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#cammino sud
cammini-ciclovie · 1 year
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Il Cammino di Sant'Elena (Alto Molise, 3 tappe, 61 km. - anche in bici)
Il bellissimo Cammino di Sant’Elena consente di scoprire il fantastico Alto Molise: parte dal borgo del profumo e degli arrotini Sant’Elena Sannita, fa tappa a Civitanova del Sannio e a Pietrabbondante per poi terminare ad Agnone, il borgo delle campane. Ma tocca anche altre amene località quali San Pietro in Valle/Frosolone, Duronia (questo l’unico in provincia di Campobasso), Chiauci,…
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acuorleggero · 8 months
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La fesseria
Un uomo parte a piedi dall'Argentina e percorre 2.600 km per andare a Rio de Janeiro, durante il cammino affronta non pochi pericoli e viene depredato di tutto, anche dell'acqua.
Ma arriva.
Un ragazzino vende la propria Playstation per potersi permettere il viaggio per la finale insieme al proprio padre che, invece, ha dovuto vendere la propria moto.
Non hanno i biglietti per lo stadio ma sentono di dover essere là, con la loro gente sulla spiaggia di Copacabana, per la propria squadra.
Il 18 maggio del 2002, ad Itauna, nella regione di Minas Gerais, nel sud del Brasile, viene alla luce un bambino. La famiglia Batista de Souza decide di chiamarlo come il 35esimo presidente degli Stati Uniti.
Non semplicemente John, si badi, ma John Kennedy, come nome proprio.
Il 4 novembre 2023 John Kennedy Batista de Souza, in arte solo John Kennedy, mette dentro il pallone che porta in vantaggio la Fluminense nella finale di Copa Libertadores contro il Boca Juniors.
Siamo al minuto 99, tempi supplementari.
Verrà poi espulso per l'esultanza ma quella sua rete decide la partita.
Fluminense campione, Boca sconfitto.
I sogni e i sacrifici dell'uomo a piedi, del ragazzino e del proprio padre finiscono così, persi come lacrime nella pioggia.
Il calcio è una fesseria, le storie che si porta dietro no.
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gregor-samsung · 1 year
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Tienilo a mente
 È una sera di gennaio del 2002. Attraverso la finestra sento scorrere l’unico fiume che oggi conosco, il fiume di automobili sulla Vesturlandsvegur. È tardi, e il cielo si distende sopra la mia testa con una moltitudine di stelle. Lo so che vogliono dirmi qualcosa di importante, e non mi riferisco alla bellezza, alla distanza o al tempo, perché le stelle devono indicarmi la strada, mostrarmi il cammino da seguire, devono salvarmi se mi smarrisco. Ecco là l’Orsa Maggiore, e se da lì tiro una riga raggiungo la Stella Polare, è la stella che i miei antenati navigatori hanno seguito per raggiungere l’isola sulla quale mi trovo. E guarda, le Sette Sorelle. Così sai dov’è il nord, dov’è il sud-est. Tienilo a mente, se ti perdi. Ma a cosa serve se dei puntini luminosi in un cielo d’inchiostro ti sanno indicare la strada, loro mostrano il cammino solo alle tue gambe. È un bene avere una bussola in tasca, meglio ancora se la sai usare, ma che cosa te ne fai di una bussola se non ci sono più i punti cardinali?
Jón Kalman Stefánsson, Crepitio di stelle, traduzione dall'islandese di Silvia Cosimini, Iperborea (collana Gli Iperborei n° 330), Milano, 2021³; pp. 58-59.
[1ª Edizione originale: Snarkið í stjörnunum, Bjartur, Reykjavík, 2003]
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godisacutedemon2 · 9 months
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Io che cammino per le stradine di un paesino sperduto nel sud, vista mare
Con "quando quando quando", e canzoni simili, di sottofondo>>>
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libero-de-mente · 1 year
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SASSI
Quando cammino lungo le sponde del fiume che scorre nelle vicinanze di casa mia, lo faccio indossando dei pantaloni cargo.Un tipo di pantaloni, stile militare, che hanno delle capienti tasche esterne laterali poste all'altezza della parte superiore della gamba.
Risalgo il fiume in direzione Nord pensando ai miei problemi. Per ogni problema a cui penso raccolgo un sasso dalla sponda del fiume e lo infilo in una tasca, non importa quale.
Dopo un po' che cammino e penso le tasche sono piene di sassi, che mi rendono i passi sempre più difficoltosi e le gambe pesanti.
E a quel punto, quando "ne ho le tasche piene" che mi giro e torno indietro, direzione Sud.
Nel tragitto di ritorno penso alle soluzioni che possono avere i singoli problemi che ho nelle tasche. Camminare all'aria aperta aiuta, così per ogni soluzione o idea risolutiva prendo un sasso e lo rimetto sulla sponda del fiume.
Mi rendo conto che alcuni problemi non erano pio così pesanti, riflettendoci, e con questi problemi così con i problemi "leggeri" uso la tecnica dello stone balance. Creo delle piccole strutture in equilibrio, che mi lascio alle spalle proseguendo il cammino. Resistono, restano in equilibrio quindi non erano così pesanti, dovevo solo metterli uno sull'altro e non spargerli per aumentare il volume.
Nei pensieri mi accorgo che certi problemi sono legati a delle persone, a cui non avrei mai dovuto permettere di divenire un mio problema, non ne avevano diritto. Così con queste problemi li prendo e li lancio facendoli rimbalzare sul pelo dell'acqua nelle insenature del fiume trovo l'acqua placida. Mi diverto. La soluzione di questi problemi, allontanandoli, mi diverte.
Alcuni sassi/problemi li risolvo riposizionandoli, quello che sembrava un sasso brutto e insignificante nascondeva colori bellissimi una volta capovolto dalla parte bagnata. Non tutti i mali vengono per nuocere.
Altri sassi che ho raccolto hanno delle forme che, a ben osservarle, ricordano un cuore. Cuori quasi simmetrici, belli; cuori che hanno un lato lungo e quasi piatto, sono come cuori stanchi che si devono sdraiare; altri cuori hanno i bordi taglienti, per far male o per difendersi chi lo sa. Sono sempre cuori e li ripongo con cura, non si scherza con i cuori.
Ci sono sassi che hanno delle venature e per via della mia pareidolia ci vedo volti, espressioni. Occhi. Che mi osservano, così penso che in fondo possano esistere persone disposte nella loro vita ad aiutare, ascoltare, piuttosto che andare al funerale di una persona che si è sentita sola. Sorridono i sassi. Sono pochi, uno o due ma questi non li butto via li conserverò nelle mie tasche.
Quando rientro ho le tasche praticamente vuote, il cuore leggero e più soluzioni nella mia testa. Non sottovalutate i sassi. Perché possono fare male se ci colpiscono, meglio maneggiarli con cura
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neottolemo · 1 year
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Ebano- Modena City Ramblers
Una canzone del 2004 dei Modena City Ramblers, che narra la vicenda di una giovane africana, i cui sogni sono morti nel naufragio della vita.
Tutti dicevano che ero bella come la grande notte africana / E nei miei occhi splendeva la luna, mi chiamavano la Perla Nera... / A sedici anni mi hanno venduta, un bacio a mia madre e non mi sono voltata / Nella città con le sue mille luci per un attimo mi sono smarrita... / Così laggiù ho ben presto imparato che i miei sogni eran solo illusioni / E se volevo cercare fortuna dovevo lasciare ogni cosa. Comincia così il viaggio di una giovane africana raccontato dal brano Ebano, dei Modena City Ramblers. Un viaggio che porta in sé, sin dalla partenza, i germi di una drammatica fine, racchiusa tutta in tre sole parole - bella, venduta, smarrita - che pesano sulla vita della giovane come una maledizione che non lascia scampo. Perché l’avvenenza può essere una sciagura per una donna povera del Sud del mondo, un'ineluttabile condanna a una vita spesa a soddisfare gli uomini. E il tradimento della famiglia, disposta a venderla per sopravvivere, è una sorta di maleficio a cui non si può sfuggire.
È un naufragio esistenziale, dunque, quello che porta la giovane ad approdare fortunosamente in Italia. La ragazza non trova ad attenderla qualcuno che la accolga, che la faccia sentire non estranea, che si comporti «da fratello». No, lei si scontra prima con il duro lavoro nei campi, sfruttato dai «caporali», e poi, dopo un'altra fuga e un successivo naufragio, con l'amicizia interessata di una donna che la trascina con sé sulla strada, avviandola alla prostituzione. Era bella questa giovane, una Perla Nera, ma un lungo, lungo cammino l'ha fatta approdare sui marciapiedi di una città italiana, schiava senza catene visibili da spezzare e per questo senza possibilità di affrancarsi. Ed è sulla strada che la lasciamo, senza più sogni, senza speranze. Disincantata, delusa, senza futuro.
Non ha lieto fine questo brano della band emiliana, come non hanno lieto fine tante vicende simili. E’ il destino di molte ragazze giunte in Italia con una promessa e destinate a divenire merce. E’ il destino di tanti migranti, partiti con la speranza negli occhi e giunti a destinazione in un sacco di plastica.
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drama-kpop-quotes · 1 year
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Drama: You're Beautiful (2009) Genere: Musica, Commedia, Romantico, Drama Paese: Corea del Sud Episodi: 16 Rete Originale: SBS Durata: 1 hr. 5 min.
"Mi sono detta che non potevo vederti, ma sei una persona che attira l'attenzione. Ma se ti vedo, mi fa male e mi rende le cose difficili. Dopo aver vissuto solo in convento, sono venuta a vivere in questa terra di stelle e sono stata colpita dall'elettricità e ho perso i sensi. Sono volata in cielo e poi sono precipitata a terra. Nella mia testa sono esplosi fuochi d'artificio e in un attimo mi è piombato addosso un temporale scrosciante. Da quando ho lasciato questa terra stellare, ho visto il cammino che devo percorrere. Dovrei lasciare la terra delle stelle e limitarmi a guardarla da lontano. Se vedo la stella più luminosa da vicino, è così accecante per gli occhi che fa male. Ecco perché me ne andrò lontano".
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realnews20 · 1 month
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Dopo il pareggio casalingo contro il Picerno, prosegue il cammino del Taranto nei playoff di Serie C. La squadra di Ezio Capuano nel prossimo turno affronterà il Vicenza, arrivato terzo nel girone A. Ma nessuna paura per l'allenatore che crede ciecamente nella sua squadra. Le parole di Capuano Queste le sue parole ai microfoni di Antenna Sud: "Vicenza? Abbiamo beccato la più forte, avevo la sensazione di incontrare proprio loro. Sarà una sfida affascinante. Sono fiducioso dei miei ragazzi, venire allo Iacovone martedì sarebbe difficile anche per il Manchester City. La prepareremo in poche ore e al meglio. Nessuno pensi che siamo battuti. Ricordo che loro sono arrivati terzi, ma noi nel nostro girone siamo arrivati secondi (quinti nella classifica finale per la penalizzazione), è un risultato che non possono cancellare. Prepareremo al meglio questa partita, noi ci preoccuperemo di loro, ma anche loro dovranno preoccuparsi. Non saremo sicuramente la vittima sacrificale. Loro saranno più liberi fisicamente, ma noi ce la andremo a giocare". © RIPRODUZIONE RISERVATA [ad_2] Sorgente
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afnews7 · 2 months
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La Strada di McCarthy diventa graphic novel tra grigio, silenzio e cenere
http://www.afnews.info segnala: Nelle prime due tavole de La Strada solo un fumo impenetrabile, come la nebulosa di una galassia buia o un nuovo brodo primordiale: qualcuno ha spento il mondo, l’ha bruciato e vuotato di senso, per i sopravvissuti c’è un cammino senza tregua e una meta sola, sud. È arrivato in Italia edito da Coconino Press-Fandango l’atteso graphic novel tratto dal romanzo…
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vorticimagazine · 2 months
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Circonomia 2024, festival dell'economia circolare
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Economia circolare significa produrre beni e servizi reintegrando negli ecosistemi o rivalorizzando economicamente i materiali che residuano dal processo produttivo, materiali che nell’economia lineare diventano rifiuti. Una svolta concettuale che sta alla base di Circonomia (+ info qui), un evento di cui Vortici.it, intende parlarvi.Il festival dell’economia circolare, Circonomia, è nato nel 2016 per parlare di circolarità quando ancora tale paradigma economico era tutto da scoprire.
ERICA e Greening Marketing Italia, ideatori dell’iniziativa, hanno avvertito la necessità di organizzare un appuntamento che contribuisse al dibattito sull’economia circolare, rivolgendosi a un pubblico largo e non solo di addetti ai lavori, per mettere in mostra idee, discussioni e buone pratiche che avessero in comune l’attenzione al paradigma ecologico, unito al tema del rapporto tra l’agire umano e la salute degli ecosistemi.
Per farlo hanno scelto di organizzarlo in Piemonte e nelle Langhe, dove sono nate e hanno avuto successo significative esperienze di economia circolare e dove si manifesta da anni una vocazione a coniugare sostenibilità ambientale e dinamismo socioeconomico. Circonomia ha ospitato numerosi eventi di varia natura: convegni, dibattiti, presentazioni di libri, corsi di formazione, concerti e personaggi del calibro di Jacques Attali, Jean-Paul Fitoussi, Kerry Kennedy, Tim Jackson, Walter Veltroni, Alessandro Gassmann, Gianni Mura, Gianrico Carofiglio, Oscar Farinetti, Marcello Masi, Giovanna Melandri, Filippo Solibello, Elly Schlein, Carlo Petrini e altri. Nelle prime otto edizioni tutti i protagonisti hanno contribuito a fare di Circonomia una casa comune in cui incontrarsi e confrontarsi, dove impegnarsi con proposte, progetti, creazione di network informativi per diffondere questa buona economia e farne il principale traino della transizione ecologica. L'edizione di Circonomia, il festival dell’economia circolare e della transizione ecologica, quest’anno si è svolto a Fano dal 7 al 10 marzo.È stata l’occasione per conoscere le ultime novità in materia di sostenibilità e per partecipare a un dibattito aperto sul futuro del pianeta. Il festival, con un ricco programma di eventi, ha visto coinvolti artisti, giornalisti, attivisti, imprenditori, rappresentanti delle istituzioni e studenti. Un appuntamento imperdibile rivolto come sempre a tutti coloro che intendono contribuire a costruire insieme un futuro migliore per il pianeta e per le persone. Occorre ricordare, che, il quarto rapporto di Circonomia “retrocede” l’Italia dal primo posto nel cammino “green” in Europa.  In proposito la Fondazione Symbola certifica che: Secondo il ranking, costruito su 17 diversi indicatori che misurano l’impatto ambientale diretto (impatto pro-capite delle attività economiche e civili su ambiente e clima), l’efficienza d’uso delle risorse e la capacità di risposta ai problemi ambientali, non siamo più primi in economia circolare com’eravamo fino all’anno scorso e fatichiamo molto più degli altri grandi Paesi europei nella transizione verso un’energia pulita libera dai combustibili fossili e amica del clima. Nonostante la grande perdita di velocità nella transizione ecologica, restiamo primi assoluti in uno dei 17 indicatori, il tasso di riciclo totale dei rifiuti: indicatore nel quale doppiamo la media dell’Unione europea – oltre l’80% contro meno del 40%. Questo primato italiano non si distribuisce in modo omogeneo tra le macroregioni: il Nord è sensibilmente più avanti rispetto al resto del Paese, e “assorbe” quanto meno nei numeri la condizione critica di grandi città – a cominciare da Roma – con interi territori soprattutto nel Sud dove la gestione dei rifiuti urbani è in uno stato di profonda e cronica inefficienza. Ma la crisi del nostro cammino “green” fotografata dal Rapporto di Circonomia è profonda e strutturale, soprattutto nel campo della transizione energetica dalle fonti fossili – carbone, petrolio, gas – alle nuove rinnovabili, che crescono meno della metà rispetto alla media UE. L’azzeramento in tempi rapidi dell’uso delle energie fossili come fonte di energia è come si sa decisivo per fronteggiare con efficacia la crisi climatica in atto, che vede proprio il nostro Paese come bersaglio privilegiato. L’Italia, in effetti, è uno degli epicentri della crisi climatica globale, con una temperatura media nel 2022 di 14 °C – cresciuta di quasi 3 °C rispetto al periodo pre-industriale: un aumento quasi triplo rispetto al dato globale. A Circonomìa festival è stato presentato anche un Rapporto Nazionale e Regionale sulla transizione ecologica curato da Duccio Bianchi, fondatore dell’Istituto di ricerche Ambiente Italia, come gli annuali Rapporti Circonomìa, che mette in classifica le regioni italiane sulla base delle prestazioni di sostenibilità ambientale, evidenzia che Trentino-Alto Adige, Marche e, distanziate, Lombardia, Veneto e Toscana sono le migliori. “Circonomìa a Fano è il segno tangibile del successo della nostra rassegna giunta quest’anno alla sua nona edizione – ha dichiarato Francesco Ferrante, Vicepresidente di Kyoto Club tra i promotore del Festival – Abbiamo scelto Fano per raddoppiare Circonomìa perché qui abbiamo trovato grande interesse per l’obiettivo che da sempre è l’anima del nostro Festival: raccontare i contenuti e le ragioni della transizione ecologica a un pubblico, il più vasto possibile, con rigore e al tempo stesso con semplicità, e poi mettere in mostra le tante buone pratiche che vedono imprese, associazioni, istituzioni territoriali praticare già, nei fatti e con efficacia, il nuovo paradigma di uno sviluppo fondato sulla qualità ambientale”. In una fase cruciale di avvicinamento agli obiettivi che l’Europa si è posta al 2030, a cominciare dai target di riduzione delle emissioni di gas serra, crescita delle energie rinnovabili e miglioramento dell’efficienza energetica, correlati all’impegno per fronteggiare la crisi climatica, la corsa verso la transizione ecologica diventa come una maratona tra le regioni e macroregioni italiane, il rapporto le mette in classifica sulla base di un set di 25 diversi indicatori green, suddivisi in 3 categorie: – impatto sull’uso delle risorse (6 indicatori che misurano l’impatto ambientale diretto, considerato come impatto pro – capite, delle attività economiche e civili su ambiente e clima); – efficienza d’uso delle risorse (6 indicatori che misurano l’efficienza e la produttività di uso delle risorse, generalmente considerata rispetto al Prodotto Interno Lordo a parità di potere d’acquisto); – azioni di risposta e mitigazione (13 indicatori che misurano la capacità di risposta, sia pubblica sia privata, alla crisi energetica e climatica attraverso azioni di riduzione o mitigazione degli impatti). Questi in sintesi i dati che emergono dal Rapporto: – Trentino-Alto Adige, Marche e, distanziate Lombardia, Veneto e Toscana sono nell’ordine le regioni italiane con le migliori prestazioni di sostenibilità ambientale. – Sono 7 le regioni – Trentino-Alto Adige, Marche, Lombardia, Veneto, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria – che presentano un indice di circolarità superiore alla media nazionale.– In fondo alla classifica vi sono tutte regioni meridionali: ultima la Puglia, preceduta da Sicilia, Sardegna, Basilicata, Campania e Calabria.– Le regioni meridionali presentano un indice di sostenibilità ambientale sensibilmente più basso rispetto alle regioni del nord e del centro. Ciò evidenzia che livelli più bassi di pressione sulle risorse naturali in termini di consumo di materia e di energia – come sono nel Sud per effetto di un’economia più debole e dunque di minori consumi di materie prime – non rappresentano un vantaggio in termini ambientali. L’indice di sostenibilità, infatti, dipende da fattori di pressione, ma anche da fattori di efficienza e di risposta, che al contrario dei primi tendenzialmente crescono al crescere delle performance di sviluppo economico: lo sviluppo economico di per sé non è “insostenibile”, tutt’altro. – La macro – regione del Centro è l’unica che fa meglio della media nazionale in tutte e tre le categorie degli indicatori (impatto, efficienza, risposta). – Il “caso Marche”: Le Marche, che pure sono una delle regioni più manifatturiere d’Italia e dunque con la presenza più rilevante di attività economiche che producendo beni fisici consumano più risorse e più energia rispetto alle attività economiche “terziarie”, svettano in testa alla classifica, superate solo dal Trentino – Alto Adige che vanta un’antica e consolidata “primazia” in fatto di attenzione all’ambiente. Il risultato delle Marche è migliore di quello medio dell’Italia in 20 indicatori su 25. – Alle spalle delle Marche, la classifica green vede Lombardia e Veneto, regioni anch’esse con un elevato tasso manifatturiero del PIL: ciò rafforza la conclusione che sistemi economici a forte impronta manifatturiera, se caratterizzati da standard elevati di efficienza non sono necessariamente “divoratori” di energia e di materia. “Dalla nostra ricerca esce un’immagine dell’Italia della transizione ecologica a chiaroscuri, con regioni all’avanguardia della conversione green e altre che arrancano – ha commentato il Direttore del Festival Roberto Della Seta, presentando il Rapporto – Serve uno scatto in avanti che coinvolga tutti i territori, solo così potremo essere al centro del green deal e che non solo è indispensabile per fronteggiare la crisi climatica ma è una grande occasione di innovazione tecnologica e competitività economica. Come mostrano tanti esempi concreti, convertire all’ecologia produzioni e consumi non è soltanto necessario per l’ambiente: è anche utilissimo a rendere più moderna e competitiva l’economia, a creare lavoro, a migliorare la vita quotidiana delle persone”.   Immagine di copertina: Regioni e Ambiente Read the full article
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micro961 · 3 months
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Biagio Accardi - “Il bene”
Il nuovo singolo del cantautore calabrese è il primo estratto dal nuovo album “Fai che accada” in uscita il 29 marzo.
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«Così come non esiste il giorno senza la notte, non può esistere il bene senza il male, e viceversa. Dobbiamo riconoscere e accettare entrambe le entità e curarne l'aspetto migliore, poiché il bene si annida nei posti più segreti». Biagio Accardi
“Il bene” è il nuovo singolo di Biagio Accardi, performer e autore musicale calabrese le cui sonorità sono ispirate al panorama della World Music.
Il singolo, prodotto da Talìa Produzioni, etichetta discografica indipendente, è il primo estratto dal disco “Fai che accada” in uscita il prossimo 29 marzo.
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Il bene è un invito ad accettare e accogliere gli accadimenti, senza escludere il male, seppur non accettandolo passivamente. Per Accardi, che negli ultimi anni è impegnato nel comprendere il potere “terapeutico” della musica, non esiste una contrapposizione tra i due elementi, ma un’unica forma da contemplare poiché tra le due forze esiste una completezza, un equilibrio.
Nella sognante canzone “Il bene”, la voce di Biagio Accardi è accompagnata dalla finezza del violino e della viola di Massimiliano Gallo.
Il singolo precede l’uscita dell’album “Fai che accada”, composto da 9 brani, alcuni dei quali cantati in dialetto, in cui si rimarca fortemente il legame dell’autore con la storia e il suo territorio. Il disco arriva dopo i precedenti lavori “Rit​ü​ale - Shamanic Meditation” (2023), “Antiche Forze” (2021) e “Parole” (2019).
Biagio Accardi porterà presto i nuovi brani in concerto, con le prime date previste in Bretagna, dal 20 aprile al 5 maggio a cui seguirà il tour italiano in definizione.
Biagio Accardi è performer, viaggiatore, autore di canzoni, libri e produzioni teatrali. Le sonorità delle sue canzoni sono ispirate al panorama della World Music e sono state definite “un affresco poetico e ammaliante dall'intenso potere arcaico”.
Fondatore dell'Eco Campo degli Enotri, realtà innovativa che unisce ecologia, arte, spettacolo e spiritualità, impegnato negli ultimi anni a comprendere il “potere terapeutico” del suono, approfondito in seminari e corsi tra cui i laboratori di canto armonico con Tran Quan Hai e una formazione come musicoterapeuta, è ideatore di "Viaggiolento", una passeggiata che svolge nel Parco Nazionale del Pollino insieme alla sua asina Cometa per riscoprire il bello della lentezza, raccontata nel libro “Viaggiolento nel Pollino. In cammino con il cantastorie” (Andrea Pacilli Editore, 2016).
Dal 2006 al 2010 fa parte del trio di musica tradizionale calabrese I Nagrù, esibendosi in numerosi festival internazionali, da questa collaborazione viene alla luce il lavoro discografico “A nasci e a morì e ‘na cantata”, opera che è stata distribuita solo su supporti fisici.
Nel 2010 pubblica il primo album “Fuoco” iniziando la sua carriera di compositore. Nel 2011 realizza lo spettacolo “Canto e Cuntu”, ideato dopo un’attenta ricerca sulle tecniche e i repertori dei cantastorie e dei guaritori della tradizione del Sud Italia. Il tour dello spettacolo tocca diverse tappe nelle città Europee. Dall’esperienza uscirà nel 2013 il libro e cd audio “Cantu, cuntu… e mi ni fricu!”. Lo stesso anno riceve il premio Francesco Manente per aver esportato la cultura locale e le tradizioni del sud a livello nazionale e internazionale, inoltre viene ospitato dal programma televisivo "Buongiorno Regione tg3".
Nel 2015 pubblica l'album “L’albero che cammina” dalla quale prende spunto per lo spettacolo “Kairos”, mentre nello stesso anno ha l’occasione di suonare le sue musiche ad una performance del poeta americano Jack Hirschman.
Nel 2019 pubblica l’album “Parole” e nel 2020 i singoli "Grande spirito” e “Aspetto la marea". Con questo nuovo repertorio apre il concerto di Francesco Baccini durante la rassegna “Note al Tramonto” di Sangineto (Cs). Sempre nel 2020 si esibisce al “Festival Nazionale dei Cantastorie” sullo stesso palco con il grande “mastru cantaturi” Otello Profazio. Continua la sua produzione musicale pubblicando nel 2021 l’album “Antiche forze”, dalla quale trae le musiche per un nuovo spettacolo che viene interamente arrangiato nella versione live dal bardo e musicista Andrea Seki, uno tra i più importanti suonatori di arpa celtica, realizzando numerosi concerti in tutta Europa con il tour “Zèphyr - Ritual Meditation Sound”. Dalla collaborazione con Andrea Seki nasce il singolo “Invocation to the mother” e la partecipazione al singolo “Errare Humanum Est” del cantore bretone Kristen Nikolas, opera prodotta dall’etichetta discografica Atlanteans Resonances Records diretta dallo stesso Andrea Seki.
Nel 2023 pubblica l’album “Rit​ü​ale - Shamanic Meditation” e il libro di poesie “Foglie tra i palazzi" (Introterra Edizioni), haiku e acquerelli ispirati al personale percorso di ricerca dell’artista. Lo stesso anno fonda il collettivo artistico “Talìa Produzioni” e l’omonima etichetta discografica. “Il bene” è il suo ultimo singolo pubblicato il 15 marzo 2024, primo estratto dal suo nuovo album “Fai che accada” in uscita il 29 marzo, lavoro che vede la collaborazione con il musicista madrileno Luis Paniagua.
CONTATTI E SOCIAL
www.biagioaccardi.com
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Tennis: Montpellier; Cobolli si ferma ai quarti
Si chiude ai quarti di finale il cammino di Flavio Cobolli all’ “Open Sud de France” (ATP 250 – montepremi 579.320 euro). L’italiano è stato battuto dal croato Borna Coric, testa di serie n.4 del tabellone col punteggio di 6-4 6-4 ma è una sconfitta, la sua, che non suona affatto come una battuta d’arresto bensì come un ulteriore passo in avanti in termini di consapevolezza e…
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cinquecolonnemagazine · 5 months
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Fame e povertà nel mondo: dov'è il progresso?
Nonostante i progressi significativi compiuti in vari settori, nel mondo si continua a combattere una battaglia urgente e persistente: la fame e la povertà. Ciò che rende questa sfida ancora più spaventosa è la sua tendenza a crescere, diffondendosi in maniera allarmante su scala globale. In un'epoca in cui la tecnologia e lo sviluppo economico avanzano, il flagello della fame sembra contraddire il nostro cammino verso un futuro migliore. La fame e la povertà nel mondo: i dati Mentre i dati sul progresso economico e tecnologico possono essere incoraggianti, la cruda realtà è che la fame persiste come un'emergenza mondiale. Secondo le Nazioni Unite, nel 2022 sono state oltre 820 milioni le persone che in tutto il mondo hanno sofferto di fame cronica, un numero che sembra aumentare nonostante gli sforzi di organizzazioni umanitarie e governi. Questa sfida non conosce confini, colpendo Paesi ricchi e poveri, e sottolinea la necessità di affrontare le cause profonde della povertà. Uno sguardo più approfondito rivela un elenco di Paesi particolarmente colpiti dalla fame e dalla povertà estrema. Paesi come il Sud Sudan, la Repubblica Democratica del Congo, l'Afghanistan e la Somalia sono costantemente alle prese con crisi alimentari, conflitti e instabilità politica che aggravano la situazione. Le risorse limitate, la mancanza di infrastrutture e l'accesso limitato all'istruzione contribuiscono a una spirale discendente di povertà da cui è difficile emergere. La povertà nei Paesi industrializzati Tuttavia, non si tratta solo di una questione che affligge i Paesi in via di sviluppo. Anche in quelli cosiddetti industrializzati, la fame e la povertà stanno emergendo come problemi sempre più urgenti. La disparità economica e sociale è in aumento, con un divario sempre più ampio tra i ricchi e i poveri. La pandemia di COVID-19 ha ulteriormente esacerbato questa situazione, mettendo in luce le vulnerabilità nei sistemi di sicurezza sociale e aumentando il numero di persone che si trovano in situazioni di precarietà economica. In molti Paesi sviluppati, ci sono persone che faticano quotidianamente per mettere cibo sulla tavola e garantire un tetto sopra la testa. L'insicurezza alimentare, benché meno visibile, è una realtà che colpisce diverse fasce della società. Le organizzazioni di beneficenza e i banchi alimentari stanno vedendo un aumento della domanda da parte di individui e famiglie che, a causa di situazioni economiche difficili, si trovano a fare i conti con la fame. Un modello di sviluppo sostenibile L'approccio a questa crisi globale deve essere multidimensionale. La comunità internazionale deve lavorare insieme per affrontare le radici profonde della fame e della povertà, promuovendo lo sviluppo sostenibile, l'accesso all'istruzione e l'uguaglianza di opportunità. Inoltre, è essenziale affrontare le disparità economiche nei Paesi industrializzati attraverso politiche sociali ed economiche che mirano a ridurre il divario tra ricchezza e povertà. Solo attraverso sforzi congiunti, sia a livello locale che globale, possiamo sperare di costruire un mondo in cui ogni individuo abbia accesso a cibo, istruzione e opportunità per un futuro migliore. In copertina foto di ElasticComputeFarm da Pixabay Read the full article
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lamilanomagazine · 6 months
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Lombardia, la più grande campagna italiana di sensibilizzazione dei cittadini sul valore del patrimonio e sulla necessità di proteggerlo e valorizzarlo
Lombardia, la più grande campagna italiana di sensibilizzazione dei cittadini sul valore del patrimonio e sulla necessità di proteggerlo e valorizzarlo Ventitré “Luoghi del Cuore” avranno nuova vita grazie al FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS in collaborazione con Intesa Sanpaolo, nell’ambito della più importante campagna italiana di sensibilizzazione dei cittadini sul valore del patrimonio e sulla necessità di proteggerlo, restaurarlo e valorizzarlo. Sono storie e progetti che raccontano un’Italia di piccole comunità che si impegnano con tenacia a preservare e a valorizzare il proprio territorio a partire dal patrimonio culturale e paesaggistico, riconosciuto testimonianza significativa e imperdibile di storia, identità e tradizioni, ma anche motore di aggregazione sociale e sviluppo economico, stimolo per il coinvolgimento di tutta la comunità, con grande attenzione ai più giovani, e occasione per affrontare i temi della sostenibilità, della crisi ambientale e dell’accessibilità. Da Nord a Sud Italia saranno finanziati ventitré progetti che riguardano luoghi amati e identitari, che rivelano storie uniche di passione e perseveranza. Tra questi incontriamo ad esempio l’impegno di un’associazione di giovani nel centro di Napoli per il recupero e la riapertura di piccole e antiche chiese abbandonate, che ha coinvolto anche gli abitanti del quartiere. Ci sono luoghi simbolo dell’impatto del cambiamento climatico, come l’antica Salina Camillone di Cervia (RA), sommersa dall’alluvione dello scorso maggio, e luoghi dove si lavorerà a una fruizione dell'arte multimodale, inclusiva e autonoma per diversi tipi di pubblico, come l’Oratorio della Beata Vergine Assunta a Calvenzano (BG). Storie e luoghi capaci di far dialogare privati cittadini, enti pubblici ed enti scientifici, come nel caso di Via Vandelli, un cammino sulle Alpi Apuane progettato nel Settecento per collegare Modena e Massa e che sarà reso maggiormente fruibile in collaborazione con una rete di Comuni e con il CAI, oppure a Oristano, dove un piccolo nucleo di suore di clausura si sono battute a favore del proprio monastero fino a ottenere il contributo per la sua valorizzazione con la collaborazione della Prefettura e dell’Università di Cagliari. E ancora, troviamo luoghi capaci di ricucire tradizioni quasi scomparse, come l’antica arte di fondere – e suonare – le campane che ancora resiste a Valduggia (VC). Con questi 23 interventi salgono a 162 i progetti finanziati dal 2003 a oggi grazie al censimento del FAI. IN LOMBARDIA In Lombardia il FAI sosterrà con un contributo di 21.400 euro un progetto di restauro a favore del Plesso storico di San Michele a Torre de’ Busi (BG), al 22° posto della classifica nazionale del censimento 2022 e quarto luogo più votato in Lombardia, grazie a 10.226 voti raccolti dal “Comitato per la valorizzazione del Plesso storico di San Michele”, che comprende la Pro Loco, i parrocchiani, gli Alpini e l’Amministrazione comunale. Nella Valle San Martino, tra Lecco e Bergamo, sorge sulla sommità di un crinale circondato da boschi, torrenti e piccole frazioni un complesso religioso con una storia molto antica. Gli abitanti del territorio solevano percorrere a piedi la mulattiera che, con le stazioni della Via Crucis, permette di raggiungere questo luogo di preghiera. Il Plesso di San Michele si articola in un gruppo di edifici, che comprende la chiesa, il campanile, la canonica e il più antico Oratorio di Santo Stefano, che risale al XII secolo. Al suo interno si ammirano ampi frammenti di un importante ciclo di affreschi del XIV-XV secolo. La chiesa, più tarda (XV secolo), presenta decorazioni tardo-barocche e un pregevole altare intarsiato. Sul lato destro è addossato un porticato esterno che funge da passaggio pedonale: più volte ricostruito, oggi è inagibile per la frana che mette in pericolo la struttura dell’intero edificio. Il “Comitato per la valorizzazione del Plesso storico di San Michele”, prende cura del luogo e promuove visite speciali all’Oratorio, ha raccolto i voti al censimento “I Luoghi del Cuore” 2022 con la speranza di salvare un luogo a lungo caduto in totale abbandono. La partecipazione al censimento ha ampliato la rete di valorizzazione riunita intorno a San Michele, con il coinvolgimento di professionisti che hanno collaborato pro bono alla progettazione dell’intervento richiesto sul bando. La Delegazione FAI di Bergamo ha sostenuto la raccolta voti di questo e di tutti i luoghi del territorio. Il progetto sostenuto da FAI e Intesa Sanpaolo – richiesto dalla Parrocchia di San Salvatore – riguarda il restauro di un ciclo di affreschi di particolare interesse, con le figure dei Peccati Capitali, realizzato nella prima metà del Quattrocento. Gli affreschi, solo in parte visibili perché in un’epoca imprecisata coperti da uno strato di scialbo, si trovano attualmente all’interno del campanile, ricavato utilizzando una parte di parete dell’antica chiesa. Sulla controfacciata di quest’ultima era probabilmente dipinto un Giudizio Universale, di cui dovevano far parte i Peccati Capitali. Il restauro sarà completato da quello della scala in legno che permette di salire all’interno del campanile, che sarà inoltre spostata, per permettere una migliore visione dei dipinti. Obiettivo del progetto, infatti, è anche quello di rendere fruibili gli affreschi restaurati. L’auspicio è che questo intervento possa servire da volano per l’attrazione di nuovi finanziamenti, per dare progressivamente corso al consolidamento strutturale e al recupero dell’intero complesso. Con un contributo di 24.000 euro verrà realizzato un progetto di valorizzazione a favore di Villa Mirabellino nel parco della Reggia a Monza, al 10° posto della classifica nazionale del censimento 2022 e secondo luogo in Lombardia, grazie a 17.993 voti raccolti da un comitato partecipato da molteplici soggetti pubblici e privati, con il supporto della Delegazione FAI Monza. Edificata nel 1776 dall'architetto Giulio Galliori, architetto della Fabbrica del Duomo, su committenza del cardinale Angelo Maria Durini, come dépendance per ospitare gli invitati del suo circolo letterario a Villa Mirabello, al cui giardino si collega visivamente, con un cannocchiale prospettico. Sorge in posizione panoramica e scenografica, in cima al declivio che dal settore occidentale del Parco scende, con una serie di terrazzamenti, sino al Lambro. Lasciata in eredità ai Trivulzio, la villa fu in seguito usata da famiglie imperiali francesi e austriache finché, nel 1805, venne acquistata da Eugenio de Beauharnais, viceré d'Italia e principe di Venezia, che la donò alla moglie Augusta Amalia di Baviera. Il complesso fu inglobato nel Parco della Villa Reale, realizzato tra 1805 e 1808 su progetto di Luigi Canonica, e gli esterni furono rimaneggiati a metà del secolo, alterandone le linee originarie. Nel 1919 l’insieme di parco ed edifici passò dalla Corona al Regio Demanio e nel 1920 Villa Mirabellino venne consegnata all'Opera nazionale pro Orfani e Infanti di guerra; nel 1942 venne data in concessione gratuita ai Comuni di Milano e Monza e alcuni anni dopo l'Amministrazione milanese vi insediò una colonia elioterapica, con la realizzazione di una serie di interventi che snaturarono completamente lo spazio interno. Da decenni l’edificio, deturpato da atti vandalici, versa in uno stato di totale abbandono e la raccolta voti al censimento del FAI 2022 è stata promossa dal comitato “Amici del Mirabellino” con l’obiettivo di sensibilizzare sull’urgenza di un restauro conservativo e di individuare una nuova destinazione d’uso. Il progetto sostenuto da FAI e Intesa Sanpaolo – richiesto dal Consorzio di Villa Reale e Parco di Monza, che ha preso in consegna Villa Mirabellino lo scorso giugno – riguarda la ricostruzione del Belvedere ottocentesco: un primissimo intervento, che vuole rappresentare un preambolo al futuro recupero del Bene, ancora da progettare. Si interverrà dunque su un elemento dell’impianto storico del giardino della residenza, anche con l’obiettivo di far conoscere il suo significato originario: luogo di svago, di riposo, di amicizia e di apertura al bello. In particolare, verrà ricreata la “vaga collinetta” realizzata a inizio Ottocento con scalinata in pietra, piantumata con Liriodendri e circondata da una balaustra circolare, nella porzione di giardino rivolta verso il Viale dei Carpini e Villa Mirabello. Il Belvedere, realizzato a inizio Ottocento, aveva la funzione di permettere, con la sua posizione sopraelevata, una piena ammirazione del paesaggio, secondo lo spirito romantico. Ancora, il FAI sosterrà con un contributo di 19.600 euro un progetto di restauro a favore del Santuario e Chiesa rupestre di San Vittore Martire a Brembate Sotto (BG), al 14° posto della classifica nazionale del censimento 2022 e terzo luogo più votato in Lombardia con 13.832 segnalazioni, raccolte grazie alla collaborazione di diverse associazioni locali e con il supporto della Delegazione FAI di Bergamo. La Chiesa sorse nel X secolo presso un attraversamento del fiume Brembo, scavalcato dal ponte ancora esistente accanto al complesso religioso, poco prima della sua confluenza nell’Adda, cruciale via di comunicazione del tempo. La sua posizione era tanto più strategica in quanto la chiesa era stata fondata presso la strada di collegamento tra Milano e Bergamo e in prossimità del più breve percorso via terra tra Crema e Lecco. Molto cresciuta rispetto alla sua fondazione, si presenta oggi come un complesso su tre livelli sovrapposti, raccordati da una scala monumentale esterna: al primo, poco più alto del greto del fiume, si trovano tre grotte, residuo di una più ampia erosione provocata dall’acqua; al secondo livello, in un’ampia cavità, è stata ricavata prima dell’anno Mille la chiesa rupestre ipogea; al terzo, contiguo al piano stradale, sono state erette la chiesa della seconda metà del Quattrocento e, nei secoli successivi, il campanile e la canonica. Il progetto sostenuto da FAI e Intesa Sanpaolo – richiesto dalla Parrocchia – permetterà il restauro degli affreschi dell’abside della chiesa superiore, dedicati alla vita di San Vittore. Il ciclo, firmato e datato sull’arco trionfale, è stato realizzato nel 1663 da Giovan Battista Botichio, oggi poco conosciuto, ma caposcuola della pittura del suo tempo a Crema, territorio storicamente e geograficamente legato a Brembate. Infiltrazioni d’acqua dal tetto in anni precedenti hanno causato diffusi sollevamenti e cadute della pellicola pittorica e nelle scene del registro inferiore sono identificabili numerose alterazioni di un precedente restauro. L’obiettivo è quello di arrestare il degrado e conservare le scene, di grande freschezza e teatralità, con notevoli inserzioni paesaggistiche. Infine, sempre in Lombardia il FAI sosterrà con un contributo di 10.000 euro un progetto di valorizzazione a favore dell’Oratorio della Beata Vergine Assunta di Calvenzano (BG), al 41° posto della classifica nazionale del censimento 2022 con 6.978 voti raccolti dal comitato “Alpini per la Chiesetta di Calvenzano” con il supporto del Gruppo FAI Bassa Bergamasca. Immersa nei campi coltivati a sud di Calvenzano, l'Oratorio della Beata Vergine Assunta è una chiesa campestre che conserva al suo interno degli splendidi affreschi seicenteschi dell’artista cremasco Tommaso Pombioli (1579-1636), datati 1623. L’edificio era stato recuperato negli anni ‘80, mentre gli affreschi sono stati restaurati nel 2000, grazie alla locale sezione degli Alpini. La Chiesa, inoltre, si pone come un museo a cielo aperto, emblema dell’antica civiltà rurale bergamasca. In particolare, gli affreschi, con cartigli in volgare, erano destinati all’ alfabetizzazione dei fedeli, mentre il porticato esterno fungeva come luogo di riparo, per pellegrini e braccianti. Questi ultimi sfruttavano una roccia del porticato, ancora oggi visibilmente consumata, come pietra Cote, per affilare le lame. Il progetto sostenuto da FAI e Intesa Sanpaolo – richiesto dalla Parrocchia dei SS. Pietro e Paolo Apostoli di Calvenzano – prevede la creazione di percorsi di visita inclusivi, integrati con quello tradizionale, adatti a persone con diversabilità cognitive e/o intellettive anche complesse. Nello specifico verranno realizzati un herbarium e un olfattorium, ispirati alle piante presenti nel Boscospino e rievocativi dei cicli pittorici; un Modellino 3D del bene su supporto mobile; pannelli mobili con gli affreschi in rilievo, le traduzioni in braille e in Comunicazione Aumentativa Alternativa; tablet con video LIS per non udenti, audioguida con musiche ispirate agli affreschi e racconti brevi per i più piccoli. Il progetto si rivolge in una direzione di ampliamento dell’offerta di visita che vuole poter includere e soddisfare le molte realtà locali che si occupano di persone affette da diversabilità in un’ottica di accessibilità e fruizione dell'arte multimodale, inclusiva e autonoma per tutti. COME FUNZIONA IL BANDO: Se da sempre i tre vincitori di ogni censimento e il vincitore della classifica speciale hanno automaticamente diritto a ricevere un sostegno economico a fronte della presentazione di un progetto, grazie al bando lanciato lo scorso aprile anche gli enti proprietari e i portatori di interesse dei luoghi che avevano superato la soglia di 2.500 voti al censimento 2022 hanno potuto candidare progetti di restauro o di valorizzazione al sostegno del FAI. La fase di censimento, infatti, è sempre seguita dalla pubblicazione di un bando, che vuole innanzitutto rappresentare uno stimolo per i territori a mobilitare e aggregare risorse ed energie, al fine di trasformare i voti raccolti dalle “comunità di eredità” – i comitati spontanei che partecipano al censimento – in progetti concreti, con tempi di realizzazione certi e dotati di un cofinanziamento: l’attivazione di circoli virtuosi e la compartecipazione delle forze locali rappresenta senza dubbio il miglior viatico, se non la migliore garanzia, per la salvaguardia dei luoghi e il successo dei progetti. Le cinquantacinque richieste candidate per il bando sono state valutate da una commissione in base a otto parametri: dal numero di voti alla qualità e al potenziale impatto di trasformazione dei progetti candidati, dal carattere identitario dei luoghi alla loro valenza storico-artistica o ambientale, fino all’attivazione di reti di partner, alle attività di divulgazione previste e all’urgenza di intervenire. Dal 2004 Intesa Sanpaolo affianca il FAI in questa iniziativa a favore della tutela e della valorizzazione delle bellezze artistiche e naturali del Paese, ambito che vede il Gruppo impegnato in prima persona. A questo si aggiunge la capillare diffusione sul territorio italiano che asseconda la presenza della Banca distribuita in tutte le regioni italiane. Il censimento è stato realizzato con il Patrocinio del Ministero della Cultura. Rai è Main Media Partner del FAI e ha supportato l’XI edizione del Censimento “I Luoghi del Cuore”, riconfermando l’impegno del Servizio Pubblico multimediale alla promozione, cura e tutela del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico italiano.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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carmenvicinanza · 8 months
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Mahalia Jackson
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Non riesco a capire perché quando sono sul palco o in uno studio televisivo e sto lavorando con dei bianchi, tutti non fanno che abbracciarmi e dirmi che sono fantastica, eccetera. Quando poi cammino per la strada come una persona qualunque, nessuno mi riconosce. E giù al Sud, quando entro in un grande magazzino, non posso nemmeno comprare un sandwich e una bibita gassata. O a chiamare un taxi. Eppure sono sempre la stessa Mahalia Jackson che tutti quanti continuano a definire meravigliosa e fantastica. Perché c’è chi si comporta in questo modo? Non capisco. Insomma, la mia gente merita rispetto. Sentire un bianco che dice «figliolo» al tuo compagno, a tuo marito o a tuo fratello fa veramente schifo. È una mancanza di rispetto. Tutti sono esseri umani allo stesso modo. Trattare gli altri in questa maniera è segno della più bieca ignoranza.
Mahalia Jackson, la Regina del Gospel, è stata una delle più grandi protagoniste della musica del ventesimo secolo.
Ha vinto tre Grammy Awards e alcuni suoi brani sono stati inseriti nella Grammy Hall of Fame.
Dotata di una voce dallo stile inconfondibile e dal forte impatto emotivo, aveva un timbro possente e una grande estensione oltre a notevoli capacità interpretative che riuscivano a commuovere chi la ascoltava. 
Ha incarnato il gospel moderno come espressione di un puro slancio liberatorio, di una schietta, incontaminata devozione al divino combinata a una letizia tutta terrena e palpabile. 
Il suo contralto di straordinaria vastità, tonante di elegante irruenza, insieme sacrale e sanguigno, ha riassunto tensioni e emozioni, fantasia, dolore e speranze dell’esperienza afro-americana del Novecento. Echeggiava i blues di Bessie Smith ma anche il primo jazz di Storyville, pulsava dei ritmi danzanti della second line delle parate di New Orleans, disegnando le più assorte e ariose melodie degli inni tradizionali. Era a suo agio accompagnata dal piano scabro e percussivo di un’umile chiesa pentecostale, come nella policroma coralità orchestrale di Duke Ellington.
Iconica attivista del movimento per i diritti civili, si è esibita alla Marcia su Washington il 28 agosto 1963. 
Nacque col nome di Mahala Jackson il 26 ottobre 1911, a New Orleans, in una famiglia povera e molto devota, che viveva in una baracca. Aveva solo cinque anni quando venne affidata alle cure di una zia perché sua madre, Charity Clark, era morta.
Già a quattro anni cantava nel coro giovanile della chiesa del padre, John Jackson scaricatore di porto, barbiere e pastore Battista.
Arrivata a Chicago da adolescente, sull’onda del portentoso flusso migratorio dal Meridione al Nord industriale, il suo talento ha preso forma e la sua arte ha acquistato gradualmente risonanza e prestigio. Nella metropoli, definita il Vaticano del gospel, la sua voce imponente e dinamica, ha contribuito a illustrare, per le congregazioni battiste degli anni Trenta, l’innovativo e ispirato repertorio del suo mentore Thomas A. Dorsey, grande pianista e compositore che veniva  dal blues, e a gettare le basi per l’affermazione del gospel moderno e della nuova vocalità religiosa afro-statunitense.
Dopo aver svolto tanti lavori e cantato in vari cori religiosi, il suo primo brano da solista, Oh My Lord, è uscito nel 1937. 
Il disco che l’ha fatta conoscere al grande pubblico,  Move On Up A Little Higher, inciso nel 1947 per l’Apollo Records, è stato il singolo di gospel più venduto della storia. Sull’onda di questo strepitoso successo ha iniziato a entrare nei più celebri studi televisivi e fatto tour in giro per il mondo.
Nel 1954 ha anche condotto un programma evangelico sulla CBS TV.
In seguito alla sua memorabile esibizione al Newport Jazz Festival è stato tratto Mahalia Jackson: Live at Newport – Columbia 1958 il suo album di maggior successo commerciale.
Negli anni sessanta è stata in prima linea nel movimento per i diritti civili dei neri d’America. Alla marcia su Washington, si è esibita con I’ve Been ‘Buked and I’ve Been Scorned, davanti a 250.000 persone. Cinque anni dopo, ai funerali di Martin Luther King, ha cantato Take My Hand, Precious Lord e scoraggiata, ha abbandonato l’impegno attivo nel movimento.
Dopo essere stata più volte ricoverata per diversi problemi di salute, ha tenuto il suo ultimo concerto nel 1971 a Monaco, in Germania. È morta di infarto il 27 gennaio 1972 a Chicago.
Al suo servizio funebre, davanti a 50.000 persone, Aretha Franklin  le ha dedicato Take My Hand, Precious Lord.
Nel 1993, la città di New Orleans le ha intitolato il teatro situato all’interno del Louis Armstrong Park, ribattezzato “Mahalia Jackson Theater for the Performing Arts”.
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bergamorisvegliata · 8 months
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SCIOGLIERE...SCIOGLIERE...
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"Chi, nel periodo che stiamo vivendo, non ha necessità o comunque non ne ha avuta di liberarsi di pesi interiori appartenenti a un passato anche felice?"Chi, nel periodo che stiamo vivendo, non ha necessità o comunque non ne ha avuta di liberarsi di pesi interiori appartenenti a un passato anche felice?
Sono quelle catene "animiche" o "karmiche" che ci ostacolano verso quell'evoluzione spirituale (e non solo) che può farci fare un deciso salto di prospettiva oltre che di consapevolezza e aiutarci nella direzione che vogliamo prendere verso un futuro migliore...
Quelle che seguono sono alcune mie riflessioni (se volete anche "poemetti" riguardo alla pulizia karmica, e non solo...).
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Liberare la nostra dimora è come ripulire la nostra anima dalle impurità della mente.
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Fare scorrere il passato per liberarci dai piccoli ma giganteschi pensieri che ostacolano il nostro cammino verso la luce.
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Ordinare nei cassetti delle nostre stanze è un po' come svuotare il nostro cervello dai lacci che ci impediscono di respirare.
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Iniziare a mettere ordine dentro noi stessi è come avviarsi su una salita ripida, inesplorata, ovvero inerpicarsi verso un sentiero che si sa da dove parte ma non si sa dove arriva, ossìa: prepararsi ad affrontare un viaggio non privo di rischi e di pericoli, ma che solo il coraggio e la saggezza possono rendercelo entusiasmante e ricco di felicità e di gioia...
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La più grande sofferenza animica è quando sappiamo di doverci staccare dalla nostra famiglia, quella che abbiamo sempre amato. Ma amarla è rimanerne attaccati o non piuttosto liberarcene perchè ci rimanga impressa quando supereremo le prime difficoltà della vita?
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Lasciar andare ci dà la libertà, e la libertà è l’unica condizione per la felicità. Se, nel nostro cuore, ci aggrappiamo ancora a qualsiasi cosa – rabbia, ansia o proprietà – non possiamo essere liberi. (Thich Nhat Hanh)
E dopo l'ultima perla di saggezza "rubata" da un cantore/poeta vietnamita, chiudo con una poesia di Pablo Neruda, "L'Assenza".
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 Assenza - Pablo Neruda
" Se muoio sopravvivimi con tanta forza pura da risvegliare la furia del pallido e del freddo, da sud a sud alza i tuoi occhi indelebili, da sole a sole suoni la tua bocca di chitarra. Non voglio che vacillino il tuo riso nè i tuoi passi , non voglio che muoia la mia eredità di gioia, non bussare al mio petto, sono assenti. Vivi nella mia assenza come in una casa. E' una casa così grande l' assenza che entrerai in essa attraverso i muri e appenderai i quadri nell 'aria. E' una casa così trasparente l'assenza che senza vita io ti vedrò vivere e se soffri, amor mio, morirò di nuovo ."
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