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#Antonello Neri
marcogiovenale · 1 year
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commiato dal musicista antonello neri
Il commiato dal musicista Antonello Neri, scomparso il 28 maggio, si terrà domani, martedì 30 maggio alle ore 15 al tempietto egizio del Verano, dove sarà proiettato il documentario Antonello Neri, di suo figlio Federico Ayrton. Antonello Neri: Iren – ImprovvisAzioni vesuviane (29 maggio 2010) Konsequenz (KNZ012) Musica e pianoforte: Antonello Neri Fair…
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schoje · 2 months
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A artista Sandra Bugmann ministra oficina de Pintura Bauernmalerei no dia 18 de novembro, das 13h às 16h, no Clube de Mães da Casa de Acolhida São Felipe Neri (Rua Paul Hermann Rosenwasser, na Velha Grande). As 20 vagas para a aula gratuita são destinadas às colaboradoras do Clube de Mães da instituição dedicada ao acolhimento de crianças e adolescentes em estado de vulnerabilidade. O local proporciona atividades no contra turno escolar e encaminha os iniciantes ao mercado de trabalho, criando perspectivas para um futuro melhor. A oficina faz parte do projeto Bauernmalerei: Resgate de uma Tradição, aprovado pelo 2º Prêmio Herbert Holetz, patrocinado pelo Fundo Municipal de Apoio à Cultura de Blumenau. Essa técnica de pintura folclórica surgiu entre camponeses dos Alpes europeus, na região onde hoje é a Alemanha. O objetivo objetivo do projeto é fazer o resgate dessa forma de pintura que remete aos colonizadores que contribuíram para a criação das cidades e da cultura da região do Vale do Itajaí. Cores para o inverno Relatos indicam que durante os longos e frios invernos, os camponeses, refugiavam-se em suas casas e dedicavam-se a essa pintura para trazer cor e alegria para o interior de seus lares, esperando a primavera que viria. Assim, a Pintura Bauernmalerei representa dedicação, perseverança e a esperança de que a vida vai renascer mesmo após longos invernos. “Essa vontade de buscar o belo, de transformar objetos do cotidiano em peças significativas e coloridas é o que mais me encanta no Bauernmalerei” afirma Sandra. “Percebo que, durante as oficinas, aos poucos, as pessoas vão relaxando, começam a conversar e contar histórias. E ver as pessoas alegres com as suas pinturas, é muito gratificante”.  caráter folclórico e características de espontaneidade e gestualidade, tornam essa técnica acessível a pessoas sem experiência e conhecimentos prévios na área de pintura. Além disso, por tratar-se do resgate cultural de uma técnica relacionada com a origem germânica, particularidade relevante ao turismo regional, apresenta-se propícia como atividade geradora de renda no âmbito da Economia Criativa e desenvolvimento de uma linguagem original para produtos artesanais. “O projeto tem caráter multiplicador porque cada participante poderá iniciar pinturas de peças utilizando as bases da técnica aprendida”, conclui a artista. Saiba mais Oficina de Pintura Bauernmalerei, com Sandra Bugmann Local: Clube de Mães da Casa de Acolhida São Felipe Neri Data: 18 de novembro Horário: das 13h às 16h Obs.: As vagas são destinadas exclusivamente às participantes do Clube de Mães, professoras e colaboradoras da instituição. Na internet Acompanhe pelo www.youtube.com/sandrabugmann e @bugmannsandra, no Instagram Bauernmalerei: Resgate de uma Tradição: https://www.youtube.com/watch?v=D_B4ouredPw&t=1464s Bauernmalerei: Demonstração de pintura: https://www.youtube.com/watch?v=bLeO-xwbiF8&t=391s Assessor de Comunicação: Sérgio Antonello postada em 04/11/2021 17:39 - 12 visualizações FotosFonte: Prefeitura de Blumenau SC
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lamilanomagazine · 6 months
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Lazio: approvata legge sul caregiver familiare
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Lazio: approvata legge sul caregiver familiare Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato oggi all'unanimità dei presenti la proposta di legge regionale n. 132 del 9 febbraio 2024, concernente "Disposizioni per il riconoscimento e il sostegno del caregiver familiare". In precedenza, aveva ricevuto il voto favorevole dell'Aula anche la proposta di deliberazione consiliare n. 11 del 4 ottobre 2023, concernente "Approvazione del 'Piano d'azione per le zone vulnerabili all'inquinamento da nitrati di origine agricola della Regione Lazio'. Direttiva 91/676/CE – D.Lgs. 152/2006 – DM 5046/2016". In apertura di seduta, vi era stato il ricordo da parte del presidente Antonello Aurigemma della consigliera Valentina Paterna, recentemente scomparsa, con l'annuncio del conseguente ingresso in Consiglio di Giulio Menegali Zeli Iacobuzi. Una proposta di legge, quella sul caregiver, che è stata "oggetto di un egregio lavoro in commissione", come ha detto l'assessore ai Servizi sociali Massimiliano Maselli nella sua relazione; una proposta incentrata sulla figura del caregiver familiare come componente della rete di assistenza alla persona ma anche come portatore di diritti propri, distinti da quelli della persona da lui assistita, recita l'articolo 1 della normativa. Normativa "attesa da tutto il mondo che ruota intorno alla disabilità", così ancora l'assessore. Pochi articoli, scritti in modo semplice, in modo da renderla accessibile a tutti, questo il modo in cui è stata scritta questa normativa, secondo Maselli, che ha ricordato le novità più rilevanti che essa introduce, dal ruolo attivo che essa conferisce al caregiver per la prima volta, alla "giornata del caregiver" in essa prevista all'articolo 11, fino al riconoscimento, dal momento che almeno il 7 per cento dei caregiver è in una fascia di età giovanile, di crediti formativi a fini di studio, che è previsto nell'articolo 10. 15 milioni di euro nel triennio 2024-26 sono gli stanziamenti previsti per questa legge dalla norma finanziaria, l'articolo 14. Numerosi gli emendamenti ai vari articoli approvati, provenienti sia dalla maggioranza con Maria Chiara Iannarelli di Fratelli d'Italia, che dall'opposizione con Marta Bonafoni del Partito democratico, Alessandra Zeppieri del Polo progressista, e alcuni dallo stesso assessore Maselli, che in altri casi ha provveduto alla riformulazione di alcuni, in modo da poter dare ad essi parere positivo. Il riconoscimento di una figura che c'è sempre stata ma non lo ha mai ottenuto ufficialmente, questo è lo scopo della legge secondo la presidente della commissione Sanità Alessia Savo, che ha ricordato come 25 mila persone nella nostra regione svolgano questa attività. Apprezzamento per la proposta è venuto anche dall'opposizione, con la consigliera Marietta Tidei di Italia viva. "Un lavoro fatto insieme" è stato quello che si è realizzato su questa proposta, anche per il consigliere Rodolfo Lena del Pd. Apprezzamento anche da Marta Bonafoni, secondo la quale anche il governo nazionale dovrebbe trarre ispirazione da questo lavoro fatto nel Lazio in modo condiviso. "Un percorso importante" apre questa normativa, secondo Alessandra Zeppieri. Con riferimento all'accenno di Bonafoni, Maselli ha detto in una breve replica che gli risulta si stia lavorando anche a livello nazionale sul tema. Importante la continuità del lavoro su questi temi, ha detto in conclusione l'assessore. Il voto favorevole dei vari gruppi di maggioranza è stato poi annunciato, in sede di dichiarazione di voto, da Nazareno Neri di Noi moderati, Luciano Crea della lista Rocca e Daniele Sabatini di Fratelli d'Italia; tutti hanno ringraziato la Giunta per il lavoro fatto su questa normativa di grande "concretezza", come ha detto Sabatini. "Procedura obbligata", invece, era stata definita dall'assessore al Bilancio Giancarlo Righini nella sua illustrazione del provvedimento, quella che viene avviata con la proposta di deliberazione consiliare approvata prima della proposta di legge, vista la procedura di infrazione europea pendente in materia. Il Piano d'azione fissa i criteri e le norme tecniche generali per l'utilizzazione agronomica dei materiali e delle sostanze di cui all'articolo 2, al fine di consentire alle sostanze in essi contenute di svolgere un ruolo utile al suolo agricolo. Per Salvatore La Penna del Pd, però, da una procedura per quanto obbligata può nascere una iniziativa su un tema che ha a che fare con la qualità della vita nei nostri territori; d'accordo con queste osservazioni si è detto anche Daniele Maura di Fratelli d'Italia. Righini, da parte sua, ha assicurato che si continuerà a lavorare su questo tema, nel ringraziare per il loro apporto le Direzioni Regionali coinvolte.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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garadinervi · 2 years
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Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, Musica su schemi, CRSLP 6109, «nova musicha» 9, Cramps Records, 1976 [Fondazione Bonotto, Molvena (VI)]
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berchtold · 5 years
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That time of year: The Teapot World - an alternative Valentine's Day caress..
That time of year: The Teapot World – an alternative Valentine’s Day caress..
The Teapot World  – free this weekend, though we offer thanks and tea for any posted reviews…
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the teapot society
Define any thing: A summer breeze, a tin roof, a Snowflake drifting, a girl, a father, Your boyfriend or your sister’s new shoes –
Even a teapot.
  Create its place, joy, sorrow: Draw lines around Its embedded time, and sound, and forms –
What did you
Make for each? A…
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sayitaliano · 6 years
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Sanremo 2019
Here a few ways to watch Sanremo online starting from tonight (tuesday february 5th) night 8:30 pm - it’ll probably start with a 5 minutes “anteprima = preview” every night, until saturday when the final will be broadcasted. It will last until saturday (february 9th).
/ Official website / you can find loads of videos and interviews here + the latest news.
Rai’s website dedicated section (here)
Raiuno -> just click on the first video on the left, or here , to open the Raiuno streaming immediately (I added the whole Rai channels things in case you had troubles connecting directly and wanted to try from there) I’m not sure you have to log in to watch a live, but it’s through just an email or FB btw
I’ll try to write down some more infos/links through the week.
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Hosts & Guests
This years’ hosts will still be the singer Claudio Baglioni (who choose the songs taking part into this Sanremo), a TV and radio host, impersonator and actress Virginia Raffaele, and an actor, TV and radio host and comedian Claudio Bisio. It seems the latter two will be the actual hosts, while the first one will mostly appear to sing as the latest year. Some of the guests might be the singers: Riccardo Cocciante, Antonello Venditti, Fiorella Mannoia, Eros Ramazzotti, Luciano Ligabue, Marco Mengoni, Andrea Bocelli with his son Matteo, Giorgia, Elisa and Alessandra Amoroso, but also Tom Walker and Luis Fonsi. Also Michelle Hunziker and Pierfrancesco Favino (last year’s hosts), Pippo Baudo and Fabio Rovazzi (Sanremo Giovani’s -newbies- hosts), Laura Chiatti, Claudio Santamaria, Serena Rossi and Michele Riondino (actors) are rumored to be there.   I’m not sure about who will be there on what night tbh (excpet Elisa should perform on saturday while Bocelli tonight).  After the evening, there will be the usual Dopofestival, to spaek about performances and songs.
How it works
Differently from last year, this year there wll be 24 singers: no “young/newbies” section will be present. The 2 winners of the “newbies” competition held at the end of 2018, will sing a new unheard song, according to the rules of Sanremo. The winner of the competition will represent Italy at the Eurovision Song Contest: if he/she won’t accept, the choice will be another artist, usually the 2nd classified.
Day 1 - All the 24 singers will perform. Day 2 - 12 singers out of the 24 will perfom. Day 3 - The remaining 12 singers will perform. Day 4 - Duets night: all the singers will sing their songs with the help of other artists (singers or actors or dancers) that aren’t taking part to Sanremo this year. The songs might have a different arrangement or not. Here all the partecipants accompanied by the name of their own “supporter” artists for this night:
Achille Lauro – Morgan Anna Tatangelo – Syria Arisa – Tony Hadley and Kataklò Boomdabash – Rocco Hunt and the Musici Cantori di Milano Daniele Silvestri – Manuel Agnelli Einar – Biondo Enrico Nigiotti – Paolo Jannacci and Massimo Ottoni Ex-Otago – Jack Savoretti Federica Carta and Shade – Cristina D’Avena Francesco Renga – Bungaro and Eleonora Abbagnato Ghemon – Diodato and Calibro 35 Il Volo – Alessandro Quarta Irama – Noemi Loredana Bertè – Irene Grandi Mahmood – Guè Pequeno Motta – Nada Negrita – Enrico Ruggeri and Roy Paci Nek – Neri Marcorè Nino D’Angelo and Livio Cori – Sottotono Paola Turci – Giuseppe Fiorello Patty Pravo and Briga – Giovanni Caccamo Simone Cristicchi – Ermal Meta Ultimo – Fabrizio Moro Zen Circus – Brunori Sas Day 5 - All the singers will perform again their songs and after midnight we’ll know the winner.
Partecipants and songs:
Federica Carta and Shade, “Senza farlo apposta” Patty Pravo and Briga, “Un po’ come la vita” Negrita, “I ragazzi stanno bene” Daniele Silvestri,“Argento vivo” Ex-Otago, “Solo una canzone” Achille Lauro, “Rolls Royce” Arisa, “Mi sento bene” Francesco Renga, “Aspetto che torni” Boomdabash, “Per un milione” Enrico Nigiotti,“Nonno Hollywood” Nino D’Angelo and Livio Cori, “Con un’altra luce” Paola Turci, “L’ultimo ostacolo” Simone Cristicchi, “Abbi cura di me” Zen Circus, “L’amore è una dittatura” Anna Tatangelo, “Le nostre anime di notte” Loredana Bertè, “Cosa ti aspetti da me” Irama, “La ragazza con il cuore di latta” Ultimo, “I tuoi particolari” Nek, “Mi farò trovare pronto” Motta, “Dov’è l’Italia” Il Volo, “Musica che resta” Ghemon, “Rose viola” Einar, “Parole Nuove” Mahmood, “Soldi”
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corallorosso · 6 years
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Senza Riace, cosa resta della Calabria?
di Antonello Caporale Che cosa resta della Calabria senza Riace? Cosa di positivo di quella regione in questi anni si è conosciuto nel mondo se non il modello di accoglienza proposto dal sindaco di quel comune? E perché, quali sono i motivi che hanno portato a questo giudizio unanime? Tutti tifosi per partito preso? Diamo credito, come è nostro dovere, all’inchiesta della magistratura. E senza attendere il giudizio definitivo riteniamo pure che il sindaco abbia ecceduto nell’esercizio dei suoi poteri: anche se lo scopo è umanitario la legge dev’essere rispettata. Bene. Ma erano necessarie le manette? L’indagato non si è certo difeso negando, sottraendo prove o camuffandole, non ha certo manifestato la volontà di scappare, non si è mai reso irreperibile. Ha dichiarato di aver obbedito al senso di umanità ritenendolo superiore ai codici. Ha sbagliato? Pagherà. Ma perché le manette? E perché ora il divieto di dimora a Riace? E’ davvero una misura di giustizia, urgente e indifferibile? Qui non c’entra il merito dell’accusa, ma la valenza simbolica di questa decisione. Obbligare Mimmo Lucano a lasciare Riace ha il sapore dell’estirpazione di una pianta cattiva, il senso che quel modello dev’essere raso al suolo. Già il ministero dell’Interni aveva provveduto a farlo, revocando a Riace l’autorizzazione ad accogliere ed assistere migranti. La giustizia sembra purtroppo completare l’opera politica. E lo fa in una terra che non trova mai giustizia, con una severità che è sconosciuta nei mille casi di malaffare che in quel territorio si manifestano e si sviluppano, e con un puntiglio che lascia stupefatti. Se il modello di integrazione proposto dal comune di Riace, e applaudito nel mondo, non solo è fuorilegge ma agevola comportamenti criminali, abbiamo la legittima curiosità di conoscere quello alternativo. Cosa si propone? Dov’è? Ne esiste uno? O per caso, come sembra, l’idea è semplicemente quella di trasformare i migranti in carcerati, i clandestini in delinquenti, le donne in prostitute? E poi? Perché non volgiamo lo sguardo a quel che resta dei nostri paesi di montagna, che muoiono perché i vivi scappano? E se non vogliamo che li abitino anche i “neri”, perché poi chiediamo le loro braccia ogni volta che servono? A raccogliere pomodori e fragole, insalata e angurie. A spalare letame nelle porcilaie, a respirare l’aria tossica delle concerie, a far da badanti ai nostri genitori, o da colf nelle nostre case? Dove dovrebbero abitare, secondo il ministro dell’Interno? Nelle stalle, come i sikh a Sabaudia, vero? Nelle capanne di lamiera della Capitanata, nei tuguri di Mondragone? Ci sono giudici a Sabaudia? Perché non viene mostrata la forza della legge in provincia di Foggia, in quella di Caserta e negli altri territori dove è rispettato il sopruso e non il diritto? La verità è amara purtroppo. Questo solo è il modello che conosciamo. E’ così che vogliamo continuare, perciò spaventa tanto Riace: non sia mai trattare gli uomini, quegli altri, da umani. Accatastati come bestie, magari sì.
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infosannio · 6 years
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Gli emigrati dal Sud sono più degli immigrati che arrivano
Gli emigrati dal Sud sono più degli immigrati che arrivano
LA FUGA: 1 MILIONE E 800 MILA ITALIANI SONO SCAPPATI DAL MERIDIONE DAL 2001
  (di Antonello Caporale – Il Fatto Quotidiano) – E chi glielo dice adesso a Salvini? Chi gli dice, mentre attende operoso al respingimento dei neri d’Africa, i nuovi invasori, che negli ultimi sedici anni circa un milione e ottocentomila italiani sono fuggiti dalle proprie case per cercare un lavoro e un futuro altrove?…
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marcogiovenale · 2 years
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"nuova consonanza": nuova uscita su vinile del disco del 1975
“nuova consonanza”: nuova uscita su vinile del disco del 1975
Sandro Ricaldone GRUPPO D’IMPROVVISAZIONE NUOVA CONSONANZA Il gruppo durante la registrazione di “Musica su schemi”, 1975 [cliccare per ingrandire]Giancarlo Schiaffini, Antonello Neri, Giovanni Piazza, Ennio Morricone, Egisto Macchi e Franco Evangelisti. Foto di Roberto Masotti Il Gruppo di Improvvisazione “Nuova Consonanza” è stata una formazione attiva tra il 1964 e il 1980, dedita alla…
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iltrombadore · 4 years
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1964, Paolo VI in India e l’inviato Antonello Trombadori: “Il Papa mi ha detto: abbiamo molti dialoghi da fare”
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(Nel dicembre del 1964 Papa Paolo VI fece un viaggio in India, dove si svolgeva il Congresso Eucaristico. Mio padre Antonello lo seguì come inviato de l’Unità, allora diretto da Mario Alicata. Palmiro Togliatti era scomparso da qualche mese e nel PCI si apriva una stagione di lotta politica che ebbe tra le varie poste in gioco anche il rapporto con il mondo cattolico per le prospettive aperte dal Concilio Vaticano II. Accadde così che un breve ma eloquente accenno del Pontefice rivolto all’ inviato de l’Unità divenne sintomatico colpo giornalistico che occupò la prima pagina suscitando col titolo una notevole eco: “Il Papa mi ha detto: abbiamo molti dialoghi da fare”. Se la vita della Chiesa si rivolgeva alle ansie del mondo contemporaneo,  l’ invito al dialogo segnava l’ attenzione a quanto maturava nel mondo comunista in termini di riforma e revisione. Ricordo bene che all’epoca –avevo diciannove anni- non seppi nemmeno cogliere l’ importanza politica e la portata morale di quanto accadeva. Chiuso nelle mie certezze marxiste ero un chierichetto dell’ ortodossia ideologica. Col tempo, grazie a Dio, ho rivisto completamente quell’ ottuso modo di pensare.Riproduco volentieri l’articolo di Antonello Trombadori e il titolo che vi appose de l’Unità.)
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Primo servizio di Antonello Trombadori sul viaggio di Paolo VI
“IL PAPA MI HA DETTO: ABBIAMO MOLTI DIALOGHI DA FARE”
Una breve conversazione tra Paolo VI e l’inviato speciale dell’Unità si è svolta a bordo del ”Nanga Parbat” tra Beirut e Bombay
Bombay,2 dicembre 1964-Alle 21, 20 ora italiana, a diecimila metri di altezza, sulla parte settentrionale dell’Oceano Indiano, esattamente sul Mar d’Arabia nel punto dove finiscono le acque territoriali pakistane e cominciano quelle della Repubblica Indiana, Paolo VI è passato davanti al mio posto nella classe turistica del Boeing 707 che ci ha trasportati a Bombay. Mi sono levato in piedi e gli ho detto: ‘Antonello Trombadori del giornale l’Unità’. Il Papa ha avuto un attimo di sorpresa. Io ho subito soggiunto:’ Buon viaggio da parte dei nostri lettori’. Paolo VI ha immediatamente ribattuto: ’Auguri, auguri’. Poi, dopo un fugacissimo silenzio, ha proseguito: ‘Auguri, avremo tanti bei dialoghi da fare’ .Ha poi seguitato il suo cammino verso la coda dell’apparecchio soffermandosi a salutare altri passeggeri e in particolare due suore missionarie che fanno ritorno nell’Assam, dove la maggiore di esse risiede da 36 anni.
Un giornalista americano, non appena il Papa si è ritirato nella sua cabina, ha avuto un rapido colloquio con mons. Samorè, segretario per gli affari straordinari della Segreteria di Stato. Gli ha chiesto: “questo viaggio del Papa, vuole aprire un dialogo anche con altre religioni; anche con chi non crede, con i comunisti ?”. Monsignor Samorè ha risposto: “con tutti, purché vi sia buona volontà”. Poco prima tra il corrispondente della NBC Irving Levine e il Pontefice aveva avuto luogo questo scambio di frasi: ”Perché intraprendere questo viaggio ?”.Paolo VI:” Ci vorrebbe troppo tempo per rispondere. Spero di incontrare molti fedeli e altri uomini. Spero che il viaggio contribuisca alla pace e risulti una testimonianza di buona volontà”.
E certo più di una testimonianza di buona volontà ha richiesto la enorme folla venuta a salutarlo all’aeroporto di Bombay e lungo i circa trenta chilometri che lo separano dal luogo dove si svolge il Congresso Eucaristico. Cattolici, certo; ma anche induisti, buddisti, musulmani e uomini senza religione precisa, presumibilmente venuti a vedere che panni veste e che cosa promette il Capo della Chiesa Cattolica.
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E non c’è dubbio che assieme al Pontefice quella folla che non ha mai smesso di gridare, di interrogare con gli occhi profondi e di ridere di cuore protendendo le mani verso le macchine del Pontefice e del seguito, ha anche inteso accomunare nello stesso saluto uomini di altro colore e di altre nazionalità in una spontanea testimonianza di amicizia e di pace. L’aereo che ha portato Paolo VI in India si è alzato da Fiumicino alle 4,30. Dal mio taccuino traggo questi appunti sul viaggio fra Roma e Beirut. Sono le 8,10 ora italiana. Da circa un’ ora l’aereo pontifico della Air India che tra sporta Paolo VI a una quota pari a quella di una della più alte vette dell’Himalaya, di cui porta il nome, “Nanga Parbat”, e sul cui muso, diciamo alla altezza della tempia sinistra, è stato dipinto lo stemma vaticano accanto alla bandiera indiana, ha lasciato Roma sotto una pioggia fitta e battente Stiamo ora sorvolando l’ultimo lembo di terra italiana si distinguono piccolissimi i lumi di qualche villaggio calabrese- Melissa, Stromboli, Isola Capo Rizzuto - l’ area della grande miseria è già cominciata. Il sole dell’alba ci viene incontro dalla Grecia sbucando di sotto lo strato spesso di nuvole che copre i monti del Peloponneso. Paolo VII, che nessuno finora  è riuscito a vedere, riposa nella parte della cabina di prima classe che è stata compostamente trasformata in una piccola e comoda alcova. I due cardinali invece (si tratta di Cicognani e di Tisserant) posso  indovinarli di spalle dal mio posto di classe turistica sonnecchianti e abbandonati con la testa all’indietro sulle poltrone; dall’altra parte della cabina di prima classe a loro riservata insieme a qualche altro importante prelato distinguo la chioma pepe e sale ben pettinata del prefetto delle cerimonie, mons. Dante, quello stesso che tante volte i telespettatori hanno potuto vedere accanto al Pontefice per suggerirgli questo o quel movimento del cerimoniale; un filo di fumo sale azzurrino  da dietro la sua spalliera, monsignor Dante preferisce evidentemente tenersi desto per ogni evenienza.
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Non siamo soltanto giornalisti sul “Nanga Parbat”. C’è anche il sindaco di Venezia, Favaretto Fisca, che corregge tra uno sbalzo e l’altro dell’aereo il testo del saluto che porterà al Congresso Eucaristico di Bombay; ci sono le due suore missionarie che fanno ritorno nell’Assam dopo aver partecipato in Italia alla elezione della madre badessa del loro ordine; vi sono altri sacerdoti cattolici e vi è un agricoltore trevigiano dalla faccia angelica e non nemica del buon vino, che accompagna in una sorta di viaggio turistico religioso la giovane figlia al Congresso eucaristico. Le hostess abbigliate in elegantissimi e alquanto plastici sari a strisce marrone, verde marcio e argento, hanno un gran daffare. Non si sono fermate un momento dal decollo in poi. Il primo faticoso lavoro è stato quello di restituire ai rispettivi proprietari macchine fotografiche. Cineprese, macchine da scrivere, borse e valigette che erano state ritirate prima di varcare il posto di polizia; poi è cominciata la distribuzione delle cartelle messe a disposizione dei giornalisti da parte della compagnia di navigazione. In una di queste cartelle vi è un testo inglese nel quale i dirigenti dell’ Air India fanno un personale apprezzamento dello storico significato del viaggio del Pontefice nel loro paese e a bordo di un loro aereo. Gli stessi concetti sono stati in parte ripetuti all’altoparlante dalla hostess Ursula Stocker, una gentile svizzera cattolica di ventitré anni che ha detto in italiano lentamente ma senza emozione: “L’Air India oltre che il suo benvenuto porge a Sua Santità l’augurio di un comodo e piacevole viaggio. Grazie”.
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Se è vero che questo viaggio è destinato a passare alla storia, non c’è dubbio che le prie eroine della sua cronaca sono queste quattro hostess. Della prima vi ho già detto il nome. Vi presento ora le altre tre: Cintya Kyte, smilza dai capelli scuri, nata a Bombay ventisei anni fa, diplomata in economia all’università di Karnatak; ama Roma e Londra, suona il piano ed è campionessa di ping pong. Collleen Biladzava, nata in un villaggio presso Bombay, ventun anni, prima di entrare nella Air India ha frequentato il convento di Gesù e Maria. Shirley Kennedy, ventotto anni, mannequin, buona atleta, vittoriosa in numerose gare. Infine Kalini Shahani, ventun anni, snella e elegante, nata a Karachi, protestante. Ho tratto queste notizie dal registro di bordo.
Alle sette in punto Paolo VI, interamente vestito di bianco, ha fatto la sua apparizione sulla soglia della porta che divide la sua alcova dalla zona riservata ai prelati del seguito, e si è spinto, tra  lampi di flash e mani protese a toccare le sue, fino alla soglia della classe turistica, sbarbato, risposato, sorridente. Ha fatto i suoi complimenti al sindaco di Venezia ricordando che dalla Serenissima mosse a suo tempo verso l’Oriente Marco Polo; ha anche inaugurato il carnet di un industriale milanese invitato al suo seguito con la seguente frase latina:” Ambulate in dilectione”. Voleva poi percorrere tutto il lungo corridoio del “Nanga Parbat” , ma monsignor cerimoniere visto l’affollamento lo ha dolcemente spinto all’indietro. Le due madri missionarie che erano rimaste disciplinatamente al loro posto hanno perduto l’occasione di baciargli la mano e di raccontargli dei morti di fame, dei lebbrosi e degli appestati dell’ Assam. Sono le sette e un quarto (sempre ora italiana) e il Libano è sotto di noi. Dopo un quarto d’ora il Boeing 707 ha toccato con delicato e autorevole colpo di cloche  del comandante Shirudkar la pista di Beirut; gli ultimi minuti di volo a bassa quota li abbiamo fatti quasi in riva al mare, tra cespugli fitti di tamerici dai quali sbucavano come formiche soldati armati di ogni tipo. Alcuni di essi hanno salutato agitando le braccia.
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Paolo VI è apparso sulla vetta della scala di prima classe con un gran mantello rosso scarlatto, è sceso agilmente a terra e subito è stato circondato da sacerdoti vestiti di rosso e di nero con grandi barbe e volti bruni di libanesi e di siriani. Si è fatto incontro il cardinale Taupouni, piccolo e segaligno, con due occhi vivi e neri come il carbone che si sono appuntati in quelli grigi del Pontefice, prima che  questi si avviasse a passo rapido e con il braccio alzato in segno di saluto verso il picchetto d’onore schierato in armi.
A fianco di Paolo VI si è posto il presidente della repubblica libanese. Tutto lo spazio disponibile per il pubblico sugli spalti dell’aeroporto era gremito di suore e di preti cattolici di rito maronita e di rito melchita. Il Papa ha riscosso i loro fervidissimi battimani ogni vota che fermandosi a benedire le bandiere issate sulla baionetta dei capi plotone, alzava il braccio e  l o spingeva  oltre i soldati. Tra i prelati libanesi ho osservato attentamente Massimo IV, il patriarca cattolico di rito melchita. E’ un uomo duro, fermo, tarchiato, fiero sotto la sua piccola cappa nera che gli cala fin quasi sui mustacchi. E’ nota la sua funzione di punta nel Concilio in rivendicazione della priorità dei riti e delle comunità cattoliche orientali da lui considerate originarie. E’ nota anche la sua ferma posizione in difesa dell’uso delle lingue nazionali, soprattutto il greco, l’aramaico, e nel suo caso il francese, per lo svolgimento dei riti sacri. Ma è ancora più nota la sua rivendicazione della funzione dei patriarchi in rapporto a quella dei cardinali. Il Papa, nel suo saluto di risposta alla allocuzione del Presidente della Repubblica libanese ha ricordato per nome soltanto il cardinale Taupoumi.+Mentre Paolo Vi parlava ho avuto la sorpresa di vedermi accanto un giornalista svizzero della nostra comitiva improvvisamente trasformatosi in Cavaliere del Santo Sepolcro. Un gran mantello bianco con la croce greca rossa, un berrettone di velluto nero alla Raffaello, impettito e militarmente corretto egli testimoniava così la presenza del suo Ordine al seguito del Pontefice. Gli si è avvicinato un giovane sacerdote, di quelli che hanno posto in prima classe, e mi pare proprio che gli abbia fatto un cicchettone.
Paolo VI ha donato quarantamila dollari per i poveri del Libano: ventimila nelle mani del Presidente della Repubblica, ventimila nelle mani del Nunzio apostolico a Beirut. Poi abbiamo ripreso il volo e alle dieci e trenta (ora italiana) ci è stata servita la colazione. Sul frontespizio del menù figura una incisione della chiesa indiana di Nostra Signora Pullaparame, forse uno dei più antichi templi della cristianità. Si narra che sia stato fondato dall’incredulo apostata Tommaso, evangelizzatore dell’India nel 52 d.C.
Antonello Trombadori
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lamilanomagazine · 2 years
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“Tè a Palazzo Santacroce”, grande successo del primo incontro per avvicinare alla degustazione del tè
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“Tè a Palazzo Santacroce”, grande successo del primo incontro per avvicinare alla degustazione del tè. Si è svolto a San Gemini (Terni) il primo appuntamento della nuova iniziativa culturale del Gruppo Tacconi-Ottelio, per vivacizzare il territorio e le sue peculiarità. Si tratta di “Tè a Palazzo Santacroce”: durante una serie d’incontri – che si svolgeranno il sabato e la domenica – gli ospiti si potranno avvicinare alla raffinatezza della degustazione del tè. All’incontro del 22 gennaio – che ha riscosso un grande successo di pubblico - ha partecipato Antonello Biancalana, degustatore ed esperto di tè, e fondatore del sito DiWineTaste. “Si tratta di una riscoperta dei nostri sensi, che siamo disabituati a usare, quando in realtà sono vettori di emozioni da potenziare – afferma Biancalana - Sia il tè sia il vino sono utili in tal senso, perché hanno bisogno di una diversa comprensione emotiva per essere scoperti. Il tè è una bevanda che ha oltre 5000 anni di storia, e abbraccia le gioventù di ogni epoca”. Durante l’evento si è parlato dell’Afternoon Tea inglese, la cui tradizione inizia a metà dell’800, e che nacque come motivo d’aggregazione: “Per far stare bene le persone. Quindi i nostri appuntamenti sono una riscoperta del gusto, per ritrovarsi insieme davanti ad una tazza di te, ricoprendo un momento conviviale”. Dopo la presentazione, gli ospiti hanno potuto gustare diversi tipi di tè puri neri, con foglie pure - poi filtrate - e un’infusione che va dai tre a cinque minuti. La degustazione avviene in tazze di porcellana, che enfatizzano i sentori della bevanda. Gli altri incontri faranno scoprire novità di degustazione su questa bevanda, nata in Cina nel III secolo e importata in Europa nel 1610 dai portoghesi. “Tè a Palazzo Santacroce” è organizzato dal gruppo Tacconi-Ottelio, e dal Grand Hotel San Gemini. Intanto, nelle sale della Galleria degli Affreschi del Grand Hotel San Gemini, prosegue la mostra dedicata al pittore Piero Gauli, che resterà aperta al pubblico fino al 31 gennaio. Il costo della degustazione è di 15 Euro a persona (con piccola pasticceria e sandwich mignon), ed è gradita la prenotazione. Palazzo Santacroce - Grand Hotel San Gemini Via Duomo, 4 - San Gemini (Terni) T. 0744 243454 Per informazioni: Ufficio Stampa Gruppo Tacconi-Ottelio Email: [email protected] T.: 0744 243454... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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giancarlonicoli · 4 years
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28 mag 2020 16:04 PRONTO, PALAMARA? – DOPO AVER INZUPPATO LA PENNE PER ANNI SULLE INTERCETTAZIONI DI SILVIO BERLUSCONI E DINTORNI, ORA “LA STAMPA” E “LA REPUBBLICA”, DAVANTI A VERBALI CHE TIRANO IN BALLO MAGISTRATI ATTORI E GIORNALISTI DI SINISTRA, SCOPRONO - BONTÀ LORO - CHE ‘LE PAGINATE DI INTERCETTAZIONI FINITE SUI GIORNALI NON SIANO TUTTE DI PREGNANTE RILEVANZA’’ (MICHELE SERRA) – “NON È CHE IL DIALOGO PALAMARA-ANTONELLO VENDITTI CONTENESSE DATI SENSIBILI PER LA TENUTA DELLE ISTITUZIONI. E L'HANNO PUBBLICATO”
1 - PRONTO, PALAMARA?
Mattia Feltri per “la Stampa”
Ieri mattina ho colmato una delle più gravi lacune della mia esistenza: ho telefonato a Luca Palamara. Per davvero, non sto scherzando. Non gli avevo mai telefonato. Leggevo le intercettazioni sui giornali e dicevo: ok, Palamara parla coi suoi colleghi magistrati, coi politici, fa le sue paste, manovra questa e quella nomina: che c' entro io? Poi sono uscite le intercettazioni di Palamara coi giornalisti.
E ho cominciato a farmi delle domande (ma mi sono dato risposte consolatorie). Ieri mattina però c' erano pagine di intercettazioni di Palamara con Neri Marcorè, Raoul Bova, Luciano Spalletti, generali dei carabinieri, rappresentanti del clero, pure col direttore della polizia ferroviaria. Ho pensato: chiama tutti tranne me. Non conto proprio un cappero. Allora gli ho scritto su Twitter, ci siamo scambiati i numeri e ho chiamato.
Purtroppo non avevo la certezza di essere intercettato, ma in ogni caso non vi darò alcun dettaglio perché mica sono il più scemo: anche io voglio la mia intercettazione sul giornale. Non ci siamo detti niente di penalmente rilevante, niente di politicamente interessante ma del resto, immaginerete, non è che il dialogo Palamara-Antonello Venditti contenesse dati sensibili per la tenuta delle istituzioni, e l' hanno pubblicato lo stesso.
Sarebbe bello fare come in Perfetti sconosciuti, il film in cui gli amici si scambiano i telefoni per leggere l' uno la corrispondenza dell' altro. Sarebbe bello farlo a turno: tutti i nostri sms in pagina. Solo quelli pruriginosamente rilevanti. O dite di no? Che conviene continuare a farlo con quelli come Palamara, che tanto sono indagati e sputtanati e non possono difendersi?
2 - DU' SPAGHI TUTTI ASSIEME
Michele Serra per “la Repubblica”
Sono tra i pochi italiani che non hanno avuto rapporti telefonici con il dottor Palamara. Ne esce confermata l' irrilevanza del mio status. Non si montino la testa, però, le migliaia di persone il cui nome fa capolino nelle conversazioni del dottore, un kolossal al cui confronto Ben Hur è una commedia intima.
Molti di loro non sarebbero in grado di influire nemmeno nella nomina di un pretore, e sono finiti nel cast per puro caso, come il mio vecchio amico Neri Marcorè, dal quale comprerei non solo un' auto usata, anche un' auto ammaccata.
Questo fa pensare che le paginate di intercettazioni finite sui giornali non siano tutte di pregnante rilevanza; che molte appartengano a quel cicaleccio romano che, con il pretesto di fare il punto sugli assetti di potere e sottopotere, spesso si limita a riempire il tempo che serve per percorrere a piedi il tratto piazza del Popolo-Montecitorio.
E fa pensare, anche, alla scellerata disinvoltura con la quale conversazioni private utili al massimo per coloriture giornalistiche, e senza rilevanza giudiziaria, vengono pubblicate su quotidiani e settimanali.
Ha scritto Francesco Cundari su Linkiesta, con giustificato disgusto, che "quando a essere ingiustamente sputtanato, ricattato, mostrificato sarà stato il cento per cento dei giornalisti, dei magistrati e dei politici, l' ipotesi di una riforma che metta davvero fine a un simile andazzo avrà qualche possibilità di essere realizzata".
Sono meno ottimista. Quando il nome di tutti sarà finito nello stesso calderone consociativo, chi per crimini veri, chi perché chiede un paio di biglietti per andare a vedere la Roma, sarà un' ottima occasione per farsi du' spaghi tutti assieme.
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pr24news-blog · 6 years
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Team Pedercini Racing by Global Service Solutions Spa presentato al Motor Bike Expo
Davanti ad una platea numerosa e appassionata, il Team Pedercini Racing by Global Service Solutions Spa ha presentato oggi all’interno di Motor Bike Expo la nuova livrea per la stagione 20 vedrà la squadra italiana impegnata nel Campionato Mondiale MOTUL FIM Superbike e del Campionato Mondiale FIM Supersport.
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La ripresa delle competizioni nell’ambito del Campionato Mondiale Superbike e Supersport 2019 assume un significato speciale per il Team Pedercini Racing con l’ingresso di un’importante azienda, la Global Service Solutions Spa, con sedi a Roma, Piacenza, Milano e Napoli, che riassume l’esperienza ventennale di aziende operanti nel settore dei servizi di Facility Management e di Gestione del Patrimonio Immobiliare di grandi Clienti.
Già presente dal 2018 nel settore Racing del Campionato Mondiale Superbike e Supersport, da oggi Global Service Solutions Spa interverrà nel Team Pedercini brandizzando con i propri loghi e colori aziendali, le tute dei piloti del team e le Kawasaki.
Global Service Solutions Spa promuoverà la propria immagine in veste di “Title Sponsor del Team Pedercini Racing nel Campionato del mondo di Superbike e Supersport” Il Team Owner Lucio Pedercini, il Team Manager Giordano Mozzi e i due piloti Jordi Torres ed Ayrton Badovini hanno finalmente tolto il velo sui programmi 2019, che vedranno Team Pedercini Racing by Global Service Solutions Spa lanciare una doppia sfida in due dei più appassionanti campionati motociclistici del mondo.
La prima grande novità delle livree che coloreranno la Kawasaki ZX-10RR #81 affidata a Torres e la Kawasaki ZX-6R #86 di Badovini è la predominanza del colore blu a richiamare l’identità d’immagine del title sponsor Global Service Solutions Spa. Un grande inedito che per la prima volta innova la classica colorazione verde Kawasaki, in combinazione con i particolari neri e bianchi sulla carena e l’affascinante rosso fluo dei cupolini che riprende anche le grafiche dei due numeri.
La seconda grande novità è la partecipazione del team italiano non solo al Campionato Mondiale MOTUL FIM Superbike 2019, dove Team Pedercini Racing vanta la più lunga esperienza del circus, ma anche al nuovo Campionato Mondiale FIM Supersport con la prima Kawasaki motorizzata 600cc. Una doppia esaltante sfida che ben rappresenta il nuovo corso che la squadra italiana vuole intraprendere a partire da questa stagione.
Lucio Pedercini – Team Owner: “È l’inizio di un cambiamento totale per il nostro team. L’’arrivo di Giordano Mozzi come Team Manager e la partnership fondamentale con una grande azienda come Global Service Solutions Spa ci permettono di guardare a questa stagione con grande fiducia. Questo sarà il mio ventottesimo anno di Campionato del Mondo, ma mi sento ancora un ragazzino pieno di emozione. È di certo un momento molto importante per la scuderia”.
Giordano Mozzi – Team Manager: “È bellissimo essere qui e per me è un grande onore ricoprire questo ruolo nel team di Lucio Pedercini con il quale c’è una grande amicizia e del quale stimo il grande spessore umano. Abbiamo messo in piedi un progetto significativo e molto ambizioso di crescita del team con collaborazioni strategiche non solo per questa stagione ma anche sul medio e lungo periodo, come quella con il title sponsor Global Service Solutions Spa. Ci tengo a ringraziare anche I.M.C. Trading, e in particolare il Sig. Antonello, che ha permesso questa collaborazione, e lo Studio Costa che da tanti anni ci segue per gli aspetti legali e contrattualistici. La stagione è alle porte, abbiamo acquistato un nuovo camion officina e una doppia hospitality dove, nel rispetto della filosofia del Team Pedercini Racing, vi invito tutti sin da ora. Sono sicuro che quest’anno ci divertiremo”.
Roberto Colombo – Presidente Global Service Solutions Spa: “Sono nato a Monza, patria dei motori, mio padre correva in moto e mi ha trasmesso questa passione. Con Lucio Pedercini c’è stato subito affiatamento e abbiamo impostato un progetto industriale legato al mondo delle corse con uno sviluppo triennale concentrato sia sull’aspetto tecnico e che sulla promozione e sul marketing. Ci credo molto, il clima che si respira è famigliare e condividiamo ogni passo, preparando le cose affinché Phillip Island sia il primo tassello di un grande mosaico”.
Jordi Torres #81 – Pilota: “Non vedo l’ora di salire sulla moto, iniziare a spingerla, sentirla, viverla ma anche capirne le criticità e lavorare insieme alla squadra per superarle. Sono tanto fiducioso, la base di partenza è ottima, il Team Pedercini Racing by Global Service Solutions Spa ha fatto un cambiamento incredibile quest’anno quindi vi invito a seguirci lungo tutta questa esaltante stagione”.
Ayrton Badovini #86 – Pilota: “La livrea è davvero molto bella, e la partnership con Global Service Solutions Spa qualcosa di incredibile. Siamo al top, personalmente sono carichissimo e non vedo l’ora di cominciare. Ci attendono due giornate di test dove cercheremo di sfruttare ogni situazione per imparare più cose possibili in vista dell’Australia dove si inizierà a fare sul serio”.
L’impegno sportivo del Team Pedercini Racing by Global Service Solutions Spa inizierà ufficialmente dal 22 al 24 febbraio sulla pista di Phillip Island (AUS) per il primo round del campionato, ma prima di allora ci sarà tempo per una doppia sessione di test invernali Superbike, a Portimao (P) il 27-28 gennaio e proprio a Phillip Island il 18-19 febbraio.
Fonte: pr24.news
Ufficio Stampa – Pr24.news Salvatore Ponticelli [email protected] +393928394600
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tmnotizie · 5 years
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MACERATA – Serata di audizioni live di Musicultura  a porte chiuse ieri al Teatro Lauro Rossi di Macerata per l’ordinanza regionale dovuta all’emergenza coronavirus. Le note d’autore dei sei artisti che si sono esibiti hanno raggiunto con forza i cuori delle migliaia di persone a casa che hanno seguito le dirette televisive di ETV Marche e  di  TVRS.
Al numero degli utenti davanti alle televisioni, vanno aggiunte le oltre 7 mila persone che hanno seguito la diretta streaming della serata sulle pagine Facebook .
A Domo Emigrantes è andato il “Premio Med Store” della giuria del Festival, l’unica ad essere presente in sala. Le originali atmosfere mediterranee del gruppo hanno conquistato la commissione d’ascolto di Musicultura capitanata dal Direttore Artistico del Festival Ezio Nannipieri e formata da Stefano Bonagura critico musicale, Marco Maestri compositore, Fiamma Sanò giornalista, Prof. Marcello La Matina dell’ Università di Macerata e il Prof. Roberto Giambò dell’Università di Camerino.
I Domo Emigrantes di Lodi hanno presentato a Musicultura una suggestiva e innovativa rappresentazione del mediterraneo che parte dalla tradizione salentina e siciliana  e si mescola con moderni testi e arrangiamenti musicali. Si sono esibiti con i brani: Leucale, un inno dei popoli che si affacciano sul mediterraneo, Stai qui e Mare nostru una canzone sulle vittime dell’immigrazione dal punto di vista di un pescatore. “Abbiamo provato a portare la nostra esperienza facendo noi stessi da filtro alle tradizioni e alla bellezza che il nostro popolo ci ha regalato”
Alla band di Urbino Il Diavolo & l’Acqua Santa è andato il “Premio Val Di Chienti” del pubblico, espresso durante la diretta streaming di Facebook. Il Diavolo & L’ Acqua Santa è composta da Thomas Reggiani (voce, chitarra, tromba), Diego Brancaccio (pianoforte, tastiere, voce), Manuel Benedetti (contrabbasso, basso, voce) e Lorenzo Cecchini (batteria, percussioni, voce). Famosi per i loro numerosi  live in stile anni ‘50 a Musicultura hanno fatto conoscere una seconda natura, recentemente scoperta, una dimensione molto più intima e matura   proponendo:  “Giorni” un  dialogo con se stessi e le canzoni d’amore Prima di partire e Tutto più semplice “Abbiamo sentito l’esigenza di esprimere una  parte di noi più profonda che convive con quella scanzonata che ci ha fatto conoscere e contraddisti per anni.”
Al Lauro Rossi  anche Federica Alessio in arte Sergioelachitarra, un nome che nasce  dall’ammirazione per un musicista, padre  di un suo compagno d’asilo  “Lì ho pensato che anche io, da grande, avrei voluto fare “il Sergio” e cosi’ è stato..” Accompagnata dalla sua amata chitarra e da una loop station la cantautrice di Varese Sergioelachitarra  ha eseguito i brani Mi capirai, Resiliente e Vivo.
Atmosfere malinconiche ricche di dolce saudade brasiliana con parole in lingua napoletana hanno contraddistinto l’esibizione al pianoforte di Carmine Granato di Pomigliano d’Arco. L’artista ha offerto Occhi neri, la descrizione di un incontro spassionato, Potessi appartenerti, l’emozioni che precedono un addio e A notte. “Nasco cantante poi al conservatorio mi sono appassionato al pianoforte, amo la lingua napoletana il jazz e questa è la musica che mi piace fare”
Da Campobasso Skerna & Aperkat il duo chill hop italiano composto dai fratelli Alessandro e Antonello. Dopo il magico incontro con il rap  il duo si concentra sulla personalizzazione del proprio sound, andando a “rubare” riferimenti al soul e all’elettronica. Questo è il progetto presentato a Musicultura,  una musica fuori dagli schemi tradizionali del rap, rappresentativa delle influenze musicali e personali dei due ragazzi espresse  nei brani : Alessandro, Ma che fatica la vita d’artista e Sud.
Rebi Rivale pseudonimo di Roberta Bosa con la sua incredibile voce, un vero e proprio strumento usato con grande maestria, accompagnata dalla chitarra di Paola Selva e dal contrabbasso di Filippo Tantino ha proposto canzoni di denuncia: come Chez Simone la storia di un transessuale sbeffeggiato e Se sarà femmina sul tema delle condizioni delle donne islamiche, chiudendo l’esibizione con Ho Pensieri.
Le audizioni live di Musicultura continuano a porte aperte con ingresso gratuito al Lauro Rossi di Macerata oggi,  domenica 1 marzo alle ore 17, con l’esibizione di  sei nuovi artisti: Picciotto, Setak, Giacomo Leonardi, La Zero, Marco Arati e H.E.R.
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francescafiorini · 5 years
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Mercoledì 4 dicembre, PACIFICO ha ospitato GIANNA NANNINI sul palco del Teatro Filodrammatici di Milano, in occasione de “LA SETTIMANA PACIFICA”, dal 2 all’8 dicembre 7 concerti del cantautore con 7 ospiti speciali!
«Gianna Nannini. Una sorpresa, come sempre – dichiara Pacifico – Mi pare più veloce del tempo. Non si ferma mai a guardarlo passare, gli salta addosso, spreme ogni minuto dall’orologio. E poi la voce. Che spalanca le finestre, che sospende le preoccupazioni, che ti fa mimare la chitarra a gambe larghe in salotto mentre ci canti sopra. Sarà un onore averla con me nella Settimana Pacifica».
“LA SETTIMANA PACIFICA” proseguirà fino a domenica 8 dicembre al Teatro Filodrammatici (via Filodrammatici, 1 – Milano).
Dopo Malika Ayane (2 dicembre), Samuele Bersani (questa sera) e Gianna Nannini (domani sera), gli ospiti con cui il cantautore duetterà sono: Francesco De Gregori (5 dicembre), Giuliano Sangiorgi (6 dicembre), Francesco Bianconi (7 dicembre) e Neri Marcorè (8 dicembre). 
I musicisti che accompagnano PACIFICO sono CARLO GAUDIELLO (pianoforte), FRANCESCO ARCURI (polistrumentista) e SIMONA SEVERINI (voce e chitarra).
I biglietti per i concerti de “LA SETTIMANA PACIFICA”, a cura di Ponderosa Music&Art, sono disponibili in prevendita sul sito di Vivaticket, nei punti vendita abituali (www.vivaticket.it/). È possibile acquistare anche abbonamenti per 3 concerti (80 euro + prevendita) chiamando il numero 0236727550 (da lunedì a venerdì dalle 13:00 alle 16:00) oppure recandosi presso la biglietteria del teatro (da lunedì a venerdì dalle 16:00 alle 19:00).
Cantautore e autore tra i più stimati del panorama italiano, PACIFICO ha all’attivo 6 dischi (“Pacifico”, “Musica Leggera”, “Dal giardino tropicale”, “Dentro ogni casa”, “Una voce non basta”, “Bastasse il cielo”), ha vinto il Premio Tenco per l’opera prima e numerosi altri riconoscimenti, ha partecipato al Festival di Sanremo in qualità di interprete nel 2004, vincendo il premio per la miglior musica, e ha duettato con alcuni dei più grandi artisti italiani e internazionali (Gianna Nannini, Ivano Fossati, Malika Ayane, Marisa Monte, Ana Moura). Nell’aprile 2015 ha scritto e interpretato con Samuele Bersani il brano “Le storie che non conosci”, con la partecipazione straordinaria di Francesco Guccini. Il brano si è aggiudicato la Targa Tenco 2015 come Migliore canzone dell’anno. Ha scritto per il cinema (da Gabriele Muccino a Roberta Torre), e ha scritto e portato in scena il monologo teatrale “Boxe a Milano”. Ha pubblicato per Baldini e Castoldi, il romanzo “Ti ho dato un bacio mentre dormivi”. Come autore collabora con i più importanti artisti italiani. Oltre al decennale sodalizio con Gianna Nannini, ha scritto per Andrea Bocelli, per Gianni Morandi, per Adriano Celentano, per Malika Ayane, per Eros Ramazzotti, per Zucchero, per Giorgia, per Antonello Venditti e molti altri. Pacifico ha partecipato al 68° Festival di Sanremo in duetto con Ornella Vanoni e Tony Bungaro con il brano “Imparare ad amarsi”, di cui è anche autore del testo. Oltre che come artista in gara, Pacifico ha partecipato al Festival di Sanremo 2018 anche in qualità di autore con il brano “Il segreto del tempo” (scritto per il duo Roby Facchinetti e Riccardo Fogli) e il brano “Il coraggio di ogni giorno” (scritto per Enzo Avitabile e Peppe Servillo). A marzo 2019 esce il suo sesto album “Bastasse il cielo”.
www.pacificomilano.com – www.twitter.com/PacificoGino – www.facebook.com/pacificomilano
Photogallery: La settimana Pacifica, 04/12 con Gianna Nannini Mercoledì 4 dicembre, PACIFICO ha ospitato GIANNA NANNINI sul palco del Teatro Filodrammatici di Milano, in occasione de “
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corallorosso · 6 years
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Migranti, meglio morti. Perché solo così ci sembrano umani, proprio come noi
di Antonello Caporale Tre giorni fa furono quattro. Ieri dodici. E ricordo di altri tre morti per strada, non so bene dove. Io però dico: meglio morti. Se questi migranti muoiono almeno smettono di essere dei fantasmi, dei senza nome, dei corpi abbandonati che si piegano in terra oppure sorreggono col loro corpo una montagna di indumenti. Loro ingobbiti e noi in spiaggia sdraiati a guardarli, a volte persino infastiditi da tutto quel traffico di chincaglierie. Perciò il ministro dell’Interno ha finanziato l’assunzione temporanea di altri vigili urbani, per far sì che le nostre spiagge siano al sicuro da questi abusivi, per lo più neri. Meglio morti, dicevo. Sono morti chiusi nei furgoni, serrati nella lamiera come i maiali nei tir. E questo ci fa dispiacere. E proviamo pietà. E diversamente dagli americani – che alcune settimane fa hanno ributtato in mare venti migranti perché a prua e a poppa non c’era una cella frigorifero e dunque, purtroppo, dispiacendosi molto, li hanno dati in pasto ai pesci – noi siamo più sensibili e umani. Capiamo che hanno bisogno anche loro di una bara e persino di un nome, e di un vestito pure, perché un morto nudo non sta bene. Ieri, per dire, un medico dell’ospedale di San Giovanni Rotondo ha chiesto a sua madre di portare un pigiama per uno dei feriti nell’ultimo schianto mortale. E ciò ci commuove. Meglio morti, sì. Almeno avremo la speranza che il questore di Foggia sarà chiamato da qualcuno a dare conto del fatto che nella sua provincia, ad ore prestabilite, transitano dei furgoni che trasportano uomini come se fossero maiali. Li trasportano dai campi, dove sono impegnati a tre euro l’ora o a cinque euro a cassone a riempire di pomodori la nostra tavola. O di angurie, oppure di fragole e di uva. Li trasportano senza che la polizia stradale se ne accorga, senza che una sirena si allarmi, un vigile alzi la paletta, un carabiniere elevi uno straccio di contravvenzione. I militi sono impegnati altrove. Se muoiono, e come per fortuna già accade ne muoiono in tanti, anche il ministro dell’Interno conoscerà l’approdo finale della crocevia che in tanti fanno nel Mediterraneo e – chissà – penserà pure lui che meglio morti che vivi. Forse dirà in un tweet: Più morti = meno migranti = meno furti = meno abusi sessuali = meno spaccio = meno droga = meno Islam contaminante. Dal male a volte viene il bene, come si sa. E se ci sarà chi, riflettendo ad alta voce, spiegherà che i nostri cimiteri sono già al collasso per via dei tanti anziani che ogni anno vi soggiornano, risponderemo che una salma per trasferirla in Africa costerebbe non meno di 10mila euro. Possiamo permetterci di spendere tutti quei soldi, mentre i nostri figli sono disoccupati? Meglio di no.
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