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#carlos del campo
reborn-kaijuverse · 7 months
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Las voces para mi fancasting de Godzilla (LATAM) [Parte 1]
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badmovieihave · 2 years
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Bad movie I have Orphan: First Kill
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enalfersa · 1 year
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Los 33 de VOX que llegan al Congreso en la legislatura XV
Diputados nacionales de VOX A continuación, facilitamos los perfiles de los 33 diputados de VOX que formarán parte del GP VOX durante la legislatura XV: Alicante 1. David García Gomís. Ha sido concejal del Ayuntamiento de San Vicente del Raspeig en las elecciones municipales de 2019 y diputado autonómico en las Cortes Valencianas. En VOX ha ocupado el cargo de vicepresidente del COGEP (Comité…
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sociedadnoticias · 1 year
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Violencia cuesta 4.6 billones de pesos a los mexicanos
Violencia cuesta 4.6 billones de pesos a los mexicanos #PeriodismoParaTi #SociedadNoticias #ÍndiceDePaz #México #GuardiaNacional #SSPPC @GN_MEXICO_ @rosaicela_ @SSPCMexico @Claudiashein @IndicedePaz @SEDENAmx @cjuarezcruz
De acuerdo con el Índice de Paz México la tasa de homicidios en México sigue siendo alta a pesar de una reducción del 7.9 por ciento. Por Carlos Lara Moreno | Reportero                                      La violencia en México generó un costo de 4.6 billones de pesos en el 2022, lo que equivale al 18.3 por ciento del Producto Interno Bruto, reveló el Índice de Paz. La organización destacó…
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thecubanartobserver · 2 years
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Exposición “Luz a tu propia química (al desnudo)”, Colectiva
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angelap3 · 2 months
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🌺🍃🍀🌹
“Lui è chi ha cantato Cristo in croce e ha dato i dieci comandamenti al commento di Tito, uno dei ladroni appesi.
Lui ha messo in musica un prigioniero che non voleva respirare la stessa aria dei secondini.
Lui cantava con voce di pozzo l'amore dei giorni perduti a rincorrere il vento.
Lui è chi ha tradotto Leonard Cohen, Georges Brassens, Bob Dylan in quell'impossibile, perfetta versione di "Avventura a Durango", capolavoro di trasferimento da una lingua a un'altra.
Lui è chi ha scritto che a morire di maggio ci vuole troppo coraggio, ha dato musica alla cattiva strada, ha squagliato la cioccolata dei dialetti, il genovese, il sardo, il napoletano dentro le ballate.
Lui è chi è stato legato a un palo dell'Hotel Supramonte dove ha visto la neve sopra un corpo di donna amato, addolcito di fame e ha ascoltato i racconti dei banditi e ha conosciuto una loro cura che nessun detenuto di questo Paese ha provato.
Lui è chi ha perdonato con gratitudine.
Lui è chi ha visto al collo di Teresa una lametta vecchia di cent'anni, lui sa che il dolore di Franziska taglia più di un coltello di Spagna. E sa il bosco dove Sally arrivò con il tamburello e sa il bisturi che corregge il sesso di Princesa, e la ragazza che si versa un cucchiaio di mimosa nell'imbuto di un polsino slacciato.
Lui è chi ha dato cantico ai drogati perché chiedessero: "e chi, chi sarà mai / il buttafuori del sole / chi lo spinge ogni giorno / sulla scena alla prime ore".
Lui è chi ha suonato i pensieri dei suicidi, il nasone di Carlo Martello, le fregole di un vecchio professore e la più concreta offerta di un paradiso, in vendita a via del Campo.
Lui è chi ha messo un giudice nelle mani esageratamente affettuose di un gorilla e ha lasciato che un pescatore sfamasse un assassino, e tacesse ai carabinieri.
Lui è chi cantò le lapidi di Spoon River dove Jones il suonatore mai rivolse pensiero al denaro, all'amore, al cielo.
Lui è chi ha voluto bene ai cuccioli del maggio che poi avrebbero azzannato i garretti dei potenti e avrebbero stabilito il record di carcere di una generazione italiana. Invano avvertiva gli altri: "per quanto voi vi crediate assolti / siete lo stesso coinvolti". Invano, perché gli altri si sono sempre assolti, da soli e definitivamente. Coinvolti restano solo lui, i caduti e i prigionieri senza fine. Sì, è stato il più grande, non solo per iscritto e in canto, ma per carattere, per dirittura d'urto contro la macchina luccicante di successo e carriera.
Lui solfeggiava con gli sconfitti, sbriciolava il loro pane ai passeri.
Dopo di lui la specie dei selvatici si è estinta. C'è il gran bazar degli ammansiti.
Non l'ho nominato, solo enumerato. Chi ha bisogno di guardare il suo nome, ha perso tempo a leggere fin qua.
Erri De Luca. ❤
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libriaco · 6 months
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Le Fosse Ardeatine
Dieci metri piú in là del Quo Vadis la strada si biforca: a sinistra prosegue l’Appia Antica; a destra inizia la via Ardeatina. Prendemmo a destra. Man mano che proseguivamo nel cammino, m’accorsi che s’era formata una fila indiana di persone che, da sole o a piccoli gruppi, sembravano andare nella stessa direzione. Dopo cinquecento metri la strada smette di salire: segue una brusca discesa, che piega sulla destra. Proprio lí, poco dopo la svolta, nel compatto muro di fogliame che ci aveva fin allora accompagnati, s’apriva un varco. Vi entrammo: c’era uno spiazzo, a ridosso di una di quelle creste rossastre di tufo, che cosí frequentemente segnalavano allora nei dintorni di Roma la presenza di cave di pozzolana. Sullo sfondo, lungo la parete, s’aprivano due-tre grandi cavità oscure: si vedeva che erano state aperte, o riaperte, di recente, perché cumuli di terriccio fresco le fronteggiavano. Da quelle cavità un fitto via vai di persone, in gran parte militari, – poliziotti, carabinieri, pompieri, – ma tutti con delle povere tutacce blu o marroni, e fazzoletti colorati qualsiasi stretti intorno al volto. Mio padre trovò un masso da una parte e mi ci fece sedere. «Aspettami qui, – mi disse, – non muoverti». Capii che non era il caso d’insistere. M’accoccolai lí e cominciai a guardarmi intorno, mentre mio padre s’avviava verso uno di quegli ingressi. Mescolati a quelli che erano o parevano militari c’erano anche molti civili: uomini e donne aggrondati, generalmente vestiti di nero, che entravano e uscivano guardando fisso di fronte a sé. A un certo punto passarono due uomini, sorreggendo una donna: era riversa in avanti, con il volto cereo e le gambe rigide; le punte delle scarpe, tenacemente congiunte, come per un’inconscia resistenza nervosa dovuta a qualche dolore, rigavano la polvere. Ma la cosa piú impressionante per me era che da quelle bocche d’inferno veniva un fetore di fronte al quale quello dei poveri morti accatastati nelle bare qualche mese prima nel cimitero del Campo Verano mi sarebbe sembrato insignificante: forse a causa di un forte sbalzo di temperatura tra quelle fredde viscere della terra e il calore esterno, partiva dalla parete, e percuoteva tutti coloro che si trovavano lí davanti, una corrente, un vento intenso, un flusso mortifero compatto e come oleoso, che ci avvolgeva e ci sovrastava, permeando ogni molecola dei nostri apparati sensori, non solo il naso e l’olfatto, ma la bocca e il gusto, e impastandosi con tutta la nostra percezione. Il puzzo della morte, quando è particolarmente forte, si materializza, si fa corposo, si può toccare, diventa esso stesso una creatura vivente, una forza della terra. Cominciavo ad avvertire un ormai noto fremito di disgusto nello stomaco, quando mio padre riemerse dall’oscurità, con gli occhi rossi e il fazzoletto piantato anche lui davanti alla bocca e al naso. Disse: «Andiamo», e non ci fu verso di farlo parlare, fin quando, nel bar di piazza Tuscolo, non sorbimmo insieme un bicchiere di limonata. Sobriamente mi raccontò che proprio lí erano stati trucidati quei prigionieri italiani, politici e militari, di cui aveva parlato il giornale il giorno prima della morte di mio nonno Carlo, e che perciò da quel momento, poiché non aveva avuto ancora un nome, la strage poté chiamarsi, – e da allora s’è chiamata, – delle Fosse Ardeatine. Solo nelle settimane successive, e solo a brandelli, interrotti da lunghi silenzi, mia madre e io sapemmo il resto. Mio padre raccontò di aver visto le file dei prigionieri in ginocchio, non ancora decomposti, addossati l’uno all’altro, qualcuno caduto in avanti, con le mani legate dietro la schiena e un foro immenso nel cranio; disse che, a eccezione forse del primo, tutti gli altri avevano dovuto sapere, con un anticipo da pochi a molti minuti, quello che stava per accadergli. Raccontò anche che frotte di topi grassi fuggivano in giro quando uno degli addetti alla riesumazione spostava in uno di quegli angoli bui la luce della sua lampada.
A. Asor Rosa, L'alba di un mondo nuovo [2002], Torino, Einaudi, 2005
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missviolet1847 · 13 days
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Bambini in guerra che a scuola non tornano | il manifesto
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Una bambina legge nella scuola dell’Unrwa usata come rifugio dai palestinesi - foto Ansa
Il primo giorno. Il primo giorno in classe è il primo giorno del mondo nuovo, il nostro pensiero va a Gaza: buco nero dell’umanità, inizio e fine di ogni principio etico e morale sull’esistere
Pubblicato 21 ore fa
Edizione del 12 settembre 2024
Valeria Parrella
Il primo giorno di scuola è importantissimo, è la notizia, perché la scuola salva la vita, come il servizio sanitario nazionale, né più né meno. E certo tra le istituzioni su cui si incardinano le democrazie ci sono entrambi.
E certo un pronto soccorso ti salva la vita sull’urgenza e la scuola pubblica te la salva sulla lunga percorrenza: sul resto dell’esistenza. E certo per noi sono i pilastri, il fondamento, il motivo per cui siamo sicuri che pagare le tasse non è solo un dovere ma anche un diritto, e questa cosa riesce ancora a essere vera, nonostante da anni i governi che si avvicendano non diano importanza né all’uno né all’altra, smantellandoli nel senso e nelle risorse.
Ma, come meritoriamente Cartabellotta ha lanciato l’appello Salviamo il Servizio sanitario nazionale, così ugualmente dobbiamo fare con la scuola pubblica, salvarla dalla fatiscenza delle strutture, dalla privazione delle risorse, dall’ingaggio truffaldino dei docenti, dalle graduatorie umilianti, dall’emigrazione colpevole, dal reclutamento sine ratione dei docenti di sostegno.
Dobbiamo salvare la nostra scuola dall’indebolimento dell’idea stessa di Scuola, costretta a viversi come un’azienda, con i presidi che si devono chiamare dirigenti. Come se fosse una cosa privata, in cui va meglio chi produce, e di cui però non si sanno valutare i meriti.
E nessuna prova invalsi ha mai provato nulla.
E nessuna corsa alle iscrizioni ha mai provato nulla.
E nessuna graduatoria di «quanti cento alla maturità» ha mai provato nulla.
Da sud a nord la prova di una buona scuola è che ci sono ragazzi che vengono dalle situazioni famigliari più disparate, dalle condizioni economiche e psicofisiche più diverse, e si ritrovano negli stessi banchi, ad ascoltare le stesse parole, a studiare dagli stessi testi, a confrontarsi con le stesse paure, a criticare o amare gli stessi professori.
Entrano insieme ed escono insieme e riescono a dividere tutto. È questa la buona scuola.
Un posto dove sappiamo che i nostri figli sono al sicuro, dove si sentono liberi, dove possono fare domande, ricevere risposte, e anche sconfessarci.
Lì si crea il cittadino, in quel momento lì.
E noi questa cosa la sappiamo, la sappiamo da sempre perché è stato lo strumento con cui si sono emancipate le nostre madri, la sappiamo perché, assieme al voto, è il vero lascito di cui parla Cortellesi nel suo bel film. La sappiamo perché c’è un’ondata di populismo che parte da Trump e arriva a palazzo Chigi in cui si dice il contrario, ci si permettono ignoranze, e grammaticali, e istituzionali, e di contenuti. Si avallano le stesse come se questo garantisse una maggiore aderenza alla realtà. Quando l’unica cosa che garantisce è maggior servaggio. Chi è ignorante può essere condotto, chi studia è libero.
Noi lo sappiamo da sempre, è per questo che mentre ci arrivano nelle chat foto di primi giorni di scuola, di ragazzine con i trolley rosa e giovani genitori alle prese con l’inserimento, il nostro pensiero va a quelle ragazzine a cui è negata l’istruzione, a chi un primo giorno di scuola non ce l’ha perché dei governi oscurantisti vogliono le donne come schiave, e sanno che la prima catena nasce dall’analfabetismo.
Mentre ci arrivano le foto delle nostre bambine che incerte sui passetti vanno a conoscere il mondo il nostro pensiero va a quelle bambine costrette in casa, nei campi, come nei racconti di Carlo Levi: non era molto tempo fa, che una bambina o un asino per portar la gerla erano la stessa cosa, picchiate uguale, asservite uguale, ammogliate senza scelta.
E ma appunto, noi lo guardiamo appena girandoci di 50 anni dietro, ma qui e ora, proprio nello stesso smartphone sul quale ci arrivano le speranze e le emozioni e i saluti delle mamme dei liceali, lì dove ci diciamo «buon primo giorno!» in quello stesso smartphone ci arrivano le immagini senza volto delle stesse bambine, nate qualche meridiano più in là.
Proprio perché sappiamo che il primo giorno di scuola è il primo giorno del mondo nuovo, il nostro pensiero va a Gaza, buco nero dell’umanità, inizio e fine di ogni principio etico e morale sull’esistere. Abominio sotto gli occhi di tutti, luogo perduto- vicino, lontano- dove si scavano a mani nude corpi di altri bambini che la scuola l’avrebbero amata come l’amiamo noi.
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vintagebiker43 · 2 months
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Lui è chi ha cantato Cristo in croce e ha dato i dieci comandamenti al commento di Tito, uno dei ladroni appesi. Lui ha messo in musica un prigioniero che non voleva respirare la stessa aria dei secondini. Lui cantava con voce di pozzo l'amore dei giorni perduti a rincorrere il vento. Lui è chi ha tradotto Leonard Cohen, Georges Brassens, Bob Dylan in quell'impossibile, perfetta versione di "Avventura a Durango", capolavoro di trasferimento da una lingua a un'altra. Lui è chi ha scritto che a morire di maggio ci vuole troppo coraggio, ha dato musica alla cattiva strada, ha squagliato la cioccolata dei dialetti, il genovese, il sardo, il napoletano dentro le ballate. Lui è chi è stato legato a un palo dell'Hotel Supramonte dove ha visto la neve sopra un corpo di donna amato, addolcito di fame e ha ascoltato i racconti dei banditi e ha conosciuto una loro cura che nessun detenuto di questo Paese ha provato. Lui è chi ha perdonato con gratitudine. Lui è chi ha visto al collo di Teresa una lametta vecchia di cent'anni, lui sa che il dolore di Franziska taglia più di un coltello di Spagna. E sa il bosco dove Sally arrivò con il tamburello e sa il bisturi che corregge il sesso di Princesa, e la ragazza che si versa un cucchiaio di mimosa nell'imbuto di un polsino slacciato. Lui è chi ha dato cantico ai drogati perché chiedessero: "e chi, chi sarà mai / il buttafuori del sole / chi lo spinge ogni giorno / sulla scena alla prime ore". Lui è chi ha suonato i pensieri dei suicidi, il nasone di Carlo Martello, le fregole di un vecchio professore e la più concreta offerta di un paradiso, in vendita a via del Campo. Lui è chi ha messo un giudice nelle mani esageratamente affettuose di un gorilla e ha lasciato che un pescatore sfamasse un assassino, e tacesse ai carabinieri. Lui è chi cantò le lapidi di Spoon River dove Jones il suonatore mai rivolse pensiero al denaro, all'amore, al cielo. Lui è chi ha voluto bene ai cuccioli del maggio che poi avrebbero azzannato i garretti dei potenti e avrebbero stabilito il record di carcere di una generazione italiana. Invano avvertiva gli altri: "per quanto voi vi crediate assolti / siete lo stesso coinvolti". Invano, perché gli altri si sono sempre assolti, da soli e definitivamente. Coinvolti restano solo lui, i caduti e i prigionieri senza fine. Sì, è stato il più grande, non solo per iscritto e in canto, ma per carattere, per dirittura d'urto contro la macchina luccicante di successo e carriera. Lui solfeggiava con gli sconfitti, sbriciolava il loro pane ai passeri. Dopo di lui la specie dei selvatici si è estinta. C'è il gran bazar degli ammansiti. Non l'ho nominato, solo enumerato. Chi ha bisogno di guardare il suo nome, ha perso tempo a leggere fin qua.
Erri De Luca 
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pettirosso1959 · 1 year
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29 APRILE
Mi chiamo Sergio Ramelli e nel 1975 avevo 18 anni, vivevo a Milano ed ero un tifoso dell’Inter. Giocavo a pallone nella squadra di calcio dell’Oratorio S. Carlo, a centrocampo con il mio amico Giuseppe.
La mia famiglia era composta da mia mamma, mio papà, mio fratello e la mia sorellina più piccola. Vivevamo tutti insieme in un piccolo appartamento della periferia milanese.
Ero uno studente dell’istituto Tecnico “Molinari” e un giorno del 1974 il nostro docente di lettere ci assegna un tema libero, e io lo scrivo contro la violenza delle Brigate Rosse.
Non so come, ma questa mio tema pervenne agli estremisti di sinistra che allora imperversavano nell’istituto “Molinari” e io da subito mi trovai a subire quotidianamente processi popolari, angherie, sputi, schiaffi, aggressioni. Un giorno mi rifugiai all’Ufficio di Presidenza, mi venne a prendere mio papà e insieme a lui uscii di scuola tra due ali di studenti che ci calciavano.
Io rispondevo sempre, ma ero sempre solo. Non c’era mai nessuno con me. Per cercare protezione decisi di iscrivermi al Fronte della Gioventù. Non ne ero molto convinto, ma non vedevo alternative, cercavo solo qualcuno che potesse stare con me.
Mia mamma era molto preoccupata, io la tranquillizzavo rispondendole che non avevo mai fatto nulla di male a nessuno, quindi non avevo nulla da temere.
Il 13 marzo 1975 in via Paladini, vicino a casa, vengo aggredito da due sconosciuti della mia età che impugnano chiavi inglesi “hazet 36” del peso di tre chilogrammi e mezzo l’una. Il commando era composto da circa 8-10 persone che durante la mia aggressione controllavano che dalle vie adiacenti non provenissero poliziotti in mio soccorso.
Il 14 marzo l’infermiera dell’Ospedale dice a mia madre che in tanti anni di lavoro non ha mai visto ferite così devastanti in una scatola cranica.
Il 1 aprile miglioro, ma non riesco a parlare e a muovere il mio corpo.
Il 5 aprile viene a trovarmi il mio allenatore di calcio dell’Oratorio S. Carlo e mi dice che mi aspetta al campo. Piango.
Il 17 aprile ho provato a parlare per la prima volta con mia mamma e le ho chiesto una Coca-Cola e i libri della maturità.
Il 21 aprile ho la pleure.
Il 29 aprile 1975 alle ore 10 non ci sono più.
Nel 1985, dieci anni dopo la mia morte, il giudice Salvini, un uomo di sinistra, grazie alla confessione degli autori, identificò i responsabili della mia morte nel servizio d’ordine di Avanguardia Operaia della facoltà di Medicina dell’Università Statale di Milano.
Alcuni erano diventati medici affermati, altri avevano fatto carriera politica.
La lapide in mio ricordo sotto la casa della mia famiglia venne negli anni più volte distrutta e poi sempre riparata, e per tante volte venne gettata l’immondizia sul marciapiede ove ero stato aggredito.
Per molto tempo, mia mamma Anita avrebbe ricevuto telefonate e lettere anonime, nelle quali veniva definita “una vacca, perché solo da una scrofa come te poteva nascere un maiale come tuo figlio”.
Mio fratello fu costretto ad andare a vivere a Lodi, perché a Milano continuava a ricevere minacce.
Mio papà morì nel 1979 di dispiacere.
Mia mamma Anita è morta nel 2013 senza mai pronunciare alcuna parola di odio contro nessuno.
Mi chiamo Sergio Ramelli e nel 1975 avevo 18 anni, vivevo a Milano ed ero un tifoso dell’Inter. Giocavo a pallone nella squadra di calcio dell’Oratorio S. Carlo, a centrocampo con il mio amico Giuseppe.
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ELEVACIÓN Por encima de los lagos, por encima de los valles, de las montañas, de los bosques, de las nubes, de los mares, más allá del sol, más allá de los éteres, más allá del confín de estrelladas esferas espíritu mío, tú te mueves con agilidad y como un nadador que surge entre las olas surcas alegremente la inmensidad profunda con una indescriptible alegría vigorosa Vuela lejos de esas miasmas mórbidas; te purificarás en el aire superior y bébete, igual que un puro y divino licor, el fuego claro que llena los espacios límpidos. Detrás de los problemas y las grandes penas que cargan con su peso la existencia brumosa feliz es él que puede de un ala vigorosa elevarse hacia los campos luminosos y serenos; Aquel cuyos pensamientos, cual alondras hacia los cielos matutinos, tienden al vuelo libre, Quién planea sobre la vida, y comprende sin esfuerzo el lenguaje de las flores y de las cosas mudas! — Charles Baudelaire
Painting: Carlos Schwabe, Spleen and Ideal, 1907
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jgmail · 5 months
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La «Gleichschaltung» neoliberal
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Por Pier Paolo Caserta
Fuentes: Observatorio de la crisis
El capitalismo digital se comporta como un gigantesco vampiro que se alimenta de la libido. En otras palabras en comparación con el capitalismo tradicional, el nuevo tipo de capital no solo extrae plusvalía del trabajo, sino también «de la experiencia humana en su totalidad».
Primero me gustaría intentar sugerir cómo la contrarrevolución digital no debería verse simplemente como un desarrollo del capitalismo financiero. De hecho, ha permitido establecer el nuevo orden digital que, gracias a herramientas de eficacia y omnipresencia sin precedentes, ha desrealizado el «orden terrenal» (Byung-Chul Han, Le non cose) permitiendo que el horizonte individual se rediseñe en su conjunto, prolongando la idolatría del Mercado a través de la Tecnología y el mito de su omnipotencia y relanzando la ideología mercantil justo cuando experimentó un serio revés con la crisis financiera de 2007/8.
De esta manera, el orden digital se ha convertido en la herramienta clave al servicio de una profunda reestructuración antropológica que persigue el poder tecnocrático actual. En la práctica, el orden digital no solo ha permitido aplicar un poderoso apretón, comprimiendo tanto el campo del pensamiento – que el capitalismo digital atrofia colonizando el tiempo de los tecno-sujetos – como el de las alternativas, que para ser adoptadas deben primero ser adoptadas y sobre todo debe ser imaginadas, pensadas, considerada deseable o simplemente posible.
Este es un primer carácter constitutivo del capitalismo digital, que se comporta como un gigantesco vampiro que se alimenta de la libido como destaca Shoshana Zuboff en su libro “Surveillance Capitalism” ( 2019). En otras palabras en comparación con el capitalismo tradicional, el nuevo tipo de capital no solo extrae plusvalía del trabajo, sino también «de la experiencia humana en su totalidad».
Vuelvo a la restricción del campo de alternativas, cuestión central para el desarrollo de mi razonamiento. Carlo Formenti defendió (Guerra y revolución, 2023), siguiendo a Lukács, una lectura no determinista de Marx, ya que «ninguna dimensión del ser social condiciona a las otras sin estar a su vez condicionada por ellas».
Por tanto, si es cierto que las leyes de la economía adquieren un carácter abrumador, sin embargo la estructura económica no determina la conciencia directamente, sino «a través de la totalidad del ser social». Esto significa que la acción subjetiva, no ejerce su capacidad de decisión en sentido absoluto, sino siempre dentro de un campo de alternativas predefinidas.
A partir de este marco, el objetivo es captar y describir cómo, durante los últimos quince años, es decir, con la instalación del capitalismo digital, se condujo al establecimiento del nuevo orden digital, una contrarrevolución digital que ha provocado una severa restricción de el campo de las alternativas disponibles para la acción subjetiva y para política, particularmente para las clases trabajadoras.
Cómo se logró esta vasta persuasión en el Occidente tecnocapitalista; es, en mi opinión, el principal problema al que nos enfrentamos hoy; y esto sólo puede explicarse entrando en la lógica profundamente manipuladora del capitalismo digital, basada en una sofisticada ingeniería conductual. Desde este punto de vista, me refiero, entre otras cosas, a alguno de mis trabajos publicados en las páginas de L’Interformazione.
Aquí me gustaría, en cambio, desarrollar y aclarar un tema unificador: cómo, a través del nuevo orden digital, se está creando una verdadera Gleichschaltung («sincronización») neoliberal. Esto no sorprende, porque constituye una consecuencia coherente de la definición de totalitarismo neoliberal, es decir, una ideología que pretende ocupar todos los espacios de la vida del individuo; así que no nos debería sorprender que hoy los individuos no sean conscientes y tiendan, por el contrario, a creer el horizonte neoliberal, a confiar en él y a identificarse con el sistema, porque esto es inherente al carácter básico del concepto de adoctrinamiento, así es como ocurrió con su arquetipo ideológico bajo el nazismo.
La Gleichschaltung, es decir, la campaña de sincronización de la sociedad, fue lanzada por los nazis en 1933 y duró hasta 1937. Su objetivo era, como sugiere el término, asumir el control total sobre el individuo, así como sobre cada organización y cada aspecto de la vida, con el pretexto de purificar la cultura y la sociedad.
Desde hace algún tiempo existe una Gleichschaltung neoliberal y su realización efectiva se encuentra en una etapa avanzada. Los individuos de masas deben estar alineados, obligados a ajustarse a una ideología funcional al orden mercantil que ha continuado en la tecnocracia neoliberal.
La filiación de un mismo esquema se da dentro de diferentes formas estatales y políticas y convive sin problemas con esta diversidad. El nazismo primero alcanzó el poder, se apoderó de los mandos del Estado y luego lo ocupó y se identificó completamente con él. La élite anglosajona es, sin embargo, transnacional, nómada y ubicua (Jacques Attali, Breve historia del futuro). Los primeros hicieron uso de la represión, los segundos de la promesa de la extensión ilimitada de la libertad individual.
El capitalismo digital constituye la principal herramienta al servicio de la «sincronización» del individuo en la nueva sociedad de masas. Comparado con los totalitarismos del siglo XX, esta no se basa en la represión, sino en la “libertad” y de ahí deriva tanto su eficacia como las dificultades para decodificarla; obviamente se trata de una cierta manera de entender, o más bien de presentar la libertad, dado que las «batallas» en el centro de la ideología neoliberal no son batallas de libertad y la supuesta extensión ilimitada ligada a la posibilidad infinita de manipular al individuo esconde su definitiva reducción a mercancía (Silvia Guerini, Del cuerpo neutro al cyborg posthumano, 2022).
Así la «sincronización» del individuo-masa en el nuevo orden digital hace uso del equipamiento ideológico de la corrección política, del feminismo neoliberal y de la «igualdad de oportunidades», del pensamiento LGBTQ+, del transhumanismo; y también, sin ninguna paradoja, de un «antifascismo» nominalista, despojado de toda conexión con la cuestión social, pregonado por belicistas, atlantistas y libremercadistas, es decir, por aquellos que ritualmente señalan a un enemigo del pasado incluso cuando caminan junto al neo-autoritarismo del presente, como bien hemos podido comprobar una vez más, y de manera más llamativa, con motivo del teatro mediático del pasado 25 de abril.
He aquí, por tanto, los rasgos generales de lo que debe considerarse una verdadera  Gleichschaltung neoliberal y de la que se puede encontrar una pieza más en el crescendo mediático orquestado con motivo del pasado 25 de noviembre ( https://www.lesistenza.info/attpol / orden-del-dia-divide-et-impera-climax-perfetto-25-novembre/ ), que se ha convertido en una fecha inamovible de la liturgia políticamente correcta.
De hecho, la voluntad de moldear al individuo y a la comunidad deriva necesariamente de la noción de totalitarismo liberal. Hoy, los medios materiales (incluida la ideología) utilizados para este propósito no pueden considerarse  misteriosos. Tampoco es casualidad que la corrección política, con su ímpetu moralista, desempeñe una función similar a la del deseo maníaco de purificar la sociedad y la cultura en la Gleichschaltung original, la nazi.
Finalmente, puedo mencionar otro aspecto central en la Gleichschaltung neoliberal, inherente también a su definición y al esquema general, común al modelo y a la copia, de transformación y estandarización del individuo y de la comunidad, es decir, el hecho de que pasa por el adoctrinamiento de los más jóvenes, de los adolescentes, de los preadolescentes e incluso de los niños, a través de la capacidad que adquiere el nuevo orden digital de dirigirse a ellos directamente, saltándose todas las formas y figuras de intermediación social y educativa, pasos que se han ido dando adoptadas para domesticar, neutralizar o deslegitimar.
Cualquiera que haya estudiado el funcionamiento y la lógica en que se basa el capitalismo digital, o simplemente haya observado cuidadosamente sus efectos en la infancia y la adolescencia, se da cuenta de que el orden digital realza la ya inherente tendencia del neoliberalismo hacia la total desconflictualización y desintermediación de la sociedad , llevándolo a la consecuencia final y más radical, es decir, la enrarecimiento, desestructuración y en última instancia anulación de la relación con las figuras de referencia, padres y profesores.
Los padres se sienten distraídos y atomizados a través de las mismas herramientas a las que sus hijos son cada vez más abandonados; estos últimos son atacados permanentemente con campañas mediáticas ad hoc y las contrarreformas escolares los vuelven lo más inofensivos posible.
De esta manera, se ha logrado, y se logra cada vez más, el resultado de anticipar los tiempos e intensificar los efectos de la separación monádica de los individuos, del retraimiento narcisista y de la disolución de los vínculos comunitarios. Además, la tecnocracia neoliberal, culminación de la ideología mercantil, ahora se opone explícitamente a la familia; y tiene uno de sus pilares en la destrucción y colonización de las escuelas públicas.
También en este caso podemos ver cómo el capitalismo digital predispone y amplifica todas las escisiones y formas de desintegración que sus apéndices ideológicos fortalecen y concretan. En este sentido, resultan especialmente útiles las páginas del citado libro de Silvia Guerini dedicadas a la saturación de las escuelas, principalmente en los países anglosajones , con la ideología de «género neutral», que se encuentra en el origen del crecimiento exponencial de los fenómenos de tipo disforia.
En Canadá, el adoctrinamiento sobre la “identidad de género” ha penetrado en las escuelas, como resultado, niños y niñas de hasta 11 años piden usar sus pronombres preferidos y muchos adolescentes se definen como pan-sexuales (….). En Canadá, a los niños y niñas de todas las edades se les enseña que tienen una «identidad de género» y que ésta es más importante que el sexo biológico.
La política escolar prevé la posibilidad de una “transición social” sin que los padres sean informados. Un padre se enteró de que se hacía referencia a su hija con un nombre masculino cuando lo leyó en el anuario de séptimo grado. La condena a 6 meses de prisión y una multa de 30 mil dólares para este padre que se opuso a la administración de bloqueadores a su hija es un precedente significativo, peligroso y preocupante.
En conclusión,  la Gleichschaltung neoliberal debe entenderse a la luz de todos los aspectos y contextos complementarios en los que se arraiga y se hace explícita la reproducción de su ideología.
El nuevo orden digital, que constituye quizás la realización más completa del «capitalismo mágico», mantiene unida y relanza toda la construcción material de la ideología, la lleva a un nivel superior y ofrece al individuo de masa un horizonte trascendente en el que ubicarse, resultando en un severo cierre del campo de alternativas disponibles para la acción subjetiva y política.
Pier Paolo Caserta es profesor de Filosofía e Historia, ensayista independiente, formador y autor en el campo de la lógica.
Fuente: https://observatoriocrisis.com/2024/04/28/la-gleichschaltung-neoliberal/
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marcmarcmomarc · 5 days
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RWBY Spanish dub
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Team RWBY
Ruby Rose: Valentina Souza
Weiss Schnee: Romina Marroquín Payró
Blake Belladonna: Alondra Hidalgo
Yang Xiao Long: Mireya Mendoza
Team JNPR
Jaune Arc: Óscar Flores
Nora Valkyrie: Analiz Sánchez, Regina Carrillo (young)
Pyrrha Nikos: Berenice Vega
Lie Ren: Alan Fernando Velázquez, Zoe Mora (young)
Team STRQ
Summer Rose: Ale Pilar
Taiyang Xiao Long: Arturo Mercado Jr.
Raven Branwen: Fernanda Robles
Qrow Branwen: Germán Fabregat
Beacon Academy
Professor Ozpin: Mario Arvizu
Glynda Goodwitch: Maru Guzmán
Peter Port: Francisco Colmenero
Bartholomew Oobleck: Beto Castillo
Salem’s Inner Circle
Salem: Irasema Terrazas
Cinder Fall: Dulce Guerrero
Roman Torchwick: Sergio Gutiérrez Coto
Emerald Sustrai: Alicia Vélez
Mercury Black: Erick Salinas
Neopolitan: Agustina Cirulnik
Dr. Arthur Watts: Armando Réndiz
Tyrian Callows: Miguel Ángel Ruiz
Hazel Rainart: Octavio Rojas
The Hound: Mario Castañeda
Leonardo Lionheart: Humberto Solórzano
Vernal: Rebeca Patiño
Tock: Simone Brook
Atlas Military
James Ironwood: Dafnis Fernández
Winter Schnee: Xóchitl Ugarte
Penny Polendina: Cristina Hernández
Caroline Cordovin: Magda Giner
Ruby’s Group
Oscar Pine: Luis Leonardo Suárez
Maria Calavera: Ángela Villanueva
Dr. Pietro Polendina: Gerardo Reyero
Team SSSNN
Sun Wukong: Alexis Ortega
Scarlet David: Alberto Bernal
Sage Ayana: Abraham Vega
Neptune Vasilias: Enzo Fortuny
Nolan Porfirio: Pepe Vilchis
Team CFVY
Coco Adel: Liliana Barba
Fox Alistair: Geezuz González
Velvet Scarlatina: Carla Castañeda
Yatsuhashi Daichi: Óscar Garibay
Ace-Ops
Clover Ebi: Raúl Anaya
Vine Zeki: Eduardo Giaccardi
Elm Ederne: Gabriela Guzmán
Harriet Bree: Karla Falcón
Marrow Amin: Ricardo Tejedo
Happy Huntresses
Robyn Hill: Erica Edwards
May Marigold: Ruth Toscano
Joanna Greenleaf: Yvette García
Fiona Thyme: Lupita Leal
The White Fang
Ghira Belladonna: Emilio Guerrero
Kali Belladonna: Rebeca Manríquez
Adam Taurus: Alejandro Orozco
Corsac Albain: Emmanuel Bernal
Fennec Albain: Eduardo Garza
Ilia Amitola: Monserrat Mendoza
Schnee Manor
Jacques Schnee: Arturo Mercado
Whitley Schnee: Moisés Iván Mora
Willow Schnee: Yolanda Vidal
Klein Sieben: Jesse Conde
Ancient Times
Ozma: Roberto Salguero/Ricardo Bautista
God of Light: José Luis Orozco
God of Darkness: Salvador Reyes
Jinn: Danann Huicochea
Ambrosius: Rubén Cerda
Xiong Family
Hei “Junior” Xiong: Eduardo Fonseca
Lil’ Miss Malachite: Leyla Rangel
Miltia and Melanie Malachite: Lourdes Arruti
Team CRDL
Cardin Winchester: Raúl Anaya
Russel Thrush: Yamil Atala
Team FNKI
Flynt Coal: José Ángel Torres
Neon Katt: Meli G
Arc Family
Saphron Cotta-Arc: Erika Ugalde
Terra Cotta-Arc: Carla Medina
The Ever After
Little/Somewhat: Angélica Villa
Curious Cat: Ángel Balam
Blacksmith: Carmen Sarahí
Jabberwalker: Víctor Hugo Aguilar
Jinxy: Jaime López
Red Prince: Pascual Meza
Herbalist: César Bono
Alyx: Julia Bilous
RWBY: Grimm Eclipse
Dr. Merlot: Sebastián Llapur
RWBY: Arrowfell
Amoncio Glass: Alfonso Grau
Hanlon Fifestone: Óscar Gómez
Bram Thornmane: Trujo
Olive Harper: Leslie Gil
Bianca Prisma: Cecilia Gómez
Roane Ashwood: Alicia Barragán
Ivy Thickety: Edurne Keel
Ruda Tilleroot: Jessica Ángeles
Minor characters introduced in Volume 1
Shopkeep: Eduardo Tejedo
Xiong Goons: Ricardo Mendoza “El Coyote, Carlo Vázquez
Cyril Ian: Víctor Ugarte
Lisa Lavender: Alondra Hidalgo
Police Officers: Daniel Lacy, Patricio Lago
Sailors: Marc Winslow, Noé Velázquez
White Fang Goon: David Bueno
Penny’s Driver: José Luis Miranda
Minor characters introduced in Volume 2
Tukson: Octavio Rojas
White Fang Lieutenant: Roberto Gutiérrez
“Deery”: Alicia Barragán
Perry: Arturo Castañeda
Councilman: Kevin Adrián
Minor characters introduced in Volume 3
Bolin Hori: José Antonio Macías
Nadir Shiko: Edson Matus
Brawnz Ni: Abraham Vega
Bartender: Carlos del Campo
Nebula Violette: Karla Falcón
Dew Gayl: Jessica Ángeles
Ciel Soleil: Camila Díaz Fraga
Amber: Ximena de Anda
Atlas Ship Captain: Víctor Hugo Aguilar
Minor characters introduced in Volume 4
Mayor: Alfredo Gabriel Basurto
Blacksmith: Jesús Ochoa
Dying Huntsman: Nando Estevané
Captain: Víctor Trujillo
News Reporters: Eduardo Fonseca, Sonia Casillas, César Costa
First Mate: Paulina García Casillas
Oscar’s Aunt: Kerygma Flores
Higanbana Waitress: Claudia Garzón
Businessman: José Luis Orozco
Businesswoman: Karina Altamirano
Henry Marigold: Emilio Treviño
Angry Businessman: Héctor Estrada
Trophy Wife: Ximena de Anda
Husband: Arturo Cataño
An Ren: Kerygma Flores
Kuroyuri Blacksmith: Alan Bravo
Boys: Luistio Comunica, Regina Blandón, Ana Layevska
Li Ren: Idzi Dutkiewicz
Mistral Pilot: Manuel Campuzano
Atlas Pilot: Hernán Bravo
Minor characters introduced in Volume 5
Mistral Pilot: Irene Jiménez
Menagerie Guards: Tatul Bernodat, Mark Pokora, Andrea Coto
Bartender: Víctor Covarrubias
Shay D. Mann: Esteban Desco
Sienna Khan: Lileana Chacón
Saber Rodentia: Ricardo Brust
Mata’s Mother: Gloria Obregón
Mata: Luis Fernando Orozco
Yuma: Bruno Coronel
Ramen Shop Owner: Ángel Mujica
Small Girl: Ivanna Corona
Trifa: Miriam Aceves
Mistral Police Captain: Rommy Mendoza
Minor characters introduced in Volume 6
Dee: Dan Osorio
Dudley: Alejandro Orozco
Mistral Woman: María Álcazar
Nubuck Guards: Raúl Solo
Red-Haired Woman: Rossy Aguirre
Terminal Soldier: Miguel Ángel Leal
Minor characters introduced in Volume 7
Drunk Mann: Raúl Aldana
Drinking Buddy: Héctor Emmanuel Gómez
Forest: Moisés Palacios
Fria: Isabel Martiñón
Councilman Sleet: Daniel del Roble
Councilwoman Camilla: Graciela Gámez
Minor characters introduced in Volume 8
Atlas Commander: Itatí Cantoral
Shovel Mom: Denisse Aragón
Disgruntled Grandmother: Diana Santos
Fiona’s Uncle: Gabriel Pingarrón
Crimson: José Luis Rivera
Madame: Rona Fletcher
Step-Sisters: Annie Rojas
Rhodes: Idzi Dutkiewicz
CCT Voice: Sonia Casillas
Minor characters introduced in Volume 9
Mouse Leader: Betzabé Jara
Townsperson: Kate del Castillo
Toy Soldiers: Ricardo Mendoza “El Coyote”, José Arenas, Ramón Bazet, Diego Becerril, Óscar Gómez
White Pawns: Cecilia Gómez, David Bueno, Enrique Cervantes, Ramón Bazet
Toy Guard: Roberto Carrillo
Hawker: Erick Selim
Teapot Lady: Maythe Guedes
Paper Pleasers: Iván Bastidas, Luis Carreño, Irwin Daayán, Gaby Cárdenas, Denisse Aragón
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flags-planes-and-fire · 8 months
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Photo credits to Carlos López, Andy Red (Identification credit) and Juanjo Del Campo (Colourized) - Photos taken from the Facebook group 'Grupo Re-Viven!' La Tragedia de Los Andes - El Milagro de Los Andes
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sociedadnoticias · 1 year
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Expone estudiante de la UAG investigación en Nueva York
Expone estudiante de la UAG investigación en Nueva York #PeriodismoParaTi #SociedadNoticias #IngenierosCiviles #Egresados #UAG #PabloLemus #Guadalajara #Declaraciónanual @GuadalajaraGob @PabloLemusN @UAG_Oficial
Estudiante de la UAG expone investigación en Nueva York Daniel Reséndiz | Corresponsal Guadalajara, Jalisco.- Christhopher Diego Nicholson Becerra, estudiante de cuarto año de la licenciatura de Cirujano Dentista de la Universidad Autónoma de Guadalajara (UAG), presentó una investigación desarrollada en esta institución en el Greater New York Dental Meeting, en los Estados Unidos. El alumno de…
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nightlocktime · 14 hours
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A bit late but couldn't forget about them, our Paralympics delegation. They absolutely killed it. Every single one of them giving it all and making us proud.
Thank you to all of our 78 participants, 28 medalists, and 44 diplomas.
Alex Enrique Martínez Guevara, Ana Lucía Pinto Ochoa, Andrés Felipe Mosquera Neira, Angie Lizeth Pabón Mamian, Aura Cristina Poblador Granados, Bertha Cecilia Fernández Arango, Brayan Mauricio Triana Herrera, Buinder Brainer Bermúdez Villar, Carlos Andrés Vargas Villanueva, Carlos Daniel Serrano Zárate, Daniel Giraldo Correa, Daniela Carolina Munévar Flórez, Darian Faisury Jiménez Sánchez, David Felipe Rendón Acosta, Diego Fernando Meneses Medina, Edilson Chica Chica, Edwin Fabián Matiz Ruiz, Eglain Antonio Mena Lemus, Erica María Castaño Salazar, Euclides Grisales Diaz, Fabio Torres Silva, Francy Esther Osorio Calderón, Fredy Duvian López Morales, Gabriela Oviedo Rueda, Giovanny Andrés Malambo Rachez, Gisell Natalia Prada Pachón, Héctor Julio Ramírez Murcia, Ionis Dayana salcedo rodríguez, Jesús Alberto López, Jesús Augusto Romero Montoya, Jhohan Darío Ardila Cárdenas, Jhon Alexander Hernández García, Jhon Eider González Hernández, Jhon Fredy Gómez Giraldo, Jhon Sebastián Obando Asprilla, José Gregorio Lemos Rivas, Juan Alejandro Campas Sánchez, Juan David Pérez Quintero, Juan Esteban García Sánchez, Juan Esteban Patiño Giraldo, Juan José Betancourt Quiroga, Julián Andrés Jaramillo Téllez, Karen Tatiana Palomeque Moreno, Kevin Alfonso Moreno Gualaco, Laura Carolina González Rodríguez, Leider Albeiro Lemus Rojas, Leidy Johanna Chica Chica, Lino Nicolás Coca Castro, Luis dahir Arizala Ocoró, Luis Fernando Lara Rodallega, Luis Fernando Lucumí Villegas, Luis Francisco Sanclemente, María Alejandra Murillo Benítez, María Angélica Bernal Villalobos, María Mónica Daza Guzmán, María Paula Barrera Zapata, María Salomé Henao Sánchez, María Teresa Restrepo Rojas, Mariana Guerrero Martínez, Mauricio Andrés Valencia Campo, Mayerli Buitrago Ariza, Miguel Ángel Rincón Narváez, Nelson Crispín Corzo, Niver Rangel palmera, Paula Andrea Ossa Veloza, Reynel Romero Montoya, Santiago Solis Torres, Sara del Pilar Vargas Blanco, William Jair higuera Ocampo, Xiomara Saldarriaga Hernández, Yamil David Acosta Manjarrez, Yasiris Blandón Escobar, Yeferson Suárez Cardona, Yeniffer Paredes Muriel, Yesenia María Restrepo Muñoz, Yesica Paola Muñoz Nieto, Zharith Alejandra Rodríguez Silva, Zuleiny Rodríguez Trujillo
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