#tovagliolo
Explore tagged Tumblr posts
Text

#love#confetti#garbage#raccolta dell'umido#basket case#recycle#decay#candy#sugar#choco#zucchero#dolciumi#battesimo#baptism#munnezza#sorry#food#waste#spreco#cibo#💝#Conad#bread#pane#tovagliolo#napkin#omaggio#gift#best wishes#spianata
0 notes
Text
Busta porta tovagliolo in stoffa: eleganza per la tua tavola
Aggiungi un tocco di classe alla tua tavola con la busta porta tovagliolo in stoffa di Partecipa Cards. Realizzate in materiali di alta qualità, queste buste sono perfette per eventi speciali e cene formali. Disponibili in diverse texture e colori, offrono una presentazione raffinata e ordinata dei tovaglioli, rendendo ogni occasione indimenticabile. Ideali per matrimoni, eventi aziendali e feste.
0 notes
Text
È appena successo e non so nemmeno perché lo sto scrivendo qui invece di stendermi sul letto in silenzio a fissare il muro come faccio di solito quando qualcosa mi confonde.
ero con una mia amica, solo io e lei, due Negroni, la solita playlist indie da locali che puzzano di nostalgia e limoni sbagliati.
stavamo parlando di cazzate, ridevamo. tutto normale. o almeno… sembrava.
poi mi guarda. e con una voce stranamente calma mi fa:
> “mi sa che mi piaci.”
così. secca. sincera. come se non avesse appena scaricato una granata emotiva sul tavolo tra due olive e un tovagliolo unto.
non ho fatto in tempo a dire niente.
si è avvicinata.
mi ha baciata.
un bacio breve. uno di quelli che sembrano chiudere più che aprire.
poi ha abbassato gli occhi e ha detto:
> “scusa. volevo solo sapere com’era. ora torno normale.”
e io ho sorriso.
un mezzo sorriso. ironico. difensivo. e le ho detto:
> “tanto normale non lo siamo mai state.”
ora lei è tornata a parlare del suo lavoro come se niente fosse.
io sto bevendo l’ultimo sorso di Negroni e cercando di far finta che mi stia solo andando giù l’alcool.
ma non è l’alcool.
è quel bacio.
che mi è rimasto fermo in gola, tipo spina.
tipo verità a metà.
24 notes
·
View notes
Text
Phil mi raggiunge alla fermata del bus. Ci eravamo salutati poco prima e non pensavo ci saremmo rivisti ma ha ricevuto una telefonata inaspettata dalla compagna. "Nicholas vuole le fragole". Dove le trova un padre di famiglia delle fragole fresche di notte? Anche se viviamo in una grande capitale Europea non è una missione facile ma ora siamo insieme e la sua missione diventa la mia missione. Entriamo in tutte le birrerie. Nei pub. Nei ristoranti. Nei locali da cocktail. Roviniamo la serata alle coppiette. "Avete delle fragole? Sono per suo figlio!" dico sentendomi parte della sua famiglia. Che la paternità sia davvero questo? Accontentare richieste assurde e tornare a casa a mani vuote, probabilmente dovendo implorare perdono inventando scuse? Non so come sarebbe la mia vita se ricevessi chiamate da Ernesto che mi dice di avere oglie particolari. Però Ernesto è un gatto, che voglie potrà mai avere: più crocchette, più pesce e distruggere l'umanità. Queste le voglie principali di ogni felino. Phil ha smesso di bere sette anni fa e da allora lo vedi solo con svariati cappuccini in mano. Anche di notte. Io lo seguo e lui è carico di caffeina. I suoi occhi sono palline di un flipper alla ricerca del frutto impossibile. Troviamo una pasticceria aperta, non so come mai, non so perché ma hanno avanzato un pezzo di torta alle fragole ricoperto di gelatina. Phil lo compra e poi ci mettiamo in un parco poco distante e lo vedo scavare con le mani per liberare le fragole dalla gelatina, riporle accuratamente in un tovagliolo, pulirle e prepararle per Nicholas. Io suo figlio l'ho conosciuto, non mi sembra un essere così pericoloso, un mostro che se non viene accontentato si trasforma e uccide l'umanità (peggio dei felini). Credo che sia qualcosa che ha a che fare con il passato di Phil, qualcosa che deve farsi perdonare per gli anni di alcolismo. O forse vuole solo rendere felice il piccolo. L'ho sempre visto come un tipo strano a Phil ma da stanotte lo vedo come un padre. Un padre strano certamente, ma pur sempre un padre.
30 notes
·
View notes
Text
- Ciao bellissima, hai Whatsapp?
- Certo!
- Me lo scrivi su un tovagliolo?
- Si ...
116 notes
·
View notes
Text
Comunque Maggio è stato troppo figo, negli ultimi 20 giorni ho bevuto una birra in after in un bar sgangherato a Bucarest, ho camminato nel deserto di Dubai, ho fatto la finta borghese ad Abu Dabhi, ho bevuto un tè bollente con 30 gradi fuori, a Istanbul. Ho raggiunto a piedi il confine turco-greco a Lefkosia, grazie ad una mappa scritta su un tovagliolo, ho nuotato nella laguna blu di Paphos.
Ho visto tanti, tantissimi tramonti.
Come ci si riprende da questo?










11 notes
·
View notes
Text
Ho sempre sostenuto, qui come altrove, anche perché ci sono passato in prima persona, che perdere tempo appresso ai cretini (per fare un esempio vicino a noi, i messaggi anonimi degli stronzi qui su Tumblr) sia veramente il danno più grande che uno possa farsi, e col tempo ho iniziato anche a sminuire la scusa del "vabbè, ma io mi diverto", beh, a mio parere non un bel modo di divertirsi, ad ogni modo Guia lo spiega meglio.
7 notes
·
View notes
Text
ieri ho comprato una cassettina di fragole al supermercato. Il ragazzo dell’ortofrutta mi ha chiesto se avevo finito con la spesa o meno, perché se avevo ancora tempo poteva andare di là e controllare le vaschette e mettere qualcuna di quelle più fresche.
va che gentile, penso io.
ho finito ma non ho fretta, grazie
arriva dopo un paio di minuti, lo ringrazio, prendo sta cassettina e vado a pagare.
torno a casa e sistemo la spesa.
stamattina prendo due vaschette e le tagliuzzo così sono pronte per lo spuntino.
dopo pranzo, oggi, mi rendo conto che qualcuna è già andata a male così decido di svuotare le vaschette una ad una e controllare.
Sotto una di queste vaschette c’era un tovagliolo con il numero di sto ragazzo. E io, cieca per come sono, manco l’avevo visto mentre continuavo a controllare le fragole e metterle in un contenitore diverso. Mi pareva uno scontrino, che so io…
l’ha visto il mio ragazzo.
tutto ok…
#Però carino quello dell’ortofrutta a lasciare il biglietto che fa molto da film#Probabilmente non andrò più in quel supermercato
7 notes
·
View notes
Text
Natale:
Sto mangiando una pizza surgelata al tavolo da sola senza nemmeno un tovagliolo e aspetto che il pavimento della mia camera asciughi per iniziare con le altre stanza; mi viene da piangere ma mi tengo impegnata e aspetto questa sera che vedrò lui e diventerà il natale più bello di sempre;
13 notes
·
View notes
Text
Quel momento a cavallo tra Trainspotting e Dmax's Airport Security..
La cena coi nostri connazionali expat è stata fantastica e al tempo stesso ha dato modo a tutti noi di sentire come vicina, ingombrante e assurda continui ad essere la burocrazia italiana a mezzo mondo di distanza.
Passaporti, rinnovi, richieste, moduli, tempistiche.
Sempre lo stesso nonsense.
Ad annegare il dispiacere ci ha pensato una bottiglia di amarone aperta giusto per l'occasione e del manzo coreano (equivalente al kobe giapponese) preparatoci dai cuochi utilizzando i due fuochi in mezzo al tavolo.
Fast forward dopo taxi, treno veloce siamo arrivati a Busan per salpare verso il Giappone.
Problema: la documentazione da presentare all'arrivo alla immigrazione giapponese ha definizioni molto larghe su cosa non sia consentito (a differenza di quella coreana).
Ora, noi abbiamo farmaci con codeina e benzodiazepine.
Tutti con prescrizione firmata dal medico italiano.
Ci sentiamo fortunati?
Io non voglio rischiare, vado in paranoia. Decido che le medicine in questione rimaste vanno buttate così da poter compilare i questionari con una sfilza di NO.
OVVIAMENTE I CESTINI NELLA AREA PARTENZE SONO TUTTI TRASPARENTI E CI SONO TELECAMERE OVUNQUE.
Vorrà dire che butterò tutto nel cesso! - urlo a me stesso mentalmente.
Appena sente che devo andare in bagno il futuro erede decide di accompagnarmi.
Sorpresa: anche nell'anticamera davanti agli stalli c'è una telecamera.
Entro e lascio fuori il nano che inizia a chiedermi se sto bene, se ho fatto tutto, se deve chiamare la polizia(wtf?).
Snocciolo le compresse una dopo l'altra nel cesso e mi viene in mente la scena - QUELLA SCENA - di Trainspotting anche se questo è uno dei bagni più puliti che abbia mai visto.
Scarico pensando a come saranno calmi per giorni i pesci di Busan.
Per qualche assurdo motivo le compresse con la codeina si sono incollate sul fondo.
Non c'è uno spazzolone.
Appallottolo della carta igienica e la faccio lavorare a mo di ariete.
Ora ho due confezioni vuote e ci sono solo dei cestini trasparenti.
Comprimo tutto in un tovagliolo di carta e lo getto in un secchio dell'inserviente.
Torno nella hall col pupo facendo il vago e sentendomi ingiustificatamente un colpevole criminale.
Ora siamo qui e ho appena visto due ragazze col passaporto italiano.
Come minimo staranno leggendo questo tumblr nell'attesa mentre le valigie fanno la fila al posto nostro (letteralmente).
7 notes
·
View notes
Text
Busta porta tovagliolo in stoffa: eleganza per la tua tavola
Aggiungi un tocco di classe alla tua tavola con la busta porta tovagliolo in stoffa di Partecipa Cards. Realizzate in materiali di alta qualità, queste buste sono perfette per eventi speciali e cene formali. Disponibili in diverse texture e colori, offrono una presentazione raffinata e ordinata dei tovaglioli, rendendo ogni occasione indimenticabile. Ideali per matrimoni, eventi aziendali e feste.
0 notes
Text
Signore e signori, benvenuti nel mio spettacolo, che potrei intitolare come l'inizio delle favole: “C'ero una volta"; ma oggi non lo so se ci sono ancora. Sì, perché un tempo ero in una favola, il protagonista di una storia epica, con tanto di drago da sconfiggere e pulzelle da conquistare. Ma poi il mio copione è finito nelle mani di uno sceneggiatore sbagliato: così niente "e visse felice e contento" ma “storia sospesa per bassi ascolti e share pietoso”.
Tutto è iniziato quando ho scoperto che il mio spirito guida, quello che doveva indicarmi la via, si era fatto ritirare la patente per guida in stato di confusione esistenziale. Prima che lo portassero via in manette metafisiche, ha avuto il coraggio di dirmi: “Tranquillo, c’è sempre una soluzione!”. Peccato che si sia dimenticato di dirmi dove cazzo cercarla la "soluzione". Così, rimasto senza guru, ho adottato come nuovo mentore l’urlo di Munch. Almeno lui, con quella faccia da panico cosmico, sembrava capire i tempi schizzati in cui vivevo. Bei tempi, eh, quando ancora c’ero una volta. Ora? Non torneranno più, e credo che neanche io tornerò. Non come prima, almeno.
Da quando ho capito che nella vita bisogna agire, ho preso la cosa alla lettera: non agisco, mi agito. Sempre, ovunque, come un frullatore senza coperchio. Ho smesso di seguire le vie del Signore, perché c’è troppa coda, tipo autostrada ad agosto. Così, per tirare avanti, ogni mattina mi travesto da persona mentalmente stabile. Splendido, scintillante, ma con qualche ammaccatura. Perché “ammaccato” dopo “scintillante” suona bene, no? Fa rima con “stanco ma ancora in piedi”. Va beh, solo un carrozziere d'auto capirebbe il dualismo "scintillante e ammaccato". Un prima e un dopo, dove in mezzo ci sta un incidente.
Sul mio sentiero alternativo, lontano dalle vie divine, procedo a un pezzo dopo l'altro, lasciando dietro di me pezzi di me stesso. Come Pollicino nella foresta. Non fraintendetemi, non parlo di crescita personale: parlo di pezzi veri, tipo la pazienza, i sogni, un paio di calzini spaiati. Un giorno diventerò pazzo, ma con calma, un neurone alla volta.
Dopo anni di questa vita, devo ammetterlo: sono stanco. Sto cominciando ad accusare stanchezza, ma il suo avvocato è un fenomeno, ha fatto cadere tutte le accuse. Le mie vittorie? Non arrivano mai dalle cose ben pianificate, quelle ragionate. No, le mie soddisfazioni più grandi sono nate da azioni mentre mi dicevo: “Sto per fare una minchiata colossale”. E, credetemi, non deludono mai.
Mi ripeto spesso: “Ho più tempo che vita”. Quindi perché non usare questo tempo per sbagliare con più stile, più eleganza? I miei errori non sono casuali, oh no. Sono calcolati con precisione scientifica, usando formule come il Principio di Indeterminazione alla Come Viene Viene o la Teoria del "caos ad menulam canis". Roba da Nobel, se solo il Nobel accettasse candidature scritte su un tovagliolo.
Potrei mandare tutti al diavolo e unirmi alla folla, ma laggiù c’è troppa ressa. Preferisco restare nel mio eremo personale, con una vista mozzafiato sul nulla e un’atmosclera che, devo dire, di sera ha il suo perché.
In fondo sono rimasto lo stesso di sempre: quello che sceglie la strada sbagliata e poi deve sprintare per rimediare. Solo che ora lo faccio con l’affanno del fiatone.
Un consiglio per chi mi incontra al mattino: non ditemi “Buongiorno”, perché per me è un concetto astratto, tipo la pace interiore. E non ditemi “Ti vedo bene”, perché sotto questa facciata da survivor c’è un buco nero che urla: “Dammi una pizza!”. E, per favore, se mi cercate, non peggiorate la mia situazione. Abbiate pietà. Non sono un eroe, sono solo un tizio che cerca di non perdere altri pezzi per strada. Grazie, e buona serata… o almeno, provateci.
3 notes
·
View notes
Text
Affronto un altro giorno e te è quasi inevitabile ormai. Arrivi senza un motivo un motivo apparente. Aspetto che esca il caffè. Fuori pioviggina neanche il tempo pare convinto sul da farsi. Maggio non fa il suo dovere così come nessuno ha fatto quel che doveva. E' questo quel che penso. Verso il caffè un tovagliolo di carta fa da piattino. Ne è passato di tempo per me i giorni li ho contati tutti tutti senza tralasciarne uno. Accendo un'altra sigaretta. Spero che oggi non sia come ieri ma ormai inizio a stancarmi di tutto sono fuori sintonia quì dentro. Quel che so è che ti affronto ogni giorno tutt'a un tratto arrivi come uno schiaffo... Il passato si ripresenta ogni giorno e lo fa quando meno me l'aspetto.
Emidio Paolucci - Dimmi tutto
16 notes
·
View notes
Text

Mio padre che si approccia al sushi e si scrive i nomi dei piatti sul tovagliolo perché ha paura di non ricordare i numeri vive nel 3024
16 notes
·
View notes
Text
Natale è quel giorno in cui a casa mangiamo di più, nettamente di più, e prepariamo il Pranzo con la p maiuscola, sfiziosità che durante l'anno ci sognamo, o forse attendiamo proprio questo momento. È quel giorno in cui la famiglia, seppur pochi, è riunita e mi fa tornare in mente un sacco di ricordi legati all'infanzia e non solo, in cui si chiacchiera, si ride e ci si scalda pure, le voci si alzano, le ore passano tra la tavola imbandita, la confusione, le canzoni alla radio, quattro passi in paese, i discorsi animati tra gli zii, qualche sonnellino, le carte di cioccolatini scartate e tutto ciò seppur stancante, mi riempie il cuore di serenità. Un momento speciale, perché stare insieme a Natale è diverso, non lo so perché ma è così e mi fa sorridere davvero questa cosa bizzarra. Natale rimane nella semplicità di casa, è a me che piace apparecchiare con cura e rendere "diverso e speciale" questo giorno, è come se mettessi un po' di amore in ogni tovagliolo (piegato perdendo non poco la pazienza) e nelle posate riposte sicuramente non nel modo corretto accanto al piatto. Dedicare tempo a casa. Riceverlo e regalarlo. Gustare con gli occhi, la bocca ed il cuore.
16 notes
·
View notes
Text










東京美術館に「ローマ」という展示会が開催されています。美術大好きのイタリア人としてはその機会は欠かせなかったので、先週末に行きました。
Qualche mese fa, quando ancora non ero stata resa schiava, mi ero resa conto che stavo perdendo il mio tempo libero nel weekend a fare poco e niente. E mi sono domandata: ma cosa facevo in Italia? Ah sì, andavo ai musei. Ma ci andavo sapendo cosa c'era dentro, perché conosco almeno una infarinatura della storia e della storia dell'arte europea, che mi appartiene.
Conosco e ho studiato anche quella giapponese che, per carità di Dio, ha i suoi pregi e il suo fascino ma... non credo sia all'altezza della nostra (sorry not sorry).
Quel giorno però mi misi a cercare qualcosa che avrebbe potuto interessarmi e incappai nella mostra perfetta per me: una mostra su ROMA, nel Tokyo Metropolitan Art Museum (più facile in giapponese ma vabbè, lo faccio per voi lettori). La mostra era una collaborazione con i Musei Capitolini di Roma, dove non sono mai stata.
La settimana scorsa non ho perso tempo, ho comprato il biglietto e ci sono andata.
Che meraviglia: ho di nuovo sentito quell'emozione spirituale e quella pace dei sensi che solo l'arte può dare. Mi era mancata, tantissimo. E nel provarla ho sentito anche l'angoscia di non poterla provare più facilmente come ho fatto fino a quando ero in Italia, dove TUTTO È ARTE.
In Giappone nei musei è proibito fare foto nel 90% dei casi quindi mi è venuta l'idea di fotografare le cartoline delle opere che c'erano dentro. Tra le più importanti: una replica della famosa lupa che allatta Romolo e Remo e la Venere Capitolina.
Avrei voluto fare un check up ravvicinato fotografico alla Venere come feci con quella di Jago a Bologna per ricordare la grazia, la perfezione di quell'opera così antica ma perfettamente sobria in tutti gli aspetti possibili. Ci ho girato in tondo due volte, a passo lento, per osservare tutto: il volto, le mani aggraziate, le cosce, le natiche, il sedere, la schiena...
Ma la sorpresa più bella è stata trovare senza nemmeno saperlo un quadro del Tintoretto e poi anche il mio amato Guido Reni (!!!) con la sua "Lucrezia". Firma immancabile del pittore, lo sguardo verso l'alto che in questo quadro ti scioglie peggio che nel San Sebastiano.
I giapponesi non facevo che guardare le cose e ripetere le solite esclamazioni del cazzo: sugoi, subarashii... "tanto non capirete mai a pieno la grandezza di quello che state vedendo, capre che non siete altro", dicevo nella mia testa. Ed infatti è stato pure scritto a chiare lettere che nell'era Meiji siamo stati proprio noi a far capire qualcosa di arte vera a sti poveri coglioni. In particolare furono Antonio Fontanesi, Vincenzo Ragusa e Giovanni Vincenzo Cappelletti a insegnare la nostra arte in questa povera terra di stupidi (nomi mai sentiti ma su cui dovrò assolutamente farmi una cultura).
La dimostrazione della loro stupidità è stata il bookshop che con la mostra non c'entrava quasi un cazzo. Infatti un'intera parete era piena di prodotti italiani artigianali e di alta qualità (dalla pasta di Gragnano ai grissini e ai cuneesi) proprio come se fossimo a una sagra Coldiretti. Il resto del bookshop era roba da merchandise come se la mostra fosse stato un concerto: magliette e felpe di tutti i tipi, gomme da cancellare con la forma dei busti, latte di cioccolatini con la Venere stampata, peluche della lupa (che è diventata tipo un mostriciattolo peloso) e per finire un tovagliolo con sempre la lupa mostricciolo e la scritta "dammi il latte" (perché ha appunto allattato Romolo e Remo).
Cosa non farebbero sti stronzi per vendere...
#c'è della genialità per carità di Dio#ma sono geniali solo in queste cacate del cazzo#che oltretutto ha banalizzato un'intera mostra d'arte#che dire#ps: le immagini della venere e di lucrezia le ho prese dal web sennò mi cacciavano a calci nel culo#my life in tokyo#東京美術館#東京#展示会#美術#イタリア美術
9 notes
·
View notes