#bambini e digitale
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The Ecommerce Charity Night: il digitale italiano a sostegno di Digital for Children
Una serata sold out per la solidarietà: il mondo dell’e-commerce italiano unito per l’educazione digitale dei bambini Milano, 15 aprile 2025 – Il settore dell’e-commerce italiano ha dimostrato ancora una volta la sua capacità di fare rete e di guardare oltre il business. La cena The Ecommerce Charity Night, organizzata da Polimeni.Legal a sostegno dell’associazione Digital for Children, ha…
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L'ultima volta che siamo stati bambini è un capolavoro di film di cui non si parla abbastanza.
#è uscito in digitale se avete modo guardatelo#i tre bambini protagonisti da premiare veramente#e federico cesari è cresciuto tantissimo come attore un salto di qualitá incredibile
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Giornata Mondiale della Salute 🩺 - World Health Day Tema del 2025: " Inizi sani, futuri promettenti" #giornatamondialesalute #worldhealthday #perfettamentechic
#accesso alla salute#Benessere#cure mediche#Prevenzione#salute dei bambini#salute delle comunità#salute delle donne#salute delle famiglie#salute digitale#salute e ambiente#salute e benessere#salute e cambiamento#salute e consapevolezza#salute e diritti umani#salute e equità#salute e felicità#salute e fitness#salute e futuro#salute e giustizia#salute e inclusione#salute e innovazione#salute e istruzione#salute e nutrizione#salute e progresso#salute e resilienza#salute e sicurezza.#salute e solidarietà#salute e speranza#salute e tecnologia#salute e uguaglianza
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Libri per bambini e digitale. Con Gabriele Gobbo e Irene Greco - 206
In questa puntata di FvgTech, Gabriele Gobbo ospita Irene Greco, esperta di libri per bambini e autrice, ideatrice di Leggimiprima. L’episodio si concentra sull’importanza dei libri per bambini e sul rapporto che i genitori hanno con queste pubblicazioni, evidenziando il loro ruolo fondamentale all’interno delle famiglie. Nonostante l’era digitale, la carta stampata rimane un elemento centrale…

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#Apprendimento dei bambini#Carta stampata#Complemento digitale#Educazione con i libri#FvgTech#Gabriele Gobbo#Genitori e lettura#Irene Greco#Lettura infantile#Libri per bambini#puntata video
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E con Donald Trump se ne va la nostra democrazia.
Prepariamoci a limitazioni dei nostri diritti, tipo non andare a lavoro o in alcuni luoghi se non si ha un lasciapassare digitale, non poter mandare al nido e materne i nostri bambini se non sono stati sottoposti ad un determinato trattamento sanitario, non poter accendere il riscaldamento prima di una determinata data, non poter far grigliate in giardino in determinati periodi.
Prepariamoci ad un regime totalitario che imporrà ristrutturazioni per le nostre case entro un certo anno e renderà impossibile assicurarle se non conformi alle nuove regole imposte.
Prepariamoci ad un’economia centralizzata, dove burocrati non eletti imporranno ad aziende automobilistiche cosa produrre e cosa non produrre, non in base alla domanda dei consumatori, ma alle nuove regole e se gli alti costi faranno aumentare i prezzi delle auto meglio ancora, sarà ambizioso per il nuovo regime veder ridurre la circolazione di autovetture private in favore dei prestanti e sempre puntuali mezzi pubblici.
Prepariamoci a banconi alimentari in cui la carne e la verdura saranno costosissime e prodotte da pochi sopravvissuti a politiche economiche folli in cui sarà vietato coltivare più di TOT ettari e sarà ipertassato ogni capo di bestiame.
Prepariamoci ad un regime in cui la violenza nelle strade sarà talmente aumentata a causa di delinquenti importati e lasciati delinquere dalla magistratura che sarà da folli uscire la sera da soli, a maggior ragione se donne.
Prepariamoci ad una demonizzazione prima e rimozione poi dei social network più “liberi”, l’anonimato non sarà più permesso, ogni account potrà esistere solo se collegato a nome e cognome di una persona vera.
Ogni notizia considerata falsa verrà censurata.
A decidere cosa sia falso e cosa non lo sia non sarà più l’utente con le proprie valutazioni, e nemmeno le note della comunità del social: a deciderlo sarà un’autorità con determinati permessi, possibilmente eletti dal partito in carica.
Ci aspetta un futuro buio.
(post ironico)
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E con Donald Trump se ne va la nostra democrazia.
Prepariamoci a limitazioni dei nostri diritti, tipo non andare a lavoro o in alcuni luoghi se non si ha un lasciapassare digitale, non poter mandare al nido e materne i nostri bambini se non sono stati sottoposti ad un determinato trattamento sanitario, non poter accendere il riscaldamento prima di una determinata data, non poter far grigliate in giardino in determinati periodi.
Prepariamoci ad un regime totalitario che imporrà ristrutturazioni per le nostre case entro un certo anno e renderà impossibile assicurarle se non conformi alle nuove regole imposte.
Prepariamoci ad un’economia centralizzata, dove burocrati non eletti imporranno ad aziende automobilistiche cosa produrre e cosa non produrre, non in base alla domanda dei consumatori, ma alle nuove regole e se gli alti costi faranno aumentare i prezzi delle auto meglio ancora, sarà ambizioso per il nuovo regime veder ridurre la circolazione di autovetture private in favore dei prestanti e sempre puntuali mezzi pubblici.
Prepariamoci a banconi alimentari in cui la carne e la verdura saranno costosissime e prodotte da pochi sopravvissuti a politiche economiche folli in cui sarà vietato coltivare più di TOT ettari e sarà ipertassato ogni capo di bestiame (scureggione, ndr).
Prepariamoci ad un regime in cui la violenza nelle strade sarà talmente aumentata a causa di delinquenti importati e lasciati delinquere dalla magistratura che sarà da folli uscire la sera da soli, a maggior ragione se donne.
Prepariamoci ad una demonizzazione prima e rimozione poi dei social network più “liberi”, l’anonimato non sarà più permesso, ogni account potrà esistere solo se collegato a nome e cognome di una persona vera. Ogni notizia considerata falsa verrà censurata. A decidere cosa sia falso e cosa non lo sia non sarà più l’utente con le proprie valutazioni, e nemmeno le note della comunità del social: a deciderlo sarà un’autorità con determinati permessi, possibilmente eletti dal partito in carica.
Ci aspetta un futuro buio.
via https://x.com/Moana_Ponzi/status/1854211176244416541
eh che vuoi Moana, noi che queste cose ce le ricordiamo perché la memoria per non si valuta in giga, e le diciamo a quelli che invece no e vivono solo nel presente dei desideri come i cani di Cesar Millan, beh noi siam brutte persone.
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Transformers One: un film d’animazione per piccoli (e grandi) spettatori

Primo film animato del franchise, Transformers One racconta l'origin story degli amici-nemici Optimus Prime e Megatron.
L'animazione si sta rivelando una possibile reincarnazione (letteralmente) di franchise creduti morti e sepolti, tanto in tv quanto al cinema. Soprattutto perché si tratta di un linguaggio che oramai ha sdoganato il suo parlare solamente ai bambini. Ne è un chiaro esempio Transformers One. Primo adattamento interamente animato della saga - la CGI, in fondo, è animazione sotto mentite spoglie - la pellicola prova a reboottare la saga anche per i neofiti, svelando retroscena inediti ai fan della prima ora.
Storia di due fratelli

I transformers minatori
Il film d'animazione è prodotto tra gli altri da Michael Bay (regista dei primi live action del franchise) e Steven Spielberg, realizzato da Paramount Animation sempre ispirandosi ai celebri giocattoli Hasbro e diretto da Josh Cooley, già penna dietro il successo del primo Inside Out e del suo corto Il primo appuntamento di Riley oltre che del quarto Toy Story. Torniamo agli albori della storia su Cybertron, quando Optimus Prime e Megatron, nemici storici giurati nei film live action, erano in realtà amici quasi fraterni, sempre pronti a darsi un bullone e fidarsi l'uno dell'altro.
Qualcosa poi ad un certo punto è andato storto - ed è proprio qui in realtà che il lungometraggio fa cilecca, perché pur approfondendo i personaggi, mostra un cambio troppo repentino del loro rapporto. In questa origin story dei robot minatori che non possono trasformarsi: questo il destino di molti degli abitanti rispetto a coloro che stanno ai piani alti, in una società in cui il privilegio e la classe sociale contano molto, un po' uno specchio del sogno americano. Peccato che quel sogno si rivelerà presto un incubo pieno di false promesse e che l'origine di tutta Cybertron verrà messa in discussione.
Il primo film tutto in CGI del franchise
Come primo esperimento totalmente animato della saga, propone una qualità tecnica indubbiamente interessante ma non totalmente riuscita. Non è sempre fluida, sia sui personaggi che sui fondali, e non sempre riesce a tenere incollati allo schermo, pur proponendo una regia dinamica curata da Josh Cooley. Complice anche il ritmo del film, che prova ad essere scanzonato perché principalmente rivolto ai bambini - eppure, proprio la storia dei due protagonisti ha una svolta estremamente dark per quel tipo di pubblico - ma allo stesso tempo si perde in alcuni risvolti del racconto soprattutto nel terzo atto, finendo per essere un po' ridondante nonostante la durata canonica della pellicola (un'ora e mezza).

Il futuro Megatron
Non solo: in Transformers One ci sono varie citazioni ed easter egg che solo gli adulti potranno cogliere. Pregevole però il tentativo di parlare di temi maturi e attuali come il potere e ciò che rappresenta, il pericolo del suo accentramento su un'unica persona e la cecità della massa che spesso segue un leader senza farsi le giuste domande o metterne in discussione le fondamenta e le dichiarazioni.
Transformers One: presente o futuro della saga?

La mappa digitale che cercano i protagonisti
Non sappiamo se il film possa diventare il primo di una nuova trilogia - il finale strizza l'occhio a questa possibilità pur chiudendo le storyline - ma quello che ci sentiamo di dire è potrebbe risultare per molti una ventata d'aria fresca all'interno del franchise. Sicuramente il cast vocale messo insieme nella versione originale - Chris Hemsworth e Scarlett Johansson che si riuniscono dal Marvel Cinematic Universe, Brian Tyree Henry, Keegan-Michael Key, Steve Buscemi, Laurence Fishburne e Jon Hamm - contribuisce a creare quel lavoro di squadra fondamentale in questo tipo di progetti. Nel complesso, un film che intrattiene e strappa qualche sorriso, avvincente nella sua esposizione anche se non completamente riuscito.
Conclusioni
In conclusione Transformers One è il primo film completamente animato in computer grafica della saga nata dai giocattoli Hasbro che dopo la (s)fortunata vita in live action prova a reinventarsi per spettatori grandi e piccini. Buona (anche se non eccelsa) nel comparto tecnico, la pellicola ha qualche battuta d’arresto anche a livello narrativo nella seconda metà ma funziona nell'intento di voler raccontare un’origin story inedita e nell'affrontare temi maturi come l’accentramento di potere e l’amicizia che a volte può diventare l’esatto opposto in un battere d’occhio.
👍🏻
L’origin story di Optimus Prime e Megatron.
La caratterizzazione immediata dei personaggi.
Le tematiche mature…
👎🏻
…che però potrebbero confondere sul target a cui questo film sia effettivamente indirizzato.
L’animazione non è sempre fluida.
Il film è un po’ ridondante nella seconda parte e il plot twist centrale non funziona totalmente.
#transformers#transformers one#film#movie#transformers saga#megatron#optimus prime#recensione#review#recensione film
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COME SIAMO RIDOTTI
Ieri stavo facendo un importante lavoro di riparazione all'impianto idraulico di casa mia che, premetto, si trova posizionata in zona carsica argillosa e per questo è stata eretta in cima a una collina su un sistema di pali in cemento armato che la forano per andarsi ad ancorare alla roccia a 15-20 metri di profondità.
Questo, oltre ad aver fulminato una parte cospicua del budget di costruzione, implica che sì, la nostra casa è meravigliosamente antisismica ma che ogni qual volta un evento atmosferico cambia la composizione di suolo, atmosfera, campo elettromagnetico terrestre etc essa si comporta come il Castello Errante di Howl o, visto l'umore condiviso, la capanna della famigerata Strega Baba Yaga

In parole povere, qualsiasi tubo, condotto, filo o corrugato che non abbia sufficiente capacità dilatativo-estensoria SI STACCA DALLA CASA, con ben immaginabili fastidiose conseguenze sul benessere psico-fisico degli abitanti.
Ieri stavo perciò posizionando una riduzione a un tubo di gomma estensibile affinché si evitasse che il mio bel giardino si trasformasse in una fossa settica a cielo aperto, quando nel cercare di incastrarne una sul tubo, perdo l'equilibrio e per non farmi troppo male appoggio la mano su un tondino di ferro sporgente, facendomi molto male

Mentre scateno un supercalifragilistichespiralidoso di apprezzamenti sulla madonna, in contemporaanea compilo in multitasking una lista mentale di tutte le potenziali conseguenze della lesione, arrivando alla conclusione che potrei essere il primo caso di decesso da infezione tetanica, escherichia coli, leptospirosi, clostridium perfrigens ed emorragia cerebrale da brusca ipertensione su base psichiatrica ma poi una buona detersione della ferita seguita da adeguata medicazione (nonché respiri profondi) mi permettono di riportare tutto alla quasi normalità.
E allora ripenso con calma all'incipit con cui ho dato il via alla sequenza di bestemmie...
Ho urlato
MALEDETTE RIDUZIONI!
E poi, non so perché, mi viene in mente quella figura retorica chiamata REDUCTIO AD HITLERUM e il suo successivo adattamento alle discussioni in ambito digitale che recita
A mano a mano che una discussione online si allunga, la probabilità di un paragone riguardante i nazisti o Hitler tende ad 1, ovvero, se una discussione online (a prescindere dall'argomento o dallo scopo) va avanti abbastanza, prima o poi qualcuno paragonerà qualcuno o qualcosa a Hitler.
E mentre la mano mi pulsa e la frequenza cardiaca scende, immagino che questo tipo di ragionamento può applicarsi ad altri tipi di riduzioni
REDUCTIO AD FERAS -> gli animali sono meglio degli esseri umani!
REDUCTIO AD RAPTORES -> alla fine i politici rubano tutti alla stessa maniera!
REDUCTIO AD VENENUM -> chissà cosa c'è dentro che non ti dicono!
REDUCTIO AD PUEROS -> sì però qualcuno pensi ai bambini!
REDUCTIO AD TEMPUS IENTEM -> ai miei tempi c'era X/non c'era X!
REDUCTIO AD LICTORIUM -> ci vorrebbe la disciplina del servizio militare!
La lista, poi, sarebbe lunghissima e da aggiornare in maniera pressoché costante ma se vi state chiedendo il senso di questo lungo post ai limiti del delirante, nulla... serviva solo a lamentarmi dei tubi di merda e del male alla mano.
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Il 15 ottobre è per tutti noi una data scolpita nel cranio: il giorno peggiore, dove la benedizione dell'esserci e di essersi potuti incontrare ha avuto la sua massima espressione.
E' giusto ricordare quel giorno come simbolo del buio dell'era moderna, come punto di partenza per una evoluzione ed elevazione anche spirituale, dalle quali si è partiti per disconoscere come realtà tutte le favole urlate e dense di propaganda provenienti dal dualismo destra - sinistra, che per centinaia di anni ha tenuto furbescamente banco distraendo le persone dal problema reale: chi ha vissuto questo periodo col coraggio tipico dei ribelli, porta nell'anima e sulla pelle i segni che ci hanno condotto ad un livello nuovo di consapevolezza, profondo quel che basta per comprendere che gli unici schieramenti mai esistiti sono o "con l'elite" o "contro l'elite".
Le ferite che ci siamo procurati in questo cammino, talvolta bruciano ancora e oggi più che mai sentiamo la necessità di chiarire che NOI NON DIMENTICHIAMO.
Per abbattere il muro eretto fra vaccinati e non vaccinati, fra pro e contro gree pass, occorre ristabilire innanzitutto una linea di rispetto che tenga conto di tutte le sensibilità esistenti senza prevaricarne nessune, e questo non significherà MAI accettare di dimenticare il 15 ottobre.
Ci battiamo per il diritto all'autodeterminazione e qualunque intervento che possa violare anche solo idealmente i confini corporei o spirituali a casa nostra si definisce stupro.
Il trattamento sanitario imposto all'epoca se anche fosse stato efficace contro l'influenza per noi non avrebbe comunque avuto giustizia di essere imposto: il bene personale e individuale, le convinzioni della persona e le sue idee, non possono essere violate e sacrificate in nome di un bene superiore, poiché la libertà è essa stessa IL bene superiore, e perché ogni intervento esterno modifica con prepotenza il percorso che ogni anima deve fare per darsi le risposte ataviche e naturali che l'essere umano si pone da sempre.
Non dimentichiamoci dei bambini, ancora oggi tristemente ostaggio della Legge Lorenzin, esclusi dalla frequenza dei servizi per la prima infanzia e vedono noi, genitori della libera scelta, additati continuamente come autori di epidemie.
Non dimentichiamoli, proprio noi che abbiamo vissuto questa apartheid.
Siccome nulla accade per caso, il 15 ottobre 2024 siamo stati svegliati dalla notizia che il 25 ottobre sull'app IO (la stessa usata per il green pass), saranno disponibili nel wallet o portafoglio digitale la patente, la tessera sanitaria ed eventuale carta europea della disabilità per 50.000 italiani, possibilità che verrà estesa a tutti i cittandini entro il 05/12/2024.
Il fine non è mai stato la vaccinazione: il fine era ed è il green pass, perché a quel test la popolazione ha risposto in massa "presente!", dimostrando all'elite che la paura di perdere quel millimetro di stabilità è in grado di farci sacrificare chilometri di libertà.
Facciamo un appello affinché tutti pretendiamo il diritto ad una vita che ci garantisca gli stessi diritti anche senza smartphone: il punto centrale, il nodo della questione, è proprio questo, ovvero il diritto alla disconnessione e alla non digitalizzasione, mantenendo lo stesso diritto di accesso ai servizi di e per tutte le persone.
Vi salutiamo con delle righe ribelli che siano anche in grado di diffondere speranza:
ci è sempre piaciuto parlare di persone, più che della gente.
Le persone combattono, la gente si arrende.
Le persone insistono, la gente arretra.
Le persone scelgono la strada difficile, quella che non conviene, ma è giusta.
Nulla di quello che facciamo noi attivisti è conveniente: non ci candidiamo, non becchiamo un soldo ( al massimo qualche condanna, ma ormai non ci si fa nemmeno più caso).
Noi siamo persone, siamo quelli che non mollano mai, che non si nascondono e hanno la sfrontatezza di dire e dimostrare a tutti che tutti possono dichiarare guerra all'elite anche senza sovrastrutture.
NOI SIAMO QUELLI CHE MUOIONO IN PIEDI, PERCHE' IN GINOCCHIO LASCIAMO STARE I SERVI.
Concludiamo: una nota la facciamo al DDL 1660. NESSUNO che sia favorevole al green pass e ora si batte contro il ddl 1660, detto anche decreto sicurezza, ha la nostra stima.
Lottare contro alle leggi liberticide sifgnifica recuperare una dimensione di rispetto fra essri umani, al netto della retorica, delle favole pesanti, dell'ideologia dei partiti, della zavorra che opera da sempre per dividere gli oppressi e distrarre dall'oppressore.
Invitiamo tutti quelli che si riconoscono in questo pensiero a collaborare per fermare il ddl 1660 e per attuare i progetti di comunità che non chiedono, ma pretendono con la loro stessa esistenza, un netto cambio di passo verso un mondo diverso.
L.T
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Scrivere a mano comporta una maggiore connettività cerebrale rispetto a digitare i tasti su una tastiera, evidenziando la necessità di esporre gli studenti a un maggior numero di attività che prevedano la scrittura a mano. A rivelarlo uno studio dell'Università norvegese di Scienza e Tecnologia, pubblicato su Frontiers in Psychology.
Scrivere a mano a scuola è sempre più raro
Poichè i dispositivi digitali stanno sostituendo progressivamente carta e penna, prendere appunti a mano sta diventando sempre più raro nelle scuole e nelle università. L'uso della tastiera è consigliato perchè spesso è più veloce della scrittura a mano. Tuttavia, è stato riscontrato che quest'ultima migliora l'accuratezza dell'ortografia e il richiamo della memoria.
Sempre meno bambini usano il corsivo. Ma la scrittura è un'arte che si impara. La scrittura a mano stimola la connettività cerebrale.
Per scoprire se il processo di formazione delle lettere a mano comporta una maggiore connettività cerebrale, i ricercatori norvegesi hanno studiato le reti neurali sottostanti coinvolte in entrambe le modalità di scrittura. "Abbiamo dimostrato che quando si scrive a mano, i modelli di connettività cerebrale sono molto più elaborati rispetto a quando si scrive a macchina su una tastiera", ha dichiarato Audrey van der Meer, ricercatrice sul cervello presso l'Università norvegese di Scienza e Tecnologia e coautrice dello studio.
L'esperimento
"Questa connettività cerebrale diffusa è nota per essere cruciale per la formazione della memoria e per la codifica di nuove informazioni e, quindi, è benefica per l'apprendimento", ha continuato van der Meer. I ricercatori hanno raccolto i dati EEG di 36 studenti universitari ai quali è stato chiesto ripetutamente di scrivere o digitare una parola apparsa su uno schermo. Quando scrivevano, usavano una penna digitale per scrivere in corsivo direttamente su un touchscreen.

Logopedia, i nativi digitali apprendono come i dislessici
Nel premere i tasti hanno usato un solo dito. Gli EEG ad alta densità, che misurano l'attività elettrica del cervello utilizzando 256 piccoli sensori cuciti in una rete e posizionati sulla testa, sono stati registrati per cinque secondi per ogni richiesta. La connettività di diverse regioni cerebrali è aumentata quando i partecipanti scrivevano a mano, ma non quando battevano a macchina.
"I nostri risultati suggeriscono che le informazioni visive e di movimento, ottenute attraverso movimenti della mano controllati con precisione nell'usare una penna, contribuiscono ampiamente ai modelli di connettività cerebrale che promuovono l'apprendimento", ha sottolineato van der Meer.
Il segreto? L 'attenzione nella formazione delle lettere.
Sebbene i partecipanti abbiano usato penne digitali per scrivere a mano, secondo i ricercatori, i risultati dovrebbero essere gli stessi quando si usa una vera penna su carta. "Abbiamo dimostrato che le differenze nell'attività cerebrale sono legate all'attenta formazione delle lettere quando si scrive a mano, facendo un uso maggiore dei sensi", ha spiegato van der Meer. Poichè è il movimento delle dita durante la formazione delle lettere a promuovere la connettività cerebrale, si prevede che la scrittura a mano abbia benefici simili a quelli della scrittura corsiva sull'apprendimento. Al contrario, il semplice movimento di premere ripetutamente un tasto con lo stesso dito è meno stimolante per il cervello."

"Questo spiega anche perchè i bambini che hanno imparato a scrivere e leggere su una tavoletta possono avere varie difficoltà a distinguere tra lettere che sono immagini speculari l'una dell'altra, come la 'b' e la 'd': non hanno letteralmente provato con il loro corpo cosa si prova a produrre quelle lettere", ha spiegato van der Meer.
"I risultati - hanno dichiarato gli autori - dimostrano la necessità di dare agli studenti l'opportunità di usare le penne, piuttosto che farli scrivere a macchina durante le lezioni".
Le linee guida per garantire che gli studenti ricevano almeno un minimo di istruzione sulla scrittura a mano potrebbero essere un passo adeguato.
Per esempio, in molte aree degli Stati Uniti è stata reintrodotta l'educazione alla scrittura corsiva all'inizio dell'anno. Allo stesso tempo, è importante tenersi al passo con i progressi tecnologici in continuo sviluppo. Ciò include la consapevolezza di quale modo di scrivere offra maggiori vantaggi in quali circostanze.
"È dimostrato che gli studenti imparano di più e ricordano meglio quando prendono appunti scritti a mano, mentre l'uso di un computer con tastiera può essere più pratico quando si scrive un testo o un saggio lungo", ha concluso van der Meer.

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#l'effetto della scrittura a mano sul cervello#quando la scrittura transita dal nostro corpo#farsi attraversare dalla Scrittura va a modificare le strutture neuronali rafforzando la connettivita cerebrale#Scrittura#Corpo#Memoria#l'incisività del gesto consapevole
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Voltaggio (Alessandria): “Cultura della Legalità” – I Carabinieri incontrano i bambini della scuola primaria per educare contro bullismo e pericoli digitali
“Cultura della Legalità” – Carabinieri e scuole insieme per l’educazione delle nuove generazioni. Voltaggio – Proseguono gli incontri nelle scuole promossi dai Carabinieri nell’ambito del progetto “ Cultura della Legalità ”. Il Comandante della locale Stazione, Maresciallo Ordinario Alessandro Morelli , ha incontrato i bambini e gli insegnanti della scuola primaria, con i quali ha affrontato…
#Alessandria today#Arma dei Carabinieri#bambini e web#bullismo#Carabinieri e Scuola#Carabinieri Voltaggio#Comando Provinciale Carabinieri Alessandria#cronaca educativa Voltaggio#Cultura della Legalità#Cyberbullismo#educazione alla sicurezza#educazione bambini#Educazione civica#educazione consapevole#Educazione Digitale#Google News#incontri con gli alunni#incontri educativi#infanzia e legalità#italianewsmedia.com#Lava#legalità a scuola#Legalità Digitale#legalità e rispetto delle regole#legalità tra i banchi#lezioni legalità#Maresciallo Alessandro Morelli#nuove generazioni e rispetto#Pier Carlo#prevenzione bullismo
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Pensavo a cosa scrivere per il #speakyourlanguageday e mi e venuto in mente di parlare di una cosa che in Italia viene insegnata fin da subito ai bambini, cioè leggere l'orario. Leggere che nelle scuole americane stanno togliendo gli orologi analogici perché gli studenti non sanno come leggere l'orario mi ha particolarmente scioccata (Elisa True Crime dixit lol). Io sapevo già leggerlo prima dei sei anni perché me l'avevano insegnato i miei genitori, ma poi me lo hanno insegnato anche le maestre dell'asilo e le maestre delle elementari. Visto che in tutte le scuole è obbligatoria la lingua inglese come seconda lingua, da piccola ho imparato a leggere l'orologio anche in inglese. Se alle medie o superiori si studiano altre lingue oltre all'inglese, si impara a leggere l'orologio anche in quelle. Qui è molto più probabile trovare un orologio analogico nei luoghi pubblici o scuole ecc. quindi se non si sa come leggerlo ci si trova molto male lol da insegnante penso che insegnare agli studenti come leggere l'ora sia fondamentale anche per il loro time management (oltre che per conoscenza personale, visto che la nostra vita è scandita dalle ore!!!). Poi, se preferiscono l'orologio digitale all'analogico, amen. Ma almeno sono in grado di leggere l'orario 😅
#speak your language day#spyld#italiano#tumblr italia#tra l'altro io ero fissata con gli orologi da bambina ahah#mi sono sempre piaciuti gli orologi con quadranti artistici#non riesco a stare senza orologio#Tweety's
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Le vite che non ci sono più. Le cose che disegno e che poi non ci sono più. Ciò che è stato e che se ne va per sempre. Non c'è comparazione; è solo un vago parallelismo tra grandezze tremendamente diverse. Ho cancellato per errore la più bella mano che avessi mai dipinto in digitale, ma passerei il resto della mia esistenza a disegnare cose che poi spariscono dal foglio, improvvisamente e senza un motivo, se servisse a ridare vita ad uno solo di quei bambini che mi sono entrati nel sangue, attraversando il passaggio dei miei occhi. La mia frustrazione ha un prezzo altissimo e io lo spenderei tutto, fosse anche solo per curare e sanare per sempre la ferita psichica di un solo orfano che trema come un albero nella tempesta, soffocato da quella paura nera, violenta da sgretolare una montagna. Trema, si guarda attorno; e scopre gli adulti non hanno risposte; e scopre che gli adulti, a guardarli da vicino, hanno paura pure loro.
Il punto è: c'è un luogo dove ritroveremo le cose perdute e le persone scomparse? Ha un senso tutto questo non poter salvare niente e nessuno? È così difficile dormire, la notte. Domani voglio consumarmi i polpastrelli e non pensare a tutto questo, a tutto questo male.
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Ci sono persone speciali che hanno un cromosoma in più 💕
#sapeviche
John Langdon Down, fu il medico britannico che nel 1866 pubblicò la prima descrizione accurata della sindrome che porta il suo nome.
Nel 1959 il genetista francese Jérôme Lejeune scoprì che i bambini down nascono con un cromosoma in più, ne hanno cioè 47 invece di 46. In seguito i ricercatori scoprirono che il cromosoma extra è una copia del cromosoma 21.
📚🔍Per un interessante approfondimento vedi l'articolo:
"Crescere un figlio con la sindrome di Down"
(Gioie e soddisfazioni)
📌
https://www.jw.org/it/biblioteca-digitale/riviste/g201106/Crescere-un-figlio-con-la-sindrome-di-Down-tra-sfide-e-soddisfazioni/
Trovi il link anche nel mio profilo Threads 😊
There are special people who have an extra chromosome 💕
#did you know that
John Langdon Down was the British doctor who in 1866 published the first accurate description of the syndrome that bears his name.
In 1959, French geneticist Jérôme Lejeune discovered that children with Down syndrome are born with an extra chromosome, that is, they have 47 instead of 46. Researchers later discovered that the extra chromosome is a copy of chromosome 21.
📚🔍For an interesting in-depth analysis see the article:
"Raising a child with Down syndrome"
(Joys and satisfactions)
📌
https://www.jw.org/it/biblioteca-digitale/riviste/g201106/Crescere-un-figlio-con-la-sindrome-di-Down-tra-sfide-e-soddisfazioni/
You can also find the link in my Threads profile 😊
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La vera rivoluzione? Ai bambini date un quaderno invece del cellulare. Parola di uno scrittore e docente
“La vera innovazione, per alunni nati e cresciuti col digitale in mano, è tornare al cartaceo. Dovreste vedere le facce che fanno quando si chiede loro un tema fatto di quaderno, inchiostro e pensieri originali, non presi in prestito da questo o dal quel blog. La vivono come una rivoluzione, come il sovvertimento delle leggi del mondo. Tornate al cartaceo, colleghi, e smettetela di giocare ai videogiochi. Ché quelli sappiamo già usarli tutti..."
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Quando ero piccolo chiedevo a mia nonna: ma come si chiamava tua madre, e come si chiamava tuo nonno? e ti ricordi il nome del padre di tua nonna? Poi, intorno ai dodici anni, arrivai a delineare una specie di albero genealogico, in particolare della famiglia Guzzi, e indagando per quanto potevo, arrivai ad individuare sette generazioni, compresa la mia, da mio padre Marcello, a suo padre Domenico, sua moglie Evelina, e poi risalendo indietro Vito, e sua moglie Caterina, e poi ancora Domenico, Vito e Francesco. Arrivai più o meno a metà '700, e non sono ancora riuscito ad andare oltre.
Oggi comunque prego ogni giorno per tutti loro, e insieme a tutti loro.
Credo che sarebbe un bel gioco insegnare ai nostri figli a disegnare il proprio albero genealogico, fin dove sia possibile. Vedo che i bambini amano conoscere queste storie, sentirsi parte di una storia.
Nella nostra società si tenta di sradicare queste idee, in nome di una esaltazione dell'individuo a sé stante, sradicato, e quindi, si crede, veramente libero.
Ma non è affatto così.
Certo ognuno di noi custodisce un mistero personale, un'identità spirituale, che supera e trascende l'eredità genealogica e genetica; ma questo Quid spirituale si realizza sempre attraverso un corpo specifico, e quindi un patrimonio genetico e psichico e familiare e culturale molto ben determinato. Fuori dal quale c'è solo l'astrazione di menti alienate dalla terra, e dalla storia, nei loro incubi infantili, e catastrofici.
Gesù, per esempio, che è certamente un essere umano universale, che è venuto proprio a liberarci da ogni vincolo, anche parentale, che limiti la libertà dello Spirito, era comunque ben radicato nella propria storia genealogica e di popolo, tanto che il vangelo di Matteo inizia proprio così: "Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abramo", e poi seguono tutte le 42 generazioni da Abramo fino a Maria.
Penso che sia molto importante in questa fase così confusa e travolgente della storia comprendere in modo nuovo il legame che sussiste nel destino umano tra Spirito, e cioè identità trascendente, e sua incarnazione terrestre, genealogica, storica, e culturale.
Non comprendere questo nesso, e il modo in cui le due dimensioni interagiscono tra di loro, ci porta a cadere nei due estremi oggi così polarizzati: il riflusso nelle identità tribali e nazionali assolutizzate, e quindi belliche, o l'annientamento di tutte le identificazioni storico-genealogiche, in nome di una libertà che finisce per essere semplicemente quella del mercato, e della disumanizzazione tecno-digitale, anch'essa intrinsecamente bellica.
Per grazia di Dio la terza via, che è poi l'unica vera, c'è, eccome, ed è proprio quella di una libertà e di uno Spirito che si compiono dentro una storia, riconoscendola come propria, e operando ogni giorno per purificarla, e poterla così alla fine e con tutto il cuore benedire.
Marco Guzzi
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