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#vocazioni
klimt7 · 7 months
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cristianesimocattolico · 11 months
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«Pochi preti? Le vocazioni sono un problema di fede, non di celibato»
Parla mons. Marc Aillet, vescovo di Bayonne, Lescar e Oloron, che ha appena pubblicato il saggio “Il tempo dei santi”. Continue reading Untitled
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Messaggi integrali di Benedetto XVI per le Vocazioni
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janetjosse · 2 years
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sara-smind · 8 months
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Sono negativa oggi, se non siete in mood non leggete:
la prof del tirocinio e della tesi mi sta ghostando, ho paura di scriverele le email perché non voglio sembrare pressante e antipatica, ho delle cose da fare che mi ha richiesto ma queste non dipendono solo da me ma da persone che mi stanno facendo un favore e quindi non posso pressare neanche loro perché non sarebbero tenuti ad aiutarmi in alcun modo dato che hanno un lavoro e degli impegni anche loro per cui vengono effettivamente pagati, in tutto ciò i miei cercano di darmi una mano ma se penso a quello che mi manca da fare mi viene da soffocare, non riesco a mangiare per l'ansia di deludere le aspettative di qualcuno che ne ha nei miei confronti e continuo a pensare che l'unica soluzione sia incontrare la prof di persona e spiegarle cosa succede ma... (riprendi da capo)
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incamminoblog · 1 year
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Laura Paladino "Entrare dalla Porta che è Cristo"
IV Domenica di Pasqua (Anno A)  (30/04/2023) Vangelo: Gv 10,1-10  Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo». Giovanni 10,7-9 Risuona ancora in questa IV…
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gregor-samsung · 1 year
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“ Un amico sacerdote mi domandò pochi giorni or sono le mie impressioni sul Concilio Ecumenico. Senza esitare gli dissi che ne avevo una: molto ferma. E cioè che i RR.PP. [Reverendi Padri] che s'eran radunati per decidere tante riforme mi parevano aver avuto poca fiducia nella loro Casa. Ora guardando storicamente le cose, la Chiesa cattolica ha passato momenti assai più brutti del presente, ed anzi mi pare che non sia stata tanto in cima alle speranze umane, alla stima degli avversari, al rispetto dei dissidenti, come oggi, e direi anzi come da quando perse il Potere Temporale; sicché non dispero che un giorno o l'altro verrà un Papa che raccomanderà preghiere di ringraziamento a Dio per quella fortunatissima data del XX Settembre. « Come, come?... », disse il mio amico e sacerdote. Proprio così, gli risposi; basta che si ricordi che cos'era la Chiesa verso il Mille, e che cos'era nel secolo XVI, e che cos'era poco prima e poco dopo la Rivoluzione francese. Nel Medio Evo spesso ridotta a feudo dei baroni che dominavano i colli intorno a Roma, nel Cinquecento corrotta nella Curia, nel Papato, e quasi prossima a diventare (se il sogno di Machiavelli si fosse trasformato in realtà) il dominio ereditario della Casa dei Borgia, e nel Settecento boccheggiante per mancanza di fede nel clero superiore ed in quello inferiore pronto a spergiurare (con venticinquemila preti apostati in Francia). Rilegga il Gregorovius (il mio amico è un uomo dotto) e guardi la descrizione dei costumi ecclesiastici nelle Memorie del Casanova. E si ricordi che soltanto da poco tempo è stato proibito dal Pontefice che un cardinale si faccia interprete in conclave dei desideri del suo principe e ponga quindi un veto alla elezione di un suo collega che a quel principe non piaccia... La Chiesa oggi è libera: ossia potente.
La Chiesa, continuai, oggi è più numerosa, più universale, più rispettata; il clero molto più onesto; la resistenza che ha offerto nei Paesi oltre cortina alle persecuzioni ed in Asia ed Africa è molto più notevole (anche se vi siano casi di disobbedienza o apostasia) di quella offerta durante la Riforma o la Rivoluzione francese. Lo so che c'è meno gente che va in chiesa di prima; ho letto molte inchieste di riviste o di giornali e del clero minore stesso che mostrano che nell'Italia del Nord non va alla Messa che il quindici o venti per cento della popolazione delle parrocchie, e nell'Italia del Sud si tocca appena il cinquanta o sessanta per cento, e per di più non sono giovani uomini, ma ragazzi, o donne, o vecchi; e che i parroci non posson esser troppo esigenti nella fede di chi fa battezzare i figli, o di chi si sposa, o di chi muore, se no dovrebbero escluderne molti dai sacramenti. È vero anche che le vocazioni diventano sempre più scarse. Però se più scarse, sono più serie, e nulla di male se si vedranno meno contadini nei seminari, che ci andavan principalmente per sottrarsi alla vita della vanga. E, le ondate di miscredenza sono meno pericolose delle raffiche di separazione, come al tempo della Riforma protestante. “
Giuseppe Prezzolini, Cristo e/o Machiavelli. Assaggi sopra il pessimismo cristiano di sant'Agostino e il pessimismo naturalistico di Machiavelli, introduzione di Quirino Principe, Rusconi Editore, 1971¹; pp. 132-134.
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schizografia · 1 year
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Non ci sono immagini nel mio teatro. Ci sono solo vocazioni al suicidio. Questo se non altro ci permette di ridere.
Carmelo Bene
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parmenida · 11 months
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Fossati: «Per Mina ho fatto una eccezione. Ora torno nel mio esilio.»
Mina Fossati, uscito il 22 novembre del 2019 e preceduto dal brano e dal video Tex Mex, è un lavoro struggente che parla di gelosia e di perdono. La collaborazione con Mina ha fatto uscire dall’autoesilio artistico Ivano Fossati («basta dischi e basta concerti» aveva detto nel 2011) che confessa: «Ho sempre sognato un disco con Mina. Quando ho ricevuto l’invito mia moglie mi ha detto: “se dici di no a Mina chiedo il divorzio”». Due anni fa cominciano le prove in studio. Le canzoni sono poche. Ma poi, spiega Massimiliano Pani, succede qualcosa di strano. Mina risveglia l’ansia creativa di Fossati. Mina diventa la sua musa. E a spizzichi e bocconi arrivano in studio nuovi provini. «Dei capolavori che ci lasciano a bocca aperta. Fossati scrive già i versi con l’attribuzione all’uno e all’altra. Ogni verso, ogni melodia, tiene conto delle vocazioni timbriche di ciascuno degli interpreti» dice Pani.
In questi due anni Fossati ha scoperto il segreto di Mina: «Dietro ogni parola c’è un pensiero. Se la volete annoiare parlatele del passato o fatele una lode. Se la volte far felice parlatele del presente o meglio ancora di un futuro progetto», racconta il cantautore. Non a caso la canzone che apre l’album, L’Infinito Di Stelle, pittorica, semplice ed elegante è il manifesto della filosofia del disco, «qui e ora», seguita da Farfalle, filastrocca gioiosa sulla consapevolezza felice del presente. In Ladro c’è una invettiva sul maschio bugiardo e fedifrago. Il rifiuto dell’amore è cantato in Come Volano Le Nuvole. La Guerra Fredda e Luna Diamante, che ha un sapore operistico, cantano i concetti di fatica e di attesa («Il tempo è un guardiano perfetto»).
«È bello lavorare con due giganti, perché non hanno fragilità, con le loro timbriche il ritrovarsi su una tonalità che è sempre un compromesso non li spaventa», spiega ancora Pani. E aggiunge: «Questo disco è un punto d’arrivo della mia carriera». Dopo il rock-blues Tex Mex, il disco ha una svolta veloce in Amore Della Domenica e Meraviglioso, È Tutto Qui, possente e penetrante. I suoni tendono all’Africa in L’Uomo Perfetto. Il sipario cala su Niente Meglio Di Noi Due. Una consapevolezza che aiuta a vivere «in questo mondo duro come un tamburo». Gran disco che unisce due grandi talenti in un’opera destinata a durare. Inoltre, Luna Diamante fa parte della colonna sonora del film di Ferzan Ozpetek, La Dea Fortuna. Fossati ha ribadito che il suo esilio artistico continuerà. Lo dice chiaramente: «Per Mina ho fatto un’eccezione».
- Mario Luzzatto Fegiz per Il Corriere Della Sera.
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susieporta · 1 year
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Ma che ci fai così, in silenzio, per tante ore?
"Aspetto di essere chiamato", rispose il nonno.
Ma chiamato da chi? e chiamato a fare cosa?
"No, non chiamato a fare qualcosa, ma chiamato per essere salvato.
Io aspetto di sperimentare la mia chiamata, la mia elezione. Voglio realizzare nel mio corpo quella chiamata che mi salva, mi guarisce, e ci rende nuovi, nella beatitudine."
Ma, nonno, ormai hai oltre 70 anni, e non hai ancora ricevuta questa benedetta chiamata?
"No, al contrario, io la ricevo tutti i giorni, e diverse volte al giorno, questa chiamata, ed è solo per essa, e dentro la sua dolcezza, che riesco a vivere. E' solo questo affidamento sempre più totale alla benevolenza di chi mi chiama che mi ha consentito di sposarmi con tua nonna, di avere tua madre e i suoi fratelli, e di operare nella storia giorno dopo giorno, con impegno, anche dentro tante prove".
Ma allora tu pensi che tutto accada per chiamate successive, siamo esseri appellati, quasi teleguidati dall'alto, ed in tal senso eletti?
"No, bimba mia, noi scegliamo eccome, scegliamo di ascoltare la voce che ci è più propria, e che ci chiama costantemente, scegliamo di obbedire a ciò, a chi veramente siamo. Tutto il resto, tutto ciò che pretendiamo di fare arbitrariamente, in base ai fuggevoli gusti delle nostre piccole personalità, è tempo perso, nel migliore dei casi.
Insomma l'elezione va ricevuta, è un dono, come il tuo futuro marito sarà per te un dono, e i tuoi amici e i tuoi figli, saranno un dono, molto concreto e molto preciso, come ogni dono d'altronde, saranno proprio quelli lì, quelli per i quali sei stata scelta, eletta, quelli che sono stati scelti, ed eletti proprio per te.
Nessun arbitrio, perciò, ma anche nessuna coercizione, e nessun caso: ma chiamate, vocazioni, elezioni, benedizioni, eterne, e risposte libere, sponde all'Eco dell'amore che ci salva.
Sai, oggi la Chiesa cattolica festeggia l'Assunzione in cielo di Maria, la Madre di Gesù. Ecco, Maria è l'esempio più preciso di ciò che ti sto dicendo: Maria infatti si lascia chiamare, si lascia scegliere, accetta di essere Eletta, ci crede, e solo così può dare alla luce il Figlio che la salva. Maria, procreando nella fede, risana tutto il proprio essere, che appunto oggi va nella Sfera dell'Assoluto integralmente: spirito, anima, e corpo.
Oggi bimba mia ti insegneranno proprio il contrario, ti diranno che devi fare ciò che ti passa per la testa, ti diranno, forse persino in qualche chiesa, che è ciò che scegli tu la verità, e non l'essere scelta, chiamata, amata da sempre.
Ma facendo così al massimo potrai diventare un po' Queer, che in fondo significa bizzarra, ma non certo una Queen, e cioè Regina degli angeli, e Madre dei profeti.
Non accontentarti, figlia mia, non ascoltare tutte queste brutte voci, così stonate, stattene a lungo in ascolto, cerca la pace, e impara ad ascoltare la voce dolcissima che ti chiama, la senti? anche ora canta il tuo nome, e mentre canta tesse nel tuo cuore il tuo grande destino: la tua figura di donna salvata.
Marco Guzzi
L'immagine è un particolare mariano
dell'Altare di Isenheim di Matthias Grünewald
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deathshallbenomore · 2 years
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epic highs and laws of essere nella ricerca, soprattutto in campo legale? vorrei laurearmi in diritto internazionale comparato ma ho paura che dopo non troverò nessun posto di lavoro,,, quindi probabilmente ricerca sia.
allora buongiornissimo, devo dire che sul fronte dei dubbi esistenziali della domenica stiamo andando fortissimo <3
partiamo dalla risposta definitiva che mi sento di darti, banale quanto vera: se è quello che vuoi fare, provaci. e non lo dico in termini fatalistici che richiamano vocazioni scritte sulla pietra da seguire pena una vita sprecata (been there done that, 0/10), ma semplicemente perché se ritieni che la cosa x sia la giusta direzione da seguire per un capitolo più o meno lungo della tua vita, dovresti farla, altrimenti ti rimarrà in testa un what if grande come una casa
nello specifico, in ordine sparso, non tanto i contro, quanto gli elementi di difficoltà di questa vita frizzantina: è un contesto abbastanza feudale, basato sui rapporti più o meno pacifici tra clan di accademici, dove devi senz’altro sgomitare (soprattutto andando avanti), accettare compromessi, così come di vivere in uno status liminale tra quello dello studente e quello del lavoratore (la burocrazia ti riserva the worst of both worlds). il precariato è sicuramente un pericolo da prendere in considerazione (molto dipende dal professore, finché lavori a stretto contatto con ləi, dal dipartimento, e dai soldi che ha a disposizione il dipartimento per finanziare la ricerca - e qua ritorna l’attività di sgomitamento agonistico). nel mondo della ricerca c’è poi una forte tendenza a preferire (quando si parla di finanziamenti) obiettivi “utili” [es gli studi sui dati, sulle nuove tecnologie, sull’ambiente etc etc. lo sono, per carità, ma non è detto che siano interessanti per tuttə] e questo pone non pochi paletti sulla strada di una ricerca serena
una cosa molto importante è la selezione oculata e attenta del docente con cui lavorare per i prossimi anni della tua vita è FON DA MEN TA LE la cosa più importante in assoluto*. e questo può essere un contro (se la scelta non è delle migliori) oppure può essere il più grande pro: lavorare con una persona brava e competente nel suo campo, ma anche alla mano, umana e gradevole è veramente la svolta, ti consiglio di non sottovalutare questo aspetto perché è davvero importantissimo, in barba a qualsiasi ragionamento su prestigio gloria onore etc etc [ne va letteralmente della tua salute mentale. una persona seria e preparata con cui si lavora bene vale 193848292 nomi illustri umanamente difficili, con cui potresti davvero arenarti]
circa i pro, torno a una delle prime cose che ho detto: se è quello che vuoi fare e riesci a farlo, è una grande esperienza. sai quando ti guardi intorno e dici “forse mi trovo nel posto giusto al momento giusto”? tra mille scleri, difficoltà, scadenze, pezzi da correggere, letture etc etc penso di trovarmi in una fase del genere - che è una roba. hai occasione di studiare in modo radicalmente diverso da quando prepari gli esami, puoi in linea di massima (con i dovuti aggiustamenti) approfondire temi che ti appassionano, hai un sacco di stimoli dal confronto con gli altri, dalle cose/persone che vedi/leggi/ascolti, capitano un sacco di occasioni preziose e interessanti, che ti arricchiscono molto anche dal punto di vista personale
sul “dopo”, è tutto un grande boh: anche per me il lavoro [in senso stabile, sicuro e ragionevolmente retribuito] nella ricerca è una prospettiva turbo-futuristica alla quale al momento non penso nemmeno perché altrimenti inizierei a piangere per il resto dei miei giorni. lol. chiaro che se vuoi fare il dottorato ma poi vuoi lavorare in un’azienda che non sa come beneficiare dei tuoi anni nella ricerca, questi non saranno serviti a molto. mentre se rimani in un ambiente, anche non universitario, che comunque sappia “cosa farsene” della gente dottorata, allora sarà comunque stato “utile” aver investito quegli x anni in un percorso di ricerca. inoltre, seppur l’utilità lavorativa sia senz’altro una priorità, ci tengo a ricordare anche quanto un percorso del genere sia arricchente in primis da un punto di vista personale. e ancora, non consiglierei di perseguire la ricerca per mancanza d’altro, perché è un percorso tosto e cominciarlo “per forza” ha poco senso [della materia in cui ti laurei non importa niente a nessuno** lol quindi focalizzati su quello che effettivamente vuoi fare tu, e parti da lì]
………e poi tanto dipende anche da un mix di bravura e fortuna, quindi un abbraccione e tanta buona sorte✨✨ spero di esserti stata d’aiuto!
*oddio c’è anche chi arriva dal nulla e non conosce il proprio tutor; io personalmente non saprei quanto consigliare questo modus operandi
**paradossalmente, più che al lavoro, è forse più importante nell’accademia, perché da lì - da quella materia, da quello specifico tema - muovi i tuoi primi passi e sperimenti con gli interessi di ricerca
PS ora però devi rivelarmi cosa intendi con diritto internazionale comparato perché ho scritto tutto questo papiro con quest’unica domanda in testa
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frammento · 12 days
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In una biografia, i libri non letti sono l’indice delle aspirazioni frustrate, dei desideri passeggeri, delle amicizie interrotte, delle vocazioni irrealizzate, delle depressioni che strisciano segrete sotto il pretesto del troppo lavoro o della mancanza di tempo, sono a volte maschere che lə falsə lettorə indossa per lanciare segnali letterari, nel tentativo di suscitare la simpatia o la complicità di altrɜ lettorɜ. Altre volte ciò che conta di un libro è solo la copertina, o il nome dell’autore, o appena il titolo, come per le pagine Instagram. In certi casi, i libri non ancora letti sono una riserva di futuro, pezzi di tempo trattenuto, direzioni diverse che la vita potrebbe un giorno prendere. Con il suo ammasso di parole lette, ricordate, dimenticate e non lette, la biblioteca è la protesi testuale dellə lettorə, un corpo narrativo esteriorizzato e reso pubblico.
Paul B. Preciado, Dysphoria Mundi
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janetjosse · 2 years
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telodogratis · 29 days
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Dragon Quest III HD-2D Remake si mostra al Nintendo Direct con un trailer focalizzato sulle vocazioni
Dragon Quest III HD-2D Remake si mostra al Nintendo Direct con un trailer focalizzato sulle vocazioni Dragon Quest III HD-2D Remake torna a mostrarsi con un trailer al Nintendo Direct che si focalizza sulle vocazioni dei personaggi. Vediamo i dettagli ufficiali a riguardo. Powered by WPeMatico Dragon Quest III HD-2D Remake torna a mostrarsi con un trailer al Nintendo Direct che si focalizza sulle…
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incamminoblog · 1 year
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don Marco Pozza "Abbondanza non è abbastanza"
IV Domenica di Pasqua (Anno A)  (30/04/2023) Vangelo: Gv 10,1-10  Ci sono sere, anche pomeriggi, nelle quali basta il suono di una certa voce per sentire una tempesta placarsi. Se quella voce, poi, pronuncia il tuo nome, il mistero del bene raddoppia: “Se una notte ti perderai dentro un bosco buio, solo chi saprà il tuo nome riuscirà a portarti a casa” diceva a noi bambini la nonna in una di…
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anticattocomunismo · 2 months
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Communauté Saint-Martin, troppe vocazioni infastidiscono Roma
“Accompagnamento” coatto per la comunità francese, con un boom di seminaristi in controtendenza rispetto al deserto generale. Numeri preoccupanti per la Santa Sede: troppi preti e troppo conservatori che rischierebbero di contagiare mezza Francia. Continue reading Communauté Saint-Martin, troppe vocazioni infastidiscono Roma
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