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#emarginazione
serenamatroia · 2 years
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fabriziosbardella · 3 months
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In un edificio abbandonato, nel bel mezzo della opulenta Varese: questa notte è capitata la morte di un quarantenne senza tetto  #senzatetto #varese #zonastazione #piazzalekennedy #emarginazione #stragedegliinvisibili #fabriziosbardella #cronaca #primopiano #inevidenza
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cosevita · 1 year
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Questo nomade ebbe 7 figli e ha perso traccia di TUTTI.
Scopri cos'è successo e delle importanti lezioni di vita guardando ora la sua storia completa.
» https://youtu.be/ebTGRsAGoXE
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alessandrovilla1982 · 2 years
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Dopo essere recentemente (e per la prima volta, stato citato da Sammy Varin nel suo programma in onda sulle frequenze di Radio Libertà sul tema della #disabilità e dell'esposizione mediatica che NON hanno rispetto alla comunità LGBTQIA+), quest'oggi mi ritrovo addirittura sul portale inFormazione Cattolica il quale, dopo quella "citazione", l'altro giorno mi ha chiesto se volevo fare un articolo a mia firma per parlare della realtà dell'handicap per cercare di fare un quadro della situazione il più sincero possibile. Ho accettato e questo è il link per andare a leggere l'articolo... <<Con il DDL Zan vogliono davvero promuovere la “cultura del rispetto”?>> https://www.informazionecattolica.it/2022/06/23/con-il-ddl-zan-vogliono-davvero-promuovere-la-cultura-del-rispetto/ #ddlzan #rispetto #diritti #handicap #emarginazione #esclusione #società #informazione #trend #lgbtqia #gender #cloebianco #malgioglio #luxuria #matano #massmedia #genderfluid #pride #società #sociale #zan #politichesociali https://www.instagram.com/p/CfJYU7GsKA8/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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soldan56 · 3 months
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Rimini ottava, nella triste classifica del numero di homeless deceduti nel 2023.
“La solita, invisibile, strage: 415 morti nel 2023 riporta il report curato dalla fio.PSD sui senza dimora che lo scorso anno hanno perso la vita a causa della condizione di grave emarginazione.
Aumenta il numero e si muore durante tutto l’anno, non soltanto d’inverno. Muoiono soprattutto uomini di nazionalità straniera.”
Servono risposte abitative nuove e strutturali adeguate a rispondere alla precarietà abitativa che colpisce sempre più persone.
Di precarietà abitativa si muore d’inverno come d’estate, e Rimini ancora una volta entra in una triste classifica.
Invece questa amministrazione, per volontà di un Sindaco indispettito che gestisce la cosa pubblica come un fatto personale, (non sopporta le critiche), deve fare fuori Casa Madiba Network... e quale miglior modo se non impiantare lì un progetto, quello del centro servizi a bassa soglia, che grazie all’aiuto della Lega, non sarà uno spazio di nuovi diritti per le persone senza casa, ma l’ennesimo palazzo del grigiore istituzionale, dove chi è senza casa deve sentirsi COLPEVOLE, non di certo incoraggiato a lottare per un diritto che dovrebbe essere universale come quello alla casa?
Intanto la gente muore nelle strade, mentre loro, sindaco e assessore ( e proni funzionari tecnici ) sono ancora lì a finire di scrivere il comunicato per il Piano freddo che non c’è, o peggio a strumentalizzare vicende umane e personali, come quella del signor Franco, alias Charlotte.
Intanto ci sono operator* della Marginalità adulta che lavorano con la partita iva, altr* che vengono minacciat* o screditat* se non si allineano, oppure volontar* su cui si scarica il peso opprimente di un lavoro sociale non riconosciuto e di un welfare sempre più frammentato.
Mentre la gente muore nelle strade, negli hotel abbandonati. E loro si occupano solo di scrivere comunicati stampa.
Non ci stupisce la loro ipocrisia e la loro strumentalizzazione, hanno persone pagate per scrivere e gestire la comunicazione del signor Sindaco, ci stupisce invece chi sostiene questo carrozzone, chi entra nei Cda di enti come ACER senza avere la capacità di muovere un millimetro, chi legittima un’azione istituzionale come quella del centro servizi, senza mai avere ascoltato le persone che da dieci anni a questa parte negli spazi di Casa madiba, tutti i giorni creano progetti, risposte, alleanze, relazioni contro la precarietà abitativa e per il benessere e la sicurezza di tutta la collettività con le persone in condizione homelessness.
E per favore non parlateci dei percorsi partecipati svuotati di ogni significato che la parola partecipazione porta con se. Come ridurre un oceano... agli interessi degli Enti amici, ops.... ad una vasca da bagno.
Per questo oggi più che mai, dobbiamo gridare e lottare ancora più forte:
UNA CASA PER TUTT*
Casa Madiba Network
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palmiz · 5 months
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Adesso vogliono insegnare a scuola empatia ed amore, proprio quelli che professavano mobbing ed emarginazione senza Nessuna base scientifica ma solo politica ed economica.
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Poi che mettano dentro lezioni gender come base, fa ulteriormente riflettere, come gli avvoltoi e con i media che pompano per bene...
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donaruz · 3 months
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LA POVERTÀ
Non è malattia, nemmeno contagiosa, non è incapacità a vivere nella società e nemmeno nullità.
La povertà è uno stadio della vita in cui, se non vuoi giocare alle regole dettate da consumismo e capitalismo, vieni messo a giocare.
Lotti coi poveri per ritornare tra il mondo folle dei benestanti.
Ma benestanti in che modo?
Gente che si vanta del proprio patrimonio, delle proprietà, dell'auto nuova, del vestito firmato, della casa moderna disegnata dal valente architetto… tutto questo mentre un pianeta muore, soffocato da pattume e guerre di intolleranza.
Nasciamo tutti poveri, uguali, nudi e crudi.
Poi iniziano le differenze, subito dopo che si esce da una nursery.
Guardate quella stanza, andatela a vedere anche se non avete mai fatto un figlio e mai ne farete. Potete vedere tanti esseri umani poveri e felici, uguali e privi di ogni condizionamento. Questo stato fantastico dura qualche giorno, poi tutto comincia a rotolare verso logiche anti umane studiate da uomini che considerano la gente solo massa produttiva.
Da quel momento in poi avrai un nome, un cognome, un numero e dovrai consumare, costare e pagare, guadagnare e spendere o far spendere.
Tutto, da quel momento di catarsi in poi diventerà solo ed esclusivamente legato al denaro. Entrate e uscite. Dare e avere.
Se ritornassimo tutti a quel momento e ripartissimo, se non fisicamente almeno mentalmente, potremmo rivalutare tutto il senso della nostra esistenza di persone tristi condizionate dal desiderio di avere, possedere, consumare.
Ci siamo dimenticati di come eravamo, ci siamo abbandonata dietro le spalle la povertà, quella povertà che vissero i nostri padri o nonni durante le due devastanti guerre mondiali.
Pochi uomini che decidono di distruggere milioni di altri esseri perché altrimenti la povertà ci soffocherà.
Anche ora siamo diventati troppi e il pianeta non regge il nostro continuo consumare. Si sta pensando a una nuova guerra e i potenti delle nazioni più bellicose stanno pensando a quante vittime dovranno lasciare sul terreno di gioco. Chi è più ricco perderà meno pedine, chi è più povero dovrà pagare il prezzo più alto.
Non ci sono altre formule di regolazione della popolazione su questo pianeta, da che esiste l'essere umano la storia continua a ripetersi.
La POVERTÀ è sempre bandita da ogni feudo, paese, città o metropoli. La povertà e ai margini perché la società consumistica si alimenta solo della follia dei ricchi.
Ma la povertà è verità. Se togliessimo quel paravento mentale, che ci impedisce di vedere oltre i condizionamenti, potremmo ritrovarci bambini, uguali, semplici ma grandiosamente liberi.
Uno stato di grazia che poi mai più si potrà ripetere, un modo su cui dovremmo investire la nostra esistenza per farlo continuare, per portarlo come modello di vita.
Ma la povertà conviene che ci sia solo per pochi, una emarginazione per chi è "difettoso", un business per chi riesce a lucrare anche sulla povertà.
Ecco, iniziamo a capire che la POVERTÀ non è qualcosa di negativo. In inglese poverty è la radice di power.
MIB
Quadro di Mike Bongiorno
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Credo sia da quando ero piccola che ho la tendenza ad isolarmi. Forse un po' per emarginazione da parte degli altri, o un po' per le mie insicurezze, fatto sta che a 27 anni non so stare con le persone. Un conto era il ristretto gruppo di amiche che conoscevo, un conto la parentela mia o altrui con cui non so mai di cosa parlare perché tanto parlano esclusivamente di cose fra loro o al massimo ti fanno domande scomode. Ma anche col gruppo del mio ragazzo non sempre mi diverto o ci sto bene, secondo me non sono poi così inclusivi come vogliono far credere. Se li prendi da soli magari ci scappa una chiacchierata ma in gruppo torno ad essere isolata. Che poi non sono una che sa stare al centro dell'attenzione o che è particolarmente una persona interessante, anche se col gruppo vecchio di amiche mi sentivo un po' l'anima della festa, quella più divertente, scema e ora che non ho nessuno sono niente. Già mi ci sentivo prima un niente, nonostante fossi "qualcuno", figurati ora che non ho più nessuno se non la mia solitudine. Non mi piace stare con gli altri, io mi annoio. Non trovo mai nessuno con qualcosa da spartire. Ho sempre preferito la compagnia di una o poche persone e quando si è in troppi mi sento oppressa. Non sopporto infatti le festività, i parenti, i compleanni di gente che non mi è amica ma lo è del mio ragazzo, sto davvero in sofferenza quando è così. E credo di essere io il problema, perché tutti sanno stare con gli altri e io mi faccio problemi, mi annoio, mi isolo. Anche mio padre lo fa quando siamo fra parenti e io non lo sopporto, non voglio essere come lui però è più forte di me. Ho sempre vissuto il gruppo come conferma del mio essere invisibile, parlo e nessuno sembra ascoltarmi. Ma poi ho le mie esigenze, a tavola ad esempio, se finisco di mangiare prima non ho voglia di aspettare tutti che finiscano, perché devo essere io l'educata che sta a tavola? Non è irrispettoso nei confronti di chi vuol fare o deve fare altro, obbligarlo per educazione ad annoiarsi a tavola se non ha argomenti di cui parlare? Sarà che io nel gruppo era quella che inseriva, ma a me nessuno ha mai inserito nel gruppo eh. E questo fa abbastanza male e non tutti lo capiscono, danno le colpe solo a me. Ora non so più chi sono, non so più come mi comporterei. So solo che nessuno sembra adatto a me e io vivo continuamente all'ombra degli altri, non splendo mai. Vengo interpellata per cose inutili o fastidiose e dopo certo che mi isolo almeno nessuno ha da ridire. Vorrei sentirmi voluta da qualcuno, sapere che ama la mia presenza e la mia personalità. Invece non ho più niente e mai lo troverò. Sto sprecando anni d'oro nella mia solitudine, perché la gente non mi apprezza, non vuole conoscermi, non va oltre la mia timidezza e introversione perché tanto hanno le loro persone, giustamente che ci fanno di me. E questi pensieri mi fanno tornare in mente le idee suicide, il voler morire per non sentire più questa solitudine che mi accompagna. Odio dover arrivare a pensare certe cose, lo odio davvero perché non si può pensare di morire per queste sciocchezze. Non mi trovo bene in questo posto, ci sto malissimo ma non bene come vorrei. E mi sento un'aliena, perché non ho interessi comuni agli altri, perché a volte non so come comunicare con le persone, a volte ci riesco e so di essere ancora la ragazza divertente e simpatica che ero con le mie amiche, ma con la maggior parte della gente sono il niente. È anche vero che dipende con chi sto, se mi trovo a mio agio o no il problema è che col 90% non ci sto bene. E con il restante non si è creato un legame di amicizia perché fondamentalmente agli altri non interessa. A nessuno interessa più di me. Ho perso tutti. E sono così arrabbiata.
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dinonfissatoaffetto · 2 months
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Scritto con agile brio, parla di emarginazione, abbandono, difficoltà di relazione con sapida ironia. Sette abbracci e tieni il resto è la storia dell’amicizia offerta e dell’amicizia tradita, è la storia della memoria di chi non passa pure se non c’è più, del credere di potercela sempre fare anche quando non sembra possibile.
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petalididonna · 1 year
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C’erano una volta cose preziosissime.
La parola data o la stretta di mano,
quando valevano più di cento firme fatte davanti al notaio.
La dignità quando non era mai in vendita,
perché era l’unico capitale che una persona possedeva.
Il rispetto per le persone anziane,
quando la vecchiaia non era ancora emarginazione,
ma significava esperienza, saggezza,
essere ascoltati dai più giovani.
I valori, sia umani, civili, religiosi,
quando valevano molto di più delle cose di valore.
Il tempo quando scorreva a ritmi naturali e la gente
non aveva la necessità di guardare l’orologio ogni cinque minuti.
C’erano una volta cose preziosissime...
-Agostino Degas-
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sputiamosuhegel · 1 year
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Socializzazione femminile e maschile, significato e conseguenze
La socializzazione si può definire banalmente come il processo di apprendimento di comportamenti sociali dell'individuo. Questi non sono determinati univocamente da fattori biologici, ma si apprendono attraverso l'interscambio dinamico tra l'individuo e l'ambiente circostante.
Essa comporta l'adattamento degli individui in varie norme, strutture e relazioni sociali preesistenti a loro, un adattamento automatico, indotto e perciò inconsapevole, in maniera largamente maggiore rispetto a quanto sia conscio e volontario.
Il suddetto ambiente è ovviamente da intendersi come la società in cui si nasce e all'interno della quale avviene l'apprendimento delle norme e dei comportamenti sociali. Il primo esempio di ambiente in cui avviene socializzazione è la famiglia dell'individuo.
È sin dai primi anni di vita di un bambino che possiamo vedere all'opera la socializzazione, distinguibile e corrispondente al sesso di questo. Associati alla realtà biologica di un individuo, in maniera biunivoca, avremo una serie distinta di interazioni dell'ambiente.
Il bambino imparerà a sporcarsi e giocare ai supereroi e la bambina a indossare i vestitini e i gioielli delle principesse, eccetera. Sin dai primi anni di vita veniamo indirizzati verso la soddisfazione di un ruolo: maschile-dominante e femminile-sottomesso.
Ogni donna può rammentare molteplici momenti della sua infanzia in cui le sia stato insegnato a corrispondere al modello di femminilità a noi richiesta. Il peso della misoginia interiorizzata che ci viene inculcata sin dal momento in cui veniamo al mondo è asfissiante.
Ci regalano bambolotti con cui giocare a fare le madri e set di trucchi per farci belle. impariamo che se i compagni maschi ci trattano male è perché gli piacciamo. Ci viene insegnato subito ad aiutare la mamma in casa per quando dovremo farlo per le nostre famiglie, per i mariti.
E la socializzazione non si ferma all'infanzia, come è evidente. Sin dall'inizio dell'adolescenza, quando siamo ancora delle bambine, ci viene insegnato che la bellezza è il nostro più grande valore, e perciò un nostro dovere sottoporci a ogni pratica che ci renda attraenti.
Compriamo trucchi per migliorare il nostro viso e nascondere i brufoli, strappiamo i primi peli che crescono sul nostro corpo appena questi diventano visibili, ci preoccupiamo del seno che non cresce abbastanza e della pancia troppo visibile, dell'apparecchio e dei capelli ricci.
Ci mortifichiamo quando questo non basta. temiamo di venire derise, perciò ci schierano contro le coetanee meno conformi di noi. Prendiamo da loro le distanze per distinguerci e separarci da quelle che subiscono emarginazione e preghiamo di non essere le prossime.
L'arrivo della prima mestruazione segna l'inizio di un nuovo trauma, un ennesimo taboo da aggiungere a ogni cosiddetta imperfezione che noi donne dobbiamo fingere di non avere. Soffriamo i crampi e la stanchezza dovuta alla perdita costante di sangue senza fiatare o farne il nome.
Andiamo a scuola e assistiamo all'insegnamento di figure storiche maschili, impariamo le teorie sul mondo di pensatori maschili per altri maschi. Studiamo e apprendiamo come gli uomini hanno costruito il mondo per loro stessi, senza lasciare nulla a noi.
A noi non viene dedicato lo stesso spazio. le poche figure femminili di cui sentiamo parlare non ricevono la stessa attenzione, vengono trattate esattamente come noi: minimizzate, semplificate, messe in un angolo. Perché ciò che abbiamo fatto noi non è altrettanto degno di nota.
Abbiamo rapporti con bambini, ragazzi e uomini. i nostri padri ci trattano come una loro possessione da tutelare e governare, i nostri fratelli come le surrogate di nostra madre, gli amici come oggetti sessuali che un giorno gli si concederanno.
Non hanno vissuto come noi. non gli è stato insegnato di essere a disposizione della volontà di altri nel loro aspetto, atteggiamento, esistenza stessa. Nessuno li ha definiti in relazione a qualcun altro, a uno standard più grande di cui loro sono la deviazione più insulsa.
Ogni nostra interazione con l'ambiente che ci circonda ha come conseguenza l'apprendimento di un'ennesima limitazione da rispettare. Ogni loro interazione con l'ambiente che li circonda ha come conseguenza l'apprendimento di un'ennesima libertà che posseggono.
L'associazione che facciamo tra il nostro sesso e determinati attributi è frutto della socializzazione. Assorbiamo inconsapevolmente il condizionamento ambientale e lo interiorizziamo, riuscendo difficilmente a scindere ciò la nostra volontà dal frutto di un condizionamento.
È bene distinguere cosa questo meccanismo significhi e comporti in relazione ai due sessi. Un uomo e una donna che entrambi associano alla donna l'essere un oggetto sessuale asservito all'uomo non hanno la stessa valenza.
La socializzazione porta l'uomo a costringere la donna sotto la sua supremazia e le infligge un codice di comportamento. La socializzazione porta la donna ad accettare la dominazione maschile e autoinfliggersi ogni pena necessaria per non subire conseguenze.
Il modo in cui una donna e un uomo, un individuo che ha subito socializzazione femminile sin dalla nascita e uno che ha subito socializzazione maschile sin dalla nascita, agiscono nella società patriarcale non può essere lo stesso.
Per quanto una donna sia immersa nella misoginia interiorizzata non avrà mai la stessa violenza e lo stesso potere di un uomo che non è il target della misoginia, dalla quale trae esclusivamente vantaggi. la donna nega la sua oppressione per proteggersi, l'uomo per sfruttarla.
È quindi chiaro il motivo per cui è necessaria una differenziazione tra gli individui che hanno subito e subiscono le due diverse socializzazioni, derivate unicamente dal sesso di nascita. Da una parte l'apprendimento della sottomissione, dall'altro della dominazione.
La misoginia interiorizzata non è equiparabile alla misoginia. la prima è proiettata verso noi stesse e origina sofferenza, la seconda verso un gruppo da opprimere e origina potere. È impossibile scindere un individuo dalla sua socializzazione per queste ragioni.
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abr · 1 year
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Articolo lungo ma istruttivo. Aldilà del personaggio e delle sue idee, espone l'approccio DIFENSIVO ISTERICO passive aggressive della cd. "cultura" sinistra nei confronti della critica, quindi del confronto competitivo, del "mercato" che anche riguardo alle idee è l'unico approccio che le possa far evolvere.
A sinistra al contrario interessa solo la CONSERVAZIONE REAZIONARIA di quel poco che credono di aver capito. Sono gli Zan, i poveretti che credono di liberarsi impedendo agli altri di criticarne eventuali eccessi, cadute di stile e non solo; loro sono sempre offesi ma agli altri non è concesso esserlo.
L'articolo descrive in modo piano, come se fosse dovuto, naturale, consequenziale, la EMARGINAZIONE DI UNO STUDIOSO DI GRANDE SUCCESSO da parte del mainstream sinistro. Uno degli intellettuali più amati "dalla destra", come i sapientoni del Post definiscono le persone normali, perché ha ARGOMENTI CONVINCENTI.
"Propagandista" di ciò che definiscono "controverso" ma non può essere oggetto di confronto: viene letteralmente RIFIUTATO (rifiuto del confronto col BUON SENSO). "Detestato dai progressisti", è infatti il modo soft con cui definiscono IL LORO ODIO LIVOROSO, sfociato nel ban da twitter e nella richiesta di espulsione dalle università dove insegna: ciò che "detestano" è giusto sparisca, è soviet puro.
La sua è condivisibile, fondata e ben motivata critica radicale della moderna deriva dell'ignoranza progressista, che non a caso approda alla CANCEL CULTURE, il neo-rogo della Biblioteca di Alessandria.
Lo fa esponendo idee, cito i sapientoni, "da molti considerate semplicistiche e piuttosto vaghe, nella migliore delle ipotesi". A parte che trattasi di BUON SENSO, su wikipedia sarebbe commento evidenziata con nota "non cita la fonte", chi sarebbero 'sti "molti": le masse, i sapientoni sinistri?
Secondo l'articolo si tratta di "argomenti faziosi, misogini e vittimistici (...), un’estesa disinformazione su temi importanti come la violenza sulle donne e il cambiamento climatico, da tempo considerata molto pericolosa dalla sinistra". Tutto molto autobiografico a loro insaputa.
Siamo la punto: quel che è pericoloso per la sinistra è ipso facto disinformazione, argomento fazioso misogino e vittimista. Ci han riportati indietro al BASSO MEDIOEVO, a un fantastico ribaltamento di prospettive: barbari impauriti, fondamentalisti islamici terrorizzati da ciò che non riescono a comprendere e contrasta i loro schemi primitivi.
Bellissimo poi che per sminuirne la pur citata carismatica pacatezza e disponibilità al confronto del personaggio - "(toni) diversi da quelli di solito apprezzati nella destra americana" (? Anche qui, la fonte?), concludano che dopo tonnellate di insulti e ban, il nostro "ha progressivamente mostrato un’inclinazione crescente a rivolgersi principalmente al suo pubblico". Lo siento mucho nel mio piccolo: ti bannano li insultano chiedono che tu venga silenziato, a quel punto ti rivolgi a chi rimane a sentirti e loro uhhh, lo vedi come è chiuso al confronto, isolato, fazioso. WTF??!?!!???!!!
Jordan Peterson si ma, con tutto il rispetto, de te fabula narratur.
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lamilanomagazine · 13 days
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Trapani. Costituita la cabina di coordinamento per l’attuazione dei programmi e degli interventi PNRR in Provincia.
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Trapani. Costituita la cabina di coordinamento per l’attuazione dei programmi e degli interventi PNRR in Provincia. Con decreto prefettizio è costituita la cabina di coordinamento coordinata dal Prefetto e composta da un rappresentante della Regione, da un rappresentante del Libero Consorzio dei Comuni della Provincia di Trapani, da un rappresentante della Ragioneria Generale dello Stato, dai sindaci dei Comuni titolari di interventi PNRR, per definire un piano di azione per l’efficace attuazione dei programmi e degli interventi a livello provinciale PNRR, di cui all’art. 9 del decreto legge del 2 marzo 2024 n. 19. La stessa si riunirà periodicamente in forma plenaria o ristretta su richiesta degli interessati. Il primo incontro riguarderà lo stato dei progetti di Rigenerazione Urbana che rientrano tra le misure del PNRR e mirano a ridurre le situazioni di emarginazione e degrado sociale e a migliorare la qualità degli spazi urbani e del tessuto sociale e ambientale. I Comuni interessati sono Alcamo, Erice, Marsala, Mazara del Vallo, Trapani.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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alemicheli76 · 15 days
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Il blog consiglia "Il presente è già passato" di Federico Fabbri, Les Flaneurs
«Ero riuscito non so come a resistere, ma il tempo mi era nemico e prima o poi avrebbe smesso di far muovere le lancette del mio cuore, e allora solo il buio avrebbe fatto da padrone. Il tanto agognato buio che ora mi mancava e che sarebbe diventato il mio unico compagno». Dopo un’infanzia e un’adolescenza infelici, segnate da lutti ed emarginazione, Dario crede di avere finalmente diritto alla…
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donaruz · 3 months
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LA POVERTÀ
Non è malattia, nemmeno contagiosa, non è incapacità a vivere nella società e nemmeno nullità.
La povertà è uno stadio della vita in cui, se non vuoi giocare alle regole dettate da consumismo e capitalismo, vieni messo a giocare.
Lotti coi poveri per ritornare tra il mondo folle dei benestanti.
Ma benestanti in che modo?
Gente che si vanta del proprio patrimonio, delle proprietà, dell'auto nuova, del vestito firmato, della casa moderna disegnata dal valente architetto… tutto questo mentre un pianeta muore, soffocato da pattume e guerre di intolleranza.
Nasciamo tutti poveri, uguali, nudi e crudi.
Poi iniziano le differenze, subito dopo che si esce da una nursery.
Guardate quella stanza, andatela a vedere anche se non avete mai fatto un figlio e mai ne farete. Potete vedere tanti esseri umani poveri e felici, uguali e privi di ogni condizionamento. Questo stato fantastico dura qualche giorno, poi tutto comincia a rotolare verso logiche anti umane studiate da uomini che considerano la gente solo massa produttiva.
Da quel momento in poi avrai un nome, un cognome, un numero e dovrai consumare, costare e pagare, guadagnare e spendere o far spendere.
Tutto, da quel momento di catarsi in poi diventerà solo ed esclusivamente legato al denaro. Entrate e uscite. Dare e avere.
Se ritornassimo tutti a quel momento e ripartissimo, se non fisicamente almeno mentalmente, potremmo rivalutare tutto il senso della nostra esistenza di persone tristi condizionate dal desiderio di avere, possedere, consumare.
Ci siamo dimenticati di come eravamo, ci siamo abbandonata dietro le spalle la povertà, quella povertà che vissero i nostri padri o nonni durante le due devastanti guerre mondiali.
Pochi uomini che decidono di distruggere milioni di altri esseri perché altrimenti la povertà ci soffocherà.
Anche ora siamo diventati troppi e il pianeta non regge il nostro continuo consumare. Si sta pensando a una nuova guerra e i potenti delle nazioni più bellicose stanno pensando a quante vittime dovranno lasciare sul terreno di gioco. Chi è più ricco perderà meno pedine, chi è più povero dovrà pagare il prezzo più alto.
Non ci sono altre formule di regolazione della popolazione su questo pianeta, da che esiste l'essere umano la storia continua a ripetersi.
La POVERTÀ è sempre bandita da ogni feudo, paese, città o metropoli. La povertà e ai margini perché la società consumistica si alimenta solo della follia dei ricchi.
Ma la povertà è verità. Se togliessimo quel paravento mentale, che ci impedisce di vedere oltre i condizionamenti, potremmo ritrovarci bambini, uguali, semplici ma grandiosamente liberi.
Uno stato di grazia che poi mai più si potrà ripetere, un modo su cui dovremmo investire la nostra esistenza per farlo continuare, per portarlo come modello di vita.
Ma la povertà conviene che ci sia solo per pochi, una emarginazione per chi è "difettoso", un business per chi riesce a lucrare anche sulla povertà.
Ecco, iniziamo a capire che la POVERTÀ non è qualcosa di negativo. In inglese poverty è la radice di power.
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Quadro di Mike Bongiorno
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valeria-manzella · 3 months
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\I santi brillano di luce riflessa e mostrano nei semplici gesti della loro giornata la presenza amorevole di Dio, che rende possibile l’impossibile\Lebbra ed emarginazione\sono due mali da cui Gesù vuole liberare l’uomo che incontra nel VangeloDiOggi\Anche nel nostro tempo c’è tanta emarginazione, ci sono barriere da abbattere, lebbre da curare\Come possiamo farlo?\Le nostre parti ferite\quelle del cuore e dell’anima nostra\vanno portate a Gesù\Papa Francesco\ VangeloDiOggi\
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