Tumgik
#il tuo nome comunque vada con te
silverflavoured · 1 year
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Avrei tante cose da dirti, mi ricordo tutti i bei messaggi che mi mandavi e so che non potro averli più. Quello che provavo per te, non te l'ho mai detto con le parole giuste, si vedeva che non volevi nemmeno continuare solo l'amicizia che c'era fra di noi e smettere. Sei stato un capitolo della mia vita, ma come tutti i capitoli è finito. Non ti auguro il peggio, ma il meglio perché comunque vada sei stata una persona importante per me e non sarai facile da dimenticare. Almeno una volta a settimana mi viene in mente il fatto che non posso più dirti tutto ciò che succede e tu non sarai sempre lì a tirarmi su di morale e farmi sorridere in qualsiasi momento. Preferivo non pensare mai al fatto che un giorno tutto sarebbe finito, quindi evitavo, ma ha fatto male e devo ammettere che tuttora fa ancora un po' male. Spero che tu stia bene e che io non ti possa tornare in mente, ma sappi che anche se saranno le tre di notte e avrai bisogno di me io ci sarò, anche se ormai ognuno è andato per la propria strada. Quando parlavo di te e sentivo il tuo nome, i miei occhi brillavano come non mai, ora non è più così e a me sta bene, e anche se a volte mi manchi mi ci abituerò. Non sono parole buttate al vento ma cose che vermente penso, vorrei tanto che tu sapessi che io ti ho voluto veramente bene.
Tutti i capitoli si concludono, era arrivato il momento di chiudere anche questo.
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mt015895 · 10 months
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Dicono che ognuno ha quattro sosia
E per cercarle tutte e quattro ho fatto il giro del mondo e mi sono perso
Ognuna di queste persone era meglio di te
Ma solo con te riuscivo ad essere me stesso
Ci siamo uccisi ogni giorno per ricominciare
Giocavamo a farci male e non capivi che
Se ti guardavo negli occhi mi vedevo
Migliore di ciò che sono, riflesso nella tua iride
Comunque vada andrò dritto per la mia strada
Sarai sempre la colonna sonora della mia vita
Tra tutte le persone sei la sola che colma
Perfettamente lo spazio che ho tra le dita
Ricordati di me anche se di me non ci sarà più niente
Il cielo sta piangendo, ma nessuno sente (no)
È come se ci stessimo aspettando da sempre, ma
Quante canzoni serviranno per scordarmi di te
Siamo sette miliardi di persone, ma tu hai scelto me
Comunque vada, anche se sarà finita
Sarai sempre la colonna sonora della mia vita
Ci siamo persi insieme
Ci siamo persi insieme
Il cuore lo perdi una volta sola
Passiamo il resto del nostro tempo a pensare solo a una persona
Tutte quelle che verranno non saranno
Nient'altro che repliche di una storia che so a memoria
Tu sei l'errore più grande che ho fatto
Un libro aperto letto dall'ultima pagina alla copertina
Eri un errore così bello che non farlo
Era lo sbaglio più grande della mia vita
Ho scritto il tuo nome sulla mia pelle
Così con il passare del tempo invecchieremo insieme
Dovrò imparare a convivere
Con la consapevolezza che forse un giorno non ti potrò più avere
Mi dispiace devo andare
Rimarrò nascosto dentro i tuoi ricordi
Anche se questo non è ciò che vuoi
Nessuno potrà mai capire quello che eravamo
Quante canzoni serviranno per scordarmi di te
Siamo sette miliardi di persone, ma tu hai scelto me
Comunque vada, anche se sarà finita
Sarai sempre la colonna sonora della mia vita
Ci siamo persi insieme
Ci siamo persi insieme
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“Colpa delle Favole” Album Opinion
Ok allora sono Milena e ho appena finito di sentire colpa delle favole per cui vi faccio un attimo di commento sulle canzoni. Vi ricordo che questa è la mia opinione personale e che io commento non avvalendomi di nessun titolo a livello di conoscenza tecnica della musica, seguo solo il mio cuore e il mio orecchio. Per cui! Andrò in ordine non di preferenza ma di brani.
"Colpa delle Favole" : Niente da dire, musicalmente molto azzeccato, il testo bello, BRV Niccolò, anche se non mi ha colpito chissà quanto. Cioè è una bella canzone ma non credo diventerà mai la mia nuova preferita però ottimo lavoro
“I tuoi particolari" :  La salto brutale perché mi sta uscendo anche da non dico dove. Si è orecchiabile ma non è assolutamente una delle migliori mi dispiace, ormai a furia di sentirla l'ho imparata ma buh cioè è bellina ma niente di che. E infatti dopo aver sentito tutto l’album mi chiedo che cazzo ha portato a fare quella a Sanremo che ci sono cose mooooolto più belle
"Quando fuori piove" : Ma si, ci sta. Mi piace molto il pezzo iniziale solo voce e piano, testo bello, bello anche poi il ritmo che si crea alla fine. Un po’ ripetitiva ma non mi ha rotto le balle, per cui good job.
"Ipocondria" : GIOELLINO. Mi fa impazzire il ritmo di questa musica che ti verrebbe voglia di ballarci sopra, testo molto carino. Also "ting" "QUEL MESSAGGIO CHE MI E' ARRIVATO ALLA FINE" sono arte all’ennesima potenza. Dritta fra una delle mie fave.
“Fateme Cantà" : Va beh raga che vi devo dire, questa non la salto manco se mi pagano perché fin'ora è una delle mie preferite del nuovo album e a fine ascolto è comunque rimasta nelle vette delle preferenze. Ho impiegato un po' a decidermi ad ascoltarla quando era uscita, ma quando l'ho sentita mi sono innamorata (e il dialetto romano è solo valore aggiunto). NICCOLO’ DOVEVI PORTARE QUESTA A SANREMO CAZZO questa si che è una canzone che avrebbe SPACCATO VERO. E niente la amo amo amo e basta.
"Rondini al guinzaglio" : Io è da quando era uscito il titolo che ero curiosa e ora finalmente me la son sentita. Avevo un po' paura, non sapevo cosa aspettarmi, POI VA BEH TRE SECONDI DI CANZONE E ERO GIA' MORTA BENE GRAZIE. IO SONO IN LACRIME CHE CAZZO VI DEVO DIRE. DI CHE PARLIAMO I MEAN CIOE’ IO NON VA BEH ARTE ARTE ARTE
"Amati Sempre" : Allora non riesco??? A capire??? Se questa canzone??? Mi piace o meno??? TIPO adoro il testo, mi piace un fracco, e anche musicalmente mi è orecchiabile, ma in dei momenti non mi piace per come è cantata??? E per come??? Suona??? Nel complesso??? Boh??? Però comunque il testo è bello quindi vabbene ci sta sarà a me che non sconfifera del tutto
"Quella Casa Che Avevamo In Mente" : Perché la nostra storia è in queste cose In ciò che non si dice ma rimane E' molto bellina, non è tra le mie preferite fino ad ora, ma comunque mi piace. Forse mi servirà qualche ascolto per apprezzarla meglio, ma musicalmente la chitarra è molto bella e per il resto ci sta. Niente da dire insomma.
"Piccola stella" : Ora dirò una cosa cattivissima. Appena ho letto il titolo ho pensato: sta canzone mi farà schifo. Non mi ha fatto schifo, ma quasi. A parte che ho odiato il crescendo nella strofa finale, non mi è piaciuto per niente, ma poi cioè in alcuni punti il testo è bellino ma vi giuro che mi sembra troppo na cosa di chiesa cioè Sei la piccola stella che porto nei momenti in cui non ho luce EEEEH EMMANUEL EMMANUEL SEI LA VITA EMMANUEL. Poi alla fine faceva pure molto ballata delle sagre di paese e non lo so per ora la boccio mi spiace, fosse per me la toglierei proprio dall’album.
"Aperitivo grezzo" : Grazie che così mi sono sciacquata le orecchie dalla cosa di prima. LA ADORO. IL RITMO, IL MODO DI CANTARLA, LA MUSICA, IL TESTO, TUTTO TUTTO TUTTO A R T E. Si discosta abbastanza dal resto ma è fantastica proprio per questo, ti prende proprio. BRAVO NICCOLO DIESCI MI PIASCE
"Fermo" : Bellissima. Piccola piccola, ma è un gioiellino. Il testo è perfetto, perfetto al cubo. Nella sua brevità, mi ha conquistato subito, la prima strofa è davvero arte e quindi niente direi che ci siamo ripresi bene
“Il tuo nome (Comunque vada con te)" : Allora punto primo I SUSSURRI NO CHE IO MI SENTO MALE CHI TE L'HA INSEGNATA STA COSA ERMAL PER CASO BIZIO ALLORA SIGNORNI NON SI INSEGNANO QUESTE COSE CHE SI FA STERMINIO DI MASSA. A parte questo... la canzone è carina, il testo è bellino, la musica bella bella. Però questa volta la brevità al contrario di "Fermo" secondo me l'ha penalizzata. L'avrei voluta più lunga. Ciò non toglie che non sia assolutamente da buttare, anzi.
"La Stazione Dei Ricordi" : Raga. Che vi devo dire. Ho chiuso gli occhi per sentire questa "canzone" e mi sono ritrovata in lacrime ancora prima di saperlo. Dico "canzone" tra virgolette perché questa cosa non è un canzone: è un monologo sussurrato piano nel buio, quando tutti e nessuno possono sentirlo, uno di quegli attimi che nella vita abbiamo tutti in cui che sia notte o meno ci sentiamo tanto stanchi e vorremmo solo dormire e magari, anche nel silenzio di un appartamento, apriamo bocca e parliamo perché ne abbiamo il bisogno fisico. E' una di quelle confessioni che si fanno a mezza voce, tra un rimpianto e un groppo in gola, tra un abbraccio e un rannicchiarsi sotto le coperte da soli, tra uno scusami e un grazie. Non so nemmeno cosa dire, boh. Vorrei farci un post a parte ma la verità è che non saprei cosa dire: questa canzone è oltre, oltre tutto proprio. C’è solo da dire: Siamo tutti Giusy, cambia soltanto dentro a quale pelle
E niente, siamo alla fine, e questo è il resoconto personale di Milena dopo l’ascolto! Fatemi sapere voi che ne pensate!
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ubi-tu-ibi-ego · 5 years
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Ho trovato un foglio bianco e tu puoi crederci o no, io ci ho scritto il tuo nome.
• Ultimo - Il tuo nome (comunque vada con te)
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ariablu-96 · 5 years
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Mi hanno dato il mondo in mano e tu puoi crederci o no.
Il tuo nome (comunque vada con te), Ultimo
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kon-igi · 3 years
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Seconda domanda, poi non ti chiederò più nulla sul covviddi. Stavolta non ricordo il programma, ma parlavano del fatto che il governo italiano vuole anticipare il richiamo al vaccino , soprattutto per chi ha fatto il J&j. quindi monodose, Nonostante l azienda produttrice dice che non ce n è bisogno. Il governo, che vuol dire tutto o niente, perché non hanno fatto nomi, può decidere per conto di uno scienziato o comunque un medico? Quanta disinformazione o verità approssimative. No?
Cercherò di farti comprendere il mio atteggiamento in merito con un meme che secondo gli anni internet è già vecchio di tre secoli
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Ora, al di là delle singole perplessità tecniche come la tua, se dopo 597 giorni qualcuno ancora non ha capito cosa sia il Sars-Cov2, come si manifesta il Covid-19 e i meccanismi alla base di un vaccino, o mi clonano e mi danno sette miliardi di apriscatole per scoperchiare il cranio delle persone e metterci dentro un libro di scienze da seconda liceo oppure dobbiamo accettare che il mondo vada avanti lasciando l'onere di correre a quelli rimasti indietro.
Sinceramente non seguo più la bagarre pandemica e vaccinale se non su siti e pubblicazioni di argomento medico, quindi credo che la questione da te posta abbia un fraintendimento alla base.
Verissimo che il Vaccino Janssen conferisce immunità con una sola dose ma questo si riferisce allo stesso meccanismo immunostimolante ottenuto con DUE dosi di Comirnaty, Spikevax o Vaxzevria (per favore, chiamiamo i vaccini col loro nome e non con quello dell'azienda)... quella che oggi è chiamata TERZA DOSE (termine sbagliatissimo che infatti ha generato il tuo dubbio) in realtà è il cosiddetto BOOST VACCINALE, una dose di ri-stimolazione immunitaria che deve essere fatta a distanza di mesi/anni praticamente per qualsiasi vaccino
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(in rosso il boost successivo alle altre dosi ravvicinate)
Abbiamo aspettato per vedere quanto rimanesse elevata la titolazione anticorpale in seguito alla prima somministrazione di vaccino anti-Sars-Cov2 (monodose o bi-dose) e abbiamo visto che adesso è il momento di cominciare a 'boostare' la popolazione che era stata precedentemente inoculata, partendo ovviamente dai soggetti a rischio.
Nessun complotto ma una comunità di scienziati in vigile attesa da 597 giorni che ora ha dato indicazioni in merito. E un governo che fa come dice la comunità di scienziati.
Il resto sono pippe complottiste con cui sono soliti darsi solitario piacere gli spettatori di Report o delle Iene, poracci loro.
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nowherething · 4 years
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ti auguro il meglio sai?
ti auguro tutto ciò che la vita ha di più bello da offrire alla gente buona del mondo, come te in questo caso.
ti auguro la felicità, ma quella vera. quella che quando vai a dormire ti fa addormentare senza palpitazioni. quella che non ti fa preoccupare se chiudi gli occhi, perché sai che domani sarà un altro bel giorno da vivere. quella felicità che non si cerca, ma che si riesce ad incontrare per strada, per caso, ad un semaforo di un giorno grigio e pessimo, ecco lei! quella gioia che ti rischiara la vista, ti fa vedere i colori di ciò che hai intorno e che mette in risalto la bontà di chi incontrerai strada facendo. quella felicità che ti riempie il cuore fino al punto di doverne regalare un po' in giro. quella vera, pura e candida che, mio malgrado devo ammettere, non sono riuscita a farti provare io..o che almeno non hai incontrato mentre stavamo noi due ferme a quel semaforo..
ti auguro di incontrare qualcuno di magico. una di quelle persone cucita su misura per te, come il tuo vestito nero preferito. una di quelle persone che se la incontri per strada pensi "è proprio una bella persona!", come abbiamo sempre detto noi di tutte le belle persone che abbiamo incontrato insieme. una di quelle che pubblica le sue parole d'amore per te in giro per tutta la città in cui magari vivrete insieme. quella persona che ti farà dubitare di aver vissuto prima di lei, di aver sofferto e di aver dovuto compiere scelte troppo difficili per un cuore come il tuo, sempre e maledettamente pronto a spremere la sua essenza in quella delle persone che ami. La persona, con la L maiuscola, che ti accompagnerà magari per il resto dei tuoi giorni perché "è lei quella giusta , me lo sento.. l'ho letto sull'oroscopo proprio stamattina", dirai ridendo alle tue amiche al bar del borgo che tanto ti piace. la stessa persona che ti terrà la mano per strada, che ti passerà a prendere per andare a mangiare insieme (perché "andare a cena" è troppo romantico), che ti stringerà insieme a Romeo nel letto di casa tua. sarà lei a piacere tanto alla tua mamma, e in un attimo vedrai che io sarò un termine di paragone preso in considerazione: "quando c'era lei non eri raggiante come ora, ti vedo proprio felice" magari dirà la mamma..ed io sarò felice di essere stata un tassello obbligatorio di mille e mille emozioni nuove, sentimenti e circostanze che ti hanno fatta arrivare fin lì. si, proprio per arrivare al fianco della Tua persona!
ti auguro di coronare i tuoi sogni nel migliore dei modi, con il massimo che solo tu sai mettere nelle cose che fai. vorrei che trovassi il lavoro giusto, quello che la mattina appena alzata non ti fa venire le lacrime agli occhi, o le occhiaie sul viso o che ti faccia camminare con la mano sulla schiena per il dolore. vorrei che tu fossi la Donna che io ho sempre visto nelle tue pupille, ancor prima che potesse esistere. quella Donna che farà scalpore in ufficio, l'invidia di tutte le donne e la dannazione di tutti gli uomini (di cui ormai hai fatto abitudine). spero tu possa liberarti di ciò che ostacola proprio quella Donna lì, perché ti assicuro che c'è e che io l'ho vista sin da subito.
ti auguro le feste migliori per i tuoi compleanni a venire, perché so quanto ti piace quel giorno e le feste che immagini sempre di fare (che poi non fai mai però).
ti auguro le migliori macchine che la tecnologia potrà offrire in futuro, e spero, ti auguro, di incontrarti in sella alla tua Kawasaki Ninja verde fluo che tormenta le tue notti da anni immemori ormai.
ti auguro i viaggi, ma te ne auguro davvero tanti sebbene tu sia molto in astio con i cambiamenti (e il senso d'orientamento). magari viaggerai in America, Canada, Bali, Thailandia (anche se dubito per fattori ovvi di popolazione animale), Cina, Giappone (di cui vorrò obbligatoriamente una ventina di souvenir,se non di più), Egitto, Marocco e magari anche Barcellona..mal che vada ci troveremo lì, chissà!
ti auguro tanti amici, le uscite, le risate e le migliori serate con loro. ma non avrai bisogno di questo augurio in particolare, visto che entri sempre nel cuore di tutti senza neanche essere stata invitata; è sempre stato così da quando ti ho conosciuta.. "così è!"
e infine (credo di aver detto tutto), ti auguro e ti chiedo di conservarmi. ebbene si, dopo essermi esclusa durante tutte queste parole credo sia pure giusto. ti auguro di ricordarmi, magari sempre o magari anche solo per scrivere il mio nome a nomi-cose-cittá; o magari potresti ricordarmi per prendermi in giro, per disperare un altro caso patologico che ha condiviso la vita con te in passato. spero che ti ricorderai di me almeno quanto io ricorderò di te. se dovessero mai fischiarti le orecchie, sappi che alla domanda "per te cos'è l'amore?" sarò io a pronunciare il tuo!
ti ringrazio per tutto.
mi raccomando bambi, abbi cura di te!🤍
non deludermi!🍀
ti amo per sempre.
ps: so che non mi deluderesti mai per indole, ma prevenire è meglio sempre e comunque. ah, e poi dovrai farmi sapere di Romeo, dell'università e dello spagnolo che intanto avrai imparato, in previsione della tua visita in Spagna già programmata.
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Capitolo 57 - Numeri di telefono e vacanze di primavera
Nel capitolo precedente: Eddie e Angie si appartano in un posto isolato e romantico in riva al mare, ma vengono sorpresi da due poliziotti, che li sottopongono a un fuoco incrociato di domande, a metà tra l'interrogatorio e il gossip. Durante questa conversazione Angie riesce inaspettatamente ad aprirsi e a rivelare che non vuole rendere partecipi gli amici della sua storia con Eddie anche per paura di perderli se le cose dovessero andare male. Angie fa pace con le sue insicurezze e, riaccompagnando Eddie a casa, gli propone di dire tutto ai loro amici in occasione del prossimo concerto dei Pearl Jam all'Ok Hotel. I due hanno anche una piccola scaramuccia causata dalla gelosia di Eddie nell'apprendere che Angie era stata nello stesso posto romantico e appartato anche con Jerry. Eddie scopre, grazie al poliziotto che leggeva la patente di Angie ad alta voce, che la sua ragazza ha un secondo nome che inizia per W, ma lei non ha la minima intenzione di dirgli qual è. Nel frattempo Stone e Grace sono di ritorno dal loro ennesimo appuntamento eccentrico, lei ha portato una cassetta con dei pezzi che le piacciono da ascoltare e lui critica la selezione e l'accostamento dei brani. Una volta a casa di lei, dopo una parentesi di passione, Stone è deciso ad affrontare di petto Grace e la sua difficoltà a condividere il letto e l'intimità con un'altra persona, sapendo benissimo che c'è qualcos'altro sotto. Tuttavia resta scioccato quando scopre la vera origine delle insicurezze di Grace: anni prima, a causa di una forma aggressiva di tumore alle ossa, la ragazza ha subito l'amputazione di un piede. La reazione di Stone alla notizia e di totale confusione, non sa che fare o che dire e, pur rassicurando Grace, se ne va dicendo di dover metabolizzare la notizia.
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Io giuro che non l'ho fatto apposta. Cioè, non so se sia il caso di giurare, perché comunque se non l'ho fatto volutamente sarà pur sempre stato il mio inconscio a metterci lo zampino. Oppure uno di quegli automatismi mentali del cazzo, come quando sei abituato a fare sempre la stessa strada e arrivato all'incrocio sotto casa giri a sinistra come sempre, ma invece dovevi andare da tutta un'altra parte e te ne accorgi quando sei già arrivato alla meta sbagliata. Che poi a me non era mai successo, ma è una cosa che capita a tutti, cioè, se ne sente parlare spesso. Beh, stavolta deve essere capitato anche a me perché sono uscito dalla Music Bank, mi sono messo al volante e, non so come, mi ritrovato nel fottuto parcheggio di Roxy. Rimango fermo senza fare un cazzo per chissà quanto, indeciso sul da farsi. Che ci faccio qui? Che dovrei fare? Passo dentro per un saluto? Certo, la prima cosa che vuoi vedere dopo una giornata di lavoro è la faccia di merda del tuo ex che ti viene a trovare, no? Beh, in fondo, magari non se lo ricorda neanche più che sono il suo ex, basta vedere come mi tratta, come mi ha trattato a San Diego. Come un amico qualunque. Non è nemmeno più incazzata con me, anzi, ci sta che mi sia anche grata. Dopotutto se non avessi sabotato la nostra relazione lei non starebbe con Eddie adesso. Perché è ovvio che stanno insieme. Non lo so, ma me lo immagino. Lui ci avrà provato e lei ci sarà stata. C'è stata con me che sono uno stronzo. Chiunque venga dopo di me in confronto sembrerà il Principe Azzurro. In tutto questo, la macchina ha ancora il motore acceso. La spengo quando vedo Angie assieme a Brian e a un'altra ragazza uscire dal locale, precedendo di pochi secondi Roxy stessa, che li saluta e chiude la saracinesca. Angie ha un sacco della spazzatura in mano e si dirige verso i bidoni al lato del ristorante, mentre gli altri si allontanano a piedi o in macchina. Scendo dall'auto e corro dall'altra parte del ristorante, nascondendomi, non so perché, e affacciandomi di tanto in tanto aspettando la prossima mossa di Angie. La vedo spuntare dopo qualche minuto, ha ancora la divisa, entrambe le mani infilate nella tasca della sua giacca di pelle, il viso nascosto per metà da una sciarpa voluminosa, la sua solita borsa colorata a tracolla. Attraversa il parcheggio e raggiunge la strada, seguita a debita distanza da me. Mi guardo attorno per vedere se qualcuno mi ha notato perché a un osservatore esterno potrei sembrare un malintenzionato che sta seguendo una ragazza indifesa. Ma io non sono un malintenzionato, onestamente non so neanche che intenzioni ho, non so nemmeno perché cazzo la sto seguendo. Un paio di volte rischio di farmi sgamare, quando si ferma a guardare delle vetrine e, a sorpresa, si gira. La prima volta mi sono salvato infilandomi in una cabina del telefono, la seconda ho fatto dietro front al volo unendomi a un piccolo pubblico di un busker. Continuo a seguirla e vorrei tanto sapere dove cazzo sta andando, visto che abbiamo già superato due fermate dell'autobus. Siamo alla terza quando si ferma e si guarda attorno, mentre io mi tuffo nel primo vicolo per non farmi notare. Ma poi perché non mi faccio notare? Non posso semplicemente andare lì a dirle ciao? Mi sporgo e la vedo accendersi una sigaretta, iniziando a camminare avanti e indietro e io mi nascondo ogni volta che viene verso di me. Mi affaccio di nuovo e non la vedo più. Esco dal nascondiglio e presumo sia andata alla fermata più in là, forse è presto e non vuole aspettare ferma al freddo. Oppure qualcuno è venuto a prenderla, magari il suo ragazzo... No, sta ancora camminando per la strada, tutta sola, letteralmente, perché man mano che ci allontaniamo dai negozi la via si fa più deserta. Cammino muro muro, praticamente in punta di piedi perché ho paura che possa sentire il rumore delle mie scarpe. Ed è a questo punto che capisco che non ha un cazzo di senso quello che sto facendo. Mi do del coglione da solo e faccio una corsetta per raggiungere Angie, le metto una mano sulla spalla e sento uno dei dolori più forti che un uomo possa provare nella sua vita nel momento in cui lei si gira di scatto e mi molla un'epica ginocchiata nelle palle.
“CRISTO, ANGIE!” urlo non so se più per il dolore o per chiamarla, visto che accenna a scappare.
“Jerry??” si blocca e mi guarda incredula mentre mi contorco, prima di riavvicinarsi “Ma eri tu che mi seguivi?”
“Sì”
“Ma sei scemo? Perché?”
“Volevo... beh, volevo farti uno scherzo” non ho perso il mio talento nell'improvvisazione.
“Bello scherzo del cazzo, mi hai fatto prendere un colpo!”
“Scusa”
“Beh, scusami tu. Ti ho fatto male?”
“Noooo sto una favola” commento quando torno a vedere ciò che mi circonda e non più le stelle.
“Anche tu però... mi hai spaventata”
“E sono stato punito direi”
“Pensavo fossi uno che mi voleva aggredire”
“Eheh e invece sono stato aggredito io.” a quanto pare è destino, mi devo fare male ogni volta che ci vediamo, fisicamente o no. Noto la sua mano e la indico “E quelle?”
“E' un trucco che mi ha insegnato Meg” risponde rimettendo in borsa le chiavi che aveva piazzato tra le dita nel pugno chiuso.
“Sai che ti puoi fare male se non le tieni bene quando colpisci? E' un trucco pericoloso”
“Cos'è, ti offri volontario per allenarmi?” riprende le chiavi e le fa tintinnare mentre mi sorride diabolica e io mi rassegno al fatto che amerò sempre questa ragazza. A modo mio, sbagliatissimo, senza senso. Ma non posso farne a meno.
“No, grazie. Non che non me lo meriti, ma avrei altri programmi per la serata”
“Del tipo?”
“Del tipo... riascoltare i demo che ho appena registrato e capire perché cazzo non funzionano”
“Demo? Dell'album nuovo?” Angie passa dallo scherzo a essere interessatissima e io non aspettavo altro che soddisfare la sua curiosità. Forse è proprio per questo che sono venuto fin qui.
“Sì... ma è roba mia, cioè, che ho buttato giù da solo, non l'ho ancora fatta sentire agli altri”
“Beh, magari devi lavorarci un po' sopra, anche assieme al gruppo. E poi Layne può cantare qualsiasi cosa e renderlo perfetto, perciò non ti preoccupare” Angie alza le spalle e mi sorride e io penso di stare impazzendo perché mi prenderei un altro calcio nei coglioni pur di farmi toccare da lei.
“Ti va di sentirle?”
“Magari! Hai una copia da passarmi?”
“No, però ho il nastro in macchina... potremmo ascoltarlo lì, che dici?”
“Beh, non lo so, è un po' tardi” anche se dura un secondo, la sento tutta l'esitazione nella sua risposta. E' ovvio che l'idea non le vada tanto a genio, però non sa nemmeno come dirmi di no senza levarsi quella maschera di totale indifferenza nei miei confronti dalla faccia. Ammettere di essere a disagio da sola con me sarebbe come ammettere che ci siano ancora sentimenti in sospeso tra noi e questo lei non lo farebbe mai.
“Sono tre pezzi di numero. Li ascolti, mi dai il tuo parere e io in cambio ti do un passaggio a casa. Ti va?”
“E va bene, andiamo!” fa di nuovo spallucce e mi segue come niente fosse.
“Allora?” le chiedo dopo il primo brano.
“Jerry è... cosa credi che non funzioni esattamente in questa canzone? E' spettacolare”
“Lo credi davvero?”
“Sì”
“Non lo dici solo perché non vuoi tornare a casa in autobus?”
“Ovviamente no, non scherzare!”
“Con la voce di Layne guadagnerebbe qualche punto sicuramente”
“Nel ritornello sicuramente, ma mi piace la tua voce nella strofa” far ascoltare le mie canzoni nuove ad Angie non è solo una scusa per passare del tempo con lei, mi piace perché è sincera, le sue opinioni sono oneste, non ti dice che un pezzo è una figata solo per farti contento.
“Grazie”
“Ha un titolo?”
“Would. Un gioco di parole, con Wood”
“Andy?”
“Sì, è per lui. Ho pensato tanto a lui in questo periodo. Beh, non ho mai smesso di pensarci. Ma ultimamente ci penso sempre più spesso. Il nostro primo album è andato bene, suoniamo in giro, Stone e Jeff ce la stanno facendo, tante altre band stanno venendo fuori e-”
“E lui non è qui”
“Esatto. Lui non c'è. E mi manca. Andy era un amico, ma non uno con cui fai discorsi seri sul senso della vita o cose del genere. Era solo divertimento, ci divertivamo un sacco, io, Andy, Xana e Chris. Era una persona eccezionale, piena di energia e di vita”
“Le scelte che ha fatto raccontano una storia diversa però...”
“Ha fatto delle scelte del cazzo, ma non significa che fosse una cattiva persona. Ha sbagliato. Io non lo giudico però. Quelli che giudicano mi fanno solo incazzare”
“Scusa, non era mia intenzione”
“Nah, tu che c'entri, non mi riferivo a te. Tu non sei così” Angie non ha bisogno di giudicarti, le basta parlarti sinceramente o guardarti negli occhi per farti sentire una merda per tutte le cazzate che combini.
“Meg mi ha detto che è morto in questo periodo l'anno scorso, giusto?”
“Sì, tra poco sarà un anno. E mi sembra passato un decennio”
“Mi fai sentire un'altra canzone?” Angie sa quando cambiare argomento, ma non sa che il tono della conversazione non si alzerà nemmeno col secondo pezzo.
“Rooster era il soprannome che mio nonno aveva dato a mio padre quando era piccolo,” precedo la sua domanda prima di premere stop sull'autoradio “perché faceva il galletto. E perché aveva i capelli che gli sparavano in aria, come una cresta”
“Hai scritto una canzone su tuo padre?” Angie sa benissimo tutta la storia incasinata della mia famiglia e sa anche quanto sia difficile per me parlarne, anche se con lei è stato molto meno difficile.
“Ho scritto una canzone cercando di immedesimarmi in lui, provando a immaginare cosa potesse pensare o provare in quei momenti un soldato americano in Vietnam. Come sai, lui non ci ha mai raccontato niente”
“Dovresti fargliela sentire”
“Vedremo. Se ne verrà fuori una canzone vera e propria, potrebbe succedere, chissà”
“Potrebbe essere un modo per riavvicinarvi”
“Non l'ho scritta per questo”
“Lo so”
“Non l'ho scritta per nessun motivo in particolare”
“Ok”
“E' venuta fuori così e basta”
“Si vede che doveva venire fuori”
“Ti piace?”
“Sì, mi piace anche questa. Mi fai sentire l'ultima?”
“Era questa l'ultima” mento sfacciatamente.
“Ma se hai detto che erano tre canzoni...”
“Sì beh, era per dire. Sono tre tracce, ma due canzoni complete. La terza è solo una roba strumentale” dire cazzate ad Angie mi riesce ancora facile, come ai vecchi tempi, però bisogna vedere se anche lei è ancora brava a crederci.
“Voglio sentire anche quella” incrocia le braccia e mi guarda storto.
“Ti porto a casa, va” faccio finta di niente e accendo la macchina, ma Angie ha un'altra idea e allunga la mano per premere di nuovo play sull'autoradio.
Partono i primi accordi di un pezzo troppo lento e troppo moscio che non entrerà mai nemmeno in un lato B di un singolo del cazzo della band e che non farei ascoltare agli altri nemmeno sotto tortura, anche perché è talmente personale che mi prenderebbero per il culo per decenni e mi sembra che di motivi per farlo ne abbiano già parecchi. Per fortuna, nella prima parte della canzone, mi è venuta la brillante idea di intonare la melodia con un po' di 'mmm mmm', così posso cavalcare la balla del pezzo strumentale.
“Vedi? E' solo un abbozzo. Solo un coglione che strimpella e mugugna una melodia improvvisata” alzo le spalle e stoppo il nastro, per poi tirarlo fuori e farmelo scivolare nella tasca della giacca. Perché sono così stronzo? Io non ci dovevo nemmeno andare da Angie. Poi quando l'ho vista e le ho proposto di venire a sentire il demo ho cercato di raccontarmela come una mossa per poter passare del tempo con lei. Invece è chiaro che volevo farle sentire anche questo pezzo. Beh, soprattutto questo. E adesso? Me la faccio sotto oppure ho capito che era un'idea di merda in partenza? Cosa volevo ottenere? Farle sapere che mentre lei va avanti con la sua vita io sono ancora impantanato nelle mie stronzate?
“Beh mi sembrava un bell'abbozzo”
“Troppo lenta, troppo deprimente, non lo so”
“Jerry?”
“Sì?”
“Va tutto bene?”
“Certo, perché?”
“Non lo so, chiedo” perché chiedo io. E' ovvio che si faccia delle domande, spunto così dal nulla, mi presento dove lavora, la convinco ad ascoltare dei pezzi, poi il tutto si trasforma in una cazzo di seduta di psicoterapia sotto mentite spoglie.
“E' tutto ok, sono... sono solo le solite cose, ecco”
“Le solite cose continueranno ad essere sempre le stesse se non le affronti, Jerry”
“Lo so. Infatti le sto affrontando. La musica è pefetta per questo, non l'hai detto anche tu?”
“Sì, ma non basta”
“Già. Oh e scusa se sono venuto a romperti le palle, non era programmato, insomma, mi sono trovato lì. Cioè, non è che sono capitato da Roxy per caso, diciamo, che fino a un certo punto non avevo idea che stavo venendo da te, poi, diciamo, l'ultimo kilometro...”
“Ok, Jerry, ho capito”
“Scusa”
“Non ti scusare, non ce n'è motivo”
“E' solo che, beh, è più facile con te. Mi viene più facile parlare con te, nonostante tutto. Assurdo, vero?” Angie sa già tutto, a lei non devo spiegazioni, e ora che non stiamo più insieme, non le devo nulla. Però, allo stesso tempo, lei non deve nulla a me. Non è tenuta ad ascoltarmi.
“Beh, un po' sì, ma non troppo strano. La gente ama confidarsi con me, si vede che ispiro fiducia. O che sembro innocua” Angie scuote la testa e io penso che non è innocua per niente dato che il (troppo) poco tempo in cui le nostre strade si sono incrociate mi hanno lasciato un segno bello grosso e profondo.
“Innocua? Con le chiavi tirapugni? No, non direi proprio”
Il viaggio fino a casa di Angie dura più del dovuto, perché scelgo deliberatamente il percorso più lento e trafficato, ma lei è così gentile da non farmelo notare. Oppure neanche se n'è accorta.
“Allora buona notte. E grazie per il passaggio” mi dice con la mano sulla portiera già mezza aperta.
“Grazie a te per aver accettato di farmi da cavia. E grazie per i pareri”
“Figurati. E comunque quando vuoi parlare o farmi ascoltare altre cose... sappi che io ci sono, ok?”
“Davvero?” le chiedo non perché io sia incredulo, ma perché so perfettamente che sta dicendo sul serio, che è davvero sincera e pronta a sorbirsi le pare di uno che non riesce ad aprirsi emotivamente se non con la sua ex, che sta pure con un altro.
“Certo. Solo perché sei stato una merda non significa che, boh, non ti salverei da un incendio o non ti darei una mano mentre dondoli in bilico sull'orlo di un precipizio per tirarti su. Per le cose serie, se posso, una mano te la darò sempre” Angie fa spallucce mentre mi dice una cosa stupenda e invece di soffermarmi ad ammirare la bontà e l'altruismo di lei, di farmi ispirare dal suo concetto di amicizia, di imparare qualcosa dalla sua totale mancanza di rancore... io vado in fissa sui suoi occhi prima e sulle sue labbra poi e stavolta non credo proprio che non si sia accorta che ho tutta l'intenzione di baciarla. Infatti nel giro di due secondi mi da di nuovo la buona notte e schizza fuori dalla macchina, alla volta del portone di casa.
“Notte!” le urlo dal finestrino guadagnando un suo frettoloso ciao-ciao con la mano.
Si può sapere che cazzo mi sono messo in testa?
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Si può sapere che cazzo mi sono messa in testa? Che faccio, prometto cose che non sono sicura di poter mantenere? Certo, le mie sono state delle gran belle parole, non c'è che dire, suonavano benissimo, ma sarò poi in grado di farle seguire dalle azioni? Ci sarò davvero sempre per Jerry, anche se è stato uno stronzo? E' bello aspirare ad essere persone migliori, ma credo che nel mio caso spesso sia più una sorta di autocompiacimento masochistico. Insomma, c'è che a me piace un sacco essere buona, comportarmi da tale e far sì che tutti mi vedano così, come una ragazza gentile e comprensiva. Tutti, anche quelli che non si meriterebbero nessun riguardo, anzi, specialmente quelli. Tu hai fatto il bastardo con me? E ora ti aspetteresti che, come minimo, cambiassi strada quando ti vedo, giusto? Invece no, io sono qui ad ascoltare i tuoi sfoghi emotivi, a tenerti la mano e a incoraggiarti, dicendoti che andrà tutto bene. Tiè, beccati questa! Non voglio dire che lo faccio proprio apposta, però non posso negare che esista questa componente di soddisfazione nell'essere quella che fa la cosa giusta, o meglio, che fa la cosa buona che nessuno farebbe. Ora lo so che quando racconterò a Meg cosa è successo, lei scuoterà la testa e mi dirà che sono stupida e che avrei dovuto semplicemente mandare Jerry a fare in culo come si meriterebbe, ma il suo vero pensiero sarà che sono troppo buona o una cosa del genere. Ecco, io adoro essere troppo buona, mi fa stare bene, in pace con me stessa e con gli altri, perché è uno dei pochi ruoli sociali esistenti a risultarmi facili da ricoprire e in cui mi sento a mio agio. Almeno per un po'. Perché il problema è che, se ti comporti da buona, poi lo devi essere fino in fondo, senza dubbi, ripensamenti o scazzi vari. Cioè, se io ho appena detto a Jerry che per lui ci sarò sempre come amica, la prossima volta che lo vedo non posso prenderlo a calci in culo perché mi sono improvvisamente ricordata che mi ha tradita e mi ha mancato totalmente di rispetto, non solo come ragazza, ma prima di tutto come persona. Funziona così con Jerry: ci parlo e mi sembra di interagire con una persona del tutto diversa da quella con cui sono stata, ma non per modo di dire, è proprio come se fosse un altro tizio, non mi suscita nessun turbamento, non c'è nessuna tensione. Almeno finché non succede qualcosa, un rumore, una parola, una cazzo di battuta, che mi fa tornare in mente chi diavolo ho di fronte, e lì giuro che lo prenderei a sassate, così, dal nulla. Però no, non si può. Perché se hai la Sindrome di Gesù devi essere Cristo fino in fondo, col porgere l'altra guancia e tutto il resto. Non puoi solo goderti la fama di messia, devi anche farti crocifiggere o, più spesso, metterti in croce da sola.
Il mio rimuginare prende una piega mistica proprio quando entro in casa, forse il tutto è collegato al fatto che appena sono dentro mi levo le scarpe e alle sensazioni di estasi provate dalle mie estremità dopo una giornata in piedi. Agguanto il telefono senza neanche accendere la luce, noto qualcosa scritto sul blocchetto lì accanto, ma non lo prendo neanche in considerazione perché immagino sia un appunto di Meg che mi dice che Eddie mi ha cercata. Dopotutto avevamo un appuntamento telefonico circa... beh, un'oretta fa. Mi lascio cadere sul divano, anche se so che non è la cosa ideale da fare e sarebbe meglio raggiungere il letto, e compongo il numero a memoria sul tastierino, praticamente alla cieca.
“Pronto”
“Ciao Eddie, stavi dormendo?”
“Ovviamente no mia cara... Wallflower?”
“Eheh acqua, mi spiace!”
“Cazzo”
“Tanto non te lo dico”
“Tanto lo scoprirò lo stesso”
“Ah sì, e come?”
“Ho i miei metodi di convincimento, non lo sai?” sì, lo so eccome, ecco perché cambio argomento.
“Comunque stai diventando più imprevedibile, ero convinta che avresti risposto con 'E' già venerdì?' invece del pronto”
“Mi piace sorprenderti, micetta. A proposito, per caso è già venerdì?” domanda ridendo sotto i baffi, mentre io faccio per alzarmi di scatto dal divano e finisco invece per rotolare giù, sul tappeto.
“COME CA- AHI!”
“Tutto ok? Cosa è stato?”
“Niente niente. Scusa Eddie, come stracazzo mi hai chiamata?” gli chiedo mentre mi raddrizzo sul fianco, tenendomi la chiappa dolorante.
“Micetta, perché?”
“Perché, dice lui!”
“Stai parlando con qualcuno o è sempre il tuo solito pubblico immaginario?”
“Non farlo mai più”
“Dai, è carino”
“Questo lo dici tu”
“E poi a te piacciono i gatti”
“Mi piacciono tante cose, mi piacciono anche gli horror, ma non per questo mi farei chiamare Poltergeist... Anche se, pensandoci...”
“Non è male, ma preferisco micetta”
“Io preferirei qualsiasi cosa rispetto a micetta”
“Attenta a ciò che desideri”
“Ugh vuoi dire che potresti venirtene fuori con qualcosa di peggio?”
“Mettimi alla prova”
“Ma poi micetta non ha senso”
“Sì che ne ha”
“Perché mi piacciono i gatti?”
“Perché hai gli occhioni da gatta, sei dolce e tenera, ma sai tirare fuori le unghie quando serve... anche letteralmente. La mia schiena ringrazia eheh” è mezzanotte passata, io sono ancora stesa sul tappeto di casa mia e sto arrossendo.
“E' che non mi piacciono i nomignoli in generale” il meccanismo diversivo di difesa si inserisce da solo mentre cerco di rialzarmi.
“Regina ti piace però”
“Che c'entra, quello non è un nomignolo di coppia”
“Che cazzo dici, è il nomignolo di coppia per eccellenza!”
“Sì, ma nel nostro caso era una cosa tra amici” finalmente mi risiedo sul divano e d'istinto mi avvinghio a uno dei cuscini.
“Ahah amici un cazzo, fosse stato solo per amicizia il nomignolo sarebbe nato e morto quella sera”
“Ok, ma tecnicamente è nato in amicizia, quindi va bene” mi concentro sull'aspetto tecnico perché faccio ancora fatica a realizzare che Eddie abbia avuto questa... cotta (?) per me già da tempo. Cioè, razionalmente capisco che non ha ricevuto un'improvvisa illuminazione quella mattina alla stazione dei pullman di San Diego e che doveva per forza averci pensato anche prima. Ma la mia parte irrazionale ancora non si capacita del fatto che Eddie stia con la sottoscritta, figuriamoci concepire che possa aver covato il suo interesse per me per mesi.  
“Va beh, va beh, cosa c'è che non va in micetta?”
“E' troppo... è troppo zuccheroso”
“E' un nomignolo, deve essere dolce, o meglio, tendenzialmente è così”
“E' stupido”
“Che ti aspettavi da uno stupido come me, micetta?”
“Uff ti sei proprio fissato eh?” alzo gli occhi al cielo e so già che questa non la vincerò neanche per sbaglio.
“Secondo me non è che non ti piace, è solo che ti imbarazza, per non so quale strano motivo a me sconosciuto”
“Non è vero” ribatto strizzando il cuscino.
“Invece sì”
“Invece no”
“Lo sai che ti cambia il tono della voce quando colpisco nel segno?”
“Ahah cosa... di che diavolo stai parlando?”
“Niente. Se mi lasci usare micetta, ti permetto di chiamarmi come vuoi”
“Ahahah cioè, vuoi introdurlo proprio come vezzeggiativo ufficiale! Dì la verità, ci stavi lavorando già da tempo, ammettilo”
“No, mi è uscito così senza pensarci. E magari me ne sarei dimenticato un secondo dopo, se tu non avessi avuto quella reazione stupenda”
“In pratica, è colpa mia”
“Come sempre, mia regina”
“Regina o micetta, deciditi”
“E perché mai? Puoi essere tutt'e due. Anzi, lo sei”
“Se per sbaglio quella parola esce dalla tua bocca in presenza di uno dei nostri amici sei-”
“HA! Allora è quello che ti terrorizza? Che possa arrivare alle orecchie dei ragazzi?”
“Se succede una cosa del genere sei morto, sappilo”
“Sei troppo preoccupata dell'opinione degli altri, lasciatelo dire”
“Ma non morto nel senso che ti faccio il culo, ti meno o ti uccido letteralmente. Semplicemente da quel momento in poi cesserai di esistere per me, celebrerò mentalmente il tuo funerale, piangerò un pochino, dopodiché non ti rivolgerò mai più la parola né riconoscerò più la tua presenza in alcun modo”
“Ti ho mai detto che ti adoro quando sei così teatrale?”
“Ti ho mai detto che le mie minacce sono sempre reali?”
“Ok, ok, prometto che non userò mai quel nome se non quando siamo soli soletti. Così va meglio?”
“Sì” lo dicevo che questa non l'avrei vinta.
“Grazie, micetta. Tu come mi vuoi chiamare invece?”
“Io ti chiamo Eddie, punto”
“Guarda che mi va bene anche un nomignolo non zuccheroso”
“Ed?” ebbene sì, è il massimo che riesco a fare.
“Ahahahahah”
“Che cazzo ridi?” in realtà adoro quando ride, specialmente quando mi prende per il culo, ma non è necessario che lui lo sappia.
“Wow, non sarà troppo intimo? Non so se me la sento di permetterti di chiamarmi Ed”
“Vaffanculo, Ed”
“Specialmente davanti agli altri”
“Non è una cosa che puoi decidere a tavolino, ti viene spontaneo chiamare una persona in un altro modo, anche tu l'hai detto, no? Quando mi verrà di chiamarti con un vezzeggiativo idiota, lo saprai”
“Va bene. Allora, è già venerdì?”
“No, mancano ancora due giorni”
“Tecnicamente uno, la mezzanotte è passata da un pezzo”
“Allora se lo sai già, perché me lo chiedi?”
“Volevo vedere se eri attenta”
“Comunque vedi che succede a furia di sparare cazzate al telefono? Finisce che il tempo passa in fretta”
“Era il mio obiettivo fin dall'inizio. Comunque avremmo potuto spararne anche di più se non te la fossi presa comoda, io ero qui ad aspettarti dalle undici e mezza”
“Non me la sono presa comoda, sono arrivata a casa adesso. Cioè, neanche un minuto prima di chiamarti”
“Roxy ti fa fare gli straordinari? Questa cosa che ti fa fare sempre la chiusura però non la capisco, si chiamano turni per un motivo, no?”
“Non la faccio sempre. E questi orari li ho chiesti io perché per me sono più comodi per una serie di motivi. Comunque stavolta sono uscita quasi puntuale, ho perso tempo dopo, anche se non lo definirei tempo perso, visto che ho avuto un'anteprima esclusiva!”
“Ah sì? Che hai fatto?”
“Ho ascoltato un paio di demo degli Alice che andranno nel prossimo disco. Cioè, questo lo dico io, perché sono una bomba, anche se Jerry non è del tutto convinto. Ma quello è normale, perché lui non capisce un cazzo” altro autore perfezionista del cavolo come Eddie, tra di loro dovrebbero intendersi in questo senso.
“Jerry? L'hai visto? E' venuto alla tavola calda?” in barba all'intesa da me supposta, l'adorabile e giocoso Eddie scompare all'istante e nel momento stesso in cui pronuncia il nome di Jerry capisco che sta per incazzarsi esattamente come l'altra sera.
“No, l'ho beccato dopo il lavoro”
“Beccato dove? Sei andata da qualche parte dopo il lavoro e-”
“Oh no, l'ho incontrato per strada”
“Per strada?”
“Sì”
“Per strada davanti a Roxy's alle undici di sera di un mercoledì?”
“Sì” la conversazione sta lentamente scivolando nell'interrogatorio.
“E che ci faceva lì?”
“Non lo so, era in giro, non gliel'ho chiesto”
“Chiedilo a me”
“Eheh cosa?” non sono scema, non è che mi metto a ridere sapendo che Eddie avrà il fumo che gli esce dalle orecchie a questo punto. E' più un ghigno nervoso che non riesco a trattenere.
“Chiedilo pure a me, te la do io la risposta”
“Eddie io-”
“Chiedimelo” Eddie sa convincermi, anche se preferisco gli altri suoi metodi, quelli più piacevoli.
“Ok, che ci faceva lì Jerry?”
“E' venuto apposta per vederti, mi pare ovvio”
“Non è venuto apposta” sì che è venuto apposta, ma quello che voglio dire è che non è venuto apposta con l'idea di riconquistarmi, come crede Eddie. E' solo venuto a cercarmi perchè non sapeva da chi altro andare.
“Va beh, e poi?”
“E poi cosa?”
“E poi cosa è successo, che avete fatto, dove siete andati? Dove te l'ha fatto sentire QUESTO CAZZO DI DEMO?” le grida di Eddie attraverso la cornetta mi fanno sobbalzare sul divano.
“Sì, ma stai calmo, perché alzi la voce?”
“PERCHE' MI VA”
“Eddie”
“Perché io ero qui ad aspettare di parlare almeno al telefono con la mia ragazza, visto che non potevamo vederci di persona, mentre lei era in giro col suo ex”
“Non ero in giro”
“Sei andata direttamente a casa sua?”
“No”
“E' venuto lui da te? Magari gli hai fatto anche il caffè”
“Siamo stati in macchina il tempo di sentire due canzoni di numero e poi mi ha portata a casa” ignoro il suo sarcasmo perché se non lo facessi finirei per rispondere col mio e non ne usciremmo vivi.
“In macchina”
“Sì, dove me la faceva sentire la cassetta secondo te? Nessuno è andato a casa di nessuno e Jerry non va mica in giro con il boombox sulla spalla” eccolo, il mio sarcasmo non ha resistito, questa discussione non può finire bene.
“In macchina” ripete con lo stesso tono sprezzante.
“Sì, in macchina”
“E dove vi siete imboscati? Visto che il vecchio parcheggio è off limits...”
“Non ci siamo imboscati da nessuna parte, eravamo lì, sulla strada. E' finito l'interrogatorio?”
“No. Vi siete baciati?”
“MA FIGURATI, SECONDO TE??” mi viene da urlare, ma allo stesso tempo non voglio reagire con troppa veemenza e dargli l'impressione di essere stata punta nel vivo e che sia successo davvero qualcosa con Jerry.
“Non lo so, se no non te l'avrei chiesto”
“Davvero non lo sai? Cioè, tu seriamente pensi che io potrei baciare Jerry? E che soprattutto, dopo averlo fatto, ti chiamerei e mi metterei a parlare di gatti, poltergeist, nomi e nomignoli come se niente fosse?”
“Non lo so, Angie, so solo che il tuo ex si è fatto vivo con la scusa del demo e tu non hai resistito. E a giudicare dalle tempistiche, non penso proprio che tu abbia ascoltato due canzoni e poi sia filata dritta a casa, a meno che gli Alice in Chains non si siano dati a pezzi prog da 15 minuti l'uno”
“Abbiamo parlato”
“Di cosa?”
“Di cose personali”
“Ah beh allora! Perfetto, non ho assolutamente motivo di arrabbiarmi! Hai visto il tuo ex e avete parlato dei vostri segreti, ora sì che sono tranquillo!”
“Cose personali sue, che non riguardano me”
“Oh perché ora tu sei la confidente preferita di Jerry, giusto. Perché non va a raccontare i cazzi suoi alle tipe che si scopava alle tue spalle?” beh, wow, complimenti per il tatto, Eddie... Resto interdetta per alcuni secondi prima di rispondere.
“E io che ne so? Magari lo fa già, magari no. Perché lo chiedi a me, io cosa c'entro, scusa?”
“C'entri perché sei la mia ragazza, non la sua, se te lo fossi dimenticato”
“Non me lo sono dimenticato, ma forse tu sì, visto come mi stai trattando” va bene mantenere la calma, ma io non ho fatto niente, perché dovrei stare sulla difensiva? Non mi piace per niente quando fa così.
“Vero, sono io che faccio lo stronzo, dopotutto ti sei solo vista da sola con Jerry, mica mi dovrei incazzare”
“Senti, te l'ho detto io che ho visto Jerry, di mia iniziativa, senza che tu sapessi un cazzo. Se non ti avessi detto niente non l'avresti mai saputo. E invece io te l'ho detto, perché non ho niente da nascondere e non ho fatto niente di male” litigare è una delle cose che odio di più e che rifuggo come la peste. Non mi piace litigare, mi mette ansia, anche quando ho ragione, ed è per questo che spesso faccio finta di niente e chiudo gli occhi e le orecchie anche quando non dovrei, anche quando avrei qualcosa da ribattere, perché semplicemente non ho voglia di casini e voglio stare tranquilla. In questo caso, però, non riesco proprio a stare zitta, quindi cerco di farlo ragionare.
“Ok, ascolta, io ci credo che non hai fatto niente, che non è successo niente, mi fido di te. Ma non mi fido di lui? Non lo capisci che lo fa apposta? Era un pretesto del cazzo per vederti” Eddie smette di trattarmi di merda per un attimo, ma questo non è che mi faccia sentire poi tanto meglio.
“Non era assolutamente così, ma anche se lo fosse, io non c'entro nulla. Mi ha chiesto di ascoltare un paio di pezzi e dargli un parere, morta lì”
“Potevi dirgli di no. Potevi dirgli che dovevi andare a casa, che avevi un impegno. Che poi ce l'avevi davvero l'impegno, con me”
“Onestamente non ci vedo nulla di male nell'ascoltare due canzoni e un mezzo sfogo di un amico, quindi non vedo perché avrei dovuto dirgli di no” l'impegno che avevo con te era una telefonata, non casca certo il mondo se ti chiamo un po' più tardi, no?
“Forse perché non è un amico, ma è il tuo fottuto ex?”
“Proprio perché è il mio ex, non vedo perché devi essere geloso. E' acqua passata, una storia chiusa con un sacco di pietre messe sopra. Se sei geloso, il problema è tuo” se c'è una cosa che non sopporto è la gelosia, non la tollero, è stupida, è-
“Se non vedi qual è il problema, sei tu il problema. Buona notte” c'è bisogno che il segnale di occupato vada avanti per un po' prima che io capisca che Eddie mi ha letteralmente attaccato il telefono in faccia. Sono incredula, non solo per questo gesto, ma per tutta la situazione. Che cazzo è successo? Come siamo passati da una tranquilla telefonata a una lite accesa nel giro di un minuto? Perché si è arrabbiato così tanto? Non so cosa fare, aspetto qualche minuto, poi provo a richiamarlo, ma il telefono squilla a vuoto, senza risposta.
“CHE CAZZO! Angie, che diavolo ci fai lì?” la luce della sala si accende di colpo e l'improvvisa vista della mia sagoma sul divano terrorizza la mia amica.
“Ciao, Meg, scusa”
“Scusa un cazzo! Ok, dichiaro ufficialmente terminato il campionato di Spaventa a morte la tua coinquilina. Hai vinto tu e stop, mi arrendo” si avvicina tenendosi una mano sul cuore e io so già che ora si siederà con me, capirà in un nanosecondo che c'è qualcosa che non va, io inizialmente non le dirò un cazzo, poi, inevitabilmente, le spiattellerò tutto, lei mi consolerà, insulterà Eddie, poi Jerry, poi mi dirà che non è niente di irreparabile, mi darà dei consigli che mi sembreranno senza senso, ma che alla fine risulteranno azzeccati e tutto si sistemerà. Forse.
“Scusami, stavo telefonando”
“Ah, hai richiamato la tua amica, allora?” mi chiede Meg, disorientandomi totalmente. Come se non fossi già abbastanza confusa.
“La mia amica?”
“Sì, Jane, la tua ex compagna di scuola. Ti avevo lasciato un appunto...” Meg si allontana saltellando e torna da me con il blocchetto che avevo notato accanto alla base del cordless. Mi basta quel nome, prima pronunciato da lei e poi scritto a chiare lettere sul foglio giallo, per tornare immediatamente padrona di me stessa.
“Sì sì, infatti, l'ho appena richiamata, grazie” mi alzo dal divano e prendo il blocco delicatamente, ma con fermezza, dalle mani di Meg, prima di staccare la pagina incriminata.
“E' tutto ok? Mi sembrava una cosa urgente”
“Ahahah per Jane è sempre tutto urgente! Nah, voleva solo darmi la notizia che finalmente ha trovato lavoro. E darmi il suo nuovo numero, ora che si è sistemata” prendo la borsa e infilo il foglio di carta nella mia agenda, per non perderlo. O almeno, questa è l'idea che voglio dare a Meg. Io questo numero ce l'ho già, ma sotto sotto, mi piacerebbe tanto perderlo.
“718... uhm... che prefisso è, Texas?”
“New York”
“Hai un'amica nella Grande Mela? Che figata! E che fa di bello?”
“Fa la modella. Il suo sogno è fare l'attrice” sarebbe più corretto dire che il suo sogno è essere famosa, anzi, essere adorata. Da tutti, possibilmente. Ma non mi sembra necessario aggiungere questo dettaglio, non so neanche perché ne sto parlando con Meg.
“Un giorno sarai tu a dirigerla allora? Un'attrice e una regista: la squadra perfetta!” la mia coinquilina manifesta un entusiasmo che cozza un po' col mio umore, ma non posso darlo a vedere.
“A parte che preferirei scrivere e non dirigere, tranquilla che ne ho di panini da servire ancora prima di arrivare a quel punto” chiudo la borsa, me la rimetto a tracolla.
“Come mai non mi hai mai parlato di questa Jane? E' la prima volta che la sento nominare, pensavo avessi solo tre amici in croce” non demorde e mi segue fino in corridoio.
“Infatti, confermo i mitici tre. Jane non è proprio un'amica, è più... è una conoscenza più superficiale”
“Però è carina a mantenere i contatti, dai” sì, certo, carinissima.
“Sì, è una brava ragazza” credo che vomiterebbe se mi sentisse dire questo di lei.
“Che fai? Esci?” Meg mi blocca quando, anziché andare verso la mia camera, come si aspettava, faccio per aprire la porta di casa.
“Sì, ho finito le sigarette. Me ne ero dimenticata, cazzo. Mi tocca uscire di nuovo, ma ci metto un attimo”
“E non puoi stare senza fumare?”
“No, decisamente no, Meg, fidati”
Esco invitandola a tornare a dormire, dicendole che ho con me le chiavi e che non serve aspettarmi. Scendo le scale in un lampo e quando sono fuori dal condominio, do un'occhiata alle finestre del quarto piano. Le luci sono di nuovo tutte spente. Meglio così, non è necessario fare il giro dell'isolato. Mi infilo nella cabina sotto casa, inserisco una ad una le monete nel telefono a gettoni come se pesassero una tonnellata ciascuna e compongo il numero che è chiuso nella mia agenda, ma che non mi serve tirare fuori, perché lo so a memoria da anni ormai.
“Pronto”
“Che ti serve?”
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“E' ancora presto, cazzo” dico tra me e me guardando l'orologio, che segna le otto meno un quarto. Che poi, dovrei buttarlo questo cazzo di orologio. O rivenderlo. L'avevo detto anche ad Angie, chiedendole se le dava fastidio, ma lei mi aveva guardato come se fossi matto e mi aveva chiesto perché. Non le importa che io abbia al polso ogni santo giorno l'orologio che mi ha regalato una che aveva una cotta per me, una ragazza che ho persino baciato. Angie non sa cosa sia la gelosia, quell'angoscia che nasce dalla pancia e ti arriva subito alla testa, che ti fa vedere tutto nero, che ti toglie il respiro, come un mostro marino che emerge dall'oceano e ti sorprende mentre stai nuotando, ti avvolge e ti immobilizza con i suoi tentacoli, che ti convince che ormai è tutto perduto. Angie non ci pensa nemmeno, non ci ha pensato ieri sera, quando ha incontrato Jerry, e neanche quando me l'ha detto, candidamente, come se fosse una cosa normale. Perché per lei è normale. Perché è probabile che sia normale per tutti tranne che per me, lo stronzo instabile, che è qui sotto casa della sua ragazza dalle sei del mattino, in attesa che venga fuori per poterle chiedere scusa e salvare la situazione. Non avevo intenzione di svegliarla così presto e sapevo che non sarebbe uscita a quell'ora, ma non ce la facevo più a stare a casa, dopo una nottata insonne in cui sono passato, anche piuttosto velocemente, dalla rabbia alla realizzazione della cazzata appena fatta. Esco di nuovo dal pick up. Sarò sceso e salito cinque o sei volte in un paio d'ore e ci saranno i mozziconi di un intero pacchetto di sigarette su questa merda di marciapiede. Non piove, ma l'aria è fresca, io però sto sudando. Allungo la mano attraverso il finestrino lasciato aperto per metà, recupero il mio cappellino dal sedile e lo indosso. Mentre sono impegnato a raccogliere tutti i capelli alla bene e meglio sotto il berretto, sento il portone aprirsi e la vedo uscire, intenta a sistemarsi la sciarpa voluminosa attorno al collo per proteggersi dal vento. Non mi guarda, ma viene verso di me, e io non mi devo neanche impegnare a fare la faccia contrita, perché solo rivederla per me è un tuffo al cuore e sono sicuro che la mia espressione naturale sia già quella giusta. Sto quasi per chiamarla per nome quando, anziché proseguire dritta nella mia direzione, gira alla sua destra e se ne va chissà dove. Non mi ha visto? Mi ha visto e mi ha ignorato apposta, poco importa. Butto l'ennesima cicca a terra e la seguo.
“Angie” si inchioda di colpo, segno che no, forse non mi aveva visto. Si volta verso di me e letteralmente mi squadra da capo a piedi, prima di fermarsi sui miei occhi e rispondere con un cenno.
“Ciao Eddie” si volta di nuovo e riprende a camminare, stavolta più lentamente.
“Lo so che sei arrabbiata, hai tutte le ragioni per esserlo” la raggiungo e cammino accanto a lei, che affonda la faccia nella sciarpa, quasi a volersi nascondere.
“Io non sono arrabbiata. Eri tu quello incazzato, mi pare”
“Mi sono incazzato per niente, Angie, scusami. Ti chiedo perdono”
“Eri una furia”
“Lo so, lo so, sono stato uno stronzo”
“Mi hai attaccato il telefono in faccia e non mi hai neanche risposto quando ti ho richiamato”
“Meglio così! Credimi! Ero fuori di me, chissà cosa avrei potuto dire” ecco forse questo era meglio non dirlo.
“Ok, allora meglio così” Angie alza le spalle e accelera impercettibilmente il passo.
“Angie, possiamo fermarci un secondo, ho bisogno di parlarti per bene, non così, mentre camminiamo”
“Ho delle cose da fare, devo passare in banca e fare altre commissioni prima di andare in facoltà”
“Ci vorranno solo due minuti, Angie, per favore. Fammi parlare, non ci ho dormito tutta la notte” le circondo le spalle con un braccio, delicatamente, indirizzandola verso la prima panchina che mi capita a tiro.
“E dov'è la novità?” mi chiede con un sorriso un po' spento. Mi sa che non ha dormito neanche lei granché.
“La novità è che stavolta è colpa mia.” faccio un cenno verso la panchina “Ti prego”
“Ok, solo due minuti però” alza gli occhi al cielo e si arrende, sedendosi con me.
“Allora... beh, come avrai intuito, ho un piccolo problema con la gelosia” inizio a confessare.
“No! Davvero?” mi rivolge il suo solito sorrisetto sarcastico e mi sento un pochino meglio perché forse c'è la possibilità che io non abbia mandato tutto a puttane.
“Sono geloso. Ed è un mio problema, come hai detto tu ieri, avevi ragione, hai ragione. Nel senso che tu non hai fatto niente, tu non fai mai niente, è una cosa mia, non c'entrano le cose che fai o come ti comporti o cazzate del genere. Potresti non uscire mai di casa e io sarei geloso del fattorino che ti porta la pizza perché, che cazzo ne so, ti sorride un po' troppo quando gli lasci il resto di mancia”
“Beh, sì, visti i guadagni da fame, qualcuno potrebbe anche innamorarsi per una mancia, ci posso credere” Angie continua a prendermi per il culo e ammetto che la cosa mi fa sentire sempre più a mio agio.
“Il fatto è che nove volte su dieci il pensiero arriva, mi genera fastidio per quei due secondi, e poi se ne va e non ci penso più. Insomma, il più delle volte lo tengo a bada, ignoro le voci nella mia testa, e continuo con la mia vita come se niente fosse”
“Non stiamo parlando di vere voci, giusto?”
“Eheh no, voci della coscienza”
“Ah ok. E invece che capita nell'unica volta su dieci?”
“Capita che perdo la testa e dico cose che non penso”
“Sicuro che non le pensi?”
“Angie, no, non le penso. Perdonami, non succederà più, te lo prometto” provo a prenderle le mani, un po' timidamente, ma lei mi lascia fare e non si allontana da me.
“Come fai a prometterlo? Se perdi il controllo, come dici, come puoi evitarlo?”
“Posso evitarlo perché voglio evitarlo, perché tu sei più importante, di tutto”
“Eddie, ascoltami,” Angie si gira un po' di più verso di me, sempre tenendo le mani nelle mie “posso capire la tua gelosia. Cioè, non la accetto, non la giustifico, ma posso capire come funziona, ne intuisco il meccanismo e i motivi scatenanti. So che devi sentirti insicuro, anche se non ho la più pallida idea di come sia possibile, visto che sei un ragazzo eccezionale e che non ti lascerei mai”
“Magari c'è qualcuno più eccezionale di me...”
“Chi? Jerry Cantrell?” Angie non perde tempo e va dritta al punto.
“Deve pur avere qualcosa di buono se ti ci sei messa assieme. E se gli sei ancora amica, dopo che... beh, dopo il male che ti ha fatto”
“Certo che c'è del buono in lui, ma nulla di un potenziale fidanzato. Non più. E non so più come dirtelo per fartelo capire”
“E allora perché ci parli ancora? Non voglio dire che non devi parlargli, non sono quel tipo di ragazzo, che ti proibisce cose o ti dice chi devi frequentare o dove puoi andare o stronzate del genere. Solo, non capisco davvero come tu possa farlo, cioè, se Beth saltasse fuori dal nulla e mi cercasse dicendomi che ha bisogno di parlare con qualcuno, le risponderei con un bel dito medio”
“Io non sono te” la risposta è tanto immediata quanto semplice.
“Eheh lo so. E meno male, aggiungerei”
“Non so che altra spiegazione darti, per me è così. Prima di provarci era un amico e quello che è successo tra noi come coppia non ha cambiato le cose. Cioè, detto onestamente, io pensavo di sì, che le avrebbe cambiate, ma poi col passare del tempo mi sono resa conto che per me Jerry è tornato ad essere né più né meno quello che era prima: un amico”
“Mi sembra incredibile, è come se scindessi le due cose”
“Non è come se, è esattamente così. Io divido le due cose, i due rapporti, i due Jerry. C'è Jerry il mio ex e Jerry l'amico, il primo non c'è più, è rimasto l'altro” Angie fa spallucce come se spiegasse la cosa più ovvia del mondo, io non ci provo neanche a capire e non so se crederci o meno. Ma devo sforzarmi se voglio che questa cosa funzioni e non naufraghi quando è praticamente appena cominciata.
“E' un concetto molto lontano dal mio modo di vedere, ma... posso capirlo”
“Stessa cosa per me con la tua gelosia. E' un concetto molto, molto lontano da me, ma lo capisco. Quello che non ammetto è il modo in cui mi hai trattata perché eri geloso”
“Lo so, Angie, scusami”
“Mi hai detto delle cose bruttissime. E con un tono... il tono era davvero cattivo, come se cercassi di farmi male il più possibile”
“Te l'ho detto, sono scattato per una cazzata”
“Secondo me il tuo problema non è la gelosia, ma la rabbia. Appena tii senti in pericolo attacchi, alla cieca. Non è la prima volta che lo fai, ma a questi livelli no, non era mai successo” colpito e affondato. Angie mi conosce da nemmeno sei mesi, sta con me da qualche settimana e mi ha già inquadrato in tutto e per tutto.
“Lo so, è un casino. Io sono un casino.” mi lascio andare, appoggiando la testa sul suo grembo, senza mollarle le mani “Speravo non vedessi mai questo lato del mio carattere” illuso, era ovvio che saltasse fuori subito, con una maggiore intimità.
“Anch'io sono un casino, tutti lo siamo. Ma quando si tratta di ferire deliberatamente una persona, con cattiveria beh, io lì tiro una riga e segno il mio limite. Cosa me ne faccio dei nomignoli zuccherosi se poi sfoghi le tue frustrazioni su di me?” lo sapevo, mi sta lasciando. Mi ha sopportato anche troppo in fondo.
“E' finita, vero?”
“COSA? Di che stai parlando?” Angie libera le sue mani dalle mie e mi prende la testa, girandola e obbligandomi a guardarla.
“Non vuoi mollarmi?”
“Eheheh chi è quello teatrale adesso?” mi spinge di nuovo la testa in basso, mi leva il cappello, se lo mette in testa e inizia a spettinarmi per gioco.
“Hai detto che quello è il tuo limite...”
“Secondo te ti mollo per una lite del cazzo?”
“No?” sono salvo?
“La prossima volta, quando ti incazzi per qualcosa, prima di insultarmi, fai un bel respiro profondo e parlane francamente, dimmi cosa non va, di cosa hai paura e come posso aiutarti. Oppure insultami, ma solo se me lo merito o se pensi ci sia una valida ragione. Insomma, ci sta discutere, cazzo, ci sta anche litigare, anche se io detesto litigare e farei qualsiasi cosa pur di evitarlo, ma ammetto che ci sta, se c'è un motivo. Ecco, io voglio avere la libertà di litigare con te senza rischiare un crollo emotivo ogni volta, ok? Perché, come ti ho già detto, anch'io sono un casino, proprio come te, anch'io ho i miei problemi, che credi. Non vedi quanto ci metto a esternare un cazzo di sentimento che sia uno? Da un lato ti invidio, sai?” quello che dice mi lascia inizialmente senza parole perché è così... maturo. Io sono qui a piagnucolare, mentre lei ha analizzato la situazione razionalmente e sta semplicemente dicendo le cose come stanno.
“Mi invidi? Pensi che essere schiavo delle proprie emozioni sia meglio? Ogni volta è come lanciare in aria una cazzo di monetina, fai un tiro e non sai che cosa verrà fuori: come sto oggi? Sto bene? Sto male? Sono felice? Sono incazzato? Jeff e Stone potrebbero scommetterci su” mi rimetto a sedere come una persona normale e mi accorgo di avere una stringa semi-slacciata.
“Beh, le mie monetine non vengono mai lanciate, le infilo nel salvadanaio, una dopo l'altra, e lì rimangono. Almeno finché non arriva Natale e bisogna rompere il salvadanaio e allora BAM! Escono fuori tutte assieme” faccio per allacciarmi la scarpa, quando Angie si intromette, le allaccia per me mentre parla, e poi mi riprende le mani nelle sue.
“Mi presti il tuo salvadanaio?” le chiedo prima di ricevere quel bacio che temevo di non avere più.
“Sì, solo se mi fai lanciare le tue monetine ogni tanto” mi sorride e ora ne ho la certezza: sono salvo.
“Scusami, Angie, davvero”
“Non mi serve che ti scusi, mi serve che non fai più lo stronzo”
“Va bene”
“E che se qualcosa non va me lo dici e ne parliamo, come due persone adulte”
“Ok”
“Perché non sono il tuo pungiball”
“No, sei la mia...” aspetto che capisca cosa voglio dire e risponda alla provocazione. Finalmente si gira di scatto e mi guarda malissimo, proprio come piace a me.
“Non ci provare”
“Perché? Hai detto che potevo”
“Non in pubblico”
“Ma se non c'è nessuno” mi guardo attorno e c'è giusto qualche passante che non ci calcola minimamente.
“Pensi che se non ti ho mollato per la piazzata di ieri non ti mollerò se mi chiami micetta? Potrei stupirti”
“HA! L'hai detto tu. Dicendolo l'hai automaticamente accettato come nomignolo ufficiale”
“E chi lo dice?”
“Io, micetta” le rispondo nell'orecchio, perché va beh rischiare, ma non voglio neanche tirare troppo la corda.
“In cosa mi sono andata a cacciare” Angie alza gli occhi al cielo per l'ennesima volta e credo che con me diventerà un'abitudine.
“Non ne hai idea, credimi”
“Non voglio più litigare con te”
“Io invece non vedo l'ora”
“Ahah che?”
“Solo con te un litigio può trasformarsi in un confronto a cuore aperto sulle emozioni, i sentimenti e la maniera di gestirli. Mi piace parlare di queste cose con te, mi piace parlare con te, mi piaci tu”
“Anche tu mi piaci,” Angie mi stampa un bacio sul naso e poi si alza “però adesso devo proprio andare”
“Ah allora non era una scusa per evitarmi? Hai da fare sul serio?” mi alzo anch'io e scherzo, facendo finta di non badare al fatto che mi ha appena detto che le piaccio, senza imbarazzarsi, senza che glielo abbia chiesto o che abbia cercato di estorcerle questa confessione con la tortura.
“Sì e mi devo muovere”
“Ma quando finiscono le lezioni?” sbuffo recuperando il mio cappello dalla sua testa e rimettendolo sulla mia.
“Domani è l'ultimo giorno”
“Finalmente! Cos'hai di vacanza, una settimana?”
“Dieci giorni”
“Ancora meglio... senti, stavo pensando... cioè, in realtà non ci avevo pensato prima, ci sto pensando adesso. Che ne dici se andassimo via qualche giorno, io e te?” le prendo di nuovo le mani, o meglio, i polsi, e ne accarezzo l'interno. Lo so che le piace.
“Via dove?”
“Dove vuoi tu. Per staccare e stare un po' da soli, ti andrebbe?”
“Non so, non sarai preso col film e la registrazione dell'album?”
“Appunto, potremmo fare questo weekend, che ne dici? Mi girano le palle che sarò impegnato proprio quando tu sarai a casa e potremmo vederci di più”
“Non lo so, Eddie. In realtà avevo già dato la disponibilità sia a Roxy che ad Hannigan per fare qualche ora in più sia nel weekend che in settimana, sai, per mettere da parte qualcosa” il suo sguardo si abbassa troppo spesso perché non ci sia qualcosa che non va.
“Oh ok... ma va tutto bene?” la scuoto un po' invitandola a guardarmi, oltre che a parlare sinceramente.
“Certo, perché?”
“Non so, non è che hai bisogno di soldi?”
“Ahahah e chi non ne ha bisogno?” Angie si stacca da me e mi fa cenno di riavviarmi assieme a lei.
“Eheh no, intendo, che magari hai qualche problema e ti servono i soldi”
“Il mio problema è il solito: pagare le bollette, l'affitto, il college e i libri. O le fotocopie dei libri, anche quelle costano” camminiamo vicini mentre Angie conta le sue spese sulle dita della mano.
“Beh, ma ti aiutano i tuoi, no? Tuo padre non mi da l'idea di essere il tipo che s'incazza se non gli mandi la tua parte all'inizio del semestre, ma un po' più tardi”
“Non c'entra, è una questione di principio, se prendo un impegno lo mantengo”
“Certo e questo è bellissimo. Ma non c'è niente di male nel chiedere aiuto quando si ha bisogno” proseguo e non mi accorgo subito che Angie si è fermata poco più indietro.
“Ecco, questo me lo dovrei tatuare, così magari inizierei anche a farlo prima o poi” mi giro e la vedo ferma sul primo gradino della scalinata della banca.
“Tutti vengono da te quando hanno bisogno, tu invece?” la raggiungo e l'abbraccio.
“Io invece chiamo te se ho un ragno in casa”
“Puoi chiamarmi anche per il resto, lo sai vero?”
“Grazie.” mi bacia ancora e stavolta non può fare a meno di guardarsi attorno per controllare che non ci sia nessuno di nostra conoscenza nei paraggi “Comunque è tutto ok, solo necessità di tutti i giorni, non ti fare strane idee, davvero”
“Ok”
“Ora devo andare sul serio però. Ti posso chiamare a pranzo?”
“Non me lo devi chiedere”
“Correggo la mia domanda: ti trovo a casa a pranzo?”
“Sì”
“Ci sentiamo dopo allora, buona giornata” mi stampa un altro bacio troppo veloce e se ne va troppo in fretta.
“A dopo... Whirpool??”
“Acqua!”
'Se qualcosa non va me lo dici e ne parliamo' così mi hai detto. Spero tu lo sappia che vale anche per te.
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berna282 · 4 years
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Heaven in a Wild Flower
MANTENETE LA CALMA E ABBIATE FIDUCIA IN GEOVA
LA SCRITTURA DELL ANNO 2021 E’: ‘’LA VOSTRA FORZA STARA’ NEL MANTENERE LA CALMA E AVERE FIDUCIA’’ (ISAIA 30:15)
QUESTO E’ INFATTI CIO’ CHE HA DETTO IL SOVRANO SIGNORE GEOVA,IL SANTO D’ISRAELE : ‘’SE TORNERETE DA ME E RESTERETE TRANQUILLI, SARETE SALVATI. LA VOSTRA FORZA STARA’ NEL MANTENERE LA CALMA E AVERE FIDUCIA’’.  MA VOI NON AVETE VOLUTO. ( ISAIA 30:15)
FINO A QUANDO VIVRO’ NELL’ ANGOSCIA, CON IL CUORE IN PENA  GIORNO DOPO GIORNO? FINO A QUANDO IL MIO NEMICO AVRA’ LA MEGLIO SU DI ME? ( SALMO 13:2) 
POSSIBILI CAUSE D’ ANSIA
QUANTO A QUELLO SEMINATO FRA LE SPINE, QUESTO E’ COLUI CHE ODE LA PAROLA,MA LE PREOCCUPAZIONI DI QUESTO SISTEMA DICOSE E IL FASCINO INGANNEVOLE DELLE RICCHEZZE SOFFOCANO LA PAROLA,E QUESTA DIVENTA INFRUTTUOSA. ( MATTEO 13:22) 
NON SAPPIAMO CHE ABBIAMO ORIGINE DA DIO, MA TUTTO IL MONDO E’ IN POTERE DEL MALVAGIO. ( 1 GIOVANNI 5:19)
‘’PERCIO VI DICO:SMETTETE DI ESSERE ANSIOSI PER LA VOSTRA  VITA, RIGUARDO A QUELLO CHE MANGERETE O CHE BERRETE,O PER IL VOSTRO CORPO,RIGUARDO A  QUELLO CHE INDOSSERETE.LA VITA NON VALE FORSE PIU’ DEL CIBO E IL CORPO PIU’ DEL VESTITO? ( MATTEO 6:25)
SI ADDESTRO’ NEL DESERTO PER UN GIORNO DI CAMMINO ,POI’ ANDO’’ A SEDERSI SOTTO UNA GINESTRA. E  CHIESE DI MORIRE,DCENDO: ‘’ORA BASTA! O GEOVA,TOGLIMI LA VITA, PERCHE’ NON SONO MIGLIORE DEI MIE ANTENATI’’. ( 1RE 19:4)
O GEOVA,SONO SCOSSO, E TI CHIEDO:’’FINO A QUANDO?’’ ( SALMO 6:3)
SEI MODI PER MANTENERE LA CALMA 
MENTRE GETTATE SU DI LUI TUTTE LE VOSTRE PREOCCUPAZIONI, PERCHE’ EGLI HA CURA DI VOI. ( 1 PIETRO 5:7)
NON SIATE IN ANSIA PER NESSUNA COSA, MA IN OGNI COSA LE VOSTRE RICHIESTE SIANO RESE NOTE A DIO CON PREGHIERE E SUPPLICHE ACCOMPAGNATE DA RINGRAZIAMENTI ; ELA PACE DI DIO CHE E’ AL DI LA’ DI OGNI  COMPRESSIONE CUSTODIA’ IL VOSTRO CUORE E LE VOSTRE FACOLTÀ’ MENTALI  MEDIANTE CRISTO GESU’. ( FILIPPESI 4:6,7) 
INVECE IL FRUTTO DELLO SPIRITO E’ AMORE.  GIOIA,PACE,PAZIENZA, BENIGNITÀ’, BONTA’, FEDE, ( GALATI 5:22) 
IO VI DICO:SE NIN BASTERÀ’ LALORO AMICIZIA A FARLO ALZARE,DI SICURO SARA’ PER L’INSISTENZA DELL’ AMICO CHE ALLA FINE SI ALZERA’ PER DARGLI  CIO’ CHE GLI OCCORE. PERCIO’ VI DICO: CONTINUATE A CHIEDERE E VI SARA’ DATO, CONTINUATE A CERCARE E TROVERETE, CONTINUATE A BUSSARE E VI SARA’ APERTO, PERCHE’ CHIUNQUE CHIEDE RICEVE,E CHI CERCA TROVA,E A CHI  BUSSA SARA’ APERTO.  (LUCA 11:8-10)
APPENA VIDERO GIO’SAFAT,I COMANDANTI DEI CARRI SI DISSERO:’’QUELLO  E’ IL RE D’ISRAELE’’. SI VOLTARONO DUNQUE PER COMBATTERE CONTRO DI LUI. GIO’SAFAT INVOCO’ AIUTO,E GEOVA LO AIUTO’; DIO SUBITO LI ALLONTANO’ DA LUI. ( 2 CRONACHE 18:31) 
ALLO STESSO MODO ANCHE LO SPIRITO VIENE IN AIUTO DELLA NOSTRA DEBOLEZZA; INFATTI A VOLTE  NON SAPPIAMO PER COSA DOBBIAMO PREGARE,MA LO SPIRITO STESSO INTERCEDE PER NOI CON GEMITI INESPRESSI. ( ROMANI 8:26)
‘’GUAI AI FIGLI OSTINATI’’, DICHIARA GEOVA, ‘’CHE METTONO IN ATTO PIANI CHE NON  SONO MIEI, CHE STRINGONO ALLEANZE NON DETTATE DAL MIO SPIRITO, COSI’ DA AGGIUNGERE PECCATO A PECCATO! SCENDONO IN EGITTO SENZA CONSULTARMI, PERMETTERSI SOTTO  LA PROTEZIONE DEL FARAONE E PER RIFUGIARSI  ALL’ OMBRA DELL’ EGITTO. ( ISAIA 30:1,2)
L’ AIUTO DELL’ EGITTO,INFATTI ME’ DEL TUTTO INUTILE. PER QUESTO L’HO CHIAMATO ‘’RA’AB, QUELLO CHE SE NE STA IMMOBILE’’. ( ISAIA 30:7)
QUESTO E’ DUNQUE CIO’ CHE DICE IL SANTO D’’ISRAELE: ‘’’VISTO CHE RESPINGETE  QUESTO MESSAGGIO E CONFIDATE NELLA FALSITÀ’ E NELL’ INGANNO E VI FATE AFFIDAMENTO , QUESTA COLPA SARA’ PER VOI COME UN MURO PIENO DI CREPE, CROLLERÀ’ ALL  IMPROVVISO,IN UN ISTANTE.  (ISAIA 30:12,13)
QUESTO E0′ INFATTI CIO’ CHE HA DETTO IL SOVRANO SIGNORE GEOVA,IL SANTO D’ISRAELE : ‘’SE TORNERETE DA ME E RESTERETE TRANQUILLI ,SARETE SALVATI. LA VOSTRA FORZA STARA’0 NEL  MANTENERE LA CALMA E AVERE FIDUCIA’’. MA VOINON AVETE  VOLUTO .( ISAIA 30:15)
‘’CONTINUATE DUNQUE A CERCARE PRIMA IL REGNO E LA GIUSTIZIA DI DIO,E TUTTE QUESTE ALTRE COSE VI SARANNO DATE IN AGGIUNTA.  (MATTEO 6:33)
CHI VUOLE PIU’ BENE A SUO PADRE O A SUA MADRE CHE A ME NON E’ DEGNO DI ME, E CHI VUOLE PIU’ BENE A SUO FIGLIO O A SUA FIGLIA CHE A ME NON E’ DEGNO DI ME. ( MATTEO 10:37) 
LA MOGLIE E’ LEGATA AL  MARITO FINCHE LUI VIVE. SE PERO’ IL MARITO SI ADDORMENTA NELLA MORTE E’ LIBERA’ DI SPOSARE CHI VUOLE,MA SOLO NEL SIGNORE. ( 1 CORINTI 7:39) 
ALLORA PIETRO E GLI ALTRI APOSTOLI RISPOSERO: ‘’DOBBIAMO UBBIDIRE A DIO QUALE GOVERNANTE ANZICHÉ’ AGLI UOMINI. ( ATTI 5:29) 
ALLORA GLI DIEDERO RETTA. RICHIAMARONO GLI APOSTOLI ,LI FUSTIGARONO E ORDINARONO LORO DI SMETTERE DI PARLARE NEL NOME  DI GESU’;POI’ LI LASCIARONO ANDARE . COSI’ LORO SE NE ANDARONO DAL SINEDRIO ,RALLEGRANDOSI PERCHE’ ERANO STATI RITENUTI DEGNI DI ESSERE DISONORATI PER IL SUO NOME. E OGNI GIORNO,NEL TEMPIO E DI CASA IN CASA, CONTINUAVANO INSTANCABILMENTE A  INSEGNARE E A DICHIARARE LA BUONA NOTIZIA INTORNO AL CRISTO,GESU’. ( ATTI 5:40-42)
E AIZZARONO IL POPOLO ,GLI ANZIANI E GLI SCRIBI; QUINDI GLI PIOMBARONO ADDOSSO,LO PRESERO CON LA FORZA E LO  PORTARONO DAVANTI AL SINEDRIO . PRESENTARONO FALSI TESTIMONI ,CHE DISSERO:’’QUEST’ UOMO NON SMETTE DI DIRE COSE CONTRO  QUESTO LUOGO  E CONTRO LA LEGGE. PER ESEMPIO,LO ABBIAMO SENTITO DIRE CHE QUESTO GESU’  IL NAZARENO ABBATTERÀ’ QUESTO LUOGO E CAMBIERÀ′ LE USANZE CHE MOSE’ CI HA TRAMANDATO’’. MENTRE TUTTI QUELLI SEDUTI NEL SINEDRIO LO FISSAVANO,VIDERO CJHE LA SUA FACCIA ERA COME  QUELLA DI UN ANGELO. ( ATTI 6:12-15) 
E ANCHE SE DOVESTE  SOFFRIRE AMORE DELLA GIUSTIZIA,FELICI VOI! COMUNQUE,NON TEMETE QUELLO CHE LORO TEMONO E NON AGITATEVI  ( 1PIETRO 3:14)
SE VENITE INSULTATI PER IL NOME DI CRISTO, FELICI VOI,  PERCHE’ LO SPIRITO DELLA GLORIA,LO SPIRITO DI DIO, RIPOSA SU DI VOI. ( 1PIETRO 4:14)
INOLTRE ,MEDIANTE LE MANI DEGLI APOSTOLI AVVENIVANO MOLTI SEGNI E PRODIGI FRA IL POPOLO; E SI RITROVAVANO TUTTI INSIEME SOTTO IL PORTICO  DI  SALOMONE. NESSUNO DEGLI ALTRI AVEVA IL CORAGGIO DI UNIRSI A LORO; TUTTAVIA IL POPOLO NE PARLAVA MOLTO BENE.E  CONTINUAVANO AD AGGIUNGERSI CREDENTI NEL SIGNORE,UN GRAN NUMERO DI UO0PMINI E DONNE. LA GENTE PORTAVA I MALATI NELLE STRADE PRINCIPALI E  LI  METTEVA SOPRA LETTINI E STUOIE COSI CHE, MENTRE PIETRO PASSAVA, ALCUNI DI LORO POTESSERO ESSERE TOCCATI ALMENO DALLA SUA OMBRA.  ANCHE DALLE CITTA’  INTORNO A GERUSALEMME ACCORREVANO FOLLE CHE PORTAVANO MALATI E PERSONE TORMENTATE DA SPIRITI IMPURI, E TUTTI VENIVANO GUARITI. ( ATTI 5:12-16)
ORA STEFANO ,PIENO DI FAVORE DIVINO E POTENZA,COMPIVA GRANDI PRODIGI E SEGNI IN  MEZZO AL POPOLO. ( ATTI 6:8)
E ANCHE SE DOVESTE SOFFRIRE PER AMORE DELLA GIUSTIZIA,FELICI VOI!  COMUNQUE,NON  TEMETE QUELO CHE LORO TEMONO  E NON AGITATEVI. ( 1PIETRO 3:14)
SE  VENITE INSULTATI PER IL NOME DI CRISTO, FELICI VOI,  PERCHE0′ LO SPIRITO DELLA GLORIA ,LO SPIRITO DI DIO, RIPOSA DSU DI VOI. ( 1PIETRO 4:14)
‘’MA PRIMA CHGE ACCADANO TUTTE QUESTE COSE, METTERANNO LE MANI SU DI VOI E VI PERSEGUITERANNO , CONSEGNANDOVI ALLE SINAGOGHE E GETTANDOVI IN PRIGIONE. SARETE PORTATI DAVANTI A RE E GOVERNATORI A CAUSA DEL MIO NOME. QUESTO VI DARA0′ MODO DI RENDERE TESTIMONIANZA DECIDETE QUINDI NEL VOS TRO CUORE DINON PREPARARE IN ANTICIPO QUELLO  CHE DIRETE IN VOSTRA DIFESA, PERCHE’ IO VI DARO’ PAROLE E SAPIENZA CHE  TUTTI I VOSTRI OPPOSITORI INSIEME NON POTRANNO NE’ CONTRASTARE NE’ CONTRADDIRE. INOLTRE SARETE CONSEGNATI PERFINO DA GENITORI , FRATELLI, PARENTI E AMICI; ALCUNI DI VOI VERRANNO MESSI A MORTE, E SARETE ODIATI DA TUTTI A CAUSA DEL MIO  NOME. EPPURE NEMMENO UN CAPELLO DELLA VOSTRA TESTA ANDRA’ PERDUTO. CON LA VOSTRA PERSEVERANZA SALVERETE LA VOSTRA VITA. ( LUCA 21:12-19) 
IN SEGUITO ZERA L’ETIOPE MOSSE CONTRO DI LORO CON UN ESERCIZIO DI 1.000.000 DI UOMINI E 300 CARRI. QUANDO ZERA RAGGIUNSE MARE’SA,ASA USCI’ CONTRO DI LUI ,E SI SCHIERARONO IN  FORMAZIONE DI BATTAGLIA NELLA  VALLE DI ZEFA’TA A MARE’SA. ASA INVOCO’ QUINDI GEOVA SUO DIO DICENDO:’’O GEOVA,A TE NON IMPORTA SE QUELLI CHE AIUTI SONO FORTI O DEBOLI. AIUTACI ,O GEOVA NOSTRO DIO,  PERCHÉ’ FACCIAMO AFFIDAMENTO SU DI TE E NEL TUO NOME SIAMO VENUTI CONTRO QUESTA FOLLA. O GEOVA,TU SEI IL NOSTRO DIO. NON PERMETTERE CHE UN UOMO MORTALE PREVALGA SU DI TE’’. ALLORA GEOVA SCONFISSE GLI ETIOPI DAVANTI  AD ESA E DAVANTI A GIUDA,E GLI ETIOPI SI DIEDERO ALLA FUGA. ( 2 CRONACHE 14:9-12)
NEL 36 ANNO DEL REGNO DI ASA, BAA’SA RE D’ISRAELE SALI’ CONTRO GIUUDA E SI MISE A FORTIFICARE RAMA, PER NON PERMETTERE A NESSUNO DI USCIRE DAL TERRITORIO DI ASA, RE DI GIUDA,O DI  ENTRARVI. PER QUESTO ASA PRESE ARGENTO E ORO DAI TESORI DELLA CASA DI GEOVA E DELA CADSA DEL RE E LI MANDO’ A BEN- ADA’D RE DI SIRIA, CHE VIVEVA  A DAMASCO, DICENDOGLI: ‘’C’E’ UN ACCORDO FRA ME E TE, E FRA MIO PADRE E TUO PADRE.ECCO,TI MANDO ARGENTO  E  ORO.VA’. INFRANGI IL TUO ACCORDO  CON BAA’SA RE D’ ISRAELE,COSI’ CHE SI RITIRI DA ME’’. ( 2 CRONACHE 16:1-3)
NEL 39 ANNO DEL SUO REGNO,ASA SI AMMALO ‘ AI èIEDI8 E LE SUE CONDIZIONI PEGGIORARONO MOLTO.  TUTTAVIA,PERFINO DURANTE LòA SUA MALATTIA NON SI RIVOLSE A GEOVA MA AI GUARITORI. ( 2 CRONACHE 16:12)
A QUEL TEMPO HANA’NI IL VEGGENTE ANDO’ DA ASA,RE DI GIUDA,E GLI DISSE4:’’DAL  MOMENTO CHE HAI FATTO AFFIDAMENTO SUL RE DI SIRIA E NON SU GEOVA TUO DIO, L’ ESERCITO DEL RE DI SIRIA E’ SCAMPATO ALLE TUE MANI. ( 2 CRONACHE 16:7)
GEOVA E0′ LA MIA LUCE E LA MIA SALVEZZA. DI CHI AVRO’ TIMORE? GEOVA E’ LSA FORTEZZA DELLA MIA VITA.  DI  CHI AVRO’  TERRORE? QUANDO UOMINI MALVAGI MI ATTACCANO PER DIVORARE LA MIA CARNE, FURONO LORO, MIEI AVVERSARI E NEMICI,A INCIAMPARE  E CADERE ANCHE SE CONTRO DIME SI   ACCAMPASSE UN  ESERCITO, IL MIO CUORE NON TEMERA’.  ANCHE SE CONTRO   SI ACCAMPASSE  UN ESERCITO IL MIO CUORE NON TEMERA’ ANCHE SE  CONTRO DI ME SCOPPIASSE UNA GUERRA RIMARRÒ’ COMUNQUE FIDUCIOSO. ( SALMO 27:1-3)
QUESTO LIBRO DELLA  LEGGE  NON SI DEVE  ALLONTANARE DALLA TUA BOCCA,E LO DEVI LEG LEGGERE SOTTOVOCE GIORNO E NOTTE ,PER OSSERVARE SCRUPOLOSAMENTE TUTTO CIO’ CHE C’E’ SCRITTO; ALORA  RIUSCIRAI NELLA VITA E AGIRAI  CON SAGGEZZA. NON TI HO COMANDATO DI ESSERE CORAGGIOSO EFORTE? NON FARTI PRENDERE DAL TERRORE E NON AVER PAURA,PERCHE’ GEOVA TUO DIO E’ CON TE OVUNQUE TU VADA ( GIOSUE’ 1:8,9)
NON TEMERAI ALCUN TERRORE IMPROVVISO, NE’ LA BUFERA CHE STA PER ARRIVARE SUI MALVAGI. GEOVA STESSO SI  MOSTRERÀ LA TUA FONTE DI SICUREZZA; IMPEDIRÀ’ AL TUO PIEDE DI CEDERE IN TRAPPOLA. (PROVERBI 3:25,26)
E INTERESSIAMOCI GLI UNI DEGLI ALTRI PER A SPRONARCI ALL’ AMORE E ALLE OPERE ECCELLENTI, NON TRASCURANDO DI PUNIRCI INSIEME,COME INVECE ALCUNI FANNO ABITUALMENTE,MA INCORAGGIANDOCI A VICENDA, TANTO PIU’ CHE VEDETE AVVICINARVI IL GIORNO. ( EBREI 10:24,25)
L’ ANSIA OPPRIME IL CUORE DELL’ UOMO MA UNA PAROLA BUONSA LO FA RALLEGRARE. ( PROVERBI 12:25)
QUESTA SPERANZA E’ PER NOI UN’0 ANCORA PER ,L’ ANIMA,  SICURA E SOLIDA ,E PENETRA  AL DSI LA’  DELLA CORTINA, ( EBREI 6:19) 
ECCO, IO CREO’ NUOVI CIELI  E UNA NUOVA TERRA, LE COSE PASSATE NON TORNERANNO IN MENTE NE0′ SALIRANNO IN CUORE. ( ISAIA 65:17)
SIEDERANNO OGNUNO SOTTO LA SUA VITE E SOTTO IL SUO FICO, E  NESSUNO LI SPAVENTERÀ’,  PERCHÉ’ LA BOCCA DI GEOVA DEGLI ESERCITI HA  PARLATO. ( MICHEA 4:4)
DESIDERIAMO COMUNQUE CHE  CIASCUNO DI VOI DIMOSTRI LOSTESSO IMPEGNO COSI’ DA AVERE LA PIENA CERTEZZA NDELLA SPERANZA SINO ALLA FINE, ( EBREI 6:11)
QUESTO E’ INFATTI CIO’ CHE HA DETTO IL SOVRANO SIGNORE GEOVA,IL SANTO D’ISRAELE: ‘’SE TORNERETE DA ME E RESTERETE TRANQUILLI , SARETE SALVATI. LA VOSTRA FORZA STARA’ NEL MANTENERE LA  CALMA E AVERE FIDUCIA’’. MA VOI NON AVETE VOLUTO. ( ISAIA 30:15)
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majbucky · 5 years
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tagged by @dybain thank you 💕💕
RULES: Put your entire music library into shuffle and show us the first ten songs that come on. Then tag ten of your fellas to do the same. Let’s go now!
religion - lana del rey
brev ifrån en storstad - hov1
brothers in arms - dire straits
i giardini di marzo - lucio battisti
going to california - led zeppelin
il tuo nome (comunque vada con te) - ultimo
late for the sky - jackson browne
paranoid - black sabbath
gioventù bruciata - mahmood
lev nu dö sen - miss li
i tag: @make-upgeek, @football-obsession, @capitanogiorgio, @la-signora-omicidi, @losers-fc, @dybalino
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damnbabysmile · 5 years
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Tra le volte in cui sbagliavo
ed io sbagliavo, lo so
che è sbagliando che ti ho persa
e so che risbaglierò.
Mi hai sempre detto
"non puoi avere mica tutto", però
mi hanno dato il mondo in mano
e tu puoi crederci o no
ma io c'ho scritto il tuo nome.
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Dolcetto o Scherzetto aka la notte del citofono maledetto
Inzomma, ormai mi odierete tutty ma ecco qua, così, un po’ di sano quel-che-mi-è-quasi-successo-ieri e di metamoro. Au con ambientazione bolognese perché sì.
Enjoy
Come ogni anno, i giorni si ripetono, quasi tutti uguali. Lezioni, esami, Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi, ultimo dell’anno organizzato per l’appunto all'ultimo minuto, mare in estate, freddo bolognese in inverno e siamo tutti contenti insomma.
Questo significa che, una volta all’anno, si ripete però anche una delle notti che Ermal Meta più odia al mondo : la notte del 31 Ottobre.
Ah, Halloween.
La notte in cui le strade si riempiono di gente in costume troppo grande per fare stronzate del genere, mentre gli universitari si stipano in discoteche e bar e case a bere.
La notte dove orde di bambini con costumi ridicoli si muove in branco sorvegliata da pattuglie di genitori per suonare campanelli al grido di “dolcetto o scherzetto?” e dove, passeggiando per strada e incontrando i gruppi di adolescenti che si collocano a metà tra le due categorie di adulti e bambini e che quindi non hanno esattamente un passatempo predefinito, sorge spontanea la domanda:
“Ma questi dannati petardi non se li possono infilare nel-eh scusa ti ascolto!”
Ed eccolo lì: telefono appoggiato all’orecchio e sguardo torvo rivolto a un gruppo di suddetti adolescenti, Ermal si aggira per le strade umide della stramaledetta Bologna, cercando il loco designato per la festa.
Festa a cui non voleva andare ma a cui è obbligato a partecipare a causa della perdita di una scommessa con il suo coinquilino.
In costume, peraltro.
In costume, a una festa a cui non voleva andare, organizzata da un tipo che non conosce, per di più.
Buon Halloween, Ermal.
E la cosa migliore di tutte è che si è anche perso perché, in tutto questo, ha finito pure i giga a furia di usare il telefono causa modem rotto che nessuno si è ancora preso la briga di venire a sostituire nonostante le assillanti chiamate e mail.
Come se in quanto universitario a lui non servisse internet eh.
Perciò è da venti minuti al telefono con Marco che, da tutt’altra parte, sta cercando di guidarlo nella direzione giusta.
Ad Ermal stanno venendo i nervi
E parecchio anche.
Il fatto è che, come al solito, gli altri sono andati a sistemarsi per la festa tutti insieme e, come al solito, hanno finito ad essere in ritardo clamoroso.
L’unico più o meno in orario è lui che dopo aver passato un pomeriggio a studiare è tornato a casa, si è fatto la doccia e si è infilato il costume, costituito dal massimo che è stato disposto a mettersi: camicia bianca-ridicola a suo parere, con le maniche a sbuffo e i cordini, ma almeno è una camicia- pantaloni neri, scarpe scure e un mantello nero. La dentiera si è rifiutata di metterla.
“E per il pallore e le occhiaie sei già apposto di tuo!” aveva detto Francesco soddisfatto, guadagnandosi un’occhiataccia che avrebbe potuto ucciderlo e tumularlo seduta stante.
“Senti Dracula, svolta a destra e prova a vedere se c’è la via” si sente dire al telefono ed è sbuffando e rabbrividendo che svolta, sospirando di sollievo quando finalmente il cartello rispecchia la sua destinazione
“Sì, ci sono” afferma, iniziando a camminare “ora ce la faccio. Ci  vediamo dopo. E muovetevi” dice, prima di chiudere la chiamata e proseguire a passo di marcia verso il numero 104
Quando ci arriva, si accorge con orrore di non sapere a che campanello suonare.
O meglio, dovrebbe saperlo, ma non se lo ricorda perché non stava prestando attenzione.
Ma, a dire il vero, i campanelli provvisori sono solo due e dato che gli pare di aver capito che gli altri sono tutti fuorisede come loro, è probabile che sia uno di quelli, no?
Li osserva, cercando di decidere cosa fare, fino a che non legge un nome che gli pare di ricordare e suona
Mal che vada, sbaglia
Niente
Nessuno risponde
Irritato, suona di nuovo ed ecco che mezzo minuto dopo una voce risponde “Siiii?” in maniera scazzata mentre una musica in sottofondo quasi copre le sue parole
Ok, musica uguale festa quindi forse ha azzeccato
“Emmmm...” balbetta piano “Sono Ermal?” dice titubante “Sono un amico di Francesco lui-sono qui per la festa” spiega infine
“Si.... cesco..... esta!” risponde la voce, in quello che pensa sia un assenso alle sue parole “certo...ali pure....to piano!”
“Aspetta non ho-” cerca di dire, ma prima che possa dire che non ha capito a che cazzo di piano deve andare il citofono si chiude e il portone scatta, lasciandolo al suo destino.
Sbuffa, infreddolito, spingendolo ed entrando
Di citofonare di nuovo non ne ha voglia e poi, in teoria, non sarà difficile trovare la festa, no?
To piano. Quindi... quarto, quinto o sesto, immagina. Beh, basterà provarli tutti e tre.
Così sale in ascensore e preme il pulsante per il quarto, lanciandosi un’occhiata allo specchio e sbuffando al suo riflesso che trova piuttosto ridicolo così, mentre sembra venuto fuori da un romanzo del milleduecento. Che palle.
Al quarto piano, trova il nulla.
Fortunatamente, quando le porte dell’ascensore si aprono al quinto, sente una musica provenire da li e, sbirciando, trova una porta aperta da cui proviene suddetta musica.
Bene, ecco qua.
Esce sul pianerottolo, titubante, avvicinandosi piano alla porta, non sapendo cosa fare, se entrare o bussare o cosa, ma per fortuna ecco che dopo pochi secondi di stallo in cui si sente un coglione, qualcuno compare sulla soglia
Tale qualcuno è un ragazzo, un poco più grande di lui, le braccia nude ricoperte di tatuaggi e un buffo cappello in testa, che lo guarda, inclinando appena il capo.
Si fissano, in silenzio, prima che lui si illumini con un sorriso enorme “Sei qui per la festa tu, sì?”
Ed Ermal sospira e annuisce, sentendosi appena in imbarazzo
“Si... sono... cioè... un mio amico...io... sono Ermal” si risolve a dire, dandosi dell’idiota perché ha balbettato, tendendo la mano al ragazzo che gli sorride ancora di più mentre gliela stringe e si fa da parte per farlo passare “Fabbbbrizio, entra entra” gli fa cenno, mentre dietro di lui, dalle scale, sbucano altre persone, che sorridono e salutano entrando subito nella casa al suo seguito, Fabrizio che a sua volta ricambia strette di mani e nuovi convenevoli
Ermal si guarda attorno, appena imbarazzato, prendendo il telefono per controllare se gli altri sono in cammino, ma trova solo un messaggio di Marco che lo avvisa che sono super in ritardo. Ecco qua.
“Vieni accomodati” gli dice Fabrizio e lui, appena in imbarazzo, lo segue: guardandosi attorno si rende conto che alla festa sono quasi tutti più grandi di lui, ma non è un problema questo. Solo... non conosce nessuno
La musica suona mentre Fabrizio lo conduce in una stanza, dove sono ammucchiati zaini e cappotti vari
“Lascia pure la giacca qua” gli dice, sorridendo “il padrone di casa si sta a fa’ la doccia, però poi arriva” gli spiega poi mentre Ermal annuisce, posando la giacca
Non ha cuore di dirgli che lui, il padrone di casa, manco lo conosce
Quando ha finito segue Fabrizio in un’altra stanza, dove c’è molta più gente e un tavolo ricolmo di cibo e bevande.
“Serviti pure” raccomanda Fabrizio prima di sparire, rincorrendo un amico che lo richiama con un gesto, senza lasciare la possibilità di chiedere qualcosa
Ed eccolo la, fermo come un coglione in una stanza piena di gente sconosciuta.
Beh, tanto vale aspettare gli altri seduto su una sedia.
Ne adocchia una libera in fondo alla stanza, e ci si dirige.
Qualcuno gli fa un cenno di saluto mentre passa, qualcuno lo ignora.
Comunque, va a schiantarsi sulla sedia e guarda ancora il cellulare, senza trovarvi nulla se non la batteria quasi scarica.
Sospira, preparandosi a una lunga, lunghissima attesa
E infatti, mezz’ora dopo è ancora la, seduto sulla sedia, senza nessuno che gli parli, senza nessuno che conosce
Guarda nervosamente il telefono, con il “Prima o poi arriviamo” di Marco che risale a un quarto d’ora prima e sospira, massaggiandosi piano la base del naso
“Nun te stai a divertì molto eh?”
Alza gli occhi a quella frase, ritrovandosi davanti il ragazzo di prima, Fabrizio, che lo osserva con una birra in mano, che gli tende
“No” ammette piano “Non molto” dice sconsolato, guardandolo sedersi accanto a lui mentre recupera la birra con un “grazie” leggero
“’O vedo” risponde l’altro “non ti sei mosso da qua da quando sei arrivato... com’è che non conosci nessuno?” gli domanda cosa a cui Ermal risponde con uno sbuffo
“I miei amici devono ancora arrivare” spiega, alzando gli occhi al cielo “Sono sempre in ritardo” spiega poi, irritato, mentre la risata di Fabrizio si fa appena sentire, leggera, a quelle parole
“Un classico” dice, prima di voltarsi, per guardarlo meglio “Che dovresti essere tu?” domanda poi, indicando il suo costume
“Dracula, in teoria” replica Ermal, grattandosi appena il collo, che prude per colpa di quella camicia mentre Fabrizio lo guarda annuendo
“Il vampiro. Giusto?” chiede ed Ermal annuisce anche se è un po’ perplesso che ci sia stato bisogno di precisarlo
“E tu?” chiede poi, confuso dal suo abbigliamento: ha addosso un paio di jeans scuri e una maglia con le maniche tagliate, in vita una camicia a scacchi neri e rossi, e quello stupido cappello ancora in testa a nascondere dei ciuffi scuri. Anche sforzandosi, non riesce a capire cosa sia
A parte un gran fregno
“Io so me stesso” ride l’altro, bevendo un sorso di birra “Nun me piace molto Halloween” spiega poi mentre Ermal annuisce entusiasta
“Nemmeno a me” conferma “Mi sono dovuto vestire perché ho perso una scommessa ma sto odiando ogni minuto, credimi” dice, prima di prendere un sorso di birra a sua volta, socchiudendo gli occhi
Almeno ha da bere, ora
Voleva aspettare almeno gli altri ma... a questo punto, tanto vale. Meglio l’alcol che la solitudine.
Mentre beve, si sente lo sguardo di Fabrizio addosso per cui si rivolta per osservarlo meglio, sorridendo
“Che c’è?” chiede, allungando appena una gamba davanti a se con noncuranza, stiracchiandosi
Lo osserva, mordendosi piano il labbro, cercando di valutare le proprie opzioni
Ok forse è decisamente troppo sobrio per iniziare a flirtare pesantemente ma Fabrizio è un bel ragazzo e quantomeno gli sta parlando quindi può tastare un po’ il terreno, no?
Beh, sì.
Mal che vada... chissenefrega
E poi o è parlare con lui o è morire di noia quindi tanto vale tentarla
Anche perché, pensa, Fabrizio non gli avrà offerto una birra per pura e semplice gentilezza giusto?
“Niente” replica l’altro, scrollando le spalle e leccandosi piano le labbra “Allora...tu non sei di qui vero?” gli chiede
E così, Ermal si volta del tutto e inizia a parlare con lui, avendo cura, ogni tanto, di rivolgergli qualche piccolo gesto: leccarsi le labbra, scostarsi piano i ricci, inclinare appena il capo, sorridere.
E Fabrizio, c’è da dirlo, gli da corda.
Parla con lui, sporgendosi appena per ascoltarlo meglio, sorridendogli, il viso che pur nella penombra della stanza si rivela bello, con quella barba appena accennata e le lentiggini
Parlano di tutto: da dove vengono, cosa fanno, cosa gli piace. Di musica, di cinema, di studi e lavori.
Tanto che Ermal, a dire il vero, si dimentica anche che devono arrivare i suoi amici
Il tempo scorre e la birra scende mentre le aspettative di una serata piacevole si alzano sempre di più ed è solo quando si alza per andare in bagno che si accorge che è passata più di un’ora da quando ha guardato il telefono
Perplesso, si guarda attorno.
Nessuno: di Marco o Francesco o qualcuno degli altri non c’è assolutamente traccia.
Corruga la fronte in una ruga di preoccupazione, dirigendosi verso il bagno e tirando fuori il telefono che trova spento.
Sbuffa, irritato: non si dovrebbe preoccupare troppo, eh, ma l’essere ancora solo e la batteria scarica gli hanno rovinato un po’ l’umore che la birra e Fabrizio gli avevano tirato su.
E’ brillo, si, ma non abbastanza da non capire che c’è qualcosa che non va in quasi due ore di ritardo
Perciò, quando torna indietro, si avvicina a Fabrizio e chiede “senti non è che hai una presa?” sventolando il telefono scarico
“Si, vieni” annuisce l’altro, alzandosi, accompagnandolo nella stanza di prima e facendogli un cenno verso il muro
“Grazie” sospira Ermal, attaccando il telefono, chinandosi per farlo “I miei amici non sono ancora arrivati e io-” inizia a dire, interrompendosi però quando si volta
Fabrizio è appoggiato allo stipite della porta ora chiusa, e lo guarda, il viso appena arrossato per l’alcol e un sorriso sottile sulle labbra
Inclina appena il capo Ermal, arrossendo appena di fronte a quello sguardo che non sembra solo vederlo, ma studiarlo e quasi... spogliarlo.
Non che se ne stupisca troppo: è dall’inizio della loro conversazione che stanno giocando a quel gioco e evidentemente ha fatto centro perché se ora sono lì e si osservano in quel modo vuol dire che sono ambedue sulla stessa lunghezza d’onda.
Deglutisce, le dita ancora premute ad accendere il telefono, ma lo sguardo rivolto solo a lui, che lo osserva, indeciso su cosa fare apparentemente
Perciò, si morde piano il labbro, guardandolo intensamente come a dire, vieni avanti dai
Non che non sia più preoccupato ma l’alcol e il modo di Fabrizio di guardarlo gli fanno mettere da parte momentaneamente l’urgenza
Per un paio di minuti... non succede nulla, giusto?
Fabrizio si tira su, iniziando a camminare e posando la birra che ha ancora in mano su una scrivania, mettendosi poi le mani in tasca
“Toglimi una curiosità” dice Fabrizio, avvicinandosi a lui lentamente “Com’è che funzionava con i vampiri? Ti devono mordere per trasformati, giusto?” chiede, cosa che spinge Ermal ad annuire, un ghigno che gli si dipinge piano in faccia a quella domanda
“Perché” chiede piano, leccandosi le labbra quasi senza accorgersene “Hai paura che ti morda?” scherza, guardando Fabrizio farsi sempre più vicino, arretrando più per istinto che per altro
“Mh” risponde solo l’altro, arrivando a mezzo passo da lui, i loro respiri che si mischiano nell’aria immobile e fresca della stanza “Ma che succede se invece un vampiro ti bacia?” chiede, cosa che fa aumentare il ghigno sul viso di Ermal, che si inclina appena mentre si sporge delicatamente verso di lui
“Non saprei” dice, ponderando la cosa come se fosse una domanda seria prima di dire “vuoi scoprirlo?”
Fabrizio ride piano a quella cosa, annuendo appena “scopriamolo” dice, ma non fa in tempo a finire di dirlo perché Ermal decide di sporgersi verso di lui
Con tutta la razionalità del mondo eh, non perché Fabrizio è un fregno paura no no
I loro nasi si sfiorano, piano, e poi le loro bocche si incontrano, in maniera dolce, leggera, delicata
Un bacio che sembra quasi fin troppo giusto, naturale, cosa che porta Ermal a sospirare sulla sua bocca, un sorriso che gli si allarga sulle labbra che fa per schiudere per approfondire quel bacio che già non è più abbastanza...
...se non fosse che il telefono che ha in mano inizia a suonare, facendolo sobbalzare dalle spavento ed è a tanto così *gesto delle dita che si toccano* dal lasciarlo cadere di prepotenza
Guarda lo schermo, notando il nome di Marco - ovvio che era lui dato che la suoneria è quella di una sirena di emergenza - e subito guarda Fabrizio con aria di scuse
“Un secondo” gli chiede, facendo cenno di alzare il dito mentre l’altro annuisce
“Sì?” risponde, sussultando di nuovo quando la voce di Marco gli urla nell’orecchio “ERMAL BRUTTA TESTA DI CAZZO MI HAI FATTO PRENDERE UN COLPO”
Sbatte le palpebre, perplesso da quel commento “Scusa, mi si era spento il telefono... ma tanto non siete ancora arrivati, no? Siete voi che avete fatto prendere un colpo a me” ribatte
“Non ancora arrivati? Ma se è mezz’ora che siamo qui e ti cerchiamo! Pensavamo fossi svenuto da qualche parte” ringhia l’altro, cosa che fa inarcare le sopracciglia ad Ermal dallo sdegno e dallo stupore
“Mezz’ora? Ma non dire cazzate! Ho fatto un giro nelle stanze due minuti fa e nessuno di voi c’era!” replica stizzito dall’essere anche preso in giro oltre che interrotto nel corso di un bacio
“Ma che stai dicendo!” sbotta Marco “Ma si può sapere dove cazzo sei?!”
“ALLA FESTA!” sbotta a sua volta, scoccando uno sguardo a Fabrizio che si è messo una mano sulla bocca come a nascondere una risata alla sua esasperazione “In questo stracazzo di vicolo, al numero 104, alla stracazzo di festa di Halloween allo stramaledettissimo quinto piano!” ulula contro al telefono
Sclero a cui segue un minuto di silenzio, pieno, denso, che nemmeno lui osa rompere sentendo che qualcosa di imprevedibile e terribilmente divertente nel suo orrore deve essere accaduta
“Al sesto” dice solo Marco, piano, tanto piano che quasi non lo sente “La festa è al sesto piano”
“Sesto? Ma allora io a che cazzo di festa-” dice prima di interrompersi
Rimane immobile, congelato quasi sul posto, Fabrizio che lo guarda come in cerca di una spiegazione ed è così che mormora “Scusa un secondo” a Marco prima di tirare giù il telefono dall’orecchio per guardarlo “Questo è il quinto piano, vero?” chiede, guardandolo poi annuire “Ok. E la festa è di...?”
“...Roberto?” chiede piano Fabrizio, confuso dal fatto che il ragazzo davanti a lui abbia prima peso poi perso colore e che ora stia tornando di una sfumatura tendente al viola mentre un attacco improvviso di risa lo scuote
“Ho sbagliato piano” ride, nella cornetta, non riuscendo a trattenersi per quanto assurdo sembri “Macco ho sbagliato piano. Sono alla festa sotto di... Roberto, apparentemente” dice, scuotendo la testa, imbarazzato ma anche troppo incredulo per trattenersi
E anche Fabrizio, accanto a lui, ride
Ride forte, lasciandosi andare su una sedia, cosa che lo fa ridere ancora di più a sua volta
“SEI UN COGLIONE MA COME CAZZO PUOI SBAGLIARE PIANO” sbraita Marco dall’altro lato, anche se Ermal può sentire che, in fondo, sta ridendo anche lui “Ci hai fatto morire di paura” spiega prima di dire  “Ci raggiungi? Aspetta, ma sei con qualcuno?”
“Succede, se il citofono fa schifo e non si sente nulla” replica prima di guardare Fabrizio alla domanda “Si” dice, scuotendo poi la testa “No. Cioè... si, c’è. E sai cosa? Credo proprio che rimarrò qui” replica, spegnendo pian piano la risata per guardare Fabrizio con malizia “Ci vediamo a casa Macco” dice, chiudendo poi il telefono che abbandona a terra, avvicinandosi di nuovo a Fabrizio che, rosso in viso, è ancora scosso da brevi sprazzi di risata
“E così” gli dice, guardandolo mentre si avvicina “Hai sbagliato piano”
“Già” replica, sorridendo mentre si sistema piano su di lui, inclinando appena il capo “Solo mi chiedo... com’è che c’era la porta aperta?”
Fabrizio scuote la testa a quella domanda, posandogli piano una mano sul fianco e l’altra sulla schiena, andando poi ad affondarla tra i ricci “I ragazzi che sono sbucati dopo di te. Loro hanno suonato. Probabilmente mentre tu salivi loro so arrivati ed è successo” cerca di spiegare, mentre Ermal annuisce
Probabile, sì
“Beh” dice, leccandosi piano le labbra “in fondo, meglio così” sussurra, avvicinandosi piano a lui, un brivido leggero che lo percorre quando sente il suo respiro caldo sul viso “Dove eravamo?” domanda, poi, avvicinandosi appena a lui
“Al cosa succede se baci un vampiro” replica Fabrizio, sorridendogli, guardandolo, per nulla contrario alla svolta degli eventi
“Mh giusto” replica Ermal, sfregando appena il naso contro al suo “Però sappi che questo vampiro potrebbe anche decidere di morderti, prima o poi” lo prende appena in giro, sorridendo quando lo sente ridere appena, una risata bassa e roca che lascia sul suo collo che lui inclina appena indietro per lasciargli spazio
“E se volessi morderti io?” chiede poi, posando piano le labbra sulla sua pelle pallida e accaldata “Cosa succede, mh? Che succede se mordi un vampiro?” domanda
Ermal sospira, rabbrividendo appena mentre socchiude gli occhi, le labbra schiuse in un sorriso e lo sguardo che, rivolto al soffitto, pensa a cosa si sarebbe perso se avesse imbroccato il piano giusto
“Non saprei. Scopriamolo”
Ed ecco va beh è una cazzata ma insomma si abbiamo pensato per un buon periodo di tempo di aver sbagliato piano solo che io e i miei amici eravamo infine alla festa giusta xD
Spero ve lo siate goduto!
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non-mi-va · 5 years
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Non troppo tempo fa mi sei apparso tra i suggerimenti delle amicizie di facebook. Di solito bypasso tutti, perché intanto ormai so che chi non è presente tra le mie amicizie è perché, evidentemente, non deve esserci.
Tu, ad esempio, hai motivi validissimi per non essere tra le mie attuali amicizie. Insomma, a conti fatti non ci sentiamo da tantissimi anni e, l’ultima volta che ti ho “sentito”, non hai fatto altro che offendermi come se nulla fosse. Ed io non ho ancora capito il perché di tutta quella cattiveria gratuita che mi hai riservato. Ma va beh, ormai non ha senso parlare del passato e, a dirla tutta, non ho alcuna intenzione di scrivere un concorso di colpe.
Fatto sta che non ho resistito e, alla fine, ti ho mandato la richiesta di amicizia. Così, come se non ti conoscessi nemmeno. Come se non ci fossimo mai abbracciati, mai sfiorati le mani. Come se tu non mi avessi mai trapassato il cuore. E tu me l’hai accettata. Lo hai fatto qualche giorno dopo ed io sono rimasta piacevolmente stupita. Sono rimasta piacevolmente stupita perché, in realtà, ero convinta che non usassi più Facebook. Negli anni mi è capitato di “spiarti” un po’ e continuavo a vedere la tua home ferma. Mai un tuo messaggio, una tua foto, un tuo pensiero. Niente di niente. Tant’è che spesso mi sono chiesta che fine avessi fatto ed ho pregato il cielo non ti fosse successo niente.
Stasera sono sola a letto. Il mio compagno, nonché il padre del bimbo che porto in grembo da quattro mesi, è rimasto seduto in sala. Prima abbiamo avuto una discussione e, come al solito, anziché affrontarmi ha deciso di ignorarmi. Mentre cercavo di distrarmi sono finita a sbirciare il tuo profilo Facebook ed ho guardato ciò che pubblicavi anni fa, quando ancora ci parlavamo.
Ad un certo punto mi sono trovata davanti ad un commento di mia mamma. Ogni tanto le piaceva rispondere ai tuoi post, lo faceva soprattutto quando capiva che ti stavi lasciando andare più del dovuto. Subito dopo le sue parole, c’erano le tue.
“La stimo molto”.
E lei, come se ti conoscesse davvero, ti rispose che la stima era reciproca.
Chissà se ti sei mai chiesto a cosa fosse dovuta la sua stima nei tuoi confronti. Ad essere sincera non credo, ma mi piacerebbe fartela sentire quando, quelle rare volte che il tuo nome torna a rimbombare tra le pareti di quella casa (in cui oramai non vivo più), spiega agli altri perché tu le sei a cuore, anche se non ti ha mai conosciuto dal vivo. Parla di te con le lacrime agli occhi, certe volte. Le viene sempre da piangere quando dice che tu, in fondo, hai salvato un po’ sua figlia e per questo lei ti deve tanto.
Salvare qualcuno è un gesto d’amore immenso. Tutti meritiamo qualcuno che ci salvi. Ed io lo so che tu sei sempre stato e per sempre sarai il mio solo ed unico Salvatore. Proprio non poteva esistere un nome migliore, per uno come te.
E mentre la mia mente ripercorre pensieri ed emozioni, mentre provo a ricordarmi quando è stata l’ultima volta in cui ho pensato di amare qualcuno più di quanto abbia mai amato te, mentre ricordo le lacrime che ho versato per te, mentre mi sembra di percepire la tua mancanza come se fossi sparito dalla mia vita pochi giorni fa... incontro (sempre su Facebook) una canzone. Si intitola “tua per sempre”, di Elisa.
La vita, si sa, è fatta di assurde casualità. Intanto questa canzone continua a vibrare nel mio cuore ed io, in fondo, so che comunque vada...
Resto tua per sempre. ♾
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mydemonicas · 6 years
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TRENITALIA!AU
Salve GGGGENTE! Durante il ritorno a Verona dal concerto di Ermal a Carmagnola, cercando di superare la mia assurda fobia per i treni, in carrozza ho partorito questa malsana idea. Spero vi piaccia!
(L’ultima parte della Varese!AU è in lavorazione, io e @IriennevaplusI -intaggabile come sempre- ci dobbiamo riprendere un attimo dalla transenna del signor Metallo)
AU in cui ci sono Ermal!Controllore e Fab!Passeggero/pendolare
Fabrizio si è trasferito fuori da Roma perché, per quanto la amasse, la città lo stava soffocando: aveva bisogno di aria aperta, campagna, quindi la soluzione era stata trasferirsi a una ventina di minuti da lì
(Non sono di Roma e ci sono andata letteralmente 3 volte, quindi tutte le cose sul treno sono campate per aria vi avviso)
Fatto sta che comunque il lavoro ce l’ha a Roma, quindi è costretto ogni giorno a prendere il treno perché l’abbonamento è decisamente più conveniente della benzina e trovare parcheggio in centro è come chiedere un miracolo
Subito dopo le ferie, a inizio Settembre, già nota qualcosa di diverso
PERSONE NUOVE
Lui, persona molto abitudinaria, lo ha notato immediatamente
E insomma, non è che con i precedenti controllori ci fosse amico, ma ormai erano familiari
Quindi nulla, Bizio mi dispiace
Dopo 5 minuti di treno arriva il nuovo controllore, uno spilungone tutto gambe e riccioli che a stento riesce a vedergli gli occhi
Fab mica si incanta, che pensate 
E invece 
Al quarto “Biglietto?” del controllore, insieme allo scossone che gli da Claudio seduto accanto a lui, finalmente si sveglia da quello stato di trance 
“Scusami, me so’ incantato” 
“Ho notato” e Ermarpione sorride
Fab ricambia sorridendo leggermente, mentre si sistema un attimo i capelli con una mano e con l’altra porge il biglietto 
Quando Ermal si allontana Claudio chiede prontamente “Oh, tutt’apposto?” 
“Eh” che dice tutto e dice niente, daje Fab
Inutile dire che ogni volta che a lavoro ha una pausa e non si ferma a pensare a quella mattina, e non può dire che non spera che il giorno ci sia di nuovo il riccioletto 
Stessa cosa fa Ermal, che però dubita di rivedere il tipo incantato visto che i giorni precedenti non lo aveva visto sul treno, quindi magari si trovava solo li per caso e non era un pendolare 
E INVECE
La mattina successiva Fab è puntualissimo e entra nel treno già col biglietto in mano 
Ermal quando dopo la partenza lo vede si illumina 
Letteralmente 
E si catapulta al posto in cui si era seduto Fabrizio, saltando la decina di persone che lo precedevano nella carrozza 
“Oggi niente trance?” 
“Me so’ preparato prima, sia mai sto a disturbà er controllore” 
Ermal che vorrebbe osare, ma dopo un attimo di tentennamento se ne esce con un tranquillo “Non disturberesti” 
Fab confuso che non capisce se il tipo ci sta davvero al gioco o meno 
Il giorno dopo fa lo spavaldo come non lo faceva da tanto con un ragazzo, insomma, sapeva di essere bi, ma diciamo che approcciarsi con le donne era diverso 
“Buongiorno signor Controllore” Ermal per un attimo è .EXE puro 
“Ermal -Bizio corruga la fronte perchè ???- chiamami Ermal” 
“Buongiorno Ermal” e sorride e Ermal sta per dire qualcosa, ma lo chiamano a gran voce dall’altra carrozza ed è costretto ad allontanarsi 
“Non so il tuo nome” dice Ermal avvicinandosi il giorno successivo 
“Te ‘o stavo per dire ieri, ma t’hanno chiamato e sei volato come il vento! Io so’ Fabbbbrizio”
“Con quattro B?” gli chiede sorridendo e Fab si scuote un po’ i capelli mentre con una mano si strofina i jeans se fasciano la coscia 
Ermal mica lo fissa mentre lo fa, che credete 
Il giorno seguente stranamente Ermal ritarda, e Fab non vuole dire che è preoccupato, ma lo è 
Capisce che c’è qualcosa che non va quando effettivamente non passa NESSUNO
Le risposte alle sue domande le trova 10 minuti dopo, quando il treno si ferma di colpo nel bel mezzo di una galleria 
Fab comincia a impanicare perchè buio + è da solo + non sa esattamente cosa sta succedendo = ha il cuore in gola e inizia a respirare velocemente 
Fissa un punto davanti a lui e cerca di regolarizzare il respiro, finchè non sente le porte aprirsi e vede Ermal e altre due persone con le torce in mano 
“Ci scusiamo per il disagio, ma c’è stato un problema che il macchinista sta risolvendo, ripartiremo a breve” mentre controlla i passeggeri 
Fab che quando è a poca distanza da lui si sporge prendendogli il polso 
“Er-Ermal” e lo guarda un attimo spaventato, per poi rendersi conto che Fabrizio aveva qualcosa che non andava
“Fabrizio calmati, va tutto bene” gli dice mettendogli una mano sulla spalla 
“Lo so, lo so -risponde ancora col fiato corto- solo, puoi stare un attimo qui? Un attimo, davvero” 
“Ma certo, non ti lascio” e si siede accanto a lui mentre Fab allenta la presa sul polso
Ermal allora muove la mano e la fa scivolare per incrociare le dita con quelle di Fabrizio, mentre con il pollice gli accarezza il dorso 
E iniziano a parlare 
Parlano e parlano sottovoce di tutto, del lavoro, dell’estate appena finita, dei loro gruppi musicali preferiti finchè Fab si tranquillizza, in quella penombra che la sola torcia crea 
Stanno più vicini di quel che farebbero due persone che si conoscono solo da qualche giorno, ma a loro frega ben poco 
Se ne rendono conto solo quando di colpo ritorna la luce nella carrozza e il treno lentamente ricomincia a muoversi 
Si rompe la piccola bolla che si era creata tra loro e si girano notando il parlottare vivace degli altri passeggeri 
Un collega di Ermal entra controllando nuovamente la carrozza e Ermal si alza di colpo, sciogliendo la mano dalla stretta di Fabrizio 
“Ehi, tutto ok? Ti stavamo cercando” 
“Si, mi sono fermato in questa carrozza perchè una persona non si sentiva bene” e l’altro se ne va
Si gira per riguardare Fabrizio e questo gli riprende per un secondo la mano sussurrando un “Grazie” e Ermal si scioglie in un sorriso che avrebbe illuminato la carrozza pochi minuti prima
“Ci vediamo domani, stesso posto e stessa carrozza” 
E fu così che passarono i giorni successivi, in cui Ermal puntualmente si fermava un po’ di più da quel ragazzo conosciuto da poco, che piano piano stava cominciando a scoprire
Finchè un giorno Fabrizio entra di corsa nel treno, tutto sudato, con la camicia di jeans quasi tutta sbottonata e il fiatone 
Ermal che assiste alla scena è sconvolto 
“Ci sono! CI SONO” dice Fab ansimando, cosa che crea scompensi non indifferenti al controllore e alla gente lì intorno poco distante dalla porta che sgrana gli occhi alla visione 
Fabrizio alza lo sguardo e incontra quello di Ermal che a momenti gli devono asciugare la bavetta 
“Buongiorno!” e non si rende conto che lo ha detto forse a voce troppo alta, ma sorride a trentadue denti al controllore e cerca di salvare la situazione avvicinandosi a lui e scuotendogli leggermente i capelli 
“So’ un po’ in ritardo, non m’è suonata la sveglia” 
Se questo è il risultato, benvenga pensa Ermal
E Fab si siede alla prima coppia di posti liberi che trova, continuando a guardare Ermal
“Buongiorno anche a te” dice Ermal avvicinandosi
“CAZZO IL BIGLIETTO (o abbonamento, come vi pare e piace)” e Fab rivolta quel mezzo zaino che si ritrova 
“Lascia stare, per oggi ti copro. Piuttosto... se ti vuoi sistemare il bagno è di la” dice indicando un punto oltre quella carrozza , deglutendo rumorosamente 
“Sistemare?” 
“Beh” dice Ermal alzando le sopracciglia, facendo scendere lo sguardo dal collo al petto ben in vista, scoprendo tatuaggi che ignorava fino a quel momento 
“Oh, c’hai ragione, scusami” 
Il “Figurati, chi si lamenta” che esce dalle labbra di Ermal è inevitabile 
Se ne pente mezzo secondo dopo perchè, appena si rende conto di averlo effettivamente detto e non solo pensato, vorrebbe sotterrarsi 
Fab, marpione anche lui, ne approfitta per spostarsi ancora di più la camicia grattandosi lievemente una parte di Via delle girandole 
Ma allora sei stronzo pensa Ermal
“Forse è meglio che me ne vada” si affretta a dire continuando a fissare la mano di Fabrizio, ma viene anticipato da quest’ultimo che gli afferra il polso
“Aspetta, vengo con te -e Ermal si ferma un attimo perchè lo ha detto davvero?- se vuoi, ovviamente”
Ermal annuisce e si gira, nel giro di qualche secondo si ritrovano nel bagno del treno, che è letteralmente di un metro quadrato, Ermal di spalle al muro e Fab appiccicato davanti a lui 
Come passano dall’osservarsi al baciarsi nel giro di così poco non se lo sanno spiegare, ma dopo giorni di tensione poco nascosta una cosa del genere era inevitabile 
E Ermal è assuefatto da Fabrizio che gli bacia le labbra e il collo mettendogli le mani tra i capelli 
“Desideravo toccarli dal primo giorno che ti ho visto” ansima tra un bacio e l’altro, socchiudendo gli occhi 
Ermal che, cercando una posizione per stare più comodi, alza leggermente una gamba per cingere la coscia di Fabrizio e quest’ultimo trovando spazio si spinge maggiormente verso di lui, rendendosi conto delle non poco evidenti erezioni che avevano entrambi
Inutile dire che Ermal, che ormai aveva praticamente sbottonato tutta la camicia di Fabrizio, cerca di trattenere a stento un gemito spingendo le labbra contro la spalla di Fabrizio 
“Crist- Fabbrì, sto impazz-” cerca di sussurrare Ermal, consapevole di essere letteralmente a pochi metri da una carrozza gremita di passeggeri 
Ed è forse proprio questo che, unito all’evidente eccitazione, gli fa vivere un trattenuto orgasmo così forte che gli fa tremare le gambe, seguito a ruota da Fabrizio che viene trattenendo i gemiti contro la sua bocca 
“Io-” cerca di dire Ermal, che ancora ansimante osserva Fabrizio appoggiato alla sua fronte
“Dio, non facevo ‘na cosa del genere da ‘na vita -sussurra Fab ridacchiando, strusciando il naso contro la guancia di Ermal per poi baciarla con un sonoro schiocco- m’hai fatto tornà ragazzino” 
“Parli proprio come un vecchietto” e Fab fa il finto imbronciato, per poi tornare a ridere cercando di regolarizzare il respiro affannato 
“Starti lontano non è stato facile, scusami” 
“In realtà ti stavo aspettando” dice Ermal, osando un po’ sfiorandogli il collo
Fabrizio sorride come non lo faceva da tanto e, per quel che può dato lo spazio, cerca di abbracciarlo il più forte possibile 
“Forse dovremmo uscire da qui” 
“Forse”
Ma passano lì dentro altri venti minuti, a ridacchiare come due ragazzini, mentre ignari i passeggeri attendevano la loro fermata e gli altri controllori cercavano il loro collega disperatamente 
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA DITEMI COSA NE PENSATE!
Seriamente ;; spero che vi piaccia e fatemi sapere, è nata in maniera totalmente casuale e boh non so neanche io cosa dire (???) alla prossima! <3 
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concedimi · 5 years
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Tra le volte in cui sbagliavo
ed io sbagliavo, lo so
che è sbagliando che ti ho perso
e so che risbaglierò.
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dammiamoree · 5 years
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tra le volte in cui sbagliavo ed io sbagliavo lo so
che è sbagliando che ti ho persa e so che risbaglierò,
mi hai sempre detto non puoi avere mica tutto però
mi hanno dato il mondo in mano e tu puoi crederci o no..
ma io c'ho scritto il tuo nome.
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