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#Fabio Giudice
queerographies · 1 year
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[Sensi migranti][Stefano Candellieri][Davide Favero]
L’obiettivo delle giornate di studio/performance è stato quello di sensibilizzare e aumentare la conoscenza/competenza dei partecipanti relativamente ai fenomeni di indebolimento identitario, nel senso che dà Vattimo al termine, fenomeni sempre più riscon
Susan Sontag con Note su “Camp”, Gender Trouble di Judith Butler, la Teoria Queer con le sue sfide all’identità di genere, il lavoro decostruzionista di Derrida, poststrutturalista di Foucault e soprattutto quello semioanalitico di Kristeva sono stati gli assi culturali portanti in cui si sono inscritte le giornate di studio. Si è cercato di porre in comunicazione la metapsicologia junghiana,…
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thegrandslam · 5 months
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Ve lo immaginate se al posto di Jannik ci fosse stato fognini? 💀💀💀💀
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fridagentileschi · 1 year
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Volevo avvisare tutte le persone che hanno voluto bene e ne vogliono ancora tanto,alla piccola Elisa e a noi papà Pardini Fabio Per Elisa e mamma Sabina Maria Ursuleac che il giorno 20 Giugno 2023 ci sara' l'udienza d'ufficio davanti al GIP (Giudice per le indagini preliminari) a Roma.Vi chiedo con tutte le forze che mi sono rimaste in corpo di vedere questo video che ho postato e di condividerlo più possibile...Elisa non può e non deve essere dimenticata...Grazie di cuore a tutti voi...
Elisa, our wonderful child of just five years old, died in the afternoon of the 9th April 2020 at the Bambino Gesù Hospital in Rome after three years of hellish hospitalisation and after two failed bone marrow transplants. The day of her death she started screaming for help form early in the morning with her voice becoming weaker and weaker: "Help me please, I'm not well!" Her death was heartwrenching, horrible and shameful and you could never imagine how brutal it was. Elisa, every night you're asking us mercy for what happened to you. Our lives are practically over but we must enable her to send us a sign of bliss and after that we could, maybe, get back on our feet. Dear one we will never leave you, you can be sure of that!! Your parents, Fabio and Sabina. Thanks from the bottom of our hearts to anybody who will think of us and who will decide to share this video.
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archivio-disattivato · 9 months
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In seguito ai fatti degli ultimi giorni, il governo italiano di Giorgia Meloni ha condannato l’attacco di Hamas, esprimendo sostegno e vicinanza alla popolazione israeliana, una posizione condivisa in generale da tutti i partiti politici presenti in Parlamento. Allo stesso tempo, però, sia oggi sia negli ultimi anni i partiti hanno espresso idee diverse su quelle che secondo loro sono le responsabilità del conflitto tra Israele e Palestina.
Fratelli d’Italia
Poco dopo la notizia degli attacchi di Hamas in Israele la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha tenuto una riunione con alcuni ministri per approfondire «quanto accaduto nelle ultime ore, sia a livello diplomatico che di intelligence». Il giorno successivo Meloni ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu, durante il quale la presidente del Consiglio ha ribadito «la piena solidarietà del governo italiano per gli attacchi subiti e la vicinanza ai familiari delle vittime, agli ostaggi e ai feriti». «L’Italia è al fianco del popolo israeliano in questo difficile momento», ha concluso Meloni nella nota ufficiale. Posizioni simili sono state espresse da altri esponenti di Fratelli d’Italia, tra cui il ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha dichiarato di provare «un grande dolore e una grande preoccupazione per Israele e i suoi cittadini, vittime di un indiscriminato e violentissimo attacco pari a una dichiarazione di guerra». Al netto della posizione presa dal governo italiano, nel 2014 Meloni aveva scritto su Twitter (ora X) che «nessuna causa è giusta quando sparge il sangue degli innocenti», sostenendo la tesi del riconoscimento sia di Israele sia della Palestina, ossia la soluzione dei “due popoli, due Stati”. 
Un'altra strage di bambini a #Gaza. Nessuna causa è giusta quando sparge il sangue degli innocenti. #Israele e #Palestina #duepopoliduestati— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) July 28, 2014
Un anno dopo, quando a febbraio 2015 il governo Renzi aveva approvato due mozioni riguardanti la Palestina, l’allora deputato di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli ne aveva depositato una, poi respinta, per impegnare il governo a «sostenere la causa del dialogo diretto tra le parti coinvolte» per arrivare «in tempi rapidi all’obiettivo del riconoscimento dello Stato palestinese nella condizione di reciprocità con Israele». Una mozione è un testo non vincolante che deve essere approvato dal Parlamento e che ha l’obiettivo di indirizzare la politica del governo su uno specifico argomento.
Leggi anche: Fino a che punto la legge garantisce l’imparzialità di un giudice
Lega
Il 7 ottobre il leader della Lega Matteo Salvini ha espresso «sostegno al popolo di Israele, sotto violento e vigliacco attacco da parte di estremisti islamici». Il giorno successivo Salvini ha ripetuto che «il nostro pensiero e la nostra preghiera sono costantemente rivolti al popolo israeliano». La Lega si è sempre espressa a sostegno di Israele, come rivendicato dallo stesso leader. Ad aprile, per esempio, Salvini ha festeggiato i dati dell’Israel Ranking 2023, una classifica stilata dalla European Coalition for Israel per rilevare i partiti che hanno manifestato maggior supporto a Israele nelle votazioni al Parlamento europeo.
La Lega è il primo partito italiano 🇮🇹 nel sostegno a Israele al Parlamento Europeo, quarta tra tutte le forze politiche del continente. Un supporto condotto concretamente, negli anni, attraverso le votazioni e le attività dei nostri parlamentari, nel segno della storica amicizia… pic.twitter.com/ozuSKfbaNb— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) April 26, 2023
L’European Coalition for Israel è una piattaforma di organizzazioni cristiane che si batte contro l’antisemitismo in Europa e per i buoni rapporti tra l’Ue e Israele. «La Lega è il primo partito italiano nel sostegno a Israele al Parlamento europeo, quarta tra tutte le forze politiche del continente», aveva scritto Salvini su X. Nella classifica citata da Salvini la Lega è effettivamente quarta tra i partiti nel Parlamento europeo e prima tra gli italiani davanti a Fratelli d’Italia. Al primo posto c’è il Deutsche Zentrumspartei, partito tedesco di centro e di ispirazione cattolica.  Nel Parlamento italiano la Lega ha sempre manifestato posizioni pro-Israele, come accaduto con l’esposizione delle bandiere israeliane alla Camera a maggio 2021, mentre nel 2015 l’allora deputato della Lega Gianluca Pini definì «un azzardo pericolosissimo» il riconoscimento unilaterale della Palestina.
Forza Italia
Per quanto riguarda Forza Italia, il segretario del partito Antonio Tajani ha condannato «con la massima fermezza gli attacchi a Israele», affermando che il governo italiano sostiene «il diritto di Israele a esistere e difendersi». Nelle ore successive il ministro degli Esteri ha sottolineato su X che «ogni sforzo sarà a difesa dello Stato d’Israele». A dicembre 2022 Tajani aveva incontrato il suo omologo palestinese Riad Malki, a cui aveva «ribadito la posizione italiana per la soluzione dei due Stati come unica via per una pace duratura tra Palestina e Israele».
Lungo colloquio con @elicoh1 Ministro degli Esteri d'Israele. Ho espresso la solidarietà del nostro Governo per il duro attacco che ha subito 🇮🇱, anche per i due turisti israeliani uccisi in Egitto. Ogni sforzo sarà a difesa dello Stato d'Israele.— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) October 8, 2023
Anche per il fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi il diritto di Israele a difendersi non poteva essere messo in discussione. Nel 2018 Berlusconi scriveva su Twitter: «Considero Israele una parte della nostra cultura e della nostra civiltà, un faro di libertà e democrazia nel Medio Oriente» e aggiungeva che «i palestinesi hanno pieno diritto ad avere uno stato pienamente sovrano, a vivere in pace, nel benessere e nella sicurezza, ma che a questo si potrà arrivare solo attraverso un processo di pace che garantisca pienamente i diritti e la sicurezza di tutti». Nel 2012 Tajani aveva espresso una posizione simile: «Israele non può essere cancellato dalla carta geografica, ha diritto a difendersi», per poi precisare che «i palestinesi musulmani e cristiani hanno il diritto di vivere dove sono nati, ma questo non vuol dire eliminare Israele».
Partito Democratico
Sul fronte dell’opposizione, la segretaria del Partito Democratico Elly Schelin ha condannato l’attacco di Hamas contro Israele attraverso i canali social del partito, invitando la comunità internazionale a mobilitarsi per «fermare questa aggressione ed escalation violenta». Il 9 ottobre, in un’intervista a la Repubblica, l’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini si è riconosciuto nella linea della segretaria, affermando che la prospettiva del partito sulla questione israelo-palestinese è quella di “due popoli, due Stati”. 
Le parole della Segretaria @ellyesse sull’attacco terroristico di Hamas contro Israele, a cui va la solidarietà di tutta la nostra comunità democratica. pic.twitter.com/MH6bbGNfaA— Partito Democratico 🇮🇹 🇪🇺 (@pdnetwork) October 7, 2023
Anche in passato il Partito Democratico si era espresso contro Hamas. L’ex segretario Enrico Letta aveva definito l’organizzazione «contro Israele e contro la Palestina» in occasione di alcuni attacchi avvenuti a maggio 2021, ricordando che la posizione del partito è «per la pace e per due Stati». Anni fa, invece, l’attuale segretaria Schlein aveva condiviso posizioni più decise sul riconoscimento della Palestina come uno Stato a tutti gli effetti. Nel 2021 Schlein aveva sostenuto che lo scontro tra palestinesi e israeliani non è «alla pari», a svantaggio dei primi. Negli anni precedenti l’attuale segretaria ha condiviso sui social network alcuni post dell’ex deputato del PD Giuseppe Civati, con posizioni pro Palestina.  Più di recente altri membri del Partito Democratico hanno espresso opinioni critiche nei confronti di Israele. In occasione della campagna elettorale del 2022 Raffaele La Regina, capolista nel collegio plurinominale della Basilicata alla Camera, è stato costretto a rinunciare alla candidatura in seguito alle polemiche per un tweet del 2020 in cui ironizzava sulla legittimità dello Stato di Israele, paragonando la sua esistenza a quella degli alieni. Anche Rachele Scarpa, oggi deputata del PD, era stata criticata per alcune frasi critiche nei confronti di Israele scritte su Facebook a maggio 2021.
Leggi anche: La giravolta del governo sul tetto al prezzo dei voli
Movimento 5 Stelle
Il Movimento 5 Stelle ha condannato le violenze di questi giorni, facendo alcune precisazioni. Il presidente del partito Giuseppe Conte ha condannato «senza se e senza ma» gli «attacchi terroristici» di Hamas, ricordando però che per il suo partito «il popolo palestinese ha il diritto a vivere in pacifica convivenza». Da presidente del Consiglio, nel 2021 Conte ha inviato una lettera a Netanyahu in cui ripeteva come l’Italia sostenesse la formula di “due popoli, due Stati”. In passato, però, il Movimento 5 Stelle aveva posizioni più vicine alle istanze palestinesi: nel 2014 per esempio il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle aveva chiesto di interrompere la vendita di armi a Israele, suscitando accuse di antisemitismo da parte dell’ambasciata israeliana a Roma.  Nel 2015 invece, la Camera aveva respinto la mozione dell’allora deputato del Movimento 5 Stelle Gianluca Rizzo, che impegnava il governo a «riconoscere pienamente e formalmente lo Stato di Palestina», senza quindi aspettare il riconoscimento da parte di Israele. Al termine delle votazioni alcuni deputati del Movimento 5 Stelle definirono le due mozioni approvate dal Parlamento «un bluff vergognoso», dal momento che per loro era stato negato «il sacrosanto diritto di esistere a un popolo che da 67 anni attende giustizia».
Azione, Italia Viva e Più Europa
Azione e Italia Viva hanno condannato l’attacco terroristico di Hamas ed espresso solidarietà al popolo israeliano. Il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha ribadito il messaggio espresso durante il suo intervento alla Knesset (il Parlamento israeliano) nel 2015, quando era presidente del Consiglio e segretario del Partito Democratico: «Per me Israele ha il diritto e il dovere di esistere e di resistere». Il leader di Italia Viva ha dedicato al tema la sua newsletter Enews del 9 ottobre, definendo le azioni di Hamas «atti di terrorismo che tutta la comunità internazionale deve condannare senza se e senza ma».
Gli estremisti sostengono che Israele non abbia il diritto di esistere. L’ho detto da premier parlando alla Knesset, lo dico da cittadino e senatore oggi: per me Israele ha il diritto e il DOVERE di esistere e di resistere. La mia solidarietà alle famiglie delle vittime di… pic.twitter.com/3iB7RdK7dH— Matteo Renzi (@matteorenzi) October 7, 2023
Il leader di Azione Carlo Calenda ha auspicato «che si utilizzino tutti gli strumenti diplomatici a disposizione per fermare l’aggressione il prima possibile». Nel 2021, in occasione di una manifestazione a sostegno di Israele, il leader di Azione aveva sottolineato che «il primo passo verso una soluzione è quello di non trattare in modo equidistante una democrazia e Hamas, un’organizzazione terroristica che non può rappresentare i palestinesi in nessun negoziato». Benedetto Della Vedova, deputato di Più Europa, ha definito l’attacco di Hamas contro Israele come «un gravissimo e irresponsabile atto di guerra», mentre il segretario Riccardo Magi ha sottolineato che «la destra israeliana non ha certo lavorato negli ultimi anni per favorire la risoluzione del conflitto israelo-palestinese, ma questo non giustifica minimamente le atrocità che Hamas sta commettendo contro la popolazione civile israeliana».
Sinistra italiana
Sia Sinistra Italiana sia Europa Verde – che in Parlamento compongono Alleanza Verdi-Sinistra – hanno condannato l’attacco di Hamas a Israele, ma hanno messo in evidenza quelle che secondo loro sono le responsabilità della comunità internazionale e del governo israeliano.  Il 7 ottobre il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni ha detto, per esempio, che dietro alla situazione in Israele c’è la responsabilità della comunità internazionale, che «da troppo tempo si gira dall’altra parte, che dimentica il conflitto israelo-palestinese, che dimentica la violazione sistematica della legalità internazionale e dell’occupazione israeliana», aggiungendo che è necessario garantire la sicurezza di Israele ma anche la protezione del popolo palestinese.  Il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli è sulla stessa linea di Fratoianni. «Profonda angoscia per quello che sta accadendo in Israele. L’attacco di Hamas va condannato e non aiuta la causa palestinese. La questione  palestinese è stata dimenticata dalla comunità internazionale e per questo bisogna lavorare per la pace e per due Stati e due popoli», ha scritto Bonelli su X. 
Profonda angoscia per quello che sta accendendo in Israele. L’attacco di #Hamas va condannato e non aiuta la causa palestinese. La questione palestinese e’ stata dimenticata dalla comunità internazionale e per questo bisogna lavorare per la pace e per due stati e due popoli— Angelo Bonelli (@AngeloBonelli1) October 7, 2023
Unione popolare
Il partito più critico nei confronti di Israele è Unione popolare, il movimento di sinistra radicale guidato dall’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris. In seguito all’attacco del 7 ottobre Unione popolare ha scritto: «Non simpatizziamo per Hamas ma va detto che non può essere qualificata come terrorismo la resistenza palestinese». Oltre al riconoscimento di «un libero Stato palestinese», Unione popolare ha quindi chiesto agli Stati Uniti e alla Nato di interrompere l’invio di armi a Israele.
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rideretremando · 1 year
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Dalla bolla FB di Ivano Porpora
"Mi piacerebbe avere una piccola sezione dei 20, 25 libri più rappresentativi dei migliori autori in Italia; e credo che interessi anche i miei allievi, e chi mi segue.
Qui sotto la lista dei libri. Parte l'elezione de L'ALTRO LIVELLO. Potete votarne solo dieci. Se ne votate undici, cancello il vostro commento, perché state portando rumore. Il libro può anche non essere quello: ripeto, per me Nove ha raggiunto l'apice con La vita oscena.
Aldo Nove - Milano non è Milano, 2010
Alessandra Carnaroli - La furia, 2023
Alessandra Sarchi - L’amore normale, 2014
Alessandro Baricco - Mr Gwyn, 2011
Alessandro Piperno - Con le peggiori intenzioni, 2005
Alessio Forgione - Napoli mon amour, 2018
Alessio Mosca - Chiromantica Medica, 2022
Alfredo Palomba, Quando le belve arriveranno, 2022
Andrea Bajani - Un bene al mondo, 2016
Andrea Canobbio -
Andrea Donaera - Io sono la bestia, 2019
Andrea Pomella - L'uomo che trema, 2018
Andrea Tarabbia - La calligrafia come arte delle guerra, 2010
Andrej Longo - L'altra madre, 2016
Antonella Cilento, Lisario o il piacere infinito delle donne, 2014
Antonella Lattanzi - Questo giorno che incombe, 2021
Antonio Manzini - 7/72007, 2016
Antonio Moresco - La lucina, 2013
Aurelio Picca - Il più grande criminale di Roma è stato amico mio, 2020
Benedetta Palmieri - Emersione, 2021
Carola Susani - Eravamo bambini abbastanza, 2012
Claudia Durastanti - La straniera, 2019
Claudia Petrucci - L'esercizio, 2020
Claudio Morandini - Neve, cane, piede, 2015
Claudio Piersanti - Quel maledetto Vronskij, 2021
Daniela Ranieri - Stradario Aggiornato di tutti i miei baci, 2021
Daniele Del Giudice - Orizzonte mobile, 2009
Daniele Mencarelli - Tutto chiede salvezza, 2022
Daniele Petruccioli - La casa delle madri, 2020
Dario Voltolini - Le scimmie sono inavvertitamente uscite dalla gabbia, 2006
Davide Orecchio - Storia aperta, 2021
Demetrio Paolin - Conforme alla gloria, 2016
Domenico Starnone - Vita mortale e immortale della bambina di Milano, 2021
Donatella Di Pietrantonio - L’arminuta, 2017
Edgardo Franzosini - Questa vita tuttavia mi pesa molto, 2015
Edoardo Albinati - La scuola cattolica, 2016
Edoardo Zambelli - Storia di due donne e di uno specchio, 2018
Elena Ferrante -
Emanuela Canepa - Insegnami la tempesta, 2020
Emanuela Cocco - Tu che eri ogni ragazza, 2018
Emanuele Tonon - La luce prima, 2011
Emanuele Trevi - Due vite, 2020
Emidio Clementi - L’amante imperfetto, 2017
Emiliano Ereddia - Le mosche, 2021
Eraldo Baldini - L’uomo nero e la bicicletta blu, 2011
Ernesto Aloia - I compagni del fuoco, 2007
Ezio Sinigaglia - Eclissi, 2016
Fabio Bacà - Nova, 2021
Fabio Bartolomei - We are family, 2013
Fabio Geda - Nel mare ci sono i coccodrilli, 2010
Fabio Genovesi - Esche vive, 2011
Fabio Stassi - L'ultimo ballo di Charlot, 2012
Fabrizio Patriarca - Tokyo transit, 2016
Federico Platania - Il Dio che fa la mia vendetta, 2013
Filippo Nicosia - Come un animale, 2010
Filippo Tuena - Ultimo parallelo, 2007
Francesca Genti - Anche la sofferenza ha la sua data di scadenza, 2018
Francesca Manfredi - L’impero della polvere, 2019
Francesca Marzia Esposito - Corpi di ballo, 2019
Francesca Mattei - Il giorno in cui diedi fuoco alla mia casa, 2019
Francesco Dimitri - Pan, 2008
Francesco Maino - Cartongesso, 2014
Francesco Pacifico - Class, 2014
Francesco Pecoraro - La vita in tempo di pace, 2014
Francesco Targhetta - Perciò veniamo bene nelle fotografie, 2012
Franco Stelzer - Il nostro primo solenne stranissimo Natale senza di lei, 2003
Fulvio Abbate - Roma vista controvento, 2015
Giacomo Sartori - Anatomia della battaglia, 2005
Gian Marco Griffi - Ferrovie del Messico, 2022
Gianluca Morozzi - Blackout, 2004
Gilda Policastro - La parte di Malvasia, 2020
Giordano Meacci - Il cinghiale che uccise Liberty Valance, 2016
Giordano Tedoldi - Tabù, 2017
Giorgia Tribuiani - Blu, 2018
Giorgio Falco - La gemella H, 2014
Giorgio Fontana - Il mago di Riga, 2022
Giorgio Vasta - Il tempo materiale, 2008
Giovanni Dozzini - Qui dovevo stare, 2021
Giulio Mozzi - Le ripetizioni, 2021
Giuseppe Genna - Dies irae, 2006
Greta Pavan - Quasi niente sbagliato, 2023
Helena Janeczek - La ragazza con la Leica, 2017
Ilaria Palomba - Vuoto, 2022
Laura Pariani -La valle delle donne lupo, 2011
Laura Pugno - Sirene, 2007
Letizia Muratori - Casa madre, 2008
Licia Giaquinto - La briganta e lo straniero, 2014
Lorenza Pieri - Il giardino dei mostri, 2019
Lorenzo Mercatanti - Il babbo avrebbe voluto dire ti amo ma lo zio ne faceva anche a meno, 2014
Luca Ricci - Gli autunnali, 2018
Luigi Romolo Carrino - Non è di maggio, 2021
Maddalena Fingerle - Lingua Madre, 2021
Marcello Fois - Nel tempo di mezzo, 2012
Marco Balzano - Resto qui, 2015
Marco Drago - Innamorato, 2023
Marco Mancassola - Last love parade, 2005
Marco Missiroli - Atti osceni in luogo privato, 2015
Marco Peano - L'invenzione della madre, 2015
María Grazia Calandrone, Dove non mi hai portata, 2023
Maria Rosa Cutrufelli - Il giudice delle donne, 2016
Marino Magliani - Peninsulario, 2022
Mario Desiati - Spatriati, 2022
Marta Cai - Enti di ragione, 2019
Massimiliano Santarossa - Pane e Ferro, 2019
Matteo Cavezzali - Nero d'inferno, 2018
Matteo Galiazzo - Cargo, ne 2013
Matteo Melchiorre -Requiem per un albero, 2004
Mauro Covacich - La sposa, 2016
Michele Mari - Leggenda privata, 2017
Michele Orti Manara - Il vizio di smettere, 2018
Michele Vaccari - Un marito, 2018
Niccolò Ammaniti - Io non ho paura, 2001
Nicola Lagioia - La città dei vivi, 2020
Orso Tosco - Aspettando i naufraghi, 2018
Paola Barbato - Zoo, 2019
Paolo Cognetti - Sofia si veste sempre di nero, 2012
Paolo Colagrande - Salvarsi a vanvera, 2022
Paolo Giordano -
Paolo Nori - Vi avverto che vivo per l’ultima volta, 2023
Paolo Zanotti - Bambini bonsai, 2010
Paolo Zardi - Il giorno che diventammo umani, 2013
Piera Ventre - Gli spettri della sera, 2023
Piersandro Pallavicini - Atomico Dandy, 2005
Raul Montanari - Il buio divora la strada, 2002
Remo Rapino - Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio, 2019
Romolo Bugaro - Non c'è stata nessuna battaglia, 2019
Rosa Matteucci - Costellazione familiare, 2016
Rosella Postorino - Le assaggiatrici, 2018
Rossana Campo - Dove troverete un altro padre come il mio, 2015
Sacha Naspini - I cariolanti, 2020
Sandro Campani - I passi nel bosco, 2020
Sandro Veronesi - Caos Calmo, 2005
Sara Gamberini - Maestoso è l’abbandono, 2018
Sebastiano Vassalli - Le due chiese, 2010
Sergio Claudio Perroni - Entro a volte nel tuo sonno, 2018
Silvia Ballestra - La Sibilla. Vita di Joyce Lussu, 2022
Silvia Bottani - Il giorno mangia la notte, 2020
Simona Baldanzi - Figlia di una vestaglia blu, 2006
Simona Baldelli - Vicolo dell'Immaginario, 2018
Simona Vinci - La prima verità, 2016
Tiziano Scarpa - Cose fondamentali, 2010
Tommaso Pincio - Panorama, 2015
Tullio Avoledo -
Ugo Cornia - Quasi amore, 2001
Valentina Durante - Enne, 2020
Valentina Maini - La mischia, 2020
Valeria Corciolani - La regina dei colori, 2023
Valeria Parrella - Lo spazio bianco, 2008
Valerio Evangelisti - Noi saremo tutto, 2004
Vanni Santoni - Gli interessi in comune, 2008
Veronica Galletta - Nina sull’argine, 2021
Veronica Tomassini - L’altro addio, 2017
Vincenzo Pardini - Il valico dei briganti, 2023
Viola Di Grado - Fame blu, 2022
Vitaliano Trevisan - Works, 2016
Walter Pozzi - Carte scoperte, 2015
Walter Siti - Troppi paradisi, 2006
Wu Ming - 54, 2002"
Poi è partita una lotta nel fango di scrittori che gridano e si tirano i capelli e dicono meglio quello meglio quell' altro e poi io, ci devo essere io. Ed i miei amici x e y..."
E lui alla fine ha tolto il post.
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ma-come-mai · 2 years
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Qatargate, soldi sugli aerei: l’inchiesta si allarga alla commissione. I media greci: «A libro paga 60 eurodeputati»
14 dicembre 2022
È nata dalla “declassificazione” di un fascicolo dei servizi belgi il Qatargate, l’inchiesta che scuote il parlamento europeo e che, dopo l’arresto della vicepresidente Eva Kaili, del suo compagno Francesco Giorgi e dell’ex europarlamentare Antonio Panzeri (che rimangono in carcere), presto potrebbe coinvolgere anche gli eurodeputati di almeno un altro Paese. Il giudice Michel Claise va avanti, Giorgi ha tentato di accollarsi ogni responsabilità, cercando di scagionare la Kaili e spiegando come funzionasse il meccanismo di distribuzione dei soldi.
E così l’inchiesta adesso si allarga: i fiumi di banconote, sequestrate a Bruxelles a Panzeri e all’oramai ex vicepresidente Kaili, sarebbero stati destinati ad altri eurodeputati, anche francesi e tedeschi, «a libro paga dello stato estero». Almeno 60, secondo i media greci. E dopo i componenti della commissione per le Libertà civili, le verifiche riguardano la commissione Trasporti, che avrebbe avuto un ruolo fondamentale nel dossier che, a breve, avrebbe consentito un accesso illimitato al mercato dell’Ue sul trasporto aereo a Qatar Airways. Un accordo di cui è stato relatore in commissione Trasporti Ue anche l’europarlamentare italiano Giosi Ferrandino. 
LE INDAGINI
Distribuzioni prenatalizie. A questo sarebbero serviti i soldi trovati nella disponibilità di Eva Kaili. Lo dimostrerebbe anche il fatto che le banconote fossero di piccolo calibro. E adesso, anche grazie alla collaborazione, che è arrivata non solo da Giorgi, ma pure da Nicolò Figà-Talamanca, segretario della Ong “No Peace without justice”, la platea dei sospettati si allarga. Dalla commissione Libertà civili a quella dei Trasporti. Ma si guarda anche al ruolo che potrebbero avere avuto figure apicali del Parlamento Ue. Intanto sono state affidate all’aggiunto milanese Fabio De Pasquale le verifiche sui conti correnti che l’ex europarlamentare e la sua famiglia hanno in Italia. Le indagini, svolte anche su Giorgi e Kaili, e sull’attuale segretario generale dell’organizzazione internazionale dei sindacati Luca Visentini, fermato e poi liberato, hanno portato ad accertare l’esistenza di sette conti bancari (in altrettante banche) riconducibili a Panzeri, Visentini e Giorgi che ieri si è visto sequestrare 20mila euro trovati in una cassetta di sicurezza in un istituto di credito. E presto la magistratura belga potrebbe anche arrivare alla banca (e poi al conto) dal quale provengono le maxi tangenti trovate. È già stato verificato che le banconote sequestrate sono state emesse tutte in Belgio e alcune erano ancora sigillate. 
L’UDIENZA
Ieri la Camera di consiglio del Tribunale di prima istanza di Bruxelles ha stabilito che Panzeri e Giorgi resteranno ancora in carcere per almeno un mese, mentre Niccolò Figà-Talamanca potrà uscire sotto regime di sorveglianza elettronica. Resta invece in sospeso il destino di Eva Kaili, che ha chiesto e ottenuto il rinvio della decisione al 22 dicembre prossimo.
LE SPIE
Intanto è emerso che c’è un’indagine durata più di un anno e portata avanti dagli 007 di cinque stati europei dietro l’inchiesta della magistratura belga. Lo scenario, rivelato dal quotidiano “Le Soir” e dal settimanale “Knack” vede sullo sfondo una “guerra” tra spie e il sospetto, adombrato dagli stessi qatarini, che tutto sia nato da una soffiata dei servizi segreti degli Emirati Arabi Uniti (che ovviamente respingono al mittente le accuse). Che l’indagine sul sistema di tangenti, alimentato da Qatar e Marocco per promuovere dossier, sia nato dalle verifiche che non hanno bisogno di autorizzazioni preventive da parte dei servizi segreti, lo conferma anche il ministro della Giustizia belga Vincent Van Quickenborne. Proprio i servizi belgi avevano perquisito la casa di Antonio Panzeri, il presunto “manovratore” trovando 700mila euro in contanti. A quel punto, lo scorso 12 luglio il fascicolo è stato desecretato ed è passato alla magistratura. 
Il Messaggero
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paoloxl · 2 years
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(via Ferentino 27 settembre 1970: la morte "strana" di Cinque anarchici del Sud - Osservatorio Repressione)
Nella notte tra il 26 e 27 settembre del 1970, proprio nel momento di passaggio all’ora legale, una Mini minor targata Reggio Calabria, finiva sotto un camion, sul tratto autostradale Napoli-Roma, a 58 km dalla capitale. Morivano Angelo Casile, Gianni Aricò, Franco Scordo, Luigi Lo Celso, giovanissimi anarchici calabresi, i primi tre reggini. Annalise Borth, tedesca, compagna di Gianni Aricò, veniva ricoverata al San Camillo a Roma, dove morirà venti giorni dopo.
Per molto tempo si parlò di un incidente e molti strani e inquietanti elementi che avrebbero dovuto portare a investigare, non furono presi in considerazione: la polizia politica (sic!) arrivò venti minuti dopo l’incidente, furono prelevati tutti i diari, block notes e documenti dei giovani anarchici e mai restituiti alle famiglie, il camion che provocò l’impatto mortale aveva i fari spenti perché non funzionanti. La procura di Roma chiuse immediatamente il caso e non se ne parlò più finché negli anni ’90 il giudice Salvini riaprì il capitolo delle stragi di Stato e, grazie alle confessioni di un pentito (tale Lauro), scoprì che a Gioia Tauro il 22 luglio del 1970 il deragliamento del Treno del Sole, dove morirono sei persone e ci furono ben 139 feriti, non era stato un incidente. Rientrava a pieno titolo nella strategia della tensione: vennero presi gli esecutori ma, come al solito, non i mandanti, come per tutte le altre stragi di quegli anni in cui i servizi segreti (è un ossimoro definirli “deviati”) hanno avuto la regia.
Questi giovani anarchici stavano portando a Roma un dossier che riguardava proprio il deragliamento del treno e, a quanto abbiamo appreso negli ultimi anni, anche alcune informazioni importanti che riguardavano Junio Valerio Borghese e il suo tentativo di golpe.
Nel mese di settembre del 1970 Angelo Casile aveva incontrato a Palermo Mauro de Mauro, pochi giorni prima che il direttore dell’Ora di Palermo fosse fatto fuori dalla mafia siciliana. Angelo riferì che gli aveva rivelato che stava indagando su un possibile colpo di Stato in Italia.
Nessuno gli credette o lo prese in considerazione, compreso il sottoscritto. Sembravano fantasie di compagni ossessionati da quello che era successo in Grecia con il golpe dei colonnelli. Così come Gianni Aricò che disse alla madre «abbiamo scoperto cose che faranno tremare l’Italia», e lo ripeté a chi scrive, sembrava ci fosse un po’ di megalomania, malgrado le continue minacce che subivano al telefono avrebbero dovuto allarmarci.
Oggi sappiamo che era tutto vero e che questi giovani anarchici del Sud sono vittime di una strage di Stato, come quella del treno fatto deragliare a Gioia Tauro, che il presidente Mattarella ha ricordato quest’anno nel cinquantesimo.
Questa storia è stata raccontata per la prima volta da Fabio Cuzzola nel 2001 (Cinque anarchici del Sud, città del sole ed.) e ristampata, con un ricco aggiornamento, oggi dalla Castelvecchi. È una storia che ha una rilevanza nazionale perché in quell’estate del 1970 scoppiava la rivolta di Reggio per il capoluogo, che veniva strumentalizzata dal Msi sul piano politico, ma che, come emerge dal libro di Cuzzola, vedeva costituirsi, per la prima volta, una nefasta alleanza tra ‘ndrangheta, destra eversiva, massoneria, servizi segreti, italiani e stranieri. Un’alleanza tragica per il nostro paese che ha prodotto stragi, lutti, e un arretramento del quadro politico proprio nel momento che più forti erano i movimenti per il superamento di questo modo di produzione capitalistico.
Un’alleanza che nasce sul terreno di una piccola città del profondo Sud e che dei giovani anarchici, da soli, avevano cercato di smascherare, mettendo a rischio la propria vita per un’ideale di libertà e giustizia. Andrebbero ricordati per questo nei libri di storia come ci ricordiamo di quelli che spesero la loro vita per liberarci dal nazifascismo.
Tonino Perna
da il manifesto
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cinquecolonnemagazine · 2 months
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Inchiesta Prisma: chi sono le persone rinviate a giudizio?
La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio di dieci persone, tra cui ex dirigenti di spicco della Juventus, nell'ambito dell'inchiesta "Prisma" che indaga sulle plusvalenze del club bianconero. Tra gli indagati figurano nomi noti come Andrea Agnelli, ex presidente della Juventus, Pavel Nedved, ex vicepresidente, Maurizio Arrivabene, ex amministratore delegato, e Fabio Paratici, ex direttore sportivo. Inchiesta Prisma: quali sono le accuse? Le accuse, a vario titolo, contestate nell'inchiesta sono di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni. Secondo la Procura, la Juventus avrebbe realizzato plusvalenze fittizie e gonfiato il valore di alcuni giocatori in operazioni di compravendita con altre società, al fine di migliorare la propria situazione finanziaria e presentare bilanci più solidi. L'inchiesta "Prisma" è partita nel 2021 e ha portato alla luce un sistema di plusvalenze che, secondo l'accusa, sarebbe stato utilizzato dalla Juventus per diversi anni. Nel maggio 2023, la Federcalcio aveva già sanzionato la Juventus con una penalizzazione di 10 punti in Serie A. Perché Roma? La trasmissione degli atti a Roma era decisa dalla Cassazione che aveva dichiarato l’incompetenza territoriale di Torino ordinando la trasmissione degli atti a Roma. Il fascicolo è affidato dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini ai pm che si occupano dei reati economici, Lorenzo Del Giudice e Giorgio Orano. Cosa succede ora? Il processo penale che si aprirà nei prossimi mesi sarà l'occasione per fare chiarezza sulle accuse mosse dalla Procura nei confronti della Juventus e dei suoi ex dirigenti. Si tratta di un caso complesso e di grande rilevanza per il mondo del calcio italiano. Ci saranno potenziali conseguenze significative per il futuro della Juventus? Foto di Ann -- please donate da Pixabay Read the full article
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siciliatv · 2 months
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Udienza a Caltanissetta: i familiari di Paolo Borsellino chiedono la costituzione di parte civile
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Durante l’udienza preliminare a Caltanissetta riguardante quattro agenti accusati di falsa testimonianza per proteggere i loro colleghi nelle indagini sulla strage di via D’Amelio, i figli del giudice Paolo Borsellino hanno chiesto di costituirsi parte civile. Inoltre, hanno sollecitato la citazione come responsabili civili della Presidenza del Consiglio dei ministri e del Ministro dell’Interno. Anche il fratello del magistrato, Salvatore Borsellino, ha avanzato una richiesta simile attraverso il suo legale. L’udienza si è tenuta ieri mattina davanti al gup del tribunale di Caltanissetta, con gli imputati Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e Maurizio Zerilli, accusati di depistaggio per aver mentito durante il processo sulle indagini della strage di via D’Amelio. Durante la seduta, sono state presentate le richieste di costituzione di parte civile, con diversi avvocati che hanno chiesto di includere la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Ministero dell’Interno come responsabili civili. Presenti in aula, tra gli altri, gli imputati Giuseppe Di Gangi e Vincenzo Maniscaldi. L'avvocato di Maniscaldi, Giuseppe Panepinto, ha richiesto un termine per valutare le richieste di costituzione di parte civile, mostrando l’intenzione di esaminare attentamente le istanze presentate. Gli avvocati dei figli di Paolo Borsellino, Fabio Trizzino e Vincenzo Greco, hanno sottolineato l'importanza di ristabilire la verità e di mantenere fede all’eredità morale del giudice Borsellino. Hanno espresso fiducia nelle istituzioni e nella magistratura, definendo questo processo come un’appendice del processo principale che ha messo in luce il coinvolgimento di vari livelli istituzionali. Trizzino ha inoltre chiarito che l'atto è privo di implicazioni politiche, ringraziando il governo per aver dato voce ai figli del giudice Borsellino in sede di commissione nazionale Antimafia. Read the full article
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sunday8amnews · 4 years
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Frode per vincere gli appalti
SAN DONÀ DI PIAVE C'era, sì, la possibilità di arricchirsi mettendosi in tasca - per nove anni - 25 milioni che sarebbero dovuti finire nelle casse dello Stato. Ma c'era - e non era un aspetto secondario - anche la possibilità di guadagnare una posizione di vantaggio sul mercato sbaragliando qualsiasi tipo di concorrenza nell'allestimento di interni per uffici o yacht, giocando a un continuo ribasso del prezzo da presentare al committente. Due aspetti legati tra loro che rendevano il gruppo guidato dal quarantacinquenne di San Donà, Michele Mazzon - titolare della M.L. International e ora indagato per una maxi frode all'Erario - imbattibile sul mercato proprio sfruttando le fatture false e trasformando parte di quella frode in un cospicuo risparmio sui costi. IL SISTEMA Questa sorta di concorrenza sleale è stata evidenziata dalla guardia di finanza di Venezia, guidata dal colonnello Fabio Dametto, e poi sottolineata dal giudice per le indagini preliminari Luca Marini nell'ordinanza con la quale dava il via libera ai sequestri di venerdì mattina. Tutto discende dal meccanismo ideato da Mazzon e soci per raggirare Iva e Inps, guadagnandoci anche sulle banche. Da una parte c'erano le società cartiere, deputate a emettere false fatture nei confronti delle società beneficiarie, omettendo a loro volta il versamento dell'Iva, farsi formalmente carico dei lavoratori effettivamente impiegati non provvedendo agli obblighi fiscali; dall'altra le società beneficiarie che figurano come operatori regolari sia dal punto di vista giuridico che da quello economico. «In realtà - scrive il gip riferendosi alle società beneficiarie - grazie all'ingegnoso sistema fraudolento, conseguono un indebito vantaggio competitivo nel mercato di riferimento praticando prezzi notevolmente ribassati e consentiti dal fatto che riescono a conseguire un indebito risparmio d'imposta derivante da un fittizio credito Iva generato dall'annotazione contabile delle fatture per operazioni inesistenti emesse dalle cartiere, dall'impiego di una cospicua forza lavoro, fittiziamente esternalizzata in capo alle cartiere così da spogliarsi formalmente degli obblighi fiscali e contributivi». Sistemi che servivano, si legge ancora nell'ordinanza, a «ottenere, a discapito delle altre imprese, un ingiusto vantaggio competitivo nel mercato di riferimento». E i guadagni? Una volta pagati - in alcuni casi anche in nero - i lavoratori, «i profitti sono stati monetizzati con il trasferimento», sempre mascherato da fatture false, di «ingenti somme di denaro verso soggetti economici compiacenti con sede dichiarata all'estero (Regno Unito e Irlanda) nonché verso le cartiere nazionali (...) i cui amministratori provvedevano a loro volta a trasferire il denaro su conti correnti esteri ubicati in Polonia, Bulgaria e Germania». I RUOLI Scrive ancora il gip Marini: «Le prove dell'esistenza di un gruppo criminale, che agisce coralmente ed armonicamente sotto la direzione del dominus Michele Mazzon, appaiono plurime ed inequivocabili. Già dal punto di vista della struttura delle società, esse sono legate quanto a soggetti, luogo di esercizio ed attività» aggiungendo poi che «nel corso degli anni prestano servizi, eminentemente, nei confronti le une delle altre». E nei loro confronti, venerdì, è partito il sequestro di 16 milioni di euro, congelati ad un insieme di 40 indagati in tutta Italia, ma con il vertice a San Donà.
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lamilanomagazine · 4 months
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Roma: proiettato al Cinema Barberini il terzo episodio della serie "I ragazzi delle scorte", dedicato ad Emanuela Loi
Roma: proiettato al Cinema Barberini il terzo episodio della serie "I ragazzi delle scorte", dedicato ad Emanuela Loi. Si è svolta lunedì 20 in anteprima, presso il Cinema Barberini di Roma, la proiezione del terzo episodio della serie "I ragazzi delle scorte", intitolato "Io devo Continuare", dedicato all'agente della Polizia di Stato Emanuela Loi, che il 19 luglio 1992 ha perso la vita nella strage di via D'Amelio insieme al giudice Paolo Borsellino e agli agenti Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli. All'evento hanno partecipato il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, il Ministro dello Sport e i Giovani Andrea Abodi e il Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Vittorio Pisani. Il progetto, realizzato dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza con la società  42° Parallelo con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Struttura di Missione Anniversari Nazionali ed eventi Sportivi Nazionali e Internazionali,  racconta il sacrificio di quegli otto poliziotti e di tutte le donne e gli uomini che hanno perso la vita al fianco di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, mettendoli al centro della narrazione in un ritratto intimo e capace di restituire un'immagine inedita della loro quotidianità, fatta di dedizione verso lo Stato e amore per le loro famiglie. Nel 1992, anno delle brutali stragi di mafia, insieme a Giovanni Falcone persero la vita anche la moglie Francesca Morvillo e i tre uomini della sua scorta, Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro; nella strage di via D'Amelio furono cinque i poliziotti della scorta a morire al fianco di Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina. La docuserie, della quale sono già trasmessi gli episodi dedicati a Vito Schifani e Antonio Montinaro, ha l'obiettivo di portare alla luce modelli valoriali propri della Polizia di Stato, sensibilizzando il pubblico, in particolare i più giovani, sul tema della memoria e della cultura della legalità. È fondamentale raccontare alle successive generazioni l'impegno di coloro che hanno dedicato la vita alla giustizia, difendendo i sani valori e principi. Ad accompagnare il telespettatore in un viaggio nei sogni, nel senso del dovere della ragazza sarda di 24 anni, è stata Claudia Loi, la sorella, che ha raccontato il loro rapporto di condivisione totale della vita. Viene poi raccontata la frequentazione del corso presso la Scuola Allievi Agenti di Trieste e l'incontro con Emanuele Filiberto, anche lui allievo agente, al quale la univa un rapporto di grande amicizia. Il docu-film continua con le emozioni di Emanuela, le preoccupazioni della sua famiglia per una "missione" che la porterà lontano dalla sua terra d'origine, passando per il suo primo servizio a tutela del giudice Borsellino, fino al giorno della strage. La vita di Emanuela Loi, scorre lenta sullo schermo,  accompagnata dalle immagini di sua nipote,  l'Agente  Emanuela Loi,  nata quattro mesi dopo la strage, anche lei poliziotta,  che durante tutto il racconto  ripercorrerà a bordo dell'autovettura appartenuta a sua zia , il  viaggio da Cagliari a Palermo,  per conoscere e rivivere   le tappe più importanti dell'esistenza di sua zia e farne  memoria,  condividendo e trasmettendo i principi di legalità tra gli studenti degli istituiti scolastici. "I Ragazzi delle Scorte. Io devo continuare", scritto da Diana Ligorio, Alessia Arcolaci con Luigi Montebello, andrà in onda giovedì 23 maggio su RAI 3 in seconda serata.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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m2024a · 6 months
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Fedez e Chiara Ferragni: lui vuole dire la verità sulla separazione, lei lo diffida Il punto di svolta nella crisi tra Chiara Ferragni e Fedez risale al 19 marzo, giorno del compleanno del loro primogenito Leone. Le foto dell'influencer e del rapper col bambino, scattate separatamente e rigorosamente con i figli di spalle, hanno infatti aperto nuovi scenari rispetto a quella che già in tanti definiscono "battaglia legale" dei Ferragnez. Una guerra, oggi agli albori, che vedrebbe Fedez desideroso di raccontare la sua verità a Francesca Fagnani nella nuova edizione di Belve e Chiara pronta a diffidarlo per evitare che il marito parli delle loro faccende private in tv. Lei, ospite da Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa, si era guardata bene dal raccontare i motivi della separazione. Secondo Quotidiano Nazionale, che ha confermato la news della diffida dopo il lancio del Dillinger News di Fabrizio Corona, si aspetta che anche Fedez faccia lo stesso. E i bambini di spalle? Una richiesta di Fedez, secondo alcuni pronto a battagliare con Chiara per ridimensionare la sovraesposizione dei figli. In questa coltre di fumo e gossip, rimane una sola grande verità: la resa tra i due dei conti è alle porte, anche se non è ancora dato sapere quanti feriti rimarranno sul campo nello scontro. La diffida di Chiara a Fedez Secondo Quotidiano Nazionale, «una fonte vicina alla coppia conferma che Fedez avrebbe diffidato Ferragni chiedendo di non mostrare più i volti dei figli su qualsiasi mezzo di comunicazione pubblica». Richiesta plausibile, considerato che, con in mezzo un processo di separazione, i figli tendono a essere tutelati anche in questi termini dal giudice che si occupa del caso. Ma anche Chiara avrebbe lanciato una diffida, ovvero un ammonimento formale, a Fedez: vista la sua imminente partecipazione a Belve, con Fagnani nota per le sue domande insidiose agli intervistati, avrebbe chiesto tramite legali al rapper di non discutere del loro matrimonio. A sostegno della tesi del Quotidiano Nazionale che ha citato fonti vicine alla coppia, anche le parole di Fabrizio Corona: «Vi possiamo spiegare che sono partite le diffide da parte degli avvocati di Fedez nell’utilizzare e strumentalizzare i figli sui social come contenuto per fare hype e per creare compassione nei confronti del pubblico. Ci sono quindi due diffide: lui le ha impedito di mostrare i figli sui social, in tv e sui giornali (infatti il volto di Leone è obliterato anche sulla copertina di Chi), mentre la Ferragni lo ha diffidato dal raccontare di lei quando lui sarà ospite da Francesca Fagnani». Uno scenario - anche legale - complesso si staglia all'orizzonte dei Ferragnez, un tempo coppia d'oro dello showbiz italiano, oggi alle prese con una separazione dolorosa e una faticosa risalita in termini professionali.
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Vittima di Igor, killer di Budrio: la Provincia deve pagare 1,1 milioni
La causa davanti alla giudice Alessandra De Curtis è stata intentata dai familiari della vittima, difesi dagli avvocati Fabio Anselmo e Rita Gavioli, sul presupposto che Verri non doveva essere lì, perché il killer era già ricercato per l’omicidio di Davide Fabbri una settimana prima a Budrio source
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personal-reporter · 10 months
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Più libri più liberi 2023 a Roma
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Come ogni anno nella prima settimana di dicembre, nel periodo che va dal 6 al 10, si terrà a Roma uno dei festival di editoria più importanti d’Italia,  Più libri, più liberi, che  si svolgerà in zona Eur, presso il Centro Congressi La Nuvola di Fuksas. La fiera è presieduta da Annamaria Malato e diretta da Fabio Del Giudice e il programma di quest’anno è stato affidato a Chiara Valerio. Ogni anno alla manifestazione viene dato un tema, che fa da sfondo ai tavoli tematici discussi nei vari approfondimenti culturali e che quest’anno è Nomi, cose, animali, città in onore del famosissimo gioco che ha intrattenuto generazioni di bambini e ragazzi. Più libri, più liberi è nata  nel 2002 per volontà dell‘Associazione Italiana Editori con l’intento di dare alle case editrice piccole e medie un palcoscenico dove esporre le loro pubblicazioni, spesso relegate all’oblio dal marketing delle grandi multinazionali del settore. Ma il punto vero di forza della Fiera è che al grande spazio che viene dato alle Case Editrici viene affiancato un altrettanto grande spazio dedicato ad approfondimenti culturali tra  incontri con autori, reading, dibattiti su temi di attualità, iniziative per la promozione della lettura, musica e performance live  che scandiscono le cinque giornate della manifestazione in una successione continua di eventi per tutte le età. L’evento sarà ricco di incontri con personalità di rilievo del panorama culturale nazionale e internazionale, come la giornalista e scrittrice Cecilia Sala, l’astrofisica e scrittrice fantasy Licia Troisi, il fumettista Zerocalcare e la conduttrice radiofonica Daniela Collu e l’attore Pietro Sermonti, consacrato al successo con la serie Un medico in Famiglia, ma noto al pubblico soprattutto per il ruolo di Stanis nella serie Boris. Inoltre alla Fiera saranno presenti personalità artistiche che grazie al loro talento, sono riuscite, in modi e per motivi diversi, a lasciare un segno nel mondo come Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa della casa di moda Dior, il Premio Strega Paolo Giordano, lo storico più famoso dei nostri tempi, Alessandro Barbero w la giornalista, scrittrice e reporter brasiliana Eliane Brum. Più libri, più liberi è promossa e organizzata dall’AIE, con il sostegno del Centro per il libro e la lettura del Ministero della Cultura, Regione Lazio, Roma Capitale, Camera di Commercio di Roma e ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, con il contributo di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, in collaborazione con Istituzione Biblioteche di Roma, ATAC azienda per i trasporti capitolina, EUR Spa, Dior e si avvale della Main Media Partnership di Rai con il Giornale della Libreria, inoltre partecipa ad Aldus Up, la rete europea delle fiere del libro cofinanziata dall’Unione Europea nell’ambito del programma Europa Creativa. Read the full article
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giancarlonicoli · 10 months
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28 nov 2023 18:20
LA TRATTATIVA AZIENDE-MAFIA – POTREBBE RIAPRISI LA PISTA DEI RAPPORTI TRA I COLOSSI INDUSTRIALI DEL NORD E COSA NOSTRA: OGGI SARÀ EFFETTUATO UN ACCERTAMENTO TECNICO SU UNA PARTE DELLE INTERCETTAZIONI DISPOSTE DAL PM AUGUSTO LAMA TRA 1990 E 1991, DI CUI ERA STATA ORDINATA LA DISTRUZIONE. PER LA PROCURA DI CALTANISSETTA, CHE STA ANCORA INDAGANDO SULLA MORTE DI BORSELLINO, POTREBBERO ESSERCI INFORMAZIONI FONDAMENTALI – IL RUOLO DI GARDINI E L’AMAREZZA DI LAMA: “TRA I MIEI COLLEGHI C’ERA UN MAGGIORE INTERESSE SUI PRESUNTI RAPPORTI D’AFFARI DI BERLUSCONI CON COSA NOSTRA PIUTTOSTO CHE LE RELAZIONI PERICOLOSE DI ALTRI POTENTATI …” -
Estratto dell’articolo di Giacomo Amadori per “la Verità”
La pista seguita, trent’anni fa, dal pm di Massa Carrara Augusto Lama portava in riserve di caccia suggestive. Un filone aureo che poteva condurre la magistratura a scoprire con molti anni d’anticipo gli affari della mafia con colossi industriali del Nord Italia. Uno in particolare con forti addentellati a sinistra, il Gruppo Ferruzzi, allora guidato da Raul Gardini. Quando Falcone diceva «la mafia è entrata in Borsa» pare proprio si riferisse ai rapporti di tale holding con la Piovra.
Ma le indagini di Lama a un certo punto vennero fermate e le intercettazioni, da lui disposte, inviate a Palermo. Dove un pm ordinò di distruggerle. Ma, si scopre adesso, che parte di quegli audio si salvarono e potrebbero spalancare nuovi scenari. Oggi nella caserma Salvo D’Acquisto di Roma […] verrà effettuato un accertamento tecnico non ripetibile disposto dalla Procura di Caltanissetta nell’ambito del procedimento sulle stragi palermitane del 1992 e delegato al Reparto investigativo scientifico (Ris) dei Carabinieri.
L’accertamento avrà a oggetto parte delle bobine con le intercettazioni disposte nel 1990 e nel 1991 da Lama in un procedimento poi trasmesso, il 4 aprile 1992, alla Procura della Repubblica di Palermo dove fu assegnato, dal procuratore Pietro Giammanco al pubblico ministero Gioacchino Natoli che provvide subito a farlo archiviare.
Inoltre, il 25 giugno 1992, quindi dopo l’omicidio di Giovanni Falcone e 24 giorni prima di quello di Paolo Borsellino, dispose «la smagnetizzazione dei nastri relativi alle intercettazioni telefoniche e/o ambientali disposte» e ordinando in un secondo momento, con scritta a mano, anche «la distruzione dei brogliacci».
Ma per un caso fortuito la Procura di Palermo non ha cancellato tutto. L’attuale capo dell’ufficio, Maurizio De Lucia, spiega: «Le bobine? Le abbiamo date a Caltanissetta che ce le ha recentemente chieste, infatti, non tutto quello che deve essere distrutto viene eliminato e questo accade con una certa frequenza… abbiamo fatto un approfondimento e alcune cose le abbiamo trovate». Quindi è una coincidenza? «Sostanzialmente sì».
[…] Fatto sta che per la Procura nissena che sta indagando sulle vere cause della morte di Borsellino potrebbe essere materiale davvero interessante, sebbene siano state rinvenute solo alcune bobine. L’autorità giudiziaria di Caltanisetta nel 2003 aveva archiviato il procedimento sulle stragi indicando tra le motivazioni, tra l’altro, la mancanza delle intercettazioni di Massa Carrara. Sarebbe interessante sapere se, all’epoca, qualcuno le avesse chieste e soprattutto se a Palermo le avessero cercate.
Sull’importanza del procedimento istruito da Lama e sulla particolarità dell’iniziativa adottata da Natoli, […] ha insistito anche l’avvocato Fabio Trizzino, legale della famiglia Borsellino e marito di Lucia, figlia maggiore del giudice ucciso. Trizzino ha infatti fortemente stigmatizzato la condotta di Natoli evidenziando come si tratti di un provvedimento del tutto sui generis, mai ripetuto né prima né dopo, poiché i procedimenti archiviati possono per legge sempre essere riaperti, e perché aveva a oggetto un’indagine, quella di Massa Carrara, di eccezionale importanza visto che documentava […] «presunte infiltrazioni mafiose nelle zone marmifere di Carrara attraverso il controllo della aziende Sam e Imeg».
Un interesse che non riguardava solo il marmo, ma anche i suoi scarti che venivano utilizzati in numerosi e lucrosi altri processi industriali. L’indagine di Lama era nata casualmente durante l’estate del 1990 a margine di una controversia amministrativa sorta tra il Comune di Carrara e le due società Industrie marmi e graniti Spa (Imeg) e Società apuana marmi (Sam) concessionarie di circa il 50% dei cosiddetti agri marmiferi delle Apuane, quando il segretario del Consorzio cave di Carrara Franco Ravani riferì agli inquirenti che «di fatto le due società sarebbero state controllate da personaggi siciliani vicini a un gruppo mafioso».
Le dichiarazioni di Ravani furono confermate dal ragionier Alessandro Palmucci, già funzionario della Montecatini marmi Spa e poi della stessa Imeg, il quale ha ricostruito gli eventi che avevano portato una famiglia di Cosa Nostra palermitana, quella dei fratelli Salvatore, Giuseppe e Antonino Buscemi, a controllare le cave del prezioso marmo di Carrara.
Palmucci riferì che alcune concessioni erano già state parzialmente vendute nel 1972 a un imprenditore trapanese, una cessione fortemente contestata dai sindacati e con strascichi giudiziari tanto che intervenne lo Stato con l’Iri e con la partecipata Egam. Questa costituì le già citate Imeg e la controllata Sam.
Nel 1982 l’Iri di Romano Prodi liquida l’Egam, con la sua partecipazione nelle ditte successivamente al centro dell’inchiesta, che viene trasferita all’Eni, altra azienda di Stato. Dopo pochi anni, nel 1986, l’Eni di Franco Reviglio decide di dismettere e affida ai «dirigenti di Stato» Vito Gamberale e Vito Piscicelli il compito di «privatizzare», cosa che i due fecero attraverso una massiccia svalutazione delle merci che si trovavano nei magazzini di Imeg e Sam.
A questo punto la Imeg e la Sam viene ceduto a prezzo di saldo alla Calcestruzzi Ravenna Spa, del Gruppo Ferruzzi, allora diretta dall’ex partigiano rosso Lorenzo Panzavolta, definito da Gardini «uomo d’ordine e di calcestruzzo», che nell’indagine milanese confessò una tangente da 600 milioni pagata al dirigente comunista Primo Greganti.
Dal 1987 al 1990 […] Imeg e Sam hanno quasi come esclusivo cliente della produzione marmifera la piccola società palermitana Generale impianti. Appreso ciò Lama dispose indagini con la Guardia di finanza coinvolgendo anche reparti di Bologna, Ravenna e soprattutto Palermo. Dopo oltre un anno di investigazioni, […] Lama accertò che la ditta di Palermo faceva capo alla famiglia mafiosa dei fratelli Buscemi e in parte anche alla famiglia Bonura, reggenti per conto di Totò Riina di un mandamento palermitano.
Lama interrogò personalmente il pentito Antonino Calderone che confermò la pista riconoscendo in foto i fratelli Buscemi come capimafia. Il pm accertò anche che a gestire le cave a Carrara, Cosa nostra aveva mandato il geometra Girolamo Cimino, cognato di Antonino Buscemi, nominato amministratore unico della Sam, manager che di fatto dirigeva anche la Imeg.
Nonostante questo quadro il pm palermitano Natoli l’1 giugno del 1992 chiese l’archiviazione del fascicolo originato in Toscana, istanza che fu accolta a tempo di record, nonostante il Ros di Mario Mori e Giuseppe De Donno avesse accertato in maniera del tutto indipendente gli «interessi» della Cupola nella cave di marmo di Carrara. […]
Alla fine, ed è proprio l’aspetto più significativo, l’unico magistrato a subire provvedimenti da parte del Csm fu proprio Lama, il quale per avere fatto dichiarazioni sui media sugli interessi mafiosi nelle cave di Carrara fu sottoposto dall’allora ministro della Giustizia Claudio Martelli a procedimento disciplinare.
«Per questo dovetti lasciare il fascicolo e il mio procuratore lo mandò a Palermo dove fece la fine che ha fatto» ci spiega Lama, 71 anni, romano, ma toscano di adozione. […] «Io ingenuamente pensai di rilasciare delle dichiarazioni alla stampa per far parlare, come si dice in gergo, i telefoni, cioè per stimolare le conversazioni di chi era nel perimetro dell’indagine.
Ma per questo l’avvocato del Gruppo Ferruzzi presentò un esposto e per questo Martelli inviò gli ispettori. Io dovetti astenermi per difendermi e il fascicolo mi fu tolto. Il procedimento disciplinare è durato 20 mesi e si è concluso con la mia assoluzione, anche perché le informazioni che avevo dato erano assolutamente generiche».
Pensa che Martelli sia stato sollecitato in tal senso da Gardini, all’epoca ancora potente imprenditore e finanziatore dei partiti? «Io questa circostanza l’ho appresa dalle recenti dichiarazioni dell’avvocato Trizzino davanti alla Commissione parlamentare antimafia».
Lei indagò su Gardini e su Panzavolta? «Non ebbi il tempo di farlo, quel procedimento mi fu sottratto velocemente, ma le indagini puntavano in quella direzione e naturalmente anche verso i membri di Cosa nostra, soci in affari della Calcestruzzi Ravenna Spa».
Lei non era iscritto ad alcuna corrente e aveva indagato anche su un traffico d’armi dei palestinesi dell’Olp, non è che aveva troppi nemici a sinistra? «Certo le mie simpatie politiche non andavano in quella direzione ed ero cordialmente ricambiato. Ma in quel momento stavo solo facendo il mio lavoro. Probabilmente ho toccato interessi troppo grandi».
Alla fine ha lasciato la Procura di Massa Carrara…
«Decisi di trasferirmi nell’ufficio di Lucca per allontanarmi da un clima di ostilità e diffidenza che avvertivo da parte dei miei diretti superiori nel distretto. Ho chiuso la carriera facendo per 17 anni il giudice del lavoro».
Non trova curioso che l’indagine che andava verso il gruppo Ferruzzi si sia conclusa con il suo allontanamento, mentre quelle su Silvio Berlusconi non hanno incontrato soverchi ostacoli?
«Tra i miei colleghi c’era un evidente maggiore interesse investigativo sui presunti rapporti d’affari di Berlusconi con Cosa nostra piuttosto che le relazioni pericolose di altri potentati economici di area politica diversa che potevano rientrare nell’indagine mafia-appalti, di cui la mia era una costola e che in quel momento storico non fu approfondita».
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youviralart · 1 year
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Fabio Massimo Castaldo A oltre 40 anni dalla strage di Ustica una cortina di ambiguità, silenzi e falsità continua ad avvolgere questa tragedia nazionale. Dopo le clamorose dichiarazioni di Amato, anche Leonardo Lecce, l’esperto che fece parte della commissione nominata dal giudice istruttore incaricata di svolgere la perizia sul caso, ai microfoni dell’Ansa ha confermato che le ricostruzioni di Amaro sono coerenti con quello che lui stesso ha potuto accertare con le indagini svolte in quegli anni: l’aereo sembrerebbe essere stato colpito da un missile, e l’operato delle autorità francesi coinvolte non è stato trasparente. I francesi incaricati di recuperare i rottami del relitto, infatti, come ci spiega Lecce, si recarono sull’area non solo subito dopo l’accaduto e insieme alle autorità italiane, ma sembrerebbe anche successivamente, in maniera autonoma, senza avvertire e concordare con i colleghi italiani, cosa che apre scenari certamente oscuri e inquietanti. Secondo la perizia, ha continuato poi Lecce, l’aereo non sembra affatto essersi disintegrato in volo come affermano gli assertori della teoria della bomba a bordo, ma dalla disposizione concentrata dei rottami appare al contrario arrivato integro all’impatto con l’acqua. Oltretutto, sempre Lecce rivela che l’indagine a un certo punto non ha potuto proseguire perché fu addirittura la Nato ad apporre il segreto militare sulle informazioni radar richieste. Dopo oltre 40 anni è ora di sapere TUTTA la verità. Le autorità francesi non possono trincerarsi dietro il silenzio: devono desecretare tutto e condividere ogni informazione con il nostro Paese. Lo si deve alle famiglie delle vittime, al loro dolore e al ricordo dei loro cari morti senza un perché.
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