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nitrochargerofficial · 3 months ago
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TRADUZIONE DI CIÒ CHE C'È SCRITTO NEL POST ORIGINALE:
"Ferrari 296 GTB 2025 con le aggressive modifiche in fibra di carbonio di Mansory, tra cui un audace splitter anteriore e un diffusore posteriore."
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SPIEGAZIONE DETTAGLIATA:
La Ferrari 296 GTB è una delle supercar più avanzate del marchio di Maranello, dotata di un motore V6 biturbo da 3.0 litri abbinato a un motore elettrico, per una potenza complessiva di 830 CV. Il suo design affusolato e aggressivo si fonde con tecnologie all'avanguardia, rendendola una delle vetture più performanti della gamma Ferrari.
Mansory, noto tuner tedesco specializzato nella personalizzazione estrema di auto di lusso e supercar, ha creato un pacchetto estetico e aerodinamico per la Ferrari 296 GTB 2025, caratterizzato da una serie di componenti in fibra di carbonio. Questi non solo migliorano l'estetica, ma contribuiscono anche alla dinamica del veicolo, aumentando il carico aerodinamico e la stabilità alle alte velocità.
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LE MODIFICHE PRINCIPALI INCLUDONO:
Splitter anteriore audace: questo componente in fibra di carbonio è progettato per migliorare la gestione del flusso d'aria sotto la vettura, aumentando la stabilità e riducendo la resistenza aerodinamica. Il design aggressivo dona un aspetto più sportivo e muscoloso al frontale della 296 GTB.
Diffusore posteriore maggiorato: posizionato nella parte inferiore del retrotreno, questo elemento aerodinamico in fibra di carbonio aiuta a canalizzare il flusso d’aria sotto l’auto, migliorando l’aderenza e l'efficienza aerodinamica. Inoltre, contribuisce a un'estetica ancora più aggressiva, enfatizzando il look da vera hypercar.
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Mansory spesso combina questi aggiornamenti estetici con miglioramenti meccanici e prestazionali, come scarichi sportivi, cerchi in lega ultraleggeri e interni personalizzati con materiali pregiati. Se applicati alla Ferrari 296 GTB 2025, questi aggiornamenti trasformano la supercar di Maranello in una macchina ancora più esclusiva, sia in termini di design che di performance su strada e pista.
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Qui troverete il profilo X [Twitter] del profilo su cui ho preso il video e creato il post:
https://x.com/duPontREGISTRY?t=MV8pKaBmHtwlKrkDhPb4uA&s=09
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Grazie per aver letto il post, spero vi sia piaciuto!
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valentina-lauricella · 1 year ago
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La Fisica Quantistica e la Teoria dell'Anima sono due ambiti di studio che, apparentemente distanti, si intrecciano in modo suggestivo. In questo articolo esamineremo l'interessante connessione tra la fisica quantistica e la teoria dell'anima, esplorando gli aspetti metafisici che emergono da questa fusione. Attraverso l'analisi di concetti come l'entanglement quantistico, il potere dell'osservatore e l'interconnessione universale, cercheremo di comprendere l'essenza stessa dell'esistenza.
IL PENSIERO DI ERWIN SCHRÖDINGER: L'ESSENZA NON MATERIALE DELL'ANIMA.
Il celebre fisico teorico Erwin Schrödinger ha sostenuto che l'anima non può essere ridotta a una sostanza materialmente ponderabile. Egli afferma: "L'anima non è una sostanza materialmente ponderabile, ma qualcosa di completamente immateriale". Questa visione suggerisce che l'anima sia un'entità non legata alle caratteristiche fisiche, ma diffusa nell'interezza del cosmo. La fisica quantistica è una delle più affascinanti e rivoluzionarie teorie scientifiche del nostro tempo. Esplora i misteri della realtà a livelli microscopici e sfida le nozioni tradizionali di spazio, tempo e causalità. In questo articolo introduttivo esamineremo alcuni fondamenti della fisica quantistica con un'attenzione particolare agli aspetti metafisici che solleva. Esploreremo il pensiero di Erwin Schrödinger, fisico teorico di spicco, che ha evidenziato l'essenza non materiale dell'anima e la sua connessione con il cosmo.
Erwin Schrödinger, vincitore del Premio Nobel per la Fisica del 1933, espresse una visione unica dell'anima. Egli affermò che l'anima non può essere ridotta a una sostanza materialmente ponderabile. Questa concezione suggerisce che l'anima non sia confinata alle caratteristiche fisiche del corpo, ma permei l'intero cosmo. Schrödinger guardava all'anima come a un'entità che trascende i limiti della dimensione materiale, aprendo così le porte a una comprensione più ampia dell'universo.
L'interferenza di Schrödinger: l'anima nelle leggi della natura. Un risultato fondamentale della fisica quantistica, l'interferenza, è stato teorizzato proprio da Erwin Schrödinger. Questo fenomeno descrive come due onde possono combinarsi per produrre un effetto di amplificazione o soppressione. Schrödinger affermò che l'interferenza è indicativa della presenza dell'anima nelle leggi della natura stessa. Egli concepiva l'anima come un'energia sottile che interagisce con il mondo attraverso i processi quantistici, lasciando una traccia dell'interconnessione universale.
Il principio di indeterminazione di Heisenberg. Libertà e incertezza dell'anima. Werner Heisenberg, un altro luminare della fisica quantistica, formulò il celebre principio di indeterminazione, che postula che la posizione e il momento di una particella non possono essere noti simultaneamente con precisione. Questo principio ha importanti implicazioni filosofiche, poiché suggerisce che l'autodeterminazione e l'incertezza siano parte integrante della nostra esperienza umana. In questo contesto, l'anima può essere vista come una forza libera che trascende le leggi deterministiche delle particelle, permettendo alla volontà e al libero arbitrio di emergere nell'universo quantistico. La fisica quantistica, con la sua natura affascinante e spesso paradossale, ha suscitato notevole interesse sull'aspetto metafisico dell'esistenza umana. Attraverso la visione di Erwin Schrödinger sull'essenza non materiale dell'anima e la connessione dell'anima con le leggi della natura, ciò che potrebbe sembrare astratto e complesso diventa intrigante e affrontabile. Questi punti di vista ci invitano a riflettere sul significato del libero arbitrio, sulla nostra relazione con l'universo e sul potenziale illimitato dell'anima umana.
L'OSSERVAZIONE QUANTISTICA: IL POTERE DELL'INTENTO.
Uno dei principi fondamentali della fisica quantistica è che l'atto di osservazione influenza attivamente la realtà. Questa idea trova una connessione interessante con la teoria dell'anima, secondo la quale l'osservazione può influenzare e manifestare l'esperienza individuale. Alcuni studiosi interpretano la consapevolezza e l'osservazione come dimensioni dell'anima che interagiscono con il mondo quantistico, plasmandolo attraverso la loro presenza e intenzioni.
Il paradosso dell'osservazione quantistica. Il ruolo dell'osservatore nell'esperimento. Uno dei paradossi più noti della fisica quantistica è quello dell'osservazione, spesso espresso nell'esperimento della doppia fenditura. In questo esperimento, quando un elettrone viene mandato attraverso due fenditure, si comporta sia da particella che da onda, ma il suo stato definitivo viene determinato solo quando viene osservato. Questo paradosso solleva la domanda cruciale: cosa accade durante l'atto dell'osservazione che determina il risultato finale? Alcuni studiosi suggeriscono che siano l'intenzione e la consapevolezza dell'osservatore che influenzano l'esito dell'esperimento.
L'effetto dell'intenzione sulle particelle subatomiche. L'influenza dell'anima. Diversi studi hanno investigato l'effetto dell'intenzione umana sul comportamento delle particelle subatomiche. Un noto esperimento è stato condotto da Helmut Schmidt negli anni '60, in cui i partecipanti concentravano la loro attenzione su una serie di lanci di moneta. Si è notato che, quando gli individui desideravano fortemente ottenere un risultato specifico, la distribuzione delle teste e delle croci non seguiva più il principio della casualità. Questo fenomeno potrebbe essere interpretato come un'interazione tra l'anima individuale e il mondo quantistico, in cui l'intenzione dell'individuo modifica attivamente il risultato delle misurazioni.
L'interconnessione tra mente e realtà. Il ruolo dell'osservatore nel creare la realtà. La fisica quantistica suggerisce un collegamento profondo tra mente e realtà. Alcuni scienziati interpretano l'osservazione come un atto creativo in cui l'osservatore partecipa attivamente alla costruzione della realtà oggettiva. Questo concetto, noto come idealismo quantistico, sostiene che la nostra osservazione e consapevolezza plasmano il tessuto dell'universo stesso. Nell'ambito dell'anima, questa prospettiva implica che la nostra presenza intenzionale e la nostra consapevolezza svolgono un ruolo centrale nella manifestazione della nostra esperienza individuale e nella creazione della nostra realtà.
L'ENTANGLEMENT QUANTISTICO: L'ANIMA COLLETTIVA
L'entanglement quantistico, un fenomeno in cui due particelle diventano inestricabilmente connesse al di là della distanza fisica che le separa, suggerisce l'esistenza di un'interconnessione profonda tra le parti dell'universo. Alcuni pensatori ipotizzano l'esistenza di un'anima collettiva, una coscienza che permea tutto ciò che esiste. Secondo questa prospettiva, ogni individuo sarebbe intrinsecamente legato agli altri attraverso l'entanglement quantistico, creando una rete di interconnessioni che riflette l'essenza stessa dell'esistenza.
L'entanglement quantistico.Il mistero delle connessioni invisibili. L'entanglement quantistico è un concetto che ha stupito e affascinato gli scienziati sin dalla sua scoperta. Quando due particelle sono entangled, qualsiasi misurazione effettuata su una delle particelle influenzerà istantaneamente lo stato dell'altra, indipendentemente dalla distanza che le separa. Questa connessione straordinaria sembra andare oltre la spazio temporalità e sfida il concetto tradizionale di separazione. Alcuni studiosi vedono l'entanglement quantistico come un'indicazione di un'interconnessione più profonda tra tutte le cose, che potrebbe riflettere l'esistenza di un'anima collettiva.
L'abisso quantistico. La possibilità dell'anima collettiva. L'idea di un'anima collettiva che permea tutto ciò che esiste ha affascinato pensatori e filosofi per millenni. La scoperta dell'entanglement quantistico ha stimolato nuove riflessioni su questa prospettiva. Alcuni teorizzano che l'entanglement quantistico che collega tutte le particelle potrebbe riflettere un'anima collettiva, una consapevolezza universale che si intreccia attraverso tutte le cose. Questa visione suggerisce che ogni individuo sia parte di un tutto più grande, e che le nostre azioni e le nostre esperienze siano in qualche modo intrecciate con quelle degli altri.
L'esperimento dell'entanglement. Un legame profondo tra le particelle e forse oltre. Uno degli esperimenti che ha fornito prove concrete sull'entanglement quantistico è stato condotto da Alain Aspect negli anni '80. L'esperimento ha dimostrato che lo stato di una particella in entanglement era determinato istantaneamente dalla misurazione effettuata su un'altra particella entangled, anche se le due particelle erano distanti tra loro. Questo risultato incredibile sottolinea la natura profonda e misteriosa dell'entanglement quantistico, suscitando la speculazione che possa esistere una connessione ancora più ampia che trascenda le particelle stesse. L'entanglement quantistico rappresenta un mistero sfaccettato che stimola il nostro immaginario e ci invita a esplorare il potenziale dell'esistenza umana in modi nuovi e affascinanti. Se l'entanglement quantistico riflette un'anima collettiva o un'interconnessione più profonda tra tutte le cose, ciò solleva domande sulla natura stessa dell'essere umano e sulla nostra relazione con l'universo. Mentre continuiamo a scrutare gli aspetti metafisici della fisica quantistica, potremmo scoprire che il mistero dell'entanglement offre non solo una finestra sulla natura intima della realtà, ma anche una prospettiva affascinante sulla possibilità di un'anima collettiva che trascende le singole esperienze umane.
UN PONTE TRA SCIENZA E SPIRITUALITÀ
L'incontro tra la fisica quantistica e la teoria dell'anima rappresenta un punto di intersezione tra scienza e spiritualità. Molti scienziati quantistici hanno espresso interesse per l'aspetto metafisico della loro disciplina, cercando un terreno comune con l'approccio spirituale. Questo connubio offre un nuovo orizzonte di possibilità per comprendere l'essenza dell'esistenza umana e del cosmo circostante.
Alla ricerca del terreno comune. L'esplorazione del legame tra la fisica quantistica e la teoria dell'anima non solo ci invita a riflettere sull'aspetto metafisico della realtà, ma anche ad esplorare un terreno comune tra scienza e spiritualità. Molti scienziati quantistici hanno manifestato interesse per l'aspetto spirituale della loro disciplina, spingendosi oltre i confini della scienza tradizionale per cercare una comprensione più olistica dell'universo e della nostra esistenza.
La frontiera dello sconosciuto: la ricerca di un'integrazione tra scienza e spiritualità. La fisica quantistica ha portato alla luce una realtà straordinaria che va oltre le nostre previsioni e concezioni tradizionali. Questo innesca un dibattito e una ricerca per trovare un terreno comune tra scienza e spiritualità. Mentre la scienza esplora i meccanismi e le leggi che governano l'universo, la spiritualità si occupa dell'aspetto più intimo ed esperienziale dell'esistenza umana. L'intersezione tra questi due campi può offrire nuove prospettive e una comprensione più profonda della realtà.
Sincronia e coincidenze significative: l'universo come danza interconnessa. La teoria dell'anima e la fisica quantistica trovano un punto di contatto attraverso il concetto di sincronicità e coincidenze significative. Gli studiosi della spiritualità riconoscono che ci sono momenti nella vita in cui eventi apparentemente casuali si allineano in modo significativo. Nella fisica quantistica, siamo consapevoli dell'entanglement quantistico che collega le particelle e le interferenze che si verificano a livello subatomico. Questa connessione profonda e misteriosa, secondo alcuni, potrebbe alludere all'esistenza di un'energia o un'intelligenza universale che permea tutto ciò che esiste.
La consapevolezza come elemento fondamentale. La ricerca del significato dell'essere. La ricerca del significato dell'essere è un obiettivo condiviso sia tra scienza che spiritualità. Mentre la fisica quantistica esplora la realtà a livello più profondo, si scopre che l'osservatore stesso ha un ruolo attivo nella creazione della realtà. Questo concetto suggerisce che la consapevolezza e l'intenzione dell'osservatore siano parte integrante del processo di manifestazione e co-creazione dell'universo. La spiritualità, d'altra parte, insegna che la consapevolezza dell'individuo è fondamentale per raggiungere uno stato di illuminazione o di connessione con l'essenza divina.
Note bibliografiche. Molti di questi libri sono stati editi anche in lingua italiana.
[1] Capra, F. (1982). "The Tao of Physics: An Exploration of the Parallels between Modern Physics and Eastern Mysticism". Shambhala Publications. [2] Wilber, K. (2000). "A Brief History of Everything". Shambhala Publications. [3] Laszlo, E. (2004). "Science and the Akashic Field: An Integral Theory of Everything". Inner Traditions. [4] Schrödinger, E. (1958). "Mind and Matter: The Tarner Lectures". Cambridge University Press. [5] Greene, B. (2004). "The Fabric of the Cosmos: Space, Time, and the Texture of Reality". Penguin Books. [6] Heisenberg, W. (1958). "Physics and Philosophy: The Revolution in Modern Science". Harper Perennial.
(A cura di Bruno Del Medico, blogger, divulgatore, scrittore.)
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susieporta · 4 months ago
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◉Eɴᴛᴀɴɢʟᴇᴍᴇɴᴛ
Erwin Schrödinger nel 1935, conió questo termine elaborando la teoria dell’entanglement, conosciuta anche come “la teoria che non fece dormire Einstein”.
Diversi capoccioni della fisica si ritrovarono impantanati in un groviglio (che poi è anche la traduzione letterale di Entanglement) in cui cercarono di capire il comportamento delle particelle.
Secondo la teoria dell’E. infatti, due particelle che abbiamo creato un legame quantico, anche se separate e poste a distanza l’una dall’altra riescono a rimanere in sincronicità cioè conservano la memoria l’una dell’altra e se una giace in uno stato d’inerzia, anche l’altra lo farà.
Pura poesia.
Non tutte le particelle sono entangled, devono o essere state generate da uno stesso processo, o aver condiviso un tempo “significativo” che consenta il legame.
Vi suona familiare?
Una volta separate allora, continueranno anche a distanza a scambiarsi informazioni.
Questo fu l’inizio.
Tali capoccioni tra cui il mai abbastanza compianto genio Albert Einstein, fu uno dei maggiori detrattori di questa teoria e di fatti spese molte notti per sondarne l’infondatezza.
E soprattutto: egli era convinto che il legame tra le due particelle esistesse “ a prescindere” cioè anche se nessuno le osservasse.
Questa volta il nostro amato Albert si sbagliava.
Le particelle creano un sistema unico soltanto dal momento in cui arriva un osservatore cioè un’interferenza esterna, una terza forza.
Questa terza forza fa sì che le due particelle diventino effettivamente una cosa sola.
Vi viene in mente qualcosa di più romantico? A me no. Altro che bracciali di Pandora e Spa di coppia.
Queste due dolci particelle inizialmente erano viste come “due guanti” posti in due diverse scatole per cui aprendo la scatola del guanto destro, sapevi automaticamente che nella seconda scatola c’era il sinistro.
Invece poi grazie agli studi di altri capoccioni quali Alain Aspect, si comprese bene che le particelle diventavano effettivamente parte di un unico sistema per cui non è che trasmettevano informazioni alla velocità della luce, ma erano proprio una cosa unica.
La perturbazione esterna rende possibile tale unione e una volta separate le due particelle queste continuano ad essere… un unico sistema.
Non vi state emozionando? Io sì ogni volta che lo ristudio ovviamente con le mie bieche competenze in fisica quantistica (materia che da buon pesci percepisco per intuito senza comprenderla con la testa nè riuscire a spiegarla, perció perdonatemi!).
I primi esperimenti sono stati condotti sulle particelle, poi sugli atomi e da poco, sulle molecole!
Al di là degli scenari possibili in campo scientifico (inclusi i famosi viaggi nel tempo) questo ci dovrebbe far riflettere su quanto rimaniamo effettivamente condizionati dalle persone con cui ci siamo letteralmente intrecciati.
Non basta una stretta di mano, occorre effettivamente un processo più elaborato e profondo, più significativo, ma una volta instaurato quel legame, allora noi sentiamo anche a kilometri di distanza ció che l’altro sente. E viceversa.
Quando meditiamo o pratichiamo insieme creiamo effettivamente quel legame sottile, così come quando amiamo qualcuno, ci viviamo insieme, ci uniamo fisicamente.
Quel legame continua a parlarci dell’altro anche mentre l’altro tace o è lontano e se muore, anche una parte di noi muore.
La terza forza è quella che fa la differenza: questa terza forza e l’amore.
L’amore è energia, attenzione e calore.
Ed è questa triade a fare di due, Uno.
In altre parole l’amore vuole che tutto ritorni a Uno e questo ce lo dicono tutte i grandi maestri a cui non prestate abbastanza fede, ma ve lo dicono anche i suddetti capoccioni della scienza: almeno qualcuno ora crederà a loro.
Io ho sempre creduto alla musica più di tutto e quindi credetti a Bjork quando scrisse “all is full of love”.
ClaudiaCrispolti
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scienza-magia · 3 months ago
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Massicci attacchi hacker con uso d'Intelligenza Artificiale
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I criminali usano l'intelligenza artificiale negli attacchi "proxy" per poteri ostili, avverte Europol. L'agenzia di polizia dell'UE afferma che le reti del crimine organizzato usano l'intelligenza artificiale per amplificare la loro "velocità, portata e sofisticatezza". Il direttore esecutivo dell’Europol afferma che sta osservando una “crescente collaborazione tra reti criminali e attori che orchestrano minacce ibride” L'agenzia di polizia dell'UE, Europol, ha avvertito che le organizzazioni criminali utilizzano sempre più l'intelligenza artificiale per organizzare attacchi per conto di potenze ostili, ponendo una sfida alla sicurezza "senza precedenti" per i governi nazionali. Nel suo rapporto sulle minacce poste dalla criminalità organizzata pubblicato Europol ha avvertito che i criminali stavano diventando "proxy" in attacchi ibridi come sabotaggi presumibilmente commessi da Russia e Cina. "Le tensioni geopolitiche hanno creato una finestra per gli attori delle minacce ibride per sfruttare le reti criminali come strumenti di interferenza", ha scritto Europol, aggiungendo che ciò stava avendo un effetto destabilizzante sui paesi dell'UE. L'intelligenza artificiale e altre tecnologie come la blockchain o l'informatica quantistica sono diventate un "catalizzatore" per la criminalità, poiché "guidano l'efficienza delle operazioni criminali amplificandone la velocità, la portata e la sofisticatezza", ha affermato l'agenzia. "La criminalità informatica si sta evolvendo in una corsa agli armamenti digitali", ha affermato il direttore esecutivo di Europol Catherine De Bolle. "Gli attacchi guidati dall'intelligenza artificiale stanno diventando più precisi e devastanti. Alcuni attacchi mostrano una combinazione di motivazioni di profitto e destabilizzazione, poiché sono sempre più allineati allo stato e motivati ​​ideologicamente". Gli attacchi informatici erano sempre più motivati ​​politicamente e prendevano di mira governi e infrastrutture critiche piuttosto che aziende o individui, eseguiti da gruppi criminali per conto di attori statali come la Russia. Gli attori criminali stavano sfruttando vulnerabilità, come quelle create da appaltatori governativi, per violare sistemi sicuri, ha affermato Europol. "Osserviamo una crescente collaborazione tra reti criminali e attori che orchestrano minacce ibride, sfruttando le tensioni geopolitiche e minando le nostre istituzioni", ha affermato De Bolle, aggiungendo che il crimine è stato "accelerato dall'intelligenza artificiale" e da altre tecnologie. L'uso dell'intelligenza artificiale da parte delle bande criminali è una novità rispetto all'ultimo rapporto dell'Europol pubblicato nel 2021, quando l'intelligenza artificiale era stata menzionata solo una volta. La tecnologia viene utilizzata per creare malware sofisticati utilizzati per attacchi informatici o generare messaggi mirati per ingannare le vittime, ad esempio imitando le voci di familiari e amici, gli stili di scrittura o le loro immagini per falsi video in diretta. "Creando media sintetici altamente realistici, i criminali sono in grado di ingannare le vittime, impersonare individui e screditare o ricattare gli obiettivi", ha scritto l'Europol. L'intelligenza artificiale ha anche "accelerato" le frodi online e aiutato i criminali ad accedere ai dati personali, ad esempio tramite attacchi di phishing automatizzati. "La portata, la varietà, la sofisticatezza e la portata delle frodi online non hanno precedenti", ha affermato Europol, citando strategie come l'induzione dei consumatori a investire in schemi dubbi, ad esempio che coinvolgono criptovalute, o a pagare denaro a presunti partner romantici o vittime di conflitti in corso o crisi umanitarie. L'organizzazione ha anche avvertito che i modelli di intelligenza artificiale stavano generando materiale di abuso sui minori, che veniva sempre più condiviso online in forum e chat private. De Bolle ha precedentemente chiesto l'implementazione di nuove norme UE per affrontare il materiale di abuso sui minori online setacciando i servizi di messaggistica crittografati come WhatsApp, ma paesi come la Germania li hanno bloccati per problemi di privacy. Europol ha anche avvertito che i crimini transfrontalieri più tradizionali come il contrabbando di immigrati, droga, armi da fuoco e rifiuti rimanevano un problema serio e la violenza legata alla criminalità organizzata era in aumento in alcuni paesi, citando ad esempio gli attacchi in Germania. Ha affermato che "parti dei processi di queste attività criminali si stanno spostando sempre di più verso il dominio online, in particolare quando si tratta di reclutamento, comunicazione, marketing o vendita al dettaglio, e casi d'uso rilevanti dell'IA sono all'orizzonte". L'Europol ha affermato che le diverse attività criminali hanno generato profitti "immensi" che sono stati riciclati attraverso mezzi illeciti e criptovalute, ma molto difficili da recuperare, stimando che solo il 2 percento dei proventi illeciti sia stato confiscato. Read the full article
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enkeynetwork · 7 months ago
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oltrearcobaleno · 8 months ago
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Stephen Hawking: Un Genio della Scienza e Simbolo della Lotta Contro la Disabilità
Stephen William Hawking, uno dei più grandi scienziati del XX e XXI secolo, ha segnato in modo indelebile il mondo della fisica teorica e della cosmologia. Noto per i suoi studi sui buchi neri, l'origine dell'universo e la cosmologia quantistica, il suo impatto va ben oltre i confini della scienza. La sua figura è anche un simbolo della lotta contro la disabilità, dimostrando come l’ingegno umano possa superare le barriere fisiche più estreme. La sua vita rappresenta una fonte d'ispirazione per chiunque debba affrontare le sfide poste dalla disabilità.
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Nato a Oxford l’8 gennaio 1942, esattamente trecento anni dopo la morte di Galileo Galilei, Hawking mostrò fin da giovane un acuto interesse per le scienze. Il suo percorso accademico lo portò dapprima a frequentare l’Università di Oxford, dove si laureò in fisica, per poi proseguire i suoi studi a Cambridge, dove ottenne il dottorato in cosmologia. Tuttavia, nonostante le sue brillanti capacità accademiche, fu proprio durante gli anni universitari che emerse una sfida personale destinata a cambiare la sua vita: la diagnosi di una malattia degenerativa dei motoneuroni, conosciuta come SLA o sclerosi laterale amiotrofica, che lo portò gradualmente alla paralisi.
La disabilità di Stephen Hawking non fermò la sua brillante carriera, ma anzi, rafforzò la sua determinazione nel continuare a esplorare le profondità dell’universo. Nel corso degli anni, nonostante fosse costretto a vivere in sedia a rotelle e a comunicare tramite un sintetizzatore vocale, Hawking continuò a insegnare, a fare ricerca e a scrivere libri che portarono la scienza al grande pubblico. Tra le sue opere più famose vi è Dal Big Bang ai Buchi Neri: Breve Storia del Tempo, che divenne un best seller globale e aprì le porte della fisica teorica a milioni di persone.
La sua malattia lo costrinse a convivere con una grave forma di disabilità, ma ciò non limitò mai la sua mente brillante. Infatti, continuò a elaborare teorie complesse e a collaborare con altri scienziati. Tra i suoi contributi più importanti si possono citare la radiazione di Hawking, una teoria che ipotizza che i buchi neri possano emettere radiazioni e, quindi, non siano completamente “neri” come si pensava in precedenza. Inoltre, elaborò la teoria cosmologica dello stato di Hartle-Hawking, che descrive un universo senza confini temporali.
La vita di Stephen Hawking è stata costantemente segnata dalla sfida della disabilità. Diagnosticato all’età di soli 21 anni, i medici gli avevano dato pochi anni di vita. Ma contro ogni previsione, visse fino all’età di 76 anni, continuando a lavorare e a contribuire al progresso scientifico. La sua straordinaria resistenza e il suo impegno intellettuale dimostrano che la disabilità fisica non deve mai essere vista come un ostacolo insormontabile per il successo personale e professionale.
Nonostante la sua crescente dipendenza dalla tecnologia per comunicare e per muoversi, Hawking rimase attivo nel campo della divulgazione scientifica. La sua voce robotica, generata da un sintetizzatore vocale, divenne iconica, tanto quanto i suoi studi. La sua immagine fu utilizzata anche per abbattere pregiudizi sulla disabilità, facendo capire al mondo che una mente brillante non è meno potente solo perché confinata in un corpo con limitate capacità motorie. La sua partecipazione a documentari, interviste e persino a serie televisive, come The Big Bang Theory, lo trasformò in un’icona della scienza moderna e un simbolo della forza della mente umana di fronte alla disabilità.
La disabilità di Hawking lo portò a essere un punto di riferimento anche per il movimento di difesa dei diritti delle persone con disabilità. La sua vita fu un esempio di come sia possibile raggiungere traguardi straordinari nonostante le avversità fisiche. In un’intervista, Hawking dichiarò: “Per quanto difficile possa sembrare la vita, c’è sempre qualcosa che si può fare e in cui si può avere successo”. Questa citazione riflette perfettamente il suo spirito combattivo e la sua incrollabile fede nelle capacità della mente umana.
Oltre ai suoi successi scientifici, Hawking ricevette numerosi riconoscimenti per il suo contributo alla scienza e alla società. Tra questi, la Medaglia presidenziale della libertà, conferitagli dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama nel 2009. Inoltre, fu membro di prestigiose istituzioni scientifiche, come la Royal Society e la Pontificia Accademia delle Scienze.
Alla sua morte, avvenuta nel 2018, il mondo intero si fermò per rendere omaggio a questo gigante della scienza. Le sue ceneri furono deposte nell’Abbazia di Westminster, accanto a quelle di Isaac Newton e Charles Darwin, a testimonianza del suo immenso contributo alla comprensione dell’universo.
Stephen Hawking rimane una figura iconica non solo per il mondo della scienza, ma anche per quello della lotta contro la disabilità. Il suo esempio dimostra che, con determinazione e ingegno, si possono superare barriere apparentemente insormontabili. La sua eredità continua a ispirare milioni di persone in tutto il mondo, rendendo la sua vita un simbolo della capacità umana di eccellere, indipendentemente dalle sfide poste dalla disabilità.
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staipa · 9 months ago
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/quantum-computing-la-nuova-frontiera-della-scienza-e-della-tecnologia/?feed_id=1698&_unique_id=66fd24b1245d0 %TITLE% Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia sta accelerando a un ritmo quasi vertiginoso, e il quantum computing rappresenta una delle rivoluzioni più attese, non che sia però così nuova, affatto. Intanto però una premessa: il 90% di tutto quello che viene definito quantico, quantistico, o che citi la quantistica è fuffa. Nulla che incida sul mondo tangibile, sul corpo umano o su cose più grandi di una molecola -in generale- vi ha a che fare e qualunque "santone" ne parli quasi certamente vi sta prendendo in giro o non sa di cosa sta parlando. I computer quantistici, se non stanno provando a vendervene e uno, invece esistono. Anche se per ora non funzionano molto bene. Per apprezzare a pieno questa tecnologia però, dobbiamo fare un passo indietro e osservare l’evoluzione del calcolo classico che ha dominato per oltre mezzo secolo e che ancora domina. La Nascita del Computer Classico Il computer classico, basato sull’architettura di von Neumann, ha rivoluzionato il mondo negli anni '40 e '50. A differenza dei calcoli manuali o meccanici, i computer elettronici permisero di eseguire operazioni complesse con velocità e precisione. La struttura base di un computer classico si fonda su bit, unità che possono essere nello stato di 0 o 1, rappresentando l’informazione binaria che è alla base di tutto ciò che i nostri dispositivi tecnologici eseguono oggi. È grazie a questa architettura che abbiamo visto nascere internet, intelligenza artificiale, e tutta l’innovazione digitale che ci circonda. Se i computer classici ci hanno portato lontano, oggi ci troviamo di fronte a nuovi problemi. Problemi che richiedono potenze di calcolo esponenzialmente superiori, come la simulazione di sistemi biologici complessi, la modellazione di molecole per nuove terapie farmacologiche o la gestione di dati finanziari su scala globale. Qui entra in gioco il quantum computing. Quantum Computing: I Primi Passi Il concetto di quantum computing emerse già negli anni '80, con Richard Feynman e David Deutsch, che ipotizzarono che i sistemi quantistici potessero essere utilizzati per simulare fenomeni fisici molto più efficientemente dei computer classici. La differenza fondamentale risiede nei qubit, le unità di base del quantum computing. Mentre i bit classici possono essere 0 o 1, i qubit possono esistere in una sovrapposizione di entrambi gli stati contemporaneamente, grazie alle leggi della meccanica quantistica. Tecnicamente anche più di due stati. Ovviamente non mi metterò a scrivere un pippone che provi a spiegare come questo sia possibile, anche perché non ne sarei in grado, e voi smettereste di leggere prima della prima metà del primo capoverso. Se intanto siete arrivati fin qua, grazie. Apprezzo. Bit vs Qubit: Una Differenza Fondamentale Per capire meglio la rivoluzione che il quantum computing rappresenta, è utile spiegare in modo semplice la differenza tra bit e qubit. Un bit, come già accennato, è la più piccola unità di informazione in un computer classico e può avere solo due stati: 0 o 1. Ogni operazione eseguita da un computer tradizionale si basa su questa logica binaria, che per quanto potente, è limitata dalla sua linearità. Un algoritmo può fare un calcolo alla volta, e per quanto si possa dividere un programma in thread (pezzetti che girano in contemporanea) il numero di calcoli fattibili nello stesso istante resta limitato al numero di processori presenti nel computer. Il qubit, invece, sfrutta i principi della meccanica quantistica per esistere in più stati contemporaneamente. Non è vincolato a 0 o 1, ma può essere una combinazione di entrambi o di altri valori, attraverso la sovrapposizione. Questo permette a un computer quantistico di esplorare più soluzioni a un problema nello stesso momento. Inoltre, i qubit possono essere entangled, cioè correlati
in modo tale che lo stato di uno influisce istantaneamente sullo stato dell’altro, anche a distanza. Questa proprietà consente di eseguire calcoli complessi in modo molto più efficiente rispetto ai computer tradizionali e di avere un grande numero di input diversi elaborati nello stesso istante. Come Questa Differenza Viene Utilizzata La capacità dei qubit di essere in più stati contemporaneamente e di "entanglarsi" con altri qubit è alla base delle applicazioni pratiche del quantum computing. Ad esempio, nelle simulazioni molecolari, un computer quantistico può esaminare tutte le possibili configurazioni di una molecola simultaneamente, mentre un computer classico deve analizzarle una alla volta. Questo non solo riduce enormemente i tempi di calcolo, ma consente anche di ottenere risultati più accurati, con implicazioni dirette per la scoperta di nuovi farmaci e la progettazione di materiali avanzati con tempistiche incredibilmente più rapide e con un minor bisogno di test di laboratorio potenzialmente inconcludenti. Le Sfide del Quantum Computing Nonostante questi incredibili progressi, il quantum computing non è esente da problemi. Uno dei principali è il decadimento dei qubit, fenomeno che causa una perdita di coerenza quantistica, rendendo i calcoli meno affidabili. Tuttavia, nuovi sviluppi nella tecnologia stanno migliorando la stabilità dei qubit, avvicinandoci sempre di più a un sistema quantistico pienamente funzionale​. Un problema che potrebbe aprirsi a quel punto, però, è quello della sicurezza degli attuali sistemi di cifratura, ad esempio quelli basati su numeri primi usati attualmente nei sistemi bancari. Queste cifratura si basano sul fatto che per scoprire il numero utilizzato servano un numero di tentativi che per in computer attuale si concluderebbero in centinaia o migliaia di anni. Un computer quantistico però potrebbe risolvere lo stesso problema in pochi secondi, tentando potenzialmente tutte le combinazioni nello stesso momento. Posto che un malfattori possa permettesi di costruirne uno ovviamente. Un Salto Quantico Verso il Futuro Guardando al futuro, il quantum computing non è solo una tecnologia da laboratorio, ma un qualcosa che potrebbe trasformare profondamente la nostra società, soprattutto abbinato alle intelligenze artificiali. Dalla risoluzione di problemi matematici complessi alla simulazione del nostro universo, il quantum computing rappresenta una delle più grandi sfide e opportunità del nostro tempo, anche se fa meno figo dell'IA e non ci gira attorno tutto quel marketing. Come per tutte le tecnologie rivoluzionarie, sarà interessante osservare come essa si svilupperà e quali nuovi orizzonti riuscirà ad aprire, ma non va demonizzata, non bisogna averne paura. Bisogna solo capirne le implicazioni e attendere quali sviluppi potrà portare.
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maurobroccalifecoach · 11 months ago
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Una rivoluzione nella terapia! Mauro Brocca ti presenta la Quantum Psi Terapia per Parti, un approccio innovativo che combina PNL, psicologia transpersonale e fisica quantistica per trasformare la tua vita. Scopri come accedere al tuo subconscio e creare una versione migliore di te stesso.
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pleaseanotherbook · 1 year ago
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L'origine della specie di Kim Bo-Young
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È così che funziona la scienza. Il nostro compito è quello di aggiungere un mattone dopo l'altro alle fondamenta di una teoria per renderla sempre più stabile e solida, a prescindere da quanto insignificante o interessante possa sembrare. Sai quanti articoli altamente scontati vengono pubblicati su "la parte è più piccola dell'intero"? La tua determinazione ti fa onore, Kay, ma non sei realista.
"L'origine della specie" di Kim Bo-Young è stato tradotto in Italia per Add Editore ed è entrato nelle mie cose da leggere perché seguo sempre con attenzione gli autori coreani che arrivano nel nostro paese e soprattutto case editrici come Add che riservano un'attenzione particolare per i testi che arrivano da uno dei miei paesi preferiti. Questa raccolta offre uno spaccato interessante sulle riflessioni verso cosa significa umanità e conferma che la fantascienza coreana è piena di piccole gemme.
Un principe ereditario subisce una drammatica trasformazione biologica che cambierà il suo destino; esseri umani ridotti a una condizione subalterna diventano gli animali domestici di enormi draghi; robot con sembianze antropomorfe, unici sopravvissuti in un mondo ormai ghiacciato, si chiedono se sia mai esistita una vita organica sulla Terra. Queste sono alcune delle storie raccolte in L’origine delle specie, popolate da esseri umani e non umani che cercano di sopravvivere alle minacce poste dall’evoluzione, siano esse biologiche, tecnologiche o sociali. Raccontano di fisica quantistica e viaggi nel tempo, di un futuro dominato da giochi in realtà virtuale, e di metamorfosi dei corpi. A cavallo tra fantascienza, fantasia e mito, gli scritti della pluripremiata autrice Kim Bo-young hanno un grande seguito in Corea del Sud, dove è ampiamente riconosciuta come pioniera e fonte d’ispirazione. In questo libro sono raccolte le sue storie più acclamate, che offrono delle riflessioni rigorose e toccanti sull’esistenza postumana.
L'annosa questione del "da dove veniamo" permea tutta la storia dell'umanità, probabilmente la domanda filosofica più irriducibile di tutte, ci hanno provato in moltissimi a rispondere, esiste un Dio, degli dei, una forza nascosta, qualcuno, qualcosa, che ha lanciato in aria la scintilla vitale, ha plasmato dell'argilla, ha prodotto un qualcosa che ha creato l'uomo. C'è stato il Big Bang e poi l'evoluzione della specie che pian piano si è fatta strada da una cellula passando per una scimmia fino ad arrivare all'uomo. La vita che diamo così per scontata resta una delle cose più affascinanti che possiamo incontrare e non sorprenderà scoprire che anche nel volume di Kim Bo-Young svolge un ruolo fondamentale. Non importa in che forma, garantire la sopravvivenza della specie è la cosa più importante. Tutte le forme di vita indistintamente lottano per sopravvivere. Ed è questo forse il punto fondamentale perché se sopravvivi vuoi anche sapere perché. La scienza in questo ha un ruolo fondamentale nel mondo di Kim Bo-Young. Ma a fare da filo conduttore a tutti i racconti è un disperato bisogno di amore, uno spietato senso di appartenenza, la consapevolezza di non essere davvero da soli. Uno dei protagonisti Kay, un robot senziente che vive in un futuro remotissimo, in un freddo estremo, in una bolla chiusa, inconsapevolmente fa una scoperta che potrebbe cambiare tutto il corso della storia, cosa c'era prima? Da dove vengono? Qual è il loro scopo? Una intuizione pericolosissima che mette in pericolo tutto, il sacrificio disperato nei confronti della scoperta e della meraviglia, il disperato bisogno di avere risposte, di avere un obiettivo. I racconti dell'autore coreano racchiudono questo senso impellente di scoperta, mentre ci si aggira in una città governata da draghi, mentre si scopre la riproduzione della vita, mentre tutte le certezze precipitano, la ricerca è al centro, le domande, il bisogno incancellabile di risposte. Kay attraversa tutti gli stati di un soggetto esposto ad una verità troppo grande e insostenibile. Siamo niente e siamo tutto nel nostro mondo. Siamo al centro della scena e allo stesso tempo ne siamo spettatori impotenti. "L'origine della specie" è uno di quei libri che non hanno risposte facili, che si attorcigliano intorno a verità scomode e racconti spietati. Senti freddo e scopri la vita, sperimenti e scopri come in un gioco su un server sperduto si nasconda l'unica vera forma di sopravvivenza. L'impossibilità di fare shut down diventa il pretesto per una ricerca insensata in un mondo in cui le mode hanno sentimenti e in cui i giocatori si aggrappano a qualunque cosa pur di scomparire, pur di essere ricordati. Cosa ci aspetta nel futuro e cosa resta del passato sono i due archi che uniscono il nostro presente verso l'impossibile, e concepiscono che l'umanità è costituita da un insieme infinito di sfumature, che forse è pure vero che sopravvive il più forte come in un'arena, o in un vicolo cieco di una città al collasso, ma sono sempre le nostre scelte che fanno la differenza. È più facile essere crudeli e spietati, ma amare riempie la nostra vita come un calderone imperscrutabile. Lo stile di Kim Bo-Young dettagli e scolpisce la scena, in un modo che incanta e non c'è niente di più inquietante di un drago che ti sorveglia.
Il particolare da non dimenticare? Una vasca piena d'acqua.
Kim Bo-Young si nutre della fantascienza classica, gli androidi che sopravvivono seguendo le regole di Asimov e ne rivoluziona ogni confine per donare al lettore una raccolta di racconti arguta e spietata, che scava nei segreti più profondi dell'animo umano e lascia nel lettore domande spinose su cui riflettere a lungo.
Buona lettura guys.
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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Minacce informatiche: come si stanno evolvendo in Italia?
Pubblicato il Rapporto Annuale sulle Minacce Informatiche (2024 Thales Data Threat Report) condotto su circa 3000 professionisti IT provenienti da organizzazioni pubbliche e private di 18 diversi paesi, tra cui l’Italia. Il rapporto rileva che il 93% degli esperti IT ritiene che le minacce alla sicurezza stiano aumentando, rispetto al 47% dello scorso anno.  Le minacce informatiche continuano ad aumentare in volume e gravità  Il numero di aziende che hanno subito attacchi ransomware è aumentato di oltre il 27% nell'ultimo anno. Nonostante questa crescente minaccia, meno della metà di esse ha adottato un sistema di protezione dal ransomware e l'8% di esse paga le richieste di riscatto. Il malware è la minaccia in più rapida crescita, il 41% delle aziende ha subito un attacco malware nell'ultimo anno, seguito da phishing e ransomware. I dati sul cloud, tra cui le applicazioni SaaS, e la gestione dell'infrastruttura cloud, rimangono gli obiettivi principali di tali attacchi. Il report mostra che per il secondo anno consecutivo, l'errore umano rimane la principale causa di violazione dei dati: il 31% delle aziende lo individua come la causa principale.   Questi sono solo alcuni dei risultati che emergono dal Thales Data Threat Report 2024, condotto dalla società di ricerca 451 Research. In un contesto in cui le minacce informatiche sono in continua evoluzione il report evidenzia le strategie adottate dalle aziende per mettere in sicurezza in loro dati. La conformità è la chiave per la sicurezza dei dati La ricerca rileva che oltre il 40% delle aziende non ha superato un audit di conformità negli ultimi dodici mesi, il rapporto evidenzia una correlazione molto chiara tra conformità e sicurezza dei dati.  Tra coloro che non avevano superato un audit di conformità negli ultimi dodici mesi, il 31% ha subito una violazione, rispetto al 3% delle aziende che ha superato gli audit di conformità.  La complessità operativa continua a causare problemi ai dati I cambiamenti normativi e la continua evoluzione delle minacce informatiche non consentono ai professionisti IT di conoscere a fondo in che modo i propri dati sono a rischio. Solo un terzo (33%) delle aziende è in grado di classificare completamente tutti i propri dati, il 16% afferma di classificarne pochissimi o nessuno. La complessità operativa rimane un ostacolo, seppure il 53% (rispetto al 62% dello scorso anno) segnala di utilizzare cinque o più sistemi di gestione, il numero medio è diminuito solo leggermente (da 5,6 a 5,4). La realtà del multicloud e le mutevoli normative sulla privacy dei dati stanno a significare che la sovranità dei dati è una priorità assoluta per le aziende, il 28% identifica la gestione obbligatoria delle chiavi esterne come il modo principale per raggiungere la sovranità. Il 39% afferma che la residenza dei dati non sarebbe più un problema a condizione che venissero implementate la crittografia esterna, la gestione delle chiavi e la separazione dei compiti.  Le nuove tecnologie costituiscono minacce e opportunità  Guardando al futuro, il report evidenzia quali tecnologie emergenti sono in cima ai pensieri dei professionisti IT: il 57% identifica l'intelligenza artificiale come un'enorme fonte di preoccupazione. Seguono a ruota l'IoT (55%) e la crittografia post-quantistica (45%).  Detto questo, le aziende stanno anche esaminando le opportunità offerte dalle tecnologie emergenti, oltre un quinto (22%) prevede di integrare l'IA generativa nei propri prodotti e servizi di sicurezza nei prossimi 12 mesi e un terzo (33%) prevede di sperimentare l'integrazione della tecnologia.  Foto di 51581 da Pixabay Read the full article
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ircwebnet · 2 years ago
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Il futuro della sicurezza in rete: blockchain e crittografia post-quantistica
La sicurezza informatica è un tema di grande attualità, sul quale è in corso un incessante dibattito pubblico che interessa aziende, PA e istituzioni. Il punto è che, come dimostrano i dati del Rapporto Clusit 2023, il nostro Paese è diventato il principale bersaglio europeo, se non globale, di un’enorme mole di attacchi informatici di vario genere.  A difendere i sistemi e le reti del nostro…
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astra-zioni · 2 years ago
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Serie di bestemmie
Io davvero capisco tutto, credo di avere le facoltà intellettuali per capire tutto, ma tra tutti i problemi di cui siamo continuamente e quotidianamente bersaglio ora che anche la gravidanza - atto perpetrato dalla notte dei tempi -, debba diventare fonte di pipponi assurdi e scompensi indicibili non lo accetto, non lo accetto per la mia salute mentale, che cazzo, ogni situazione deve avere un retroscena drammatico per forza e porco dio non li fare i figli, non li fare, chi te lo fa fare di sorbirti gli sbatti della gravidanza e la depressione post partum per un essere che alla meglio ti sarà irriconoscente e ce l’avrà con te perché l’hai fatto nascere. Ci sono situazioni in cui oggettivamente uno sta di merda e non le sceglie, altre che uno se le sceglie con tutte le consapevolezze del caso. Cazzo, ti si forma un essere in pancia e vuoi che questo non abbia alcun impatto sulla tua vita? Sul tuo corpo? Sulla tua mente? Eh ma non lo sai finché non ci passi…e porco dio pt 2, mica ci vuole un dottorato in meccanica quantistica per immaginare che una gravidanza sia un processo estremamente delicato e complesso e in alcuni casi un vero dito al culo. Eh vabbè, ma se ne deve parlare perché le persone poi ti fanno sentire sbagliata…ma amore mio, ma quanti pochi cazzo di problemi nella vita devi avere se durante la gravidanza te ne sbatte di quello che ti dice la tua vicina di casa rimasta agli anni ‘50? E lasciali parlare. Un po’ di forza d’animo, di identità stabile, di confini definiti, di indipendenza intellettuale, un po’ tutte quelle facoltà mentali che dovresti avere nel momento in cui metti al mondo un essere umano, applicale, porco cane. In Iran cinque ragazze sono ricercate per aver postato - con non so neanche io quale coraggio - un video in cui ballano, non posso stare a sentire pure te, Peppina, con i tuoi scompensi mentali derivanti dall’aver preso 5kg. Eh ma…eh ma un cazzo. Vanno bene la malattia mentale, il vissuto soggettivo, i propri traumi, va bene tutto, ma ogni tanto usciamole pure ‘ste palle insieme al culo su Instagram, perché io onestamente, con tutta la buona volontà, sto perdendo le mie argomentazioni femministe davanti certe provocazioni maschili.
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weirdesplinder · 3 years ago
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LIBRI IN ITALIANO CON VIAGGI NEL TEMPO SEZIONE NARRATIVA GENERALE, video 2
- Timeline, di Michael Crichton
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Il  romanzo inizia in un mondo in cui le nuove tecnologie, sfruttando anche  le teorie della fisica quantistica, permettono di muovere  istantaneamente informazioni e oggetti, senza cavi né reti. Computer  piccoli come una molecola consentono anche agli uomini di visitare  qualunque istante del passato: la storia potrebbe diventare un immenso  luna park a disposizione dei turisti del tempo. È difficile immaginare i  rischi di viaggi di questo tipo: lo apprende a proprie spese un gruppo  di storici e archeologi che “visita” la Francia del Trecento e si trova  catapultato nel pieno della Guerra dei Cent'Anni, tra assedi, duelli,  briganti, soldataglie e affascinanti castellane.
- La confraternita degli storici curiosi, di Jodi Taylor (serie di 12 libri)
Link al libro: https://amzn.to/3sHjV9z
Link al post dove parlo di questa serie: https://weirdesplinder.tumblr.com/post/643733196166545408/jodi-taylor
Dietro la facciata apparentemente innocua dell’Istituto di ricerche  storiche Saint Mary, si nasconde ben altro genere di lavoro accademico.  Guai, però, a parlare di «viaggio nel tempo»: gli storici che lo  compiono preferiscono dire che «studiano i maggiori accadimenti  nell’epoca in cui sono avvenuti». E, quanto a loro, non pensate che  siano solo dei tipi un po’ eccentrici: a ben vedere, se li si osserva  mentre rimbalzano da un’epoca all’altra, li si potrebbe considerare  involontarie calamite-attira-disastri. La prima cosa che imparerete sul  lavoro che si svolge al Saint Mary è che al minimo passo falso la Storia  vi si rivolterà contro, a volte in modo assai sgradevole. Con una vena  di irresistibile ironia, la giovane e intraprendente storica Madeleine  Maxwell racconta le caotiche avventure del Saint Mary e dei suoi  protagonisti: il direttore Bairstow, il capo Leon Farrell, Markham e  tanti altri ancora, che viaggiano nel tempo, salvano il Saint Mary  (spesso - anzi sempre - per il rotto della cuffia) e affrontano una  banda di pericolosi terroristi della Storia, il tutto senza trascurare  mai l’ora del tè. Dalla Londra dell’Undicesimo secolo alla Prima guerra  mondiale, dal Cretaceo alla distruzione della Biblioteca di Alessandria,  una cosa è certa: ovunque vadano quelli del Saint Mary, scoppierà il  finimondo.      
- La mappa del tempo, di Felix J. Palma
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Londra, 1896. Il giovane e ricco Andrew Harrington è  inconsolabile per la perdita dell'amata Marie, una prostituta uccisa  anni prima da Jack lo Squartatore. A un passo dal suicidio però decide  di tentare un'ultima, disperata mossa: tornare nel passato per cambiare  il corso degli eventi e salvare la donna. In un'epoca di scoperte e  invenzioni, questo sembra infatti possibile tanto che una nuova  compagnia, la Viaggi Temporali Murray, dichiara di aver realizzato una  macchina del tempo, già immaginata un anno prima da H.G. Wells nel suo  celebre romanzo. Ma i viaggi nel tempo hanno effetti imprevisti: lo  scrittore stesso è minacciato da un ciarlatano arrivato dal futuro,  Marcus Rhys, che tenta di rubargli il manoscritto della sua ultima  opera. Rhys è a sua volta inseguito dall'ispettore Garrett, che lo  ritiene responsabile di una serie di crimini compiuti con armi  misteriose. A servirsi del prodigioso apparecchio c'è anche l'eccentrica  Claire Haggerty che, per scappare dalla rigida morale vittoriana, si  sposta nell'anno 2000, dove incontra finalmente l'uomo della sua vita.  Per tutti è solo una questione di tempo: sfuggirgli, trasformarlo,  modificarlo potrebbe offrire loro l'unica possibilità di cambiare il  proprio destino.  
- Serie Oxford Time Travel di Connie Willis (5 libri, ma in realtà solo Blackout e All Clear vanno letti per forza asssieme, i romanzi precedenti seppur ambientati nello stesso universo sono a sé stanti)
1. Fire watch (inedito in italiano)
2. To say nothing of the dog (inedito in italiano)
3. L'anno del contagio
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Per  la giovane Kivrin viaggiare nel tempo è un'esperienza unica e  affascinante, ma in fondo non troppo difficile: l'importante è osservare  le regole perché il suo improvviso arrivo nel 14° secolo risulti  plausibile e passi inosservato. Il resto è compito della tecnologia  futura che rende possibile un simile trasferimento temporale. Tuttavia  il suo viaggio nel Medioevo sarà molto di più che la realizzazione di un  sogno, anzi si trasformerà in un'esperienza decisiva, non solo per sé,  ma addirittura per due epoche separate dall'abisso del tempo, eppure  unite da un solo drammatico destino. disposizioni normative, prodotta al  riguardo dal Ministero delle Finanze. nella distribuzione dei redditi  personali e familiari.
4. Blackout  (collana Urania)
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Inghilterra 2060. Tre esperti di viaggi nel tempo  si preparano a tornare in momenti diversi della Seconda guerra  mondiale. La missione: osservare, da un punto di vista "sicuro", la vita  quotidiana in un periodo storico critico. Quindi dall'evacuazione di  Dunkerque agli orrori del blitz su Londra. Peccato che qualcosa vada  storto e gli osservatori si trovino intrappolati nel flusso della  storia, costretti a partecipare agli eventi che determineranno un'intera  epoca e tutto il nostro futuro.
5. All Clear  (collana Urania)
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Michael Davies, Merope Ward e Polly Churchill sono i tre  storici di Oxford che dal 2060 sono rimasti intrappolati  nell'Inghilterra della Seconda guerra mondiale. Tornando nel 1940  dovevano essere semplici osservatori della storia, invece piccole  discrepanze nella documentazione sembrano indicare che in qualche modo  hanno influenzato il passato, cambiando l'esito della guerra e smentendo  la convinzione che il passato possa essere osservato ma mai alterato.  Nel frattempo a Oxford, nel 2060, il supervisore del progetto cerca di  ritrovare i tre aghi nel pagliaio della Storia...
-Hyperversum, di Cecilia Randall (serie di 3 libri con molti spin off)
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Daniel,  studente universitario,  ha una passione bruciante per un videogioco  online, “Hyperversum”, che trasporta la sua fantasia nella storia.  Dentro la realtà virtuale ha imparato a essere un perfetto uomo del  Medioevo e conosce tutte le astuzie per superare ogni livello di gioco.  Una sera, Daniel gioca con alcuni amici e mentre vivono tutti insieme la  loro avventura virtuale nel Medioevo vengono sorpresi da una tempesta  che li tramortisce: i ragazzi si ritrovano così in Fiandra, nel bel  mezzo della guerra che vede contrapposte Francia e Inghilterra. Si apre  quindi per loro una nuova vita, nuove strade, un nuovo amore.
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scienza-magia · 4 months ago
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Archiviazione ottica quantistica con cristalli
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Memoria quantistica: un cristallo può contenere terabyte di dati in un millimetro. Un team di ricercatori dell'University of Chicago Pritzker School of Molecular Engineering ha messo a punto un metodo potenzialmente rivoluzionario per memorizzare dati sfruttando i difetti dei cristalli come sequenze di uno e zero, ciascuno delle dimensioni di un singolo atomo. Di cosa si tratta? Il Professor Tian Zhong, docente presso l'ateneo americano, ha spiegato che ogni cella di memoria viene creata a partire da un singolo atomo mancante, ovvero un difetto nella struttura cristallina. Grazie a questa tecnica è possibile comprimere terabyte di dati in un cubo di materiale di appena un millimetro di lato, come dimostrato nella ricerca pubblicata sulla rivista Nanophotonics. L'aspetto più interessante di questa scoperta risiede nell'approccio interdisciplinare adottato dal team, che ha saputo applicare tecniche quantistiche per potenziare i computer classici non quantistici. La ricerca ha preso le mosse dagli studi sui dosimetri per radiazioni - dispositivi comunemente utilizzati per misurare l'esposizione alle radiazioni del personale ospedaliero - reinventandone l'utilizzo nel campo della memoria microelettronica. Leonardo França, ricercatore post-dottorato nel laboratorio di Zhong e primo autore dello studio, ha evidenziato come il team abbia integrato la fisica dello stato solido, tipicamente impiegata nella dosimetria delle radiazioni, con la ricerca nel campo della scienza quantistica. Questo approccio ha permesso di sviluppare una tecnologia di archiviazione che fa da ponte tra il mondo quantistico e quello dell'archiviazione ottica dei dati.
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Un cristallo può contenere terabyte di dati in un millimetro Per realizzare questa nuovissima tecnica di memorizzazione, il team ha incorporato elementi delle terre rare, noti anche come lantanidi, in un cristallo. Nello specifico, hanno utilizzato praseodimio e un cristallo di ossido di ittrio, anche se il processo può essere applicato a una varietà di materiali, sfruttando le potenti e flessibili proprietà ottiche delle terre rare. A differenza dei dosimetri, che vengono attivati dai raggi X o gamma, questo dispositivo di archiviazione viene attivato da un semplice laser ultravioletto. Il laser eccita i lantanidi, provocando il rilascio di elettroni che vengono catturati dai difetti nel cristallo di ossido, come le lacune dove manca un singolo atomo di ossigeno. Mentre i difetti dei cristalli vengono comunemente utilizzati nella ricerca quantistica per creare "qubit", il team dell'università americana ha scoperto una nuova applicazione. Sono riusciti a controllare quali difetti fossero carichi e quali no, designando le lacune cariche come "uno" e quelle non cariche come "zero", trasformando così il cristallo in un dispositivo di archiviazione altamente efficiente che supera i limiti precedenti del computing classico. Fonte: phys.org Read the full article
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pensarediverso · 4 years ago
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I meta-luoghi. Uno, nessuno, molti o infiniti?
 La “località” è un principio posto alla base della fisica newtoniana. Tutto quanto è soggetto alla località può essere pesato, misurato e riprodotto in laboratorio. Da qui deriva l’inevitabile e incrollabile convincimento che la realtà è esclusivamente materialista. Tuttavia, è stata dimostrata una località non newtoniana, detta, appunto, “non-località”. Cosa accade qui?
 1 Luoghi e meta-luoghi.
 Prima di parlare dei meta-luoghi dovremmo intenderci sul concetto di luogo. Dal punto di vista della fisica classica, il luogo è una parte di spazio materialmente e temporalmente circoscritta. In questa parte di spazio avvengono i fenomeni fisici conosciuti. In base a questa caratteristica, i fenomeni fisici vengono detti “locali”. La località è una caratteristica irrinunciabile per la validazione di ogni fenomeno. Viviamo in un universo localizzato. Tutta la fisica newtoniana, e anche la relatività einsteiniana, funzionano perché descrivono fenomeni perfettamente rispondenti alle caratteristiche della località. Tutto quanto è soggetto alla località può essere pesato, misurato e riprodotto in laboratorio (o potrebbe esserlo disponendo di strumenti sufficientemente precisi). Da qui deriva l’inevitabile e incrollabile convincimento che la realtà è esclusivamente materialista. In effetti, se una “cosa” è materia, come per esempio un sasso, può essere pesata. misurata e riprodotta. Quindi lo studio dei sassi si ascrive alla fisica. Viceversa, “cose” come Shambala, El Dorado, il Paese dei Balocchi, La Terra di Mezzo, il Paradiso, l’Inferno e il Purgatorio non sono localizzabili, quindi non sono pesabili né misurabili e perciò vengono dette, nei casi più benevoli, luoghi fantastici oppure invenzioni per i grulli.  Lo studio di queste “cose” si ascrive alla metafisica.
In effetti, poiché la metafisica descrive le istanze non collocabili nel dominio della fisica, questi luoghi possono essere definiti meta-luoghi.
 Alla ricerca di un meta-luogo esistente.
 In effetti, basterebbe dimostrare che un solo meta-luogo esiste, per aprire la strada all’affermazione che tutti i meta-luoghi esistono, o, quantomeno, potrebbero esistere, se non altro grazie alla proprietà transitiva che recita:
se A = B e B = C allora A = C.
Immaginiamo che il meta-luogo B sia dimostrato esistente.
A= tutti i meta-luoghi;
B= uno dei tanti meta-luoghi;
C= esistenza affermata.
Poiché A=B, e B=C, allora A=C.
Il problema è che, fino a pochi decenni fa, nessun meta-luogo era mai stato dimostrato esistente.  Sebbene ne avessero scritto schiere di studiosi e filosofi, neppure i meta-luoghi più affascinanti, come il Mondo delle Idee di Platone o l’inconscio collettivo di Carl Jung, erano stati dimostrati esistenti.
 Le caratteristiche di un meta-luogo.
 Come già detto, un luogo, per essere considerato meta-luogo, dovrebbe essere libero da tutti i vincoli tipici della località newtoniana, principalmente:
1)  Non dovrebbe possedere “misure” quali lunghezza, larghezza, altezza e peso. I fenomeni al suo interno non sarebbero attenuati dalla distanza, perché non esisterebbero distanze. La velocità della luce non avrebbe senso, lo scambio di informazioni sarebbe istantaneo e totale.
2)  Non dovrebbe essere soggetto alla freccia del tempo. Al suo interno non dovrebbero esistere concetti quali “prima” e “dopo”. Dunque, in un meta-luogo non sarebbero più applicabili i concetti materialistici di causalità e determinismo, secondo cui ogni evento è causato da un evento che lo precede, e determina eventi successivi.
Pensate che un luogo (o meta-luogo) simile non potrebbe mai esistere? Vi sbagliate di grosso. Esiste sicuramente, e la sua esistenza è stata dimostrata scientificamente già negli anni ’80 del secolo scorso.
 Anno 1982: un esperimento sconvolgente.
 Ho già descritto in altri post (vedi: https://www.pensarediverso.it) il fenomeno dell’entanglement quantistico, dimostrato nel 1981-82 da Alain Aspect tramite l’implementazione in laboratorio di un esperimento suggerito da Stewart Bell nel suo teorema detto “diseguaglianza di Bell”. Questo teorema voleva far luce sul precedente esperimento mentale detto EPR, proposto dal trio Einstein, Podolski e Rosen. EPR metteva in dubbio le teorie quantistiche formulate dalla “Scuola di Copenhagen” di Niels Bohr. Per la verità, EPR voleva spiegare l’inspiegabile partendo da presupposti sbagliati.
Alain Aspect dimostrò per primo, senza dubbio, l’esistenza reale del fenomeno detto “entanglement quantistico”.
 Nasce la non-località quantistica.
 Se due particelle (per esempio due fotoni di luce) nate dallo stesso evento vengono spostate a distanze astronomiche, anche ai lati estremi dell’universo, riescono comunque a comunicare tra loro come se fossero una cosa sola. I loro comportamenti sono reciproci e contemporanei. Se una particella cambia il suo “spin”, contemporaneamente anche l’altra lo cambia, a qualunque distanza si trovi nello spazio.
è evidente che tutto ciò avviene al di fuori dei criteri di località tipici della fisica classica.
Infatti, non esiste nessun mediatore capace di spostare “fisicamente” l’informazione in modo contemporaneo tra i due fotoni. Quantomeno, l’informazione dovrebbe spostarsi alla velocità della luce.
In effetti, il principio di località afferma che oggetti distanti NON possono avere influenza istantanea l'uno sull'altro: un oggetto è influenzato direttamente solo dalle sue immediate vicinanze.
L’esperimento di Aspect dimostra che, almeno in un caso, può avvenire il contrario.
Questo sperimento di Aspect è stato ripetuto centinaia di volte in decine di laboratori, con metodi sempre più sofisticati. Attualmente non si pongono più in stato di “entanglement” due fotoni, ma miliardi di particelle contemporaneamente.
Per i fisici materialisti la non località è come una lama con cui una realtà innegabile trafigge le loro carni, rigirandola crudelmente nella ferita.
Non potendo deridere o insabbiare l’evidenza, il grande imbarazzo fu risolto normalizzando il conflitto. Quindi, il fenomeno fu accolto a denti stretti e gli si appiccicò una nuova etichetta priva del prefisso “para”: la non-località. Come affermava cinicamente Mao nel suo Libretto rosso: “Se non puoi distruggere il tuo avversario, fattelo amico”. Sano pragmatismo cinese!
 Prospettive future.
 Chissà se in futuro si potranno mettere in stato di entanglement due esseri umani, cioè due cervelli? Non si farebbe altro che dare dignità scientifica al “para-fenomeno” della telepatia.
Naturalmente, questo post non vuole affermare la reale esistenza di tutti i meta-luoghi possibili, anche se una teoria meta-quantistica, quella dei multiversi, renderebbe plausibile questa ipotesi.
Per il momento, osserviamo che molti fenomeni detti paranormali o extrasensoriali diventano possibili e normali nel livello della realtà quantistica. Per esempio, oltre alla telepatia, la conoscenza del passato e del futuro, visto che nella non località non esistono il “prima” o il “dopo”. Come accedere a questa realtà? Il livello quantistico è inaccessibile ai nostri cinque sensi, calibrati per il livello macroscopico. Tuttavia, è pienamente accessibile al nostro settimo senso, la coscienza.
 Testo di Bruno Del Medico
Blogger, divulgatore, scrittore.
https://www.pensarediverso.it
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levysoft · 4 years ago
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Un esperimento condotto nei laboratori del dipartimento di fisica dell’università di Vienna, pubblicato ieri su Nature, ha misurato per la prima volta l’accoppiamento gravitazionale fra masse di dimensioni millimetriche: piccole sfere d’oro paragonabili, per dimensioni e peso, a una coccinella
Giocando un po’ con una delle forze fondamentali più presente nella vita di tutti i giorni, la gravità, qualcuno avrà forse provato a calcolare l’attrazione gravitazionale fra due persone, fra una persona e un oggetto o fra una persona e un pianeta. Come risultato, però, avrà certamente ottenuto numeri poco significativi e difficilissimi da immaginare nella realtà, tranne forse nell’ultimo caso: quello che coinvolge corpi del calibro dei pianeti. La forza di gravità è prerogativa di corpi astronomici: era questa la credenza di Isaac Newton – lo scienziato che per primo si dedicò alla descrizione matematica della forza gravitazionale – e in un certo senso è un po’ anche la nostra, portati come siamo a pensare di contare poco o nulla a livello gravitazionale. Ma in realtà non è così. Lo dimostra uno studio pubblicato ieri su Nature in cui, per la prima volta, è stato misurato il campo gravitazionale generato da un corpo con una massa paragonabile a quella di una coccinella.
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La sfera d’oro usata nell’esperimento, qui messa a confronto con le dimensioni di una moneta da 1 centesimo. Crediti: Tobias Westphal / Arkitek Scientific
Quella gravitazionale è una forza solamente attrattiva, ed è la più debole fra le quattro interazioni fondamentali. Oltre alle masse in gioco e alla loro distanza, infatti, la relazione è regolata da un numero – la costante di gravitazione universale G – che ha un valore piccolissimo, contribuendo a rendere così poco significativa l’interazione gravitazionale di corpi piccoli. Il suo valore è stato stimato per la prima volta in un esperimento con un pendolo a torsione da un fisico e chimico inglese, Henry Cavendish, nel lontano 1797.
Tornando allo studio pubblicato ieri, mercoledì 10 marzo, l’impianto sperimentale messo in piedi dagli scienziati nei laboratori della facoltà di fisica di Vienna ha preso in prestito molto da quello di Cavendish: in realtà, si tratta proprio della sua versione in miniatura. Gli ingredienti fondamentali sono un corpo principale – che viene usato come attrattore gravitazionale – e un pendolo a torsione, alle cui estremità sono poste delle masse che, se attratte gravitazionalmente dal primo corpo, inducono una torsione del pendolo sincrona al movimento dell’attrattore stesso.
Nel caso riportato su Nature, la massa gravitazionale impiegata dagli scienziati era una sfera d’oro di 2 mm di diametro e con un peso di 90 milligrammi – il peso di una coccinella, per dare un riferimento. Il pendolo a torsione, invece, consisteva in una bacchetta di vetro lunga 4 cm e spessa mezzo millimetro, sospesa a una fibra di vetro di pochi millesimi di millimetro di diametro e alle cui estremità erano attaccate sfere d’oro di dimensioni e massa simili alla prima.
«Abbiamo mosso la sfera d’oro avanti e indietro, creando un campo gravitazionale variabile nel tempo», spiega Jeremias Pfaff, uno dei ricercatori coinvolti nell’esperimento e coautore dell’articolo. «Questo fa sì che il pendolo a torsione oscilli a quella particolare frequenza di eccitazione». Il movimento lineare della prima massa, si legge nello studio, era dell’ordine di 3 mm, mentre quello indotto sulle due sfere del pendolo è dell’ordine di pochi milionesimi di millimetro: impercettibile, ma rivelabile con l’aiuto di un laser. La vera difficoltà dell’esperimento stava nel minimizzare le fonti di “rumore” che potevano influenzare e indurre movimenti nel sistema. Parliamo soprattutto di rumore di natura non gravitazionale, come le vibrazioni sismiche generate dai pedoni e dal traffico dei tram intorno al laboratorio. Per questo, rivelano gli autori, le misurazioni più affidabili sono state raccolte di notte e durante le vacanze di Natale, quando il traffico era molto limitato. Altri effetti, come le forze elettrostatiche, sono stati ridotti a livelli molto al di sotto della forza gravitazionale da uno schermo posto tra le masse d’oro. La rivelazione di una frequenza di oscillazione sincrona fra i due oggetti è la prova inconfutabile che il pendolo a torsione ha reagito al campo gravitazionale della sfera in movimento.
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Deformazione dello spazio-tempo. Crediti: Nasa
Si tratta dell’oggetto più piccolo per il quale sia stato misurato il campo gravitazionale. Le implicazioni però, nel campo della microgravità e non solo, sono enormi: dalla determinazione della costante di gravitazione universale – fra le costanti della fisica, quella con il valore determinato meno precisamente – alla possibilità di testare alcune teorie fisiche riguardanti l’energia oscura, di verificare alcune leggi che prevedono una modifica alla gravitazione newtoniana per spiegare la rotazione delle galassie senza chiamare in causa la materia oscura, per finire, se gli scienziati riusciranno a spingersi su scale ancora più piccole, con l’attesissimo incontro fra gravità e fisica quantistica.
Infine, dato che nella storia della fisica a Newton è – in un certo qual modo – subentrato Einstein a fornire un quadro più generale, la questione può essere vista anche in un modo un po’ più complesso e affascinante, calata nella trama quadridimensionale dello spazio-tempo. Secondo la teoria della relatività generale, infatti, la forza gravitazionale generata da un corpo equivale alla deformazione dello spazio-tempo causata dalla sua stessa presenza, e l’attrazione gravitazionale che esso induce su un altro corpo equivale alla deviazione di traiettoria che tale corpo subisce quando passa in prossimità del suo centro di massa. La curvatura dello spazio-tempo, in altre parole, rende leggermente curvo un tragitto altrimenti perfettamente rettilineo. Ma non c’è bisogno di precipitarsi sulla bilancia: al cospetto dei grandi corpi astronomici che piegano lo spazio-tempo in modo a noi percettibile, restiamo comunque tutti pesi piuma.
Per saperne di più:
Leggi su Nature l’articolo “Measurement of gravitational coupling between millimetre-sized masses”, di Tobias Westphal, Hans Hepach, Jeremias Pfaff e Markus Aspelmeyer
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