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#bisogni sociali
nonsoloeducazione · 8 months
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Da Venerdì 16 febbraio 2024 nei più diffusi canali podcast e naturalmente qui uscirà :
Non solo Educazione…
il podcast che si occupa di professionisti e professioni, di pedagogia agita e di bisogni educativi nella società. Perché l'educazione e i suoi professionisti sono il termometro dei bisogni sociali, ma anche lo strumento per agire il cambiamento.. 
Siamo Gianvincenzo Nicodemo (45 anni, pedagogista e assistente sociale. Attualmente funzionario pubblico nei servizi di inclusione lavorativa rivolti a persone con disabilità. Ho al mio attivo una ventina tra saggi e monografie in ambito sociale ed educativo ) e Moreno Castagna (47 anni sono un educatore professionale socio pedagogico dal 1997 ho lavorato praticamente in tutti glia ambiti e sono formatore sull'educativa di strada ed educativa nei campi nomadi, formatore ecm nell'educativa per la riduzione del rischio nei luoghi di loisir e nuove sostanze. Mi occupo dal 2006 di start up di progetti socio educativi in tutta Italia).
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fridagentileschi · 1 year
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Noi ci dedichiamo ai nostri Italiani morti sotto le macerie dell’ira di Dio, facciamo quadrato sui loro bisogni mettendo mano al portafogli, e lo Stato e l’UE, tartassando noi, si occupa dei clandestini: li coccolano e li vezzeggiano come fossero graziadiddio! Non può andare avanti così! Non può essere che questa Italia, questa Europa, vengano invase senza colpo ferire da interi popoli di furbastri con la fedina penale incerta… Forse sporca. Magari sporchissima.
La maggior parte di questi codardi non scappa da Paesi in guerra. Non lascia madre, sorelle, mogli e figlie, in pericolo di stupro, schiavitù e morte. E se lo fa, è merda umana! La maggior parte di questa teppa è chiamata a cancellare secoli di lotte operaie, contadine, sociali. Viene a rompere il mercato del lavoro, l’organizzazione sociale, i progetti per l’avvenire. Viene a radere al suolo tutta l’emancipazione femminile, fino a riportarla al medioevo della sua storia. La maggior parte di questi carichi di carne umana non sa nemmeno perché deve venirci, in Occidente. Sa solo che deve venire a pisciare per strada, cagare ai giardinetti, spacciare droga, sfruttare la prostituzione, fare da cane da guardia per la mafia.
O ci rendiamo conto che dobbiamo scendere in piazza e cominciare a fare barricate, oppure è finita.
La nostra Civiltà è finita…
Nino Spirli
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occhietti · 1 year
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Tutto è diventato business, ogni cosa deve funzionare ed essere utilizzabile. Non esiste un sentimento di identità, esiste un vuoto interiore. Non si hanno convinzioni, né scopi autentici. Il carattere mercantile è l'essere umano completamente alienato, privo di qualunque altro interesse che non sia quello di manipolare e funzionare. È proprio questo il tipo di umano conforme ai bisogni sociali.
Si può dire che la maggior parte degli uomini diventano come la società desidera che essi siano per avere successo.
La società fabbrica tipi umani così come fabbrica tipi di scarpe o di vestiti o di automobili: merci di cui esiste una domanda. E già da bambino l'uomo impara quale sia il tipo più richiesto.
- Erich Fromm - L'arte di vivere
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yellowinter · 4 days
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Per quanto possiamo cercare di colmare il vuoto creato dall’assenza d’amore degli altri, l’unico modo per farlo é quello di amarsi così tanto da non sentirne più il bisogno.
Ho certamente grandi problemi ad amare me stessa... ci sto provando. Non so però... sento di avere dei bisogni sociali che sfuggono da questo concetto. Posso sentirmi completa da sola, eppure percepisco lo stesso il desiderio di amare gli altri, in generale, e qualcuno, in particolare... Stare da sola mi fa stare tranquilla, mi sento molto realizzata quando seguo le mie passioni e i miei interessi. Mi manca creare legami, connessioni con altre persone al di fuori di me.
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klimt7 · 9 months
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BILANCI DI FINE ANNO
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Natalità e contraddizioni della Polli-tica
Il primo problema è che ci trattano da idioti. Da polli da allevamento. Da deficienti.
Ci ignorano nei nostri bisogni fondamentali
Poi arrivano ad insultare la nostra stessa responsabilità, la nostra intelligenza e coscienza, evidenziando come non facciamo più figli.
Ma cari politici, avete mai capito nulla di persone e di esseri umani?
Ce lo chiediamo seriamente.
Facciamo un passo indietro.
Chiedetevi di cosa ha bisogno un essere umano del 21esimo secolo, per poter vivere ?
No. Non basta uno stipendio dignitoso.
È indispensabile una merce rara e preziosa che ormai pare estinta
Si chiama FIDUCIA NEL FUTURO.
Si chiama prospettiva di FUTURO.
Significa la percezione che ognuno di noi possa costruire il proprio futuro e inseguire i propri sogni, dentro un ambiente che ti protegge e che si prende cura dei tuoi bisogni essenziali: la sicurezza, i servizi sociali, la cura dell'ambiente in cui vivi, il tuo stesso diritto alla salute.
E infine si chiama Rete sociale dei servizi alle persone. Si chiama Protezione delle Persone.
Cari Politici, siete sicuri di comprendere tutto questo?
Perchè ciò che fate, sembra invece la PROVA PROVATA che di questi bisogni, voi, vi prendete gioco continuamente: ogni santo giorno.
Il vostro operato pare dimostrare come Voi invece, sappiate alimentare solo e soltanto la PAURA.
Invece che prodigarvi per creare contesti sociali inclusivi e accoglienti, Voi vi battete ogni giorno per alimentare il terrore verso il prossimo.
Ci volete inculcare che l'Altro è solo un NEMICO, UN CONCORRENTE CHE CI RUBA IL LAVORO O LA CASA, O LA DONNA.
E l'unica SICUREZZA che ci volete proporre, è quella che secondo voi si ottiene dietro gli allarmi antifurto, o dietro un fucile da tenere in casa, o una pistola con cui viaggiare.
Lo capite che non è questo il mondo che vogliamo?
Lo capite che voi volete costruire un paese dove ogni persona sia " homo homini lupus" e noi invece desideriamo appartenere ad una comunità, ad una comunione di interessi e valori.
Lo capite che con la PAURA non esiste alcuna prospettiva? Lo capite che con la PAURA, CHE VOI STESSI ALIMENTATE, (per spuntare qualche migliaio di voti in più), Voi distruggete qualsiasi futuro per l'intera comunità nazionale?
Perchè per una nazione rattrappita e schiacciata dalla paura, non c'è più nessun futuro.
Cari Politici voi sostenete che visto che le risorse della nazione sono limitate occorre fare scelte.
E cosi scegliete di chiudere i Consultori. Di chiudere gli ospedali, i Pronto Soccorso, scegliete di tagliare i posti letto e interi reparti. E poi attaccate i Sindacati perchè lottano per i diritti collettivi dei lavoratori.
Definanziate i Centri Antiviolenza dove qualsiasi ragazza potrebbe trovare aiuto, solidarietà, sostegno economico.
Voi ipotizzate un Ponte sulla zona più sismica d'Europa mentre avete già deciso di non sostituire i medici settantenni che aspirano ad andare in pensione. Boicottate in ogni maniera il diritto all'assistenza sanitaria universalistica e gratuita che era il gioiello più prezioso delle società europee, contrapposto al cinico sistema americano delle Assicurazioni sanitarie private, dove solo chi ha soldi può ricevere cure.
E voi oggi cosa fate? Vi disinteressate della spesa sanitaria pubblica e le togliete fondi per incrementare la speculazione delle Cliniche private che prosperano sulla pelle dei malati.
E che dire delle malattie e disturbi psicologici? Le persone dopo la Pandemia sono più spesso soggette ad attacchi di panico e ad un senso di precarietà generalizzata, mentre gli adolescenti con disturbi d'ansia sono in crescita vertiginosa e voi che fate? Decidete di non rimpiazzare gli Psicologi che lavorano nei Centri di Igiene Mentale. Svuotate di risorse le strutture che già arrancano e poi si sgretolano.
I Consultori che dagli anni 70 offrono servizi di consulenza e assistenza alle ragazze e alle donne che decidono di intraprendere o interrompere una gravidanza, voi li vedete come pericolose centrali di pensiero sovversivo ( contro Dio, Patria, Famiglia) e non vedete come i corpi intermedi della società (Sindacati, Consultori, Servizi sociali, associazioni no-profit o di Volontariato) erogano degli autentici servizi pubblici.
E che dire degli asili nido che da decenni non vedono mai la luce?
Ci chiedete di aumentare la natalità italiana ma quando comincerete a creare un habitat adatto ad accogliere l'arrivo di un bambino?
Chi può oggi progettare un figlio sapendo che nulla viene fatto per creare un paese unito e solidale? Che anzi ogni occasione è buona per creare ulteriori divisioni (fra regione e regione, fra provincia e provincia, fra lavoratori e lavoratori)
Come è possibile, programmare un futuro accogliente verso una nuova creatura, se lo Stato stesso, scende in campo per aumentare le disuguaglianze sociali e accantonare la lotta alla Evasione Fiscale pur di difendere i privilegi di pochissime categorie?
E che dire della Ricerca che oggi è costretta a sostenersi solo con contributi privati?
Lo capite che ciò che manca oggi in Italia è proprio la progettualità sul Futuro?
Se ogni Governo riduce la propria progettualità al periodo di tempo che va da oggi alla prossima tornata elettorale, come potete pensare che una qualsiasi coppia possa progettare una nuova vita ?
Se la popolazione italiana si sta riducendo è solo per un motivo: NESSUNO SI STA OCCUPANDO DI COSTRUIRE UN FUTURO MIGLIORE DEL PRESENTE.
E la Politica è la maggiore responsabile di questa sfiducia. Perchè invece di creare nuove condizioni favorevoli all'espansione e al miglioramento delle condizioni di vita delle persone, brucia qualsiasi idea di felicità e benessere.
Chi è allora quell'incosciente che getterebbe il proprio figlio in un ambiente tossico, ostile, divisivo come quello che ogni giorno vi preoccupate di alimentare?
Chiedetevelo, prima di sparare la prossima cazzata sulla DENATALITÀ ITALIANA.
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francescosatanassi · 2 years
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È DIFFICILE
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Una cosa difficile che proverò a spiegare: l’idea di sconfiggere la criminalità isolando per sempre un essere umano in una cella, privandolo della dignità che ogni essere vivente dovrebbe avere e dei rapporti sociali alla base della vita stessa, non ha alcun senso. Il carcere dice di voler rieducare a non commettere più il reato per il quale una persona è stata condannata, ma ancora oggi appare come uno strumento quasi esclusivamente punitivo e vendicativo. Quindi chi sbaglia non deve pagare? Forse la domanda è sbagliata. Dovremmo chiederci: chi sbaglia deve subire per tutta la vita una punizione fine a se stessa o va aiutato a fare in modo che lui e altri non commettano più quel reato fino alla scomparsa del reato stesso? La stragrande maggioranza di chi entra in carcere né esce (se esce) distrutto, etichettato come sbagliato, emarginato, isolato, e torna recidivo nello stesso reato o in reati più gravi. Il carcere così com’è strutturato non funziona, non ha la funzione che dice di avere. Ma il mafioso? Il pedofilo? Lo stupratore? Bisogna capire se cerchiamo vendetta o se vogliamo trasformarci in una società migliore. È difficilissimo immaginarlo, io sono il primo a non riuscirci, perché la vendetta è il primo desiderio che ci assale, ma è un desiderio imposto, si accende in noi perché così è più semplice, è un metodo accettato: chi sbaglia, paga. Lo sciopero della fame di Alfredo Cospito va guardato sotto questa lente: gli anarchici sognano una società senza carcere non perché i delinquenti possano girare indisturbati, ma perché credono in una società dove la criminalità non esiste, che si autogoverna con la solidarietà, dove gli uomini provvedono ai proprio bisogni senza farli propri in modo illecito. La maggior parte di chi finisce in carcere ha commesso reati per necessità, se creiamo una società che soddisfa i bisogni di tutti, senza una gestione del potere che ci divide in sfruttati e sfruttatori, la necessità di agire in modo illecito sparirà, e sparirà anche il reato. Un'utopia, ma la costruzione di un mondo migliore è ancora possibile? Forse solo come illusione, ma può essere utile allargare lo sguardo e continuare a porsi la domanda.
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errantepagina69 · 4 months
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Isaiah Berlin (Il potere delle idee)
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Se si obietta che tutto questo appare molto astratto e remoto dall'esperienza quotidiana, qualcosa che si preoccupa troppo poco degli interessi essenziali - la felicità e l'infelicità e il destino ultimo degli uomini comuni - la risposta è che si tratta di un'accusa infondata. Gli uomini non possono vivere senza descrivere e spiegare a se stessi l'universo. E i modelli che impiegano nel farlo non possono non influenzare profondamente le loro vite, anche e anzi specialmente quando ne sono inconsapevoli: buona parte dell'infelicità e della frustrazione degli uomini è dovuta all'applicazione meccanica e inconsapevole (oltre che deliberata) di modelli là dove non funzionano. Chi può dire quanta sofferenza sia stata causata dall'esuberante utilizzazione del modello organico in politica, o dalla concezione dello Stato come opera d'arte, o dalla rappresentazione, da parte dei teorici totalitari della nostra epoca, del dittatore come l'ispirato forgiatore della vita degli uomini? Chi dirà quanto male e quanto bene siano venuti, in epoche precedenti, dall'esagerata applicazione ai rapporti sociali di metafore e modelli costruiti ricalcando i paradigmi dell'autorità paterna (soprattutto nella sfera dei rapporti tra i reggitori dello Stato e i governati, o tra i preti e il laicato)? Se c'è una speranza di realizzare un ordine razionale sulla terra, o di arrivare a un giusto apprezzamento dei numerosi e svariati interessi che dividono i diversi gruppi di esseri umani - una conoscenza indispensabile a qualunque tentativo di valutare i loro effetti, e i modelli della loro interazione e delle sue conseguenze, mirando a trovare compromessi praticabili attraverso i quali gli uomini possano continuare a vivere e a soddisfare i loro desideri senza schiacciare ciò facendo gli altrettanto essenziali desideri e bisogni degli altri essa sta nel portare alla luce questi modelli sociali, morali e politici, e soprattutto i sottostanti paradigmi metafisici in cui sono radicati, mirando a esaminare se siano oppure no adeguati al loro compito. Il compito perenne dei filosofi è di esaminare qualunque cosa appaia refrattaria ai metodi delle scienze o dell'osservazione quotidiana: per esempio le categorie, i concetti, i modelli, i modi di pensare o di agire, e in particolare le maniere in cui si scontrano, puntando a costruire altre metafore, immagini, simboli e sistemi di categorie che siano meno internamente.
Prima uscita: 19 novembre 2023 Traduttore: G.Ferrara degli Uberti Editore: Adelphy Pagine: 352
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la-scigghiu · 1 year
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Le anime hanno un loro particolar modo d’intendersi, d’entrare in intimità, fino a darsi del tu, mentre le nostre persone sono tuttavia impacciate nel commercio delle parole comuni, nella schiavitù delle esigenze sociali.
Han bisogni lor proprii e loro proprie aspirazioni le anime, di cui il corpo non si dà per inteso, quando veda l’impossibilità di soddisfarli e di tradurle in atto.
E ogni qualvolta due che comunichino fra loro così, con le anime soltanto, si trovano soli in qualche luogo, provano un turbamento angoscioso e quasi una repulsione violenta d’ogni minimo contatto materiale, una sofferenza che li allontana, e che cessa subito, non appena un terzo intervenga. Allora, passata l’angoscia, le due anime sollevate si ricercano e tornano a sorridersi da lontano.
Luigi Pirandello, da "Il fu Mattia Pascal"
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mezzopieno-news · 9 months
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I POETI CHE ACCOMPAGNANO LE PERSONE MORTE SOLE
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Ogni anno muoiono circa 20 persone completamente sole ad Amsterdam. Non ci sono familiari o amici che preparino il loro funerale o che accompagnino la salma nel suo ultimo viaggio. A volte sono senzatetto, migranti illegali, corrieri della droga o semplicemente persone che, per un motivo o per l’altro, non hanno più contatti sociali.
Un funzionario pubblico e un poeta si sono uniti con il comune desiderio di non lasciare morire nessuno solo e che tutti, anche chi non ha più nessuno, abbia un funerale rispettoso e personale. Ger Frits sceglie la musica da suonare in quelli che lui chiama i “funerali solitari”. Mette fiori sulla bara e accompagna ogni persona fino alla sua ultima dimora. Insieme al poeta Frank Starik hanno deciso che anche queste persone meritano di essere celebrate per la loro vita passata e per chi sono stati.
Insieme i due cercano le case dei defunti, parlano con le persone che li hanno conosciuti e che ricordano parti della loro storia, che ne hanno sentito parlare. In questo modo raccolgono informazioni ed ispirazione per le poesie che scrivono apposta per ogni persona deceduta e che vengono lette durante la funzione. “Il funerale è un momento di resa dei conti e qualcuno deve portare una buona parola per te. Uno dei bisogni essenziali è quello di ricordare la propria storia… quello che fa il funerale solitario è restituire storie a persone che in qualche modo l’hanno persa”, dice Starik che ha fondato ad Amsterdam Poule des Doods, un gruppo di poeti che scrivono e recitano poesie ai funerali solitari. .
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Fonte: De eenzame uitvaart; F. Starik; foto di RDNE Stock project
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susieporta · 10 months
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LA MANIPOLAZIONE FAMILIARE
Come avviene l'inibizione da parte della famiglia delle potenzialità e inclinazioni del bambino?
A partire dagli irrisolti familiari, i quali scontrandosi con i bisogni di sviluppo dei figli creano conflitti che vengono sedati tramite la repressione e la manipolazione dei secondi.
La gioia e la vitalità della bambina, ad esempio, fa emergere nella madre la frustrazione per ciò cui ha dovuto rinunciare.
Oppure, la forza del bambino e la sua intelligenza stimolano il risentimento del padre, che per qualche motivo non è riuscito a esprimere le sue capacità.
Il bambino può sviluppare le sue doti e le sue risorse, ma direi anche la stessa personalità, solo e soltanto finché non va a toccare le regole familiari, le convinzioni, i dettami impliciti, i quali spesso proteggono i genitori dal contattare ferite mai del tutto assimilate.
Il divieto di spendere denaro per prendersi cura di sé da un punto di vista estetico o dal punto di vista della crescita personale, ad esempio, potrebbe essere legato alle restrizioni che il genitore ha dovuto applicare su di sé per proteggersi da un momento di crisi economica.
Il divieto di svolgere una determinata attività da parte del bambino, magari creativa, potrebbe essere collegato al fatto che il padre o la madre hanno dovuto inibire le loro spinte creative da piccoli perché hanno dovuto fare lavori umili per sopravvivere e far sopravvivere la famiglia.
Il farsi bravo/a o bello/a da parte del bambino o della bambina, viene vissuto dal genitore dello stesso sesso come un affronto al suo stesso orgoglio, e al suo status di genitore inteso come detentore dell'autorità.
Il divieto di godersi la vita, le relazioni e gli eventi sociali, è spesso legato al divieto subito dal padre o dalla madre di vivere gli stessi piaceri.
Il divieto di sviluppare i propri progetti, di avere dei sogni, delle aspirazioni di autorealizzazione, è connesso al trauma che i genitori hanno subito per aver dovuto inibire a loro volta parti di sé.
I genitori inibiscono le risorse dei figli colpendoli nella loro autostima, magari appellandosi a infondate regole morali e generalizzazioni.
Le frasi possono essere:
"È meglio se abbassi la cresta perché tanto la vita è dura per tutti"; "Più sono alte le aspettative più ti farai male quando cadrai per terra"; "Accontentati di quello che hai"; "Stai con i piedi per terra "; "Non esaltarti tanto, i sogni fanno presto a rompersi"; "Studiare è inutile, guadagnati da vivere come puoi".
Questo tipo ingiunzioni (leggi "proiezioni"), frutto di ferite mai sanate e mai affrontate, generano nel bambino convinzioni limitanti, senso di colpa, emozioni parassite, abbassando la sua autostima.
La mancata riparazione delle ferite originarie da parte dei genitori, a loro volta probabilmente feriti dalla generazione precedente, ricade sui figli sotto forma di disistima, mancanza originaria, inadeguatezza, alienazione e senso di perdita irreparabile rispetto al legame di appartenenza alla famiglia.
Questo filo rosso che collega drammaticamente le diverse generazioni tra loro, per il tramite di mancanze, ferite, traumi, fa sì che i figli portino su di sé cicatrici che in realtà non gli appartengono.
Nel seminario del 30 dicembre lavoreremo insieme a Claudia Crispolti su tali legami, su queste lealtà invisibili, per sciogliere finalmente i nodi soffocanti che imbrigliano la nostra creatività, risorse e capacità di sviluppo.
L'adulto investito di tali fardelli limita automaticamente la propria esistenza, relazioni, professione, stile di vita, senza sapere perché, ma accettando semplicemente le proprie idee, derivanti da tali lasciti del tutto inconsci, come un dato di fatto.
Come qualcosa di immutabile.
Il legame invisibile che unisce i genitori ai figli e le generazioni precedenti a quelle successive, crea un obbligo interno che spinge i discendenti a ruotare attorno a ferite mai rimarginate, le quali investono in modo tossico la loro vita, limitandone le potenzialità e facendoli appassire come fiori senza acqua.
L'evoluzione è possibile solo dopo aver attraversato le strette maglie dei lasciti familiari inconsci, oltre i cui recinti è possibile vedere la luce della propria essenza.
Omar Montecchiani
#quandolosentinelcorpodiventareale
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nonsoloeducazione · 7 months
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titosfriends4life · 11 months
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L'IKIGAI: UNA PROFONDA ESPLORAZIONE DELLA FELICITÀ
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L'ikigai, un concetto giapponese, rappresenta il nostro motivo di vita, ciò che ci spinge a vivere ogni giorno con passione e significato. È la somma di diversi elementi che insieme plasmano la nostra visione del mondo e il senso che attribuiamo alla nostra esistenza.
Esplorare l'ikigai significa comprendere le quattro dimensioni fondamentali che sono la chiave di accesso alla felicità duratura:
Quello che amiamo: Le nostre passioni, ciò che ci appassiona e ci rende veramente felici. Questo può essere un'attività, un'arte, un obiettivo.
Quello che gli altri amano di noi: La percezione che gli altri hanno di noi, ciò che apprezzano o ammirano in noi. Spesso questo coincide con le nostre qualità uniche.
Quello che sappiamo fare: Le nostre abilità, competenze e talenti unici che possiamo offrire al mondo. È il nostro bagaglio di conoscenze.
Quello che possiamo fare per il mondo: Come possiamo contribuire al benessere degli altri e al miglioramento della società. È legato all'impatto che desideriamo creare.
Il percorso verso l'ikigai richiede una profonda auto-riflessione:
Identificare i valori e gli ideali personali: Ciò che è veramente importante per noi.
Riconoscere la passione e ciò che ci motiva: Ciò che ci spinge ad alzarci ogni mattina e rende la vita significativa.
Capire come possiamo contribuire: Scoprire come le nostre abilità e passioni possono essere utili agli altri.
Esempi di trasformazione attraverso l'Ikigai:
Storia di Laura: Laura ha sempre amato cucinare e si rende conto che vuole condividere la sua passione. Avvia un'attività di catering che non solo le permette di esprimere la sua creatività, ma offre anche pasti sani e deliziosi per le persone occupate del suo quartiere. Questo la fa sentire appagata, contribuendo al benessere degli altri.
Storia di Matteo: Matteo ha sviluppato una passione per la fotografia e ha una competenza straordinaria nel catturare momenti speciali. Decide di unire le sue abilità alla sua passione per l'aiuto agli altri e inizia a lavorare come fotografo per organizzazioni no-profit. Ora cattura i momenti toccanti delle missioni umanitarie e aiuta le organizzazioni a raccogliere fondi per cause sociali.
Questi sono solo alcuni esempi, ma mostrano come individui diversi possono scoprire e realizzare il loro Ikigai, integrando passioni, abilità, valori e bisogni del mondo circostante.
Spesso, raggiungere l'ikigai richiede tempo e impegno, ma è un viaggio che può trasformare profondamente la nostra vita. È un cammino in cui investire le risorse e decidere la direzione che desideriamo per la nostra esistenza. Se desideri esplorare ulteriormente questo viaggio alla scoperta del tuo ikigai e desideri supporto nell'analisi dei tuoi valori e delle tue passioni, sarò lieto di essere il tuo sostegno in questo viaggio. Contattami per iniziare questo straordinario percorso verso la scoperta del tuo ikigai.
"Scopri il tuo Ikigai e avvicinati alla felicità duratura! Inizia oggi il tuo viaggio verso la realizzazione personale e la gioia autentica. Contattami per iniziare questa meravigliosa esplorazione della tua esistenza e dare il significato che meriti alla tua vita!"
Tito Bisson
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piusolbiate · 1 year
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SERVIZI SOCIALI Luglio-Settembre 2023
Solbiate Olona - Ufficio Servizi Sociali - Determine Luglio-Settembre 2023 - SOSTEGNO EDUCATIVO SCOLASTICO A FAVORE DI N. 2 MINORI AFFIDATI ALL'ENTE                         - RICONOSCIMENTO ECONOMICO A FAVORE DI  NUCLEO FAMILIARE CON DISAGIO SOCIO FAMILIARE ED ECONOMICO      
- EROGAZIONE DI CONTRIBUTO ECONOMICO A FAVORE DI PROFUGO PER BISOGNI PRIMARI                        
- IMPEGNO DI SPESA AD INTEGRAZIONE DELLA RETTA DI RICOVERO DI D.S.G. PAZIENTE ADULTO CON DISABILITA'                 
- IMPEGNO DI SPESA PER SERVIZIO DI REFEZIONE A DOMICILIO A SOGGETTI IN CARICO AL SERVIZIO SOCIO ASSISTENZIALE                                   - INTERVENTO EDUCATIVO IN FAVORE DI N.1 MINORE                          - IMPEGNO DI SPESA AD INTEGRAZIONE DELLA RETTA DI RICOVERO PAZIENTE ANZIANA CON DISABILITA'                        
- IMPEGNO DI SPESA SETTORE POLITICHE SOCIALI PER PRESTAZIONI SVOLTE DALL'AGENZIA PER L'ABITARE ANNO 2023
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astra-zioni · 2 years
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Quel che mi dà fastidio del poliamore - oltre ad essere di per sé una supercazzola - è che mi sembra un’ulteriore gabbia. Monogamie moltiplicate. Un’altra definizione di amore e un altro modo di chiamarlo, ma il succo non cambia. Credo molto di più all’anarchia relazionale, cioè proprio allo sdoganamento dell’idea che si debbano definire le relazioni, ma viversi ogni rapporto a sé, con le sue contraddizioni, luci ed ombre. A me fanno ridere le coppie poliamorose che richiedono il diritto a sposarsi in tre o quattro, come pure il gergo specifico per definire le singole regole, le coppie, gli accordi…manco si trattasse di un contratto aziendale. Se devi definire limiti e bisogni per iscritto e a tavolino tanto amore non è, e soprattutto io scapperei a gambe levate davanti una situazione così definita, puntuale, concordata, per qualcosa che è sempre molto sfumato e impalpabile. Non credo molto alla monogamia, ma mi sembra più onesta intellettualmente, quando vissuta con consapevolezza. C’è questo filone di pensiero da qualche anno che preme sullo sdoganamento dei costrutti sociali, che trovo in parte giusto, laddove per “sdoganamento” si intenda il prendere consapevolezza della propria cultura e dei nostri retaggi; ma distruggerli, è semplicemente ridicolo. Sminuire la monogamia perché “è un costrutto sociale” è come sminuire un cesso perché in un’altra realtà più bella e colorata cagheremmo tutti per terra come i nostri antenati. Intendo dire che tutto è, grazie al cazzo, retaggio culturale, ma se qualcosa ha resistito vuol dire che era funzionale al progredire della società. Che poi non ce ne sia più bisogno ora è un altro discorso. Magari non avremmo manco più bisogno del water un domani, ma intanto caghiamo comunque in bagno. Io, nell’incertezza, scappo sia dai monogami incrollabili che dai poliamorosi, sono entrambe categorie che temo. L’unica certezza mi viene data dalla biologia: siamo esseri spinti e creati per riprodurci, di conseguenza abbiamo bisogno dell’amore e di inventarci qualcosa che ci spinga a farlo, il modo in cui lo facciamo è del tutto irrilevante, tutte queste battaglie sono un edulcorare qualcosa che è molto più semplice e banale di quel che vorremmo fosse.
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L'idea che l'arte di vivere sia una cosa semplice è relativamente recente.
Da sempre sono esistiti individui convinti che per essere felici sarebbe bastato raggiungere il piacere, il potere, la fama e la ricchezza, e che l'unica cosa da imparare non fosse tanto l'arte di vivere quanto il modo per ottenere abbastanza successo da acquisire i mezzi per vivere bene. Eppure, se anche esistevano individui e gruppi che praticavano il principio di un edonismo radicale, tutte le culture avevano maestri di vita e maestri di pensiero. Questi proclamavano che vivere bene è un'arte che va imparata, che imparare quest'arte richiede fatica, dedizione, comprensione e pazienza, e tuttavia costituisce la cosa più importante da apprendere...Eppure, vivere non è facile! L'uomo è dotato solo di alcune pulsioni istintive, che non può fare a meno di soddisfare per la sopravvivenza tanto del singolo quanto della specie. Sotto tale profilo non siamo diversi dagli animali. Ma, a differenza di questi, non possediamo un corredo istintuale innato che di volta in volta ci indichi come organizzare la nostra vita e che contenga un progetto per l'arte di vivere. Se noi uomini, nelle nostre azioni, fossimo determinati da queste necessità biologiche, agiremmo allora "razionalmente" e - per fare solo un esempio - non ci uccideremmo a vicenda per questioni di onore, di fama o di ricchezza, ma saremmo solidali tra noi con l'obiettivo della sopravvivenza. Se il nostro agire fosse determinato solo dalla ragione, non sorgerebbero problemi; ma troppo spesso il nostro pensiero si pone al servizio di interessi egoistici e passioni irrazionali per essere una guida affidabile nell'arte del vivere...Tutto è diventato business, ogni cosa deve funzionare ed essere utilizzabile. Non esiste un sentimento di identità, esiste un vuoto interiore. Non si hanno convinzioni, né scopi autentici. Il carattere mercantile è l'essere umano completamente alienato, privo di qualunque altro interesse che non sia quello di manipolare e funzionare. È proprio questo il tipo di umano conforme ai bisogni sociali. Si può dire che la maggior parte degli uomini diventano come la società desidera che essi siano per avere successo. La società fabbrica tipi umani così come fabbrica tipi di scarpe o di vestiti o di automobili: merci di cui esiste una domanda. E già da bambino l'uomo impara quale sia il tipo più richiesto... L'uomo è diventato una merce, il cui valore è determinato dalla sua vendibilità. Deve funzionare bene; deve essere allegro e soddisfatto solo nei limiti e nei modi in cui ciò è necessario al suo funzionamento. Ma se così è, se il "buon funzionamento" ha sostituito il "ben-essere", a che scopo sforzarsi di imparare l'"arte di vivere"?
Erich Fromm
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karenlojelo · 1 year
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IL MESTIERE DI SCRIVERE (2) Oriana Fallaci a tal proposito una volta invece ha detto: “Molti intellettuali credono che essere intellettuali significhi enunciare ideologie, o elaborarle, manipolarle, e poi sposarle per interpretare la vita secondo formule e verità assolute. Questo senza curarsi della realtà, dell’uomo, di loro stessi, cioè senza voler ammettere che essi stessi non sono fatti solo di cervello: hanno anche un cuore o qualcosa che assomiglia a un cuore, e un intestino e uno sfintere, quindi sentimenti e bisogni estranei all’intelligenza, non controllabili dall’intelligenza. Questi intellettuali non sono intelligenti, sono stupidi, e in ultima analisi non sono neanche intellettuali ma sacerdoti di una ideologia.” Aveva ragione Socrate a mio avviso: “saggio è colui che sa di non sapere”, nessuno di noi è in grado di scriver il libro perfetto, semplicemente perché non esiste, come non esiste una verità assoluta, tutto è assolutamente soggettivo, soggetto a gusti, mode, realtà sociali esistenti, stati d’animo e via discorrendo. Sicuramente però la dove c’è la propria verità, il proprio cuore molte persone possono ritrovarcisi. Ho selezionato alcune tra quelle che ritengo le più belle citazioni di Marcel Proust e a questo proposito ce n’è qualcuna che calza a pennello: Il libro essenziale, il solo libro vero, un grande scrittore non deve, nel senso corrente, inventarlo, poiché esiste già in ciascuno di noi, ma tradurlo. Il dovere e il compito di uno scrittore sono quelli di un traduttore. (da Il tempo ritrovato) Non si riceve la saggezza, bisogna scoprirla da sé, dopo un tragitto che nessuno può fare per noi, nè può risparmiarci, perché essa è una visuale sulle cose. (da Alla ricerca del tempo perduto) Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da Il tempo ritrovato)#karenlojelo #ioscrivo #scrivere #writing #scrittura #scritturacreativa #marcelproust #iltemporitrovato #citazioni #quotes (presso Every Where) https://www.instagram.com/p/CqZ0rKBoZzp/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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