosigned by the bi women in my life to say this but i think the whole ‘bi women are 100000x more likely to be victims of partner abuse’ thing gets...almost victim blamey if u think abt it too hard. do we believe that there are men who are totally fine to date as a straight woman but if you’re bi they become Abusers or are we just avoiding thinking too hard about the reality of dating a guy who would hypothetically be beating u if u were bi. are we saying the abuse happens because they’re bi? anyway the elephant in the room is that we’re talking about self-reported statistics here and bi women are more likely to be feminists and informed about consent and coercion and so on in order to RECOGNISE abuse. meanwhile a majority of straight women don’t even believe in marital rape and we know a lot about the lengths people can go to avoid labelling what they experienced/are experiencing as abuse. + DUH sexuality is self reported too so of course going through abuse at the hands of men can be a factor in a woman unpacking compulsory heterosexuality and realising she isn’t straight.
i think it’s important because in one narrative, victim-blaming myths about IPV are subtly reinforced in the name of advocating for bi women while the other recognises that abuse can happen to anyone but bi women are informed and autonomous and not just helpless victims with no choice but to play dating life russian roulette 
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canterai · 4 months
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Mi sto guardando attorno per cercare qualche lavoro per guadagnare un po' di spiccioli. (tanto auspicata indipendenza economica!) Se avete qualche consiglio ne sarei estremamente grata🦊
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helenapsent · 4 months
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I hold the tender, vulnerable creature in the palm of my hand 😩🤲💕
/My friend doing a project about astronauts and moon people, and this great guy is from there
Actually, his project and his artwork
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copertinacolorata · 2 years
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il suicidio non mi appare più così estremo
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capucapo · 6 months
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okay
sure
I guess I don't like chicken anymore
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tinycatstars · 6 months
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hhi :)
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illsadboy · 7 months
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Quanto cazzo è profonda questa canzone per chiunque come me ha avuto abusi famigliari! Bisogna avere coraggio e avere paura e chiedere aiuto non è per niente una debolezza anzi è avere coraggio! Fai del bene che il karma gira per tutti prima o poi.
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ideeperscrittori · 2 years
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– Capo, abbiamo fermato un uomo. Lo teniamo sotto tiro.
– Perché?
– Pesantissimi indizi di colpevolezza.
– Quali indizi?
– È chiaramente africano.
– Brutta storia. Com'è la situazione?
– L'uomo ci sta chiedendo di rimettere la pistola a posto.
– Perché?
– La stiamo puntando contro di lui.
– Rispondente che qui gli ordini li diamo noi.
– Dice anche di essere un giocatore del Milan.
– Molto divertente. Verificate la sua identità e poi pestatelo.
– Verifica completata. È veramente un giocatore del Milan.
– Cazzo! Ma allora c'ha un sacco di diritti umani! Mettete via le armi e scusatevi.
FINE
[L'Ideota]
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archivio-disattivato · 7 months
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https://www.meltingpot.org/2023/09/trattenere-e-umiliare-procedure-hotspot-a-porto-empedocle/
Trattenere e umiliare: procedure hotspot a Porto Empedocle
Il rapporto sul monitoraggio del progetto Mem.Med (Memoria Mediterranea)
22 Settembre 2023, di Silvia Di Meo e Yasmine Accardo, Mem.Med (Memoria Mediterranea)
Con i numerosi arrivi di persone via mare sull’isola di Lampedusa, è stata istituita una tensostruttura sulle coste siciliane di Porto Empedocle dove le persone vengono trattenute in condizioni critiche per espletare le procedure di identificazione e foto segnalamento. Davanti alle carenze strutturali, al sovraffollamento e alle violazioni di diritti, le persone migranti protestano.
La tensostruttura di Porto Empedocle
“No care, no help, no travel, no food”. Sono queste le parole scritte su un foglio di carta che Khaled sventola in mezzo alla strada principale di Porto Empedocle. Lui e Mohamed sono due minori somali approdati sull’isola di Lampedusa e poi trasferiti nella tensostruttura di Porto Empedocle dove stazionano ormai da 5 giorni. La situazione che sperimentano è chiara: “No freeedom” sintetizza Mohamed. 
Li incontriamo insieme a centinaia di persone MSNA senza tutori e richiedenti asilo di diversa nazionalità, età e genere che nel corso di quest’ultima settimana sono state trasferite all’interno del campo empedoclino in attesa di essere ricollocate in centri di accoglienza in Sicilia e in altri luoghi della penisola. 
Infatti, la tensostruttura collocata nel porto della cittadina agrigentina è da diversi mesi il secondo approdo delle persone migranti che giungono via mare a Lampedusa e che, a fronte dei numeri esponenziali di arrivi sull’isola delle Pelagie, sono stati spostati rapidamente sul territorio siciliano per alleggerire l’hotspot di Lampedusa. 
La tensostruttura – che consiste in un piazzale di cemento dove sono collocati due tendoni, 18 bagni chimici e poche docce esterne – è un’area di sbarco temporanea che la Prefettura di Agrigento sembra utilizzare per identificare e smistare le persone migranti, coadiuvando di fatto le attività di pre-identificazione implementate dalle autorità nell’hotspot di Lampedusa. La tensostruttura è quindi un secondo punto di approdo in cui le persone – trasferite qui anche poche ore dopo lo sbarco lampedusano attraverso le navi traghetto Galaxy – vengono foto segnalate e viene rilasciato loro un numero identificativo. Si tratta di un numero stampato su un quadratino di carta senza cedolino e senza foto. 
Qui le persone – donne, uomini, minori e famiglie originarie della Guinea Conakry, Costa D’Avorio, Senegal, Gambia, Burkina faso, Camerun, Sierra Leone, Giordania, Egitto, Tunisia, Siria, Mali, Sudan, Somalia, Etiopia, Liberia  – stazionano per giorni e giorni, trattenute in maniera prolungata all’interno di un campo di cemento, presidiato dalle forze dell’ordine e gestito dal personale della Croce Rossa, dove sono praticamente assenti rappresentanti delle organizzazioni umanitarie, grandi e piccole.
Nonostante il trattenimento dovrebbe durare solo il tempo necessario all’identificazione e alla disposizione del trasferimento, il transito non è breve e sembra durare una media di almeno 5 giorni. In questo tempo, alle persone è impedito di uscire dal cancello principale pertanto queste sono costrette, a causa della totale invivibilità del luogo, a saltare dalle recinzioni laterali e posteriori per cercare all’esterno aiuto, cibo, contatti, informazioni, libertà. 
Le persone trattenute in questo luogo raccontano di non aver ricevuto alcuna informativa relativa all’accesso ai loro diritti, alla protezione internazionale o altre forme di tutele. Inoltre riferiscono di essere trattate come animali in gabbia: il campo infatti è senza letti, sedie, tavoli e le persone stazionano stese a terra – i più fortunati su cartonati di non precisata origine – sotto il sole cocente, in uno spiazzale ricoperto di spazzatura, cassonetti e avvolto dall’odore pungente dell’urina. Le persone riferiscono di vivere in stato di continua incertezza e forte stress dipendente non solo dalle condizioni strutturali di invivibilità del campo ma anche a causa dell’attesa prolungata di un trasferimento in accoglienza che sembra non arrivare mai.
E mentre si passa la giornata nell’afa di settembre – tra un cambio turno delle forze dell’ordine e un’intervista ufficiale rilasciata dalle autorità ai giornalisti – arrivano da Lampedusa traghetti carichi di almeno altre 400 o 500 persone migranti che vengono scortate fino all’ingresso del centro e fatte entrare nei piccoli vuoti di spazio rimasti nel piazzale. Qui le persone vengono sottoposte ad un appello pubblico, senza alcun rispetto della privacy e attraverso l’uso esclusivo delle lingue veicolari principali: francese, inglese, arabo.
In queste giornate di permanenza, qualche turista passava per il porto e fotografava le persone dietro le sbarre, qualche locale si lamentava del “disagio”, qualche giornalista riprendeva quelle persone trattenute che si infuriano dopo l’ennesima giornata di prigionia. 
In questo circo periferico, la tensostruttura di Porto Empedocle risulta una zona d’ombra rispetto alle luci dello “spettacolo Lampedusa” che continua ad avere i riflettori puntati sulle proprie coste. Eppure nel corso della settimane le persone trattenute in questo piccolo piazzale – senza assistenza legale, sanitaria e libertà personale; senza letti, senza sufficienti professionisti medici e sociali, con carenze alimentari e patologie mediche – sono  state più di 1.000, di cui l’80 per cento costituito da MSNA e altre figure cosiddette vulnerabili.
Le proteste delle donne
Il malessere è progressivamente cresciuto e così le manifestazioni di scontento delle persone trattenute. Diversi gruppi di persone hanno iniziato delle proteste per la condizione di trattamento disumano a cui sono costrette a Porto Empedocle: l’inadeguatezza alimentare – pane con formaggio e pomodoro a tutti i pasti, cibo in quantità e in qualità insufficiente – l’assoluta promiscuità senza separazioni spaziali tra uomini e donne, l’esposizione ad ulteriori condizioni di violenza e soprattutto la condizione di privazione della libertà. 
Nella giornata del 19 settembre, un gruppo di donne minori guineane ha dato avvio ad una protesta femminile davanti al cancello principale della struttura, al grido di: “Liberateci! Liberateci! non siamo prigioniere, lasciateci andare!” Le ragazze sono dunque salite sul muro che delimita la struttura e hanno cominciato a gridare e ad arrampicarsi, tentando di scavalcare le inferriate. 
Le donne hanno poi occupato l’ingresso della tensostruttura sedendosi a terra in segno di protesta. Questa condizione di esposizione alla violenza, a cui specifiche categorie di persone vulnerabilizzate – quali le donne e i MSNA, sono sottoposte – connota la gestione disciplinante di una struttura ideata e pensata come “deposito” di persone. 
Persone che, giunte dalla violenta Sfax in Tunisia o dalla Libia, vivono un processo costante di sopraffazione, sottoposte a gravi violazioni di diritti e a continue forme di abuso, coercizione e limitazione della libertà che continuano ad essere raccontate, gestite e strumentalizzate a livello pubblico – tanto da politici che da giornalisti – come normali conseguenze di una condizione emergenziale. Un’emergenza che giustifica e normalizza il trattamento riservato ai neo sbarcati sulle coste nord del Mediterraneo, destinati ad essere “ritirati” e “riconsegnati” dai vari porto mediterranei, come abbiamo sentito dire in queste ore da chi gestisce la tensostruttura.
Tuttavia le persone migranti non sono inermi e continuano ad opporsi a questo controllo violento. Le diciassettenni guineane hanno preteso di avere nel piazzale un’area femminile di loro uso esclusivo, poiché ormai da più di 7 giorni erano completamente esposte senza alcuna tutela, preoccupate delle possibili violenze nel centro. Nei giorni successivi, esasperate, hanno scavalcato il muro del centro per cercare all’esterno un minimo di libertà e benessere. Due di loro erano fortemente indebolite da patologie pregresse che non erano state adeguatamente attenzionate e, per le strade del centro empedoclino, cercavano cibo e acqua.
Tra le numerose donne qui detenute, ce n’erano varie in stato di gravidanza. Alcune di loro sono state trasferite in ospedale per partorire e subito dopo ricollocate nella tensostruttura, senza i loro figli neonati.
Molte delle persone incontrate si trovavano in evidente stato di disidratazione e deprivazione fisica, nonché di forte sofferenza psicologica dipendente dal trattenimento prolungato e dalla mancanza di contatti con il mondo esterno. Tutti i trattenuti cercavano la possibilità di comunicare con le famiglie di origine o con conoscenti, desiderosi di avvisare i propri familiari del loro arrivo, non avendo potuto farlo nonostante l’approdo fosse avvenuto ormai da quasi una settimana.
Stazione di transito, trattenimento e deportazione
Questa stazione di transito e identificazione successiva a Lampedusa, sarà nelle prossime settimane potenziata e al posto della tensostruttura verrà adibito una struttura facente ufficialmente funzione hotspot, che sta nascendo dai lavori in corso in queste ore. Il Prefetto di Agrigento, Filippo Romano ha dichiarato che: “l’hotspot di Porto Empedocle sarà collegato a quello di Lampedusa dalla stessa gestione, la Croce Rossa (…) I due hotspot devono essere visti come una sorta di ponte: quello di Lampedusa accoglie in prima battuta e quello di Porto Empedocle instrada, il più velocemente possibile, verso i pullman“.
In continuità con la gestione migratoria che ha caratterizzato le politiche europee negli anni passati, l’unico “ponte” finanziato e promosso è quello che conduce alla sorveglianza, all’umiliazione, allo smistamento e incanalamento giuridico di persone che vengono irregolarizzate, dove il dispositivo della detenzione continua ad essere principale strumento di controllo degli spostamenti umani.
Questa modalità di controllo della mobilità delle persone in arrivo alla frontiera siciliana è da inquadrare nelle nuove riforme promesse dal governo: il rafforzamento a livello nazionale del sistema detentivo del CPR, con nuove strutture e un periodo di trattenimento esteso a 18 mesi; l’introduzione di nuovi centri identificativi e di rimpatrio come CPRI a Modica, nella Sicilia orientale costituiscono la risposta europea e nazionale all’aumento degli arrivi dalla Tunisia e dalla Libia, due luoghi da cui le persone continuano a fuggire forzatamente, sopravvissute ai regimi che i governi europei continuano a finanziare.
In tal senso, i discorsi di Meloni e Von Der Leyen che – durante la passerella a Lampedusa nei giorni del sovraffollamento – hanno inneggiato all’arresto dei trafficanti e alla sorveglianza militare, sono in continuità con un sistema che pone come soluzione la detenzione al posto di una vera accoglienza, la violenza al posto dei diritti e che – con l’ausilio delle nuove strutture – affinerà la macchina criminalizzante della deportazione. 
Intanto, mentre nei diversi angoli della Sicilia occidentale e orientale proliferano hotspot e ghetti istituzionali, mentre le politiche promettono blocchi nel Mediterraneo e pseudo accoglienza a terra, le persone migranti continueranno a protestare per la libertà di movimento ed ad arrampicarsi sui muri della detenzione per pretendere rispetto dei diritti e reclamare la loro libertà.
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soleberlandieri · 1 year
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Hold onto me - Empatia e resa (on Wattpad) https://www.wattpad.com/1305345191-hold-onto-me-empatia-e-resa?utm_source=web&utm_medium=tumblr&utm_content=share_reading&wp_uname=ChiccaTiaKiki&wp_originator=fLtVY0g2UeEKjNkyfsCqJHGFifPGNBuf7%2BV0nYtU8mY1fd4Z1wwD3Kr%2BE%2B0IQMcqsEO%2B5dIuCVGKFC00aA87F3HAxJ9d6%2F20p1frax7eap4Nc00kpC0AgTpTfAjnG0MJ Questa è una NaruIta. Naruto X Itachi. Modern AU. Accenni di Zabuza X Itachi, Jugo X Itachi , Sasuke X Sakura, Kakashi X Iruka, Karin X Itachi e Suigetsu X Itachi. Naruto è un ragazzo orfano che è dovuto crescere completamente abbandonato a sé stesso. Per poter sopravvivere è dovuto ricorrere anche a metodi poco ortodossi. Vittima di solitudine e bullismo, inizia a farsi degli amici solo al liceo dopo aver smesso di lottare per avere la comprensione degli altri. Un solo ragazzo lo aveva capito, uno sconosciuto incontrato all'età di otto anni e mai più visto. Nonostante quel ragazzo avesse sia casa che famiglia, non voleva tornarci. Naruto capirà il perché solo molti anni dopo. Allerta trigger: Abusi sia su minore che in età adulta. Violenza. Pratiche illegali. Incesto padre / figlio. Omicidio. Suicidio. Bullismo. Uso di alcol e sostanze.
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copertinacolorata · 2 years
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sento la mia voglia di vivere che scorre nelle vene alla stessa velocità di quella che mi sussurra * ammazzati puttana* ... so che non lo farò ma a volte mi verrebbe proprio di prendere e registrare un video dove dico ciao a tutti per poi scomparire davvero.
... anche in procura quanto ti ho denunciato non ero seria. come fanno a prendermi seriamente le persone. mento e manipolo tutti si è vero ma lo faccio perchè ho paura da morire ok? non capisco quando va tutto bene veramente o è solo illusione. e non lo capisco per colpa tua. sento qualcosa ma non so cosa.
La morte non mi è così estranea anche se...
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