#radcon
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jadarnr · 1 month ago
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TRINITY BLOOD
REBORN ON THE MARS
(Storia: Sunao Yoshida // Illustrazioni: Thores Shibamoto)
Vol. 1 - La Stella di Lacrime
LA CITTÀ SANGUINARIA
CAPITOLO TRE
Traduzione italiana di jadarnr basata sui volumi inglesi editi da Tokyopop.
Sentitevi liberi di condividere, ma fatelo per piacere mantenendo i credits e il link al post originale 🙏
Grazie a @trinitybloodbr per il contributo alla revisione sul testo originale giapponese ✨
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- Benvenuto ad Istvan Padre Nightroad. Io sono Laura Vitez, il Vescovo responsabile di questa chiesa
- Ah, molto piacere
In piedi davanti alla scrivania, Abel fece un sorriso leggermente imbarazzato in risposta a quello della donna, che sembrava più giovane dei suoi trent’anni. Illuminata dalla luce soffusa di una lampada, una libreria piena di scritture sacre che occupava l’intera parete incombeva sul sacerdote.
- Ho sentito che è successo qualcosa alla stazione appena è arrivato… ma non si preoccupi: finché sarà in questa chiesa, il Signore si prenderà cura di lei
Mentre Madre Vitez si faceva il segno della croce con reverenza, Abel rispose solo con un sorriso trattenuto e leggermente teso.
La chiesa di San Mathias era un imponente edificio gotico circondato da alte mura. Originariamente costruita nel quartiere occidentale, sull’altra sponda del fiume, era stata spostata su quella riva e restaurata durante il periodo di costruzione successivo alla Grande Catastrofe, il cosiddetto ‘Armageddon’. Era un edificio di grande tradizione storica. Tuttavia, dopo aver assistito a quello scontro a fuoco, non si poteva certo sentirsi tranquilli. Per vivere serenamente in una città tanto pericolosa, forse l’alcool sarebbe stato più necessario che la protezione divina.
- C’è qualcosa che non va, Padre? Non ha un bell’aspetto
- Oh scusate. Sono molto sollevato, ma sono anche un po’ stanco
- Oh mio Dio, mi scuso per la mia mancanza di premura. Provvederò a farla accompagnare subito nella sua cella, ed è meglio che stanotte si riposi per bene. Ah, ecco, sorella Esther?
- Sì reverenda madre?
Una voce fresca come il suono di una campana rispose da dietro Abel. Passi leggeri entrarono frettolosamente nell’ufficio del Vescovo.
- Mi ha chiamata?
- Accompagna Padre Nightroad alla sua cella. Una volta fatto, potrai ritirarti anche tu per la notte
- Certamente. Allora, Padre Nightroad, venga da questa parte, la guiderò ai suoi alloggi
- Ah perfetto grazie… eh?
Le sopracciglia del sacerdote, che si era appena rivolto verso la suora dietro di lui, si aggrottarono formando una V rovesciata.
A reggere il candeliere c’era una suora di bassa statura, che sembrava essere ancora adolescente. Ciò che aveva sorpreso Abel, però era il suo volto: i capelli rossi come il mogano che le cadevano da sotto il velo blu, ed il sorriso candido e perfetto.
- Ma… siete voi!
- Ci incontriamo di nuovo, Padre… Grazie per tutto l’aiuto che mi avete dato questo pomeriggio
La ragazza che gli stava sorridendo dolcemente tendendogli la mano era senza dubbio il ragazzo col cappello da cacciatore incontrato alla stazione. Solo che ora non indossava il cappello e non era vestita da ragazzo. La veste blu con i bordi bianchi indicava che era una novizia, una suora in formazione.
- Conosci già Padre Nightroad, Esther?
- Sì ci siamo incontrati oggi pomeriggio quando sono andata a fare la spesa in città. Mi ha aiutato quando la Polizia Militare mi ha importunata… La ringrazio nuovamente molto per questo, Padre. Mi chiamo Esther Blanchett, sono una novizia
- Ah, piacere mio… che coincidenza eh? Quindi siete una suora
Stringendo la mano che gli era stata tesa, Abel fissò il volto della giovane donna con l’espressione stupita di un piccione colpito da una fionda.
Quando si erano incontrati al tramonto, non aveva avuto tempo di prestare attenzione al suo aspetto, ma ora che poteva guardarla bene, si rese conto che era una ragazza piuttosto bella. In una città in cui capelli ed occhi neri erano predominanti, il suo viso dai tratti delicati doveva essere una rarità. I suoi occhi, che richiamavano il colore dei lapislazzuli, brillavano di una serena intelligenza. Le sue labbra, piccole e ben definite sotto un naso elegante, possedevano una raffinatezza quasi aristocratica. Dal nome si poteva immaginare provenisse da un altro paese. Forse Albion?
- Mi scusi… ho qualcosa sulla faccia?
- Eh? Ah no, no, è solo…
A quella domanda posta da Esther con fare curioso, Abel rispose scuotendo vigorosamente la testa. La novizia guardò il sacerdote come se stesse osservando una creatura misteriosa.
- Allora se me lo permette la accompagno subito alla sua stanza. Mi lasci prendere il suo bagaglio…
- Ah, grazie e scusa il disturbo. Con permesso, Reverenda Madre…
- Riposi bene Padre Nightroad
- Ah, certo, buonanotte. Che fortuna essere sotto lo stesso tetto di donne così belle…
Completamente dimentico dei problemi di poco prima, della fame e dell’oscurità del corridoio, Abel seguì la giovane suora con un’espressione beata. La serata non era certo iniziata nel migliore dei modi, ma l’indomani sarebbe sicuramente andato meglio. La Reverenda Madre sembrava gentile, l’aria era fresca e la ragazza carina…
Alla fine Istvan é una buona città.
- Eccoci qui, questa é la sua stanza, Padre
- Ah bene, è proprio una bella stanz…
La voce di Abel si affievolì come un palloncino bucato prima di riuscire a finire la frase.
La luce del candeliere rivelava una stanzetta grande poco più di una bara. Come mobili c’erano solo un piccolo letto - esattamente della misura giusta perché uno alto come Abel riuscisse a dormire solo piegando gambe e collo ad angolo retto - ed un armadio che era grande come una valigia. Il soffitto era stranamente basso e presentava un’incomprensibile macchia nera che sembrava vagamente un volto umano. Dalla finestra pendeva un panno vecchio e liso che non si poteva escludere del tutto essere una tenda.
- Ah… uhm… è sicura di avermi portato nella stanza giusta?
- È una bella stanza, non credete? Poiché sapevamo che un sacerdote speciale veniva appositamente da Roma, tutti noi ci siamo preoccupati di prepararle la migliore possibile. Faccia come fosse a casa sua
- Eh… grazie mille
Il nuovo sacerdote fece un sorriso che assomigliava di più ad una paresi facciale.
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Non poteva perdersi d’animo. Come si diceva? ‘Paese che vai, usanze che trovi’. Avrebbe dovuto sopportare quelle piccole differenze di abitudini… Anche se non se la sentiva di escludere del tutto che invece stesse subendo una qualche forma di maltrattamento.
- La sveglia è alle quattro. La funzione mattutina inizia alle quattro e mezza, quindi non fate tardi e recatevi alla cappella per tempo. I vestiti da lavare vanno messi nel cesto che reca il vostro nome che si trova in bagno. Mmmhhh… che altro dovrei dirle…?
- Signorina Esther, posso farle una domanda?
- Prego
Esther inclinò leggermente la testa, guardando il sacerdote seduto mestamente sul letto. I suoi capelli rossi brillavano dolcemente alla luce della candela.
- Quando ci siamo incontrati in stazione oggi pomeriggio… perché eravate vestita così?
- Vestita da ragazzo intende? Beh, in città così é più sicuro
- Sicuro?
- Sì, la città è molto pericolosa ultimamente. È molto rischioso per una donna camminare da sola. È solo una misura di sicurezza
- Ahhh capisco, capisco, ha senso
Abel annuì incrociando le braccia soddisfatto.
- In effetti dopo sono stato anche coinvolto in una sparatoria con un gruppo di persone chiamate Partigiani. È stato spaventoso, soprattutto il capo, quello che chiamavano Stella, era uno che sparava senza sosta. Sono stato tanto così dal venir ucciso
- Santo cielo! I Partigiani ha detto? Ma nella sfortuna è stato fortunato no? Nè è uscito senza alcuna ferita
- Non mi sono fatto male, ma è stato molto, molto spaventoso
La ragazza rimase in silenzio, senza rispondere, mentre Abel continuò a mormorare fra sé e sé.
- Forse sono davvero finito in un luogo orribile. Intorno c’è solo campagna e la città è pericolosa… Accidenti, l’Ufficio Risorse Umane ed il capo mi hanno proprio fregato per bene. Devo avere imboccato nuovamente una strada sbagliata…
- Le succede spesso?
- Ahimè, nel mio caso sì. La persona che era il mio capo a Roma è crudele, insensibile, fredda come il ghiaccio e completamente disumana, un vero demone. Mi ha anche portato fino alle lacrime diverse volte. Ma almeno qui sembra che la sua superiore sia una persona gentile, per cui in fondo mi sento sollevato…
- Madre Vitez? Sì é una persona davvero gentile
Esther annuì profondamente, giocando con il rosario sul petto. Senza rendersene conto, il suo viso aveva assunto l’espressione di una bambina orgogliosa della propria madre.
- Fin dall’infanzia è stata gentile con me, come se fosse la mia vera madre
- Dall’infanzia?
- Sì, sono stata cresciuta in questa chiesa
Quindi era un’orfana o qualcosa del genere.
Per un attimo, un barlume di compassione attraversò gli occhi di Abel, ma non disse nulla ad alta voce.
- Oh, cavolo! È già tardi!
Guardando la torre dell’orologio che si trovava fuori dalla finestra della cella, Esther si alzò in tutta fretta. Sebbene nel mondo all’esterno della chiesa le nove fossero considerate ancora l’inizio della sera, lì dove le mattine iniziavano assurdamente presto era già ora di andare a letto.
- Passerò domani mattina a svegliarla. Per favore si copra e non prenda il raffreddore, e si riposi un po’
- Certo, grazie mille
Abel fece per alzarsi dal letto per accompagnare Esther che usciva dalla stanza, ma…
- Mi scusi Padre Nightroad, può concedermi un momento?
Si sentì bussare discretamente ed il volto del Vescovo Vitez fece capolino dalla porta.
- Buonasera Reverenda Madre. Come mai è qui?
- Mi dispiace di disturbarla mentre stava per andare a riposare. Ma…
- Si levi di torno, Madre
Un’ombra spinse violentemente via dalla porta Madre Vitez ed apparve un corpo gigantesco che sembrava raggiungere il soffitto. Esther trattenne il respiro.
- Oh, lei è della Polizia Militare, giusto?
- Ehilá, ci incontriamo di nuovo ragazzina
Il gigante - o meglio, il colonnello Radcon - sorrise con un ghigno lascivo. Forse a causa dei terribili ricordi di quel pomeriggio, Esther fece un passo indietro, mentre i piccoli occhi del gigante la fissavano insistentemente.
- Cosa… cosa ci fa lei qui! Questo posto è…
- Whoa, non voglio nulla da te stavolta. Sono interessato al Padre
- Eh? Io?
Radcon fece un cenno di saluto in direzione del sacerdote, che stava sbattendo le palpebre sorpreso.
- Lord Gyula desidera incontrarti. Preparati immediatamente. Sembra che vi voglia per cena
- Lord Gyula? A quest’ora? Ma ci siamo salutati poco fa… Ha qualche affare urgente? É successo qualcosa?
- E che ne so! Ma vedi di sbrigarti, la macchina sta aspettando fuori…
- Ma…
- Scusate un momento!
Fu Esther ad interrompere la conversazione. Per qualche motivo, iniziò a parlare nervosamente al sacerdote, che stava già per alzarsi e seguire il Colonnello.
- È già molto tardi… quindi se possibile sarebbe meglio evitare di uscire
- No é fuori discussione
Ringhiò Radcon scuotendo la testa e mostrando i denti anteriori storti.
- Se si è abitanti di questa città, è stabilito che un invito alla Valle di Sangue non può essere rifiutato. Per niente al mondo
- Non esiste una legge del genere! E comunque il sacerdote è appena arrivato in città e non si può considerare un abitante
- In ogni caso non dipende da te, ragazzina, ma dal prete. Allora, che hai intenzione di fare?
- Se rifiutassi, mi succederebbe qualcosa?
- No, no non ti succederebbe nulla
Rispose Radcon inarcando la schiena in modo drammatico.
- Sono pur sempre un gentiluomo. Tuttavia, da domani le cose potrebbero complicarsi per gli abitanti di questa chiesa
- Ah… e per ‘complicarsi’ cosa intende?
- Ultimamente da queste parti è piuttosto pericoloso. Finestre sfondate, oggetti rubati, persino suore trascinate nei vicoli mentre fanno la spesa…
- Padre, va tutto bene. Stiamo bene, quindi per favore…
- Okay, vengo con lei
Prima che Esther potesse intervenire, Abel aveva già acconsentito, con la stessa espressione disinvolta di sempre.
- Rifiutare un invito così cortese sarebbe da maleducati. Io…
- Ma Padre!
- Così si fa. Sei proprio un prete intelligente
Con un sorriso soddisfatto, Radcon annuì, ignorando il gemito di Esther che lo guardava di traverso. I soldati che erano rimasti fermi nel corridoio si avvicinarono, afferrando le braccia di Abel da entrambi i lati.
- Beh, è tutto. Mi è dispiaciuto interrompervi mentre facevate i piccioncini, ma ora prenderemo in prestito questo ragazzo pero un po’… e per quanto riguarda te, signorina, mi prenderò cura di te quando verrà il momento, non temere. E quando questo succederà, ti penetrerò così a fondo che non riuscirai più a camminare… Non vedo proprio l’ora
Il gigante lanciò un’occhiata lussuriosa all’altezza del bacino della novizia, e dopo essersi fatto sfuggire una tale volgarità, si voltò rapidamente verso il corridoio, seguito dai soldati che tenevano saldamente il prete per le braccia.
- …Va tutto bene, Esther
Scortato da entrambi i lati come se fosse stato un comune criminale, Abel inclinò il viso verso la ragazza, che era rimasta immobile.
- Non è che sto per essere divorato o cose così�� Tornerò domani. Assicurati che la colazione sia pronta per piacere. Bene Reverenda Madre, allora io vado…
- Alla prossima, Madre. Questa chiesa è davvero piena di belle donne. Tornerò sicuramente
Esther rimase impassibile per un po’ di tempo anche dopo che Abel, che aveva continuato a sorriderle dolcemente, e l’enorme figura di Radcon con la sua risata volgare furono scomparsi lungo il corridoio. Anche quando Madre Vitez e gli altri chierici si furono ritirati nelle loro stanze con espressioni preoccupate, lei rimase sola a fissare fuori dalla finestra, mordendosi con forza il labbro inferiore.
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sttmh · 1 month ago
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como ninguém notou até agora que o sans original tá vagando que nem uma galinha pela estrada pelo maldito multiverso inteiro!???tipo não tem um monte de seres super poderosos que saberiam logo de cara que o classic e o original??
Ainda não acredito que o erro não notou logo de cara!!tipo canonicamente ele só gosta/acha que é o único que deveria existir e o universo original e por extensão o sans original(adoro o radcon em que o error tem uma paixonite enorme"cof obsessão cof"no classic seja platônica ou romântica enquanto odeia todo o resto da existência)
Ooo! So, the reason why no one realizes Classic is the original is due to an interpretation of mine of how the multiverse works.
To put it in Error's viewpoint, all characters are files within a packaged universe. AUs often have names that are slapped on the package, but you would only know that if a label were on the character/file.
Why would Classic have a label on him denoting that he is the original? The way everyone knows he is the original in the fandom is a few things: one, he came first, and two, all other AUs/interpretations directly stem from the original game.
That's where links come in! As Error stated in an earlier chapter, links represent how each universe is connected. I think of it as a complicated web, where each string shows influences of AUs on other universes.
To return to the ways to tell Classic is the original, time is not linear in STTMH. Classic will learn pretty soon exactly how, but you can think of it as a universe only syncing up to the multiverse's time when its "links form" and it officially joins the multiverse.
Therefore, the only reason others could tell Classic is the original is via the links. But the links are between universes themselves, not the characters/individual files. So the only way to notice how all these connections fit together would be to somehow measure the links in the original universe and notice that all others eventually lead back to the original. :)
Links have been touched on briefly, and you'll hear them dropped in every now and again!
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cecilnightvalepalmer · 1 year ago
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RADCON HAS BEGUN I REPEAT RADCON HAS BEGUN!!!!
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strangestcase · 9 months ago
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gotta say I love how all the insane manosphere neo-radcons who think the two genders are Eater Of Beef and White Broodmare are frothing at the mouth about fucking Sesame Street of all things. i mean… sure, we all know those chuds are the type to get mad at anything that promotes justice and love and good vibes such as beloved kids tv shows but one wouldn’t expect it to be so on the nose like they’re goddamn cartoon villains
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itsnatt09 · 1 year ago
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Been away from painting for a second but I did finish up this BARC speeder just in time for Radcon in Tri-Cities WA tomorrow. RIP to my Ring light, who wasn't able to join us for this project
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skekilla · 10 months ago
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i havent been posting stuff for my original stories lately but i think its about time i show off my girls! these two are Ange and Ella and they exist in post-nuclear breakdown America. this world is one where the Cuban Missile Crisis went horribly wrong, causing six major cities to become decimated nuclear wastes---now called RadCons and encased in big walls by the remaining fragments of the USA. these RadCons are isolated and extremely rough to be in, but the outside is only a little better. still, the hope of freedom and safety out there is enough to drive these twins out of the wreckage of New York City. theyre on a trip across the continent to Seattle to see the '62 world fair's space needle that they've seen ads about and dreamed of since they were born conjoined, sharing a six-chamber heart! and the trip is unpleasant :D
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i do adore my girls very much, they have been through a lot!!! an essential fun fact about them is that when they grew up in RadCon-3 (New York) they were raised by this really nasty and gruesome gang that used to all just be a bunch of medical professionals in a women's hospital but overtime evolved into this crazed group. and Ange and Ella were kinda the group's prized possession, especially the leader! shes the one who kept the twins alive and made their heart work (as pictured below) but she also sucks :)
personality-wise, Ange is very firey but also empathetic, while Ella is more clever, quiet, and calculating. theyre 15---born just six months after the nuclear disaster, and mutated within their mother's womb because of the radiation around her
ive got so much more info about them and their story but thatll be for later if i decide to do more work on this story!
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ljamesart · 11 months ago
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These embroidered iron-on patches debuted at RadCon earlier this year, and up until now have only been available to my members and at certain events I've been to. The remainder are now available on my shop! Thanks so much for taking a look 💖
🪩 COMMISSIONS: https://l-james.com/commissions/ 📯 FOLLOW ME: https://l-james.com/mail/ 🎉 FIND ME: https://l-james.com/social
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radsaurus-q · 1 year ago
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I keep hearing about Radcon and I finally figured out what it is only to find out I’m blocked 💀
I don’t even know the person who runs it, why run RQ events if you’re just gonna block Radqueers and not give them some way to attend still. Was gonna boost it on my main smh.
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willwood-enjoyer · 1 year ago
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FUCKING WISH I COULD'VE GONE TO RADCON NOW
If anyone wants to play some other time hmu PLEASE
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princess-of-the-corner · 9 months ago
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Oh yea 100% radcon, just wanted to mention how I've seen some people trying to make sense of that stupid idea
fair
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masticadoresdeletras · 1 year ago
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2004: Funes y el poder by j. re crivello
2004: Funes y el poder (De Planeta Zapatero)
I. La ideología Radcon (el ascenso al poder)El largo periodo que se inicia en el año 2004 con el triunfo de Rodríguez Zapatero seria inexplicable sin considerar los años que van entre el 2004 y 2007. Su genuina ideología Radcon tiñe la sociedad de una suerte de optimismo vital, exceso de talante, asentado en una economía de marcado estilo desarrollista. 2004: Funes y el poder (Artículo escrito…
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jadarnr · 1 month ago
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TRINITY BLOOD
REBORN ON THE MARS
(Storia: Sunao Yoshida // Illustrazioni: Thores Shibamoto)
Vol. 1 - La Stella di Lacrime
LA CITTÀ SANGUINARIA
CAPITOLO DUE
Traduzione italiana di jadarnr basata sui volumi inglesi editi da Tokyopop.
Sentitevi liberi di condividere, ma fatelo per piacere mantenendo i credits e il link al post originale 🙏
Grazie a @trinitybloodbr per il contributo alla revisione sul testo originale giapponese ✨
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Anche se il tramonto era già passato da un po’ di tempo, ci sarebbero dovuti essere ancora alcuni treni in arrivo. Normalmente la stazione sarebbe stata piena di viaggiatori in partenza o in arrivo da lontano.
Tuttavia, quando il treno senza finestrini arrivò al binario, con un suono di frenata che sembrava l’artiglio di un demone che graffiava l’aria notturna, all’interno della stazione erano scomparsi non solo i viaggiatori, ma anche il personale. Al loro posto, allineato sulla banchina, c’era un gruppo di soldati in uniforme blu scuro con i fucili sulle spalle. I volti sotto i berretti militari non si muovevano di un millimetro, sembravano più bambole che esseri umani.
- Presentate le armi!
In risposta al comando, i fucili si alzarono in alto. La luce delle lampade a gas si rifletteva nitidamente sulle baionette. Nel velo di vapore che saliva dalla locomotiva davanti a loro, le ombre dei soldati, che esalavano respiri bianchi nell’aria notturna, si stagliavano grandi sul binario.
- Bentornato Signore
L’immenso corpo del gigante si inchinò all’unico passeggero che scendeva la scaletta, senza lasciare traccia dell’arroganza mostrata prima. Il suo berretto militare quasi toccava il suolo mentre si inchinava profondamente.
- È stato un lungo viaggio, dovrete esser stanco Lord Gyula
- Grazie per l’accoglienza, Colonnello
Radcon fu ringraziato da un bel giovane dal viso dalla pelle chiara, incorniciato da capelli neri, con il corpo alto e ben proporzionato coperto da un lungo mantello. La malinconia che mostrava sul volto sembrava adattarsi perfettamente a quella città grigia. Tuttavia, quegli occhi che in qualche modo ricordavano quelli di un cane lupo, dalle iridi grigie leggermente pigmentate e le pupille scure, brillavano più cupamente della sera, provocando inquietudine in chiunque li osservasse. Forse perché, da quando era sceso dal treno, non aveva mai battuto le palpebre.
Sollevando il colletto del suo mantello, il nobile giovane chiese, con una voce ricca e corposa che ricordava un cognac di alta qualità:
- È successo qualcosa ad Istvan durante la mia assenza?
- Sì, i Partigiani hanno causato qualche problema, ma li abbiamo già repressi. I principali cospiratori sono detenuti nella Valle di Sangue, quindi non c’è da preoccuparsi
L’atteggiamento del gigante era più simile a quello di un cane addomesticato che a quello di un vassallo. Il giovane signore si limitò ad annuire leggermente a quella risposta quasi sottomessa, prima di iniziare a risalire il binario con passi agili. Intorno a lui, i soldati formavano un muro con i loro corpi.
- A proposito, come va nell’Impero, Lord Gyula?
- Sono testardi, come al solito. In ogni caso sembra non abbiano nessuna intenzione di sostenere la nostra insurrezione. Non sono nemmeno riuscito ad incontrare Sua Maestà, l’Imperatrice Augusta… Ma quando vedranno il potere di quella cosa, le loro reazioni cambieranno di sicuro
Il giovane nobile curvò leggermente le labbra, guardando dritto davanti a sé. Quell’espressione fece calate sulla sua bellezza un’atmosfera di estrema freddezza. O forse era a causa dei canini che apparivano dagli angoli delle sue labbra?
- L’hardware è stato quasi del tutto ripristinato. Ora non resta che completare il controllo del software e passare ai test di accensione… E quello chi è?
Con l’espressione di chi ha appena trovato un animaletto sconosciuto nella propria casa dopo un lungo periodo di assenza, Gyula indicò con il mento un angolo del binario. Circondato dai soldati e legato strettamente c’era un uomo dai capelli d’argento dall’aria stanca.
- Si tratta di un sospetto che abbiamo fermato poco fa all’interno della stazione. Poiché ha fatto commenti ed azioni ostili nei confronti della Polizia Militare, lo stiamo portando via per interrogarlo
Gyula stava per procedere oltre, ma all’improvviso tornò sui suoi passi. Si voltò rapidamente e si diresse verso l’uomo dai capelli d’argento.
- Mi scusi, qual’è il suo nome?
- Abel… Abel Nightroad
Rispose l’uomo, muovendo debolmente le labbra spaccate. Aveva lividi su tutto il viso, probabilmente era stato picchiato duramente.
- Vengo da Roma. Sono stato appena assegnato a questa città dal Vati…
- Smettila di blaterare!
I bottoni del cappotto di Abel saltarono via aprendosi con un unico suono, mentre il braccio gigantesco di Radcon gli afferrava il colletto.
- Rispondi solo alle domande che ti vengono fatte!
- Aspetti Colonnello
Radcon, che stava urlando con una furia tale che sembrava in procinto di mangiarsi il suo avversario, venne fermato con garbo da Gyula. Dal colletto strappato del cappotto del giovane, si potevano vedere i vestiti che portava sotto, così come il crocefisso che brillava sul suo petto.
- Un rosario e una veste… siete per caso un prete?
- S..sì. Sono il prete assegnato alla chiesa di San Mathias qui a Istvan
Abel contorse il viso per il dolore, mentre Radcon continuava a stringergli il colletto.
- Ecco…Io non ho fatto nulla di male…
- Ti ho detto che devi chiudere quella boccaccia!
- È lei che dovrebbe fare silenzio, Colonnello. Liberi le mani del prete
- Ma… ma... Vostra Eccellenza!
- Le ho detto di lasciarlo andare, non mi ha sentito?
Sussurrò Gyula dopo aver lanciato una breve occhiata al gigante con la bocca aperta. Non era un tono aggressivo, tuttavia lo sguardo fisso sul volto di Radcon, l’espressione bruscamente mutata, aveva la freddezza del ghiaccio secco.
- Non mi interessa come o in che modo trattate i vostri simili… o forse è meglio dire che non ci presto attenzione. Ma la mia natura non tollera i cani addestrati che non si comportano bene… Capisce cosa intendo?
- Le chiedo di perdonarmi
Gyula ignorò completamente Radcon che scrollava il suo enorme corpo e chinava il capo, e si rivolse ad Abel, facendo un cortese inchino al sacerdote che si stava massaggiando il collo con un’espressione sofferente.
- Le chiedo di scusarmi. Il mio nome è Gyula Kadar, sono la persona che gestisce gli affari di questa città. Sono profondamente dispiaciuto, credo proprio che abbiano commesso un grosso errore. A nome di tutti i cittadini di Istvan, le porgo le mie sentite scuse
- Ah, è molto cortese da parte sua, grazie
Il prete chinò il capo umilmente, come imbarazzato. Era esageratamente alto, ed il suo viso, con i capelli d’argento e gli occhi azzurri, era ragionevolmente armonioso, ma i suoi lineamenti erano quelli di un normale giovane che si poteva incontrare ovunque. Tuttavia, mentre osservava quel volto cercando di non mancargli di rispetto, Gyula sentiva qualcosa assillarlo in fondo alla mente. Aveva per caso già visto quell’uomo da qualche parte?
- Mi scusi Padre… ci siamo forse già incontrati prima d’ora?
- No credo proprio che sia la prima volta che ci incontriamo. Comunque è la prima volta che vengo in questa città
- Capisco… Beh rispetto a Roma questa è una zona noiosa, ma potrete approfittarne per rilassarvi
Sorridendo elegantemente, il giovane nobile gli tese la mano. A quanto pare era solo un semplice prete. Gli strinse la mano con garbo ma con indifferenza, e concluse l’incontro con una serie di convenevoli neutri ed innocui.
- Benvenuto ad Istvan Padre Nightroad. Siamo contenti di avervi qui
- Ah, la ringrazio molto
Il sacerdote, ora anch’esso tranquillo, rispose stringendogli la mano e chinando il capo, ma quando lo sollevò nuovamente verso volto di Gyula, la sua espressione impallidì improvvisamente.
Avrò stretto troppo?
Fu il pensiero di Gyula per un attimo, ma poi si rese conto che lo sguardo del prete era fisso oltre la sua spalla. In quel momento, con una forza straordinaria che non corrispondeva alle braccia sottili dell’uomo, il giovane nobile fu sbattuto a terra.
- Cosa stai facendo, insolente?
Riecheggiò l’urlo rabbioso di Radcon. Cercò di correre verso il suo padrone ed il prete che lo aveva fatto cadere, tuttavia qualcosa che emetteva un suono terribile squarciò l’aria notturna proprio davanti al suo naso.
Qualcosa che aveva attraversato lo spazio dove un attimo prima c’era la testa di Gyula, si conficcò nel corpo del treno con un forte suono metallico. Si trattava di un’asta d’acciaio, dello spessore di un dito, dotata di piccole ali.
- Ma questa è… una freccia da balestra!
Il soldato che aveva cercato di dare l’allarme cadde violentemente a terra, stringendosi la spalla da dove ora spuntava un oggetto simile. Accanto a lui un altro soldato, mentre cercava di imbracciare il fucile, era stato colpito all’addome ed era caduto.
E poi, nell’istante successivo, la notte esplose.
Sopra i binari e nella sala di attesa deserta iniziarono a scoppiare lampi inquietanti e a sentirsi rumori di spari. Non appena le scie di fuoco dorate si concentrarono senza sosta sul binario, alcuni soldati caddero senza nemmeno rendersi conto di ciò che gli era accaduto.
- Un… un attacco nemico! Sono i Partigiani!!
Ma dove si nascondevano? Uomini mascherati, con passamontagna e maschere che coprivano i loro volti, apparvero da tutte le parti. Non si trattava di un concorso in maschera, come era evidente dalle armi da fuoco che avevano in mano e che sputavano rapidamente fiamme.
- Sparpagliatevi! Sparpagliatevi e contrattaccate individualmente!
Il grido di Radcon riecheggiò inutilmente. I proiettili venivano chiaramente sparati a un ritmo calcolato. Le molotov, che volavano in archi dorati, si frantumavano, la benzina che si spargeva prendeva fuoco rapidamente, coprendo tutto con fiamme danzanti e frenetiche. In mezzo al fuoco, il binario brillava come il palcoscenico di un teatro.
- Tutti voi, non preoccupatevi dei pesci piccoli! Catturate Gyula!
Un urlo acuto riecheggiò dall'oscurità, seguito da un proiettile proveniente dalla stessa direzione della freccia precedente. L'arma mortale sfiorò il volto di Abel, che rimase immobile per la sorpresa, e si conficcò alla base in uno dei pilastri alle sue spalle. Poco dopo, un fetore nauseabondo si diffuse nell'aria; a quanto pare, qualche tipo di acido o sostanza chimica era stata impregnata nell'asta della freccia.
- Ah, ah, ah! Giusto, ho una pistola! Ho una pistola da qualche parte….
- Padre, stia giù per piacere
Nonostante la situazione, il sacerdote cominciò a frugarsi nelle tasche e all'interno dei vestiti. Gyula abbassò la testa. Poi si tolse il mantello e, scuotendolo come un torero, abbatté uno ad uno i dardi della balestra che volavano verso di lui. La sua tecnica era impressionante. Tuttavia, la precisione dei colpi indicava che anche l'abilità del tiratore nemico era insolita.
Guardando l’ultima carrozza del treno che si trovava sul binario opposto, Guyla fece un leggero sorriso: era da lì provenivano le pallottole.
- Una buona mira, ma… Colonnello!
- Sissignore!
Anche se erano stati presi alla sprovvista, erano pur sempre un esercito. Dopo il primo momento di confusione, i soldati della Polizia Militare avevano cominciato a trovare una copertura e a rispondere al fuoco. Anche coloro che li attaccavano continuarono a sparare senza sosta, ma non avevano più l’effetto sorpresa dell’imboscata. Anche le molotov che venivano lanciate in aria di tanto in tanto rivelavano le ombre delle persone nascoste dietro di loro.
- A quanto pare i nemici sono poco numerosi. Mandate una decina di uomini sul fianco sinistro e circondateli
- Sì! Maggiore Iqus! Fianco sinistro, accerchiateli!
- Affermativo
Il giovane ufficiale annuì inespressivo ed iniziò a muoversi lungo il binario assieme ai soldati. Sembrava che il nemico si fosse accorto della loro presenza perché la linea di fuoco si indebolì temporaneamente.
- Non riuscirete a fuggire, Partigiani!
Leccandosi le labbra, Radcon estrasse il suo grosso revolver. Forse con l’intenzione di coprire la ritirata dei suoi alleati, il tiratore della balestra continuava a sparare raffiche con la stessa intensità di sempre. Senza nemmeno prendere la mira, il gigante dalla faccia torva sparò una raffica di colpi in quella direzione.
Si udì un piccolo grido. Una figura bassa, che impugnava una balestra a fuoco automatico si accovacciò, premendosi la spalla. Vedendo ciò, uno dei Partigiani gridò.
- State bene Stella?
Con il fucile artigianale in una mano, il Partigiano corse verso il balestriere e si accorse che sarebbe stato impossibile continuare il combattimento.
- L’operazione è fallita! Ti coprirò, quindi ora corri, Stella! - Gridò.
La piccola figura, con il volto nascosto dal passamontagna, sembrò rispondere qualcosa, ma non si udì a causa degli spari che riecheggiavano tutt’intorno. Il combattente gridò di nuovo.
- Stupido! Cosa succederebbe se il nostro leader morisse? Li terrò impegnati. Tu prendi gli altri e scappa!
Nel frattempo la potenza di fuoco della Polizia Militare continuava ad aumentare. Una squadra separata, che era in attesa fuori dalla stazione, aveva notato che qualcosa non andava ed era accorsa a dare supporto.
Il balestriere chiamato ‘Stella’ rimase in silenzio per un momento, ma quando l’uomo gridò di nuovo, annuì come se si stesse liberando di qualcosa ed emise un fischio vigoroso con le dita. A quel segnale, gli attaccanti cominciarono a ritirarsi contemporaneamente nell’oscurità.
- Tu! Non pensare che ti lascerò andare via assieme a tutti gli altri terroristi!
Radcon puntò la canna del fucile alla schiena della piccola figura. Il gigante, come una iena che aveva individuato la sua preda, strinse gli occhi e prese la mira con cura.
- Và all’inferno!
- Ah, trovata!
In quel momento si levò come un grido di gioia. Proprio allora il prete, che si stava agitando inquieto, aveva estratto dalla tasca interna del suo abito un revolver a percussione esageratamente antiquato.
L’armò con uno scatto secco e, con un movimento pericolosamente maldestro, premette il grilletto.
- Ah ah ah! Con questo ora ho la forza di cento uomini! Non ti lascerò scappare terrorista! …Ma cosa?
Con un suono insulso ed ovattato, si alzò una spettacolare nuvola di fumo bianco.
L’antico revolver a percussione era un’arma dotata di un meccanismo che sparava proiettili accendendo la polvere da sparo sigillata all’interno di un cilindro rotante, senza utilizzare cartucce metalliche. A quanto pareva, la polvere da sparo nel tamburo era umida ed aveva impedito lo sparo. Il fumo denso che si diffuse intorno bloccò la visibilità all’istante.
- Cof cof! Ma cosa… cosa diavolo sarebbe quello?!
- Mi scusi, mi scusi, mi scusiiiii!
- È colpa tua, fottuto prete!
- Ehi, la ‘Stella’ sta scappando!
Approfittando dell’attimo di confusione, la ‘Stella’ si era voltata e la sua piccola schiena scomparve oltre la linea di fuoco della copertura. Alcuni soldati aprirono il fuoco, ma i loro colpi furono ostacolati dal fumo e dall’oscurità e andarono a trapassare l’aria notturna.
A quel punto la battaglia era ormai finita.
I corpi dei morti e dei feriti erano sparsi ovunque e prima che se ne accorgessero, gli unici spari che provenivano dall’interno e dall’esterno della stazione erano quelli della Polizia.
- Verificate i danni!
- Affrettate l’evacuazione dei feriti!
- Non uccidete i prigionieri. Catturateli ed interrogateli
- Lei Padre sta bene?
Il trambusto di quella sera sembrava volgere al termine. Tra le grida che si scambiavano i soldati, Gyula tese la mano al sacerdote che stava tossendo con gli occhi pieni di lacrime.
- Devo ringraziarla, mi ha salvato la vita
- Ah no, non c’è bisogno davvero… piuttosto chi erano quelle persone? Li avete chiamati ‘Partigiani’ giusto?
- Sono dei terroristi crudeli che vivono in questa città!
Disse Radcon con il il volto irritato per essersi lasciato sfuggire il pesce grosso.
- Guidati da colui che chiamano ‘Stella’ hanno assassinato persone importanti, danneggiato strutture pubbliche ed ogni altra sorta di crimine. Sono una dannata feccia!
- Forza, muoviti!
Con le mani giunte sulla testa, un ‘Partigiano’ ferito stava venendo portato via con la forza dai soldati, che lo stavano spingendo violentemente lungo il binario. Si trattava del mitragliere che aveva cercato di aiutare il loro capo a fuggire.
- Salve, buonasera, signor terrorista
Fu Gyula a parlare con tono calmo al volto imbrattato di sangue e fango, guardando con un sorriso gentile l’uomo che era stato trascinato e gettato ai suoi piedi.
- Sono veramente onorato del vostro benvenuto. È bello sapere che siete di buonumore come sempre
- Sei un mostro!
La voce del terrorista sembrò riecheggiare da qualche parte dell’inferno. Con le labbra grottescamente gonfie sputava odio e rabbia, mentre nei suoi occhi non si rifletteva altro che il bel viso di Gyula.
- Mostro maledetto che hai fatto della nostra città la tua tana! Per colpa tua, questa città… ugh
- Contieniti, insolente!
Il terrorista contorse il viso in agonia quando Radcon lo colpì con un calcio nel plesso solare. Un liquido rosso e giallo sgorgò dalla sua bocca ed andò a formare una pozza sul cemento.
- Che mancanza di rispetto nei confronti di Lord Gyula!
- La smetta Colonnello, è ferito
Ancora prima che il sacerdote con i capelli d’argento potesse dire qualcosa, fu la voce di Gyula a risuonare, interrompendo il gigante.
- Se lo colpisce ancora non potrà più dirci molto… Ed inoltre, qualcuno faccia da scorta al prete. Accompagnatelo in chiesa prima che diventi troppo tardi
- Eh? Ah, no, per piacere, non si preoccupi per me…
Mentre Abel scuoteva nervosamente la testa da una parte all’altra in segno di diniego, Gyula alzò la mano di fronte a lui ed ignorò risolutamente le sue parole.
- Non accetterò un rifiuto. Lei è l’uomo che mi ha salvato la vita. Maggiore Iqus, accompagnatelo voi. Fate preparare un’auto
- Affermativo. Da questa parte, Padre Nightroad
- Ah…uhm… mi spiace darvi questo disturbo…
Il sacerdote stava per lasciare il binario seguendo l’inespressivo ufficiale che lo precedeva, quando una voce risuonò alle sue spalle.
- Ah, a proposito Padre…
Il giovane con i capelli neri parlò come se si fosse appena ricordato di qualcosa.
- Volevo chiederle una cosa… prima di essere trasferito qui, che tipo di lavoro faceva a Roma?
- Beh… ero il sacerdote di una chiesa in una zona povera della città, ma l’altro ieri ho ricevuto improvvisamente un’ordine di trasferimento. Non mi hanno nemmeno spiegato il perché sono finito qui… Ah! Cos’avrò fatto di male? Forse c’entra col fatto che mi sono ubriacato e sono stato sorpreso da un mio superiore mentre facevo un sermone ad un tavolo…
- Capisco
Nessuno si doveva essere accorto che prima di rispondere aveva fatto una breve pausa. Gyula, con la stessa calma di sempre, annuì e si inchinò leggermente, come se si stesse scusando per la sua mancanza di cortesia.
- Sono stato scortese a chiedere ad una persona appena sconosciuta qualcosa di così indiscreto. Ora la riaccompagneranno alla chiesa, e mi raccomando, riposi bene stanotte
- Sì, con permesso
Anche dopo che il prete se ne fu andato con un cortese inchino, Gyula continuò a rimanere in piedi sulla banchina del binario, osservando con attenzione le spalle alte che si allontanavano. Solo dopo che la figura di Abel fu completamente scomparsa fuori dall’edificio della stazione, abbassò gli occhi sul terrorista ancora inginocchiato ai suoi piedi.
- Ah, ora che mi sovviene… Non ho ancora udito la tua storia, non é vero?
L’uomo non ebbe nemmeno il tempo di aprire la bocca quando una mano aggraziata si protese delicatamente verso di lui, afferrando saldamente il suo mento e sollevandolo in aria.
- Cosa stavi cercando di dirmi? Se ricordo bene, mi hai chiamato ‘mostro’ o qualcosa di simile
Aveva una forza straordinaria. Con un solo braccio aveva sollevato un uomo, dimostrando un potere chiaramente sovrumano. Tuttavia, negli occhi spalancati dell’uomo appeso in aria non c’era stupore, ma un’inconfondibile paura. Erano gli occhi di un condannato a morte che sapeva esattamente cosa stava per accadergli.
Le labbra del nobile si aprirono lentamente e tra loro emerse una lingua leggermente appuntita e zanne lucenti, troppo lunghe per essere solo canini. Gyula appoggiò delicatamente il suo viso al collo dell’uomo, come se stesse per assaporare un bicchiere di vino.
- F… fermati…
Ma il grido dell’uomo si interruppe improvvisamente, come se fosse stato reciso.
Un suono nauseabondo riecheggiò sul binario, e prima che potesse rendersene conto, il suo corpo si irrigidì e gli arti si tesero, come se fosse stato colpito da una scossa elettrica. Anche se le mani ed i piedi rigidi continuavano a muoversi violentemente, Gyula mantenne il viso vicino al collo dell’uomo. Ma la sua gola pallida si muoveva in modo inquietante e le gocce che colavano dall’angolo delle sue labbra formavano una pozzanghera rossa sul pavimento.
Emettendo un grido soddisfatto e soffocato, il giovane nobile alzò finalmente il viso. I bulbi oculari del terrorista stavano come uscendo dalle loro orbite, e non c’era più un briciolo di vita sul suo volto, che ora somigliava alla calce viva. Non appena Gyula sciolse la presa, crollò a terra come una bambola di carta e non si alzò più.
- Sicuramente il sangue era abbondante, ma il sapore lasciava a desiderare… La ‘Stella’ invece? La prossima volta farò un confronto fra i vostri due sapori
Sussurrò Gyula dolcemente all’uomo a terra, che continuava a contorcersi leggermente nella pozza del suo sangue, ma ovviamente non ottenne alcuna risposta.
- Mph, maledetto Terran inferiore. La ‘nostra città’? Non farmi ridere. Questa è la ‘mia città’. Colonnello!
- Sissignore!
I soldati, i cui volti erano coperti di sudore, non riuscivano a nascondere le loro espressioni di paura. Tra loro, un uomo enorme si precipitò in avanti, confuso. Gyula, pulendosi le labbra, diede un ordine.
- Dica ai nostri informatori di indagare immediatamente su quel prete. Quell’uomo mi preoccupa per qualche motivo
- Signorsì!
Radcon sembrò voler dire qualcos’altro, ma si inchinò rispettosamente e nascose la sua espressione. Dietro di lui, i soldati stavano raccogliendo i cadaveri che giacevano a terra. Ignorando completamente la paura ed il disgusto sui loro volti, Gyula si voltò e si incamminò a passo spedito lungo il binario.
Dannato Vaticano! Avranno capito qualcosa?
Non gli risultava ci fossero posti vacanti nell’unica chiesa della città, la Chiesa di San Mathias. Ed inoltre, l’arrivo di un nuovo prete da Roma proprio quando tutto era pronto per l’ ‘evento’ era troppo sospetto.
- Il Vaticano non è in grado di fermarmi… Detto questo, è comunque meglio eliminare il prima possibile qualsiasi elemento di disturbo
Probabilmente sarebbe stato meglio avvertire anche l’informatore, per sicurezza. Se davvero quel prete era un cane del Vaticano…
Beh, se fosse vero, allora così sia. Non ha importanza.
Gli era sembrato davvero un uomo gustoso.
Le labbra del nobile si schiusero e per un attimo apparve una lingua appuntita.
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lumens8ite · 5 years ago
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Tons of new merch arrived on my shop today!
Yes, I finally am getting all my new merch uploaded! Not everything is up yet, but as of posting this there’s 9 brand new products! I’ll be working on getting more prints posted, and I’m also waiting on the ZaDr Acrylic charms to arrive soon. Stickers are a bit limited right now, so get them while you can! 
Be sure to check it out to see all of the other stuff I’ve got on there! You might find something you like. :)
(Also a reminder that I will be boothing at Renton City Comic Con and Radcon in February! Come say hi if you can :D!)
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fox-and-otter · 5 years ago
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our little dance for the cosplay contest at RadCon 2020. curtesy of Nat Saenz on YouTube.
I messed up some of the choreography at the beginning but am still happy with how we did.
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strangestcase · 6 months ago
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The average American radcon lives like a fucking Edgar Allan Poe protagonist
The average conservative man wants to rape his daughter so bad it makes him look stupid
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These are brass angel ears with glass beads. I'll be at RadCon this weekend so the next update should be sometime during the con.
Become a patron!
https://www.patreon.com/LorraineFire
Etsy shop!
https://www.etsy.com/shop/LorraineFireArtwork
Appearances, 2019:
RadCon, Pasco, WA, Feb 15-17;
Two Rivers Medieval Faire, Cashmere, WA, April 27-28;
MisCon, Missoula, MT, May 24-27;
Lilac City Comicon, Spokane WA, June 1-2;
Spokane Renaissance Faire, Colbert, WA, Oct 5-6
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