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#classici inglesi
princessofmistake · 10 months
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Lo attorniava uno stuolo di universitari illustri… tutti d’enorme intelletto e cultura. I compagni di Maurice avevano riso del Trinity, ma non potevano ignorarne lo sdegnoso splendore, o negargli la superiorità che quasi non si cura nemmeno di affermare. Lui ci era venuto a loro insaputa, umilmente, a chiedergli aiuto. La sua battuta di spirito svanì in quell’atmosfera, e il cuore gli batté violentemente. Ebbe vergogna, paura. Le stanze di Risley erano in fondo a un breve corridoio nel quale, non essendoci ostacoli, mancava l’illuminazione, e chi doveva percorrerlo scivolava lungo la parete finché non andava a sbattere contro la porta. Maurice vi sbatté più presto di quanto avesse calcolato – fu un cozzo spaventoso – ed esclamò a voce alta: «Accidenti!» mentre vibravano i pannelli. «Avanti,» disse una voce. Lo aspettava una delusione.
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tuttalamiavitarb · 5 months
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20 anni fa
Esattamente 20 anni fa , era aprile anche allora, ero stato in questa uggiossima città tra Galles ed Inghilterra.
Allora l economia tirava il PIL cresceva, l Europa univa, jef besos mendicava, il mondo era felice, io almeno ero felice.
Le aziende prese dall' euro entusiasmo si fondevano.
E tutto tronfio mi sono fatto Virgilio coi colleghi, conosco il posto, so tutto io.ci penso io. Sperando che il mondo avesse congelato tutto in attesa del mio ritorno.
Quindi con la squadra ci siamo piazzati nello stesso hotel dove avevo soggiornato allora, era carino e di fronte c'era questo centro commerciale con un sacco di posti per mangiare.
Capisco la brexit, il COVID, le guerre ,leman Brothers, i sub prime.
Ma come stracazzo abbiamo fatto a sfasciare tutto in 20 anni?
Che in Italia vada tutto a rotoli lo diamo per scontato , ma scoprire che il mondo intero vada a ramengo è di una delusione sconfortante.
L hotel si è trasformato in peggio, metà sono monolocali con bagno e cucina (sporca). L altra metà è in stile indiano, e secondo me è una versione evoluta dei nostri centri massaggi cinesi.
Il centro commerciale avrà 8 negozi aperti su 60. Tutto in preda all incuria, ci sono molti senza tetto.
Nel frattempo nei classici capannoncini rossi all inglese sono sorte altre attività un pub, un centro di ritiro per auto vendute on line, un negozio di cinesi , uguale ai nostri e un parco di gonfiabili per bambini.
C è un po' di vita, anche se gli inglesi hanno sempre un aria molto trasandata.
Mi siedo su un tavolo di quelli da sagra della polenta, una ragazza , una signora attacca bottone con noi
Da dove venite ? Come qua?
Veniamo da un posto uggioso come questo, solo con più sole
Siamo qua x la fabbrica, gliela indico con un cenno.
La riaprite? Era tutto più bello quando c'era lavoro alla fabbrica, piu soldi, meno sporco.
Rifletto se dirle la verità e cioè che siamo venuti a controllare che non ci fosse niente di valore da lasciare, poi la venderanno ad un fondo, che come tutti i fondi di investimento, licenzierà tutti, svenderà tutto e farà qualche speculazione immobiliare.
Invece rispondo "i Hope"
Parliamo del più e del meno dei suoi 2 figli da due compagni diversi, di jonshon, di calcio.
Quando scopre quanti anni ho rimane sorpresa , mi aveva fatto uno sconto di 15 anni.
Mi alzo per prendere una bevuta,quando torno lei è sparita
Anche stasera si tromba domani.
Che mondo di merda
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katnisshawkeye · 1 year
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Le Dame di Grace Adieu e altre storie
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Scheda informativa
Titolo originale: The Ladies of Grace Adieu Autore: Susanna Clarke Editore: Fazi Editore Prima edizione: ottobre 2022 Pagine: 270 Prezzo: € 10,00
Trama
Molti mortali hanno vagato per le campagne inglesi senza farne più ritorno. Questo perché tra i boschi silenziosi e le verdi colline si celano dei confini invisibili, al di là dei quali il mondo reale si ripiega su dimensioni assai più magiche e ricche di insidie. Lo sanno bene i protagonisti di queste storie, che si ritrovano a interagire con creature impertinenti e maliziose che giocano con la superficie delle cose, scompigliando il buon senso e l’ordine della realtà. Da una vita di campagna solo apparentemente tranquilla fino ai castelli dove è stata scritta la storia dell’Inghilterra, in questi racconti maghi e fate si intromettono nelle esistenze assolutamente comuni di vicari di campagna e fidanzate gelose, ma anche nei destini di figure storiche come Maria di Scozia e il duca di Wellington.
Recensione
Se Jonathan Strange & il signor Norrell è uno dei libri di storia che gli studenti e le studentesse della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts studiano in classe, Le Dame di Grace Adieu e altre storie può essere considerato al pari de Le Fiabe di Beda il Bardo, ovvero un libro di favole, pur con verità storiche, che maghi e streghe conoscono fin da bambini. Con Le Dame di Grace Adieu e altre storie, Susanna Clarke è in grado di unire l’ironia vittoriana ai temi classici del folklore britannico, tessendo le fila di un mondo fantastico dove storia e magia si intrecciano riportando il lettore alle vecchie conoscenze provenienti da Jonathan Strange & il signor Norrell.
Valutazione
★★★★★ 5/5
Della stessa autrice
Piranesi, Fazi Editore, 2021 Jonathan Strange & il signor Norrell, Fazi Editore, 2021
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lamilanomagazine · 3 months
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Modena, torna la Festa europea della musica: una notte di concerti in città
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Modena, torna la Festa europea della musica: una notte di concerti in città Con duecento musicisti e 18 concerti diffusi in cortili, chiese, piazze, chiostri e parchi, venerdì 21 giugno la musica fa festa anche a Modena per celebrare l'inizio dell'estate con una proposta che spazia dal rock alla lirica, dalla musica classica e barocca a quella contemporanea, dal pop al blues. Come è tradizione, torna, infatti, anche quest'anno la Festa europea della musica, la manifestazione, ormai alla trentesima edizione, realizzata con il coordinamento del Centro Musica e del Comune di Modena in collaborazione con tantissime realtà culturali del territorio. La musica entrerà nei chiostri e nei cortili del centro storico cittadino, da Palazzo Santa Margherita ai cortili presenti per la prima volta come quelli dell'Acero e dell'Orologio, negli spazi riqualificati di Palazzo dei Musei, e di San Geminiano, dove si svolge il concerto a cura di UniMoRe. Riempie le chiese, dal Duomo a Santa Maria delle Assi, e raggiunge anche le aree verdi fuori dal centro storico come il parco XXII Aprile. L'edizione 2024 della manifestazione è stata presentata ieri mattina, lunedì 17 giugno, nel chiostro di Palazzo Santa Margherita, con una conferenza stampa alla quale sono intervenuti il sindaco di Modena Massimo Mezzetti, la responsabile del Centro Musica Francesca Garagnani, il presidente di Fondazione di Modena Matteo Tiezzi. La Festa della musica apre il programma dei concerti in Cattedrale, alle 19.30, con un'esecuzione per organo insieme alla Cappella musicale del Duomo nel quale sarà presentato in anteprima l'inno del Giubileo 2025, a cura dell'associazione Amici dell'Organo "J.S. Bach" in collaborazione con la Basilica Metropolitana, mentre la musica barocca di Antonio Vivaldi e Tomaso Albinoni, eseguita dall'Ensemble Seicento (a cura di Grandezze & Meraviglie) in "Serenata Veneziana" risuona nel cortile dei Musei del Duomo. Per la prima volta, dopo la riqualificazione del palazzo, la Festa della musica entra anche nei cortili dell'ex Ospedale estense: nel cortile dell'Acero, con il blues del quartetto Doctor Delta (a cura dell'associazione Muse) tra il sound del Mississippi e composizioni originali, e nel cortile dell'Orologio con il rock di "Clockwave", il concerto degli italiani New Candys e degli inglesi Ditz anticipato e seguito dai dj set di a cura degli allievi del corso di formazione Inside Live del Centro Musica. Il chiostro di Palazzo Santa Margherita ospiterà "Bach to Beatles", viaggio con la Corale Gazzotti nella musica vocale che accosta la tradizione colta alla musica più popolare (in collaborazione con Biblioteca Delfini e Fmav) mentre nel chiostro del complesso di Santa Chiara il coro Ildebrando Pizzetti dell'Università di Parma esegue "Languir me fais, ossia degli amor perduti" con brani di compositori cinquecenteschi, tra i quali anche Orazio Vecchi, che danno voce a passioni laceranti e amori impossibili (a cura di Gioventù musicale d'Italia). Musica classica nel chiostro di San Geminiano dove l'orchestra del conservatorio Vecchi Tonelli propone musiche di Mendelssohn e Beethoven. Canti della tradizione spiritual afroamericana e gospel nella chiesa di Santa Maria della Assi con il Serial Singers Gospel Choir in "What a Wonderful Night" mentre in piazza XX Settembre sarà protagonista il pop con "La notte delle cover" con gli artisti di San Luca Sound che interpreteranno i grandi successi internazionali della musica italiana. La musica riempirà anche i parchi cittadini: al parco Amendola con il duo Eulidia formato da Lucia Dall'Olio, voce e piano, e Grazia Cinquetti, voce e chitarre; al parco Ferrari il duo di Daniele Paganelli, voce, e Davide Mezzanotte, chitarra, in un percorso tra i classici del rock e del pop italiani e stranieri; al parco XXII Aprile con due appuntamenti nell'ambito di Altrosuono Festival del Teatro Comunale: venerdì 21 l'ensemble Atse Tewodros Project, collettivo di musicisti tradizionali italiani ed etiopi, presenta il suo secondo disco "Maqeda" domenica 23 è di scena la band multiculturale Ayom con membri da Angola, Brasile, Grecia e Italia che propone "Sa.Li.Va", il nuovo disco. Completano il programma gli appuntamenti al Teatro Tempio, con il concerto Anime libere di Vivaverba, e nel giardino interno dell'Archivio di Stato di Modena con lo spettacolo teatrale con musica dal vivo "Magie notturne. Storie im/possibili in Archivio". In occasione della Festa della Musica, a Palazzo dei Musei si possono visitare fino alle 23 lo spazio immersivo "Avia Pervia" e la mostra "Franco Fontana. Modena dentro" che dalle 19 saranno a ingresso gratuito. Tutti gli eventi, se non diversamente specificato, sono a ingresso libero e gratuito. Il programma completo è disponibile sul sito del Centro Musica di Modena (www.musicplus.it) e sui profili del Centro Musica su Facebook e Instagram.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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tarditardi · 8 months
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RACCONTAMI SHAKESPEARE allo Spazio Teatro No'hma  - Milano il 17 & 18/01
La stagione di prosa 2023/2024 dello Spazio Teatro No'hma prosegue mercoledì 17 e giovedì 18 gennaio con un spettacolo dedicato a Charles e Mary Lamb, i famosi fratelli inglesi che nel 1807 pubblicarono il volume "Racconti da Shakespeare", che conquistò subito il posto tra i più affermati classici per l'infanzia.
Andrea Cioffi e Sara Guardascione della compagnia Cercamond portano in scena con "Raccontami Shakespeare" la vita tragica di questi due giovani ispirati scrittori, segnati da una terribile vicenda familiare (Mary accoltellò la madre in seguito a un raptus di follia)  e le cui esistenze sembrano uscite da una tragedia del Bardo.
Uniti da un vincolo profondo, Charles e Mary Lamb condivisero amicizie e interessi letterari fino a ricevere dall'editore William Godwin – padre di Mary Shelley - l'incarico di adattare alcune opere di Shakespeare in racconti per l'infanzia.
"Abbiamo scelto di fare un lavoro di ricerca su due personaggi storici realmente esistiti perché partendo dalla loro opera abbiamo tratteggiato due caratteri moderni e affascinanti, le cui battaglie sociali e artistiche risultano ancora oggi attuali e necessarie" – spiegano i due interpreti.
"Raccontami Shakespeare" è costruito su un dialogo evocativo e ironico che alterna momenti di narrazione nei quali alcuni dei più celebri personaggi shakesperiani vivono grazie alla voce e ai sentimenti dei due autori. Il racconto diventa così una storia spietata e comica, dalle tinte gotiche, capace di trasformarsi anche in occasione di denuncia contro un sistema educativo antiquato, un teatro autoreferenziato e una deriva sociale che ha come suo stesso motore la discriminazione del più debole  e del diverso.
"Questi due fratelli  sono stati capaci di evadere  da uno scenario  macabro come quello del loro vissuto, e dall'isolamento che ne conseguì, attraverso l'amore e la dedizione al teatro, alla letteratura e alla scrittura. La Bellezza li ha salvati e sono diventati tra gli scrittori più importanti della letteratura per l'infanzia. La loro è un'opera sicuramente sovversiva e allo stesso tempo appassionata" – spiega Livia Pomodoro, presidente dello Spazio Teatro No'hma Teresa Pomodoro.
Le date di mercoledì 17 e giovedì 18 gennaio saranno trasmesse in streaming sui canali del teatro.
L'ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria. Per informazioni consultare il sito www.nohma.org o scrivere a [email protected].
Spazio Teatro No'hma
Stagione 2023/2024 – In Viaggio
RACCONTAMI SHAESPEARE
liberamente tratto da "Racconti da Shakespeare" e dalla vita di Charles e Mary Lamb
drammaturgia e regia: Andrea Cioffi
con Andrea Cioffi e Sara Guardascione
scene: Trisha Palma
costumi: Rosario Martone
musiche: Emanuele Pontoni
disegno luci: Danilo Cencelli
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Gli inglesi riscoprono i classici: boom del latino nelle scuole
LONDRA – Veni, vidi, vici. Sarà che questa terra venne conquistata dai romani (almeno fino al Vallo di Adriano), che Londra si chiamava Londinium 2mila anni fa e venne fondata dove oggi sorge la City finanziaria. In ogni caso, ora il latino spunta come la quarta lingua più insegnata nelle scuole primarie statali inglesi, un record perché sinora non la studiava praticamente nessuno a questo…
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vorticimagazine · 2 years
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Zucchi Collection: una storia da scoprire
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Zucchi Collection: una storia da scoprire
Vortici.it, questa volta, decide di proporvi un viaggio storico - culturale davvero affascinante... Vi portiamo poco lontano dall’autostrada Milano - Varese nello specifico a Rescaldina.
Nella sede principale della Zucchi Bassetti Spa, sono visitabili su prenotazione, gli spazi del Zucchi Collection Museum, che vanta una collezione che ripercorre tre secoli di cultura tessile in Europa.
Più precisamente parliamo della Zucchi Collection of Antiques Handblocks, la più grande raccolta al mondo di blocchi per stampa a mano su tessuto, in legno e metallo, catalogati e ordinati secondo criteri di stile e raccolti in un archivio con informazioni sulla conservazione e la provenienza di ogni pezzo. Sono celebrati la maestria e l’ingegno di abili artigiani che hanno fatto la storia del tessuto. Si compie un viaggio nella memoria, nelle emozioni e nei sentimenti. L’inesauribile energia del passato si può percepire ancora oggi e il tutto s’interpreta con uno sguardo rivolto al futuro. La collezione è composta da 56.000 blocchi da stampa a mano, corrispondenti a circa 12.000 disegni, realizzati da artigiani inglesi, francesi e austriaci e oltre 1.000 blocchi in rame per la stampa a cera (batik) provenienti da Giava. È coperto un arco storico - temporale che attraversa tre secoli, dal 1785 al 1935 registrando l’evolversi di mode e stili in uno dei periodi più fecondi della storia Europea. I vari disegni, vanno dagli stili più classici ai motivi floreali e cachemire, fino alle prime avanguardie artistiche rappresentate dall’Art Noveau e dall’Art Decó. Il lavoro di classificazione e di restauro, condotto secondo criteri museali, ha permesso di suddividere i disegni in sei grandi categorie: cachemire, floreale, ornamentale, pittorico, astratto e geometrico. Durante la visita c'è la possibilità di assistere a una dimostrazione di stampa a mano, a testimonianza di una tecnica ormai scomparsa ma che ha costituito una tappa fondamentale nell’evoluzione delle tecnologie tessili. La dimostrazione di una stampa, preceduta dalla proiezione di un video esplicativo, vede la partecipazione diretta del pubblico che ha la possibilità di cimentarsi con una tecnica artigianale affascinante. Per rendere più completa l’esperienza e avvicinare gli utenti al mondo del tessile, i blocchi possono essere toccati e sperimentati sotto la guida di un maestro stampatore che permette ai visitatori di realizzare una stampa a mano su tessuto. È importante ricordare come al Gruppo Zucchi sia stato assegnato, nel 1997, il 1° Premio Guggenheim, per aver salvato da sicura distruzione un patrimonio prezioso di materiali che hanno fatto la storia del tessuto e per aver trasformato la più grande collezione di antichi stampi per tessuti, in un archivio e un museo aperto al pubblico.   Immagine di copertina: Touring Club Italiano Read the full article
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scontomio · 2 years
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💣 Ahmad Tea, Classical Selection - I Classici Tè Inglesi dal Ceylon 🤑 a soli 11,15€ invece di 14,90€ ➡️ https://www.scontomio.com/coupon/ahmad-tea-classical-selection-i-classici-te-inglesi-dal-ceylon/?feed_id=49949&_unique_id=6398dfee61b4b&utm_source=Tumblr&utm_medium=social&utm_campaign=Poster&utm_term=Ahmad%20Tea%2C%20Classical%20Selection%20-%20I%20Classici%20T%C3%A8%20Inglesi%20dal%20Ceylon #coupon #ahmadtea #tecaffeebevande #amazon #scontomio
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troyetta · 3 years
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Cosa hai letto in particolare?
al momento sto leggendo dei classici inglesi
ma vorrei leggere anche la saga di the witcher
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fedtothenight · 4 years
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Vez sto avendo un aneurisma a sentire parlare di Dante da gente che palesemente non ne sa mezza ma vuole comunque dire qualcosa. Nessuno a parte gli italiani se l'è cagato per 500 anni e ora tutti si comportano come se si fossero incontrati in sogno e avesse rivelato loro i segreti della Commedia. Non hanno classici loro di cui occuparsi?
Ano di prima ma giuro che sto sboccando: divina commedia come fanfiction della dottrina cristiana? Ma che cazzo, sinceramente mi dispiace che tu stia facendo il baluardo di Dante contro le fanfiction, sta gente non esiste proprio nel mondo reale
alla domanda ‘ma non hanno classici loro di cui occuparsi’, rispondo con una semicitazione: inglesi, gente che andava nuda a caccia di marmotte quando noi già s'accoltellava un giulio cesare.
e comunque no - perché la commedia è un classico di un altro paese, per cui, nel loro usacentrismo del cazzo, non si rendono conto della sua importanza storica e letteraria, e soprattutto non gli importa: si sentono più woke nel degradarla a qualcosa che leggono tra la visione di un film mcu e l’altro
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lamilanomagazine · 4 months
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Modena, torna la Notte di concerti con la Festa europea della musica
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Modena, torna la Notte di concerti con la Festa europea della musica Notte di concerti con la Festa europea della musica che torna anche a Modena venerdì 21 giugno riempiendo di note cortili, chiostri e parchi con esibizioni che spaziano dalla musica classica al jazz, dalla lirica al rock, dal pop al blues. Giunta alla trentesima edizione, la manifestazione è realizzata con il coordinamento del Centro Musica e dell'amministrazione comunale e grazie alla collaborazione con tantissime realtà culturali del territorio. Il primo appuntamento, alle 19.30, sarà in Cattedrale con un concerto per organo insieme alla Cappella musicale del Duomo nel quale sarà presentato in anteprima l'inno del Giubileo 2025, a cura dell'associazione Amici dell'Organo "J.S. Bach" in collaborazione con la Basilica Metropolitana, mentre la musica barocca di Antonio Vivaldi e Tomaso Albinoni, eseguita dall'Ensemble Seicento (a cura di Grandezze & Meraviglie) in "Serenata Veneziana" risuona nel cortile dei Musei del Duomo. Per la prima volta, dopo la riqualificazione del palazzo, la musica entra anche nei cortili dell'ex Ospedale estense: nel cortile dell'Acero, con il blues del quartetto Doctor Delta (a cura dell'associazione Muse) tra il sound del Mississippi e composizioni originali, e nel cortile dell'Orologio con il rock di "Clockwave", il concerto degli italiani New Candys e degli inglesi Ditz anticipato e seguito dal live dj set a cura degli allievi del corso di formazione Inside Live del Centro Musica. Il chiostro di Palazzo Santa Margherita ospiterà "Bach to Beatles", viaggio con la Corale Gazzotti nella musica vocale che accosta la tradizione colta alla musica più popolare (in collaborazione con Biblioteca Delfini e Fmav) mentre nel chiostro del complesso di Santa Chiara il coro Ildebrando Pizzetti dell'Università di Parma esegue "Languir me fais, ossia degli amor perduti" con brani di compositori cinquecenteschi, tra i quali anche Orazio Vecchi, che danno voce a passioni laceranti e amori impossibili (a cura di Gioventù musicale italiana). Musica classica nel chiostro di San Geminiano dove l'orchestra del conservatorio Vecchi Tonelli propone musiche di Mendelssohn e Beethoven. Canti della tradizione spiritual afroamericana e gospel nella chiesa di Santa Maria della Assi con il Serial Singers Gospel Choir in "What a Wonderful Night" mentre in piazza XX Settembre sarà protagonista il pop con "La notte delle cover" con gli artisti di San Luca Sound che interpreteranno i grandi successi internazionali della musica italiana. La musica riempirà anche i parchi cittadini: al parco Amendola con il duo Eulidia formato da Lucia Dall'Olio, voce e piano, e Grazia Cinquetti, voce e chitarre; al parco Ferrari il duo di Daniele Paganelli, voce, e Davide Mezzanotte, chitarra, in un percorso tra i classici del rock e del pop italiani e stranieri; al parco XXII Aprile con due appuntamenti nell'ambito di Altrosuono Festival del Teatro Comunale: venerdì 21 l'ensemble Atse Tewodros Project, collettivo di musicisti tradizionali italiani ed etiopi, presenta il suo secondo disco "Maqueda" dedicato alle figure femminili della storia e della mitologia etiopi, domenica 23 è di scena la band multiculturale Ayom con membri da Angola, Brasile, Grecia e Italia che propone "Sa.Li.Va", il nuovo disco, un viaggio emozionante e intimo sulle rotte della diaspora africana. Completano il programma gli appuntamenti al Teatro Tempio, con il concerto Anime libere di Vivaverba, e nel giardino interno dell'Archivio di Stato di Modena con lo spettacolo teatrale con musica dal vivo "Magie notturne. Storie im/possibili in Archivio". In occasione della Festa della Musica, a Palazzo dei Musei si possono visitare fino alle 23 lo spazio immersivo "Avia Pervia" e la mostra "Franco Fontana. Modena dentro". Tutti gli eventi, se non diversamente specificato, sono a ingresso libero e gratuito. Il programma completo è disponibile sul sito del Centro Musica di Modena (www.musicplus.it) e sui profili del Centro Musica su Facebook e Instagram.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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sangha-scaramuccia · 4 years
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Quando lo sport ti salva..
È abbastanza paradossale, ma così è. È partita la nona corsa in solitario a vela senza scalo e senza assistenza che fa il giro del mondo. E il paradosso sta nel fatto che questi sportivi, professionisti e no, partono soli su una barca che in altri tempi avrebbe fatto pensare che andavano in luoghi perigliosi e oggi vanno in uno dei luoghi più sicuri lontani dal rischio pandemico. Vabbè a parte l'ironia qui in Francia questa competizione dalle caratteristiche assai particolari ha un gran seguito e, altro paradosso, c'è la versione digitale vissuta tutti gli anni da quando esiste da persone che non hanno mai messo un piede su una barca a vela.
6 donne sui 33 alla partenza. Nella foto Samantha Davies che, storia nella storia, è partita come suo marito su un'altra barca, lasciando, entrambi il figlio ai nonni. 
Seguendo la partenza ho sentito evocare il fatto che investimenti economici differenti sono alla base del formarsi di gruppi diversi tra i partecipanti. Quelli, pochissimi, tra i favoriti a vincere, quelli con buone barche ma non all'altezza delle altre e quelle con buone barche, ma certamente troppo tecnologicamente arretrate per la vittoria.
Così va il mondo di questa corsa, ma non impedisce ai pochi tenaci di coronare un sogno. Alcuni hanno trovato i mezzi con sponsor più classici altri nel mondo dell'associazionismo solidale, è il caso di Samantha con "Iniziative cœur" e altri con molto impegno e la voglia di arrivare in fondo come obbiettivo, è il caso di tanti tra i 33. Un altro caso che mi piace ricordare è quello di "Campagne de France" , coopérative di produttori di latte, che hanno trovato la sintonia con una coppia di inglesi con la donna che è partita e il compagno che è restato a terra con tutte le incombenze del caso. Sono corse che prevedono qualche milione di investimento, ma che Miranda e Halvard, come la cooperativa di produttori di latte, mettendo l'umano al primo posto, sono riusciti a vincere arrivando alla partenza così come Alexia Barrier, il budget più basso di tutti, anche lei come il giapponese Kajiro Shiraishi realizzando la prima parte di un sogno. Un Italiano, il quinto nella storia della Vendée Globe, partecipa e ha tanta voglia di dire la sua dopo essersi trasferito a Lorient e molto vinto, Giancarlo Pedote.
La vela e il mare un giorno di novembre. 
A mani unite
Soshin
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Lavanda
“L’oro blu della profumeria”
La lavanda è entrata a far parte della tradizione popolare grazie al suo delicato, fresco e persistente profumo. Da sempre è, infatti, utilizzata per profumare la biancheria. Il nome lavanda deriva dal latino lavare: si riteneva che il profumo di lavanda “lavasse” ossia fosse in grado di eliminare alcune malattie. La coltivazione della lavanda si sviluppa nel XIX secolo a seguito della moda lanciata dalla Regina Vittoria che amava particolarmente il suo profumo; all'epoca le case inglesi profumavano di lavanda così come i fazzoletti portati da uomini e donne. Due sono le specie attualmente coltivate in Italia: la Lavanda vera (Lavandula officinalis) e il Lavandino (un ibrido tra la Lavandula officinalis e la Lavandula latifolia). Nel territorio dolomitico è sempre più frequente la coltivazione di entrambe le varietà di lavanda: vi sono piantagioni nei pressi di Brunico, in Alpago e nella più ampia fascia pedemontana bellunese. La lavanda è nota per varie proprietà: attenua lo stress, aiuta a migliorare il sonno ed è un rimedio naturale in caso di sintomi delle malattie da raffreddamento quali raffreddore o sinusite. Inoltre, calma e rilassa piacevolmente la psiche. La lavanda è una componente essenziale degli accordi fougére, raffinate espressioni imprescindibili per i grandi classici maschili in profumeria. Nei Profumi delle Dolomiti domina le note di fondo del grande classico maschile Dolomitico.
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tarditardi · 3 years
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MFX2 al top anche in Germania nella Dance Deutsche Chart
C'è ancora una bella novità internazionale per gli MFX2, il dj duo formato dai due dj producer bergamaschi Marco Fratty e Marco Flash: la loro "Things We Head" è appena entrata al 14eismo posto della prestigiosa DDC, la Dance Deutsche Chart. E' la più importante classifica tedesca, quella che definisce i brani più ballati nei club che poi senz'altro saranno anche i più ascoltati su Spotify e altrove. 
E' l'ennesimo risultato importante gli MFX2, che in questa foto vediamo ritratti in studio. A colpi di house di ogni colore stanno conquistando pian piano l'Europa e tutto il pianeta. La bella notizia per i tanti fan italiani degli MFX2 è che ogni venerdì la loro House Selection su Spotify si rinnova... ed è la colonna sonora per i nostri weekend di ritmo e relax.
Gli MFX2 sono un progetto musicale creato da Marco Fratty, un pezzo degli storici FPI Project (quelli dei classici "Rich In Paradise" o "Everybody") ed il vecchio amico e collega Marco Flash. Entrambi bergamaschi, dopo un 2021 di presenza costante nelle classifiche inglesi, ecco la solida "Things We Head" protagonista su Dj Buzz, punto di riferimento della dance a Parigi e in tutto il paese. Quanto al Regno Unito, invece, "Bolero 3K", altrettanto esplosiva, si fa sentire nella prestigiosa Music Week Upfront Club Chart, riferimento imprescindibile per la dance nel mondo. A marzo 2022 ecco ancora "Things We Head" nella prestigiosa classifica tedesca DDC Dance Deutsche Chart. 
MFX2 House Selection su Spotify
https://open.spotify.com/playlist/7dtEgkzSDkUqhXNrPNGBpM?si=8a18677c0a704a28
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PERCHÈ TUTTI DOVREBBERO IMPARARE ALMENO UNA LINGUA STRANIERA
Vi ricordate come era il mondo prima che imparaste a leggere? Beh probabilmente no. A molti di voi non sembrava nemmeno una cosa così essenziale, per poi scoprire filettendoci a quante cose la mancanza di questa abilità  vi stesse precludendo. Ed è ben difficile da far comprendere a qualcun altro quanto si stiano perdendo, me ne sono accorta presa dal disperato tentativo di convincere mia cugina piccola che, si annoiasse o no, doveva e doveva volere aver già imparato a leggere.
Stessa coa vale pe l'inglese. E si già riesco a percepire le risposte "Ma esiste il traduttore", eppure chiunque abbia studiato lingue concorderà di certo con me nel dire che il passaggio dalla lingua madre ad un' altra di un testo, un dialogo, o una battuta non rende a sufficienza.
Ho usato l'inglese come esempio, ma questo vale per ogni altra lingua.
Da piccola mi resi conto solo dopo aver detto mille volte a mia mamma "no lo imparo a scuola" quanto BISOGNO avessi di saper leggere, lo stesso bisogno che avvertì quando ancora non sapevo l'inglese. Una volta imparata una lingua straniera si ha un limite in meno, non potrete più dire "non posso leggerlo, perchè non lo capisco". Ma si tratta anche di avere una marcia in più, una parte del mondo in più a cui abbiamo accesso. Le canzoni straniere le ascoltiamo davvero, e le battute della vostra serie preferita, fidatevi, sono più divertenti (e scorrette, grazie censura delle reti italiane ✌️) in lingua originale. Per gli, purtroppo sempre più rari, amanti della lettura, non c'è paragone tra leggere le parole così concepite dall'autore piuttosto che lo spesso zoppicante adattamento di un traduttore. Ne è a prova di questo il più sempre diffuso studio della nostra lingua, l'italiano, da noi tanto screditato, considerato la lingua dell'arte, quindi da conoscere per capire meglio l'essenza dei nostri classici (mai sentita la versione inglese della Divina Commedia? Si anche gli inglesi provano a fingere che non esista). In sostanza quindi più lingue si apprendono più sarà grande l'esperienza che avremo di questo mondo fortunatamente post torre di Babele (una storia con cui in passato provarono a spiegarsi perchè non abbiamo una sola lingua) Non ne siete convinti? Beh in fondo nemmeno mia cugina piccola vorrebbe imparare a leggere, per ora.
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tangocontirofisso · 5 years
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Belzoni
Robinson, 26 ottobre 2019
Giovanni Battista Belzoni, l’inventore delle piramidi
  
Giovanni Battista Belzoni apparteneva a quella stirpe o genia ch’io chiamo il miracolo italiano, gente che dal nulla si forma una cultura, un sapere, e cresce da sola come una bella palma. Questa palma era Belzoni che quando arrivò in Egitto non sapeva quasi nulla di quella terra. Del resto dell’antico Egitto, nessuno sapeva un gran che. Champollion non aveva ancora decifrato i geroglifici, che venivano comunque considerati segni magici, i nomi dei faraoni si riferivano ai nomignoli dati loro dai greci, le piramidi, si sospettava, fossero monumenti per condurre i viaggiatori nel deserto, la sfinge era quasi del tutto insabbiata, Suez non aveva un canale e l’Egitto non era che una provincia dell’impero ottomano. La religione era arrivata però fino a Roma con una Iside trasformata in Magna Mater trasformandosi poi in massoneria che a tutt’oggi conserva i grembiulini faraonici e la magia — Belzoni stesso era un Fratello massone. Affiorava la moda per l’Egitto nel Flauto Magico di Mozart e per l’Oriente che cominciava ad essere scoperto da indomiti viaggiatori pur se il territorio, era meglio conosciuto nell’antichità che non nel ’ 7-’ 800. Beh, non tanto stranamente, la colonizzazione ottomana (i colonizzatori più terribili della storia moderna furono i Turchi. Altroché la Francia e l’Inghilterra!). Quando Belzoni ( 1778- 1823) mise piede ad Alessandria che era in preda alla peste, quel mondo era stato soggetto a grandi cambiamenti: Napoleone era sbarcato in Egitto cercando una via per le Indie che avrebbe potuto raccorciare le distanze e tagliar le gambe all’Inghilterra. Tutti anelavano alle ricchezze delle Indie, i francesi avevano cominciato ancor prima della East Indian Company, ma era l’Inghilterra che si era impadronita delle vie del commercio. Così che nell’annoso scontro tra la Francia e l’Inghilterra, fiorirono i servizi segreti di ambedue le nazioni mandando in giro esploratori, gente coraggiosa e intelligentissima. Non per nulla il servizio si chiama Intelligence. Uno di questi era Gian Battista Belzoni che nei suoi vari scritti naturalmente non dice nulla di tutto questo. Con l’aiuto della moglie Sarah, pubblicò un paio di diari in inglese soprattutto per rivendicare i propri meriti e diritti sulle scoperte che aveva fatto. Ce l’aveva, non a torto, con il console inglese Henry Salt e anche con i molti che avevano cercato di appropriarsi non solo delle statue che andava accumulando ma anche dei suoi meriti; nella versione francese, Belzoni si premurò di autocensurarsi sugli accidenti e le accuse che mandava ai colleghi cisalpini. Uno dei quali era Drovetti, ex console francese, la cui “ collezione di antichità” egiziane è alla base del meraviglioso Museo di Torino. Belzoni, “ the Great Belzoni”, era nato a Padova ma non era di nazionalità italiana perché l’Italia non esisteva. Era stato francese ( con l’occupazione napoleonica della Serenissima), austriaco ( con la susseguente presa di potere degli Asburgo), ma la sua patria d’adozione era l’Inghilterra, allora mondo che accoglieva gli esuli a braccia aperte.
Difatti prima delle sue avventure di esploratore e di archeologo ante- litteram, Belzoni era diventato famoso nel mondo dello spettacolo, specie per le sue invenzioni di effetti idraulici — e l’idraulica Belzoni l’aveva studiata quand’era seminarista a Roma, cosa che non voleva sottolineare dato che da Roma e dal seminario era scappato. Dopo essere stato reclutato dai nascenti Servizi Segreti britannici ( nascenti fino a un certo punto se pensiamo che Christopher Marlowe lavorava, come lui stesso specifica, per l’Intelligence) rimase per qualche tempo in Spagna, Portogallo e Malta per poi, nel 1815, sbarcare in Egitto. Ne Viaggi in Egitto ed in Nubia, edito da Harmakis, Belzoni racconta parte della sua avventura egiziana, e una selezione dei suoi viaggi. Come egli stesso specifica nella prefazione, questo volume è una traduzione dall’inglese.
“ Quantunque non sia inglese, ho preferito di narrare io stesso in questa lingua, per quanto io posso, a miei lettori quelle ricerche le quali ho fatte in Egitto in Nubia, lungo la costa del Mar Rosso e nell’Oasi” sic. Ma tanto la costa del Mar Rosso e dell’Oasi sono sparite da questo volume, e della scoperta della tomba di Seti si parla pochissimo. È lecito pensare che questa sia una traduzione “ pirata” pur se i diritti d’autore allora non esistevano, ( ben sappiamo quanto si diede da fare Giuseppe Verdi, anni avanti, per ottenerli e stabilirli.) e che fosse uscita in Italia senza il consenso dell’autore.
Quando già era al Cairo, Belzoni incontrò l’orientalista J.L. Burckhardt e da lui apprese moltissimo. Forse aveva già letto Strabone e Plutarco, ma certamente Burckhardt, uomo coltissimo, gli insegnò a leggere i classici. Burckhardt, straordinario personaggio ( uno svizzero che parlava l’arabo e andava in giro per il Sahara come se fosse in un Cantone svizzero), fu importantissimo per Belzoni che difatti in questo testo lamenta la sua morte precoce e inaspettata. Questo pur se Belzoni dei suoi affari privati non ci dice quasi nulla. In effetti non si chiamava Belzoni e persino la sua data di nascita varia nei vari documenti e scritti.
Ma Giovanni Battista ( che era più alto di due metri ed era un uomo famosamente bello) aveva molte cose da nascondere. Contro ogni aspettativa — ma non sua, “ the Great Belzoni” riuscì a trasportare 7 tonnellate di un busto di Ramses II, che si trovava al Ramasseum, fino al Nilo e di là al Cairo, ad Alessandria, a Londra e finalmente al British Museum. Allora non si sapeva che l’effige del Giovane Memnone rappresentasse il faraone Ramses II; Belzoni impiegò 17 giorni e 130 operai che non volevano lavorare per lui. Così iniziò la sua carriera di esploratore/ archeologo/ avventuriero/ agente segreto ecc ecc.
L’Inghilterra gli deve essere grata: molte statue al British Musem, istituzione che Belzoni idolatrava, lì si trovano per merito suo; e così altre meraviglie distribuite in vari siti, come il sarcofago di Seti in alabastro istoriato, uno degli artifatti più belli del mondo. Che venne aquistato da sir John Soane, l’eccentrico architetto la cui dimora londinese, the sir John Soane’s Museum a Lincolns Inn, è visitabile — una visita che consiglio.
Sbarcato a Bulak, il porto del Cairo, Belzoni racconta degli intrighi francesi — e inglesi — che però non spiega, dei continui imbrogli dei locali che chiama arabi o albanesi (i mamelucchi), dei trabocchetti dei caimacan, degli Agae dei kacheff; i pagamenti, i bacshish che distribuisce a volte consistono in pezzetti di cristallo o specchi — ma anche in pistole e polvere da sparo.
Ci racconta di due brutti tiri dei quali fu vittima, sciabolate che quasi lo resero zoppo e pistolettate senza dirci che erano attentati belli e buoni. In questa versione manca la sparatoria da parte francese all’interno del tempio di Luxor che quasi lo accoppò. Sono interessantissime le osservazioni di Belzoni sui templi che visita; capisce quando sono Tolemaici o di epoca anteriore; le sue note sono accurate e preziose per il futuro dell’archeologia.
Anche le sue osservazioni sulla vita quotidiana degli indigeni sono interessanti pur se li copre d’insulti per la loro rapacità e ignoranza — del resto “ loro” chiamavano Belzoni & Co “ cani cristiani”. Il testo è arricchito da note dello stesso Belzoni. Ma molto manca, prima di tutto il racconto della scoperta della città di Berenice; non c’è una introduzione che dica chi fosse Belzoni e in quale epoca vivesse; che spieghi che quando parla dei franchi, intende gli stranieri, perché qualsiasi europeo veniva così chiamato dagli egiziani, ecc ecc. Quasi ogni pagina contiene uno o più errori di stampa oltre agli errori di ortografia nel testo ( probabilmente di un traduttore). A volte mancano delle parole, e dei nomi sono indicati con la sola iniziale o sono addirittura scritti sbagliati. Tali sono gli errori e le lacune in questo volume che si ha l’impressione che il testo non sia stato neanche letto da chi lo ha preparato, il segreto per cosa intenda la direttrice editoriale per mettere assieme il “ libro”, è profondo quasi quanto quelli custoditi dal Grande Belzoni.
GAIA SERVADIO
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