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#Doppia Personalità
megachirottera · 1 year
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ChatGPT: amico o nemico?
OpenAI ha creato un rivoluzionario chatbot di intelligenza artificiale chiamato ChatGPT, il… Source: March 11, 2023; Analysis by Dr. Joseph Mercola [>Fact Checked<] (more…) “”
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fiumedivita · 4 months
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Non capirò mai la doppia personalità di Irama che passa da canzoni profonde a tormentoni estivi ignoranti come se niente fosse
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smokingago · 1 month
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Nascondere se stessi, mostrare solo una parte di se’, crea una scissione, una divisione drammatica. È la premessa della cosiddetta “ doppia vita”. Che è il tema del romanzo di Robert Louis Stevenson che tutti conoscerete, “ Lo strano caso del dottor Jekyll e di mister Hyde”.
Le forze opposte che ci abitano, si incontrano, si intrecciano, lottano tra loro.
Sperano di integrarsi, di riconoscersi, e apprendere nuove soluzioni, creare nuovi sodalizi.
Nel gioco degli opposti la parte più progredita della personalità si può prendere cura della parte più nascosta, più arcaica e regredita.
Si rende necessario aprirsi e scoprire l’ospite, lo straniero che è in noi . Un ospite a volte nemico, a volte complice del territorio sconfinato che è in noi.
Lucia Chemello
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abatelunare · 1 year
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- Tu hai una doppia personalità e tutte e due rompono le palle.
Raul Cremona durante una puntata della trasmissione Only Fun.
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apropositodime · 9 months
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Ora ho capito
Ottobre è della bilancia, quindi segno doppio, doppia personalità, doppia stagione.
Sei un po' agosto e un po' ottobre.
Sei un po' estate e un po' autunno.
Si nu poc' strunz 🤪
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rideretremando · 7 months
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LETTERA APERTA A ELLY SCHLEIN
per adesioni scrivere a [email protected]
Cara Elly Schlein,
siamo femministe di varie età e con diverse storie politiche e abbiamo visto con piacere la tua elezione alla segreteria del Partito Democratico, per la valenza storica di questo fatto e perché tu sei una donna giovane che ha in mente di cambiare; la tua proposta ha intercettato speranze di scelte migliori per la collettività e ne ha suscitate, ti auguriamo di saperle custodire e non sciuparle.
Ti scriviamo a proposito del dibattito in corso sui bambini nati da surrogazione di maternità per comunicarti le nostre preoccupazioni, su cui desideriamo avviare un confronto con te.
1. Ci sono persone che programmano di aggirare la legge italiana che vieta la surrogazione di maternità commissionandola all’estero, confidando che al ritorno potranno invocare il superiore interesse del/la minore e ottenere la regolarizzazione.
Queste persone pretendono la trascrizione automatica in Italia dei certificati di nascita formati all’estero e rifiutano come discriminazione la procedura dell’adozione in casi speciali da parte del partner del genitore. E questo nonostante l’adozione in casi speciali a seguito della sentenza n. 79 del 2022 della Corte costituzionale garantisca ormai all’adottata o all’adottato lo stato di figlia/o dell’adottante, realizzando il pieno inserimento nel suo ambiente familiare (cioè i legami di parentela dell’adottante si estendono all’adottata/o, i genitori ne diventano legalmente nonni, fratelli e sorelle ne diventano zii e zie e così via).
I partiti di sinistra sono il riferimento della lotta alle discriminazioni e hanno raccolto il tema, ma senza adeguata considerazione di tutte le implicazioni, secondo noi.
2. Chi nasce da surrogazione di maternità è privato delle cure materne e non viene allattato ma subito consegnato ai committenti perché si vuole spezzare l’attaccamento che già sussiste con la puerpera, a prescindere dal legame genetico. Questo è un danno. Crescendo gli sarà negato di conoscere la sua origine materna, deliberatamente scomposta tra produttrice di ovulo ignota e gestante, che non sarà sufficiente vedere talvolta su skype. Questo è un altro danno.
Si tratta di danni programmati, non di vicende sfortunate.
3. La donna che si presta alla surrogazione di maternità mette a rischio la sua salute fisica e mentale, perché deve condurre la gravidanza di un feto a lei estraneo geneticamente, con manovre impattanti e intrusive per sostituire la sua fisiologia a vantaggio della gravidanza per altri; e deve operare una scissione tra sé e sé per non sentire come proprio ciò che accade al suo corpo, cioè deve approdare a uno stato psicologico che nelle gravidanze comuni è patologico.
4. La donna che cede i suoi ovociti si sottopone a stimolazione ovarica per una iperproduzione di gameti, metodica che comporta rischi per la sua salute.
5. All’argomento secondo cui ogni persona adulta ha facoltà di scegliere i rischi da correre per arrivare a un suo obiettivo, opponiamo che l’obiettivo da raggiungere non è di colei che rischia ma dei committenti, e che lei ha solo bisogno di denaro.
6. Non concordiamo con la visione meccanica della donna, dal corpo disgregato in pezzi e separato dalla personalità. Non concordiamo neppure con lo spacchettamento della ratio delle norme: nel dibattito attuale molti ripetono che non è in discussione la legittimità della surrogazione di maternità ma solo la doppia filiazione a tutela dei nati. Ma si tratta di nati da surrogazione! Si dice anche che non è in discussione il diritto alla genitorialità. Ma ciò che si chiede è di trascrivere la genitorialità intenzionale come se fosse quella naturale! In gioco secondo noi ci sono proprio la legittimità della surrogazione di maternità e il diritto alla genitorialità, entrambi contestabili invece.
La Convenzione di Oviedo del Consiglio di Europa all’articolo 21 dispone il «Divieto del profitto - Il corpo umano e le sue parti non debbono essere, in quanto tali, fonte di profitto».
La Corte di Cassazione nella sentenza 38162/2022 pubblicata il 30/12/2022 dichiara che «nella gestazione per altri non ci sono soltanto i desideri di genitorialità, le aspirazioni e i progetti della coppia committente. Ci sono persone concrete. Ci sono donne usate come strumento per funzioni riproduttive, con i loro diritti inalienabili annullati o sospesi dentro procedure contrattuali. Ci sono bambini esposti a una pratica che determina incertezze sul loro status e, quindi, sulla loro identità nella società».
Ancora prima del rinvio ai codici, è il senso umano dell’inviolabilità delle persone a ribellarsi contro la riduzione delle donne a materie prime e della prole a ordinativo. L’inviolabilità della donna e l’inviolabilità del/la neonata/o è l’inviolabilità di tutti, senza la quale non c’è differenza tra persone e cose.
Per questo ti scriviamo. Nella surrogazione di maternità la donna si consegna alla committenza e non può decidere neppure se interrompere la gravidanza o quali farmaci assumere. La surrogazione di maternità si fonda su premesse (il contratto e la riduzione della donna a contenitore di materiale biologico altrui) che, se accettate collettivamente, mettono a rischio la possibilità per ogni donna di decidere liberamente su questioni riproduttive e rappresentano la base filosofica per ogni recriminazione degli uomini sui figli in senso proprietario. Siamo femministe, quindi non ammettiamo un contratto che implica la rinuncia di una donna al controllo sul proprio corpo. Inoltre, usando le parole di Stefano Rodotà, aborriamo che i ricchi comprino la vita dei poveri, come ci aspettiamo che lo aborrisca chiunque si collochi politicamente a sinistra.
Chiediamo a te che guidi il principale partito dell’opposizione di prendere una posizione netta contro la surrogazione di maternità e non consentire che si faccia propaganda tramite i bambini a favore dell’uso coloniale e classista della fisiologia degli esseri umani. Non lasciare questo tema alla destra, che lo distorce per piegarlo a un progetto di riaffermazione della famiglia tradizionale istituzionalizzata e obbligatoria, e non lasciare che la sinistra diventi complice di nuove forme di sfruttamento dell’umano. Ti chiediamo anche di proporre sistemi che disincentivino il ricorso alla surrogazione di maternità all’estero.
I bambini e le bambine nate da surrogazione di maternità hanno adeguata protezione dall’adozione in casi speciali. L’infanzia abbandonata, d’altro canto, dovrebbe trovare accoglienza presso aspiranti genitori singoli o in coppie anche dello stesso sesso e auspichiamo una riforma in questo senso.
Per ultimo ti diciamo che alle femministe come noi, dissidenti dal pensiero unico, è difficile esprimersi in contesti pubblici, perché ci sono vessazioni organizzate, campagne di diffamazione, convenzioni ad escludere dalla discussione. Come ha detto Rosa Luxemburg, «la libertà è sempre la libertà di chi pensa diversamente». Hai parlato tante volte delle idee plurali che devono animare l’alternativa. Ti chiediamo un segnale contro la censura, un incontro a più voci su questi temi sarebbe una svolta promettente.
12 aprile 2023
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pocodormire · 1 year
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doppia personalità si evince dai prossimi concerti in programma: stasera, Le Luci della Centrale Elettrica che riporta in vita Canzoni da Spiaggia Deturpata dopo 15 anni; e tra poco meno di 10 giorni, il concerto di Rosalìa agli I-Days
Tra l'altro si evince anche che sono una parassita perché entrambi i biglietti sono stati un regalo
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greenbor · 6 months
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.. Tu hai una doppia personalità, lo sai? ..
.. Hai fatto bene a dirmelo, potrei venderne una ...
.. ma poi perché dare tanto peso ad una doppia .. c'è chi l'ha tripla e c'è chi l'ha quadrupla ...
.. c'è chi non ne ha nemmeno una ....
... tu ne hai una doppia quindi ..
.. no, ho una matrimoniale ..
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finnianson · 1 year
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IUS SCHOLAE
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Fermo restando che ho una enorme fiducia nella capacità della scuola di creare senso di comunità e integrazione reale..
Ritengo tuttavia che si tratti di un provvedimento a mio modo di vedere incompleto e insufficiente che deve essere migliorato per rafforzare la tutela degli interessi dei minori.
in determinate occasioni, sia emergenziali che ordinarie, il fatto che un minore abbia una cittadinanza differente da quella dei genitori può costituire una fonte di problemi di difficile soluzione.
Non dimentichiamoci che in determinate circostanze, come in occasione di vacanze nella madre patria, la cittadinanza di origine rappresenta una tutela per il minore e la possibilità di accedere più facilmente a determinati servizi.
È opportuno che il provvedimento preveda la possibilità di mantenere la doppia cittadinanza. Sarà il minore stesso al compimento della maggiore età a decidere se mantenere la doppia cittadinanza o se scegliere una delle due.
Una reale politica di integrazione si persegue conoscendo e riconoscendo, anzi esaltando la differenza tra le diverse culture, che rappresentano una grande ricchezza da preservare,
non è attraverso una mera omogeneizzazione burocratica che si costruisce una società multietnica.
E neppure attraverso una omogeneizzazione di tipo commerciale che passa attraverso alla diffusione di beni di consumo e di intrattenimento uguali per tutti.
Questo modello di integrazione ha già mostrato tutta la sua drammatica inefficacia in America, come in Francia.
Non è consigliabile tentare di appiattire e smussare le differenze culturali in una pappa indistinta e indifferenziata.
Al contrario è necessario apprendere il più possibile gli uni dagli altri in modo da gestire le differenze nella loro talvolta incredibile complessità.
In questo la Scuola italiana ha fatto e sta facendo dei miracoli, malgrado ogni governo si accanisca su di essa, con tagli selvaggi, gravami burocratici, privatizzazioni. Le morti degli studenti durante l'alternanza scuola-lavoro che gridano vendetta, gli insegnanti e i bidelli più sottopagati d'Europa usati come carne da cannone durante la pandemia, i sistemi di aerazione e il potenziamento dei trasporti pubblici mai attuati.
Esattamente come il Green Pass, lo Ius Scholae è il tentativo burocratico di nascondere le inadempienze dei governi.
Centri di accoglienza simili a lager gestiti per fare profitto, lavoratori stranieri sfruttati e sottopagati quando non schiavizzati dal caporalato, assenza di accordi per corridoi umanitari, rotte migratorie pericolosissime appaltate alla vigilanza di enti privati invece che agli Stati.
Ci servono azioni concrete sull'integrazione, sulla scuola, sulla sanità e non i soliti paraventi con cui creare alibi all'inattività, o peggio, tentativi maldestri di insabbiare i delitti contro la personalità dello Stato e contro gli esseri umani.
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icefiregirl · 2 years
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Vorrei vivere due vite:
Una in cui sono felicemente sposata con l'amore della mia vita, una storia come quella delle favole, con dei figli, una bella casa ed un clima tutto bello cotonato
L'altra in cui non me ne fotte niente di nessuno, mi vivo la vita come viene, amori passeggeri, nottate con persone diverse, uomini o donne che siano, quell'amore passionale di una notte
Probabilmente ho una doppia personalità e le mie due me stanno facendo a botte, creandomi un senso di insoddisfazione perenne verso la vita che sto vivendo
@icefiregirl
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realnews20 · 1 month
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Si chiude con un pareggio orgoglioso la seconda stagione del Roma City in Serie D. Nel playoff contro la quotatissima squadra de L’Aquila, arrivata seconda alle spalle del Campobasso nel girone F, la compagine di Agenore Maurizi va vicinissima all’impresa di ribaltare l’undici di Cappellacci avanti di due reti grazie ai guizzi di Banegas (12’ pt) e Alessandro (25’st). Ma il pari che alla fine arriva dopo la rete del solito Di Renzo (39’st), al suo 21º centro stagionale, e di Ingretolli (46’st) obbliga gli abruzzesi ai tempi supplementari che gli arancio-blu affrontano con l’uomo in meno per la severa espulsione per doppia ammonizione di Ferrante al 2’sts. Una decisione che penalizzerà evidentemente la compagine ospite che, tornata in partita con una clamorosa e orgogliosa rimonta, vi rimane sino alla fine, sfiorando addirittura una straordinaria vittoria. In finale, invece, approda la squadra di Cappellacci che affronterà la Sambenedettese (domenica 19 ancora allo Stadio Gran Sasso d’Italia de L’Aquila) che ha sconfitto l’Avezzano per 2-1. Un successo in rimonta che arriva grazie ai gol di Chiatante (16’st) e di Martiniello (20’ st) dopo l’iniziale vantaggio dei padroni di casa ad opera di Senesi (4’st). A TESTA ALTA - Due gare combattutissime, con il Roma City che esce a testa alta dopo 120 minuti in cui ha saputo confrontarsi con i padroni di casa che hanno giocato per quasi mezzora con l’uomo in più senza riuscire, tuttavia, a vincere. «Una gara di grande personalità che ci fa certamente onore – ha commentato il presidente Tonino Doino, sugli spalti con i vice presidenti Paolo e Daniele Doino e col direttore generale Di Saverio – L’espulsione ci ha evidentemente penalizzati, ma usciamo di scena dopo una bella prestazione. Abbiamo creduto sino alla fine nella possibilità di ribaltare il match nonostante il doppio svantaggio. Anche la partecipazione a questi playoff, comunque, testimonia il processo di crescita della nostra giovane società. L’obiettivo resta quello di proseguire in questo percorso. In meno di due anni è sorto l’Athletic Center di Riano e un gruppo con cui guardiamo fiduciosi anche al prossimo futuro. L’obiettivo è quello di creare una squadra con valori condivisi e con una mentalità che vada anche oltre i risultati del campo che certamente contano, come in qualsiasi attività. Ma noi vogliamo atleti che siano orgogliosi di giocare nella nostra società che ambisce a diventare di Serie A, prima ancora che in campo, soprattutto nei comportamenti», ha sottolineato l’imprenditore italo-statunitense che ha annunciato anche il rinnovo del tecnico Agenore Maurizi e la nascita nella prossima stagione della squadra femminile del Roma City che verrà curata da Paolo Doino già con importanti trascorsi nello stesso ambito sportivo negli States. Intanto, la Juniores di Buttaroni è attesa dalla gara di ritorno nei playoff della poule scudetto. Dopo la vittoria ampia e meritata in Sardegna contro la Costa Or Sarda per 4-1, già fissato il secondo match per il 25 maggio all’Athletic Center di Riano. © RIPRODUZIONE RISERVATA [ad_2] Sorgente
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micro961 · 2 months
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Helle “La tempesta”
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Il nuovo brano della cantautrice bolognese è il primo estratto dall’album “La colpa”
“La tempesta” che da il titolo al brano è la metafora scelta dalla protagonista della canzone per spiegare al suo innamorato le ragioni del proprio allontanamento. Un brano pop-folk ritmato e dinamico, dove la voce di Helle cavalca con sicurezza le impetuose onde musicali che attraversano il brano dall’inizio alla fine. "La tempesta" è l'ottavo capitolo del racconto in nove canzoni "La colpa", il terzo album in studio di Helle in uscita il 26 aprile per l’etichetta Volume!.
Tutte le canzoni del disco sono state scritte da Helle e vedono la partecipazione di Leziero Rescigno alla batteria e di Marco Carusino alle chitarre e arrangiamenti. Registrazioni, mix e master a cura di Max Lotti e Lele Battista.
Lisa Brunetti, in arte Helle, nasce a Bologna nel giugno 1994. Comincia a scrivere poesie ad 11 anni, a suonare la chitarra dall’adolescenza. Ha lavorato per quattro anni in Fonoprint, dove ha avuto l’opportunità di conoscere e collaborare con Bruno Mariani. Negli stessi anni ha suonato con Ricky Portera. Dopo la pubblicazione di vari singoli in inglese e in italiano, arriva per Helle il momento di intraprendere una nuova fase della sua carriera artistica. Nel 2020 escono i singoli “Tra le strade della mia città”, ed “Al Pacino”, entrambi prodotti, suonati e arrangiati dalla stessa Helle.
Si laurea presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bologna, scrivendo una tesi su "Com'è profondo il mare", celebre album di Lucio Dalla, datato 1977.
Seguono l'uscita dei brani “Carovane” e “Rispetto”. Il 25 giugno 2021 pubblica l’album “Disonore”, disco electro pop che caratterizza il nuovo corso artistico e professionale di Helle, che ha vinto il PREMIO SPECIALE assegnato dal MEI «Per aver affrontato con sonorità spiccatamente elettro-indie e liriche dal forte peso sociale, il tema della Libertà attraverso l’analisi delle sfumature dell’animo umano, soprattutto quello femminile». “2, 107” è brano con il quale vince il PREMIO LUNEZIA NEW MOOD «Per aver offerto una visione delicata e cruda con tappeti sonori moderni e sperimentali sulla morale delle donne». Vince il PREMIO DELLA CRITICA all’interno della rassegna del Premio InediTo al Salone Internazionale del libro (premio "Le colline di Torino") per la sezione “Testo canzone”, è finalista del Premio Bindi 2022 e si esibisce a Musicultura. “Tu mi volevi bene”, “Chimere” e "Tom" sono gli altri singoli estratti dal disco d'esordio.
Il 13 gennaio 2023, da alle stampe in versione cartacea ed ebook, il libro di poesie "Carovane" (ZONA Contemporanea), in contemporanea con l'uscita del singolo “Oggi è già ieri, il domani è eterno” realizzato e prodotto dalla stessa autrice. Le poesie di Helle – fuori dal disincanto, ma mai con distacco – poggiano sulla forza della parola e su immagini che si prestano alla metafora e all'allegoria, rivelando una scrittura consapevole, complessa come la realtà che descrive. “Musicista e cantautrice, con forte personalità e profonda soggettività, Helle impone con chiarezza i propri versi nell'orizzonte della poesia contemporanea, fuori dai facili sentimentalismi e saldamente ancorata alla materialità dell'esistenza.”
Parte da Bologna a febbraio il Carovane Tour che la vede impegnata in numerose date: una doppia esperienza live che porta nelle librerie e nei club uno spettacolo intimo e al contempo intenso ed energico, in cui vengono presentate le canzoni di Helle e le poesie di “Carovane” attraverso un file rouge che le lega.
Il 23 aprile 2023, nelle sede del Club Tenco a Sanremo, presenta in anteprima il nuovo disco "La liberazione” - hanno udito una donna ridere dal fiume", in uscita il 5 maggio e anticipato il 28 aprile dal singolo “Simone”.
Nel luglio dello stesso anno riceve un riconoscimento per il testo "Nebraska", presso il PREMIO LAUZI, tenutosi a Capri.
Il 26 aprile 2024 esce il suo terzo album in studio, "La colpa - racconto in nove canzoni", anticipato dal singolo "La tempesta" pubblicato il 12 aprile.
Etichetta: Volume!
CONTATTI E SOCIAL
www.facebook.com/Helle.musica/ www.instagram.com/helle.musica/?hl=it https://www.youtube.com/channel/UCUyHqlN2KJZZaI13abFhQhQ https://open.spotify.com/intl-it/artist/5dq7E4TCYHvIcG2fTxd8rY?si=K6LKZrPeSZe8YDKRQCrJmA
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lamilanomagazine · 3 months
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Siracusa. Legalità e lotta alla mafia, Fava racconta agli studenti l’esperienza de “I Siciliani”
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Siracusa. Legalità e lotta alla mafia, Fava racconta agli studenti l’esperienza de “I Siciliani”. «Fare quel giornale rispondeva all’esigenza di raccontare, dare nomi e volti a storie di cui tutti sapevano ma nessuno diceva». Ha parlato di mafia e dell’esperienza de “I Siciliani”, il giornalista (ed ex presidente della Commissione regionale antimafia) Claudio Fava, figlio di Pippo che di quella testata fu il fondatore e che pagò con la vita il suo lavoro di denuncia. Fava, che ne “I Siciliani” si è formato professionalmente, ieri mattina ha conversato con l’assessore alla Legalità, Fabio Granata. Il confronto è avvenuto nell’auditorium del liceo Einaudi nell’ambito del progetto “Educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva”, che rientra nel Piano dell’offerta formativa territoriale proposto a tutte le scuole siracusane dal Comune. L’evento si è svolto in occasione della “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie” ed è stato rivolto agli studenti delle scuole che hanno aderito al progetto. Il giornalista e scrittore ha detto di avere accolto l’invito per condividere un ricordo e una storia «che potrebbe essere anche la vostra» e ha lanciato ai giovani il messaggio di una «passione per la scrittura che diventa mestiere». Agli inizi degli anni Ottanta, quando fu fondato il giornale, «il racconto – ha detto Fava – era limitato alla superficie dei fatti. Con “I Siciliani”, un gruppo di giovani si mette in gioco. Una squadra che si trovò a doversi inventare il mestiere che avevano scelto di fare attraverso una narrazione, anche positiva, che non facesse però sconti a niente e nessuno. Era il racconto anche di una Sicilia “prigioniera”». La prima grande inchiesta de “I Siciliani” fu dedicata alla parabola del polo petrolchimico siracusano (titolo fu “Il sole nero”) che raccontava la «parabola iniziata con il miraggio dello sviluppo fino alle macerie poi rimaste sul terreno». Era il 1982 e si «avvertiva – ha proseguito il giornalista – la presenza condizionante della mafia, ormai non solo a Palermo. Nell’agosto Dalla Chiesa, arrivato da poco a Palermo come prefetto, in un’intervista rilasciata a Giorgio Bocca esplicita la presenza di un vero e proprio sistema di potere mafioso a Catania». Dunque, ha aggiunto Fava, c’era «una mafia diventata potere, che non sparava solamente e quella Sicilia, con quello sguardo e quella tragica consapevolezza» non era raccontata da siciliani. «La ricostruzione, appassionata e lucida, offerta oggi alle ragazze e ai ragazzi delle scuole siracusane, ha rappresentato – ha commentato l’assessore Granata – un momento formativo alto e coinvolgente che dà senso concreto ai progetti portati avanti dalla nostra Amministrazione. Ringrazio Claudio Fava per aver condiviso, con la sua presenza e le sue parole consapevoli, una giornata simbolica che dà inizio alla Primavera e che lascerà un segno nel cuore dei giovani». Finita la conversazione tra Fava e Granata, la mattinata è proseguita con la proiezione delle prime versioni di 12 cortometraggi realizzati dagli studenti che hanno aderito al progetto sulla legalità. Alla visione dei lavori hanno partecipato il giornalista Aldo Mantineo, il regista Giuseppe Landolina, il videomaker Giuseppe Migliara e il tecnico di riprese Carmelo Randazzo. L’evento, curato per il Comune da Giuseppe Prestifilippo, è iniziato con i saluti, anche a nome del sindaco Francesco Italia, portati da Teresella Celesti nella doppia veste di dirigente scolastica dell’Einaudi e assessore comunale all’Istruzione. Nella sala dell’auditorium presenti personalità ed esponenti degli enti partner del Comune nel progetto: Luisa Giliberto, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale; Veronica Milone, presidente di sezione del tribunale di Siracusa; Alessandra Formisano, vice presidente dell’Ordine degli avvocati; Fabio Faraci, presidente del Rotary club Monti Climiti; il consigliere comunale Andrea Buccheri; l’avvocato Silvia Margherita e la dirigente dell’istituto.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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multiverseofseries · 4 months
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Doctor Strange nel Multiverso della Follia: la nuova formula dell’alchimista Sam Raimi
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Doctor Strange nel Multiverso della Follia: anarchico, squilibrato e strabordante, il ritorno alla regia di Sam Raimi regala un cinecomic pieno di dolore, spettacolo e personalità.
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Ci sono cose che non si possono aggiustare. Ci sono errori commessi a cui non si può porre rimedio. Deve farsene una ragione anche un uomo ossessionato dalla perfezione, che vive ogni crepa come una ferita insanabile. Apro la recensione di Doctor Strange nel Multiverso della Follia dicendo che per il suo ritorno alla regia di un cinecomic Sam Raimi si è nutrito di emozioni forti. Forti come i timori di un Doctor Strange che ha una paura atavica di sbagliare, di perdere, e così pretende di avere tutto sotto controllo. Forte come il vuoto incolmabile dentro il cuore di Scarlet Witch, una donna ancora alle prese con il lutto e la disperazione di chi ha fame d'amore. Si muove da qui Doctor Strange nel Multiverso della follia. Da due personaggi alle prese con le vertigini dei propri sentimenti. Perché hanno entrambi paura del vuoto.
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Sam Raimi ha dato vita ad un cinecomic in cui ha fatto una scorpacciata di tante cose a lui care. Il risultato è un cinecomic anarchico, folle come il suo titolo, a tratti squilibrato ma con una personalità straboccante come una creatura tentacolare indomabile.
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Con un colpo di fionda. Inizia così Doctor Strange nel Multiverso della Follia, con Sam Raimi che ci catapulta subito nel vivo dell'azione. Come se fossimo dentro una doppia splash page di un fumetto visionario, dove colori, forme e strane creature riempiono lo schermo. Senza perdere tempo ecco Strange alle prese con due novità improvvise: una nuova creatura e una ragazza con un incredibile potere da proteggere. Entrambe legate a quel Multiverso che non vuole proprio saperne di non sconvolgere la vita del nostro stregone. Il tutto avviene pochi mesi dopo i fatti di No Way Home. Dopo aver chiesto aiuto a una Wanda instabile come non mai, Doctor Strange si avventura nei meandri più oscuri e disagiati degli universi paralleli. Disagiati perché in questo film, più che il Multiverso della Follia, emerge la Follia del Multiverso. Una dimensione multipla destabilizzante sia per i personaggi che per il pubblico, i quali potrebbero perdersi facilmente al suo interno. Raimi, guidato dalla sceneggiatura di Michael Waldron (che col tema aveva già una certa familiarità avendo lavorato nella serie tv Loki), costruisce un film bizzarro e complesso ma mai complicato. Perché ogni passaggio del film viene spiegato dai personaggi che fungono da guida agli spettatori. Per fortuna Raimi non si sofferma più di tanto sugli inevitabili passaggi didascalici ma anzi preferisce raccontare attraverso le immagini e un'azione roboante e molto ispirata. Come dimostra una particolare sequenza (forse la migliore del film) dove fa emergere tutto il suo genio creativo. Un scena che si potrebbe definire "degna di nota" in tutti i sensi.
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Ma il vero asso nella manica è l'uso "emotivo" del multiverso. Che non si risolve ad essere solo un pretesto narrativo per allargare gli orizzonti e le possibilità del Marvel Cinematic Universe, ma un modo per mettere Strange e Scarlet Witch dinanzi a uno specchio rotto. È solo grazie al riflesso distorto del multiverso che lo stregone e la strega vedono quello che sono, che sarebbero potuti essere o che potrebbero diventare. Un’acquisizione di consapevolezza dolorosa, che passa dal rimorso e da una serie di "se" e di "ma" che feriscono come schegge inpazzite. E il trovare se stessi dentro le proprie varianti sembra la vera missione del multiverso. E’ quindi un modo per lanciarsi non tanto dentro i portali ma dentro le coscienze dei personaggi. Succedeva anche in Spider-Man: No Way Home, ma se l'avventura di Peter Parker puntava dritta al cuore, questo film mira alla pancia e allo stomaco.
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Se i Marvel Studios volevano un film di Sam Raimi e quest’ultimo voleva girare un film in pieno stile Marvel. Entrambi hanno avuto ciò che volevano. Perché la più grande sfida vinta da questo sequel è quella di essere sia un film coerente con il Marvel Cinematic Universe che un'opera in pieno stile Sam Raimi. Questo perché se il "cosa racconta" è in linea con lo stile impostato da Kevin Feige, il "come lo racconta" trasuda personalità da tutti i pori. Il tocco di Raimi si avverte di continuo: nei movimenti di macchina e soprattutto nella marea di sfumature horror disseminate in tutto il film. Partendo dai classici jump scare passando per mutazioni corporee con tanto di movimenti innaturali stile L'esorcista arrivando ad incubi visionari e soprattutto tanta brutalità. Il tutto dentro un universo Marvel che al sangue sembra quasi allergico. La sensazione che si ha vedendo il film è quella di un Sam Raimi con tanta voglia di distruggere e creare allo stesso tempo. Da una parte vorrebbe quasi sovvertire la formula Marvel, dall'altra la celebra con ironia, in modo quasi metacinematografico. Quasi come volesse dire al pubblico: "Adesso è così che funziona, tocca adeguarsi, cercate di capirmi".
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In un film dove si parla di stregoni, streghe, magie e incantesimi, Sam Raimi è diventato un alchimista, alle prese con tanti ingredienti diversi anche se non sempre amalgamati con cura. Perché questo Doctor Strange è spesso squilibrato nel tono (poichè ironia e dramma non convivono sempre al meglio), eccessivo, straripante e godibilmente imperfetto. Un cinecomic anarchico, che se da una parte accarezza i fan con un paio di sussulti che faranno urlare qualcuno dallo spavento, dall'altra li scuote da un lungo torpore regalando qualcosa di diverso e familiare allo tempo stesso. Insomma, non tutto funziona alla perfezione come dentro un orologio svizzero ma lasciare la propria impronta nell'universo Marvel è possibile. E concepire il cinecomic come una matrioska di generi anche. Ma che sia possibile non significa che sia facile. Perché di alchimisti come Sam Raimi non ce ne sono molti. Anche se si rovista affondo nel Multiverso.
In conclusione Doctor Strange nel Multiverso della Follia è una via di mezzo tra una visione d’autore e una rigida formula commerciale. E bisogna prendere atto del piccolo miracolo firmato Sam Raimi, che è stato in grado di conciliare avventura e horror dentro un cinecomic capace di entrare anche nelle crepe di due personaggi. Strange e Scarlett Witch sono i due perni portanti di un film anarchico e strabordante, dove non tutto funziona come un orologio svizzero, ma dove i rintocchi di Sam Raimi si sentono eccome.
👍🏻
L'abilità con cui Sam Raimi ha rispettato la formula Marvel senza rinunciare alla sua visione e personalità.
Il coraggio di mettere Scarlet Witch come fulcro centrale di un film su Doctor Strange.
L'uso "emotivo" del Multiverso, ottimo pretesto per calarsi nel cuore dei personaggi.
Due sequenze entusiasmanti: una di puro genio creativo, l'altra un vero regalo per i fan.
👎🏻
L'alternanza di toni (comico, horror, dramma) non sempre funziona bene.
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principessa-6 · 4 months
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Detesto chi mi parla alle spalle.
Se mi devi dire qualcosa, tira fuori le palle e dimmelo in faccia
Le persone con la doppia personalità le ho sempre odiate...✿❀✿
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gianlucacrugnola · 5 months
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David Bowie - Low
14 gennaio ’77, il Duca Bianco pubblica il primo visionario album della cosiddetta Trilogia Berlinese, Low, uno spaccato sulla decadenza artistica e allo stesso modo del fermento culturale della Berlino vissuta da David Bowie, una doppia personalità per la città divisa che incarna i fantasmi del genio inglese e riesce a ridare linfa alla sua creatività, sugellata dalla collaborazione con Brian…
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