#Nei crochets

[nei-ning]

Behold! My very first crochet chic! Thank God for tutorial video! :D

But even with the video (which said this can be done in 15min), I struggled an hour or so. First 15 minutes ALONE went on me trying to get that "magic loop" right and the first and second round since there ALWAYS were too many big holes etc. issues.

Another issue is that my hook was too big. Should had been 5mm but I bought 8mm... :'D So my chick has more holes and is bigger in size than the original in tutorial video.

[forever70s]

Ney Matogrosso

[achillesghoul]

I heard some of us like crochet here so like... crochet posts? Yey or Ney?

[silviascorcella]

16R Firenze a/i 2017-18: nella maglia l’animo folk s’intreccia all’arte artigiana

A proposito della gioventù creativa, dell’istinto coraggioso ad ascoltare il cuore appassionato che prende consigli dalla mente devota a nuove forme di design da applicare alla moda, da allacciare all’arte e da suggerire come nuovi percorsi da esplorare, non solo per arricchire il guardaroba di capi stilosi, ma anche per compiere viaggi intensi attraverso la bellezza materica: a proposito di un tal circolo virtuoso, è sempre un’occasione pregiata l’incontro con nomi nuovi che, con buone intenzioni e talento denso, van ripopolando la classe stilistica italiana.  

Che poi non son mica solo nomi: sono identità intere infilate nella quotidianità creativa e produttiva di questo nostro bel paese, sono persone che portano storie intense sulle loro spalle e nelle mani l’abilità di trasformarle in creazioni da indossare. 

Et voilà: il brand 16R Firenze, con la sua ultima collezione dedicata all’Autunno-Inverno 2017-18, è un’ottimo esempio di questa gioventù creativa già incamminata sulla via del successo, nonché sulla strada della determinazione rivolta alla definizione di uno stile squisitamente personale!

Ad un primo ascolto o sguardo rapido, il suono del marchio sembra giusto una sigla: invece è una sorta di codice, una composizione di segni che narrano la vita racchiusa in questo giovane progetto perfettamente made in Italy.  O, ancor meglio: made in Tuscany. 

Decodificare tale nome ha come premio l’incontro con la giovane Romina Caponi, che del brand è fondatrice e anima creativa: 16 è il numero fortunato legato alla sua data di nascita e ad un affetto prezioso, Firenze è il luogo dove la sua carriera appassionata nella maglia e nella moda ha preso forma tra l’educazione al Polimoda e la professione presso maison del lusso italiano, tra le quali Cavalli, Versace e Byblos. E la Toscana è il posto dell’eccellenza che dalla realtà di famiglia plasma, produce e distribuisce le creazioni: 16R Firenze è infatti il progetto di stile personale di Romina Caponi, che nel “Maglificio Caponi” di famiglia è nata e cresciuta nell’amore per le arti e nell’abilità consapevole del commercio, una garanzia dell’alta qualità lussuosa artigiana che caratterizza ogni sua creazione.

Altra caratteristica distintiva di 16R Firenze è la libertà entusiasta dell’ispirazione che percorre strade intriganti senza confini tra le geografie dei luoghi e delle arti, che assembla percorsi della mente affascinanti da tradurre in capi di grande femminilità. 

L’ispirazione per l’ a/i 2017-18 è la dimostrazione applaudita di tale verve creativa: l’animo folk, ovvero lo spirito girovago che s’immerge nei luoghi e nelle loro sorprese di vita e cultura, per questa collezione viaggia fino a Siviglia e qui si meraviglia dell’opulenza sacra e decorativa della sua “Semana Santa”. La settimana santa, che della città è un patrimonio secolare unico al mondo orchestrato in celebrazioni processionali di grande opulenza artistica, di musiche e danze che son vere ritualità che scendono nell’intimo dell’esistenza, per poi risalire in superficie in un evento che abbraccia un insieme innumerevole di persone, cittadine del luogo e del mondo. 

Tale spirito celebrativo che si appropria delle decorazioni e delle arti diventa un fil rouge nel vero senso della parola: un filo, o meglio il filato, che compone gli intrecci knitwear che son la materia prima di ogni creazione in collezione, dagli abiti lunghi in pizzo crochet al minipull a righe di lana Merinos affollato di balze deliziose, dalle maglie che ospitano i grandi ponpon multicolore, agli abiti dove le ruches son sculture aggraziate, fino ai capispalla importanti in cui immergersi o quelli da sfoggiare come fossero una pelliccia ma rigorosamente in maglia, capi materici che controbilanciano la leggerezza degli abiti a gonnella decorati da motivi geometrici quasi optical.

Benvenute nel nuovo knitwear!

Silvia Scorcella

{ pubblicato su Webelieveinstyle }

[onlinediarykindathing]

22 GIUGNO 2023

Sono le 7 e mezza di mattina e io sono in studio a ripassare qualcosa per l’esame di stato. Alla fine mi sono iscritta alla prima sessione e proverò a vedermi con Ile nei weekend per studiare insieme.

Non faccio altro che pensare che dovrei lavorare sulla commessa, l’ultima riunione con il siciliano l’ho fatta lunedì mi sa e oggi è già giovedì e io sto a fare le tavole per l’accordo quadro che Anna ha detto ‘bisogna solo implementare poche migliorie’ (bitch in implementing everything! Non sto facendo altro che fare tavole in più perché per lei basta scrivere una miglioria generale su Excel e tra parentesi elencare il mondo) (Bhe, il mondo ha bisogno di spazio e quindi dovrò fare più tavole, e se faccio più tavole non lavoro sulla commessa) (domani per forza!!!)

È un periodo strano, mi sento in ansia per l’esame (abbastanza legit if you ask me, niente fuori dalla norma) però non so, mi sembra di stare in ansia per ogni cosa, se parlo abbastanza con le altre in studio, se mi trovano simpatica o non mi sopportano e segretamente mi odiano, per il fatto che non riesco a bonding con le persone in generale mentre mia sorella non fa altro che fare amicizia con ogni persona nuova join quel laboratorio del dottorato, per il fatto che ho solo amici che abitano non nella mia città e quindi non li vedo quasi mai ma adesso non li sto manco sentendo più perché forse si sono scocciati di me e anche loro segretamente mi odiano (Bobba e Dani sto parlando con voi), per il fatto che Cosimo non ha afferrato il fatto della missione al 100% e che ora dovrò dirgli che mi serve una settimana per l’esame di stato, che se me ne andrò una settimana mi odieranno, e quando realizzeranno che quando dico che andrò in missione vuol dire che non sarò fisicamente qua (quanto è difficile da capire??) mi odieranno, per il fatto che devo lavare la tazza ogni qualvolta che bevo qualsiasi cosa perché è dannatamente trasparente, per la mia attitudine alla distrazione più totale quando devo concentrarmi ma non faccio altro che pensare di iniziare a imparare a fare crochet o che prima o poi vorrei imparare a suonare il basso, al fatto che voglio disegnare ma non ho il tempo, al fatto che invidio le altre persone per cose che potrei fare anche io, perché devo lavarmi i capelli, perché vorrei tanto vedere quei due ma chissà dove stanno, e ho già detto che ho l’ansia per l’esame?

La cosa peggiore è quando pensi che i tuoi amici ti odino, o che si sono stufati di te e che forse sei troppo appiccicosa. Questo lo so, è dovuto al fatto che non ho mai avuto un migliore amico che ricambiasse, cioè io ho avuto persone che forse consideravo tali (anche se era naive da parte mia) ma nessuno mi ha mai considerato tale. Penso. O non l’ho mai saputo, il che è peggio. Ho anche abandonment issues e trust issues e ora anche l’ansia, bene.

Volevo prendere questi mesi estivi come qualcosa da vivere freneticamente, essere quel tipo di persona che fa più cose contemporaneamente anche se sono assurde tipo studiare, lavorare e avere hobby wow. Ok basta, mi devo fare una calmata. Ho perso 20 min a scrivere ma almeno mi sono svuotata un po’, adesso riprendo ad evidenziare.

Voglio che mi chiedono l’intonaco, è la cosa che so meglio :(

[weirdjanuary]

🇮🇹 Oggi è stata una di quelle giornate iniziate male. Partiamo dal fatto che avevo dormito poco (per motivi che non starò qui a spiegare) e dopo la nottataccia l’ultima cosa che volevo era uscire di casa ma dovevo perchè avevo un appuntamento medico. In genere, se ho appuntamento di mattina presto non faccio neanche colazione perchè poi in auto mi viene la nausea. Quindi sono uscita di casa a stomaco vuoto. L’appuntamento non va come spero, il che mi butta ancora più giù (tenete in conto che ultimamente sto facendo continui controlli quindi sono leggermente satura!) Torno a casa e cerco di scrollarmi un pò di dosso lo sconforto. Mangio qualcosa, lavoro un pò all'uncinetto (sto finendo una sorta di “copertura” per la mia macchina da cucire) e poi decido di leggere un pò, c’era questo nuovo libro che volevo iniziare. E proprio il libro, alla fine, diventa un piccolo spiraglio di luce nell’oscurità. (E' incredibile come spesso la lettura mi salvi!) “L'ufficio degli affari occulti” di Eric Fouassier. Non scenderò nei dettagli della trama (quella potete trovarla da soli) dirò solo che sono bastate un paio di pagine per farmi innamorare del protagonista, Valentin Verne (oserei dire che se non hanno un lato oscuro a me non piacciono xD) Sia la storia che l’ambientazione (una Parigi del XIX secolo) mi sembrano promettenti e non vedo l’ora di proseguire... Ma non prima di aver guardato l’episodio finale di Succession :D --- 🇬🇧 Today was one of those days that started badly. Let’s start with the fact that I hadn’t slept much (for reasons I won’t explain here) and after a bad night the last thing I wanted was to leave the house but I had to because I had a medical appointment. Generally, if I have an early morning appointment I don’t even have breakfast because then I get nauseous in the car. So I left home on an empty stomach. The appointment doesn’t go as I hoped, which brings me down even more (keep in mind that lately I’ve been doing continuous checks so I’m slightly full!) I return home and try to shake off the discomfort a bit. I eat something, crochet a little (Iìm finishing a kind of “cover” for my sewing machine) and then I decide to read a little, there was this new book that I wanted to start. And the book itself, in the end, becomes a small glimmer of light in the darkness. (It’s amazing how often reading saves me!) “Le Bureau des Affaires Occultes” by Eric Fouassier. I won’t go into the details of the plot (you can find that one yourself) I’ll just say that a couple of pages were enough to make me fall in love with the protagonist, Valentin Verne (I dare say that if they don’t have a dark side I don’t like them xD) Both the story and the setting (a 19th century Paris) looks promising to me and I can’t wait to continue... But not before watching the finale episode of Succession :D

[cosediisa]

Ogni tanto si ritorna all'uncinetto. 😊 Tanti esagoni nei toni dell'azzurro e del blu per salutare un nuovo bimbo parigino 🍼🍼🍼 e, ovviamente lana merino, perfetta per i più piccini. io l'avrei fatta sui toni del verde (ce ne sono di bellissimi) però è una questione di gusto personale. Tu puoi scegliere tutti i colori che vuoi nel mio #etsyshop, il link è in bio. #crochet #crochetblanket #luxurylifestyle #hexagonblanket #fattoamano #handmade #coperta_uncinetto #babyblanket #copertina #regalo_battesimo #babyshower #copertinaculla https://www.instagram.com/p/CjACTvGg9DT/?igshid=NGJjMDIxMWI=

[kissingischaos]

[English below] Un cardigan lungo a righe in cotone; una sciarpa all'uncinetto con colori che si intersecano; una maglia di un colore che sembra essenza di primavera; colletti in cotone riciclato dai mille colori, sto usando quei gomitoli come fossero fiori per creare bouquet speciali per sentirsi speciali quando li indossi. Provare una strada nuova mi fa paura, una strada nuova in un mondo troppo barcollante e in pericolo mi fa ancora più tremare. Cerco risposte nei colori, non l'avrei mai detto fino a qualche tempo fa, eppure mi sembra di tremare leggermente di meno a tratti. *** A long striped cotton cardigan; a crochet scarf with intersecting colors; a sweater in a color that looks like the essence of spring; collars in multi-colored recycled cotton, I'm using those balls of yarn as if they were flowers to create special bouquets to feel special when you wear them. Trying a new road scares me, a new road in a world that is too staggering and in danger makes me tremble even more. I am looking for answers in colors, I would never have said it until recently, yet it seems to me that I tremble slightly less at times. #unpeusauvagedesign #knitspiration #seekinspirecreate #strikkeinspo #sustainablemaking #seasonalstyle #ilmioritmolento #vivodilentezze #dietroadognifotounastoria #slowmade #fattolentamente #esercizidilentezza #calmfluencer #aslowmoment #daysofsmallthings #aspettandolaprimavera #makingspring #artigianatoitaliano #fattoamano #diffonderelabellezza #contemporaryknitwear #inspiredbypetals (presso Milan, Italy) https://www.instagram.com/p/CayzCLxAhLT/?utm_medium=tumblr

[lesboyfemboy]

💌

Name: NED 

Age: ageless

Identity: bigender, greyro ace, pan nb lesbian, femme, transmasc, queer

Pronouns: it/it’s, they/them, ney/nem. I appreciate mixing them up 💕 

Interests: crochet, drink making, baking, flowers, and marine life <3

I accept all systems, all sexualities, all paraphilias, all genders, but NOT milk drinkers

No DNI I’ll just hunt you down myself /j

[nei-ning]

Tried to make a ghost... But it looks more like a marshmallow, tooth or a marshmallow ghost :'D Cute still and smaller than my chick! Used thinner yarn this time and smaller hook what I found :3

[nothingeverlost]

Blue Castle AU

I know I’ve talked about a Blue Castle modern day AU before, but this has been on my mind a lot lately.

Blue Castle but during Covid 19.

Shortly before everything happens Valancy goes to the doctor because she hasn’t been feeling good.  She gets an electronic response after her appointment with how to take care of her chronic heart problem, with a caution to avoid stress and shock.  Her prognosis is 6 to 18 months.  Because of covid her followup is forgotten by the doctor’s staff so no one realizes she’s gotten the wrong e-mail (she’s v.stirling@gmail.com and the email was meant for v.sterling@gmail.com)

Valancy’s family has their weekly dinner despite lockdown, rationalizing that they’re all quarantining separately so it’s fine.  Valancy once dares to mention that maybe they should postpone their family meals for a while.  Her mother is horrified.  The uncles mock and shout.  Olive pities anyone letting fear rule them, but says that maybe someone who is more sickly does have a reason to worry.  She’s kind, after all.

A few days later on Facebook Valancy sees that an old school friend is sick with covid.  She hasn’t spoken to Cece in years, other than a random comment on a post.  It never occurs to her that anyone would be interested in hearing from her.  She calls to find out if she needs anything, though.  Her father answers; he comes home from work to check on her but his job is essential and he can’t be home much.  He doesn’t have anyone to take care of Cece and doesn’t have insurance to cover her.  

The next Sunday all it takes is a comment from one of the uncles that maybe the virus is punishment for the liberal ways of society, and Valancy is done.  She calls them all out and leaves in the middle of dinner, going home to pack a bag.  Maybe nursing Cece would kill her but she’s dying anyway.  Isn’t it better to know she’s done something good than to live her whole life dealing invisible and unwanted?  She shows up at Cece’s house and offers to help out as much as she can, if she can have a couch to sleep on.

Cece’s father insists she take his room while he bunks out on the covered porch.  There’s a room over the garage, but they rent that out to Benny.  Benny’s an odd fellow.  He seems prickly and Valancy’s heard whispers about him.  He rarely talks to her but he brings Cece magazines and treats to amuse her.  And somehow he mysteriously is able to keep them in toilet paper when it’s impossible to find anywhere.  

Despite Cece being ill and the family texting and Facebooking her all the time, Valancy enjoys herself more than she remembers.  Cece has her good days, and they whisper and watch old movies from their childhood, many of which Valancy wasn’t allowed to see at home.  Clueless is a favorite of both of them.  Sometimes Benny joins them, and less often Cece’s father.  He’s usually exhausted after his job at a factory.  Cece goes to sleep early, but Benny is a night owl and it’s those times when she starts to find true friendship with Benny.  She still knows so little about him, not even where he’s from, but she knows he loves ice skating and taking long walks, and can spend hours or days in the forest.  Valancy’s never been camping but she tells Benny all about her favorite nature blog.  She can recite some of John Foster’s beautiful words from memory.

Benny scoffs.  John Foster is the whitest name he’s heard and he’s sure the guy is in some Ney York apartment watching nature documentaries and cribbing other people’s photos. He’s a hack, a sell out, and not worth discussing.  It’s just bout the only thing they disagree on.  No one’s ever made her laugh the way he does.  No one’s ever tried to make her laugh just because they like the sound of her voice.

For a while Cece seems like she’s getting better, but then one night she can’t breathe.  They rush her to the hospital but it’s too late.  They can’t have a funeral because of shelter in place, and there’s really not that many people to invite anyway.  The three of them have a private memorial.  It’s the first time Valancy’s ever gotten drunk.

The next day Valancy’s head is throbbing while she starts to pack, resigned that now that she isn’t useful she has no choice but to go home.  Benny offers her pain killers and a swig from his flask (hair of the dog, he says with a shrug) and asks where she’s going.  When she answers home he swears; he knows enough from her and whispers around town to know what home is like and how her family treats her.  There has to be somewhere else.  Valancy shrugs.  She’s not needed anywhere, and the only person other than Cece and her dad she’s talked to in months is him.  It’s not like she can move into his room over the garage.

I have a house, he says.  A cottage, really, in the woods.  It takes an age to get into town from there but instacart delivers and what else do we need?  You can stay with me.  Valancy is shocked, and then secretly excited for a moment before she sobers.  She can’t do that to him, not knowing what she knows.  When he pushes she’s just fragile enough with grief and a hangover to blurt it all out.  She’s dying, and she can’t make him deal with that.

In the end she agrees, but only on the stipulation that they get married first.  It’s not about her reputation, but she has a small nest egg and if they marry it’s his when she dies.

She loves the cottage the moment she sees it; it’s more than any Blue Castle she’s ever dreamed about because it’s really.  The first night Benny sleeps on the couch but they decide that it’s silly, and they share the bed.  Totally platonically, of course (at first.). Valancy lets the charge on her phone die so she doesn’t have to get any more pointed texts and vague guilt posts from her family.  She almost forgets about her heart, living with Benny and their two cats.  They block out the world, rarely bothering with the news.  What do they need to know; they’re more quarantined then most.  Every day they take a walk for hours.  A famous photographer asks to take Valancy’s picture but Benny glares at him and scares him away.  A few hours a day Benny works in his small office (really almost a closet) which he’s asked her not to enter.  Other than that most of their time is spent together.  Valancy plays with recipes she finds on Pinterest and teaches herself to crochet.  She’s always wanted to learn but her mother insisted on knitting only.

There are a few minor incidents with her heart, and one day she feels sick and worries about covid but it was just a cold.  One day Benny goes out on his own and is gone over night, and she can’t sleep worrying about him. Then came the day her foot got stuck in the train track and she almost died.  Benny almost died, tried to free her, and she didn’t know what was worse, thinking she might be responsible for Benny dying or thinking that she might have lied to him.  Her heart was fine.  She didn’t even feel a twinge from the stress of it.

She has to leave him.  It’s not fair to him when he promised her a home for a year to hold him to more.  If only she hadn’t gone and fallen in love with him.

@anonymousnerdgirl @morvidra @clara-oswald-and-the-whos @bouquet-of-sharpenedpencils

[give-a-roar]

È un cammino in solitaria che non sembra più includere il ricordo di Alexander McQueen, lo stilista inglese morto nel 2010 e dal quale Sarah Burton ha raccolto il testimone.

Quella che ha sfilato a Parigi quest’anno, sembrava portare infatti la firma di D&G durante la sua collezione Viva La Mamma! Tutta colpa di fiori rossi e foglie.

Eppure, seppur in misura molto minore rispetto agli anni passati, Alexander è più vivo che mai, e lo si vede nei frills, nelle balze, nelle arricciature e negli abiti fascianti.

Ma anche nei tagli, nelle stoffe marmorizzate e nei trafori, dove si trova, con il supporto del beauty (che ci regala trecce boxer) e della pelle, quello stile punk che tanto aveva stregato sia l’establishment del fashion che il mondo dell’arte.

La collezione è scarna ma arricchita da una festa, che è anche un mix&match, di tessuti e decorazioni. Tra cui pizzo sangallo e macramé, paillettes e seta, e le storiche armature-corpetto con le maniche a sbuffo.

Anche Emanuel Ungaro, nella figura del direttore creativo siciliano Marco Colagrossi, si affida a tessiture e tessuti luccicanti, per creare capi semplici ma di forte impatto, come la giacca double-face, l’abito a portafoglio patchwork e il minidress a sacco in tessuto metal, dorato e stropicciato.

I materiali vengono infatti utilizzati a sorpresa, per sdrammatizzare gli outfit. Com’è anche nel caso del pantalone trasparente e dell’abito a tubino arricchito da un doppio strato che ricorda la tessitura della canapa.

Gioca con i materiali anche Cédric Charlier. La griffe belga propone, per la primavera/estate 2019, top di cotone decorati con ganci ad anello.

Ma anche camicie crop che lasciano intravedere il bikini, trench bicolor e pantaloni jacquard.

Il giovane stilista, entrato nel sistema moda nel 2012 con il brand che porta il suo nome, si prende gioco delle regole in maniera elegante, delicata e divertente.

Un po’ quello che accade anche da Chloé, la casa di prêt-à-porter di lusso fondata nel 1952 proprio a Parigi e la cui direzione creativa è oggi nelle mani di Natacha Ramsay-Levi, già donna di Balenciaga e Louis Vuitton.

Tagli asimmetrici, tessuti scivolati e cinture morbide in vita ci parlano di una collezione che strizza l’occhio agli anni Settanta.

Volendo giocare anche con stampe patchwork dove campeggiano fiori geometrici e stilizzati, greche e micrografiche, che si uniscono, a sorpresa, a stampe pop ed arabeschi, bicromatismi netti e crochet.

Rispolvera la tradizione anche Courrèges, marchio ora appartenente ad Artemis.

Attraverso i tessuti tecnici ed una palette neutra, la storica firma francese della moda propone i suoi capi futuristici mescolando le texture, gli stili e i tagli, facendo anche leva sulle trasparenze.

Gioco di tessiture e tagli anche sulla passerella di Dundas, dove il camouflage acquisisce una sua eleganza, grazie a pizzo e paillettes.

Norvegese, formato alla Parsons The New School For Design, Peter Dundas è affezionato al glamour sensuale degli anni Settanta e Ottanta.

Come testimoniano anche pieghe, nodi ed arricciature, frange, spalle armate, top halter, stoffe animalier, lunghezze mini-micro e lurex.

Novità invece da Elie Saab. Lo stilista israeliano mette infatti, parzialmente da parte, la sua tavolozza candida e i suoi ricami delicati, quelli che hanno costruito il successo dei suoi abiti da sposa, per giocare con scelte più bold.

Come nel caso dei decori sbrilluccicanti e dei trafori laser e delle tonalità scure utilizzate sui layer, dove la camicia è un mini abito abbinato a stivaloni e micro shorts e i maxi abiti si uniscono alle t-shirt. Un’eleganza resa rock anche da fiori sensuali e trasparenze bon-ton.

[kiotta68]

Burian & Crochet

Ciao a tutti, sono giornate veramente fredde con la Buriana che imperversa ed io non vorrei fare altro che rintanarmi nel mio morbido cottage con i miei adorati uncinetti…😏 Hi everybody, these days are so cold because of Burian, and I need to hide myself in my cozy cottage with my beloved crochet hooks 😏 In tutto questo ho finalmente finito il Cowl-neck Poncho di cui vi avevo già parlato nei post…

[susangkomengreaternyc]

Ciao Bella Chiara. Vai con Dio amica mio.

Chance meeting with Chiara at the airport this past March... Both on our way to different breast cancer conferences! ---

Dear Friends, 

Our hearts are broken. The fierce, funny, fabulous Chiara D’Agostino passed away yesterday, at 1:50pm from metastatic breast cancer. Her niece, Jessica, let Chiara’s vast network know that Chiara was surrounded by her family and was at peace, her brother-in-law reading to her from Psalms.

Chiara trusted God and her faith bolstered her during difficult treatments and bad news. Reciting the rosary brought her peace.

Chiara was a fierce advocate for herself and other TNMBC breast cancer patients, acutely aware that her disease had dealt her a bad hand with limited treatments. She also fought against standard notions of beauty. Chiara often modeled and was photographed bare-chested to emphasize that scars and all and eschewing reconstruction and choosing to go flat are also beautiful.

We were so hopeful when her amazing care team at NYP was able to access Sacituzumab govitecan for her, but it gave her only a few short months before she had further progression to leptomeningeal metastasis. Despite her increasingly grim diagnosis, and difficult treatments, Chiara stayed in touch with her far-flung friends and traveled as much as she could to attend conferences. She was dedicated to educating herself and the public and she fought for more funding for research so that one-day, science would no longer fail other patients. 

Tomorrow is guaranteed to no one, but MBC makes future tomorrows far less certain. Chiara knew her time on earth would be shortened, but she had hoped for more time to crochet with her sister, play with her beloved kitties, chit-chat in Italian and more time to fight for more and better treatments; we will fight on for you. Vai in pace.

Ciao Bella Chiara. Vai con Dio amica mio.

Per sempre nei nostri cuori.

[danadanyproject]

Abiti tricot e a crochet, la tendenza più fashion del 2020!

Alexander McQueen

Altuzarra

Anteprima

Blumarine

Dolce & Gabbana

Oscar de la Renta

DSquared

Celine

Laura Biagiotti

Genny

Se c’è un trend che accomuna le collezioni del 2020 è quello degli abiti tricot e a crochet. Rigorosamente realizzati a mano, sono unici nel loro genere e quindi esclusivi. Ispirati ai motivi più tradizionali di queste tecniche antichissime, riprendono nei loro schemi un…

[nei-ning]

My "first" (actually second) frog! :D I watched a tutorial video, crocheting with it but it all went down the toilet since 1. I had too thin yarn and big hook so 2. therefor I couldn't make as many stitches as in the video which eventually lead to it that I 3. got confused with the stitches and, my God, the frog after all this...!

It was most merciful act from me to dismantle it...

So I tried the chic crochet way, trying to make "loop ring eyes" to the frog which I learned from the video but they don't really show :'D AND! When I was closing frog's butt, I didn't have energy to do it properly so I did what I did and pulled the yarn, creating FIVE TINY FEET to him! :'D

My little mutant, 5 legged, froggy looks confused and lost - and I can't blame him.

I also think I keep the yarn always too tight. It's hard for me to keep it lose and crochet loosely. Same issue with knitting.