Tumgik
#senza cattiveria eh
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un applauso alla signora al tavolo dietro che al ristorante che fa cucina tipica romana chiede un piatto vegano e si lamenta quando il cameriere le dice che l'unico piatto vegetariano è la cacio e pepe ma che comunque non è vegano.
se hai sbagliato ristorante amore la colpa non è del cameriere, perdonami, la carbonara vegana non esiste, perché non si chiama carbonara, mi dispiace ma se non lo capite siete come quelli che fanno il tiramisù con i Pavesini e non lo chiamano PORCODIO DI ABOMINIO.
eh boh, mi ha fatto ridere questa signora scazzata perché era nel ristorante sbagliato, prendi la cicoria ripassata con, cito come è scritto nel menù, ajo, ojo e peperoncino se non trovi niente di vegano, ma per Dio, cercati il menù del ristorante prima di andarci e rompere i coglioni a un povero cameriere che sta correndo da ore maleducata di merda
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zeldoa · 10 months
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pugno allo stomaco
. . non ce la faccio , son grande , eppure non mi persuado dell'aggressività e , uso un sostantivo banale ma inesorabilmente insostituibile , della "cattiveria" che ricevo da persone che ho amato e stimato follemente . Incasso trattamenti e attacchi impietosi da chi ha fatto a me del male , ma come se fossi io stata l'attaccante . Senza fornire dettagli di vita troppo privata , è come se mio fratello venisse a rubarmi in casa e si impettisse poi , feroce e sputandomi fuoco , come avessi io fatto un torto a lui . E questo mi frastorna, mi inebetisce, tanto che più volte mi ritrovo a pensare di essere io a distorcere la realtà ...
Mi ritengo, e le persone che mi amano lo confermano , una persona che mai farebbe male per nessun motivo , né per convenienza né per difesa o per vendetta . E a quasi cinquant'anni non ne ho mai fatto .E mi prostra quando lo vedo fare nel quotidiano , nella coronaca, al lavoro , tra i conoscenti . Allora perché , perché attiro questa ferocia gratuita ? mi fa troppo male . Passa . Si passa , avoja che passa , passa sempre , ma tutte le volte si rinnova e mi schiaccia il dispiacere di vedermi così odiata da chi , a questo punto imperfetto d'obbligo , " amavo " . Per carità , i problemi sono altri eh , ci mancherebbe , non voglio scivolare nel vittimismo , io sono felice e adoro la mia vita e i miei affetti , ma questo è qualcosa che non mi spiego e mi spaventa . Gli psicologi minimizzano ( due su tre che ho sentito in questi anni ) . Io in quanto responsabile di me stessa , voglio comprendere ; per essere maggiormente consapevole , per evitare atti se feriscono o attuarne altri se giovano . Non lo so , io continuerò a migliorarmi , a prescindere , ma voglio anche guadagnare la capacità di spezzare la punta a questa sica che periodicamente mi trafigge .
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chetuttoarda · 1 year
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Tu non rispondi mai, perché dovremmo farti compagnia?
perché non mi piacciono le conversazioni sterili, perché se dovessi ipotizzare uno scambio di messaggi sarebbe tipo: “hei” “hei” “piacere x” “piacere y” “quanti anni hai?” “di dove sei?” “che fai nella vita?” e tutto questo a che pro?
poi porca troia, io qui ci scrivo la mia vita, c’è tutto quello che c’è da sapere ed è davvero deludente ricevere solo messaggi di persone che “sei bellissima” “ciao” “ti va di fare due chiacchiere?”. No, non mi va e non è cattiveria eh, ma io vi spiattello in faccia la mia vita senza filtri e voi di me avete capito solo che ho delle tette e i capelli ricci, basta così.
vuoi parlare con me? Attira la mia attenzione, dimmi “Cristina che sogno hai fatto quando hai scritto quel post?”, “la luna è bella anche qui”, “dov’era quel posto dove sei andata?”, “cosa vorresti dire?”. Incuriosiscimi almeno, perché se devo accontentarmi di conversazioni inutili e senza senso, tanto vale che vado a contattare i miei match su Tinder.
ho solo spiegato il mio punto di vista in maniera pacifica e con questo non voglio ferire nessuno, non sono cattiva, babbo natale mi porta il regalo ogni anno, lo giuro.
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heresiae · 2 years
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Torinesi, falsi e cortesi, dicevano...
Viene sempre inteso come un insulto, ma la gente sottovaluta il valore della cortesia.
Per me e Sorella, cresciute nelle alpi lepontine piene di gente che ti mandava a fanculo solo perché eri ferma al semaforo davanti a loro, arrivare in una città in cui la cortesia era di base è stato come scoprire il paradiso. Chissenefrega se poi appena ci voltavamo ci insultavano, a noi interessava non sperimentare la frustrazione delle persone aggratis.
Peccato che a breve dovremo fare una richiesta di togliere "cortesi" dal pregiudizio dei torinesi.
È già diversi mesi che lo vedo, ma negli ultimi si sta inasprendo: c'è una tale cattiveria gratuita in giro (in auto specialmente), che a momenti vien voglia di tornare sulle alpi. Non solo, il menefreghisimo è sempre più esteso.
Non parlo di infichiarsene di quel che succede nell'appartamento accanto fintanto che il nostro sonno non viene interrotto, parlo di un atteggiamente alla Marchese del Grillo che non avevo ancora visto fuori dai circoli intellettuali.
Gli ultimi due eventi più importanti, che mi hanno fatto preoccupare ulteriormente, sono ancora marchiati a fuoco nella mia testa.
Evento uno
È sabato e sono in giro a fare commissioni al cazzeggio. Mi ferma una turista francese, una nonna allegramente in giro da sola che vuole andare al palazzo reale da Porta Nuova. Checcevò, direte poi, saranno 800 metri in linea d'aria. Certo, se sei una persona normodotata invece di avere una protesi per ogni gamba. La signora, che tra l'altro parlava italiano meglio della metà di certe persone ed era gentilissima, stava cercando la fermata del bus turistico a due piani. Era andata all'ufficio informazioni e cosa le avevano detto: "È davanti a questo hotel". Eh, e quindi? Quell'hotel non esiste più da prima delle Olimpiadi del 2006, al suo posto ora c'è la Decathlon, altre attività commerciali e appartamenti. La parte di strada adiacente al complesso è sì stata adibita a capolinea dei bus, peccato che ci sia un secondo problema: grazie all'incendio dell'anno scorso dell'edificio, gran parte della strada è occupata da ponteggi e non ci sono più indicazioni chiare su quali bus si fermano dove. Inoltre, l'azienda di questi bus turistici non risponde al telefono tra le le 12 e le 15 (capisco la pausa pranzo, ma se ci sono tour attivi non è esattamente una grande idea eh). Insomma, io sono stata l'unica cristiana a fermarmi, cercare di capire di cosa avesse bisogno (cosa che facevo anche a Venezia, tra l'altro), andarmi a cercare il dannato bus, chiedere pure agli altri bus lì presenti e alla fine dover dire alla signora: meglio se prende il taxi. Alla fine è andata a piedi (mettendoci probabilmente un'ora, poverina), ma mi è rimasta lì fissa, l'aver realizzato che manco l'ufficio informazioni si era sbattuto a sufficienza da darle informazioni reali (quel cantiere è lì da più di un anno, non da tre giorni, e l'ufficio è DI FRONTE, senza ostacoli a vederlo).
E ieri sera, l'evento due, che ancora non capisco come cazzo sia potuto succedere
Piazza Statuto, 18.10 circa. Traffico come non mai, che è normale a quell'ora in piazza. Arriva l'ambulanza. Si fa strada, un po' a fatica ma abbastanza celermente, tra le macchine che, giustamente, si mettono da parte o accelerano per farla passare. L'attraversamento pedonale è pure sgombro, quindi rimaniamo sul marciapiede ad aspettare che l'ambulanza passi. Tranne lui. Lui no. Lui vede che le macchine stanno rallentando o fermandosi e, con l'ambulanza dietro una sola macchina dalle strisce, decide che deve passare, che il raggiungimento della sua destinazione (a passo neanche troppo svelto) era più importante dell'esigenza di qualcuno di ricevere assistenza medica urgente. Certo, l'ha fermata per circa 7 secondi, ma l'ha comunque fermata. Poteva tagliare la strada alla macchina dietro l'ambulanza ma no, lui l'ha tagliata all'ambulanza.
La cortesia e l'empatia stanno morendo sempre di più a Torino (cosa che sospetto fosse già standard pre-2006) e, onestamente, non mi piace. Perché questa città è più di un dormitorio al servizio degli Agnelli, siamo più di un mero ricordo della prima capitale d'Italia e di una delle monarchie più ridicole d'Europa, siamo più dello smog e della collina dei ricconi che ci sovrasta.
Siamo la città a misura d'uomo, siamo la città cortese (la falsità è endemica nell'essere umano, statece), siamo la città che, se fa bello e c'è il sole, usciamo a goderci i parchi invece di fuggire o rifugiarci nei centri commerciali, siamo la Fiera del Libro, i Portici di carta, il Jazz Festival, le Luci d'artista, lo spettacolo di San Giovanni, le manifestazioni pacifiche in piazza, il Gay Pride (il primo, in assoluto, a essere mai stato organizzato in Italia), la maestosità semplice dei nostri viali e piazze, la città universitaria e della salute, del parlare a voce bassa, del tenere aperte le porte per chi è dietro di noi, dell'aiutare chi ha troppa spesa addosso o non riesce a scendere bene le scale col passeggino, del salutare cordialmente tutti i clienti, dell'offrire un gianduiotto, del cioccolato e dell'apericena, di quanto un artista dipingeva di rosa a sorpresa cose a caso in San Salvario e un altro vestiva i segnali stradali da robot, e tante altre cose.
Non ho anelato per anni lo spostamento della mia residenza per potermi chiamare ufficialmente torinese, per dover assistere il degrado umano avvolgerla e rovinare quindici anni di lavoro e orgoglio cittadino.
Ripigliatevi, o comincerò a castigarvi a parole (come avrei dovuto fare ieri sera, ma non ho ancora coltivato abbastanza pelo sullo stomaco per farlo).
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vita-spezzata921 · 1 year
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Eh si sono passati 3 anni da quando non rientravo qui è un motivo c’è…ho conosciuto lei, lei che sarebbe diventata la madre di mia figlia lei della quale mi son innamorato perdutamente e lei che a gennaio mi ha strappato via tutto andando via di casa mentre ero in palestra con mia figlia e da quel giorno son ricaduto in un inferno peggiore di quello di cui ne ero uscito. Per la prima volta son dovuto andare seriamente da uno psichiatra per prendere una cura farmacologica perchè la depressione causato mi da quel 20/01 mi ha portato ad autodistruggermi; eh si non riesco ancora ad andare avanti i ricordi i momenti belli mi passano per la testa e mi fa male, davvero male. Ho tentato l’insano gesto ma ho pensato a mia figlia e ai due cani che sarebbero rimasti senza nessuno che li accudisse. La voglia di andarmene da questa vita è fortissima e non so quando ancora riuscirò a farcela. Non capirò mai la cattiveria e l’odio del non volermi nemmeno incrociare per parlare chiarire. Mi ha ucciso in tutti i modi possibili con cui uccidere una persona e se non riuscirò ad andare avanti credo che farla definitivamente finita con questa vita sia l’unica decisione per porre fine a questo dolore che mi pervade.
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carraromarco · 2 years
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Giorno 28 senza te.
Oggi sarebbe stato il compleanno di mio papà, ma da sei mesi mio papà non c'è più. La mia vita degli ultimi mesi è costellata di strappi netti, di mancanze, di solitudini profonde. Qualche giorno fa con la mamma ci chiedevamo cos'avrebbe detto mio papà di te che te ne sei andato. A lui piacevi molto. Chiedeva sempre di te, delle tue giornate, di come stavi, "Ma quando viene a trovarci?", voleva organizzare con te ogni volta delle cene in compagnia. Cos'avrebbe detto adesso che tu non ci sei più? Stanotte ti ho sognato ben due volte. In un primo momento, nel sogno, c'ero io che ero venuto a trovarti a casa, ma a casa tua trovavo tuo fratello, tua cognata e tua nipote (una volta mi correggevi e dicevi sempre "Nostra nipote, non dimenticarlo"), mentre tu te ne stavi sempre in camera e a salutarmi non sei venuto mai; in un secondo momento ho sognato che tua mamma chiamava al telefono la mia per sapere come stava, e le diceva "Eh sì, ha lasciato Marco perchè adesso sta assieme ad un altro che si chiama Alessandro". Neanche a dirlo l'umore nero che mi trascino dietro oggi. Però sono 28 giorni senza te e tra tre giorni compirò trent'anni. Ho deciso che in quella data smetterò di scrivere di te. Basta così. Così penso che ho ancora tre giorni per dire quello che vorrei dire, o quantomeno quello che ho bisogno di ricordarmi per non incorrere nel bisogno di te. Mi hai detto "Ho iniziato ad avere dei dubbi su di te ad Agosto", ed io non faccio altro che pensare che ad Agosto mio papà è venuto a mancare. Abbandonarmi in quel momento di bisogno penso sia stato un gesto di egoismo e di cattiveria. Così adesso esco dal lavoro, mi vedo con una collega, vado in quella disco in centro, a giorni alterni frequento la palestra e incontro gente. Tu come passi le giornate? Davvero non pensi a me nemmeno un pò?
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nessunotrannenoi · 2 years
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"Eh no! Shakira non ha ragione.
I motivi sono molto semplici.
Chi se ne va da noi, ha tutto il diritto di farlo. Parliamo tanto di uomini che non accettano la separazione e ci mettiamo a sostenere chi distrugge pubblicamente il padre sei suoi figli?
L'amore non è eterno e dobbiamo anche accettare di essere traditi.
Essere lasciati fa parte della vita.
Questo non significa non soffrire. Non sfogare il proprio dolore in privato con chi ci ama e sostiene.
Ma una hit è da disperate. Ho provato una pena infinita per una donna che è arrivata a perdere la dignità in mondovisione. Per chi? Per un uomo? Non c'è nulla di più patriarcale.
E poi cosa significa che esistono donne Ferrari e donne Twingo?
Pensate davvero dunque che esistano donne che hanno il diritto di essere amate e donne invece no? Perché magari sono meno famose o belle o ricche?
Orrore per i vostri commenti di sostegno a chi, se fosse stato un uomo sarebbe stato tacciato di violenza... In mondovisione."
E pensare che i commenti più cattivi sono fatti da donne. Si nutre vendetta come se l'amore fosse una proprietà, senza il rispetto dell'altra persona e denigrando una figura femminile che ha sostituito un posto accanto ad chi prima era partner di queste aguzzine. E non si tratta di solidarietà o unione femminile, si tratta di immaturità, cattiveria e incapacità di amare. E al giorno d'oggi, nessuno è più un grando di amare con rispetto e augurando sempre il meglio all'altra persona.
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krystal280791 · 4 years
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Questa è una di quelle canzoni che a sentirla alla radio in auto ci starei tipo 2 secondi a cambiare stazione per trovare di meglio! :)
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io-pentesilea · 2 years
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Ti auguro una donna in grado di 'interpretare' al meglio il ruolo di amante.
Perché è un ruolo difficile sai?
Devi avere una pazienza infinita.
Un cuore innamorato perso.
Una dolcezza d'animo illimitata.
E la capacità di mettere al centro dell'universo te, i tuoi problemi, le tue seppur poche fragilità.
La volontà di ascoltare e prendersi cura e calmare e tranquillizzare.
La comprensione per accettare la solitudine, le promesse non mantenute (non per cattiveria o malafede ma per le circostanze), gli imprevisti, gli appuntamenti mancati, i programmi non rispettati.
Ti auguro una donna che accetti questo ruolo e che come me non ti chieda nulla, non faccia progetti aspettandosi un futuro, non sia un pericolo per te e la tua famiglia.
Ma sai, quelle come me sono rare. Eh sì, me lo dico da sola. Senza false modestie.
E credo che di questa mia 'eccezionalità' ne sia consapevole anche tu.
Hashtag DedicatoATe.
Barbara
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blogitalianissimo · 3 years
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detesto quando le persone sono così accondiscendenti 🙄 “senza offesa eh, lo so che siete un po’ permalosetti :) senza cattiveria, giuro!” just call me terron* bro
Lo giuro questo ask è come se me lo fossi inviata da sola
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succhinoallapesca · 3 years
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Cosa hai fatto oggi?
Eh allora praticamente a pranzo mio padre mi ha detto delle cose orribili, tanto che ho dovuto ancora una volta perfezionare la mia spiegazione sull'origine e la crescita di così tanta cattiveria racchiusa dentro una sola persona, intanto che lui parlava però io non facevo che raccontare a me stessa di quanto potere io abbia plasmato pian piano nelle mie mani tramite l'indifferenza e la noncuranza dei suoi giudizi, cosa che in parte è sicuramente vera ma a quanto pare non va proprio sempre così perché poi ho passato le seguenti 3 ore in preda all'ansia, senza riuscire a fare quasi nulla, senza riuscire a parlare con nessuno, così adesso infatti mi sono resa conto che non avrò tempo di fare a modo ciò che dovevo prima di uscire e solo per questa ragione finalmente sto riuscendo a piangere un po'
...E tu? Tu che hai fatto oggi???
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der-papero · 4 years
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Ieri sera ho ricevuto una telefonata che mi ha messo di nuovo di fronte alla mia stupidità. E, per l’ennesima volta, ho ricominciato quel lungo percorso di analisi con l’obiettivo (inutile, perché tanto non lo raggiungo mai) di capire, e dedurre, se conviene o meno (no, non conviene!) essere come sono.
Stavolta la cosa davvero ridicola è che mi sono fidato (tanto per cambiare, perché sono un coglione) e ho scoperto di essermi ritrovato in un mare di bugie, paradossalmente create non per cattiveria, ma per motivi inevitabili, quindi non me la posso manco prendere con nessuno.
Non è tanto la questione materiale che mi danneggia, non ho vergogna a dirlo ma posso permettermi di scialacquare quello che ho e continuerei ad avere abbastanza risorse per fare quello che voglio, però il tema ha senso fidarsi del prossimo è ritornato a presentarsi in modo prepotente, e ancora una volta la risposta è NO.
E’ da ieri che faccio lo Sliding Doors della mia vita, cercando di immaginare cosa sarebbe accaduto se, a fronte di chi mi ha chiesto una mano, o anche di condividere un percorso, avessi risposto “eh, che ci vuoi fare, ci vuole pazienza, adesso scusami, ma devo portare a pisciare il cane (che non ho)”. Se mi fossi comportato così, in molti casi sarebbe andata molto meglio, e per fare giusto un esempio a caso ma vicino a voi, oggi non avrei una persona bloccata tra i contatti di Tumblr.
Mio padre era una persona malvagia, al punto tale che al suo funerale la stragrande maggioranza delle persone presenti non era affatto dispiaciuta di vederlo chiuso in una bara (e tra queste c’ero anche io). Lui però un pregio ce l’aveva: non si fidava di nessuno. Non si fidò nemmeno del chirurgo che gli disse “se lei firma le dimissioni volontarie e rinuncia a volersi ricoverare, non arriverà a domani”, e lui le rispose “lei non capisce un cazzo, dovrebbe tornare a studiare”, uscì dalla porta, fece una rampa di scale e stramazzò lì. Ok, qui gli andò di sfiga, ma dal giorno in cui i suoi genitori lo abbandonarono (almeno lui così la vedeva, la realtà era un po’ diversa) iniziò ad agire preventivamente, non concesse nulla a nessuno, nemmeno alla propria madre. L’unico suo problema è che non si fidava manco di sé stesso, e questo lo portò ad essere la persona di merda che era, ma io vado oltre e provo a bilanciare le due scelte e mi chiedo: quale dei due approcci rende una persona migliore dell’altra? Fermo restando che per indole non riesco ad essere come lui, ma se ci provassi, fatti salvi i legami che senza quelli non potrei nemmeno vivere, a non fidarmi del resto del mondo, a fottermene essenzialmente di tutto e tutti, cambierebbe qualcosa? Ho sempre creduto in quella frase di Spider-Man che dice se qualcosa di brutto succede, e tu puoi fare qualcosa per evitarla e poi non lo fai, succede per colpa tua, e dopo la telefonata di ieri non riesco più a smettere di pensare “ma davvero credi in questa stronzata? sei serio?”. Se a qualcuno va di merda non è colpa mia, e tanto meno nessuno mi ha eletto ad eroe o signor stocazzo, quindi non capisco cosa provo a dimostrare con il mio atteggiamento. Se non avessi agito in un determinato modo, ieri quella telefonata non sarebbe mai avvenuta, io avrei finito di vedere Grumpier Old Men in grazia di Dio e avrei dormito serenamente.
Ho voglia di essere cinico, e non tanto perché credo sia giusto in linea di principio, ma almeno per capire l’effetto che fa, anche dal mero punto di vista sperimentale, per capire se i benefici superano i costi e potermi guardare all’indietro e chiedermi chi cazz me l’ha fatto fare, ogni volta, ad essere il coglione che sono.
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bee-ingquinn · 3 years
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Comunque dicevano che la prima regola era non parlare del club (09/04)
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Mani appoggiate sul bordo del banco, e testina alta con un bel ghignetto stampato in volto. « Non tutti sanno il motivo di questa convocazione » e ora gli occhietti guizzano in particolare su CECI, EMILE e NICO « Ho avuto un’idea » oh no « e lo sto proponendo solo a voi perché mi fido » e quindi non potete deluderla (!), e qui lo sguardo cade inevitabilmente sulla BFF, per ovvie ragioni. « Non voglio girarci troppo intorno » e quindi niente chiacchiere inutili sulle caramelle oggi « Ma dovete giurarmi che non direte niente a nessuno, e dimostrarmi quindi che ho fatto bene a scegliere solo voi » e qui ora lo sguardo cade su TUTTI quanti. Manco stesse mettendo su l’Esercito di Silente sotto la Umbridge (…). Però è davvero seria, e gli occhietti passano su TUTTI, nessuno escluso, con un sopracciglio un po’ alzato in attesa del loro giuramento solenne.
Emile: Non dice nulla, ma annuisce. E poi, visto il tono con cui MAEGAN ha parlato della cosa, diciamocelo, bara anche un poco. O ci PROVA. Magari sfrutta anche il silenzio, o il fatto che benché siano in tanti, sono sicuro meno che a lezione. Ma cerca con gli occhi la figura della CORVONERO mentre, invece, a livello empatico, sembra PROVARE a sondare le emozioni altrui. E` inpratico, ancora, e ignorante su quello che sa fare, soprattutto. Ma lo ha fatto, oramai, abbastanza volte da capire come concentrarsi. CERCA di abbassare quello sputo di barriera empatica che giusto i mesi ad Hogwarts gli hanno concesso, in favore della singola emozione maggiore che MAEGAN prova. Perché se sotto quel tono serio c`è da preoccuparsi, almeno si preoccupa subito, oh. Che stia pensando di andare in guerra praticamente lo si evince da due cose: la rigidità muscolare, e il fatto che miracolosamente se ne sia pure stato zitto.
Nico: Lui è uno di quelli che non sa il motivo, sì… infatti all’ “ho avuto un’idea” va subito a muovere la mano destra col palmo in alto in direzione della CORVONERO, come a dirle di proseguire e pure spedita che mica abbiamo tutto il giorno. « Ma se ti fidi » e qui la situazione cambia. « non devo dimostrare proprio niente. » Poi dai Meg… lui, con i segreti… ha l’accesso vip. Per stavolta si abbasserà a queste quisquilie. « Ti giuro che sarò una tomba. » Magari non letteralmente, ecco. « Poi appunto tu devi fidarti della mia parola. » Quindi siamo da capo a dodici, cara MEG. « Spara. Chi dobbiamo seppellire? »
B: Quando arriva la richiesta di un giuramento solenne (?) non perde tempo, staccandosi dal banco e facendo un paio di passetti avanti mentre la mano destra va a posarsi contro il petto – lì dove sotto la pelle c’è il cuoricino giallonero. « Giuro solennemente » di non avere buone intenzioni « Di non rivelare o parlare con nessuno a parte i presenti di quello che faremo » gli angoli delle labbra vanno a piegarsi spontaneamente verso l’alto, quasi non resistesse alla tentazione di ghignarsela « O vedremo. Va abbastanza bene o vuoi che mi inchino anche? Sai, per effetto » apposto « Comunque sai che non dico niente a nessuno. » lo sai, vero? Se l’è fatto il Silencio, pure se metaforico.
Bly: « Non così tanto formali, su » guardando l`altra BLYTHE « Nessuno di noi vuole essere beccato, è già un buon motivo per tenere il becco chiuso.» si stringe nelle spalle alzando le sopracciglia, una certa ovvietà nel tono di voce « Però potremmo comunque decidere cosa succede alle spie, così, per precauzione » un sorrisetto malizioso le incurva le labbra, mentre squadra i compagni uno a uno. Che kattivah.
Yara:  Fa eco a NICO nella sua risposta quando MEG finisce di parlare aggiungendo a voce alta « Puoi fidarti » mentre fa cenno affermativo con la testa come per dare forza alle sue parole « Non siamo mica JONAS o BRAN che andiamo a raccontare tutto ai professori » e no, la frecciatina ai due infami non poteva mancare.
Ceci: « Giuro di stare zitta molto zitta. » … « Solennemente. » la parola le piaceva, la sta rubando all’altra TASSA. Con una manina che si porta al petto, per dimostrare estrema sincerità, proprio. Però è vero, è sincera. « E’ morto qualcuno? » prioritario. Perché ha sentito NICO parlare di sepolture. Un’occhiata più lunga a EMILE, dato che lo vede zitto – e una alla WARTON, visto che parla di spie. Curiosità, eh, che vuole sapere anche lei cosa succede. Continua a starsene molto accigliata e addocchiare MAEGAN, manco avesse paura di perdersi la spiegazione principale.
Liù: Il suo giuramento si limita ad un cenno del mento, anche se è la punizione per le spie proposta dalla WHARTON che le fa offrire a quest’ultima un lieve incurvamento di un angolo delle labbra, fino a che la testa ruota verso YARA quando apre bocca e quel mezzo sorriso si spegne « Tu piuttosto. Sei una cornacchia con il becco largo. » sbuffa pure, gentilissima proprio eh.
Quello sguardo serio, infatti, cade al primo giuramento solenne che arriva proprio da CANARINO, per lasciare spazio al solito ghigno malandrino. Di quelli che non promette niente di buono, ma tant’è. « Se vuoi » fare l’inchino, è ben accetto, e un guizzo di sopracciglia testimonia il suo divertimento alla cosa. « Ma vi ho detto che mi fido » e questo è per rispondere a NICO chiaramente, « voglio che siate convinti e che non vi tiriate indietro – o se lo fate » e fa anche una piccola pausa ad effetto « che rispettiate il segreto » questo è il succo, anche se qui non facciamo nessuna fatica a contare ciecamente su TUTTI i presenti in stanza. Un sorriso a chi ha promesso cieca fiducia, e anche a LIU’ nonostante il solo cenno di testa. « Sapete che c’è il club di duello per i grandi, no? » e fa anche una pausa in attesa di cenni e assensi vari « Ecco, io non penso sia giusto che noi veniamo esclusi » e lo pensa solo lei sulla base del niente, ma okay.  (...)  « Non voglio litigi » categorica, un’altra volta « Se avete qualcosa contro l’altro avrete modo di sfidarvi come dei veri maghi e streghe » e quindi senza insulti « usando la vostra bacchetta e un po’ di fantasia ». (...)  « Appuntiamoci tutte le idee » quindi sia i nomi, sia i loghi sia tutte le cose bellissime che vengono proposte e che aumentano l’entusiasmo della piccoletti. « SIII, il nome in codice! » necessario diremmo qui, e ora lo sguardo divertito cade su YARA (sempre che l’incanto abbia fatto effetto) e « potremmo chiamarci Languelingua » lo dice divertita, ma insomma lei la proposta la fa. Anche se la regia dice che sono accette idee migliori. « Per il simbolo mi fido ciecamente di voi » e guarda chiaramente CECI e LIU’ « fatene uno grinzafichissimo!!!! » perché loro devono essere i più bellissimi. L’attenzione viene spostata su CANARINO e « Non ammetterei » al torneo « tutti coloro che pensano che un Impulsus sia magia nera » e fuori quindi i moralisti vari « e coloro che potrebbero fare da spioni » ciao team serpeverde.
Nico: E anche sul nome ha da ridire, sbuffando nel sentire il “Languelingua”. « O Mangialumache magari. » È ironico ovviamente, è per far capire quanto non apprezzi l’altro nome (?) « L’idea dei colori delle 4 case è bella. I nastrini non so… forse è eccessivo » o da femmine.
B: « Piace anche a me l’idea dei quattro colori. Però i nastrini » occhiata verso NICO « Sono un tocco di classe, mica possiamo tenerci uno stemma noioso con scie colorate e basta » insomma go big or go home. La proposta di MEG le fa scappare una mezza risata, portandola a spostare lo sguardo su di lei « Non male come nome. Però non pensate sarebbe un po’ sospetto? Immaginate dire tipo davanti ad un professore, “ehi, più tardi ci troviamo per il Languelìngua?” » poi sguardo veloce verso il GRIFONDORO « O Mangialumache » annuisce nel dargli ragione, per bocciare il nome – senza cattiveria MEG, ti amiamo sempre – ovviamente. « Però ammetto di non avere idee migliori quindi… possiamo pensarci su, senza fretta » prova a proporre con un sorriso di default.
Bly: « Non possiamo lanciarci incantesimi senza senso, un duello ha un certo... Ordine, di solito » contesta con l`aria offesa, ma non va oltre. È d`accordo sul nome, annuisce distrattamente « Per me va bene tutto » scrolla le spalle « Anche il simbolo sì, fate come volete. » e liquida la questione con un gesto della mano, lei vuole solo punire i traditori.
Ceci: Lo sguardo è verso LIU’ « Siii » approva, l’enfasi sulle i aggiuntive segnala l’entusiasmo annesso. « Potremmo tenere le scie – e magari i nastri fanno tipo – non so. Stendardi? Cioè, non proprio nastrini, più nastri grossi. Da stendardo. » ah, chiarissimo. « E secondo me le scie dovrebbero essere con i glitter, ma perché brillano e perché sono carini, capito. » no. Però è per il go big or go home, anche se sta cercando di mediare tra le idee che ha sentito. Cosa medi, non si sa. « Però basterebbe dire che vogliamo incontrarci per esercitare il – Mangialumache, e sarebbe meno sospetto? Se dovessero sentirci. Anche se non dovrebbero sentirci. » come risolvere il problema alla base, perché non sembra avere problemi.
« Va bene ci penseremo! » ecco, tutti quanti! « Se a qualcuno viene in mente lo dice » ma a chi? E dove? e quando? Panico. (...)  « Dobbiamo decidere un giorno preciso » sì, ecco. Necessario « E magari possiamo fare dei gruppi ? » proposta avanzata proprio a caso eh, date tutte quelle antipatie scomode nel gruppo.  « Sto ancora calcolando tutto. » stratega proprio « Dobbiamo trovare anche un modo per comunicare in fretta fra di noi » e ora guarda NICO affinchè lo segni. Galeoni magici? Ah no. « E poooi, sì, qualcuno si deve occupare di capire quando incastrare gli incontri » e guarda EMILE, che aveva avanzato al proposta e magari vuole farlo lui (!).
Nico: « Gli stendardi sono meglio dei nastri » ammette, molto tranquillamente proprio. « È meglio così secondo me » risponde a LIU stavolta. « Devono essere persone di cui possiamo fidarci! Dovremo anche esporre gli altri studenti per questa cosa, e se finissero per fare la spia e mettere nei guai non solo noi, ma pure i più grandi? » Potrebbe essere un problema, quindi meglio mantenere il cerchio ristretto, che è anche più facile per gli incontri. 
B: Uno scrollare di spalle segue invece la risposta di CECI su cui sposta sugli occhi, arricciando il naso « Oppure possiamo seguire il consiglio di quel vecchio film babbano su un… club segreto di botte? Comunque dicevano che la prima regola era non parlare del club » un bacio a chi la capisce, con tutto il cuore.
Bly: « Perfetto allora, quando sarai certa aggiornarci » con un piccolo cenno del capo, che qua se ci muoviamo troppo esplodiamo. Stringe le labbra « Per gli incastri potrei pensarci anche io, se non lo vuole fare EMILE » propone così, almeno fa qualcosa, lancia uno sguardo al tassorosso « O potremmo farlo insieme, comunque un modo si trova. » annuisce convinta.
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ladycatastrofe · 3 years
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Fai i tarocchi?
Maledetto il giorno che ho cominciato a farli gratis guarda.
Cioè raga davvero, non è per cattiveria ma che stress eh.
Quando ho voglia di farli qui sul blog li faccio, non ha senso farveli a cazzo e senza voglia, poi se li volete in privato mi contattate per info e ci si mette d’accordo, bastaaaaaa
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erosioni · 3 years
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La felpa
Dovevo prendere una felpa. Sono proprio stupida, dovevo prendere una felpa, penso mentre cammino più veloce che posso. È notte, non so nemmeno che ora sia. Ogni tanto qualche macchina mi sfreccia a fianco, velocissima. Normalmente camminare sul ciglio della strada mi farebbe un po’ di paura, ma ora sono troppo ubriaca e voglio solo arrivare a casa. Incrocio le braccia sulla pancia scoperta per cercare di trattenere un po’ di calore. 
Per distrarmi ripenso alla festa in spiaggia dalla quale sono appena andata via; forse oltre al vino e alla vodka ho preso anche qualcos’altro. Mi gira la testa e ho uno strano sapore in bocca. L’immagine vaga di qualcuno che mi sorride compiacente e che mi offre quello che pensavo essere solo birra è spazzata via da una folata del vento gelido di fine estate, che soffia sulla pelle d’oca delle mie gambe scoperte. Mi metto quasi a correre, ho ancora un bel po’ di strada da fare.
Nelle orecchie sento il suono ovattato della notte. Poi una musica indistinguibile in lontananza, ma forse si sta avvicinando. Sento un’auto rallentare e fermarsi proprio di fianco a me. Please could you stop the noise? I'm trying to get some rest from all the unborn chicken voices in my head. Una canzone famosa, forse l’ho già sentita. È un grosso SUV scuro, alla guida è un uomo adulto. Non lo vedo tanto bene fino a quando non accende la luce interna dell’auto. Ha dei bei lineamenti, gli occhi scuri e profondi. È brizzolato. Un viso rassicurante, ma in questa situazione non posso che avere l’istinto di accelerare il passo e di afferrare il cellulare per cercare nella rubrica il numero di mio padre. L’auto mi segue a passo d’uomo, la musica si abbassa e sento la sua voce.
- Hai bisogno di un passaggio? - No grazie. Cosa gli fa pensare che potrei salire in macchina con uno sconosciuto, a quest’ora della notte poi? - I tuoi genitori lo sanno che sei in giro a quest’ora? Dove abiti? - Sì lo sanno e comunque sto tornando a casa e se non arrivo tra dieci minuti si preoccuperanno. Volevo usare un tono intimidatorio, ma a causa del freddo e delle sostanze la mia voce trema. Invece di spaventarlo sembro solo una bambina implorante. Lui ride. - Non ti voglio mica rapire, ti voglio solo accompagnare a casa. Anche io ho una figlia giovane, non mi piacerebbe se girasse di notte conciata così. In effetti sono mezza nuda. La gonna che mi ha prestato la mia amica Sara è stretta e mi sta leggermente corta, ogni tanto me la devo abbassare. L’ho abbinata ad un top nero in pizzo, sotto al quale non ho proprio niente. Per fortuna è buio pesto, o si vedrebbero i capezzoli duri per il freddo.
- Dai, avvisa i tuoi genitori e salta su. L’abitacolo sembra caldo e accogliente e io sono stanca di camminare. Quest’uomo è rassicurante e dubito che mi voglia fare del male. Ha anche una figlia. Voglio chiamare papà per spiegargli la situazione, ma probabilmente si è già addormentato. Decido di scrivergli un messaggio quando sarò al caldo nella macchina. Apro la portiera, e subito il tepore dell’abitacolo mi assorbe.
- Grazie. - Non è un problema. Mi chiamo Fabio. - Io Laura. - Fa freddo eh? Lancia uno sguardo alle mie gambe. Quando mi sono seduta la gonna si è alzata parecchio e a malapena mi copre le mutandine. Me la abbasso per quanto posso.
- Vai dritto per un po’, non è tanto lontano. Fabio inizia a guidare e io mi posso rilassare. You don't remember, you don't remember. Why don't you remember my name? Mi lascio cullare dalla musica e guardo le luci dei lampioni fuori dal finestrino. Vorrei chiedere chi è che canta ma la testa mi gira fortissimo. Devo chiudere gli occhi. Mi dico che li riposerò solo per un secondo. Solo un secondo.
Invece comincio a cadere dentro un pozzo infinito, come Alice nel paese delle meraviglie. Non è spiacevole però. Mi abbandono alla caduta che non controllo, è come volare. Mentre volo ho la sensazione che qualcuno mi stia accarezzando dolcemente. Sento il calore di una mano contro il fresco delle cosce scoperte. È rilassante e vagamente eccitante al tempo stesso. Una voce chiama il mio nome. – Laura… Laura… 
Apro gli occhi. Capisco improvvisamente che stavo dormendo. Sento il ritmo delle quattro frecce, l’auto è ferma. In sottofondo la canzone è cambiata: karma police, arrest this girl, her Hitler hairdo is making me feel ill. Questa la conosco. Fabio mi guarda con un’espressione un po’ perplessa. Ha una mano sul mio braccio, come a proteggermi. È caldissima. Mi fa piacere questo gesto, ma mi imbarazza un po’, mi fa sentire piccola. – Scusa, mi sono addormentata… 
Mi stava veramente accarezzando le gambe o me lo sono sognato? Comunque era un sogno piacevole. - Laura, ma sei fatta? Non riuscivo a svegliarti e mi sono fermato… - Ho solo bevuto un po’ – mi metto sulla difensiva. Sorride. – Dovresti sentire come biascichi. Non c’è niente di male se ti sei fatta un po’, ma se dormi non mi puoi dire qual è casa tua…  Cerco di orientarmi, ma è faticoso. Gli faccio il gesto di proseguire: - All’inizio del paese, da quella parte, abbiamo affittato una casa là. - Tuo padre non si incazza se rientri in questo stato? Non so cosa rispondergli. Mi sento in colpa ma non è colpa mia. Io sono sicura di non aver preso nulla, non ho neanche fumato. – Forse mi hanno dato qualcosa. Quando ha cominciato a sentirmi strana ho deciso di andarmene dalla spiaggia, ma non volevo rompere le scatole ai miei amici… - - Va bene, dai, mi dispiace, è una brutta sensazione perdere il controllo, vero? Annuisco e deglutisco. Mi sento fra le nuvole. Non so se è una sensazione brutta o bella, come se non riuscissi tanto a pensare, a parte che la voce di Fabio è molto bella e mi fa venire la pelle d’oca. Penso – Meno male che non lo sa… - e mi viene da sorridere. - Ora perché stai sorridendo? – Anche a lui viene fuori un sorriso. Un bel sorriso, mi piace proprio quando sorride. Scuoto la testa perché non lo voglio dire. Fabio continua a sorridere: - Va bene, ho capito, continui a stare un po’ fuori. Vediamo se riesco a rimetterti in sesto, così puoi rientrare senza fare incazzare tuo padre, eh? – Lo dice proprio con la voce da papà, tutta paziente. Io continuo a sorridergli anche se non vorrei, ma è che mi sento tra le nuvole, speriamo che non finisca presto. - Nel cruscotto ho del Red Bull, ora te ne bevi un po’, così ti tiri su, ok? – Allunga una mano e apre lo sportello di fronte a me. Non riesco a trattenermi e mi metto a ridere forte. Mi guarda indeciso se mettersi a ridere pure lui o preoccuparsi. Mi porge la lattina di Red Bull, ma io rido e basta. – Ehi, se fai così mi preoccupo. Che cos’è che ti fa ridere tanto? –
Non vorrei parlare, ma mi esce di bocca come se parlasse un’altra: - Ho visto i preservativi! Ho visto i preservativi! – Anche Fabio scoppia a ridere – Ma stai proprio fuori come una zucchina! Mai vista una cosa del genere, la voglio prendere anch’io ‘sta roba… ti fanno ridere i preservativi? – - Mi fanno ridere perché ho capito cosa cercavi in giro di notte da solo. E io che pensavo che fossi un buon papà… –  mi rimetto di nuovo a ridere anche se cerco di fermarmi. Fabio non ride più. - E brava la detective… sarà la droga che ti rende così intuitiva? Quindi sono un cattivo papà? -  All’improvviso mi sento una scema. Ma che sto dicendo? Perché gli ho detto una cosa così cattiva, poi è anche tanto carino, chi se ne frega cosa fa la notte? - Dai beviti questo Red Bull, così poi ti riporto a casa… - Ora la voce non è più simpatica come prima. Mi sento una stretta al cuore e mi vengono due lacrimoni agli occhi come se fossi una bambina scema. - No dai, Fabio, scusami, non sei un cattivo papà, giuro, giuro… ho detto una stronzata… - - Lascia perdere, bevi che stai fuori… e poi forse hai ragione che sono un cattivo papà… non sei certo l’unica a dirlo - Tiro un sorso di Red Bull e mi sale la nausea. Poi mi metto a piangere perché non è giusto che Fabio sia triste. Non è giusto per niente. E mi sento sempre più stupida. - Laura, non piangere così – - Non sei un cattivo papà, non lo sei… - Lo abbraccio e mi stringe a sé. Mi sento protetta adesso. Mi viene ancora di più da piangere perché gli ho detto una cattiveria e invece lui mi sta abbracciando. Sento un odore di dopobarba, gradevole. – Shhh, va tutto bene, bella. Nessuno è cattivo qui, vero? Non c’è bisogno di piangere, dai… -  Sento i brividi che mi scuotono. Dovevo portarmi una felpa. – Abbracciami, abbracciami, ho tanto freddo… - Poggio la testa sulla sua spalla. Le sue braccia mi cullano. La voce canta: It's always best when the light is off, it's always better on the outside. Ora mi sento meglio. Non ho più i brividi. Non mi viene più da piangere. Le labbra di Fabio sono vicino al mio orecchio destro. Mi sussurra: - Va meglio, piccola? – Mi fa proprio sesso quando fa la voce da papà. Mi separo dall’abbraccio e bevo un altro po’ di Red Bull. Una vera schifezza. Però mi sento un po’ schiarita. Cristo, ho fatto proprio la figura della cretina, chi sa che pensa ora Fabio di me. 
– Scusami, mi vergogno un po’, ma non ci stavo molto…  - Ora non ci pensare. Se non ti riaddormenti tra cinque minuti sei a casa. - Io penso che sei una brava persona e anche un bravo papà… se no non sarei salita in auto  - Grazie per la fiducia, bella. Anche tu mi sembri una brava ragazza.  - Pensi che sono bella? Non pensi che sono una cretina sbronza con tutto il trucco sbavato? Si fa una bella risata. – Sei proprio un bel tipo tu, sai? 
Cazzo, mi piace quando ride e anche come parla. Però non so bene cosa fare, non ho mai avuto a che fare con uno così grande. Si piega verso di me come se mi dovesse dire un segreto. Invece sento la sua mano sulla mia coscia. Un tocco fermo, caldo. Non stavo sognando prima. Ci baciamo mentre mi tira di nuovo a sé con un braccio. L’altra mano risale sotto la gonna che ormai è praticamente arrotolata attorno ai miei fianchi. Non riesco a trattenere un sospiro. Ho già l’affanno. Mi bacia a lungo e mi accarezza attraverso le mutandine. Sento lo stereo bassissimo: And no alarms and no surprises. No alarms and no surprises. No alarms and no surprises. Silent, silent.
Sento che sto per venire. Di solito non succede così velocemente, forse è la droga o forse la situazione, non so. Vengo. Vengo e lui se ne accorge. Mi infila le dita sotto le mutandine. – Quanta fretta… -- ma lo dice sorridendo, perciò non mi vergogno. – Sei bagnatissima… - Faccio scendere la mia mano dal torace verso la pancia e poi glielo tocco. È durissimo. Ci scambiamo uno sguardo di intesa e comincio ad armeggiare con la cerniera dei suoi pantaloni. – Questo lo so fare bene – penso, mettendolo tutto in bocca. Non sono quasi riuscita a vederlo nel buio dell’abitacolo, ma è un bel cazzo, con un glande molto grosso. Lo spompino lentamente, riempiendomi la bocca con gusto. Lo sento fremere sotto la lingua e mugolare piano, ha una mano fra i miei capelli e accompagna il ritmo della mia testa. Sto ricominciando già ad eccitarmi.
 – Aspetta, Laura… - Mi stacco da lui controvoglia. Mi dà un bacio molto lungo, ho ancora il suo sapore in bocca. Armeggia con il cruscotto e tira fuori uno dei preservativi che prima mi facevano tanto ridere. Sento una contrazione fra le gambe. Non l’ho mai visto in piedi, ma deve essere piuttosto alto, mi chiedo cosa farà. Ora lo vedo meglio il cazzo, ci infila il preservativo. Sposta il sedile tutto all’indietro e abbassa lo schienale mentre mi dice – Levati le mutandine, bella… - Mi affretto a farmele scivolare giù, non so neanche dove sono finiti i miei sandali. Mi prende di peso e mi sposta dal mio sedile. Non sembrava così forte, mi si mozza il fiato. Mi siede su di lui, e mi posa le mani sullo sterzo. Sento il cazzo che scivola facilmente dentro il mio bagnato, mi devo trattenere dal mugolare. Mi abbraccia e mi stringe le tette, spostando il top. – Muovi il culetto, bella, muovilo per me… - Mi puntello tra lo sterzo e il sedile e comincio a dimenarmi. La sensazione è bellissima. – Fabio… Fabio… - ansimo – Chiamami papà, dimmi che sono un bravo papà… - Questa richiesta mi fa impazzire. – Mhhh… mhhh - Non riesco a dirlo perché mi vergogno ma mi eccita anche tanto. Sono nuda con uno sconosciuto che potrebbe essermi padre. Aumento il ritmo mentre Fabio mi aiuta con le braccia. È come se mi muovesse su di lui. Mi morde il lobo dell’orecchio. – Mhhh… s-sei un bravo papà… papà… papà…- Fabio esplode in un orgasmo molto rumoroso, mi schiaccia i capezzoli. Sento un calore intenso fra le gambe e vengo anche io di nuovo. Mi escono dei suoni assurdi dalla bocca, ma tanto non ci può sentire nessuno.
Ora sento di nuovo lo stereo: Sometimes I get overcharged that's when you see sparks. They ask me where the hell I'm going? Fabio mi bacia sul collo e mi viene da sorridere. È proprio dolce. Mi sposto lentamente sul sedile del passeggero. Mi tremano le gambe come se avessi fatto step. - Stai bene, Laura?  - Sì… è stato bello  - Anche per me. Non è che l’hai fatto solo perché eri fuori di testa? - Mhhh – Mi viene da ridere. - Fai ridere anche me, bella…  - Me lo dovevi chiedere prima, no?  Ridiamo tutti e due. – Va bene, allacciati la cintura, bella. In cinque minuti ti porto in paese. E non dimenticare di rimetterti le mutandine – Meno male che nella penombra dell’abitacolo non mi può vedere arrossire. Mi risistemo un po’. Non oso pensare la faccia sconvolta che devo avere. 
– Ecco, fammi scendere qui – dico, quando siamo alle porte del paese – non proprio davanti a casa che se mi vedono non so cosa dire… - Allora aspetta, bella. Prima di tutto dammi un bacio. – E ci baciamo. – Poi ti regalo una cosa – Mette il braccio sul sedile posteriore e tira fuori una felpa blu col cappuccio. – Non preoccuparti, a casa ne ho un altro paio uguali. Così ti copri un po’. 
Sorrido come una scema. Stavolta non è la droga, ma non so bene che dire. È proprio dolce. Forse dovrei dirgli qualcosa, tipo la mia email, ma alla fine non dico niente. Ci diciamo solo buonanotte e scendo nel fresco. Mi metto addosso la felpa mentre cammino verso casa, tiro anche su il cappuccio. Speriamo che stiano tutti dormendo. Sento l’odore di dopobarba e di sudore di Fabio nella felpa. Forse stanotte ci dormo dentro. Infilo le mani nelle tasche e sento qualcosa. Un cartoncino. Mentre apro il portoncino di casa lo guardo per un secondo. Il suo biglietto da visita. Avvocato. Completo di numero di cellulare e indirizzo. Mi viene da ridere. Chi sa se prima della fine delle vacanze avrò bisogno di sentire un avvocato?
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sandnerd · 4 years
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L'attacco dei giganti - Ep 73 - Violenza efferata
IN ITALIA L'ANIME E' DISPONIBILE SULLA PIATTAFORMA GRATUITA VVVVID! SUPPORTIAMOLA! -> https://www.vvvvid.it/show/1414/l-attacco-dei-giganti-la-stagione-finale/1538/694218/violenza-efferata
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Dopo uno stop di ben due settimane per causa di forza maggiore ecco tornato Aot, più esplosivo che mai con ben due episodi, doppia l'attesa, doppia la ricompensa, vedete bambini? Aspettare ripaga sempre, non siate mai frettolosi! Basta sciocchezze, iniziamo la puntata, abbiamo finalmente capito a che cacchio servisse tutto quel vino e che Zeke zitto zitto, cacchio cacchio, insieme a Yelena ed Eren, "c'ha già una sua idea" (cit), ed ora chiunque l'abbia bevuto è in grave pericolo perchè in esso c'è il fluido spinale della palla di peli. In realtà cominciamo da un altro punto del ristorante di Nicolò, ovvero la stanza dove si è materializzato Eren come se stesse entrando al bar per ordinare il caffè mentre invece sarebbe il ricercato numero 1 da più o meno tutti. Sostiene, non curandosi minimamente della presenza di Gabi lì vicino, che voleva parlare con Armin e Mikasa. E sentiamo cos'ha da dire il signorino, hai messo a ferro e fuoco il mondo intero e cominciato una guerra di proporzioni gigantesche (eheh gigantesche...scusate), speriamo che almeno ci dica che ha un piano e che lo sta facendo per il bene di tutti, anche se ai miei occhi e di quelli che ragionano ancora, tipo Armin o Hange, nulla potrà mai giustificare l'uccisione di innumerevoli bambini e persone innocenti. Ma sentiamo.
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Innanzitutto premette che non è manipolato nè da Zeke nè da Yelena nè da nessuno, le sue azioni le ha sempre fatte di propria volontà. Annamo bene, quindi hai ammazzato di tua volontà tutti quegli innocenti. Ha sempre odiato chi è schiavo, anche inconsapevole, ha sempre odiato chi segue la massa senza pensare con la propria testa, e grazie a Zeke ha imparato molto sul mondo dei giganti e sul popolo di Eldia, infatti dice ad Armin che chi possiede i giganti, i 9 con la coscienza, non cessa mai di vivere ma rimane nei ricordi del possessore attuale ed in qualche modo lo influenza, ed in effetti da quando Armin è gigante va spesso a trovare Annie, vero? La ragazza di cui era innamorato Berthold, e che ora Armin va a trovare, come se fosse manipolato dallo stesso Berthold. E Mikasa, veniamo a te, oggi Eren termina amicizie come se piovessero +4 ad una partita di Uno. Mikasa, tu in quanto Ackermann, vieni da una famiglia che venne creata al solo ed unico scopo di proteggere la famiglia reale, e quel giorno in cui avete ucciso gli assassini dei tuoi genitori, non hai preso coscienza della tua forza o risvegliato un potere o scoperto il cristallo di luna; hai obbedito ad un comando di Eren: "Combatti". Certo, Eren non ha sangue reale, ma Mikasa ha diciamo "riconosciuto" come proprio "obiettivo da proteggere" Eren, e non riesce a fermarsi se c'è di mezzo la sua incolumità. Anche lei è manipolata, dal suo istinto di Ackermann. Non è lui il manipolato, bensì loro due, ed in quanto tali li odia. Fine del discorso. Porca miseria quanto ho voglia di romperti il naso Eren. Anche Armin ne ha voglia, ed imbufalito per le parole che ha detto a Mikasa, tanto che sta piangendo, sale sul tavolo e tenta di colpirlo, ma proprio Mikasa, dando ragione ad Eren, gli torce un braccio e lo immobilizza sul tavolo, allontanandosi subito dopo perchè è tornata in se stessa. Armin ci riprova poveretto, ma può poco contro il fustacchione che è diventato Eren, e crolla a terra dopo non so quanti pugni gli abbia rifilato Eren, che per quanto mi riguarda deve morire male. Poi dice a tutti di levare le tende, prendete Armin, Mikasa e Gabi e andiamo tutti insieme a Shiganshina.
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Allora. Parliamo del presente. Perchè chi ha letto il manga è più avanti ed ha una visione più completa dell'operato di Eren, ma qui siamo davanti ad un farabutto che si sente in dovere di giudicare ed umiliare i suoi amici che nonostante quello che ha fatto hanno finora cercato di tendergli una mano. A me non interessa che abbia sofferto, sua mamma mangiata dai giganti, bla bla bla, niente lo giustifica perchè tutti hanno sofferto, tutti hanno sopportato sciagure, Connie vive nell'agonia di vedere sua madre gigante bloccata in casa, Levi ha visto morire e decomporsi la madre ed i suoi migliori amici, per non parlare di innumerevoli compagni ed Erwin, che anche lui ha sofferto l'uccisione di suo padre, Armin e Mikasa hanno sofferto immensamente anche loro, non continuo l'elenco perchè non ne usciremmo. Nessuno di loro si è mai comportato come Eren, nessuno ha mai cercato vendetta, o se l'ha fatto era convinto di combattere contro mostri inconsapevoli, ed anche quando il nemico sono diventati altri esseri umani hanno sempre ucciso con dolore, sapendo che non era questo che volevano, senza cattiveria o orgoglio perchè stavano uccidendo vite, persone come loro. Eren è da biasimare, in tutto e per tutto, niente lo giustifica. Ho finito il mio sfogo, andiamo avanti.
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Andiamo da Levi, che non è d'accordo col piano di Pyxis, per lui non va mangiato Eren, anche perchè, porca miseria, 60 episodi passati a proteggerlo, quanto meno non vanifichiamoli e liberiamoci di Zeke, che morto lui state sicuri che Eren non saprà più come fare. E non posso darti torto qui, anche se Eren afferma di pensare con la propria testa di sicuro Zeke è un tassello fondamentale nel piano dei due fratelli. Zeke nel frattempo è tranquillo, ed al ritorno di Levi gli chiede se il vino è finito. Che fai, lo spiritoso? Chiedi pure se c'è altro vino, come se ormai non sapessimo che era proprio il tuo obiettivo imbottire l'esercito del tuo fluido spinale. Mentre Levi si allontana dopo avergli detto di rimanere tranquillo a leggere però, lo vede correre via, ma dove va quel decerebrato? E' circondato da soldati armati di lance anti-gigante, nemmeno trasformandosi può uscirne vivo. Ed eccolo ad urlare come se avesse sbattuto il mignolino contro una radice, ma in realtà ha attivato il proprio fluido dentro ognuno dei soldati, che uno dopo l'altro si trasformano in giganti. Levi si ritrova sbalordito e circondato da una 30ina di giganti senza coscienza che vogliono assaggiarlo, e capisce che Zeke ha mentito loro, il suo fluido non immobilizza, bensì trasforma, se opportunamente attivato. Stronzo eh, ma pure voi che ve ne fidavate non brillate di intelligenza. La palla di peli è tranquilla, in braccio ad un gigante per correre via dalla foresta, figurarsi se Levi può sopravvivere, non ucciderebbe mai i suoi sottoposti. Bello mio, non hai capito con chi hai a che fare, quello lì ed Erwin sacrificavano sottoposti (ovviamente non volendo) mentre tu giocavi ancora con le bambole. Ed in men che non si dica se lo ritrova alle calcagna, e qui signori miei, scontro epico tra il piccolo Ackermann ed il gigante, con Zeke disperato che tenta di acciuffarlo e Levi che lo riempie di stacce con la voce che riecheggia tra gli alberi e di lance anti-gigante tanto da farlo uscire dal gigante conciato malissimo. Mamma mia che scena, urlavo internamente, con Levi non c'è storia. Ah, ho rivisto questa scena almeno 12 volte.
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A Shiganshina Shadis sta addestrando nuove reclute per combattere i giganti, ma serpeggia il malcontento perchè a che serve combattere i giganti se sanno benissimo che il nemico è Marley? Perchè non dare ad Eren il comando di tutto e togliere di mezzo questi ufficiali dispotici? Certo cari, il mondo è bianco o nero, continuate pure a pensarla così. Nemmeno a farlo apposta, arriva Floch coi suoi compari ed Hange legata, e fa il discorsone da fascistoide, che ReStAuReRaNnO l'ImPeRo Di ElDiA!1 OfFrIrAnNo I lOrO cUoRi PeR GuIdArE iL PoPoLo CoNtRo ChI Li VuOlE aSsOgGeTtArE!1! E altre baggianate simili, la solfa ormai la sappiamo. E per dimostrare la fedeltà delle reclute che hanno fatto un passo avanti la loro iniziazione consiste nel riempire di botte Shadis. Ottimo, davvero ottimo. Io comunque sono nauseata ogni volta che dicono Shinzou Sasageyo, come se fossero nel giusto a cercar morte. Shadis, inutile dirlo, finisce a terra sanguinante, ed Hange è più sconfortata che mai mentre Floch le ripete che è meglio per tutti se rivela dove tengono Zeke.
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Dopo tanta rabbia l'episodio ci regala una piccola gioia, Levi ha legato ad un carro ed imbottito di lance il corpo di Zeke, se prova anche solo a muovere la testa esploderà come una pignatta ad una festa di compleanno. E non contento gli affetta le gambe, non si sa mai. In preda al dolore Zeke ricorda un tizio con cui giocava a baseball da piccolo, preannunciandoci che il prossimo episodio visiteremo il passato di Zeke.
Si chiude così questo episodio, il trauma ha cominciato a serpeggiare, gli ufficiali lontani da Zeke hanno avvertito qualcosa nel momento in cui lui ha urlato, ed avendo visto ciò che è successo ai sottoposti di Levi possiamo immaginare bene cosa può capitare a tutti quelli che hanno bevuto il vino. Trauma dopo trauma, nessuno di noi è pronto. Lo studio MAPPA, che ve lo dico a fare, svolge il suo lavoro egregiamente, ho adorato la scena dello scontro tra Levi e Zeke ed odiato Floch ed Eren quando ha rivolto parole così odiose ai suoi migliori amici, tutto è reso con così tanta onestà e crudeltà che ti ritrovi a pensare che siano persone reali. E il comparto musiche, ogni scena, in particolare quella dello scontro e quella del discorso di Floch, entrambe un sottofondo spettacolare, hai la sensazione di trovarti lì e sentirti eccitato o arrabbiato ed impotente davanti all'ignoranza ed alla cattiveria. Applausi.
Dunque appuntamento al prossimo episodio, subito dopo questo, stay tuned! -sand-
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