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#Ben Ferree
thebrownees · 10 months
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American high school/college football is one big exploitation racket that massively exploits the young men on whose backs the whole system rests.
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cycktok · 11 months
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Il sistema del dottor Catrame e del Professor Piuma (racconto, Edgar Allan Poe) /riflessioni //racconto preferito//
Il protagonista del racconto va a fare visita ad un manicomio privato del sud della Francia (Maison de Santè); viene accolto assieme al suo compagno, da Monsieur Maillard, il sovrintendente dell'istituto. I due chiaccherano sul sistema utilizzato per gestire i pazienti, e viene esposto che il metodo "dolce", ossia l'assecondamento delle esigenze dei matti, il bandire ogni punizione, con raramente l'isolamento dei folli e la concessione di vagare in libertà all'interno e nel giardino dell'intero sistema, è stato abbandonato ad un più severo regime, con ristrettezze severe e regole ferree. Infatti viene detto che, ad esempio, prima, certi folli dovessero essere provvisti di grano e ghiaietta, perchè si credevano appunto polli e dovessero venire assecondati in ogni loro comportamento, e giammai venire giudicati fuori di testa da nessuno. Maillard racconta tuttavia, come gli stessi famosi studi del Dottor Catrame e del professor Piuma esponessero i pericoli di questo approccio inusuale, e che è proprio quando un pazzo appare sano di mente che è il momento di mettergli la camicia di forza. Maillard ospita i due a pranzo, e assieme a loro, ci sono una trentina di signori e signore, che sono coloro che gestiscono l'intero istituto. A tavola vengono ovviamente si raccontano aneddoti di persone che erano giunti all'interno del manicomio e allora si parla di un uomo che si credeva una trottola, un altro che si pensava teiera di porcellana, e aveva bisogno di bianchetto e pelle di daino per pulirsi, di una donna rospo che faceva versi con gli occhi e la bocca che ricordano quelli degli animali etcc... ogni volta che veniva raccontato un aneddoto il corrispettivo signore/a che parlava imitava il tutto con gesti del corpo energici, e ogni tanto venivano ripresi per evitaae comportamenti fuori luogo da altre persone, compreso Maillard. Ad un certo punto si sentono urla e gemiti dall'altra stanza e Maillard spiega che sono i matti che spesso si fanno sentire. Così continuando la conversazione tra Maillard e il nostro protagonista viene raccontato come una volta capitò un evento inusuale: ...""vigeva ancora il sistema dolce e i pazienti erano in libertà; si comportavano bene... molto bene, e bastava un po' di buon senso per capire che proprio in quel comportamento tanto impeccabile andava fermentando una qualche diavoleria. E per l'appunto, una bella mattina, i custodi si trovarono legati mani e piedi, e buttati nelle celle, dove i matti, usurpando le funzioni dei custodi, li trattarono come se loro fossero i matti..."" Si scambiarono le parti; il regno dei matti durò a lungo... a questo punto le osservazioni dell'ospite furono interrotte da una nuova serie di urla, analoghe a quelle che già avevano sconcertato, e sembravano provenire da persone che stavano avvicinandosi. i pazzi sono scappati. Seguì una scena di terribile confusione, tutti i signori iniziarono a comportarsi da fuori di testa, l'uomo trottola iniziò a trottolare, la rana a gracidare, l'uomo teiera a fare versi da teiera, l'uomo bottiglia di champagne a fare versi di stappo di bottiglia etc... era chiaro che Monsieur Maillard narrando quel che aveva fatto il matto che aveva eccitato i compagni alla ribellione aveva solo raccontato le proprie imprese. Costui era stato veramente due o tre anni prima sovrintendente dell'istituto ma diventando matto era finito tra i pazienti. I custodi, dieci di numero, erano stati ben coperti prima di catrame e poi di piume, e rinchiusi nelle celle sotterranee. Erano rimasti così incarcerati per più di un mese, durante il quale Maillard non aveva lesinato non solo catrame e piume, che costituivano il sistema, ma anche pane e acqua in abbondanza. Questa veniva pompata loro addosso ogni giorno. Alla fine, uno riuscì a fuggire passando per la fogna, e restituì la libertà agli altri.
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corallorosso · 3 years
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"Le femmine sono esseri inferiori". Sarebbe questa la motivazione avanzata dal papà finito a processo per presunti maltrattamenti in famiglia. Il quarantottenne romano, autista Atac, è stato allontanato dalla moglie e dai suoi tre figli e dovrà rispondere delle accuse a proprio carico davanti ai giudici e alla pm Silvia Santucci. È ritenuto infatti responsabile di aver imposto ai suoi figli regole ferree da ‘padre-padrone', arrivando a picchiare sua moglie quando non le faceva rispettare. Esercitava un controllo tale da chiedere turni di notte al lavoro, per poter essere sempre presente in casa e vigilare sui comportamenti dei membri della famiglia. Tra le punizioni che imponeva faceva scrivere alle figlie su un foglio: "Non si risponde", "Non si disonora il padre", "Sono stupida". Una spirale di violenze inziata nel 2014 e che si è protratta per ben sei anni, poi è scattato l'allontanamento dal nucleo famigliare e moglie e figlie si sono trasferite a vivere fuori regione. La moglie veniva picchiata, in alcune occasioni l'uomo l'ha afferrata per i capelli, trascinandola da una parte all'altra della casa. Non poteva inoltre parlare con le altre mamme fuori da scuola ed era obbligata a ricordarsi di annotare puntualmente le spese di casa su un foglio di carta, in modo che il marito non perdesse il controllo di quanti soldi spendeva e per cosa venivano usati. GenereDisumano (fonte testo: fanpage)
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ricalcolopercorso · 4 years
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Lettera quasi d’amore.
Io non so scrivere le parole dell’amore.
Non come ne scrivono poeti e drammaturghi, con il fervore emotivo e il talento di chi scava l’animo delle cose, lo rivolta e lo scuote, imbrigliandolo in rime o versi, immagini e suggestioni; le mie parole, nugali e pletoriche, suonerebbero goffe e dozzinali, scribacchiate, abborracciate, incapaci di competere già solo con chi incide nomi sulla corteccia di un albero o intaglia cuori sui listoni sbeccati delle panchine.
Eppure, se anche solo ne fossi quasi capace, io lo farei. Se solo sapessi farlo, ti scriverei qualcosa di più lungo di una riga, che non dicesse semplicemente che mi manchi o ti penso, lasciandoti in bocca il sapore della fretta o il dovere di un riscontro, fugace, tra una commissione e il tempo stretto delle faccende di casa, dei bimbi, del giorno che ti piega alle sue condizioni.
Se solo sapessi farlo, ti scriverei come se scrivessi una pagina di qualcosa, di una storia da raccontare, in cui i personaggi non siamo neanche più noi né la definizione ideale di due persone che si ritrovano a pensarsi, desiderarsi, anelando quella concretezza che diventa la proiezione fisica di una sostanza che invero è già concreta, tangibile, assolutamente evidente.
Se solo sapessi farlo, ti scriverei che ci sono volte in cui mi balena per la testa la voglia di buttare sulla carta, con la mia calligrafia cuneiforme, tutte le parole che vorrei potessi ricordare domani, un domani, qualunque fosse l’esito di questo miracoloso trovarsi: qualcosa su cui ridere con qualche amico diventato comune - tra anni - o con cui rimpiangere la tensione di giorni che sembravano pensati solo per ridarci fiducia e vita, il sapore delle cose, il piacere del progetto, il gusto dell’attesa e insieme la sua angoscia, frenetica, spasmodica.
Se solo sapessi farlo, ti scriverei, ancora una volta, che tu non sei né potresti mai rappresentare uno svago puerile, il passatempo di un animo annoiato dal divano e desideroso di annotarsi l’ennesima scopata; non sei quel che capita perché “ogni lasciata è persa” né qualcosa che mi concedo già sapendo di volerti perdere per strada; non sei un caso, non è per caso che ti penso e ti voglio, ti scrivo e ti attendo.
Se solo sapessi farlo, ti scriverei di quella volta che decisi di isolare e descrivere con metodo quasi rigoroso le dinamiche delle relazioni, strutturando una tassonomia delle donne e degli uomini, costruendo una mia personale scienza del disincanto che non ammetteva assolutamente la possibilità che io potessi ritrovarmi qui, così, con te, a parlarti di noi: perché le regole ferree del mio equilibrio non l’avrebbero ammesso; perché i dettami rigorosi della mia tranquillità non l’avrebbero consentito.
Se solo sapessi farlo, ti scriverei chiamandoti “amore”, per il semplice fatto di non aver mai chiamato nessuno così.
Se solo sapessi farlo, ti scriverei che forse, in fondo, tutto sommato, il senso ultimo delle parole è sempre figlio delle circostanze: e che io, amore, non ti chiamo così sapendo di omologarti ad altre persone che ho avuto né per finire con l’omologarmi ad altri uomini che sono stati con te; non lo faccio per la praticità censurabile con cui le coppie sviano dalla responsabilità di altre e ben più pesanti parole - “esserci”, “costruire” - sfruttando il simulacro di un impegno tanto leggero e semplice da dire - “amore” - quanto così serio e difficile da rispettare.
Vedi? Se anche solo ne fossi quasi capace, ti scriverei tutto questo.
Ti scriverei una lettera quasi d’amore.
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weirdesplinder · 3 years
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Libri romance con coppie mature
Molto spesso le protagoniste dei romanzi sono: giovani e belle, (diciassette-diciotto  anni), piene di vita  e accalappiano l'eroe bello e tenebroso (spesso molto più grande di loro) senza fatica apparente. Bene, è ora di finirla. Anche chi ha superato i trenta o quaranta ha il diritto di essere protagonista e di mettere in ginocchio un belloccio da sposare. I quattro romanzi che vi vorrei consigliare, oltre ad essere scritti bene, ad avere trame intriganti e divertenti, hanno delle protagoniste finalmente DIVERSE dal solito. Non più nel fiore degli anni, hanno ormai, trenta, quaranta anni, non sempre sono bellissime, ma trovano comunque l'amore in modi inaspettati.
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Il velo della notte di Lydia Joyce
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Trama: 1800. Inghilterra. Un conte misterioso vive quasi recluso nel suo maniero. Una nobildonna va a trovarlo per salvare dai debiti il fratello. Il conte le propone un patto. Lei acetta e così due vite segnate dal dolore e dalla solitudine si incontrano. Entrambi non più giovanissimi, entrambi pieni di ricordi dolorosi e di rimpianti. Riusciranno a guarirsi a vicenda?
La mia opinione: Un bellissimo romanzo, con due protagonisti di primo piano. Entrambi segnati dal loro passato hanno dei caratteri forti e fragili allo stesso tempo. Lui segnato da una misteriosa malattia che non gli permette di uscire alla luce del sole, lei piena di rimpianti per le sue stesse scelte che le hanno rubato la giovinezza. Insieme troveranno conforto e amore.
E infine la baciò di Laura Lee Guhrke
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Trama: Inghilterra. Fine 1800. Emmaline è la segretaria di un famoso editore. Seria, pacata e controllata, vive secondo le ferree regole dell'etichetta. Il suo datoro di lavoro, invece, scandalosamente divorziato se ne infischia delle regole della società. Emma si accorge che la sua vita non è quella che vorrebbe solo dopo l'ennesimo rifiuto a far pubblicare il suo libro, proprio il giorno del suo compleanno. Ormai trentenne ha passato la giovinezza sprecandola, così decide di dare una svolta alla sua vita. Si licenzia, trova un nuvo editore e pubblica il suo libro. Il suo ex datore di lavoro però non intende lasciarla andare, senza di lei il suo ufficio sembra crollare. Quello che non si aspetta però è di essere attratto dalla nuova Emma. Per la prima volta la vede veramente...
La mia opinione: Molto bello. I due protagonisti non sono preda di equivoci o spinti l'uno verso l'altro da elementi esterno o da altri personaggi, è semplicemente un lavoro interiore che li avvicina. Emma per la prima volta agisce impulsivamente e da quel momento cambia agli occhi del suo ex datore datore di lavoro Lord Marlowe. Egli crede, dopo un divorzio disastroso e doloroso, di essere immune all'amore e nemmeno riconosce ciò che prova per Emma, sa solo che deve aiutarla a liberarsi dalla prigione di regole che la soffoca. Un libro stupendo, romantico, ma con una vena di tristezza e gioia che ammalia il lettore. Da leggere assolutamente.
Il duca di ghiaccio di Mary Balogh
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Trama: Il glaciale e solitario Wulfric Bedwyn, duca di Bewcastle, ha visto i suoi fratelli e sorelle trovare l’amore e sistemarsi. Tuttavia non ha alcuna intenzione di emularli. Alla morte della sua amante si sente però improvvisamente solo e accetta un invito a un ricevimento, incontrando una schiera di dame che fanno di tutto per attirare la sua attenzione. Tranne una: Christine Derrick. Non più giovanissima e vedova, Christine ha comunque una vivacità e una carica sensuale che Wulf non riesce a ignorare. Eppure, nonostante l’inevitabile e corrisposta attrazione, lei rifiuta di diventare sua amante, e sedurla sarà per il “duca di ghiaccio” una sfida da vincere a ogni costo. Al punto di rendersi conto di non poter più fare a meno dell’amore…
La mia opinione: ve ne ho già parlato ampliamente in diversi post precedenti, romanzo bellissimo da leggere assolutamente, indipendentemente dall’età dei protagonisti che essendo più maturi sono comunque più interessanti. Tutta la serie Bedwyn sarebbe da leggere.
Mio unico amore di Mary Balogh
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Per la prima volta dalla morte del figlio e della moglie, George Crabbe, duca di Stanbrook, prende in considerazione l’idea di risposarsi. Riaffiora così nella sua mente l’immagine di una donna conosciuta un anno prima e mai più rivista: Dora Debbins. Dora, da parte sua, ha perso ogni speranza di contrarre matrimonio dopo lo scandalo che aveva investito la sua famiglia e i lunghi anni in cui si era dovuta occupare della sorella minore. Ora vive da sola nel Gloucestershire, dove insegna musica per guadagnarsi da vivere. Ma la visita del duca penetra nella sua vita come un raggio di sole…
La mia opinione: Questo appartiane a una delle serie più recenti della Balogh (serie Survivor) secondo me meno belle delle precedenti, ma la Balogh è sempre la Balogh e merita. Tengo comunque a dire che questo libro ha veramente poca trama, perciò se cercate letture che vi coinvolgano in modo particolare o vi regalino soprese cercate altrove. Qui è tutto corteggiamento e approfondimento psicologico e basta.
Semplicemente perfetto, di Mary Balogh
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Claudia Martin, colta e dai modi semplici, dirige con impegno una scuola per giovani signore poco abbienti. Genuino è il suo disprezzo per l’aristocrazia e per la superficialità dei rituali che la caratterizzano. Trovarsi quindi in viaggio da Bath a Londra in una splendida carrozza con Joseph Fawcitt, marchese di Attingsborough, è per lei un tormento. Che diventa autentico supplizio nel momento in cui scopre di essere attratta da lui. Per contro, Joseph si accorge al primo sguardo di quanto Claudia sia appassionata e gentile. Sarà possibile, per due mondi tanto diversi, trovare un punto d’incontro?
La mia opinione: Ultimo libro della serie Simply della Balogh, serie che vi consiglio di leggere tutta, e dopo aver letto la serie Bedwyn poichè le due serie hanno ersonaggi in comune. Libro bello quanto tutta la serie del resto, super consigliato e scritto benissimo, appartierne all’epoca d’oro della Balogh.
Qualcuno da desiderare di Mary Balogh
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Trama: Dopo la morte del marito, il conte di Riverdale, con cui ha vissuto per vent’anni senza sapere che era già sposato, Viola Kingsley è irrequieta e infelice sebbene circondata dall’affetto dei figli e di tutta la famiglia. Superati, o quasi, il dispiacere e la vergogna per essere stata privata del titolo nobiliare e del patrimonio, sente tuttavia che la sua vita è vuota finché un giorno, per caso, si imbatte in un vecchio spasimante respinto quattordici anni prima: Marcel Lamarr, marchese di Dorchester. Nonostante una fuga d’amore lontani dal mondo, però, nel giro di un paio di settimane il loro senso del dovere sembra avere di nuovo il sopravvento quando…
La mia opinione: questo fa parte della serie Westcott della Balogh, la sue serie che amo di meno, per carità è carino come libro ma diverse scene mi hanno ricordato altri libri precedenti dell’autrice, sa molto di già letto e visto mille altre volte questo libro.
Gli amanti dello scandalo (Scandalous lovers), di Robin Schone
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Trama:  Londra. Primi del 1900. James ha quarantasette anni, è un avvocato  difensore, e la morte di sua moglie gli ha fatto capire non averla mai  conosciuta, di non avere mai cercato di conoscerla. Lui fa parte con  altri uomini e donne di un club, Il  Club degli uomini e delle donne che  era nato per discutere delle differenze fra i sessi, ma che in realtà  non ha mai affronìtato argomenti reali. Gli stessi membri si conoscono  appena fra di loro. Ma l'entrata di una sconosciuta durante una riunione  del Club, cambierà tutto La sconosciuta è Frances, ha quarantanove  anni, è vedova ed è nonna di ben dodici nipoti. Dalla campagna è venuta  in città per una breve vacanza. Non sa che la sua sincerità nel  rispondere alle domande di James cambierà le dodici vite dei membri del  club e soprattutto cambierà per sempre la sua vita.
La mia opinione: qui l’età dei protagonisti è centrale alla trama. Il libro è stupendo anche se estremamente sensuale, visto che la sessualità e la libertà sessuale sono al centro della trama.
Scandalo inglese (The Trouble with Harry) di Katie MacAlister
https://www.eharmony.it/Harmony/Libri/Historical/Grandi-Romanzi-Storici/Grandi-Romanzi-Storici-giugno-2008/SCANDALO-INGLESE
Trama: Per evitare la rovina finanziaria, Frederica Pelham, detta Plum, decide di rispondere all'inserzione matrimoniale di un vedovo, e poco tempo dopo lo sposa. Solo in seguito il consorte le rivela di non essere il segretario di un ricco marchese, bensì Lord Harry Rosse in persona, e di avere addirittura cinque figli! Per Plum è un duro colpo, anche se non può certo lamentarsi dell'inganno visto che nasconde a sua volta dei segreti imbarazzanti, come l'accusa infamante che macchia la sua reputazione, o la presenza di un ex marito che minaccia di rivelare a tutti il suo scandaloso passato. Insomma, Plum desiderava soltanto un po' di pace e di sicurezza, ma come riuscirà a ottenerla tra tanti equivoci e ricatti?
La mia opinione: Qui la trama è avvincente, ironica e piena di equivoci e inganni. Se vi piace quel genere di libri allora questo fa per voi.
Inediti in lingua italiana:
Something Shady
Pamela Morsi
Inedito in italiano
Trama: Primi anni del 1900. America. Per venti anni lei ha amato in segreto il suo vicino, e fantasticato su di lui. Ormai, vicina ai quaranta sa di aver sprecato i suoi anni migliori dietro un sogno impossibile, finchè l'incredibile accade. Un malinteso avvicinerà lei al suo vicino, ed entambi scopriranno di essersi sempre piaciuti.
La mia opinione: La trama sembra inconsistente ma in realtà gli equivoci si susseguono pieni di ironia e i due protagonisti ormai maturi, riscoprono dentro di loro, una giovinezza interiore che li ripagherà di tutti i dolori subiti. Avrebbero potuto amarsi venti anni prima se solo uno dei due avesse parlato, ma a che serve rimpiangere il passato se il presente diventa meraviglioso?
Someone to remember di Mary Balogh
Inedito in italiano
Trama: Matilda Westcott da ragzza ha rifiutato la proposta di matrimonio del suo primo amore su consiglio dei genitori, ma ora trent’anni dopo ha una seconda possibilità di rimediare a quell’errore.
La mia opinione: Racconto della serie Westcott che sarebbe molto carino se non riuscisse a risultare prolisso nonostante la sua brevità. Non lo consiglio, ma l’ho messo in lista perchè i due protagonisti hanno superato la cinquantina ed è raro trovare protagonisti di questa età nel genere romance.
Another dream, di Mary Balogh  (racconto contenuto nell’antologia: Once upon a dream)
Inedito in italiano
Trama: Eleonor, la sorella di Christine moglie del Duca di Ghiaccio Wulfric Bedwyn, da sempre convinta di non volersi sposare dopo aver perso il fidanzato in guerra, si rende conto dopo aver pasdsato i quaranta che insegnare non le basta più e fortunatamente per caso in una locnda durante un temporale incontra un bel Conte, vedono con due bambini adorabili...
La mia opinione: Questo al contrario di Someone to remember, appartiene all’epoca d’oro di Mary Balogh e farebbe parte della serie Simply ed è collegato anche al Duca di Ghiaccio, perciò è molto carino e superconsigliato.
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theangeloflucifer · 4 years
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30.
Al primo incontro mi aspettava lei; la più forte di quella gara, nella mia categoria di peso.
Se non avessi vinto contro di lei, non sarei andata avanti, non ci sarebbe stata nessuna qualificazione. Ancora.
Non mi importava. Non ero lì per qualificarmi. A dire il vero non sapevo perché ero lì. Non avevo nessun obiettivo in particolare. Sapevo che sarebbe andata male, quindi pensai, tanto vale divertirsi. Volevo solo combattere, e  nient’altro.
Mi posizionai a bordo tatami.
Che mix di emozioni quando sei a bordo tappeto, in quell’istante prima che l’arbitro dia inizio all’incontro. Hai la consapevolezza che tutto potrebbe accedere da quel momento in poi.
Ti ritrovi l’avversaria di fronte, mentre il vero avversario da tenere a bada sei tu. Sei tu che devi vincere te stesso, i tuoi timori e le tue paure. La sfida non è contro l’altro, ma contro se stessi. Non si combatte per vincere, ma per vincersi e superarsi.
Quel giorno mi sono sentita pervasa da una sfacciataggine mai avuta. La guardavo fissa negli occhi, senza distogliere lo sguardo. La osservavo, aveva paura. Lo senti quando l’avversario ti teme, anche se tenta di nasconderlo.
Io stranamente non ero spaventata invece, e nemmeno preoccupata a dirla tutta. Tra le due io ero quella con meno esperienza, con meno titoli. Io ero quella che non si era mai qualificata nemmeno per un campionato italiano. Ero quella che non aveva più nulla da perdere, mi volevo solo divertire.
Inizia l’incontro. Spostamenti fluidi, finte veloci, guardia ben alta, sguardo attento. Mi muovevo su quel tappeto sicura,  tenendone il controllo. La seguivo, la tenevo a bada. Sentivo la testa sgombra da ogni pensiero. Sentivo che ogni singolo muscolo del mio corpo era stracolmo di adrenalina, e nella mia testa c’era nulla.  Tecniche veloci, precise, controllate. I punti che aumentavano.
Non smettevo di muovermi, di colpire, di gestire. Il bello? Lo facevo senza pensare. Non pensavo a niente. Avevo la sensazione che le mie braccia e le mie gambe stessero agendo in automaticamente. In quei 3 minuti mi sono sentita più coraggiosa che mai. Mi sono sentita leggera, e soprattutto libera come non mai.
L’incontro si è concluso 3-1.
Non solo un punto, ma ben 3 messi a segno, e soltanto 1 subito da lei. Un risultato che andava ben oltre le mie aspettative.
Al suono del fischio finale dell’arbitro, mi sono voltata verso il mio maestro che era seduto a bordo tatami. Gli ho sorriso e ho fatto un cenno col capo.
Avevo vinto io. Il grande scoglio era superato.
Andai avanti incontro dopo incontro. Quel giorno ho dato il meglio di me. Tecniche su tecniche, tutte pulite e veloci. Il 90% delle tecniche, andavano a segno. Non sapevo quali sarebbero state le mie avversarie, non chiedevo nemmeno il numero di incontri che potevano mancare per arrivare in finale. Non mi importava. Combattevo, con adrenalina e coraggio, tanto da non risentire della stanchezza, della febbre, o del freddo di quel palazzetto.
Ad un tratto il mio maestro mi chiamò in disparte.
“Ce l’abbiamo fatta! Manca solo la finale. Sei già tra le prime due, quindi sei qualificata ufficialmente per il campionato italiano. Ora che puoi rilassarti, ti chiedo la cortesia di farmi questo regalo. Vinci per me.”
Sorrisi, e annuii. Mi vennero le lacrime agli occhi. Probabilmente intuiva che non ci credevo, che non avevo aspettative. Guardavo i suoi occhi, così emozionati!
Affrontai la finale allo stesso modo di tutta la gare. Tiravo, mi divertivo. Avevo controllo sul tatami, e non avevo paura. Non mi spaventava niente.
Quando mi fu assegnata la vittoria, capii che era finita.
Ero la nuova campionessa regionale, qualificata per il Campionato Italiano Assoluti 2018, che si sarebbe tenuto dopo un mese circa, a Roma.
Corsi dal mio maestro, lo abbracciai.
“Grazie!” mi disse.
“Grazie a voi maestro! Questa vittoria è tanto mia quanto vostra!”
Abbracciai mio padre. “Ce lo siamo guadagnati! Me la merito questa medaglia!”
Chiamai mia madre, le dissi che ce l’avevo fatta. Era commossa ed emozionata, forse più di me.
Ricevetti i complimenti da parte di tutti i presenti. Ero così presa dalla competizione che non mi ero accorta che nel frattempo decine e decine  di persone, avevano lo guardo fisso sui miei incontri. Tutti. I maestri presenti, i responsabili della squadra regionale. Altri atleti.
Tutti gli occhi erano su di me.
Quel giorno era successo qualcosa di incredibile. Ero arrivata dovevo avevo sempre puntato e non ero mai riuscita. Quella qualificazione finalmente era mia. Per la prima volta, ci sarei stata anche io. In quella gara non ero stata seconda a nessuna, ma soprattutto mi ero divertita. Le sensazioni che quel pomeriggio mi aveva lasciato, erano state la ricompensa più bella, più di qualsiasi medaglia, e di qualsiasi qualificazione.
Non ci credevo. Penso di aver realizzato solo dopo giorni quello che ero riuscita a portare a termine.
Quella sera appena tornai a casa ricevetti un messaggio.
Era Luigi.
“Complimenti maestra! Oggi hai mostrato a tutti chi sei davvero, e sei stata straordinaria. Eri al massimo della forma, fisica e mentale. Non me ne sono accorto solo io. Hai incantato tutto il palazzetto. Complimenti alla nuova campionessa regionale!”
Quella vittoria non era solo mia. Era di tutte quelle persone che avevano lottato con me, e per me.
Era dei miei genitori, del mio maestro, tutte le persone che avevano fatto parte del mio percorso, e anche un po’ di Luigi, con il quale avevo condiviso pomeriggi interi, e che mi aveva visto crescere, da quando non ero nessuno.
Quella sera mi ringraziai. Dissi grazie a me stessa per non aver mollato, per aver resistito a tutte quelle sconfitte. Ne era valsa la pena, di tutte quelle ore passate ad allenarsi, quegli anni di sacrifici fatti di trasferte e gare andate male. Tutte quelle rinunce, quelle settimane stracolme di impegni, di corse contro il tempo. Tutte quelle volte che volevo mollare. Ne era valsa la pena di quelle mancate occasioni, quelle ingiustizie, le mie diete ferree, i sacrifici dei miei genitori. Niente era andato sprecato. Tutto era servito.
Quel pomeriggio non era nato dal nulla. Era il risultato di un lungo periodo, la somma di tutto. La mia preparazione si era accumulata nel corso del tempo, ma la differenza rispetto agli altri anni era la mia condizione mentale. Ero serena, tranquilla, e si sa...tutto parte dalla mente. 
Non era finita. Io ero ancora lì, nella mia versione migliore. Non era finita anzi. Era appena iniziata.
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abr · 4 years
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CORONAVIRUS: (...) IL TANTO DECANTATO "MODELLO ITALIANO" NON SEMBRA DARE I FRUTTI SPERATI - Nel Paese in cui si annuncia che ogni settimana è quella «decisiva», e in cui si spinge il picco ogni volta più in là, s'è presa una strada differente dai due modelli che si sono finora rivelati vincenti. Quelli della Cina e della Corea del Sud. I cinesi, è noto, dopo le iniziali titubanze e censure si sono mossi attuando un lockdown (blocco) totale (...) col coprifuoco (nella Regione) per quasi due mesi. L'esercito in strada ha funzionato, per usare un eufemismo, da potente deterrente. (...) Oggi se il regime non spaccia dati fasulli lo Hubei è il luogo più sicuro del pianeta.  La Corea Del Sud contro il Covid ha seguito una strada del tutto diversa. Il contagio nel paese s'è diffuso qualche giorno prima rispetto all'Italia. Il 20 febbraio si contavano già 100 casi e un morto. «La velocità di risposta è tutto» (...). Non hanno chiuso nulla, però. Nemmeno il focolaio dell'infezione, la città di Daegu, è stata messa in lockdown. La battaglia è stata combattuta con l'arma dello screening di massa (la stessa via scelta dalla Germania, dove la mortlaità sinora è allo 0,3% contro il nostro 8,5%, ndr), attraverso i tamponi e la ricerca ossessiva di ogni positivo possibile, e poi a cascata di tutti i suoi possibili contatti. (...) Per fare questo enorme lavoro di investigazione sono state usate 500 cliniche private per i test, mentre decine di migliaia di persone hanno fatto interviste a raffica per ricostruire la filiera dei contagi. Infine, è stata usata una app (chiamata Corona100m) per controllare con il Gps del cellulare che la quarantena fosse rigidamente rispettata. (...) Un triage efficace messo a punto cinque anni fa, quando la Corea del Sud fu colpita da un'altra sindrome respiratoria grave, la Mers. Il 10 marzo la curva dei contagi ha cominciato a scendere. Ieri, se l'Italia ha contato quasi 3000 contagiati in più, a Seul ne hanno calcolati appena un'ottantina. Terza nazione colpita in ordine temporale, l'Italia ha seguito una terza via. Più simile a quella cinese. Ma la Grande Muraglia messa in piedi a Wuhan per noi è operazione difficile e, per alcuni versi, impossibile. Lo Hubei ha chiuso fabbriche e uffici tenendo in casa 60 milioni di persone perché il resto del Paese (....) lavoravano al loro posto,  In Italia è invece irrealistico pensare di ridurre a zero la produzione industriale (DEL NORD, ndr). (...).  Il lockdown solo parziale costringe le persone a spostarsi, a incontrarsi sui mezzi di trasporto, sui luoghi di lavoro, in fabbrica. In qualche caso, gli assembramenti sono impossibili da evitare. Ieri la Regione Lombardia ha svelato che ben il 40 per cento dei lombardi si muove ancora sul territorio. (...) In mancanza di regole ferree e una militarizzazione che resta impossibile nelle democrazie occidentali (si) continua a uscire di casa. Il virus ha e avrà, da noi, molte più occasioni di diffondersi rispetto a quanto accaduto in Cina. Il governo nazionale, inoltre, nonostante le insistenze di alcuni governatori (Luca Zaia in primis) non ha per ora intrapreso alcuno screening sul modello coreano. Per quale motivo? Innanzitutto, a differenza di Seul non eravamo pronti: non esistono strutture sul territorio per organizzare test rapidi e di massa. In secundis, i tamponi sono pochi, e sono stati riservate ai sintomatici e agli operatori sanitari. Poche anche le cliniche capaci di dare risultati in tempi rapidi. Un software centrale di controllo (...) per contattare le persone malate a casa e localizzare e delimitare un focolaio non esiste. E non c'è alcun programma per realizzarne uno. (...) Wuhan ci ha messo due mesi ad uscire dall'emergenza critica. La Corea meno di 45 giorni. In Italia siamo a un mese dalla scoperta del paziente 1 di Codogno. Ma, mettendo i fatti sul tavolo (compresa l'impossibilità di proteggere con mascherine adeguate medici e infermieri, che si ammalano e infettano a loro volta) sembra difficile che il modello italiano come finora concepito possa portarci ai successi dei cinesi e dei coreani negli stessi tempi.
ma che modello italiano, stiamo imitando quello cinese e NON quello vincente coreano che non ha chiuso nulla (imitato dai tedeschi), lo dice l’Espresso non “le macchine del fango” amiche dell’Opposizione,   via https://espresso.repubblica.it/attualita/2020/03/18/news/coronavirus-ma-davvero-l-italia-e-il-modello-da-seguire-1.345747
Tanto, come le Armate di Mussolini non abbiamo i mezzi per seguire ne l’un modello né l’altro; i poveracci al governo (sia “esperti” che politicanti) dovrebbero finirla di menarsela e raccontare le cose come stanno, cercando di non gettare il bambino (economia, sopravvivenza del sistema) assieme all’acqua calda. Mi sa che qui sarà “IMMUNITA’ DI GREGGE” ma senza dirlo come quel bastardo del Boris, eh! Ma su, ci penseranno “i nostri eroici medici e infermieri” a vincere per noi.  
Ps.: “l'impossibilità di proteggere con mascherine ADEGUATE medici e infermieri, che si ammalano e infettano a loro volta”: chissà se gli fischia l’orecchio senza mascherina pendente a quel terrone del Boccia.   
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bongaboi · 3 years
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Field of Schemes: Inside Ben Ferree's Three-Year Mission to Expose Bishop Sycamore
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Field of Schemes: Inside Ben Ferree's Three-Year Mission to Expose Bishop Sycamore
Long before the rest of the world heard about Bishop Sycamore, Ben Ferree was speaking out about the controversial school. Why was he ignored?
Andrew King
The term “whistleblower” carries with it a certain weight. It evokes thoughts of Edward Snowden, Mark Felt and Daniel Ellsberg—insiders who took great risks to leak important information to the public. These people are rarely rewarded or revered for their courage and are often subject to ridicule, hatred and, in some cases, legal and societal repercussions.
Ben Ferree says he doesn’t quite fit that definition, though it’s not entirely off-base, either. Indeed, he’s a skeptic, a truthteller and an unrelenting tipster who got me interested in a story that snowballed into one of the biggest sports scandals in Columbus. But Ferree didn’t uncover wrongdoing that occurred behind closed doors. The things he revealed were in plain sight, easy for people to see—as long as they were willing to open their eyes.
You wouldn’t know it to look at his resume or his social media following, but Ferree is a central figure in one of the most intriguing and discussed sports stories of 2021—the rise and fall of Bishop Sycamore. The saga began in 2018, when Ferree learned about a school called Christians of Faith Academy. At the time, Ferree was the assistant director of officiating and sport management at the Ohio High School Athletic Association, the governing body for Ohio’s high school sports. The position was one of the lowest on the organizational totem pole—largely paperwork, routine phone calls and double-checking. But Ferree managed to carve out a role he found interesting: a jack-of-all-trades investigator.
COF Academy was new to Columbus, but soon the high school’s football team began to appear on the schedules of some of Ohio’s most visible programs. Ferree began looking into the school after another OHSAA official struggled to verify its enrollment, a key factor in calculating points earned for eligibility in the association’s playoffs. (A team gets more points for victories over larger schools.)
That first conversation led to three years of work, investigation and frustration for Ferree. COF Academy made its way to major programs around Ohio and beyond, leaving behind an impressive legal trail as Roy Johnson, COF coach and self-described “face” of the program, and his business partner Jay Richardson—a WSYX/ABC 6 analyst and former Ohio State and NFL football player—were sued by banks, had vehicles repossessed and outran a number of unpaid debts. No more than about 50 players were ever around at a given time, and the school never had a building or even a functional website. Students reportedly never went to class, and parents began to pull players from the program. COF officials told everyone they were backed by the local chapter of the African Methodist Episcopal Church, which later disowned the project entirely.
By early 2019, the school folded, but a new one quickly took its place: Bishop Sycamore, which continued to book prime football matchups and avoided public scrutiny, even though its questionable practices didn’t change. On Sunday, Aug. 29, of this year, that anonymity ended.
On that day, Bishop Sycamore squared off against Florida’s IMG Academy, the nation’s top high school football program, on ESPN. The game was a travesty, with a profoundly overmatched Bishop Sycamore losing 58-0. Viewers railed on social media about the appalling, nationally televised spectacle. Midway through the second quarter, the score was 30-0 and Sycamore players looked exhausted. (Later, it was revealed that the team had played a game two days earlier.) The Sycamore offensive line struggled to block on nearly every play. Onlookers worried about injuries as Sycamore defenders bounced off IMG ball-carriers. In the first quarter, Sycamore put its offense on the field in a 4th and 15 and had its quarterback punt the ball, only to have it blocked into the endzone for a safety.
Since the game, reporters all over the country have written about Bishop Sycamore. Players have spoken up to tell stories of stealing from grocery stores to make up for missed meals. Numerous members of the Bishop Sycamore roster have been shown to be overage. Parents (and even students) have told horror stories of having their credit cards misused for Bishop Sycamore dealings.
None of this surprised Ferree, who spent three years sounding the alarm about the program. Along the way, he reached out to reporters, called high school athletic directors and warned coaches, even when he no longer worked for the OHSAA. And until this summer, that work was largely in vain.
But now, people are finally listening.
The first time I heard about COF Academy was in July 2018, when Ferree introduced the topic in a group chat that included me and two other friends. Our quartet attended Capital University and spent varying amounts of time around one another. But the way we really bonded was through a regular trivia team and a love of sports. With Ferree’s work, his enthusiasm for investigation and the never-ending supply of drama provided by the sports world, he never lacked for group chat material.
“Ben’s obsession with minutiae is exhausting, and he’s seemingly most interested in the details about things that literally no one else in the world cares about,” says Matt Guthrie, another member of the group. “We’ll be done talking or caring about something for days while Ben continues rambling nonsense to us. He’ll start a sentence with, ‘Did you know’ before informing us of the least-fun fact of all time that no one asked for. Ben’s curiosity in things nobody else cares about is his most definable quality.”
On that day three years ago, Ferree was frustrated. He had been spending a lot of time at work on an investigation into a new “school” (he always put it in quotation marks) called COF Academy. At that point, Ferree was armed mainly with a list of things that didn’t add up. It was, in his view, “impossible” for a school to appear in Ohio’s capital city with no background, and it was even more ridiculous that it was playing a high school football schedule made almost entirely of powerhouse programs. When Roy Johnson told Ferree the school had 750 students, he was incredulous. How could a school go from nonexistent to the size of Columbus’ Centennial High School overnight?
In spite of this, Ferree was still the only one talking about COF. Because he was a part-time journalist himself and regularly talked with reporters for OHSAA work, he was confident he could find a bigger home for the story. He started with reporters at the biggest news outlets in the state, but he was met with apathy. With nowhere else to turn, he looked to me and the group chat. The story was not immediately met with a significantly better response. “The situation was insane, but not too far outside the stuff we would normally hear in the chat,” says Steve Kall, the fourth member of the group. “It would just pop up every now and then with 100 texts that I missed while I was in one meeting.”
At the time, I was a full-time reporter for ThisWeek Community News, a group of weekly papers that covers the suburbs and neighborhoods around the Columbus metro area. (Like Columbus Monthly, ThisWeek is part of the Dispatch media group, now owned by Gannett.) I also worked in sports, covering the Columbus Crew for The Athletic. While ThisWeek employed a collection of high school sports reporters, I was not among them and was not interested in writing about high school sports. The freelance outlets I worked for were national in scope and were not a fit for a niche story about an Ohio football team. But Ferree was out of options and desperate for someone to tell the story.
“I gave it to you when everyone else passed,” he told me in September. “I think I remember selling it to you as, ‘There’s meat here. If what I think is true is true, this is a story. This is a news story.’” He didn’t see this as an ESPN story; he saw it as a CNN story. At first, I didn’t see it as much of a story at all. And then, in the same way Ferree had in previous months, I started digging into it.
The story I begrudgingly started tracking down became the most extensive coverage of my career. I wrote a variety of investigative stories covering the team, its leaders and their many legal and professional issues in 2018 and 2019. In a business much more interested in an inch-deep, mile-wide approach to news, I was fortunate to have editors who were intrigued enough to let me investigate. The story wasn’t specific to the communities I was assigned to cover, but they let me tackle it anyway.
With Ferree’s help, I began to understand COF’s modus operandi, based on his and my research and the many legal cases filed against Johnson and the school. COF opponents benefited from playing the team in a variety of ways, the simplest being that powerhouse teams in Ohio struggle to schedule anyone at all—most teams don’t want to guarantee themselves a loss. But the opponents were also promised—usually by Johnson himself—that COF would eventually be a Division I or Division II school. Because qualification for the OHSAA playoffs gives more points for wins over higher-division teams, a victory over a Division I school is valuable. And, as Ferree explained, even if the program never was certified as any division at all, it’s better for a school’s algorithm to beat a non-certified school than to beat a lower division one. All that mattered was that it wasn’t a low-points win. In turn, fledgling COF received stipends from its more established opponents—small potatoes to the large schools but a big deal for COF. (Stipends are a common practice for big programs, Ferree says.)
COF Academy eventually crumbled. A combination of Ferree’s hounding and my stories led OHSAA to deny any playoff points to victorious opponents of COF Academy, while the Ohio Department of Education revoked the school’s registration. Still, no larger outlet ever latched onto the story.
And so in the aftermath of COF Academy’s failure, Bishop Sycamore rose from its ashes. And this time, no one cared enough to ask questions, not even local news reporters. In 2019, I left ThisWeek to take a job in public relations. “I was always waiting for someone bigger to pick it up, and no one ever did,” Ferree says.
Bishop Sycamore leaders—including athletic director Andre Peterson, whose son played for the team—claimed it was founded separately from Johnson and Richardson. They spoke about doing things differently, focusing on school and football while starting fresh without involving the church. At first, Bishop Sycamore played a mostly out-of-state schedule, but the COVID-19 pandemic made scheduling games a nightmare for Ohio schools, creating an opportunity for the new school. By August 2021, the team reached its peak: the game against IMG. And who was on the sideline, getting face time on ESPN? Roy Johnson, Bishop Sycamore’s coach.
“People are saying ‘Bishop Sycamore isn’t a school,’” Johnson says incredulously during a late September interview. “Why is it not a school? ‘Well, because the kids weren’t attending classes at the address you had.’ Nobody was. It was COVID!” He feels the media coverage around the story is unfair and exaggerated. The kids are going to school for the most part, he says. And the ones who aren’t are post-graduates in the program; they don’t have to go to school.
This phone conversation occurs after reports emerged that Bishop Sycamore had fired Johnson. When asked if the reports are true, Johnson responds that he “pleads the Fifth.” After about six minutes, Johnson says he has to run. “Let me call you right back,” he says. I haven’t heard from him since.
By now, Ferree is used to people ignoring him.
When he first started investigating COF Academy in 2018, he compiled all the information he could—legal cases, evidence showing players were older than reported, the lack of classrooms or even a building—and started calling athletic directors. Despite all the information, almost no one changed their course. In its first year, COF managed to schedule Ohio powerhouses like Huber Heights Wayne, Cleveland St. Ignatius and Lakewood St. Edward, along with major programs outside of Ohio like North Allegheny and IMG Academy, a game that was later canceled. Ferree says only one athletic director took any action based on his information: Willie McGee from St. Vincent-St. Mary High School in Akron. McGee thanked him and eventually canceled the game. (Reached for this article, McGee said he wasn’t interested in talking about anything related to Bishop Sycamore and didn’t remember the conversation with Ferree.)
In his stints as a sports reporter, Ferree wrote stories with the potential for impact but struggled to break into the mainstream. He covered Ohio State sports for a local blog, Columbus Wired, and broke the exclusive story of a basketball player who was suspended for drug use. No other outlet ever specified why he was suspended; no other outlet ever referenced Ferree’s story. While covering the Columbus Crew for ProSoccerUSA, a defunct offshoot of the Orlando Sentinel, he told the story of a Crew player who played a game while concussed, having never been checked by team doctors. No changes were made to MLS concussion policy and no other outlets followed up on the story.
“I always thought, ‘Man, I just don’t know what news is. My radar for what is newsworthy and what is not must just be broken,’” he says. But it wasn’t just reporters and editors who weren’t listening to him. He found plenty of ways to have his word unheeded.
The highest-profile example of Ferree’s futile warnings came in early 2018, when a bench-clearing fight broke out at a high school basketball game between Dayton Dunbar and Thurgood Marshall High School. Naturally, Ferree was tasked with investigating. OHSAA ruled that video showed several Dunbar players leaving the bench during the altercation and those players needed to serve suspensions. The school, however, declined to suspend the players. When OHSAA removed Dunbar from the association’s annual basketball tournament because of its failure to suspend those players, Dunbar sued the OHSAA in Montgomery County Common Pleas Court, claiming the players in question were not involved. The case went to trial, where Ferree got his chance to showcase his blunt disposition.
“They put me up on the stand and accused me of doing a shoddy investigation,” he says. “One of the things they asked me was why I didn’t call the student’s mother to ask if her son was involved in the fight. I said, ‘Why would I waste my time? They would lie to me. People up here are lying to me right now. The head coach, principal and [athletic director] are all lying right now.’ The lawyer said, ‘So you’re going to say that under oath?’ I just said, ‘Yes.’”
Judge Michael Krumholtz disagreed, reinstating the school for the tournament. Days later, however, Ferree was vindicated when video and photos surfaced that proved he was correct. Dayton Public Schools officials made public apologies and fired Dunbar coach Chuck Taylor, while athletic director Mark Baker and principal Crystal Phillips were placed on administrative leave with pay.
Why be so brash? Why would he put himself on the line for a squabble over high school basketball? For Ferree, the more appropriate question is, “Why not?”
“I really don’t care for the politics of high school sports,” he says.
In the days before the nationally televised game against IMG, Ferree says he attempted to warn ESPN but could only reach voicemail boxes, which he assumes no one checked. Then, as the Bishop Sycamore drama unfolded before him on national television, he appreciated “announcers calling out their lies” and was somewhat surprised to see the topic explode on social media. He had spent three years trying to tell people what was happening, but “Twitter did more in three hours than I did in three years.” It was bittersweet.
Ferree wasn’t left feeling self-congratulatory or smug. If anything, Ferree says, Bishop Sycamore’s comeuppance was depressing. It reminded him of how little power he had. OHSAA is a private nonprofit; it doesn’t have any real enforcement power, and it can’t compel people to give information or subpoena a witness. To him, it’s just another layer of red tape.
“For a long time, I thought people just didn’t believe me,” says Ferree, who left OHSAA in April of this year. “Now, I think they did believe me; they just didn’t care. I did all the work; I did a good investigation, I got the right results, and I can prove it. But it doesn’t change anything. So what’s the point of knowing? If nothing is going to change, what does it matter?”
It’s tough to prove, but maybe it does matter. Beau Rugg, OHSAA’s director of officiating and sport management and Ferree’s former boss, says the organization now requires Ohio schools to play teams recognized by their state’s governing bodies, which should help remove the incentive for playing teams that aren’t real schools. As Bishop Sycamore’s story plays out, even Ferree allows himself a little hope that it will be a cautionary tale for others as schools cancel their games with Bishop Sycamore, now a national laughingstock.
At the very least, Ferree is no longer the only person talking about COF Academy or Bishop Sycamore. In the days following the ESPN game, he found himself amid a true 15 minutes of fame. He was interviewed by a host of national and local news sources and earned a shout-out from Columbus Dispatch columnist Michael Arace. “Now, everybody’s listening to Ben Ferree,” Arace’s column began. Ferree has spent hours being interviewed on camera and is now signed on to participate in a Bishop Sycamore documentary project.
For one triumphant (or annoying one, depending on your point of view) moment, the ghost of group chats past returned to my phone. “Bishop Sycamore had a game on ESPN!” Ferree messaged me and the others. As the news unfolded in the national media, our friend Guthrie got texts from other folks asking if he had seen the story. It had all come full circle. Ferree’s ramblings had finally found their audience. “I’m happy some people might start looking out for the kids, and I’m happy for Ben that someone finally wants to listen to him,” Guthrie says.
“The joke is on them, though, because he’ll surely never shut up about it now.”
Andrew King is a former ThisWeek Community News reporter who wrote a series of articles about Christians of Faith Academy, the predecessor of Bishop Sycamore.
This story is from the November 2021 issue of Columbus Monthly.
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L’altro giorno mi chiedevo, dopo fin troppo tempo a pensare ai miei di problemi, quali effettivamente siano i tuoi. 
Mi hai scelto per un motivo ben preciso, ti ho fatta sentire donna, elegante, una principessa, ti ho messa su un piedistallo e ti ho trattata come nessuno ti ha mai trattata. A te piaceva l’immagine che io avevo di te e questo ti ha fatta innamorare. 
Hai tanto insistito per conquistarmi, così tanto che alla fine della fiera sei riuscita a farmi il lavaggio del cervello e poi con enorme successo a farmi soffrire come mai nessuno prima. 
All’inizio lo sapevo che non saresti stata mai quella giusta per me, cazzo, non volevo neanche rivederti, ci sarà un motivo, no? Istinto, benedetto istinto. 
Ti avessi ascoltato, testa mia. 
Il problema di fondo della tua personalità è sempre stato e sempre sarà, finché non lo affronterai, l’insicurezza legata alla tua persona, alla tua personalità, costruita così strettamente intorno a principi che ti sei autoimposta, costantemente alla ricerca della “perfezione”. 
Pignola fino all’ultimo, eternamente critica nei confronti di te stessa, basta pensare al tempo che spendevi per prepararti, alle crisi che avevi se ti chiedevo di uscire a fare una passeggiata senza vedere nessuno così com’eri vestita a casa, tranquilla, rilassata, ma no, tu volevi prepararti per fare pure cento passi. 
Quanto ti sei incazzata quella volta che a cena fuori tutti erano vestiti bene e noi due eravamo vestiti tranquillamente. 
Ripensandoci, dovresti cercare un pelo più di pace in te stessa, stabilire delle regole ferree su quello che ti dovrebbe importare del parere altrui. 
Sei bella, sei sicura di te, smettila una volta per tutte di dare importanza al parere di persone che non meritano nemmeno la tua attenzione. 
Io l’ho capito ed imparato a fare tanto tempo fa e o ora vivo meglio. 
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thebrownees · 10 months
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BS High (2023). Greed and Exploitation in American High School Football.
Back in 2021, the World was stunned when ESPN televised a football game between IMG Academy and the aptly named BS High (for Bishop Sycamore, but the initials tell you all you want to know). The results were so lopsided (58-0) that even the commentators were flabbergasted. It turns out that BS High was not a school at all but a front for a football training camp where a bunch of slightly older…
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sportscri · 3 years
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Another example of adults ruining things for kids
Another example of adults ruining things for kids
Now, everybody’s listening to Ben Ferree.  For nearly four years — from the time Christians of Faith Academy and its football team suddenly appeared in Columbus, through the time when COF folded and was reinvented as Bishop Sycamore, right on up to last Sunday, when Bishop Sycamore became a nationally televised spectacle — Ferree has been screaming, “It’s a scam.”  Bishop Sycamore lost 58-0 to…
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rcgraves · 4 years
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In honor of my dear friend Chuck Ferree, RIP, who liberated the Dachau concentration camp, and Ruth Bader Ginsburg, and all others who fought to their deaths for freedom around the planet. May their memories be a blessing. In recognition of Ben Ferencz, the last surviving prosecutor in the Nuremberg trials of major Nazi war criminals. Mr. Ferencz can be found on Twitter. (at Armory Square Northfield) https://www.instagram.com/p/CHd3cc-n7S0/?igshid=twdkqedt4dpn
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weirdesplinder · 3 years
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I miei dieci romance preferiti
Me l’avete chiesta ed eccola qui, la classifica dei miei 10 romance storici preferiti di sempre:
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1. Un'estate da ricordare, di Mary Balogh 
Titolo originale: A summer to remember
Link acquisto: https://amzn.to/384ka6q
Trama: Kit, conte di Ravensberg, non è certo quello che la buona società londinese di inizio Ottocento definirebbe un gentiluomo: dopo aver abbandonato la carriera militare si è trasferito nella capitale e passa le giornate dedicandosi alla sua attività preferita, scandalizzare i benpensanti. Dal canto suo Lauren, dopo essere stata abbandonata sull'altare, è decisa a non commettere mai più l'ingenuità di donare il proprio cuore a un uomo. I due desiderano più di tutto evitare un matrimonio, ma un fidanzamento può far comodo a entrambi: Kit non dovrà subire le candidate proposte dalla sua famiglia, in particolare Freya Bedwyn, e Lauren potrà agire in piena libertà. Nessuno dei due ha però fatto i conti con un ospite inatteso: l'amore vero. La mia opinione: Uno dei romanzi che più amo e che consiglio veramente a tutti. Stupendo, non ci sono altre parole per descriverlo. Personaggi profondi, dettagliati e costruiti in modo magistrale, reali come noi, feriti come noi. Non potrete non amarlo.
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2. E infine la baciò, di Laura Leea Guhrke
Titolo originale: And then he kissed her
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Trama: Inghilterra. Fine 1800. Emmaline è la segretaria di un famoso editore. Seria, pacata e controllata, vive secondo le ferree regole dell'etichetta. Il suo datoro di lavoro, invece, scandalosamente divorziato se ne infischia delle regole della società. Emma si accorge che la sua vita non è quella che vorrebbe solo dopo l'ennesimo rifiuto a far pubblicare il suo libro, proprio il giorno del suo compleanno. Ormai trentenne ha passato la giovinezza sprecandola, così decide di dare una svolta alla sua vita. Si licenzia, trova un nuvo editore e pubblica il suo libro. Il suo ex datore di lavoro però non intende lasciarla andare, senza di lei il suo ufficio sembra crollare. Quello che non si aspetta però è di essere attratto dalla nuova Emma. Per la prima volta la vede veramente…
La mia opinione: Questo è sicuramente il mio preferito fra i quattro libri che nomino in questo post. Scritto in uno stile meraviglioso. I due protagonisti non sono preda di equivoci o spinti l'uno verso l'altro da elementi esterno o da altri personaggi, è semplicemente un lavoro interiore che li avvicina. Emma per la prima volta agisce impulsivamente e da quel momento cambia agli occhi del suo ex datore datore di lavoro Lord Marlowe. Egli crede, dopo un divorzio disastroso e doloroso, di essere immune all'amore e nemmeno riconosce ciò che prova per Emma, sa solo che deve aiutarla a liberarsi dalla prigione di regole che la soffoca. Un libro stupendo, romantico, ma con una vena di tristezza e gioia che ammalia il lettore. Da leggere assolutamente.
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3. Incontrarsi e poi…, di Mary Jo Putney
Titolo originale: The Rake and the Reformer or The rake
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Trama: Alys è una nobile dama che dopo una delusione d'amore è fuggita daklla sua famiglia e dalla società per rifugiarsi in campagna e diventare, sotto mentite spoglie, amministratore di una proprietà terriera per conto di un nobile, un lavoro di solito maschile. Reginald invece è un nobile libertino, che ha passato la vita immergendosi in ogni vizio, fino a cadere vittima dell'alcolismo, e solo ora rendendosi conto delle bassezze cui è arrivato ha deciso di redimersi, assumendosi le sue responsabilità e partendo appunto con l'amministrare le terra che il cugino gli ha donato. Le stesse terre che fino ad ora erano dominio di Alys.E fu così che i due si incontrarono. Due caratteri forti ma feriti due persone veramente diverse ma anche complementari. Lei ha un gatto odioso e dominante, lui un cane pastore pauroso e fifone, eppure i due vanno d'accordo, come i loro padroni almeno finchè la vera identità di Alys non viene fuori e Reginald che per tutta la vita non ha mai fatto la cosa giusta, decide di farla stupidamente nel momento più sbagliato lasciandola andare via.
La mia opinione: bellissimo, uno dei miei romance preferiti in assoluto, con personaggi super affascinanti pieni di difetti reali e difficili al punto giusto. Imperdibile. Ottimo uso degli animali all'interno di un romanzo senza umanizzarli. Sublime.
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4. Il lord della seduzione, di Loretta Chase
Titolo originale: Lord Of Scoundrels
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Trama: Jessica Trent prima ha tentato e quindi ha avvinto Sebastian Ballister, marchese di Dain, in un bacio appassionato. E ora spetta a lui salvarle la reputazione. Mai Jessica avrebbe immaginato di desiderare quell’uomo arrogante e immorale. I suoi intenti erano ben altri. Eppure il fuoco dello scandalo è nulla al confronto dell’ardore della loro passione...
La mia opinione:
Sebastian è un marchese irresistibile in quanto non è bello, non ha delle belle maniere a volte risulta rude o rozzo, e lui stesso è più che consapevole di tutte le sue mancanze. Siccome la gente pensa già il peggio di lui, ha deciso di non deluderli e di comportarsi il peggio possibile, ma in realtà dentro è un cucciolone, ha solo bisogno di amore e di qualcuno che veda oltre le apparenze e per fortuna lo trova in Jessica.
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5. Vento dell’est, di M. M. Kaye
Titolo originale: Trade wind
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Trama: Un romanzo ricco di emozioni, magia e passione sullo sfondo pittoresco e suggestivo di Zanzibar, l'isola dei chiodi di garofano e, nell'800,dominio inglese e massimo centro commerciale d'oriente, oltre che principale centro di commercio degli schiavi. I due protagonisti della storia sono Hero, una donna inglese piena di opinioni sempre pronta a moralizzare, e un pirata inglese, che adotta i costumi arabi e rinnega le sue radici. Hero ha sempre saputo che il suo destino l'aspettava su quell'isola, fin da quando da bambina una vecchia le aveva pronosticato un nfuturo misterioso e pieno di avventura. Le parole della vecchia si erano impresse a fuoco nella sua mente: “Farai vela intorno al mondo per trovare il lavoro che ti è stato destinato e colui che ti aiuterà a compierlo…contribuirai a far morire anime in quantità e molte di più a vivere, riceverai parole dure per questo e nessuno ringraziamento per quello. Metterai le mani su una smisurata fortuna in oro e non ne riceverai nessun bene. E per tutta la vita farai ciò che deve fare, ti farai il letto con le tue mani…e vi giacerai.” Ma mai si sarebbe immaginata che colui che l'avrebbe aiutata sarebbe stato un pirata e mercante di schiavi, il peggiore individuo mai nato, per lei che detesta tutto ciò che contribuisca allo schiavismo. Hero non sa che le cose che ignora sono tante, troppe….che le apparenze ingannano, e che il suo credersi superiore la porterà a commettere terribili errori a cui poi cercherà di rimediare. Così come Frost, pirata, uomo senza radici e fiero di esserlo, non sa che quella ragazza cambierà per sempre la sua vita. Ognuno deve sempe pagare per le proprie azioni, così quando deciderà di diventare Pigmalione e risvegliare Galatea….dovrà pagarne le conseguenze poichè colui che risveglia una statua alla vita poi si rende conto di non potere vivere senza di lei….
La mia opinione: Imperdibile.
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6. Courting miss Hattie di Pamela Morsi
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Trama: 1800. America. Hattie ha ormai più di trenta anni, e non ha mai avuto un corteggiatore. Non è bella ma ha della terra sua e finalmente uno spasimante si fa avanti. Non è bello, è vedovo e non è simpatico, ma è sempre meglio che rimanere zitella. Hattie accetta il corteggiamento e pensa proprio di sposarlo…..ma non sa che qualcuno è molto geloso delle sue attenzioni.
La mia opinione:  Un bellissimo libro. I due protagonisti, amici da anni, solo grazie ad un terzo incomodo scoprono di amarsi. Lei è bruttina, lui è bello e più giovane di lei, ma innamoratto cotto di lei. Tra scazzottate, raccolti, lavoro duro, equivoci e risate, il libro scorre via che è un piacere.Courting Miss Hettie Pamela Morsi
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7. Scandalo, di Amanda Quick
Titolo originale: Scandal
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Trama: Da che la sua reputazione è stata irrimediabilmente compromessa da una sconsideratezza giovanile — “il disgraziato incidente” per dirla come la gente del luogo — l’incantevole Emily Faringdon si è rassegnata a trascorrere nubile il resto dei suoi giorni. Ne d’altronde, a cinque anni dal “fattaccio”, si può dire che la cosa la rattristi più di tanto. L’ottocentesca campagna inglese può offrire, infatti, molteplici interessi: ci sono la grande tenuta di famiglia da amministrare, le rendite del padre e dei fratelli da gestire, come pure le finanze delle vecchie signore del paese; per non parlare della grande passione letteraria che la spinge a comporre versi. Un esistenza piena e appagante, nonostante tutto…Finchè Emily non si ritrova coinvolta in una fitta corrispondenza, scoprendosi perdutamente innamorata. Sensibile, colto, intelligente, il prezioso amico di penna sembra incarnare tutto ciò che la giovane ha sempre desiderato in un uomo. Ma Simon Augustus Traherne, il misterioso conte di Blade, non è affatto come sembra… Mosso da oscure passioni e da un tragico segreto profondamente inciso nell’anima, Blade riesce a incantare e soggiogare tutta Londra… Tutta tranne Emily.Perchè Emily, benchè ammaliata dal seducente fascino di Simon, conosce la vera ragione delle profferte amorose dell’uomo. E sa anche di dovere ad ogni costo conquistare il suo gelido cuore prima che i vendicativi demoni del passato distruggano l’unico grande amore in cui lei abbia mai creduto. 
La mia opinione: Scegliere tra tutti i libri di Amanda Quick che io adoro è sempre difficile, questo è tra i più divertenti per me, ma mi piace moltissimo anche Batticuore. Di Scandalo preferisco le scene d’amore e di Batticuore la trama, e visto che qui si parla di romance alla fine ho scelto Scandalo.
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8. The Brides of Praire gold di Maggie Osborne
Trama: Cody Snow non sa cosa l’abbia spinto ad accettare l’incarico di guidare una carovana di dodici spose per corrispondenza dal Missouri fino a Clampet Falls, Oregon, ma già prima di partire si è pentito di averlo fatto. Non solo dovrà sorbirsi le loro innumerevoli lamentele e proteggerle dai pericoli del viaggio, ma dovrà anche combattere contro l’attrazione che prova verso una di loro, Perrin Waverly, poiché lei è promessa ad un altro, e lui ha giurato a se stesso dopo la morte della moglie, che non si sarebbe mai più sposato.
La mia opinione: Il mio libro preferito di questa autrice al momento. Un romanzo corale, uno sguardo su un momento storico ben preciso e su due tipi di viaggi tipici del periodo: la corsa verso ovest in carovana, e i viaggi delle mogli per corrispondenza, che causarono infiniti dolori, ma anche molte gioie.
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9. Il segreto di Miranda, di Julia Quinn
Titolo originale: The secret diaries of Miranda Cheever
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Trama: Londra, epoca vittoriana. Miranda Cheever si è innamorata del fratello maggiore della sua migliore amica a nove anni e non ha mai smesso di amarlo. Lui non l’ha mai notata, e un matrimonio sbagliato lo ha reso freddo e cinico. Eppure solo ora si accorge di lei
La mia opinione:  romanzo veramente dolcissimo e struggente, che con il suo amore non corrisposto mi spezza il cuore ogni volta  e poi lo ricostruisce con il lieto fine, fortunatamente. Quando rileggo questo libro di solito dopo rileggo anche il suo seguito intitolato Quella volta a Londra che vede protagonista la migliore amica di Miranda, e che è molto meno struggende, ma molto carino e ironico.
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10. Mio Duca, di Julie Ann Long
Titolo originale: What I Did For a Duke
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Trama: Per anni Alexander Moncrieffe, duca di Falconbridge, ha suscitato paura e al contempo fascino, ma di tutto ciò che si mormora una cosa è certa: solo un pazzo oserebbe mettersi contro di lui. E quando Ian Eversea ignora questa cautela, Moncrieffe sa come vendicarsi: sedurre l’innocente sorella Genevieve per poi abbandonarla, rovinandole così la vita per sempre. Tuttavia la giovane lo sorprende per la passione e il temperamento, anche sapendo che Moncrieffe nasconde un passato oscuro. Così come sa che cedere al desiderio che lui ha risvegliato significa giocare col fuoco. Ma quando a comandare è il cuore…
La mia opinione: Non è un caso se l’ho messo in cima alla lista. Il Duca di Falconbridge forse non sarà il Duca più affascinante di tutti, ma il modo in cui scopre cosa significhi essere innamorati nonostante si creda troppo esperto e troppo maturo e troppo cinico è veramente dolcissimo e realistico. Questo è uno di quei romanzi in cui già solo un bacio tra i due protagonisti è in grado di trasmetterti più emozioni di latri 10 romanzi messi insieme.
Ed ora ecco anche La mia top dieci delle autrici di romance storici.
Come autrici romance Top three per me sono: Mary Balogh, Amanda Quick e poi se la giocano tipo parimerito Gurhke e Julia Quinn perchè conto la quantità dei loro romanzi che mi è piaciuta. Di loro ho letto e mi sono piaciuti veramente tanti ma tanti romanzi. Mary jo è più altalenante. Pamela Morsi la adoro, ma oggettivamente non è all'altezza stlisticamente parlando di altre autrici perciò nemmeno lei è top tre. E M. M. Kaye non è presente in classifica perchè non la ritengo una autrice romance, ma una autrice a 360 gradi.
1. Mary Balogh
2. Amanda Quick
3. Julia Quinn
4. Laura Lee Guhrke
5. Mary Jo Putney
6. Loretta Chase
7. Pamela Morsi
8.Maggie Osborne
9.Lisa Klypas
10.Patricia Cabot /Connie Brockway a parimerito
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....bello e doloroso come il suono di un violino nelle mani di un maestro....leggere tahar ben Jelloun significa entrare in un mondo di fredde ombre e giochi di luce, di finzione ed ossessione, di norme e canoni spesso a noi incomprensibili che caratterizzano un parte della cultura marocchina. Chiunque abbia letto almeno una piccola parte de "Le Mille e una Notte", ne troverà qui l’essenza del romanzo nel romanzo, il racconto dei narratori che si alternano, alternando le storie ad incastro, narratori dagli occhi diversi, dalla provenienza non sempre chiara, che affascinano, scuotono, riuniscono e incantano il pubblico allo scoccare di ogni nuova giornata. E’ un racconto che parla di una cultura, di un Paese, di uomini e donne al cospetto della legge divina e a quella terrena, il viaggio che porta alla conoscenza di se stessi, mai facile, mai scontato, con tutto il fascino ed il mistero delle cose mai svelate completamente. E’ una finestra su un mondo che cambia, sulle ferree regole sociali legate alla religione e a secoli di storia, sulla condizione della donna, prima che ognuna di esse abbia modo di alzarsi e cambiare il proprio destino di nascita. Non è un racconto con una finale delineato, forse perché la fine siamo noi a deciderla, nel marasma di conclusioni e versioni che ogni narratore apporta, man mano che si procede in un percorso ben definito, attraverso le porte di una città che anche se non abbiamo ancora visitato, ci appaiono molto chiare nel loro senso narrativo… Non resta che sedersi ed ascoltare…#libridisecondamano #ravenna #bookstagram #booklovers #bookstore #instabook #igersravenna #instaravenna #ig_books #consiglidilettura #benjelloun (presso Libreria Scattisparsi) https://www.instagram.com/p/CBACflqqRAA/?igshid=3pzvwh9xpia1
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vlifestyle · 4 years
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Barba uomo: tendenze e strumenti indispensabili per curarla al meglio
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Dinamico e attento, l’uomo moderno ha esigenze di bellezza all’altezza delle proprie aspettative perchè l'attenzione al corpo è sempre stata la sua prima preoccupazione, ma oggi anche il viso è altrettanto importante. In entrambi i casi ci vuole coerenza e costanza se si vuole ottenere risultati apprezzabili. La beauty routine maschile si misura con schiuma da barba, dopobarba, shampoo, doccia schiuma e saponette. La barba è sempre stata "un accessorio" importante per l'uomo, è di moda, e dona un aspetto elegante e misterioso. Farla crescere richiede impegno, cura e pazienza se si vuole ottenere un risultato perfetto.    
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    Come curare la barba
  Le tendenze in fatto di grooming non ammettono sbavature, che l'obiettivo sia un look pulito ed elegante o più aggressivo con la barba, il must è comunque un aspetto estremamente definito e curato con una rasatura a regola d'arte. Prima di iniziare con la lettura dei trucchi per farsi crescere la barba, ti segnalo questo sito barbaincolta.com  in cui troverai tantissimi consigli utili per avere una barba perfetta! Lo troverai senz’altro interessante e scoprirai quale stile di barba sia più adatto per te, come caurarla e quali strumenti usare. Se invece ti incuriosisce qualcosa di diverso, ad esempio, la cura dei capelli sono sicura ti interesseranno anche gli articoli al riguardo. Ho trovato molte notizie utili, su questo sito,  per un uomo che ama prendersi cura di se e ho scoperto che per evere una barba perfetta, adeguata all'ovale dei viso, è necessario scegliere il taglio più adatto che valorizzi il profilo e lo renda unico. Bisogna, inoltre,  adottare una Beard routine, ovvero una serie di prodotti da applicare in sequenza.  
I prodotti e gli strumenti indispensabili
  Per un taglio perfetto della barba, si parte dall’uso degli strumenti, utili per ottenere la giusta lunghezza e il taglio preferito. Parliamo di rasoi elettrici, regolabarba, rasoio a mano, rasoio usa e getta, che aiutano ad ottenere uno stile impeccabile e da vero gentlemen. Prendersi cura della barba significa anche dedicarle attenzioni e coccole grazie all’uso di prodotti specifici. In commercio sono disponibili olii da barba, balsami, sapone, dopobarba, schiuma e crema viso,  per ammorbidirla e regalarle un aspetto sano e decisamente curato a prova di bacio. Nella corretta beauty routine quotidiana non può mancare l'uso di alcuni accessori che aiutano nella cura della barba. La spazzola ed il pettine servono a pettinare i peli e dargli la giusta direzione, inoltre rimuovono polvere e residui di sporco. Fra i gesti quotidiani che dobbiamo considerare fondamentali non possono mancare ferree regole igieniche. Fondamentale usare uno shampoo specifico per la barba, in grado rispettare anche il ph dell’epidermide.
Barba: le ultime tendenze
  La barba anche quest'anno detta le regole della moda beauty maschile. Le tendenze declinano su barbe più corte e molto curate. Lo stile hipster non piace più, e francamente molto impegnativo anche per l'uomo che ama prendersi cura di se. Lunghezze medie 5-7 mm con un ritorno al pizzetto stile anni 90. Lo stile Dandy sarà il più gettonato. Via libera anche alla barba appena accennata con basette ben definite per non dare l'idea di aspetto trascurato. E' un look raccomandato a chi vuole essere stiloso senza assumere un aspetto troppo selvaggio. Questo stile clean shaved sottolinea pizzetto e labbra adatto a capelli corti e con tagli definiti. E per chi vuole osare, alle ultime sfilate moda, si sono visti i "baffi alla messicana" e barba incolta, un'accoppiata super cool! Read the full article
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t-annhauser · 7 years
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Tópoi
L’antitaccheggio al supermercato è affidato ai neri, certi marcantoni alti, ben vestiti, completo nero e camicia bianca, tipo i blues brothers, quello di turno oggi stava facendo quattro chiacchiere con il tizio del reparto macelleria: “Eh bravo, vai, vai, che quelli che rubano al tuo paese gli tagliano le mani!”. Il taglio delle mani è un topos assieme ai negri che hanno il ritmo nel sangue, all’homo brianzolus è rimasto impresso l’aneddoto grandguignolesco al pari della danza del ventre e delle mitiche odalische del Topkapi, e quasi prova invidia per la risolutezza di quei popoli dalle ferree leggi morali, ci son mica ladri da quelle parti, l’è mica come da noi che se rubano non ci fanno niente! Poco importa se l’africano in questione viene dal Maranhão o dal Pernambuco, i néggher abitano la Balùba, luogo mitico e Shangri-La della legge del taglione che si estende dal Marocco all’Arabia Saudita, passando per il Congo e il Kilimangiaro: ciapa su ul camell e torna a cà tua, balùba!
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