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#allevamento bovini
ginogirolimoni · 9 months
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Non hai nemmeno il tempo di capacitarti su quanto sia coglione il suo rivale, si quello che ha acquistato Twitter e l'ha trasformata in un'incognita matematica, che ti spunta fuori quest'altro, con questa trovata ...
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manifestocarnivoro · 11 months
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VIVI LUCANIA, LA PRIMA MANIFESTAZIONE PER LA PODOLICA
Forse è arrivata con le invasioni barbariche, forse da Creta. Parliamo della razza Podolica, una razza antica ma non vecchia. Vive tutto l’anno in un ambiente montano difficile, dove altri animali non riuscirebbero ad adattarsi, su pascoli poveri ed estremi e contribuisce a migliorare l’ambiente: pulisce il sottobosco, arricchisce il suolo, evita l’uso di concimi chimici. A Nemoli, lo scorso luglio, si è svolta “Vivi Lucania 2023”, prima manifestazione dedicata alla razza Podolica organizzata dall’Associazione Regionale Allevatori della Basilicata. Gli allevatori chiedono maggior attenzione alle istituzioni e alle associazioni agricole per il sostegno del settore, lanciando anche un grido d’allarme contro i rischi della carne e del latte sintetici, la cui produzione a livello industriale rappresenterebbe una seria minaccia alle filiere zootecniche di qualità e strettamente ancorate al territorio, come è il caso della Podolica. (In foto Capi di Podolica in mostra a Vivi Lucania 2023, prima esposizione interregionale degli allevamenti di bovini di razza Podolica iscritti al L.G.N.).
Photo© Massimiliano Rella
Fonte: Massimiliano Rella “Vivi Lucania, la Podolica vive!” di Massimiliano Rella, Eurocarni 9/23
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m2024a · 1 month
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Mosca assassina: scatta l’allarme, picco di contagi In Costa Rica è allarme per la mosca assassina, con un recente aumento di contagi tra animali e umani. I dettagli. La mosca assassina, conosciuta scientificamente come Cochliomyia hominivorax, sta causando una seria preoccupazione in Costa Rica. Questo parassita, noto per le sue devastanti conseguenze, ha registrato un preoccupante picco di contagi nell’ultimo anno. Le autorità sanitarie hanno segnalato che dal luglio 2023 sono stati rilevati oltre 4.700 casi di infezione, con un impatto significativo sulla fauna locale e, in misura minore, anche sugli esseri umani. Emergenza Mosca assassina in Costa Rica: allarme e preoccupazione Questo insetto rappresenta una minaccia particolarmente insidiosa poiché le sue larve si sviluppano all’interno delle ferite degli animali e degli esseri umani, nutrendosi di tessuti vivi. Il risultato è una devastante necrosi dei tessuti che può portare a gravi emorragie e, in casi estremi, alla morte. La mosca assassina colpisce principalmente gli animali, con i bovini che rappresentano la maggior parte delle vittime: ben il 75% degli animali infettati appartiene a questa categoria. Gli altri casi registrati includono cani e un tapiro, il primo della sua specie in Costa Rica ad essere stato colpito in maniera fatale. La reazione delle autorità e i rischi futuri Le autorità sanitarie del paese, tra cui il Senasa (Servizio sanitario nazionale animale), stanno lavorando senza sosta per contenere l’epidemia. Tuttavia, la sfida è ardua, specialmente considerando le condizioni climatiche attuali. Le piogge intense, che caratterizzano molte regioni del Costa Rica, creano l’ambiente ideale per la proliferazione di mosche assassine, aumentando il rischio di diffusione. Gli esperti avvertono che, se non si interviene rapidamente con misure di controllo, i numeri potrebbero crescere ulteriormente nei prossimi mesi. Mettendo a rischio la salute pubblica e la biodiversità del paese. La situazione richiede un monitoraggio costante e l’adozione di misure preventive da parte della popolazione, specialmente nelle aree rurali dove la presenza di animali domestici e da allevamento è maggiore.
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lamilanomagazine · 3 months
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Castrovillari: sottoponeva lavoratori a condizioni di sfruttamento, sequestrata l’azienda
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Castrovillari: sottoponeva lavoratori a condizioni di sfruttamento, sequestrata l’azienda. I Carabinieri della Compagnia di Castrovillari e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Cosenza, all’esito di un’articolata attività svolta, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo nei confronti di M.D.L., cl. ’67, indagato, sulla base dei preliminari accertamenti compiuti stante la fase delle indagini preliminari, di intermediazione illecita e sfruttamento della manodopera. Le investigazioni coordinate dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, diretta dal Dott. Alessandro D’Alessio, e condotte dai militari dell’Arma attraverso servizi di osservazione, controllo e pedinamento, hanno permesso di constatare come i dipendenti dell’azienda agricola e di allevamento di bovini lavorassero 7 giorni su 7, festivi inclusi, con orari massacranti che andavano dalle 04:00 del mattino fino alle ore 20:00, con pausa pranzo di due ore ed occasionali, sporadiche e brevi soste durante il lavoro. Il monitoraggio svolto su un lungo periodo tra agosto ed ottobre 2023, permetteva ai Carabinieri di appurare, con elevata affidabilità statistica, come la giornata lavorativa “tipo” fosse di 11/12 ore di lavoro al giorno, senza alcun riposo settimanale. Inoltre nel corso dell’attività investigativa emergeva un dato ancor più allarmante, ovvero che alcuni lavoratori regolarmente assunti vivessero all’interno di un container, proprietà del titolare dell’azienda, in scarse condizioni igienico-sanitarie composto da una stanza ad uso camera da letto con tre postazioni, di cui due con materasso posto a terra – privo di rete e struttura – ed una fatta con solo coperte. Un locale privo di agibilità ed abitabilità, senza impianti di riscaldamento che, anche per la sporcizia diffusa, rendeva le condizioni abitative insalubri, irregolari e prive di standard minimi di conforto. Le indagini guidate dalla Magistratura del capoluogo del Pollino, hanno permesso di far luce sulla grave situazione di sfruttamento del lavoro che costringeva lavoratori italiani ed indiani a spettanze giornaliere di soli circa 28 euro, in totale difformità rispetto a quanto stabilito dai contratti collettivi nazionali di lavoro. Proprio per evitare che tale situazione continuasse nel tempo, l’intero comparto aziendale, i beni immobili e mobili, comprensivi di circa 300 bovini e vari veicoli, dal valore stimato di circa 2.000.000 di euro, in esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso dal G.I.P. del Tribunale di Castrovillari sono stati sottoposti in sequestro ed affidati al controllo diun Amministratore Giudiziario, per scongiurare che il titolare potesse riorganizzarsi e riassumere il controllo dell’azienda.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 6 months
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Lupi: in Italia primato europeo
In Italia la presenza dei lupi rappresenta un primato europeo. E' questa una delle conclusioni del rapporto “The Situation of the Wolf in the European Union” a cura dei servizi della Commissione Europea. Secondo il report, in undici anni la popolazione dei lupi in Europa è quasi raddoppiata diminuendo in misura sensibile il rischio di estinzione di questo animale. La presenza del lupo nei boschi è di fondamentale importanza per la conservazione dell'ecosistema. I lupi hanno ancora bisogno di essere protetti Nell'Unione europea, nel 2023, erano presenti circa 20.300 esemplari di lupo in 24 Stati non insulari. In 23 di questi vivono in branchi e sono capaci di riprodursi. La loro presenza manca solo in Irlanda, Cipro e Malta. Se si pensa che nel 2012 gli esemplari stimati si aggiravano intorno agli 11.1093, si nota che in undici anni la popolazione è quasi raddoppiata. Con questi numeri la Commissione ha potuto proporre al Consiglio di modificare lo status di protezione del lupo da "rigidamente protetto" a "protetto". Il canide più popolare dei boschi, infatti, non può essere considerato ancora fuori pericolo. Pur essendo il suo numero aumentato notevolmente, l'ultima valutazione disponibile, che risale al periodo 2013-2018, rilevava che rispetto alle sette regioni biogeografiche dell'Unione europea (Pannonica, Continentale, Alpina, Atlantica, Mediterranea, del Mar Nero e Boreale) una sola era considerata favorevole allo stato di conservazione dei lupi: la regione Alpina. Per regione Alpina si intende quella che comprende Alpi, Appennini, Pirenei, Alpi Scandinave e Carpazi. Le altre sei regioni erano considerate "sfavorevoli". Lupi in Italia e in Europa Con i suoi 3.307 esemplari, l'Italia registra il record di presenze dei lupi in Europa. Pur non essendo un numero non precisissimo per l'incertezza delle rilevazioni, i lupi sono presenti sia sulle Alpi che sugli Appennini. Altro dato importante per il nostro Paese è che il lupo è stata sempre una presenza costante nei boschi. Secondo Paese in classifica per la presenza di lupi è la Romania dove la popolazione stimata si aggira tra i 2.500 e i 3.000 esemplari. Seguono, poi, la Spagna con oltre 2.100 esemplari, la Polonia con 1.886, la Germania, con 1.400 e la Grecia con 1.020 animali. Dati incerti riguardano la Bulgaria che stima una presenza di 2.712 esemplari mentre gli esperti riducono il numero a 800-1.200 animali (dati del 2018). Ottime notizie per l'Olanda e il Belgio, due Paesi fortemente antropizzati dove il lupo è tornato dopo un'assenza lunga decenni. Il ruolo del lupo nell'ecosistema Siamo portati a pensare ai lupi come a un pericolo per gli allevamenti. Secondo il rapporto dell'Ue, i lupi uccidono almeno 65.500 capi di bestiame ogni anno. Il 73% è costituito da pecore e capre, il 19% da bovini e il 6% da cavalli e asini. I Paesi più colpiti dal fenomeno sono Spagna, Francia e Italia. Un fenomeno che può sembrare devastante ma non lo è se si pensa che in Ue vivono circa 60 milioni di pecore e che, quindi, i lupi ne uccidono lo 0,065% ogni anno. In più, il lupo svolge un ruolo molto importante nell'ecosistema boschivo europeo. Il primo beneficio che apportano è quello di tenere sotto controllo la densità degli ungulati selvatici. I lupi, infatti, consumano carne di cinghiale. Riducendo il numero di cinghiali, si riducono anche i danni che questi animali arrecano sia alla vegetazione selvatica che alle colture. Quando i lupi mangiano esemplari malati di peste suina, il virus non sopravvive al passaggio nel loro organismo. Ciò vuol dire che il lupo, mangiando animali o carogne infetti può limitare la trasmissione della peste suina africana, morbo che si trasmette sia ai cinghiali che all'intero bestiame. Il lupo, in realtà, è in grado di fermare diverse altre malattie che circolano tra gli animali da allevamento. Si pensi che in Spagna meridionale, dove il lupo è estinto, i cinghiali hanno tassi di contagio della tubercolosi tra il 52% e il 98% mentre, nelle regioni, come la Galizia e le Asturie, dove i lupi sono presenti in misura significativa, il tasso di contagio della Tbc è del 2,6%. In copertina foto di Thanks for your recognition • Donations ♡ welcome da Pixabay Read the full article
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stranotizie · 9 months
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Il post su Facebook, ora Meta, con una foto che lo ritrae sorridente davanti a una bistecca Mark Zuckerberg (Foto dalla sua pagina Facebook ufficiale) "Il mio obiettivo è creare carne di bovina di altissima qualità, la migliore del mondo". E' quanto scrive in un post su Facebook, ora Meta, il fondatore Mark Zuckerberg, corredando il tutto con una foto sorridente a tavola davanti a una bistecca. "Il bestiame è Wagyu e Angus - spiega -. Gli animali cresceranno mangiando farina di noci di macadamia e bevendo birra, tutti prodotti qui al ranch. Vogliamo che l'intero processo sia locale e verticalmente integrato". Come funziona l'allevamento "Ogni mucca mangia dalle 2 alle 4 tonnellate di cibo ogni anno, quindi, si tratta di molti alberi di macadamia" spiega il numero uno di Meta che ha tre figlie: August, Maxima e l'ultima nata, la piccola Aurelia. "Aiutano a piantare gli alberi di macadamia e si prendono cura di diversi animali - rivela Zuckerberg -. Siamo ancora all'inizio del viaggio, ma di tutti i miei progetti è quest'ultimo il più delizioso". {} #_intcss0{display: none;} #U1174144512vcD { font-weight: bold; font-style: normal; } #U1174144512aHB { font-weight: bold; font-style: normal; } Fonte
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telodogratis · 2 years
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Animali con lo smartwatch, la nuova frontiera delle fattorie digitali
Animali con lo smartwatch, la nuova frontiera delle fattorie digitali
Read More In Cina è stato sviluppato uno smartwatch che potrebbe aiutare gli allevatori a migliorare le condizioni di allevamento monitorando costantemente il bestiame. La versione bovina di uno smartwatch avrebbe lo scopo di monitorare la salute dei bovini, riducendo potenzialmente l’uso di farmaci negli allevamenti, causa principale di antibiotico-resistenza e migiorando quindi la sicurezza…
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noneun · 2 years
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I bovini sono pecore e le pecore sono bovidi...
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Sembra una stupidaggine, ma secondo la classificazione tassonomica è proprio così.
Quando ebbi un incontro ravvicinato con gli stambecchi, mi informai sulle loro parentele più prossime e imparai un po’ di cose.
Intanto che nei Mammiferi ci sono gli Artiodattili, quelli che appoggiano le dita per camminare, anche se l’ordine dovrebbe includere i Cetacei e chiamarsi Cetartiodattili, per includere tutti i discendenti dello stesso ramo.
Esistono in questo ordine vari sottordini, uno di questi è quello dei Ruminanti, ma va detto che non tutti gli animali che hanno sviluppato l’adattamento del rumine (come ad esempio i cammelli) ne fanno parte.
In questo sottordine esiste appunto l’infraordine chiamato Pecora, che include varie famiglie tra le quali i Giraffidi, i Cervidi e i Bovidi.
Le sottofamiglie di bovidi includono i Bovini (tra i quali il genere Bos, famoso per le vacche (Bos taurus) e i Caprini.
La sottofamiglia dei Caprini contiene ovviamente il genere Capra, con lo stambecco (Capra ibex) e la capra domestica (Capra hircus). Contiene il genere Ovibos con il bue muschiato (Ovibos moschatus), che quindi è più imparentato con la capra che col bue.
E infine contiene il genere Ovis, con varie specie tra cui la pecora domestica (Ovis aries), probabilmente la prima specie addomesticata dall’essere umano per scopi alimentari, così tanto dipendente da noi che non sopravviverebbe in natura senza qualcuno che la tosi, rischiando l’estinzione.
Il nome pecora, in latino pecus, significa "bestiame di piccolo taglio". È passato poi a identificare il singolo animale, e forse per questo che tuttora Pecora indica un infraordine che comprende molti animali da allevamento.
Non so se si è capito, ma la tassonomia m'intrippa.
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corallorosso · 3 years
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Discarica di maiali fuori dall’allevamento: “Quali controlli sono stati effettuati?” “Quelle immagini delle carcasse di suini ammassate in una fossa a fare da banchetto per i gatti sono state un pugno nell’occhio e sono il segnale di una situazione che rischia di essere fuori controllo, per gli animali, per l’ambiente e anche dal punto di vista epidemiologico”. Dopo la pubblicazione della video-inchiesta firmata dalla giornalista Giulia Innocenzi per ilfattoquotidiano.it sulle inadempienze filmate in un allevamento della provincia di Cremona e la denuncia di Lav, il consigliere regionale M5S della Lombardia, Marco Degli Angeli, ha presentato un’interrogazione indirizzata alla giunta regionale, al presidente leghista Attilio Fontana e agli assessori competenti. “Credo sia importante sapere quanto e quali controlli siano stati effettuati – spiega Degli Angeli, cremasco, a ilfattoquotidiano.it – soprattutto per quanto riguarda lo smaltimento illecito delle carcasse e, a questo punto, cosa intenda fare la Regione Lombardia rispetto alle situazioni denunciate. Mi hanno colpito le risposte fornite dallo stesso allevatore intervistato da Giulia Innocenzi, il quale non sembrava avere la minima idea dei possibili rischi ambientali e sanitari a cui andava incontro”. Nell’interrogazione, tra l’altro, si segnalano anche altre vicende. In primis, il caso di un allevamento di bovini a Crema, dove nei giorni scorsi i carabinieri forestali hanno trovato carcasse di vitelli galleggianti nelle vasche di stoccaggio, cumuli di macerie edili e rottami di veicoli. E poi Degli Angeli ricorda un’altra interrogazione datata luglio 2020 e rimasta senza risposta, nella quale si chiedeva conto di quanto scoperto, anche in questo caso dopo la denuncia di Lav, in un allevamento di Rebecco d’Oglio, sempre in provincia di Cremona, “dove i carabinieri della Forestale avevano sequestrato a novembre 2019 una ventina di vacche da latte in condizioni terribili”. A Regione Lombardia era già stato chiesto “quali controlli fossero stati fatti all’interno dell’azienda” per verificare il rispetto delle normative vigenti e “quali provvedimenti potessero essere presi nei confronti dell’allevamento”. (...) “tra le province di Cremona e Mantova ci sono 2 milioni di suini in 850 allevamenti” e che “se tutto va bene, un allevamento registrato viene ispezionato ogni due o tre anni, a meno che non ci siano segnalazioni particolari o interventi con altre autorità”. I controlli sono pochi, dunque, come segnalato dal direttore generale di Lav, Roberto Bennati, e confermato dall’avvocato Manuela Giacomini, esperta in diritto degli animali, che sottolineava l’inutilità di controlli programmati e annunciati agli allevatori. “Sentiamo spesso parlare di personale non sufficiente rispetto al numero di allevamenti presenti sul nostro territorio, ma a questo punto – commenta Degli Angeli – veniamo a conoscenza di queste situazioni solo attraverso associazioni o interventi diretti delle forze dell’ordine. Allora mi domando quale sia stato l’obiettivo della riforma sanitaria della Lombardia, se poi sono questi i risultati”. (...) Luisiana Gaita
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manifestocarnivoro · 1 year
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JACQUES ABBATUCCI E LA VACHE TIGRE
Jacques Abbatucci è un allevatore nonché macellatore della Vache tigre, una razza bovina corsa, unica per resa qualitativa delle carni. Nella sua azienda zootecnica Fil di Rosa a Serra di Ferro, nella Corsica meridionale, Jacques ha saputo impostare una promozione moderna della razza corsa puntando decisamente sulla vendita on-line del prodotto, costituito principalmente dal vitello, dal 2000 allevato in biologico. Il prodotto è sostenuto da un’immagine peculiare, ossia dal mantello tigrato del bestiame, appositamente selezionato, e portato circa dal 60% delle vacche, e dal marchio di “Vacca tigre” depositato nel 2006 da Abbatucci.
L’allevatore è particolarmente attento all’autosufficienza dell’azienda, per quanto riguarda l’alimentazione del bestiame, l’approvvigionamento energetico e di mezzi tecnici, la macellazione e la commercializzazione della carne. La carne è ottenuta soprattutto da vitelli tra 6 e 8 mesi, abbattuti nel macello aziendale, inaugurato nel 2021, e lavorati nell’adiacente stabilimento di sezionamento munito di bollo CEE dal 2007. La lavorazione nel macello aziendale garantisce ai bovini spostamenti molto brevi e quindi un maggiore rispetto del benessere animale. La frollatura media è di 10 giorni e la vendita è effettuata sia nel punto vendita aziendale, soprattutto nei mesi estivi, quelli di maggiore afflusso turistico in Corsica, sia on-line, nonostante l’handicap dei costi di trasporto maggiorati a causa dell’insularità.
Fonte: Eurocarni 4/23
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superfuji · 5 years
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Nel pavese l’ennesima strage sul lavoro. A perdere la vita due imprenditori di un allevamento di bovini e due operai, morti in una vasca di liquami. 
[...]E per favore, cambiamo anche le parole perché anche le parole sono importanti: non esiste una tragica fatalità. Nessun destino cinico e baro. A uccidere i lavoratori è la mancanza di formazione e di dispositivi di sicurezza: perché quando si è assicurati alle impalcature non si vola giù; quando si conoscono le conseguenze delle nostre azioni non si finisce intossicati dalle sostanze con cui si è a contatto; con le adeguate protezioni, nemmeno i trattori che si ribaltano possono farci paura. Alessandro Robecchi scriveva pochi giorni fa sul Fatto Quotidiano che in Italia si parla di sicurezza solo per riferirsi agli scippatori, non ai lavoratori. E il loro sangue continua a essere versato, giorno dopo giorno. Ecco, basta, Ma basta davvero.
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levysoft · 5 years
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61,5 kg pro capite di carne l’anno nel 1964 contro i 95,7 kg del 2015 per i paesi industrializzati e 10,2 kg pro capite l’anno del 1964 contro i 31,6 kg del 2015 per i paesi in via di sviluppo: si tratta di un aumento decisamente significativo dei consumi di carne in tutto il mondo.
Se sempre più persone popoleranno questo pianeta e, se queste persone vorranno mangiare sempre più carne, la Terra ne risentirà molto dal punto di vista ambientale. Più carne significa infatti più terra dedicata alla coltivazione dei vegetali necessari a nutrire gli animali allevati prevalentemente in modo intensivo; significa più consumo di acqua; significa crescenti emissioni di metano nell’atmosfera. 
La carne, infatti, è fonte di poche calorie a fronte di un vasto spreco di risorse: circa l’83% dei terreni coltivati del nostro pianeta sono utilizzati per produrre carne e latticini, che però forniscono solo circa il 18% delle calorie consumate. Uno studio sulle emissioni di metano da parte del bestiame (in particolare dei bovini) afferma che essi “hanno contribuito in modo importante ad aumentare i livelli di emissioni di metano dal 2007” e, secondo la FAO, “l’allevamento contribuisce alle emissioni di gas serra per il 14,5% delle attività umane.”
[...] Waterfootprint, tramite uno strumento interattivo, ci mostra quanta acqua viene usata per produrre gli alimenti che mangiamo. Per esempio, per produrre un chilo di carne di manzo servono 15400 litri d’acqua, per un chilo di burro ne servono 5553. Per produrre le verdure i numeri si riducono. Occorrono 353 litri d’acqua per un chilo di cetrioli, 237 per un chilo di insalata, 214 per un chilo di pomodori. Siamo di fronte a due grandezze estremamente diverse, tanto che sembra quasi scontato che essere vegani, o almeno vegetariani sia l’unica via per nutrirsi sfruttando il minor numero possibile di risorse. Secondo uno studio dell’Università di Oxford se tutti diventassimo vegani:
Si ridurrebbe del 49% l’emissione dei gas serra per la produzione di cibo,
ci sarebbe una riduzione del 76% dei terreni utilizzati per produrre cibo,
si verificherebbero una riduzione del 49% dell’eutrofizzazione, per cui i nutrienti dei fertilizzanti si riversano in laghi e fiumi, danneggiando gli ecosistemi e riducendo la biodiversità e
una riduzione del 19% dei prelievi di acqua dolce.
I prodotti vegetali
La dieta vegana esclude completamente la carne, il pesce e tutti i derivati animali, quindi anche formaggi, uova, miele. Secondo la PETA, ci sono fondamentalmente due ragioni per diventare vegani: se tutti fossimo vegani non sarebbe più necessario allevare animali facendoli vivere e morire in modo orribile negli allevamenti intensivi. Inoltre, come abbiamo visto, sarebbe un ottimo modo per inquinare meno. Ma seguire la dieta vegana è davvero meno inquinante che mangiare carne e derivati animali?
Secondo Isabella Tree, scrittrice e giornalista britannica che da vent’anni lavora con il marito coltivando campi in maniera biologica la risposta non è così scontata. Tree ha scritto in merito per il Guardian: “Non c’è dubbio che dovremmo tutti mangiare meno carne. Allo stesso tempo, certamente le azioni per smettere di produrre carne in modo inquinante, non etico e intensivo sono lodevoli. Ma se in quanto vegani ci si preoccupa dell’ambiente, del benessere degli animali e della propria salute, allora non si può far finta che sia semplicemente non mangiando più carne e latticini che si risolverà la questione. Sebbene possa sembrare controintuitivo, aggiungere occasionalmente alla dieta carne prodotta in modo biologico e di animali alimentati al pascolo, potrebbe essere la strada giusta per far quadrare le cose”, afferma Tree.
È chiaro quindi che ridurre (se non eliminare) il consumo di carne sia un ottimo modo per rimpicciolire la propria impronta ambientale. Tuttavia, ci sono alcuni prodotti vegetali (in teoria accettati quindi dal veganesimo) che sono altamente inquinanti. Per esempio la produzione di caffè o semi di cacao ottenuta dopo la deforestazione può risultare addirittura più inquinante della carne di animali allevati non in modo intensivo e macellati localmente oltre ad essere, come nel caso del cacao, fonte di sfruttamento dei lavoratori più poveri nei paesi in via di sviluppo.
L’impatto della coltivazione intensiva
Non solo, secondo la FAO anche l’impatto ambientale dell’aratura dei terreni è spesso sottovalutato: per consumare cibi a basso impatto ambientale sarebbe necessario cibarsi di prodotti coltivati in maniera “no-dig”, ovvero ottenuti senza aratura. Il terreno infatti contiene al suo interno grandi scorte di carbonio, che vengono rilasciate nell’atmosfera sottoforma di CO2 tramite l’aratura intensiva. Per non parlare poi dei mezzi motorizzati (e delle relative emissioni) utilizzati per arare grandi aree di terreno e della terra persa a causa dell’erosione, che globalmente interessa tra i 25 e i 40 miliardi di tonnellate di terra l’anno.
Invece di cambiare la propria alimentazione da onnivora a vegana senza tenere conto delle colture industriali, secondo Tree sarebbe più appropriato “incoraggiare forme sostenibili di produzione di carne e latticini basate sui tradizionali sistemi di rotazione, il pascolo permanente e conservativo”. Tree ha sperimentato lei stessa l’impatto che questi sistemi tradizionali possono avere. Dopo circa 20 anni di coltivazione diretta di 1400 ettari con metodi tradizionali, ha visto rinascere nel suo terreno specie di piante, funghi, e anche insetti come scarabei e lombrichi non presenti prima del passaggio alla coltivazione non intensiva: “Non solo questo sistema di coltivazione naturale aiuta l’ambiente in termini di ripristino del suolo, biodiversità, impollinazione, qualità dell’acqua e controllo delle inondazioni, ma garantisce vite sane agli animali”, afferma.
Anche Forbes ha un pensiero affine: per quanto gli sforzi singoli di vegani e vegetariani siano apprezzabili e anzi nobili, purtroppo finché non ci saranno serie policies di riduzione di allevamento e agricoltura intensivi potrà fare ben poco l’impegno individuale.
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lamilanomagazine · 4 months
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Piedimonte Matese, sequestrate aree interessate da illecito smaltimento di rifiuti speciali: denunciati due coniugi
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Piedimonte Matese (Caserta), sequestrate aree interessate da illecito smaltimento di rifiuti speciali: denunciati due coniugi. I Militari appartenenti al Nucleo Carabinieri Forestale di San Gregorio Matese, congiuntamente ai Medici Veterinari del Distretto A.S.L. Area “C” di Piedimonte Matese e del gruppo di lavoro Equidi e Randagismo di S. Maria C.V., nel corso di un controllo di un allevamento zootecnico bovino, sito alla località “Serretelle” del comune di Piedimonte Matese (CE), hanno accertato una situazione ambientale molto compromessa per la ingente presenza di letame e liquame cosparso nel corso degli anni su suolo nudo, su un'area di circa 2000 metri quadrati pertinente al complesso aziendale, oltre ad un cumulo di letame palabile di 45 metri cubi stoccato direttamente sul terreno. Nell’allevamento sono risultati allevati una cinquantina di capi bovini. I militari hanno proceduto al sequestro giudiziario delle aree interessate dall’illecito smaltimento di rifiuti speciali su suolo nudo ed hanno deferito all’Autorità Giudiziaria, in stato di libertà, i coniugi proprietari, in concorso tra di loro, per l’ipotesi di reato cennata.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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UN PO’ DI NOI
L`azienda Agricola Isaia vide la luce nel 1980, quando mio padre edificò un capannone per l`allevamento di alcune decine di tori e contemporaneamente impiantò una piantagione di actinidia che produceva dolcissimi kiwi. Mio padre venne purtroppo a mancare nel 1983 ed io ero ancora un bambino ma amavo già gli animali: infatti possedevo alcune caprette e alcune pecore. Arrivando ai nostri giorni, ormai da 25 anni mi occupo della mia azienda, allevando bovini di razza piemontese, con alimentazione da me curata, cioè coltivando una parte dei miei terreni a foraggi di altissima qualità e una parte a mais, al fine di per poter procurare il cibo per i miei capi di bestiame che ad oggi sono 90. Da noi troverete sia le madri nutrici con il piccolo vitellino che le manze più grandi. L`azienda fa parte dell`associazione allevatori della razza bovina piemontese ANABORAPI, per la selezione della stessa razza. Inoltre mi occupo della produzione dei kiwi: quella di Alice Castello e Borgo d`Ale è la zona più produttiva del Piemonte per quanto riguarda il pregiato frutto. Grazie all`allevamento dei bovini utilizzo lo sterco per poter arricchire i terreni che coltivo a kiwi e far sì che la loro coltivazione sia la più naturale possibile.
Ultimamente ho avviato anche la coltivazione di asparagi che produco con cura e attenzione ad un prodotto al 100% naturale.
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telodogratis · 2 years
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Veterinaria muore schiacciata da bovino durante una visita
Veterinaria muore schiacciata da bovino durante una visita
La dottoressa aveva 25 anni. Sono intervenuti i medici del 118 con ambulanza ed elicottero, ma i traumi riportati erano… Tragico incidente oggi, giovedì 3 novembre, in un allevamento di bovini a Custoza, frazione di Sommacampagna (Verona). Una veterinaria di 25 anni è rimasta schiacciata da un bovino che stava visitando ed è morta. La… Read MoreCittàToday
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simonarinaldi · 3 years
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Balle di Fieno - Giugno
Balle di Fieno – Giugno
Giugno 2021 – Balle di Fieno e Orto
25 Giugno 2021
Farmlife – June – Balle di Fieno
Le balle di fieno
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Le balle di fieno, composte da erba essiccata, vengono raccolte e immagazzinata ai fini di alimentare animali da allevamento, in particolare bovini, equini, caprini e ovini.
Anche piccoli animali domestici come conigli e piccoli roditori possono mangiare fieno.Soprattutto per i conigli…
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