Tumgik
#libere di scegliere
Text
Si può essere pro vita, ma non con gli uteri degli altri.
Non ho mai autorizzato alcun politico, alcuna religione, a decidere che cosa si debba fare di ciò che accade e si formi all'interno del mio utero.
L'utero è mio, e decido io come gestirlo: non terzi, che non ho mai delegato in alcun modo a gestire il mio corpo.
Se sei un medico obiettore di coscienza, cambia specialità: datti all'ippica. La decisione di una donna di abortire deve essere rispettata, indipendentemente dalle opinioni personali di chi osserva un fenomeno, come l'aborto - che riguarda solo la donna coinvolta, non i terzi.
Chi pensa che l'aborto sia omicidio, non abortisca o intervenga sul proprio corpo con una vasectomia. Gli altri, con il loro corpo - che è solo il loro - fanno ciò che meglio pensano.
Si può essere pro vita , ma non con gli uteri degli altri.
Ciò che si forma all'interno del corpo di una DONNA è parte integrante del corpo di quella donna, pertanto le appartiene: SOLO LEI, quella donna, ha diritto a decidere cosa farne. I terzi non hanno ALCUN Diritto di intromettersi sulla gestione del SUO CORPO.
I Diritti Civili NON obbligano alcuno ad aderirvi, solo a RISPETTARE le ALTRUI scelte: in questo si differenziano rispetto alla moralità repressiva imposta ai credenti di religioni moleste, che opprimono le Persone invece di favorirne la Felicità.
Tumblr media
2 notes · View notes
lollyhabits · 4 months
Text
Il cuore è solo un organo ✔
Tumblr media
Il cuore non è l'organo più importante in un organismo complesso: è solo una pompa, che irrora sangue per permettere la riproduzione e lo sviluppo cellulare; è una pompa che resta attiva, artificialmente anche nei casi di espianto degli organi, quando il cervello del soggetto è morto - perché è il cervello a renderci non solo senzienti, ma anche capaci di sentire e comprendere il dolore. L'embrione, non avendo uno sviluppo cerebrale, non percepisce dolore alcuno.
La biologia che è possibile osservare nello sviluppo di un embrione, all'interno di un utero, fa capire che il lavoro fondamentale viene svolto dal soggetto ospite (dal corpo della donna incinta), che in modo del tutto attivo, ma non dipendente dalla volontà dell'ospite, muta le sue condizioni (persino le ossa cambiano posizione), per adeguarsi ai processi cellulari in corso nell'utero; se si verificano problemi nel corso dello sviluppo, il corpo femminile, nella maggior parte dei casi, non continua il processo, e lo espelle, in un aborto spontaneo - realtà ordinaria e non straordinaria.
Il nostro Diritto riconosce Persone solo i nati, proprio perché è consapevole di tutti i reali meccanismi di una gravidanza - anche dei parti prematuri, che, se non ci sono tecniche adeguate per soccorrere il neonato prematuro, portano alla naturale morte.
Noi salviamo i neonati prematuri, che spesso presentano complicazioni nella crescita, perché abbiamo le conoscenze adeguate e strumenti ospedalieri per farlo; diversamente, il loro destino è, nella maggior parte dei casi, morire, poiché più fragili, in quanto non hanno terminato il loro sviluppo.
Salviamo noi, i neonati prematuri, perché le tecniche mediche sono evolute, ma la "natura" no: ne decreterebbe il decesso (in contraddizione netta con chi continua a sostenere che l'esistenza umana debba essere condotta solo "per natura": se lo fosse, avremmo più decessi di neonati prematuri).
Solo quando il neonato viene staccato del tutto dal corpo materno ed emette il primo vagito, oltre che respirare, possiamo dire che quella è una Persona: prima no, perché le complicanze di una gravidanza sono infinite, compresa la complessità di un parto che può causare la morte del nascituro e/o della donna.
Non è colpevolizzando una donna che la si farà diventare "madre modello": è proprio tutto il contrario.
Le donne abusate, psicologicamente, da compagni e famiglia, per portarle a diventare madri per mero uso e costume, LI ODIANO I FIGLI. Quindi, meglio abortire, quando l'embrione, da potenziale neonato, non effettivo, è equiparabile ad una qualsiasi cellula del nostro corpo, in procinto di svilupparsi e non sviluppata - e non vi è certezza che maturerà; e non vi sono motivi per descrivere l'embrione come senziente: il cervello, capace di ricevere stimoli esterni e tradurre gli stimoli nervosi, non si è sviluppato.
Meglio abortire, perché la GPA non è consentita in questo Paese (chi viene indotto a portare avanti una gravidanza, pur non volendo il figlio, assume la posizione di donna che si fa carico di una gestazione per conto terzi); fintanto che non sarà normata la GPA, diventando un diritto per chiunque, eterosessuali e omosessuali, è l'unica scelta che ci permette, da donne, di non essere conniventi di un traffico illegale di adozioni nazionali di neonati in corso.
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
1 note · View note
palenutave · 1 year
Text
Ciò che si forma all'interno del corpo di una donna è parte integrante del corpo di quella donna, pertanto le appartiene: solo lei ha #diritto a decidere cosa farne. I terzi non hanno alcun diritto di intromettersi sulla gestione del Suo corpo.
Tumblr media
L'aborto rientra nel diritto inalienabile di una persona ad autodeterminarsi; è il riconoscimento oggettivo che il corpo di una donna appartiene solo a quella donna.
Tumblr media
0 notes
io-sono-la-tua-favola · 5 months
Text
Tumblr media
" Alle persone non puoi e non devi chiedere di restare, nemmeno di andare via.
Le persone devono essere libere di scegliere e in base alle loro scelte capirai con chi hai a che fare...
📖🌹
I due Sognatori
51 notes · View notes
curiositasmundi · 3 months
Text
[...] La strategia della destra è di minimizzare le proprie capacità di male. La mediocrità dei propositi è tuttavia preoccupante, in primo luogo perché fa proseliti tra quell’area grigia che si autoproclama liberal-moderata e che pensa di avere la capacità di dare moderazione alla destra, domandone le pretese autoritarie. La mediocrità ci salverebbe, insomma; questa destra è normalizzabile. Non è più “quella” che aveva pianificato il male per mezzo della tecnologia e del legalismo, aperto le prigioni ai nemici politici e i campi di concentramento ai nemici etnici. Nulla di tutto questo. Oggi, la destra è blanda abbastanza, mediocre abbastanza, da poter essere governata; e i moderati di turno sarebbero in grado di farlo. In Europa, questa via alla normalizzazione l’ha aperta niente meno che Angela Merkel, la quale, forse anche per ragioni di interessi economici tra il suo paese e quelli dell’Europa dell’est da poco emancipati dal comunismo, pensò che fosse saggio e possibile normalizzare Viktor Orbán accogliendolo tra i popolari. Una piccola virata a destra non avrebbe cambiato il percorso della Ue, anche perché c’era comunque una forte componente socialdemocratica. Oggi, questa strada viene lambita da Ursula von der Layen, benché in una congiuntura che vede i socialisti indeboliti e le destre scalpitanti a ovest della Mosella e a sud delle Alpi. E tuttavia vi è chi, sia in Francia che in Italia, scommette sulla normalizzazione delle destra, affidandosi alla “mediocrità”: non è più la destra cattiva. Eppure, è proprio questa “mediocrità” – di contenuti e di stili – che ci dovrebbe allarmare. Violenze giustificate come “disordini”; politiche antiabortiste che diventano silenzi e rieducazione delle donne delegata a gruppi antiabortisti; decisioni repressive ma praticate su minoranze (i rave, i mascalzoncelli che marinano la scuola, i facinorosi che vanno in piazza); assalto alle libertà di scelta sessuale, ma presentato come campagna per la difesa della famiglia “naturale”; politiche di diseguaglianza sociale, ma rese come richiamo alla responsabilità personale per cui ciascuno è causa della propria miseria; politiche di dissanguamento della sanità e della scuola pubbliche, ma con l’argomento a favore della pluralità dell’offerta. Il tutto come premessa della “mediocrità” massima: una riforma della Costituzione che sottomette il parlamento all’esecutivo, ma presentata come il “far scegliere” il capo agli elettori. Plebiscito scambiato per voto elettorale. Una mediocrità rispetto al listone del 1924.
Da: La “mediocrità del male” di questa destra estrema - Nadia Urbinati, Via
6 notes · View notes
situazionespinoza · 1 year
Text
Carne
"Sto riflettendo molto sul rapporto uomo-donna" mi dice il mio ragazzo mentre S., ubriaco, mi domanda se voglio giocare a Tinder con lui: "Aiutami a scegliere una sborrata decente, dai".
Sono due conversazioni che avvengono in parallelo. Alla mia destra C., profondamente scosso da ciò che è avvenuto a Palermo, e alla mia sinistra S., che considera le femmine buone solo per scopare. Tranne le sue amiche e sua mamma, ovviamente.
In questo fuoco incrociato di Maschi Bianchi Occhi Blu, io penso al mio corpo.
Il mio corpo che viene fissato, squadrato, dissezionato, analizzato, soppesato, valutato, venduto un tanto al chilo e il prezzo varia a seconda del taglio. Il culo vale di più delle tette, è paragonabile al controfiletto. Le gambe sono prelibate, ma se hanno la cellulite il prezzo scende un po'.
"Sopra ai 25 siete carne frolla" diceva il mio ex titolare a noi cameriere.
Penso al mio corpo palpato e commentato ad alta voce, come se in mezzo a tutta questa carne non ci fossero anche un cervello e delle orecchie.
"Copriti, ti si vede mezza tetta" mi ha detto un mio amico una sera, perché indossavo un vestito scollato. Mi ha sistemato la camicia sulle spalle e gettato un'occhiata di rimprovero: "Capisci che non posso fare a meno di guardare, vero?"
La carne è carne, hanno detto i ragazzi che stavano come cento cani su una gatta.
"Hai un bel corpo", mi disse un uomo prima di darmi uno schiaffo sul sedere.
La carne di alcuni è desiderio, potere, autorità. La mia carne è peccato, oggetto, accettazione, sottomissione.
"Noi uomini abbiamo paura perfino di farvi un complimento, adesso" leggo tra i commenti sotto uno, cinque, dieci, cento video.
"Noi donne abbiamo paura di camminare da sole per strada" è la risposta. Schietta, oggettiva, sempre uguale.
Penso alla strada, al luogo di lavoro, alle aule dell'università e ai corridoi della scuola e immagino solo una macelleria. Divento un pezzo di carne che cammina, un banco salumi illuminato e con la mercanzia ben disposta.
Mi si dice di avere fiducia nelle nuove generazioni, di avere fiducia nella lotta e nel femminismo. Dovrei prendere a esempio Donne Libere che hanno sfidato le regole del sistema e hanno vinto prestigio e notorietà. Queste Donne sono lì proprio per dimostrarmi che non è vero che sono solo un pezzo di carne appeso al gancio, in attesa di essere comprato.
Ma le nuove generazioni non mi sembrano diverse dalla mia. E quelle Donne Libere avranno anche molto da dire, ma parlano solo alle altre Donne Libere come loro.
I cento cani in fregola raramente possono circondare quelle Donne Libere, perché loro si muovono unicamente tra Maschi Altrettanto Liberi.
I cento cani in fregola scalpitano e ringhiano davanti a me, davanti a te, davanti a noi persone semplici e ordinarie che ci muoviamo dentro un corpo da donna.
Un corpo che vuole tornare semplice corpo, quando fuori in strada è solo carne.
20 notes · View notes
cla-debby-mentilibere · 9 months
Text
Ho un bisogno continuo e costante di scopare mia moglie e di essere scopato da lei;
Lei ha il mio stesso bisogno.
Scopiamo correndo contro ogni radicato ed imposto canone contro ciò che è perbene e non giudicabile corriamo contro ciò che è giusto ed imposto da qualcuno.
A noi piace il piacere….
Noi amiamo il gusto del piacere, noi amiamo piacere.
Non è superbia , bensì libera espressione di essere. Libere emozioni. Libera mente di scegliere…..
Liberi di amare.
8 notes · View notes
Text
Tumblr media
A chi ami
concedi ogni istante
il giusto spazio.
Per esistere, per essere.
Per cambiare.
Per avere ogni volta che serve
la possibilità d'incontrare
la propria solitudine.
A chi ami
permetti ogni istante
di decidere se restare
o se andar via.
Le persone le conosci veramente
solo quando
sono libere di scegliere.
Non ha regole la felicità.
E una persona
quando è felice
rischia, combatte.
Una persona quando è felice
non se ne va.
Andrew Faber
19 notes · View notes
automatismascrive · 7 months
Text
Ritagli di menare: Dance & Bleed
Adoro i giochi di ruolo pensati per essere giocati in coppia. Hanno una vendibilità che rasenta lo zero, sono impensabili da portare in un’associazione e possono essere alquanto imbarazzanti da giocare con una persona che non si conosce abbastanza bene, ma quando si ha la possibilità di provarli con un partner, con un amico intimo o con qualcuno che è capace di prendere il gioco di ruolo abbastanza sul serio da non spezzare l’atmosfera intima che si crea è possibile portare a termine sessioni memorabili. Moltissimi giochi di questo genere sono molto semplici dal punto di vista delle meccaniche di gioco: io sono un morto appena resuscitato, tu l’assassino che mi ha ucciso (Dead Friend: A Game of Necromancy); tu sei il mio più grande amico, io sono il tuo attuale rivale che ha giurato di ucciderti (Clash!); io sono la Macchina, tu sei il Mortale (Haecceity), e le nostre libere interazioni decideranno buona parte della storia che vogliamo giocare.
In questo senso, il consiglio di oggi è un’interessante eccezione, perché se Dance & Bleed si definisce al 50% un Narrative Engine, pensato per mettere personaggi in situazioni interessanti e vedere come va a finire, per il restante 50% si classifica come Fighting Game – cioè un ttrpg dotato di un combat system di tutto rispetto, con complessità e varietà significative, specialmente data la natura indie del progetto. E una volta testato a dovere non ho potuto non parlarne sul blog, visto quanto ci siamo divertiti io e miei compagni di gioco!
Ma partiamo dalle cose importanti: Dance & Bleed sarà anche un gioco sul picchiarsi molto forte con una serie di armamenti bizzarri, ma è soprattutto un gioco in cui vestire il tuo cartonato per massimizzarne letalità o potenziale kawaii! Possibilmente entrambi, anche se l’impresa non mi è ancora riuscita. Infatti il gioco, oltre alle istruzioni per mettere in piedi una partita, che durerà sulla mezz’oretta la prima volta e un po’ meno le successive, include anche due cartonati che rappresentano le due Animulae che si scontreranno sul campo di battaglia, assieme ad una copia di ciascuna arma, protezione e pattino che si può utilizzare durante l’azzuffata. La fase di preparazione dunque consisterà nello scegliere due armi, un’armatura e un paio di pattini per ciascun personaggio e fissarli al cartonato con delle pratiche graffette già incluse per ottenere il proprio omino da battaglia; dopo avergli fornito un nome, dei pronomi e una personalità più o meno approssimativa sarete pronti a farlo scontrare con il suo avversario.
Scontro che si basa sul togliere tutti gli Style Points (SP, nome in nessun modo equivocabile dagli appassionati di RPG) all’avversario, sia colpendolo o infilzandolo con armi a contatto, sia sparandogli a distanza di sicurezza con armi che generalmente costano Energia (altro nome fraintendibile), che rappresenta sia il carburante per attaccare attaccare con certe armi, sia il pool di dadi che ciascuna Animula avrà a disposizione ad ogni turno. Infatti attaccare, muoversi e attivare l’abilità speciale del proprio oggetto sono tutte azioni che costeranno un tipo specifico di dado: nell’ordine, sei, uno e tre; ciascuno di essi avrà anche un costo diverso a seconda della sua natura (es. da uno a quattro dadi da sei per le armi) e avrà effetti diversi per quanto riguarda perdita di SP, Energia o altro (c’è un oggetto che blocca un avversario, una altro che impedisce di perdere SP quando si viene colpiti e così via), incoraggiando ciascun giocatore a testare la strategia elaborata in fase di selezione dell’equipaggiamento e a cambiarla al volo nel momento in cui smette di funzionare. Questa varietà, assieme al fatto che moltissime armi colpiscono solo fino ad una certa distanza e che non tutti i pattini sono egualmente veloci, conferisce una profondità al gioco che gli permette di rimanere longevo per moltissime partite senza neppure tirare in ballo l’aspetto puramente narrativo, che merita indubbiamente qualche considerazione in più.
Tumblr media
L'occorrente per giocare a Dance & Bleed, armamenti esclusi, tutto presente nella confezione con cui mi è arrivato.
Ho definito i due sfidanti Animulae: parola che nel gioco indica le anime appena arrivate in Purgatorio, un luogo di attesa da cui è possibile scappare solo ottenendo il favore e le preghiere di un numero spropositato di residenti dell’aldilà; per riuscire in questa impresa l’unico modo è quello di farsi aiutare da un patrono angelico, che è in grado di fornire alle anime appena nate armi e artefatti necessari a lottare tra loro per guadagnare la fama necessaria affinché le preghiere dei loro fan siano tanto numerose da permettere loro di reincarnarsi. È possibile dunque seguire il cammino della propria Animula dai primi giorni nelle Isole di Arruolamento prima del Lete fino alle battaglie decisive nello Stige, viste da milioni di spettatori in tutto il Purgatorio; battaglie all’ultimo sangue, naturalmente: tutto, pur di evitare la Full Qualia Dissolution che attende le anime che non riescono ad accumulare abbastanza fan che preghino per loro.
Insomma, un’ambientazione a cui è facile ancorare un personaggio, delineata nelle sue linee guida principali e poi lasciata ai giocatori per tratteggiarla nelle sue minuzie, che inevitabilmente andranno ad intrecciarsi con il proprio omino, il motivo per cui si trova in Purgatorio e la ragione per cui imbraccia la pistola (o la falce, o lo yo-yo gigante o… beh, ci siamo capiti); le uniche altre informazioni che abbiamo su questo luogo ultraterreno ci vengono dalle descrizioni e dalle tagline dell’equipaggiamento: una frase ad effetto, alcune davvero molto carine – sapevate che silence is sexy/ so sexy/ as sexy as death? – e qualche riga che descrive le proprietà magiche dell’arma, o il ritrovamento di uno specifico oggetto, o ancora un log del precedente proprietario. Nulla che scalfisca il mistero che ammanta queste armi mistiche o quello della gerarchia angelica che le fornisce agli sfidanti dell’aldilà, ma abbastanza da fornire possibili agganci alla storia pregressa del proprio personaggio o anche solo a strappare un sorriso.
Tumblr media
Due delle molteplici combinazioni di armi, armature e oggetti creabili con il manuale. Quella a destra ha anche stile da vendere.
Finora ho usato toni piuttosto entusiastici per parlare di questo ttrpg e giammai me li rimangerò; tuttavia, mi sembra corretto parlare dei limiti del sistema e di qualche problema che sul lungo periodo impatta le partite e il sistema – abbastanza fisiologici, per un gioco di ruolo indie o non testato a sufficienza o non pensato per essere del tutto bilanciato, ma nondimeno presenti.
In primo luogo, in certi punti le spiegazioni avrebbero beneficiato di meno vaghezza; in diversi momenti io e gli altri giocatori siamo rimasti interdetti di fronte ad alcune istruzioni, e uno sguardo poco attento farebbe fatica a cogliere chi e cosa perde o guadagna Energia e/o SP; logicamente è possibile sbrogliare ogni dubbio, tranne forse quello sul fatto che esista un cap per entrambe le statistiche, ma ad un primo sguardo il manuale può risultare un po’ opaco. Fatto ahimè un po’ più grave, ci sono oggetti semplicemente troppo potenti e armi che sono copie deboli di altre senza nessun beneficio aggiuntivo: che una protezione curi di 1 SP con un dado da tre (fino a cinque volte a turno!) significa che il giocatore che la usa ha un vantaggio enorme ad un costo ridottissimo, mentre un’arma che toglie 1 SP con un dado da sei sarà sempre più forte di una che ne toglie 2 con due dadi, proprio perché quasi ciascuna di esse si può usare quante volte a turno si vuole purché si siano tirati i dadi giusti.
Questo significa che tendenzialmente le build full contact sono avvantaggiate rispetto a quelle a distanza, specialmente quando fanno uso delle gambe da satiro che permettono un movimento rapidissimo ad un costo irrisorio (1 metro per un dado da uno); al primo test un giocatore ha creato un personaggio quasi imbattibile proprio perché usava questi specifici oggetti – per quanto sia indice di profondità poter creare personaggi più forti di altri, qualche armamento è evidentemente troppo utile rispetto ad altri. Anche le build che fanno largo uso di energia sono a lungo termine probabilmente meno performanti, considerando il costo in termini di dadi, ma ci sono diversi oggetti che lo bilanciano permettendo comunque una vasta scelta nella fase di selezione e dunque non mi sento di classificarlo come un problema.
Tumblr media
La build semi-invulnerabile incriminata. Difficilmente colpirà gli spettatori del Purgatorio per lo stile, ma credetemi, non ne ha bisogno.
Mi preme sottolineare però che questo bilanciamento un po’ bislacco non impatterà la maggior parte delle sessioni dei giocatori a cui interessa soprattutto l’aspetto narrativo e che sono disposti a mettersi d’accordo sulle armi e gli oggetti da utilizzare per concedere ad entrambi una possibilità di vittoria; Dance & Bleed è un gioco a cui interessa soprattutto mettere in scena un conflitto in cui ogni attacco e ogni mossa sul campo di battaglia sono minuziosamente razionalizzati e descritti dagli sfidanti – la specifica sul manuale è addirittura che nessuna azione avrà effetto a meno che non sarà descritta dal giocatore. Anche il fatto che l’esito dell’incontro in caso di pareggio sia interamente deciso dai due giocatori, o che il vincitore possa scegliere se risparmiare o meno il proprio avversario, è una libertà affidata al giocatore in grado di cogliere il senso in cui si è sviluppata la narrativa creata nel corso della battaglia e prova evidente del fatto che il Narrative Engine del gioco è in realtà un po’ più del cinquanta per cento della sua anima.
L’ultimo tasto dolente che mi preme sottolineare è che questo gioco è assai difficile da reperire. L’editore Ultravioletto è introvabile sul web (tant’è che la mia copia è stata un regalo comprato ad una fiera di fumettisti indipendenti) e temo che le poche occasioni per acquistare questo titolo siano gli stand dedicati a qualche fiera organizzata – dunque se qualcuno avesse curiosità di giocarlo scriva pure alla posta del cuore del blog e vedrò di mandarvi il materiale necessario. Cosa che spero vivamente: Dance & Bleed è un sistema di gioco sorprendentemente complesso e intrigante, dalle ottime potenzialità narrative e con un’estetica e un’ambientazione abbastanza peculiari da permettere di creare personaggi sfaccettati… che durino almeno il tempo di una battaglia angelica.
3 notes · View notes
susieporta · 1 year
Text
È il nostro amore a cambiare le persone.
Non la volontà, non la forza, non le richieste, non le pretese, né la rabbia, né la gelosia.
È l’amore che proviamo per loro a renderle migliori, ad aiutarle a essere quello che sono davvero, a lasciare che plasmino da sé il proprio corpo, la propria mente, il proprio spirito. È l’amore che le ama come sono. È l’amore che le rende libere creando un legame d’appartenenza, che le rende uniche senza alcun bisogno di scegliere, che rinunciando a ogni cosa, può ottenere tutto.
L’amore del rispetto, della parità, dello scambio reciproco; l’amore che non si aspetta niente, perché tutto ciò che uno si aspetta, deve ancora riceverlo dai genitori e non potrà mai trovarlo altrove. L’amore che non addossa responsabilità, che non esprime giudizi, che non richiede prove, conferme, confutazioni.
Se amo una persona, la cambio per sempre. Se mi ama, mi cambia per sempre. Perché mentre tutto il mondo si aspetta qualcosa da me e mi vuole in un certo modo, quella sola, unica, mi dice soltanto «Sì».
Gabriele Policardo
Io sono d’oro – il valore della donna nella relazione
11 notes · View notes
principessa-6 · 10 months
Text
Tumblr media
Le persone non si trattengono con la forza, si lasciano libere di scegliere ogni giorno.
Potrai dire di conoscere una persona solo quando è completamente libera di scegliere, e nonostante tutto, sceglie di restare.
5 notes · View notes
dottssapatrizia · 1 year
Text
Psicoterapia: quando e perchè?
Tumblr media
Con queste poche righe vorrei provare a sfatare il mito che "RIVOLGERSI AD UNO PSICOTERAPEUTA È QUALCOSA DI VERGOGNOSO". Ci convinciamo di essere “matti”e deboli, incapaci di “farcela da soli”; e chissà, poi, cosa penseranno gli altri di noi! In alcuni momenti della vita, la sofferenza si può manifestare in modi diversi, tra i quali sintomi d’ansia, attacchi di panico, malesseri fisici non spiegabili dalla medicina; ci si può sentire tristi, abbattuti, senza speranza e non riuscire a trovare una spiegazione o le giuste parole per capire che cosa sta accadendo. La terapia può aiutarci a ridefinire il significato di ciò che sta avvenendo e ad individuare il percorso più adatto per trovare un nuovo equilibrio. Aiuta le persone ad essere maggiormente autonome, a sentirsi più libere di scegliere, attraverso una sempre maggiore conoscenza di sé; a comprendere, in un lavoro a quattro mani, il significato delle difficoltà affrontate e poterle inserire nella trama, più complessa, della propria vita. L'obiettivo dell’intervento terapeutico non è mai solo il superamento del problema attuale ma anche la costruzione di strumenti, pensieri ed emozioni nuove che permettano di far fronte ai momenti critici futuri.
19 notes · View notes
costancen · 10 months
Text
👠👠
Qualcuno, forse, ha voluto che io nascessi donna.
In quanto donna desidero sentirmi libera di camminare per le strade di questa terra scegliendo cosa indossare e chi essere. Gli abiti sono espressione della propria identità e l'identità è un processo in fìeri. In quanto donna voglio vivere le trasformazioni della mia identità in maniera libera e spassionata, senza dover pensare esistano uomini incapaci di tenere a freno i loro istinti o persone, in generale, non in grado di dosare le parole. Non voglio subire il giudizio di nessun'altro, né farlo subire alla mia prossima, in quanto anch'essa presente su questo pianeta e deve godere degli stessi diritti.
Il caso ha voluto che io nascessi donna, non che subissi violenza verbale, fisica, psicologica, diretta o indiretta da chicchessia. Sì, perché la violenza non giunge soltanto dagli uomini, ma anche dalle donne che "temono" le altre o che non accettano ci sia sempre la possibilità di scegliere nelle varie strade che la vita propone, dove nessuno ha in partenza disposto che i diritti fondamentali dell'essere umano venissero sottratti.
Il caso ha voluto che io nascessi donna e di questo sono grata, anche se la società fatica ancora ad accettare ognuna possa esser fatta a suo modo: con un corpo che racconti una propria storia e che non per forza rispecchi rigide immagini, canoni o stereotipi; con sogni da inseguire, ambizioni e desideri da avverare senza dover per forza spiegare il perché. Una donna deve avere la possibilità di dire "no" e non bisogna pretendere essa si giustifichi. Una donna può essere chi vuole e nessuno deve erogarsi il diritto di decidere al posto suo.
Appartengo all'unica e universale "razza" dell'essere umano, anche se vengono spesso presi d'esempio coloro che dimenticano o addirittura non conoscono la loro umanità e seminano odio in ogni sentiero percorso. A un certo punto ci si chiede come mai esista la violenza, eppure ogni giorno essa assume sfumature d'ogni sorta attorno a noi, talvolta difficili da rilevare.
"Normalizzare" qualsiasi tipo di violenza - sminuendola o giustificandola - significa normalizzare l'odio. In realtà non bisognerebbe mai smettere di indignarsi dinanzi all'ennesimo insulto, all'ennesimo atto di bullismo o di cyberbullismo, all'ennesimo tentativo di prevaricazione, all'ennesimo abuso. Soprattutto non bisognerebbe mai sentirsi indifesi e impotenti.
Spesso non si discorre di come la violenza nasca da altra violenza, ma ci si limita al giudizio impervio. Non ci si domanda quali siano i fallimenti del nostro sistema, da quali "malattie" sia affetto e come noi agiamo per "prevenire" e "curare" i batteri della disuguaglianza, della disparità, del sessimo, del maschilismo, del razzismo, dell'intolleranza.
Fino a quando esisterà una "Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne" non potremo mai ritenerci pienamente al sicuro. Fino a quando esisteranno giornate volte a sensibilizzare contro qualsiasi genere di violenza, significherà che l'essere umano non avrà ancora compreso i principi basici su cui si fonda ogni singola esistenza.
La promessa urgente che ogni donna deve fare a se stessa è quella di non sentirsi mai sbagliata. Quando succede essa deve allontanarsi da persone e ambienti tossici. Ogni donna deve rivendicare il sacrosanto diritto di essere se stessa.
Il tempo è un bene prezioso e va donato a chi veramente merita: chi è capace di posare lo sguardo con assoluta delicatezza e non a chi vorrebbe vederci sofferenti o, addirittura, esanimi.
Il primo dovere che abbiamo è quello di essere libere di amarci!
Prometto questo e tanto altro a me stessa e anche a Giulia, Oriana, Martina, Teresa, Alina, Giuseppina, Antonia, Rosina, Stefania, Cesina, Iulia, Rossella, Francesca, Wilma, Safayou, Pierpaola, Floriana, Anna, Mara e a tutte le vittime di femminicidio in ogni parte del mondo, dunque alle attiviste politiche Mirabal che vennero deportate, stuprate e uccise sotto la dittatura della Repubblica Dominicana del 1960.
2 notes · View notes
io-sono-la-tua-favola · 10 months
Text
Tumblr media
" Alle persone non puoi e non devi chiedere di restare, nemmeno di andare via.
Le persone devono essere libere di scegliere e in base alle loro scelte capirai con chi hai a che fare.
📖🌹
10 notes · View notes
salfadog · 2 years
Note
Ovviamente generalizzavo, mi riferisco agli escrementi concernente la mia esperienza negativa. Di solito non ho pregiudizi e vado oltre le apparenze, motivo per cui mi sono ritrovata in una determinata situazione (*colpa sempre del soggetto tossico) lungi da me giudicare chi non conosco, non penso siano tutti nemici. Il nemico è l'unico che odio e schifo, purtroppo poi il nemico tende a contaminare le cose belle. La mia fortuna è l'amore che nutro nei miei confronti, che non si lascia abbindolare da narcisisti ed egocentrici frustrati che non credono in sé stessi e che fanno ricadere le loro insoddisfazioni personali sugli altri e sul prossimo. Io ritengo che siano tutti uguali, sono le emozioni a distinguerci.
Per me l'unica regola è: non possiamo andare d'accordo se siete dalla parte del nemico, ma se il nemico è affetto da bugie patologiche e psicopatia e manipola la realtà, facendo credere falsità, fondando il suo impero di ipocrisie; la vita lo ripagherà con la solitudine. Purtroppo so di avere il controllo solo sulle mie azioni e neanche vorrei controllare quelle altrui, perché tutti dovrebbero essere liberi di vivere come vogliono, fin quando la libertà genera male alla popolazione e allora in quel caso; per non alimentare ulteriore male al mondo, spero che si suicidi.
Non so neanche se il termine bullo è corretto, è solo merda e da tale va trattata, quindi secondo me non è neanche degna della mia parola e né della parola di nessun altro. Morirà sola. Per quanto si possa esprimere e ribadire il proprio parere e ciò che si pensa, i soggetti tossici sono ottusi, quindi è inutile, ma non bisogna mai smettere di provare/riprovare e dire: guarda che sei una testa di cazzo, la vuoi smettere con questo infantilismo? Con le buone e con le cattive, fin quando si arriva al punto in cui si ignora e si autoescluderà dalla nostra vita, purtroppo per quanto si possa escludere, evitare e disconoscere, esiste poi lo stalking.
Di solito non penso mai di avere ragione, anche se ho ragione, metto sempre tutto in discussione; so di non sapere e sto ancora imparando, così sarà sempre, non mi piacciono coloro che ostentano.
Probabile che tu riesca ad avere empatia nei confronti di uno pseudo bullo perché sei fuori dalla vicenda, ma per me è allo stesso livello di un fascista e un molestatore, chi va contro la mia libertà e non lascia le persone libere rispettandole per me non merita nulla; neanche di stare al mondo, figuriamoci un ti voglio bene. L'amicizia è l'amore sono valori molto importanti e non si gettano così.
Fortunatamente sono molto equilibrata: è la mia salvezza. Speriamo che la gente di merda muoia prima e che il karma giri per il verso giusto (:
Ciao Anon,
scusa se ci ho messo un po’ ma hai posto un quesito complesso con molti spunti di riflessione sul quale sono completamente d’accordo.  
Purtroppo @kon-igi ha risposto perfettamente in un recente Post sul fatto che i colpevoli non sono i veri colpevoli e punirli non serve se non al nostro ego. -Kon konreggimi se ho semplificato eccessivamente-.
Detto ciò, nessuno deve permettersi di provare a calpestarci e, come sono solito dire prima di fare fuoco con lo shotgun: "Non scambiare la mia gentilezza per debolezza". Se il malcapitato di turno sbaglia risposta a questo punto volano bordate di -metaforici e non- pallettoni cal.12.
Perché, se c'è una cosa che vale più del rispetto e della sospensione del giudizio per le azioni altrui, è il diritto all'autoaffermazione, alla nostra libertà di scegliere senza costrizioni ciò che riteniamo giusto per noi.
Se avete problemi a capire se la vostra libertà mette a rischio quella altrui c’è un modo molto semplice: guardate il grado di “violenza” che state usando sugli altri per fare spazio alla vostra libertà.  
Per me l'unica regola è: non possiamo andare d'accordo se siete dalla parte del nemico, ma se il nemico è affetto da bugie patologiche e psicopatia e manipola la realtà, facendo credere falsità, fondando il suo impero di ipocrisie; la vita lo ripagherà con la solitudine.
In realtà finché stiamo tutti nei nostri confini e accettiamo quello che non ci piace ma non ci arreca danno possiamo e dovremmo convivere. L’alternativa è quello che abbiamo oggi: una crociata infinita dietro ideali vuoti e troppo generici che poi non soddisfano nessuno perché nessuna ideologia in un gioco infinito quale è la vita può avere sempre e solo ragione. 
Faccio un esempio di attualità cocente: i raduni di Predappio hanno per me lo stesso senso delle processioni religiose: una cieca fede (acritica e illogica) che non tiene conto della realtà biologica della vita e della sua diversità. Ma finché le loro azioni non metteranno a rischio la libertà degli altri mi asterrò dal giudicarli anche se li terrò sempre d’occhio.
Anzi, non odiandoli perché sono affetti da bugie patologiche e psicopatia e manipolano la realtà, ho la possibilità di parlare con loro, di impedire loro ogni volta possibile di agire con dolo. Il danno che possono arrecarmi, una volta che sono consapevole dei loro processi “logici” fallaci, è minimo perché per me loro non hanno nessuna parte nella mia vita emotiva, sono solo i pazienti più gravi dell’enorme ospedale psichiatrico che chiamiamo terra. E se non riesco a sopportare la loro presenza posso sempre allontanarmi e farli scomparire dalla mia vita. Se mi inseguono e non mi mollano vale poi il discorso dei pallettoni cal.12. 
Possono renderci vittime solo se diamo loro importanza che non hanno e consideriamo le loro parole come quelle di una persona con capacità cognitive adeguate ma, come hai detto tu, non è così. Se avete dubbi a capire cosa siano capacità cognitive adeguate sono quelle che si basano sui fatti e, come nel tuo caso, sono pronte a modificarsi quando i fatti della controparte sono più convincenti. 
Ma in loro non ci sono fatti, ci sono solo bias e dogmi suffragati da propaganda stantia. Il nostro lavoro non è combattere loro ma mostrare loro la consapevolezza. Non importa se riusciremo, ma il dialogo resta il mezzo migliore per comunicare informazioni.
In questo caso, io sono l’adulto e loro il bambino con varie problematiche. Punirli per ciò che sono non serve se non a creare una netta contrapposizione che può sfociare solo nella violenza. Attivare l’empatia se possibile è di gran lunga meglio.
In ogni caso, nel momento in cui dovessero passare all’azione, abbiamo il diritto di difenderci con mezzi adeguati a far cessare la situazione e, non colpire loro, ma proteggere le loro vittime. In questo caso, come con i cani quando c’è un’aggressione che può causare gravi conseguenze, si deve intervenire per inibire l’azione in corso ed è sempre meglio farlo con la mente fredda senza rabbia o indignazione, come un chirurgo in un intervento, che opera preciso per rimuovere il tumore con ogni mezzo e competenza che ha a disposizione.
Loro sono le nostre mosche del karma. Noi siamo le loro. 
PS: per quello che so del Karma non è praticamente mai immediato e infatti queste persone non restano sole, finiscono peggio: si aggregano tra di loro come cellule tumorali diventando una tribù che cerca di proteggere le proprie convinzioni in un mondo che sta diventando sempre più ostile nei loro confronti, radicalizzandoli e dandogli una crociata da combattere, convincendoli che sono nel giusto perché solo loro hanno capito come funziona il mondo e nessuno gli crede. 
Solo cambiando i paradigmi di riferimento possiamo sperare di continuare a migliorare, perché stanno cambiando, magari troppo lentamente ma, come ha detto Planck:  una nuova verità scientifica non trionfa convincendo i suoi oppositori e facendo vedere loro la luce; essa trionfa perché prima o poi i suoi oppositori muoiono e cresce una nuova generazione che ha familiarità con essa".  E questo fortunatamente vale per ogni verità. 
19 notes · View notes
abr · 2 years
Text
(...) Venerdì scorso il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner (FDP) ha presentato il progetto (...) per realizzare un fondo di investimenti privato con cui assicurare la stabilità delle pensioni.
Si tratta in sostanza di passare dal modello puramente sociale basato sui contributi ad un "modello liberal-sociale", ha spiegato Lindner. La giustificazione è che solo così si potrà mantenere l’impegno di non abbattere le pensioni e di non alzare l’età pensionabile.
Il sistema pensionistico tedesco, come quelli di altri paesi, è infatti in difficoltà per ragioni demografiche. (...) Già adesso lo Stato tedesco deve integrare i fondi esistenti con altri introiti erariali. Nel 2022 oltre 100 miliardi, pari ad oltre il 30% delle pensioni erogate. La tendenza è in crescita e si stima che dal 2027 lo Stato dovrà sopperire con almeno 128 miliardi all’anno. (...)
Christian Lindner, nel presentare il progetto, non ha peraltro escluso che in futuro anche quota dei contributi individuali fluiscano nella fondazione per generare una rendita come nel modello svedese, ha presentato anzi questa possibilità come il traguardo finale cui tendere. La legge con tutti i dettagli sarà presentata nelle prossime settimane al Parlamento. (...)
Lindner, auspica apertamente maggior ricorso alla previdenza sociale individuale e vuole renderlo più attrattivo e sicuro. Ha ipotizzato come possibili alternative future l’esempio statunitense di versamenti in un deposito speciale le cui rendite godano di sgravi fiscali, oppure in un nuovo prodotto previdenziale dovendo scegliere obbligatoriamente tra uno pubblico od uno privato paragonabile. Il ministro ha anche delineato il progetto di creare una piattaforma con la collega dell’Istruzione per l’educazione finanziaria ed abbattere le paure verso la previdenza privata.
via https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/01/15/la-svolta-tedesca-nel-sistema-previdenziale-strizza-locchio-al-modello-usa-investimenti-azionari-per-integrare-gli-assegni/6936377/
Oh ma guarda , la previdenza MODELLO STATUNITENSE ... ricordo che in Cermania governa la sinistra ma lì son più diretti, si sono resi conto che al modello "i migranti ci pagheranno le pensioni" ci possono credere solo più le Boldrine (e ne hanno molti più di noi, moltissimi in regola).
Btw, i fondi pensione privati-pubblici che tanto fan paura ai nostri kompagni pensionati, oltre a tenere benissimo botta finanziaria sul medio e lungo periodo sinora, sono anche le principali entità che finanziano le imprese.
8 notes · View notes